La scoperta di Marshall, e le ricerche conseguenti, dimostrarono che in tutte le guerre precedenti, una piccola minoranza di soldati – il 5% che sono psicopatici naturali, e probabilmente una piccola minoranza di imitatori temporaneamente insani – furono responsabili di quasi tutte le uccisioni.
Le persone normali si ritrovano semplicemente dentro il movimento, fanno il possibile per evitare di togliere la vita al nemico, anche quando questo implica la perdita della propria vita.
Le guerre sono massacri ritualizzati fatti da psicopatici contro non psicopatici.
(Motorhead)Avevo sedici anni quando andai in guerra
Volevo combattere per una terra fatta per gli eroi
Avevo Dio dalla mia parte e una pistola in mano
Contavo i giorni che mi mancavano prima di arrivare a zero
Marciai, combattei, sanguinai e morii
Non diventai mai più vecchio
Ma sapevo che a quei tempi solo un anno
Era una vita abbastanza lunga per un soldatoEravamo tutti volontari, scrivemmo tutti i nostri nomi
E aggiungemmo due anni alle nostre età
Eravamo fatti per la storia e volenterosi di giocare
Eravamo pronti per entrare nelle pagine della storia
E combattemmo, ci scontrammo e distruggemmo fino alla fine
Eravamo diecimila, spalla a spalla
Volevamo combattere i Crucchi, ma eravamo solo cibo per le armi…
Ecco cosa si è quando si è soldati
Sentii il mio amico che piangeva e cadeva in ginocchio
Sputava sangue ed urlava chiamando sua madre
Io caddi al suo fianco, ed ecco come morimmo
Uniti come solo due ragazzini potevano essere
Ero disteso nel fango, tra i corpi e nel sangue
E piansi mentre il suo corpo si raffreddava
Chiamai mia madre ma lei non arrivò mai
Anche se non era colpa mia e non la sarebbe mai stata
Il giorno non era nemmeno a metà
e diecimila persone erano state uccise
E ormai non c’è più nessuno che si ricorda i nostri nomi
Ecco come va a finire per un soldato…
la guerra è l’unica rovina del mondo
Sì, e da quando siamo piccoli ci viene sempre presentata quale “inevitabile”.
In realtà gli psicopatici si devono impegnare parecchio per renderla accettabile, e purtroppo ci riescono.
ciò che mi turba molto è come il potere riesca a farci comunque partecipare all’abominio chiamato GUERRA !!!! la convinzione è che noi non possiamo fare altro… sempre più “1984” sempre più condizionati
…e comunque un pensiero va ai tanti soldati morti sui campi di guerra.
Ciao Carlo, a presto.
Ciao Gigi
il potere lavora per quello.
E specialmente nella Prima Guerra mondiale, la maggior parte di coloro che morirono non avevano idea della nuova dimensione che le Guerra moderne stavano per assumere.
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Enza, a presto
Ho letto il post di buon mattino ed è tutto il giorno che cerco di capire come il 95% viene attirato nella trappola. Sappiamo il perchè, ma non il come. Meglio, sappiamo due o tre cose appena appena evidenti, su questo “come”. Ma ci manca una vera ricerca su questa dinamica, forse più complessa di quanto possa sembrare.
Il 5% ucciderebbe anche a mani nude. Il 95% non pensa neanche di uccidere, però imbraccia cannoni, mitragliatrici, clochè di aerei, timoni di portaerei…
La canzone mi ha stupito per la sua dolcezza.
La conosci la storia della canzone trasmessa ogni Natale dalla radio Boston globe ? è un fatto vero che risale alla guerra del ’15-’18.Dei soldati nemici fraternizzarono e smisero di spararsi dalle trincee,festeggiarono insieme per giorni il Natale.E’ una storia realmente accaduta.E’ nel mio post del 23.12.’07 se hai 2 minuti.ciao D
Messier
io rimango dell’idea che la chiave stia nel capire proprio come questo sia possibile, come faccia quel 5% ad imporre il suo modello.
Sarò ripetitivo, ma a questo punto penso che sia la questione più importante.
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Ciao Tristan
sono contento che tu abbia trattato della Tregua di Natale.
Fu davvero un episodio che oggi appare straordinario, ma che in verità fu “umano”.
Non ordinario, semmai, era il fatto che giovani che non avevano nessun motivo per odiarsi si stessero ammazzando a vicenda.
A presto
A proposito ti segnalo
omicron.splinder.com
interessante documento della BBC sui reati compiuti dall’esercito ialiano durante la 2° guerra mondiale.
Ascoltare questa triste ma vera canzone, mi hai fatto venire in mente questa, di Fabrizio de André…
La guerra di Piero
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi
lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente
così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l’inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve
fermati Piero , fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po’ addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce
ma tu no lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
e mentre marciavi con l’anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
sparagli Piero , sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue
e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore
e mentre gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbracciata l’artiglieria
non ti ricambia la cortesia
cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato
cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all’inferno
avrei preferito andarci in inverno
e mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole
dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
Ciao Santa, Blessed be :-)
Ciao Carlo,
Le persone normali si ritrovano semplicemente dentro il movimento, fanno il possibile per evitare di togliere la vita al nemico…
Le persone “normali” sono purtroppo quelle che fino al giorno prima votavano il finanziamento coatto di un esercito in cui poi sarebbero state arruolate a forza.
Magari con ragionamenti del tipo: “un paio di manganellate ongi tanto fanno bene: siamo persone serie o femminucce?”.
Io preferisco i sociopatici: sono pochi, più facilmente riconoscibili e dunque isolabili. Tra l’altro, sono spesso più intelligenti dei “normali”, dunque meno pericolosi.
Giorgio Venzo.
Ciao Ammazzucchelli, ti ringrazio per la segnalazione.
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Chapucher, un classico, che merita di esserlo.
A presto
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Giorgio
tu dimentichi il potere della propaganda e della persuasione :-)
Anche senza tirare in ballo la PNL :-)
Blessed be
Un riferimento interessante che cercherò di approfondire. Devo però dire che una tesi del genere, seppure suggestiva, mi lascia piuttosto scettico, per una serie di ragioni. Intanto perché una percentuale così eclatante di truppa inefficace non sarebbe passata inosservata ai testimoni, molte volte osservatori eccellenti, che le guerre hanno costantemente avuto. Io penso che nell’azione di guerra la volontà di dominare il panico correlato al pericolo – per non apparire vigliacchi agli occhi dei compagni – rappresenti la forza predominante: un senso di lealtà e cameratismo che non implica affatto l’odio per il nemico (che rappresenta una componente aggiuntiva spesso presente ma non obbligata). Nella prima guerra mondiale soldati italiani e austriaci, nonostante la propaganda, non si odiavano affatto, come testimonia la relativa assenza di episodi di atrocità gratuita sui prigionieri, ma tuttavia si uccidevano con una certa efficienza, come migliaia di dettagliati rapporti testimoniano.
Ciao
Ciao Elio
in verità, questo fatto che a noi può apparire inverosimile, è da tempo noto ai vertici militari, che nell’addestramento delle reclute dedicano la maggior parte del tempo cercando di far superare ai soldati la naturale riluttanza nell’uccidere un altro essere umano.
Oltre ai link segnalati, puoi anche farti una idea qui:
http://en.wikipedia.org/wiki/Killology
Una disciplina nata proprio in seguito agli studi del colonnello Grossman, che aveva analizzato “scientificamente” la poca propensione all’omicidio da parte dei soldati comuni.
Ed essendo i militari più propensi all’azione che alla contemplazione, si sono subito dati da fare per risolvere questo “problema”.
A presto
Grazie. Sulla profonda riluttanza della persona “normale” (lasciata relativamente indisturbata) ad uccidere un altro essere umano convengo totalmente, e d’altra parte questo è dimostrato anche dall’enorme differenza che si è sempre riscontrata fra truppe improvvisate e truppe professionali. Rileverei tuttavia che i “sapienti” addestramenti conseguono sempre un “successo” notevole, tanto che assegnerei la piccola percentuale a coloro che riescono a resistere a simili condizionamenti. Questa sconvolgente testimonianza riassume secondo me molto efficacemente il senso di queste terribili situazioni: http://www.centurychina.com/wiihist/confess/hirodm1.html
(lettura sconsigliata ai molto sensibili).
Ciao
Sì, effettivamente conoscono bene il loro lavoro.
A presto