Lo strumento base per la manipolazione della realtà è la manipolazione delle parole. Se puoi controllare il significato delle parole, puoi controllare le persone che devono usare le parole.
Philip K. Dick.
Tutti crediamo di sapere cosa sia un complotto, o una cospirazione.
Così come tutti crediamo di sapere cosa sia un cospiratore.
In realtà, come vedremo tra poco, queste parole hanno lievemente mutato significato nelle nostre menti, rispetto al loro significato originario, e adesso vogliono dire qualcos’altro.
La differenza è piccola, ma, come vedremo, sostanziale. Il fenomeno diventa più facilmente visibile e comprensibile se alla parola complotto (o cospirazione) aggiungiamo il vocabolo «teoria».
Tutti noi sappiamo anche cosa è una teoria.
Eppure, l’espressione combinata «teoria del complotto» significa qualcosa di sostanzialmente differente da ciò che dovrebbe significare.
In inglese è anche più evidente.
Provate a menzionare l’espressione Conspiracy theory ad un qualsiasi individuo anglofono appena appena erudito e vedrete nel 99% dei casi un sorrisino ironico dipingersi sul suo viso.
Non lasciatevi disarmare.
Insistete nel vostro esperimento e provate a pretendere di raccontargli di una cospirazione realmente avvenuta o addirittura in atto.
Il sorrisino del vostro interlocutore con tutta probabilità si arricchirà di tutti gli altri semantemi espressivi della commiserazione: nel migliore dei casi verrete osservati con il compatimento che naturalmente si destina al solito tapino squilibrato che cerca di propinare al prossimo la strampalata farneticazione paranoide di turno.
Potete effettuare questo esperimento anche in lingua italiana con soggetti italiani.
Dovrebbe funzionare anche in italiano, anche se probabilmente non tanto quanto in inglese.
Poiché l’esperimento è ripetibile da chiunque ed i risultati ottenuti in linea di massima si equivarranno per tutti, questa può valere da dimostrazione scientifica del fatto che la parola «cospirazione» ha nel tempo smarrito il suo significato originario, soprattutto nella lingua inglese. Conspiracy ormai non è più un vocabolo serio che voglia dire ciò che il dizionario pretende che esso significhi.
Conspiracy è ormai un vocabolo che contiene in sé anche l’accezione della propria falsità.
Parlate ad un anglofono (ed in misura minore ad un italiano) di una cospirazione ed egli immediatamente comprenderà che vi state riferendo a qualcosa di falso, un teorema infondato, forse addirittura un delirio paranoico, prima ancora che abbiate iniziato ad esporre la vostra tesi.
Se alla parola Conspiracy aggiungete anche il vocabolo Theory (teoria), la frittata è completa.
Il concetto di teoria, associato a quello di cospirazione, suggella in modo pressoché definitivo la falsità di quanto venga ipotizzato.
Si scrive Teoria della Cospirazione, si legge Teoria Falsa e Paranoide della Cospirazione.
Per inciso, l’uso stesso della parola «teoria», associata a cospirazione, è completamente fuori luogo.
Le teorie attengono al campo della scienza, ne viene dimostrata l’autenticità o la falsità, ma rimangono teorie anche dopo essere state provate.
Come il filosofo Popper insegna, per essere degna di tal nome un teoria deve essere falsificabile, poiché rappresenta solo uno dei possibili modi di interpretare un aspetto della realtà.
Quindi, una teoria è per definizione associata ad un senso di provvisorietà.
L’idea che in un dato caso criminale possa esserci stata una cospirazione a monte è invece una ipotesi.
In casi come questo, la domanda dovrebbe quindi essere non tanto se la teoria della cospirazione è fondata (come potrebbe mai esserlo, dato che non è una teoria?), quanto se l’ipotesi che ci sia stata una cospirazione è vera.
Ipotizziamo che ci sia stata una cospirazione, non teorizziamo che essa ci sia stata.
Invece, oggi si parla comunemente, e a sproposito, di Teoria della Cospirazione.
Tutto ciò è curioso.
Per caso o per dolo, il semantema che per secoli o millenni ha significato il concetto di cospirazione adesso virtualmente significa cospirazione immaginaria.
Scrivi cospirazione, leggi cospirazione immaginaria.
Come è mai potuto accadere qualcosa del genere?
E, soprattutto, se mai una cospirazione davvero venisse tramata o messa in atto da qualcuno da qualche parte, come potrebbe mai essere possibile discuterne con lucidità, se il fatto stesso di nominarla si tira dietro il significato della infondatezza di ciò di cui si sta parlando?
È perfettamente possibile – e per inciso assai probabile – che tale trasmutazione semantica sia interamente casuale.
Tuttavia… non è più affascinante pensare per un attimo – anche solo per gioco o per divertimento intellettuale – che dietro a questo curioso fenomeno possa celarsi un astuto progetto, un diabolico artifizio allo scopo di disarmare i tam tam verbali di coloro che di una importante cospirazione venissero a conoscenza, ovvero – anche se indubbiamente ciò suona fantascientifico – una raffinatissima impalpabile arma di guerra psichica?
Eliminare dal linguaggio i significati che potrebbero venire usati contro di te, sostituendoli con significati infettati con il germe della negazione di loro stessi…
Qui siamo in pieno Orwell, ma al quadrato, al cubo… ed in più una vocina maliziosa ci tormenta ricordandoci che la realtà prima o poi supera sempre la fantasia!
D’altra parte, non sarebbe questa la ripetizione del solito vecchio trucco?
La manipolazione semantica ha già trasformato la parola «pace» in guerra («le missioni di pace»), la parola «libertà» in una informe creatura tentacolare che ormai non so più bene spiegare neanch’io, e potremmo continuare con gli esempi a lungo.
Inoltre, porto alla vostra attenzione il fatto che anche e soprattutto la versione dei fatti ufficiale è una «teoria del complotto», anche se quasi nessuno la chiama così.
Non ha forse Osama Bin Laden, assieme alla sua rete terroristica di Al Qaeda e soprattutto diciannove terroristi armati di tagliacarte portato a compimento un complotto senza precedenti allo scopo di mettere gli Stati Uniti d’America in ginocchio, motivati dal loro sconfinato odio per la libertà?
[…]
Le parole non cambiano la natura dei fatti se non nella nostra testa. Solo gli stupidi si fermano alle parole, condivido in pieno ciò che hai riportato nel post… per esprime un giudizio bisogna avere dati su cui basarsi… coloro che sorridono a priori annegano nella propria ignoranza. Non sto dicendo che ogni “cospirazione” è falsa o vera: non lo so finché non mi documento. Come si può esprimere un giudizio a priori basandosi solo sull’eccezione che la parola “cospirazione” ha assunto nel parlare comune?
L’uomo è sempre più piccolo, ma forse lo è sempre stato: ieri come oggi la gran parte dell’umanità deve pensare a lavorare per poter mangiare, non so quanto tempo (e voglia) rimanga per speculare su giochetti semantici. Schiavi di noi stessi.
Buona domenica
Si sente lontano un miglio la puzza di falsità di queste “parole”. Si sente, che non sono “nostre”. Sono formule alchemiche inseminate artificialmente all’interno del corpo sociale, dagli altari del potere. Il potere insegna agli uomini una parola per additare il potere stesso, solo che è una parola priva di forza, logica e credibilità. Diabolico, ma in fondo inutile. Non tutte le persone sono così tonte da cascarci.
Oltre ai compagni di co-spirazione ho trovato dei consonanti della cospirazione.
Dopo le consonanti proveremo le vocali.
SirPaint
Il libro di Quaglia sull’11 Settembre da cui Santa ha tratto il brano è quello sull’argomento che io ho personalmente più apprezzato. ne è stata fatta una seconda edizione che ancopra non ho comprato.
Lo consiglio. Si legge bene è ben scritto ed è una miniera di contenuti.
Padella
Roberto quaglia è uno scrittore di fantascienza, e fu tra i primi ad occuparsi di 11 Settembre.
Dotato di una capacità di analisi e di una intelligenza fuori dal comune sa descrivere gli avvenimenti con grande lucidità, mettendo in evidenza i paradossi ed evidenziando i fatti.
Non trae conclusioni, quelle vengono da sole.
Come Padella anche io avevo letto il suo primo libro, e dovrei procurarmi anche la seconda versione.
Vecchio SirPaint, ermetico… :-)
Messier, vero.
Ed è anche possibile svelare questi trucchi.
Come con gli illusionisti: non ci si accorge del trucco finchè non ci viene spiegato.
Poi appare evidente.
Elwin: Come si può esprimere un giudizio a priori basandosi solo sull’eccezione che la parola “cospirazione” ha assunto nel parlare comune?
Infatti, questa è solo una premessa.
Quello che Quaglia mette in evidenza è il fatto che finché con l’espressione “teoria della cospirazione” si intenderà sempre “teoria falsa e paranoide della cospirazione” sarà impossibile proseguire nella ricerca.
Una volta superato questo scoglio, si è pronti per accettare anche versioni, provate dai fatti, che in precedenza avremmo respinto con tutte le nostre forze.
Se non si rimuove il blocco psicologico iniziale, ogni prova, per quanto evidente, non sarà nemmeno presa in considerazione.
Blessed be
per evitare la manipolazione dovremmo sviluppare maggiormente le facoltà del pensiero divergente
Salud Santa,
sarà un caso, ma ho ordinato in libreria sabato il libro di Quaglia (assieme a American Nightmare di Sbancor…)
;-)
Suerte,
manolete
Hai ragione quando dici che bisogna rimuovere il blocco psicologico iniziale. Solo con la mente libera e lucida le vedute si allargano e le prove hanno un peso diverso…
Chirie: “pensiero divergente” è un concetto che mi terrà sveglio tutta la notte.. :-)
Manolete, coincidenze…
buona lettura…
Suerte!
Nessuno, ed a volte il blocco è davvero un macigno, per noi tutti.
Blessed be
in tutti i casi la “teoria” rimane tale perche non ci saranno mai evidenze tali da portare alla certezza assoluta. la cospirazione sarà sempre provata per induzione e mai per evidenza certa e ci sarà sempre chi sorride e che la vive come fatto.
In effetti mi sembra una differenza più che sostanziale!
Vero, Lucia.
Lo stesso vale per la “teoria ufficiale”, e per tutte le teorie ufficiali :-)
ciao Profondoceano, e benvenuto.
Apprezzo molto il tuo blog, davvero interessante.
A presto :-)
non cercare scuse
tu non dormi perchè hai paura che qualcuno complotti per rubarti il letto
ma allora anche a te è giunta questa voce…
Salve,
voglio dirvi che non sono d’accordo su alcune cose:
un po’ si e un po’ no con chirieleison, che parla di pensiero divergente. Non so precisamente cosa intenda ma io li ho sempre chiamati “pensieri contrastanti”, non sapendo dar loro un nome. Insomma la capacita’ di ragionare su piu’ fronti in modo da sviluppare piu’ teorie differenti per ogni problema, ma estendendola addirittura si arriva al concetto di “percorsi contrastanti”, intesi come percorsi spirituali o intellettuali.
In questo modo si puo’ sviluppare per esempio una coscienza progressista e una conservatrice, e “osservare” l’evoluzione di entrambe: certo bisogna evitare gli sdoppiamenti di personalita’ :D :D .
Sono d’accordo con Quaglia sul fatto che non bisogna parlare di “Teoria della Cospirazione”, ma il punto non e’ la falsita’ che ha assunto il “suono” della parola Cospirazione.
E’ che nessuno ne ha mai capito il significato.
Succede lo stesso con le parole “Fascismo”, “Comunismo”, “Ebreo”, “Alieno”, “Anarchia”. Sono parole che si fatica a pronunciare, ma SOLO perche’ non se ne e’ mai capito il senso, non per cio’ che viene loro associato. Se ci fosse stata la piena comprensione da subito, le associazioni di idee si sarebbero evitate.
Quindi come al solito la propaganda si nutre di ignoranza.
E non sono d’accordo con chi dice che la teoria rimane sempre teoria. Si arriva ad un punto in cui alle analisi teoriche si sostituiscono quelle matematiche: per il disastro dell’Andrea Doria all’estero si e’ sempre parlato di colpa degli italiani, da poco invece delle analisi matematiche e ricostruzioni tridimensionali hanno permesso di scoprire con MATEMATICA certezza che il l’Andrea Doria avrebbe dovuto virare a velocita’ stratosferiche (ricordo qualcosa come migliaia di miglia all’ora, non vorrei sbagliare) per impattare l’altra nave secondo la “versione ufficiale” dell’epoca.
Scusatemi il commento lunghissimo! CIAO! :D
Ciao
considerazioni interessanti le tue.
Per quanto riguarda il termine “cospirazione”, penso che in fin dei conti si tratti di qualcosa di molto più semplice di quanto solitamente si pensa.
In fondo anche l’assessore e l’imprenditore che si accordano in segreto per rendere nel nostro paesino un’area edificabile compiono una cospirazione, in piccolo.
Poi salendo di livello con lo stesso schema si ripetono le stesse cospirazioni, via via dalla portata più ampia.
Non c’è nulla di metafisico in tutto questo.
Ed anche i fatti, come ben dici, alla fine si possono consultare, basta scovarli e metterli in relazione tra loro.
A volte quello che i fatti ci dicono contrasta con il senso comune, ed è in questi casi che il “senso comune” tende a prevalere sui fatti.
A presto
Si Santaruina, e’ proprio cosi’.
Poi mi hai fatto ripensare ad una proprieta’ formidabile del buon senso: a volte coincide con versioni assolutamente false, che pur essendo state riconosciute false… continuano a far leva sul buon senso! Fantastico esempio di ricorsivita’ logica, un matematico non ci dormirebbe (forse).
Io per certi complotti “tecnici” tipo 9/11 e simili continuo a sperare nell’informatica, magari un giorno si potra’ simulare al computer la struttura fisica di un grattacielo e calcolare precisamente e senza possibilita’ di errore le dinamiche dell’accaduto. Speriamo.
Ah non mi sono firmato prima, che maleducato!
Ciao
— robex —
ciao Robex, sono di nuovo d’accordo con te.
ed in effetti modelli matematici ben precisi che spiegano perchè l’effetto pancake non avrebbe permesso un così rapido crollo delle torri ci sono.
Purtroppo quando si parla di “complotti”
spesso le discussioni scadono nella “psicologia del complotto”, e i fatti passano in secondo piano.
A presto