Esisteva un tacchino in un allevamento al quale veniva portato il cibo sempre alle 9 di mattina.
Il tacchino osservava dunque che qualsiasi giorno della settimana, che vi fosse stato il sole o il cattivo tempo, il cibo gli veniva portato sempre alla stessa ora.
Da queste osservazioni ripetute e identiche in qualsiasi condizione meteorologica e che erano comuni per tutti i giorni della settimana, il tacchino applicò il metodo induttivo quando formulò la teoria seguente: “mi danno il cibo sempre alle 9 di mattina”.
Tuttavia, alla vigilia di Natale, il tacchino constatò a sue spese il venire meno di questa regola: il tacchino venne ucciso e servito a tavola.
Karl Popper
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Il tacchino cospirazionista
Esisteva in un allevamento un tacchino particolarmente inquieto.
Ogni giorno gli veniva puntualmente portato il cibo, ma nello sguardo del fattore non vedeva alcuna simpatia.
Osservava che la stessa persona che gli forniva nutrimento maneggiava spesso strumenti taglienti, ed una volta lo vide addirittura servirsene ai danni di una povera gallina nel recinto accanto al suo.
L’intera faccenda lo rendeva sospettoso, così ne parlò con i suoi compagni.
– Amici, qua c’è qualcosa che non va bene.
E’ vero, abbiamo ogni giorno cibo a sufficienza, nessuno ci maltratta, ma sento che c’è qualcosa dietro.
Ieri ho visto una gallina venire uccisa dal fattore, forse potrebbe capitare anche a noi un giorno.
– Sei sempre il solito paranoico.
Siamo qua da anni, non abbiamo mai patito la fame, il buon fattore ci ha persino costruito una tettoia per ripararci dalla pioggia; e possiamo anche distrarci con le belle tacchinelle che ci fanno compagnia.
Sei proprio un ingrato, dovresti essere riconoscente per tutto quello che ti viene dato.
La verità è che stiamo bene, e da quando mi ricordo è sempre stato così.
Venne la vigilia di Natale, e per il pranzo festivo il fattore scelse il tacchino inquieto.
– Non se ne stava mai buono e mi rendeva nervosi anche gli altri tacchini.
Bellissimo apologo.
Ti prendi in giro da solo, con grande dignità.
:)
Bellissimo e senz’altro molto meglio di Popper :)
” La verità è che l’anno scorso stavamo meglio di adesso… Sai cosa ti diciamo, caro tacchino sospettoso ?… Forse c’è qualcosa che non va, hai ragione tu “.
La vigilia di Natale arrivò il fattore e scelse il tacchino inquieto e una tacchinella che gli andava dietro.
Sotto la tettoia che ripara dalla pioggia la situazione migliorò sensibilmente. La vista del sangue eccita i tacchini poveri di spirito.
Povero tacchino…Nemo propheta in patria.
Orpo! Meglio di Popper. Popper in confronto appare bolso e fuori forma.
saluti.
Ma che vita di merda che ha fatto il tacchino cospirazionista, sempre nel timore di quello che farà il fattore e poi inevitabilmente questo lo frega per davvero.
Non era meglio che si faceva le tacchine ignaro, magari beccando anche qualche foglia di marijuana che lo aiutava a sviare la mente?
Il sapere logora.
Saluti
Faurio
e fu così che fece la fine del tacchino……….
meglio la storiella dei pingini…..
ciao
Grazie ad Asno ed al Signor Vautrin :-)
C’è in effetti molta (auto) ironia in questa breve storiella.
Messier, è bello il tuo modo di riflettere.
Lo chiamano ottimismo, ed è una bella cosa.
Enza, non era un tacchino molto furbo :-)
Spennacchiotto, dipende solo dal fatto che la mia storia è una storia di vita vera.
A parte il finale, che per quello c’è ancora tempo. :-)
Ciao Arcangelica, l’inquietudine non porta senno..
Blessed be
Non era meglio che si faceva le tacchine ignaro, magari beccando anche qualche foglia di marijuana che lo aiutava a sviare la mente?
Ciao Faurio
confesso che in questi giorni mi sto ponendo la domanda che hai appena esposto.
Riflettevo sul fatto che anche appurato che il tacchino inquieto abbia ragione, questa sua conoscenza non cambia il corso degli eventi.
Al contrario, i tacchini avrebbero avuto anche una buona possibilità di passare una vita tranquilla, a in qualche caso persino morire di vecchiaia.
In pratica, le reali motivazioni del fattore sarebbero potuto essere anche del tutto ininfluenti per quanto riguarda la vita dei tacchini.
Avrebbero potuto comunque vivere godendo delle possibilità che a loro venivano offerte.
Il problema nasce nel momento in cui il tacchino inquieto comprende la natura della sua sorte.
Da quel momento in poi nulla potrà essere come prima.
Questa storiella dovrebbe fungere da premessa ad un discorso più ampio.
A presto
la verità ha una sua dignità.
il tutto mi ricorda matrix.
Faurio quale piccola vuoi???
Comunque sia il tacchino inquieto ha la mia simpatia, vivrà di meno… ma vivrà consapevolmente (e ciò non ha prezzo… altro che mastercard!).
Ulisse era furbo e naviga ancora cercando di approdare alla sua “Isola”. Ciao Carlo :)
….il tacchino in un’angolo nascosto del suo cervello sa di essere parente stretto del Pavone Sacro, e quindi dell’Aquila e del mitico Simorg; come potrebbe, allora, accontentarsi di cose solo terrestri? Quella sarebbe la vera morte! ciao! jam
Asoka, su questo concordiamo :-)
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Enza :-)
Era uno che ha sbagliato un po’ strada…
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Ciao Jam, dici bene, il tacchino ha nobili parenti.
Ha ancora qualche speranza, allora :-)
Blessed be
ops… rileggendo mi sono accorto di aver scritto “piccola” al posto di PILLOLA.. s’era capito ;)
Riflettevo sul fatto che anche appurato che il tacchino inquieto abbia ragione, questa sua conoscenza non cambia il corso degli eventi.
Ma vuoi mettere la soddisfazione di turbare i sonni altrui?
La vita sarebbe di un’intollerabile monotonia senza tacchini cospirazionisti: becca il mangime, caga il mangime, tromba la tacchina, becca il mangime… du’ palle!
:-)
Povero tacchino, e però però…. se si fosse dato alla fantascienza avrebbe dato meno nell’occhio (del fattore)…
Ma poi gli altri tacchini alla sua tragica fine come reaggiscono?
P.S. Il ragionamento di Paxtibi non fa una grinza.. :-)
Ciao. Tortuga
Asoka, all’inizio quando ho letto Faurio, quale piccola vuoi? ho pensato che con piccola ti riferissi a qualche tacchinella.
Poi ho associato con matrix ed ho capito che si trattava di pillola :-)
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Pax, sulla monotonia hai ragione.
Ovviamente dipende anche dalle tacchinelle, ma qui si divaga…
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Tortuga, gli altri tacchini quando si accorgono che il tacchino inquieto non c’è più all’inizio si chiedono dove possa essere andato, poi fanno spallucce e riprendono a beccare il mangime.
Ma c’è un giovane tacchino che ascoltava sempre con curiosità le storie del povero scomparso e comincia a sua volta ad indagare…
And so on…
Blessed be
Carissimo Santa,
anzi,
Egregio Santa,
non scriveremo nulla, perché scroscianti pioverebbero le intuizioni ed il silenzio è l’unico mezzo che possediamo per scambiarcele, senza divenire schiavi delle parole.
Vale in Christo
Petrus
Un caro saluto a te, Petrus, grazie.
Blessed be
dubitare, dubitare sempre…
può salvarci!
;-)
ed è proprio in quel caso che il dubitare torna utile :-)
A presto
Ho da poco visto un documentario del National geographic ( che pulpito! ) sulla simbologia occulta del dollaro, in cui si rivela come Franklin avesse proposto come animale simbolo, non l’aquila calva ma il … tacchino selvatico!!!
A parte l’ilarità che suscita, tale notizia getta un inquietante ombra su questo animale:
cospirazionista o cospiratore?
Si tratta di una quinta colonna del NWO??
Aiuto Santa nun ce sto a capì più gnente!!
:) :) :)
max
Ciao Max, è vero, il Benjamin voleva il tacchino sul dollaro, in quanto lo riteneva un animale che potesse simboleggiare coerentemente gli stati uniti, dal momento che il tacchino selvatico è originario proprio del continente nord americano, e non della turchia come comunemente si crede.
Alla fine prevalse l’aquila, che si ricollegava alla simbologia “imperiale” del passato.
Possiamo comunque affermare che alla fine il buon tacchino non si è lasciato immischiare nelle trame del potere :-)
A presto
Realistico come racconto..
riguardo al simbolo sul dollaro,il tacchino voluto da Franklin non aveva nessuna connotazione esoterica,era solo un richiamo territoriale(il tacchino autoctono del Nord America)..l’aquila richiama l’aquila imperiale romana,che ha ispirato le effigi di molti stati imperialisti,ma anche qui non ha richiami esoterici,ad averli in realtà è il gufo,simbolo di chi cospira al buio,che compare in un angolo della banconota del dollaro,e compare nelle linee del giardino della casa bianca..
“Dal 1947 ogni anno la National Turkey Federation offre al presidente degli stati
uniti un tacchino per il giorno del ringraziamento. E ogni anno, con una
cerimonia che ne dimostra la magnanimità, il presidente risparmia la vita a quel
tacchino (Ma ne mangia un altro). Ricevuta la grazia del presidente, l’eletto viene
inviato in virginia al “Frying Pan Park”, dove trascorrerà serenamente il resto dei
suoi giorni. Gli altri cinquanta milioni di tacchini allevati per il giorno del
ringraziamento vengono trucidati e mangiati nel giorno previsto.”
(Arundhati Roy, La strana storia dell’assalto al parlamento indiano, Guanda
2007)
Quanta magnanimità :-)
I prigionieri di Guantanamo potrebbero provare a vestirsi da tacchini…
Qui da noi invece tocca sempre agli abbacchietti!..LA CONGIURA DEL SILENZIO..eh eh..