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16 Marzo 2007

Angeli e uomini

Il Signore è parte di me, la mia anima è una particella che viene dall’alto, da Dio, e io sono degno della parola divina come qualunque angelo del servizio, anzi, anche più di loro.
Mosè Cordovero  (1522 -1570)

Mosè Cordovero fu un rabbino di origine spagnola vissuto nel XVI secolo, uno dei più autorevoli studiosi della Qabalah di quel periodo.
L’idea secondo la quale  nell’anima degli uomini vi sia una particella divina è una idea comune a tutte le dottrine tradizionali, e quello che realmente risulta interessante nella citazione riportata  è la conclusione: anche più di loro.
Secondo Cordovero gli esseri umani sarebbero quindi degni della parola di Dio in misura maggiore rispetto agli stessi angeli di servizio, che secondo le concezioni mistiche dimorano in uno stato di  manifestazione superiore rispetto agli esseri umani.
Secondo la mistica cristiana esistono nove cori di Angeli; lo pseudo Dionigi Areopagita elaborò una gerarchia tripartita, e divise le creature celesti in Serafini, Cherubini, Troni; Dominazioni, Virtù, Potestà; Principati, Arcangeli, Angeli.
Ogni coro gode di una maggiore vicinanza con Dio, a partire dai Serafini, prossimi al Creatore, per arrivare agli Arcangeli e agli Angeli, che sono gli unici ad avere la possibilità di entrare in contatto con gli esseri umani.
Il loro compito di messaggeri, che come è noto è il significato del termine anghelos, è loro concesso proprio in virtù della loro vicinanza con il mondo terreno.
In questo quadro gli esseri umani dimorano in un gradino inferiore rispetto agli angeli, e tra le creature fatte ad immagine e somiglianza di Dio sono quindi coloro che occupano il piano più basso.
A voler essere ancora più precisi, gli esseri umani occupano la posizione intermedia, poiché scendendo ancora, per la legge dell’analogia, si ritrovano altre creature che furono celesti   organizzate ancora una volta gerarchicamente, questa volta però in rapporto al loro grado di lontananza da Dio, e si tratta dei demoni.
Gli esseri umani, all’interno di questa visione, godono di una posizione unica, e qui  si possono comprendere le parole di Cordovero.
A differenza degli angeli di servizio infatti, l’uomo ha la possibilità ancora di costruire la sua sorte.

Gli esseri celesti, essendo in contatto con il Creatore, fecero la loro scelta all’inizio dei tempi, chi partecipando al suo progetto e chi opponendosi, come narra il mito della caduta di Lucifero e delle schiere che con lui si ribellarono; una scelta pienamente consapevole.
Ma per l’uomo il contatto diretto con Dio è frutto di ricerca, frutto della propria volontà.
La consapevolezza dell’esistenza e della presenza della divinità non è innata, ed è questo che rende gli esseri umani unici.
L’uomo quindi è degno più degli angeli di ricevere la parola divina, proprio in virtù del lavoro di ricerca che deve compiere, in virtù della dura lotta che deve affrontare per ritrovare in sé quella scintilla, quella particella che viene dall’alto.
In questa unicità però risiede anche tutto il dramma dell’esistenza: l’uomo è in costante bilico tra due forze di attrazione opposte.
Davanti ai suoi occhi si aprono due strade, la via Santa e la via Ruina, e sta ad egli, solo ad egli, decidere come proseguire il suo percorso.
Indubbiamente una responsabilità enorme, un peso difficile da reggere per dei mortali che si districano giorno dopo giorno nel mondo materiale con il loro carico di difetti e imprecisioni, paure e debolezze, piccole e grandi meschinità.
E come un fardello pesante sopra un carico già di suo gravoso questa enorme responsabilità viene adagiata sulle spalle di questi mortali, mortali che quando stanchi si appoggiano e riflettono sulla loro situazione rischiano di non potersi più rialzare, fermi a fissare le due vie, la via Santa e la via Ruina, indecisi su come proseguire il viaggio.
Consapevoli, a volte, di quale sia la strada giusta da percorrere, ma senza forze per rimettersi in viaggio, come pellegrini che hanno perso di vista la propria Cattedrale.

8 comments to Angeli e uomini

  • babilonia61

    gustoso questo post, fa riflettere su teorie…

    per capire Mosè Cordovero bisogna leggere Maimonide: lì è l’essenza, la vera realta del tutto…

    felicità

    Rino, ebreo

  • anonimo

    Scrivi:

    “Secondo Cordovero gli esseri umani sarebbero quindi degni della parola di Dio in misura maggiore rispetto agli stessi angeli di servizio”

    Esiste un film,intravisto una notte su La7,dove si affronta il tema,con l’arcangelo Michele piuttosto incazzato e ribelle;si parlava di uno scontro in Paradiso fra la fazione fedele a Dio e quella che credeva di salvarlo da Se stesso,a discapito degli uomini….

    Ricordo una frase,mentre una bambina pregava il suo angelo prima di andare a letto.

    Gossomodo:

    “Sei convinta di voler incontrare un angelo?Un ala nei Cieli e una intrisa di sangue sulla Terra…”

    Mi colpì molto,ma non ho più avuto modo di rivederlo,o di saperne il titolo…

    Ramingo il luogocomunense

  • Santaruina

    Ciao Ramingo, mi piace molto l’espressione “un’ala nei cieli e un’altra intrisa di sangue nella terra.”

    Che poi è anche l’idea che sta alla base del nome di questo piccolo blog.

    Un saluto anche a Rino che non si fa mai cogliere impreparato :-)

    Blessed be

  • qualquna

    ciao riflettendosi! buona domenica

  • iperhomo

    Non so nulla di Cordovero. E mi inchino davanti alla competenza di Rino, perché anche di Maimonide ignoro tutto. Il bello di blog come questi è nell’umiltà coatta che ingenerano. Grazie a te, infine, per aver svelato l’arcano di santa e di ruina. Però, però, se si tratta di un bivio, per quanto siano lunghe le tue gambe, prima o poi dovrai scegliere. O no? O la Cattedrale la s’è persa di vista perché ce la siamo lasciata alle spalle, poveri romei. Chissà?

    Un abbraccio.

    Ipo

  • Santaruina

    Ciao Ipo

    in verità la scelta è già stata fatta, ora è solo questione di recuperare un po’ di forze, sollevare il carico e mettersi in viaggio.

    Blessed be

  • anonimo

    Stavo per spegnere il computer quando mi e’ venuto in mente la relazione tra la frase :”Luomo al centro dell’universo” e questo tuo post.

    Che ne pensi ?

    Sentiero di LC

  • Santaruina

    In effetti se si considera come “centro” il punto attorno al quale tutto il creato “ruota”, questo centro sarà da intendersi con quello che veniva chiamato il “primo motore immobile”, con l’accento post sul termine “immobile”.

    Se per centro si intende la via intermedia tra cielo e “abisso”, l’uomo occupa il punto intermedio.

    Linguaggio simbolico, non può essere altrimenti. :-)

    Blessed be

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