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-o- Too late to die young -o-
11 Settembre 2007

11 Settembre – l’inganno


“L’individuo è in difficoltà quando viene  faccia a faccia con una cospirazione così enorme che non può credere che esista."
J. Edgar Hoover, ex direttore dell’FBI, sulla cospirazione del Nuovo Ordine Mondiale

11 Settembre 2001.
Sei anni fa, il giorno che cambiò il mondo, come è stato da allora ricordato.
19 arabi suicidi armati di taglierini umiliano la più grande potenza militare della storia.
I caccia più veloci del pianeta restano fermi a guardare mentre degli aerei dirottati svolazzano in lungo e in largo per i cieli statunitensi.
Vengono colpiti e cadono i due grattacieli più rappresentativi di New York,crollano in perfetta verticale, alla velocità di caduta libera, quasi si trattasse di una demolizione controllata.
Cade anche un terzo grattacielo, non colpito da nessun aereo, sempre in perfetta verticale.
La mente criminale che organizza tutto questo è un folle miliardario saudita che vive nelle caverne, che odia l’occidente.
E l’FBI individua subito i colpevoli.
Il passaporto di un terrorista viene trovato intatto tra le macerie del WTC da un agente dell’ FBI di passaggio.
Queste non sono fantasie di qualche complottista incallito, o di qualche scrittore di fantapolitica dalle dubbie capacità.
Questa è la versione ufficiale che il governo americano ha fornito degli eventi di quel giorno.
E che nessuno per anni ha potuto mettere in discussione, pena l’arruolamento tra l’esercito dei "terroristi".
Ma basterebbe il buon senso, in primis, per rendersi conto dell’assurdità e delle bugie che il governo americano ha propagandato.
E, a seguito, una attenta analisi, che conferma che quel giorno le cose non andarono proprio come ci viene raccontato.
Mi piacerebbe sapere anche altri pareri, a proposito.

Voi che ne pensate degli eventi di quel giorno?

 


 


l’analisi più accurata
l'analisi più completa sull'11 settembre

 Inganno Globale
guarda Inganno Globale

il primo film italiano sulle
bugie dell’ 11 Settembre

26 Gennaio 2007

Due Torri

25 Gennaio 2007

La più folle di tutte le teorie cospirazioniste

Di Gerard Holmgren, traduzione di Paxtibi

Gli attenti osservatori della storia sanno che per ogni evento notevole ci sarà solitamente almeno una, spesso parecchie teorie cospirazioniste selvagge spuntate intorno ad esso.
‘La CIA ha ucciso Hendrix’, ‘il papa ha fatto assassinare John Lennon’, ‘Hitler era mezzo licantropo’, ‘alieni spaziali hanno sostituito Nixon con un clone’ ecc, ecc.
Più grande l’evento, più ridicole e più numerose sono le leggende fantastiche che circolano su di esso.
Così è difficile sorprendersi se gli eventi dell’11 settembre 2001 hanno avuto la loro razione di questi comici racconti fiabeschi.
E come sempre, c’è – tristemente – una percentuale di popolazione piccola ma boccalona pronta ad ingoiarsi queste fandonie, a dispetto dei fatti o dell’analisi razionale.

Una delle fantasie più sfrenate in circolazione sull’11 settembre – ed una che è diventata davvero un culto fra i buffoni cospirazionisti – è quella per cui sarebbe stato eseguito da diciannove dirottatori arabi fanatici, guidati da un genio del male chiamato Osama Bin Laden, senza altra motivazione apparente a parte ‘l’odio per le nostre libertà.’
I perpetratori di questa fantasia da fumetto – sicuramente un gruppo di persone che non si lasciano importunare dai fatti – hanno tessuto una rete elaboratamente intrecciata di inganni e di infondati “sentito dire” per promuovere questa immondizia attraverso Internet ed i media al punto in cui un certo numero di persone normalmente razionali sono finalmente cadute sotto il suo incantesimo.
Di regola non mi preoccupo neanche di confutare questo genere di trash, ma l’effetto che questo mito paranoide sta cominciando ad avere richiede un po’ di analisi razionale, per consegnarlo allo stesso cestino dei rifiuti di tutte le simili, sciocche teorie cospirazioniste.
Questi sbroccati arrivano ad affermare che il regime dell’estremista Bush era all’oscuro degli attacchi, che non ha avuto un ruolo nell’organizzarli e che davvero li avrebbe impediti se avesse potuto.
Ciecamente ignorando lo stand-down dell’Air Force degli Stati Uniti, l’inside trading sulle azioni delle linee aeree, il comportamento complice di Bush la mattina degli attacchi, la demolizione controllata del WTC ed una moltitudine di altre prove documentate che dimostrano come il regime Bush fosse dietro agli attacchi, i teorici cospirazionisti si fissano ostinatamente su una sciocca storia con diciannove dirottatori arabi che riescono in qualche modo a prendere il controllo di quattro aerei simultaneamente ed a pilotarli nello spazio aereo degli Stati Uniti per quasi due ore ed a schiantarli in edifici importanti, senza che i servizi segreti degli Stati Uniti avessero la minima idea di cosa stesse succedendo e senza che l’aeronautica sapesse cosa fare…

continua…

14 Novembre 2006

Crollano le torri II

Dal Dizionario Esoterico di esonet.org:

Le due Colonne poste all’ingresso del Tempio massonico sono rappresentazioni emblematiche dei principi della Forza e della Bellezza, e sono il simbolo della vita.
Quella posta a sinistra entrando è di stile dorico (o raramente gotico), sostiene un globo terracqueo (ricorda la serietà e l’importanza dell’impegno assunto da ogni adepto) e porta incisa la lettera “B”, iniziale di Boaz, nome (secondo la tradizione biblica) del proavo di Davide, principe e legislatore di Israele.
Simbolicamente rappresenta il principio attivo, l’elemento maschile e la Forza, attributo del 2° Sorvegliante: è al suo fianco che si dispongono gli Apprendisti. La colonna opposta è in stile ionico (o corinzio), sorregge tre o quattro melagrane semiaperte e porta impressa la lettera “J”, iniziale di Jachin (o Jakin), che nella tradizione biblica è il nome del gran sacerdote che officiò l’inaugurazione del tempio di Salomone. Simbolicamente rappresenta il principio passivo, l’elemento femminile e la Bellezza, attributo del 1° Sorvegliante.
[…]
Viste congiuntamente, le C. rappresentano l’equilibrio del dualismo nei termini opposti: Forza e stabilità, morte e vita, distruzione e creazione, tenebre e luce, vizio e virtù. Tutto procede in un armonico bilanciamento di coppie, e l’evoluzione procede grazie alle energie che operano in combinazione ed in contrasto, che solo apparentemente sono tra loro in opposizione. Opportuno infine ricordare che i nomi Boaz e Jachin contraddistinguono anche le colonne poste all’ingresso del tempio di Re Salomone.

Dal momento che i padri fondatori degli Stati Uniti non nascondevano la loro adesione alla Massoneria, le seguenti considerazioni di Domenico Savino assumono un particolare interesse:

Secondo Frances Yates, prestigiosa studiosa del Warburg Institute, [le Twin Towers] sarebbero state costruite secondo la geometria templare che sfrutta il modulo di base della «misura aurea» e rivestivano il ruolo simbolico di indicare a chi arrivava da oriente che si entrava in territorio imperiale.
Il sigillo delle due colonne, infatti, ancora presente sulla bandiera spagnola e adottato quale simbolo dell’impero planetario da Carlo V, tornava a rivestire il significato originario di simbolo della superpotenza che domina le terre, i cieli e i mari.
Le due colonne sono poi presenti in ogni loggia massonica e prendono il nome di Jachin, quella di destra e Boaz quella di sinistra, nomi loro attribuiti dall’architetto Hiram, mitico costruttore del tempio di Salomone.
Ora, secondo queste ricostruzioni, le Twin Towers, fissavano la città di New York quale tempio di Salomone e gli USA quale nuovo Israele e nuovo popolo di Dio.

14 Novembre 2006

Crollano le torri

Il Vecchio della Montagna si destò:
mirò il piano e la febbre del piano,
percorse cogli occhi torri e pinnacoli,
tracciò sulla terra secca uno strano segno,
e così parlò nella notte:
Come in una falsa notte una falsa tregua,
così in questa lunga agonia secolare
i costruttori di torri fanno nidi al vento della loro stoltezza:
ma a ogni fiato di nuova tormenta precipitano le torri.
O costruttori di torri, precipitano le torri.

Zero (pseud.di Guido De Giorgio), Crollano le torri, “La Torre”, n. 1, 1 febbraio 1930.

di Claudio Mutti


In un’ottica metastorica sarebbe fin troppo facile stabilire un rapporto tra la distruzione delle due torri della Babele americana e gli eventi vaticinati da Geremia, L, 7 (“Ecco, Babele è caduta ed è andata in polvere”) e soprattutto da San Giovanni in Apocalisse, XVIII, 9-20 (“I re della terra, che con lei fornicarono e presero parte al suo lusso insolente, quando vedranno il fumo del suo incendio, piangeranno e faran cordoglio su di lei, stando a distanza, per paura dei suoi tormenti, e diranno: ‘Sventura, sventura! O grande città, Babilonia, la potente città; in un attimo è venuto il tuo giudizio ‘ (…) E i mercanti della terra piangono e portano il lutto per Babilonia (…) O cielo, esulta sopra di lei! E voi pure, o santi, o apostoli, o profeti! perché Dio, giudicandola, vi ha reso giustizia contro di lei!”).
Si potrà obiettare che George Washington non vedeva negli Stati Uniti la Nuova Babilonia, bensì la Nuova Gerusalemme, “stabilita dalla Provvidenza in un territorio dove l’uomo deve raggiungere il suo pieno sviluppo e dove la scienza, la libertà, la felicità e la gloria devono diffondersi in pace”. Analogamente, per John Adams, gli Stati Uniti erano “una pura e benefica repubblica, il cui compito consiste nel governo del mondo e nel perfezionamento degli uomini”.[…]
Con questa mitologia hanno una stretta relazione il simbolismo massonico del dollaro, i progetti sionisti di fondare lo Stato ebraico in America, le ricerche di Simon Wiesenthal circa la preistoria ebraica dell’America, le tesi esposte nel libro di Edmund Weizmann intitolato L’America. Nuova Gerusalemme.
Questo pathos escatologico, che a suo tempo ha ispirato l’idea del Nuovo Ordine Mondiale e della “fine della storia”, presenta i caratteri fin troppo evidenti di una vera e propria parodia del sacro, caratteri che René Guénon riscontrava, ad esempio, nella figura di un padre della patria statunitense da lui espressamente indicato come agente della controiniziazione: Benjamin Franklin[…]
Se si legge attentamente il brano di Platone concernente l’Atlantide, si vedrà che l’America è situata oltre l’Atlantide, a occidente del continente scomparso sul quale si manifestò originariamente, secondo Guénon, la controiniziazione.
Secondo quella stessa geografia sacra che colloca nei pressi di Kabul l’ingresso nel regno di Agarttha, l’America è dunque la terra dei morti, il regno delle tenebre, una sorta di mondo psichico che ricorda l’Ade o lo Sheol, sicché la stessa aggressione statunitense contro l’Afghanistan potrebbe essere guardata da una prospettiva metastorica.
La scoperta dell’America ad opera di Cristoforo Colombo  “ha in sé un significato alquanto funesto, poiché indica la comparsa, all’orizzonte della storia, dell’Atlantide sommersa, e neppure della stessa Atlantide, ma della sua ‘ombra’, della sua prosecuzione negativa nell’Occidente simbolico, nel ‘mondo dei morti'”.

Di Claudio Mutti, Crollano le torri