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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
11 Giugno 2007

Potere ed esoterismo I

“…la Massoneria è un Ordine Iniziatico che ha come compito principale la ricerca esoterica ed il perfezionamento individuale, attraverso il recupero della dimensione del Sacro.”
Avv. Gustavo Raffi , Ven.mo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia


E’ più o meno cosa nota che gran parte dei grandi personaggi del passato e del presente, che fecero e fanno la “storia”, appartenevano ed appartengono ad organizzazioni “segrete”, il più delle volte organizzazioni ad orientamento esoterico.
La storia che si studia sui libri di scuola è del tutto ripulita da questi dettagli, è essenzialmente una storia laica, di stampo illuminista, positivista, una storia che descrive la lunga camminata dell’umanità dalle tenebre dell’oscurantismo verso la luce della ragione e della scienza.
Magnifiche sorti e progressive.
La vulgata corrente propria della intellighenzia colta si ispira agli ideali illuministi, universalmente accettati quali fondanti la moderna società democratica e laica: due parole, due dogmi sui quali la novella della modernità pone le sue basi, due dogmi che difficilmente possono essere messi in discussione.

Eppure, i protagonisti dell’epoca dei lumi, i compilatori delle enciclopedie, coloro che a Parigi decapitarono le statue delle Chiese e trasformarono i templi cristiani in templi dedicati alla Dea Ragione, appartennero sovente ad ordini esoterici.
L’ateismo fu propagandato e diffuso da persone che al calare della sera si raccoglievano in logge a rendere omaggio al GADU, il grande architetto dell’universo.
Voltaire stesso, come annota Ernesto Nys, uno dei più accreditati storici della massoneria e massone egli stesso, fu affiliato alla loggia massonica “Le nove sorelle”.
Sempre Nys ricorda come “gli illuministi della prima generazione, il “partito dei filosofi” ( philosophes) erano stati liberi muratori, da Condillac a d’Alambert, da Condorcet a Diderot, da Helvetius a d’Holbach, così lo furono  i rivoluzionari(ideologues): da Demoulins a Robespierre, da Danton a Marat, da Mirabeau a Sieyes, da Lafayette a Saint Just,  tutti  senza una sola eccezione.”

Uno dei presupposti per entrare a far parte di una loggia massonica è la fede in Dio, una fede che deve mostrarsi libera da dogmi e preconcetti.
Landmarks 19-20, secondo Albert G. Mackey : Obbligo di credere in Dio, Grande Architetto dell’Universo, e nella resurrezione a una vita futura.

Vediamo quindi come le grandi personalità dell’epoca dei lumi, pensatori che con la loro opera posero le basi al processo di diffusione dell’ateismo laico, sentimento che avrebbe attraversato l’Europa nei secoli a venire, furono affiliati a degli ordini che richiedevano, ed ancora oggi richiedono, la fede in Dio.
Negli anni a seguire anche molti esponenti e teorici della estrema sinistra politica vennero iniziati nelle logge, si ricordi ad esempio il caso di Bakunin, e di altri “rivoluzionari”:

Ma certo la sorpresa viene soprattutto dalla discendenza, individuata e dichiarata, fra ordine massonico e sinistra politica.
Lo riconosce il curatore Gian Mario Cazzaniga, anche se precisa che «l’ affermazione di per sé è parziale.
Possiamo dire che le logge massoniche del Settecento costituirono il laboratorio in cui si formarono le grandi correnti del pensiero politico contemporaneo: liberalismo, repubblicanesimo, democrazia cristiana e socialismo».
Anche il partito cattolico?
«Certo, perché il momento forse più importante, quello dei vescovi che presero parte alla Rivoluzione francese, li vide formarsi durante gli anni precedenti all’ interno delle logge massoniche».
Ma per quanto riguarda la sinistra…
«Bisogna distinguere i suoi due filoni anarco-repubblicano e socialista-marxista.
Il primo, nel secondo Ottocento, vide la maggior parte dei suoi esponenti affiliati alle logge; nel secondo ci fu una presenza massonica importante, a cominciare dai due generi di Marx: Lafargue e Longuet».

Gli esempi italiani non si contano: da Garibaldi ad Arturo Labriola, passando per Andrea Costa – accostatosi poi al filone socialista di Turati – ma non si possono trascurare i celebri esponenti anarco-repubblicani Bakunin e Proudhon.
«Nel campo socialista-marxista – osserva Cazzaniga – il settore riformista e la direzione del movimento sindacale rimasero massonici fino alla prima guerra mondiale, e anche oggi lo sono molti dirigenti dell’ Internazionale socialista, soprattutto belgi e francesi».

19 Maggio 2007

Illuminati di ieri e di oggi

…non era mia intenzione mettere in dubbio che la dottrina degli Illuminati e i principi del Giacobinismo non si fossero estesi agli Stati Uniti.
George Washington

Qualche giorno fa era stata segnalata con una certa curiosità dai media mainstreem la notizia di un incontro, più o meno segreto, a cui avrebbero dovuto partecipare dei personaggi alquanto interessanti.
Si trattava di una cena, purtroppo saltata, in cui si sarebbero venuti a trovare, seduti nello stesso tavolo, Dan Brown, l’autore del celebre Codice da Vinci, Ron Howard, regista della trasposizione cinematografica del romanzo, il cardinale Friedrich Wetter, e soprattutto Giuliano di Bernardo, ex venerabile Gran Maestro della Massoneria e attualmente alla guida della Accademia degli Illuminati.
A quanto pare scopo della riunione era il fare pressione affinché le gerarchie ecclesiastiche non osteggiassero troppo il progetto di un secondo film tratto dalle opere di Brown, e che trattava proprio della setta degli Illuminati.
La prima cosa che potrebbe colpire in questo episodio è il fatto che un ex maestro massone ed un cardinale del Vaticano si ritrovino amabilmente a discutere attorno allo stesso tavolo, o meglio che abbiano avuto intenzione di farlo.
Ma la vera stranezza della storia è un’altra, ovvero il fatto che di tale incontro così “segreto” si sia parlato nei giornali mainstreem.

Pare difficile pensare che personaggi di tale risma non abbiano saputo mettersi d’accordo per trovarsi in tranquillità senza che la notizia fosse data ai quattro venti, visto e considerato anche l’oscuro piano di cui avrebbero trattato.
Ancora più sorprendente risulta l’esistenza di una Accademia degli Illuminati presieduta da un ex venerabile Gran Maestro Massone.
Sorprendente in quanto incarna perfettamente l’immaginario di ogni buon indagatore cospirazionista.
Troppo perfettamente.
Così perfettamente che pare buttata lì apposta.
Per coloro che indagano sugli aspetti nascosti della storia il termine “illuminati” si ripresenta più volte.
Alcuni ricercatori, come l’estroso David Icke, chiamano con questo nome un gruppo di potere occulto che avrebbe in mano i destini di tutto il mondo, un gruppo elitario di cui farebbero parte molti regnanti europei, famiglie di spicco come i Rothschild ed altri intoccabili.
Un gruppo di persone che per alcuni sarebbe addirittura legato da antichi vincoli di sangue.

Come sempre in questo campo la realtà e la fantasia si intrecciano in maniera quasi inestricabile, e il compito più complesso non è certo trovare le informazioni a riguardo, ma riuscire a selezionarle.
Storicamente gli Illuminati di Baviera, che nulla hanno a che fare con l’organizzazione di cui tratta Dan Brown nel suo romanzo, furono un ordine segreto fondato nel 1776 da un ex gesuita, Johan Adam Weishaupt.
Ad una severa gerarchia iniziatica dai riferimenti esoterici si univa un impegno “rivoluzionario” che aveva come scopo l’abbattimento dell’ordine esistente in prospettiva di una futura riorganizzazione sociale.
Per ottenere tale scopo Weishaupt decise di educare i suoi seguaci affinché si infiltrassero e condizionassero le organizzazioni che all’epoca godevano di un certo prestigio e di un notevole potere, come la massoneria.
La fine degli Illuminati avvenne nel 1786 quando il principe Elettore di Baviera ne decretò lo scioglimento in quanto ordine eversivo.
Ufficialmente in questo modo finì anche la storia degli Illuminati storici.
Per alcuni la loro influenza continuò anche in seguito della scomparsa dell’ordine, e pur non essendo tale possibilità argomento di semplice indagine, sicuramente l’influenza delle loro idee continuò a condizionare molti gruppi eversivi successivi.
In sintesi, il programma rivoluzionario degli Illuminati consisteva in sei punti:

1. abolizione della monarchia e di ogni altro governo legale;
2. abolizione della proprietà privata;
3. abolizione del diritto di eredità privata;
4. abolizione del patriottismo e della lealtà militare;
5. abolizione della famiglia, cioè del matrimonio come legame permanente, e della moralità familiare; permesso il libero amore;    l’educazione dei figli viene affidata alla comunità;
6. abolizione di qualunque religione

Questi punti hanno portato alcuni storici a considerare gli Illuminati di Weishaupt come i diretti ispiratori del socialismo storico.
Occorre però ricordare anche l’ispirazione religiosa dell’ordine, che benchè si proponesse l’abolizione delle religioni tradizionali si rifaceva ad un misticismo di stampo luciferiano, essendo Lucifero visto come il dio che libera l’essere umano dalla ignoranza e dalla sopraffazione.
L’adorazione di Lucifero, considerato come la divinità che concede la conoscenza in antitesi al Dio delle religioni tradizionali oppressivo e tirannico, è una costante che unisce tutte le società segrete iniziatiche rivoluzionarie del passato, e la stessa venerazione si ritrova oggi nella massoneria moderna.
Che vi siano oggi organizzazioni segrete iniziatiche che ancora si ispirino agli ideali rivoluzionari degli Illuminati è molto probabile, più difficile risulta stabilire se queste organizzazioni possiedano l’influenza e la capacità per mettere in pratica i loro obiettivi.
Secondo Wiston Churchill, come si è già visto in passato, la stessa rivoluzione russa fu portata a termine dai diretti discendenti dell’ordine degli Illuminati:

“Dai giorni di Spartaco Weishaupt a quelli di Karl Marx, e fino a Trotsky (Russia), Bela Kuhn (Ungaria), Rosa Luxemburg (Germania) ed Emma Goldman (Stati Uniti), questa cospirazione mondiale per il rovesciamento della civiltà e la ricostruzione della società sulla base dello sviluppo bloccato, sulla base dell’invidia e dell’impossibile eguaglianza, è cresciuta costantemente.
Ha avuto, come uno scrittore moderno, Nesta Webster, ha abilmente dimostrato, una parte riconoscibile nella tragedia della Rivoluzione Francese.
E’ stata la guida di ogni movimento sovversivo del XIX secolo; ed ora questo gruppo di personalità straordinarie ha afferrato il popolo Russo dai capelli ed è diventato praticamente il padrone indiscusso di questo enorme impero.”
(si veda a tal proposito l’articolo “Storia e Metastoria”)

Sicuramente Wiston Churchill aveva accesso a conoscenze che ad un semplice cittadino sono negate, e su di esse basava le sue considerazioni.
Per quello che a noi è concesso sapere, se anche oggi una organizzazione occulta di tal potere esistesse, di sicuro noi non ne sapremmo il nome, e probabilmente quel nome non sarebbe “Illuminati”.
Ma, in fin dei conti, considerato il particolare momento che stiamo vivendo, potrebbe anche essere così.

10 Maggio 2007

Società più o meno segrete

1997
–  …ma lo sapevi che i potenti del mondo si ritrovano in un bosco in California ed assistono a strani riti? Pare addirittura che adorino un grande gufo…
–  Sì, e magari Elvis non è morto e l’hanno rapito gli alieni… e la regina Elisabetta è un mutante… devi smetterla con queste ridicole storie….

2007
–  …ma lo sapevi che i potenti del mondo si ritrovano in un bosco in California ed assistono a strani riti? Pare addirittura che adorino un grande gufo…
–  Sì, è il Bohemian Grove.  Ne parlano anche i giornali, non c’è niente di “oscuro”, altrimenti stai pur certo che né io né te ne sapremmo nulla…

 

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Il Bohemian Club organizza dal 1899 un elitario campo estivo di due settimane a cui partecipano anche migliaia di invitati, prevalentemente personaggi rilevanti del mondo politico ed economico. In questi incontri si partecipa a rituali pagani, a conferenze e a spettacoli di intrattenimento di vario genere.
Il primo sabato del campo estivo si compie il tradizionale rito del “Cremation of Care” (traducibile con “cremazione dell’intento”) chiaramente di origine occulta: una processione funebre a lume di torcia con uomini vestiti di rosso e con legni appuntiti addosso che concludono il rito con l’apertura di una bara contenente uno scheletro nero di legno vestito da donna, rappresentante appunto il “Care”.
Tra i manufatti presenti nel Bohemian Grove il più rilevante è un enorme gufo stilizzato alto circa 15 metri attorno al quale si svolgono tutti i riti. Il gufo, chiamato Moloch, è anche presente nel logo del Bohemian Club e su altri edifici presenti nel bosco. Moloch è una antica divinità pagana a cui era dedicato un culto che prevedeva anche sacrifici umani.
da wikipedia

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La vita del complottista è dura, da un certo punto di vista.
Chi si dedica allo studio delle varie società “segrete” e dei gruppi di potere, spesso deve accontentarsi di una raccolta di indizi.
Spesso gli indizi sono numerosi, e convincenti.
Quando puntano tutti nella stessa direzione, probabilmente vanno considerati con una certa attenzione.
Eppure, parlando di “società segrete” il sentito dire non basta; chi della loro reale influenza rimane scettico, non si accontenterà mai di “indizi”.
Paradossalmente però quando oltre agli indizi compaiono anche delle prove “concrete”, il paradigma si ribalta.
Dal momento infatti in cui esistono degli studi concreti su delle società segrete, esse cessano immediatamente di esserlo, “segrete”.
Bella segretezza, guarda quante cose si riescono a trovare….
Così si può facilmente comprendere come la “società segreta” sia ininvestigabile, secondo i criteri della moderna ricerca storiografica.
In sintesi, se la società è realmente segreta, nulla si potrà conoscere su di essa; se si può investigare, è conosciuta, quindi non è più segreta.
Eppure, negli ultimi anni qualcosa è mutato nel mondo delle società elitarie, ovvero quei centri di potere in cui realmente si prendono le decisioni che in un secondo momento i “rappresentanti democratici” dei vari parlamenti-vetrina eseguiranno.
Si veda a tale proposito l’articolo Il finale di partita.
Similmente alle “società segrete”, anche i gruppi di potere “occulti” stanno venendo alla ribalta.
E così cessano di essere “occulti”, e divengono più rassicuranti.
Solo 5-6 anni fa parole come Bilderberg o Trilaterale erano del tutto sconosciute, ed il solo accennare all’esistenza di tali circoli molto elitari era sufficiente per essere annoverati nella cerchia dei “visionari che vedono complotti ovunque”.
Oggi di questi gruppi si conoscono persino i nomi dei membri, re e regine, primi ministri, finanzieri, e i luoghi in cui si riuniscono.
Con una breve ricerca nella rete è possibile conoscere anche i temi trattati da questa elite nei vari incontri.

E’ comunque vero che la stragrande maggioranza della popolazione non verrà mai a conoscenza dell’esistenza di questi gruppi, essendo tale argomento ancora un tabù per i mezzi di comunicazione di massa.
Ma il fatto che le maschere stiano cadendo rimane comunque significativo.
Il lavoro della elite “occulta” sta giungendo al termine, e una eccessiva segretezza non è più necessaria, a questo punto.

16 Aprile 2007

L'eugenetica, da Darwin all'America

di Mario A. Iannaccone

[…] Un giorno del 1930 sei macchine raggiunsero un villaggio in cima ad una collina.
Gli uomini, al comando dello sceriffo della contea di Montgomery, fecero presto: agguantarono sei bambini, li rinchiusero ognuno in una macchina diversa e sparirono.
Questo fatto accadeva negli Stati Uniti del New Deal nella zona degli Appalachi, stato della Virginia.
Lo sceriffo doveva sottrarre alle famiglie della collina, – famiglie unfit, cioè “inadatte” – i loro figli. Quei bambini andavano sterilizzati in modo che non propagassero quello che gli eugenisti chiamavano il loro “germe-plasma” difettoso.
L’incredibile e ancora poco conosciuta storia dell’eugenetica americana è raccontata da Edwin Black in «La guerra contro il debole» (War against the weak. Eugenics and America’s campaign to create a master race, edizioni Four walls eight windows, New York), già autore di Ibm e l’Olocausto (trad. it. Rizzoli, 2001).
Black è storico scrupoloso, specializzato nell’investigare l’attività d’aziende, governi e istituzioni, con l’ausilio di team di ricercatori. Setacciando archivi riservati, governativi e privati, Black ha ricostruito un’immagine nuova della storia dell’eugenetica americana, e del suo network, il cui centro era il Carnegie Institution’s Station for Experimental Evolution di Cold Spring Harbor fondato nel 1904.
Il primo dato sorprendente, – non nuovo, ma qui documentato nel dettaglio – è che l’eugenetica, nata nel XIX secolo in Inghilterra, ebbe il suo periodo d’oro negli Stati Uniti nei primi trent’anni del secolo scorso allorché s’organizzò in un potente movimento che tentò d’imporre una politica di miglioramento del patrimonio ereditario della popolazione attraverso il controllo sociale della riproduzione.
La parte più odiosa di questa politica fu la repressione nei confronti di coloro che erano definiti feebleminded (deboli di mente) o unfit (inadatti), sulla base di criteri vari e spesso arbitrari.
Il secondo dato documentato da Black è che dall’eugenetica americana derivò direttamente quella tedesca e poi nazista.

Negli Stati Uniti, la politica eugenetica fu esercitata soprattutto sulle classi più povere o su comunità isolate i cui membri, molto spesso, più che feebleminded erano semplicemente privi di una minima educazione.
Black colma lacune anche in merito all’appoggio fornito al movimento eugenetico da potenti soggetti istituzionali, scientifici, politici e finanziari.
Gli eugenisti non erano un gruppo di rari lunatici, ma un movimento ben rappresentato in istituzioni legate a famiglie facoltose, istituzioni pubbliche, università prestigiose (comprese Harvard, Yale e Princeton).
Da questa rete di simpatia il movimento ricavò la forza per attuare una vera e propria politica eugenetica articolata in tre programmi: innanzitutto lo studio degli alberi genealogici per identificare le famiglie “difettose” che generavano persone “inadatte”; poi l'”eugenetica negativa”, che prevedeva la segregazione e la sterilizzazione coatta; per ultimo, l’eugenetica “costruttiva” che doveva favorire la creazione di una master race, una razza dominante, modellata sulle caratteristiche dell’élite americana.

Nel corso di alcuni decenni centinaia di migliaia di “deboli di mente” ed “inadatti” subirono procedure di segregazione, sterilizzazione o ingiustizie di vario tipo.

Ma la ricerca dello storico americano riserva altri aspetti interessanti.
Per esempio emerge chiaramente lo stretto legame che si stabilì fra l’eugenetica e il movimento del controllo della nascite, di fatto due fasi dello stesso programma.
Gli ideologi della sterilizzazione di massa, della segregazione, delle politiche coercitive erano spesso gli stessi del controllo delle nascite.
Il collegamento è evidente nell’opera di Margaret Higgins Sanger (1883-1966) teosofa, darwinista sociale ed eugenista, e nei rapporti che la fondatrice del Planned Parenthood tenne per molto tempo con elementi estremisti del movimento.

È noto che l’accostamento della Sanger all’eugenetica provoca da sempre alzate di scudi, ma i contatti strategici, tattici e teorici fra i due movimenti sono ormai inequivocabili.

La Sanger, infatti, arrivava deprecare l’aiuto dei governi o delle istituzioni filantropiche per i poveri e gli inadatti, che dovevano piuttosto “sparire” e “morire di fame ” per non togliere risorse agli adatti. […]
Black rileva, infine, la continuità organizzativa e teorica fra eugenetica e genetica.
La genetica sarebbe la continuazione, sotto nuovo nome, della vecchia eugenetica ormai screditata per la sua metamorfosi sotto il nazismo.
Proprio negli asettici laboratori di ricerca genetica i vecchi demoni sopravvivono e ogni tanto si mostrano, per esempio quando guru della moderna ricerca genetica sostengono la necessità futura del “transumanismo” o anche dell'”autoevoluzione”: modificare il patrimonio genetico dell’uomo per “guidare l’evoluzione naturale”.
Qui la voce dell’autore, che commenta implacabile orrori passati, si sposta, inquieta, a scrutare scenari futuri, ancora inimmaginabili. […]

da Avvenire .it  3/9/2006

12 Aprile 2007

I murales dell'aeroporto di Denver


Il nuovo aeroporto di Denver venne costruito nel 1995.
Fu un’opera dispendiosa ed ambiziosa, con i suoi 137 chilometri quadrati di superficie e gli oltre 4 miliardi e mezzo di dollari necessari per la sua costruzione.
La sua collocazione non fu tra le più felici, essendo il sito prescelto particolarmente ventoso, circostanza che spesso ha portato alla soppressione ed alla deviazione di diversi voli.
Gran parte del complesso rimane inoltre inutilizzato.
Denver era dotata all’epoca di un aeroporto perfettamente funzionale, provvisto tra le altre cose di un numero maggiore di piste di atterraggio del suo illustre successore.
Anche la pianta dell’aeroporto è particolarmente curiosa, avendo come schema di base una croce uncinata, o svastica.

All’ingresso principale una pietra di marmo commemorativa reca il simbolo massonico della squadra e del compasso.


Queste sono solo alcune delle stranezze che rendono singolare tale complesso, ma il vero interesse risiede nel suo interno, in particolar modo in una serie di opere che avrebbero il compito di decorare le varie sale.
L’opera, composta dall’artista Leo Tanguma ha per titolo “The Children of the World Dream of Peace”, e vorrebbe rappresentare le devastazioni delle guerre e la speranza in un futuro di pace e fratellanza.
In verità tali dipinti appaiono alquanto inquietanti, e tale sensazione pervade molti dei visitatori che si ritrovano di fronte ad essi.
La composizione consiste di quattro parti.
Nella prima scena ha luogo una strana cerimonia.

 

Adagiate in tre bare vi sono tre figure femminili, una nativa americana, una bambina dai caratteri occidentali ed una donna di colore, circondate da sei bambini e diversi animali.
Alle spalle del gruppo vi è una città in fiamme, e scene di desolazione e distruzione.
La bambina bionda della bara porta cucita sul vestito una stella di David, e tiene tra le mani una Bibbia cristiana.

 

Rappresenta la tradizione giudeo cristiana occidentale, così come le altre due donne raffigurano rispettivamente la tradizione africana e quella americana pre coloniale.
Alle spalle delle bare una bambina regge una tavoletta in cui è raffigurato il tramonto del quinto sole secondo gli insegnamenti dei Maya, il momento in cui tra sconvolgimenti planetari avverrà il passaggio di era, evento che i Maya avevano previsto per il 2012.

 

Nella seconda scena compare un personaggio dalle fattezze inquietanti, una sorta di soldato deforme che uccide una colomba bianca, e si impone tra scenari di devastazione, delimitati da una donna che tiene tra le braccia un figlio morto e dei bambini che riposano su delle macerie.

Nella terza parte dell’opera lo scenario cambia.
Bambini in festa rappresentanti tutti i popoli del mondo portano le armi al centro della scena, dove un bimbo dalle fattezze ariane e vestito alla tedesca le distrugge.

Il soldato della scena precedente giace ora senza vita sovrastato dal gruppo dei bambini.
Particolare interessante, il bimbo tedesco addetto alla distruzione delle armi mostra un decisamente curioso pugno di ferro.


Infine, nell’ultima scena i bambini accorrono circondati da numerosi animali al cospetto di un guru-santone, che celebra un rito sacro a simboleggiare la nuova era che ha inizio.

Come si è visto, nelle intenzioni dei committenti il gruppo di questi murales vorrebbe rappresentare la distruzione portata dalle guerre e la speranza di un mondo migliore che si rispecchia nella innocenza dei bambini, nel disarmo e in una nuova spiritualità.
Chi si interessa allo studio delle tematiche care ai propagatori del cosiddetto “Nuovo Ordine Mondiale”  riconosce tutta la simbologia da tempo propagandata dai fautori del nuovo mondo, descritta qui in modo esplicito ed alquanto angosciante.
Il nuovo ordine mondiale è un progetto a lungo cullato dalle elite del potere, e consiste essenzialmente in un mondo “unificato” in cui una casta di esperti illuminati si prende la responsabilità di guidare con saggezza una popolazione che ha superato le antiche divisioni nazionali. Un mondo in cui ai “problemi globali” si danno soluzioni “globali”.
Le Nazioni Unite sono dalla loro creazione la testa di ponte di questo progetto, progetto a cui tengono in particolar modo diversi ordini esoterici, come la massoneria, senza farne mistero.
La pace così raggiunta però sarà il risultato di  un’ epoca di duri sconvolgimenti, di prove che l’umanità dovrà affrontare prima di conoscere un’era di pace e rinnovata spiritualità.
Il disarmo degli stati nazionali rimane un passaggio necessario per il raggiungimento di tale obiettivo.
Tutti questi aspetti vengono ripresi nell’opera dell’aeroporto di Denver, ed è anche significativo il fatto che sia il bimbo tedesco ad occuparsi dell’eliminazione delle armi.
Non si può infatti non collegare questo fatto curioso con l’origine teutonica della più importante   società segreta rivoluzionaria del settecento, quegli Illuminati di Baviera che ispirarono alcuni tra gli ordini iniziatici contemporanei  più influenti, a cominciare dalla celebre Skull and Bones statunitense.
Il pugno di ferro ricorda con grande chiarezza di intenti il modo in cui questa elite vorrà mantenere il suo ordine in questa nuova era.
La spiritualità New Age infine che traspare nella scena finale è parte fondamentale dell’intero progetto, una contro spiritualità che tutt’ora pervade i piani alti del potere.
I murales dell’aeroporto di Denver descrivono quindi in maniera palese il progetto di questo Nuovo Ordine, e le modalità in cui verrà raggiunto.
Un libro aperto, leggibile da chiunque abbia col tempo familiarizzato con il linguaggio che questa elite ama usare.

per approfondire:

The Denver airport
Airport Scenes

Aggiornamento del 12/7/2010:
Nei mesi seguenti alla pubblicazione di questo articolo sono stati pubblicati ulteriori interventi riguardanti la città di Denver e il suo aeroporto.
Per chi volesse approfondire, sono di seguito segnalati i relativi articoli.

La saga di Denver

Il cavallo dell’Apocalisse a guardia dell’aeroporto di Denver
La danza di Denver
Le strade che portano a Denver
L’occhio del Colorado

Sito di informazioni sull’aeroporto di Denver:  denver-airport.info