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-o- Too late to die young -o-
15 Ottobre 2009

Mussolini, Hitler e gli investimenti democratici


Alcune testate online hanno riportato nella giornata di ieri una delle più curiose notizie delle ultime settimane:

Mussolini pagato dall’intelligence inglese

“Reclutato dal MI5: il nome è Mussolini. Benito Mussolini”.
Sulla prima pagina del Guardian, oggi, la rivelazione di uno storico inglese, Peter Martland, che studiando i documenti desecretati dell’intelligence di Sua Maestà britannica ha scoperto le tracce di pagamenti a favore di Mussolini a partire dal 1917.
All’epoca Mussolini era un brillante giornalista di 34 anni, capace di dar voce, con il Popolo d’Italia alle correnti interventiste del Partito Socialista. Gli storici hanno portato alla luce il contributo determinante del Resto del Carlino e dei socialisti francesi e belgi nella nascita del quotidiano diretto da Mussolini.
Che a partire dall’autunno del 1917, però, ricevette un assegno settimanale di 100 sterline (circa 6500 euro di oggi, ndr.) per la campagna stampa interventista. I pagamenti proseguirono per almeno un anno: a parlarne per primo fu l’uomo che allora coordinava l’intelligence britannica a Roma, Sir Samuel Hoare, che nelle sue memorie già nel 1954 aveva raccontato del sostegno finanziario britannico a Mussolini.
Adesso Martland, scrive il Guardian, ne ha trovato le prove nelle carte del MI5.

Mussolini tra l’altro assicurò Hoare che un manipolo di veterani dell’esercito avrebbe impedito con la forza una manifestazione per il non intervento legata ad uno sciopero delle fabbriche a Milano. “Cento sterline a settimana (26mila euro di oggi al mese) per un giornalista non erano poche – scrive Martland – ma per la Gran Bretagna, che allora spendeva 4 milioni al giorno per la guerra, erano poca cosa”.

La storia del XX secolo non smette di riservare sorprese.
Dopo Hitler finanziato dai banchieri di New York, si viene ora a scoprire che anche l’altro terribile dittatore di quegli anni ebbe per un periodo l’appoggio delle potenze democratiche dell’epoca.
Si direbbe che queste potenze occidentali, i buoni della storia, puntino sempre sui cavalli sbagliati, sostenendo personaggi che poi gli si ritorcono contro.
Una gran sfortuna, si direbbe.
Se invece, solo per pochi istanti, e per pura ipotesi, si dovesse supporre che in fondo i detentori del vero potere non trovino poi tanto disdicevole lo scoppio di guerre totali con annessi milioni di morti, allora, in tal caso, i loro investimenti si sarebbero dimostrati perfettamente riusciti.

12 Giugno 2009

Pandemia, gli stregoni al lavoro

GINEVRA  – E’ pandemia di influenza A(H1N1). Di fronte all’inarrestabile diffusione del nuovo virus, la Direttrice generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Margaret Chan ha infatti solennemente annunciato al mondo di aver deciso di innalzare il livello di allerta pandemica alla fase sei, pari al massimo, alla pandemia conclamata. La prima del XXI secolo.

“Il mondo è ora all’inizio della pandemia di influenza 2009. Siamo ai primi giorni della pandemia”, ha dichiarato Chan in una conferenza stampa indetta a Ginevra presso la sede generale dell’Oms. La diffusione del virus A(H1N1) partito dal Messico dove in aprile sono stati resi noti i primi casi, ha contagiato quasi 30.000 persone in 74 Paesi e ha provocato 144 morti.[…]

 

La parola pandemia, dal greco pan-demos – che coinvolge tutta la popolazione, ha sempre avuto, fino ad oggi, un significato ben preciso.
Tale termine veniva infatti utilizzato in riferimento ad un numero limitato di casi, a proposito di virus e malattie contagiose di dimensioni tali da causare un numero enorme di decessi.
Si usava il termine pandemia in relazione alla peste nera che colpì l’Europa nel XIV secolo, ad esempio, un morbo contagioso che fece 20 milioni di vittime, ovvero un quarto della popolazione che all’epoca abitava il continente, oppure riferendosi all’influenza spagnola del 1918, che di vittime ne causò 25 milioni, in tutto il pianeta.
Si potrebbe supporre, quindi, che tale termine vada utilizzato con estrema cautela, e doppiamente ci si aspetterebbe che tale cautela venisse utilizzata da un ente sovranazionale quale l’organizzazione mondiale della sanità, dal momento che da chi si occupa di monitorare le emergenze sanitarie del pianeta ci si attenderebbe anche un uso prudente dei moniti, per evitare di spargere il panico tra la popolazione a causa di falsi allarmi.
Invece, si apprende che la stessa Oms ha innalzato il livello di allerta pandemica alla fase sei, ovvero il massimo, come se fossimo in attesa di una nuova spagnola, o di una nuova peste nera.
Ci si aspetterebbe quindi che, vista la serietà dell’organizzazione, ci siano dei segnali altrettanto preoccupanti che si diffondono per tutto il globo.
Invece, i dati che la stessa Oms fornisce parlano di 30.000 persone contagiate e 144 morti, a livello mondiale, negli ultimi 3 mesi.
Per fare un rapido confronto, sarà bene tenere a mente che le influenze “normali”, che ogni anno colpiscono la popolazione, causano in media dai 50.000 ai 220.000 decessi nella sola Europa, nel giro di pochi mesi.
Confrontiamo ora i 220.000 decessi di una normale influenza con i 144 (senza mila) causati dalla nuova “pandemia”.
Evidentemente qualcosa non torna.

Ma facciamo un passo indietro.
Il virus partito dal Messico lo scorso Aprile, altri non è se non quella influenza che i grandi media avevano chiamato inizialmente “suina”, prima di scoprire che con i maiali aveva poco a che fare.
Questo è un passaggio che si è perduto per strada, come niente fosse, dopo che migliaia di capi di allevamento furono eliminati senza che ve ne fosse alcuna ragione.
Così come si perse per strada un’altra notizia, che comparve timidamente in alcune agenzie diramate sulla rete, ma che non fecero mai in tempo di raggiungere i giornali e le televisioni:

VIRUS NUOVA INFLUENZA NATO IN LABORATORIO, OMS INDAGA

ROMA – Il virus della nuova influenza A/H1N1 potrebbe essere nato in un laboratorio per un errore umano.
Lo sostiene il ricercatore australiano Adrian Gibbs, uno dei ‘padri’ dell’antivirale oseltamivir, in un articolo che ha inviato all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e ai Centri statunitensi per il controllo delle malattie (Cdc), e del quale ha annunciato l’imminente pubblicazione.

Un’ipotesi, a quanto si apprende, sulla quale l’Oms sta indagando e si sta confrontando in questi giorni con gli esperti internazionali di virologia umana e animale.
Hanno ricevuto copia dell’articolo anche gli esperti internazionali della Fao e dell’Organizzazione internazionale per la salute animale (Oie).
Secondo Gibbs le caratteristiche genetiche del virus A/H1N1 sono tali da far supporre che sia stato coltivato nelle uova.
Queste ultime sono largamente utilizzate nei laboratori sia per coltivare i virus sia per coltivare i vaccini.
In passato, nel 1977, un virus influenzale del tipo H1N1 era stato prodotto per errore per la cattiva gestione di un laboratorio in Russia.
Una ipotesi davvero sorprendente.

Così dopo che un misterioso virus di origine ancora da stabilire ha causato ben 144 morti a livello globale, ovvero meno di un millecinquecentesimo dei decessi causati da una normale influenza, l’organizzazione mondiale della sanità annuncia solennemente l’arrivo della pandemia.
Sembrerebbe quindi di stare di fronte ad una recita dell’assurdo, in cui una organizzazione che dovrebbe vigilare sulla situazione sanitaria mondiale si presta a diffondere il panico tra la popolazione, annunciando l’arrivo di una pandemia in maniera del tutto sconsiderata.
Così parrebbe, se non fosse che nel frattempo giungono ulteriori notizie a riguardo che aprono le porte ad uno scenario ben preciso.
Solo due settimane fa, ad esempio, il governo francese ha deciso di portare avanti una operazione di vaccinazione di massa a cui sarà sottoposta tutta la popolazione con una età superiore ai 3 mesi, una operazione per la quale sarebbero già in preparazione circa 100 milioni di vaccini.
A questo punto, occorre fare un ulteriore passo all’indietro di circa un mese, e rileggere con attenzione le parole di Jacques Attali:

“La storia ci insegna che l’umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura: allora essa inizialmente sviluppa meccanismi di difesa; a volte intollerabili (dei capri espiatori e dei totalitarismi); a volte inutili (della distrazione); a volte efficaci (delle terapeutiche, che allontanano se necessario tutti i principi morali precedenti).
Poi, una volta passata la crisi, trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale ed iscriverli in una politica di salute democratica.”
Per Attali, “La pandemia che sta iniziando potrebbe far scatenare una di queste paure strutturanti”, poiché essa farà emergere, “meglio di qualsiasi discorso umanitario o ecologico, la presa di coscienza della necessità di un altruismo, quanto meno interessato.”

Giova sapere chi è Jacques Attali.
Attualmente svolge il compito di presidente della “Commissione per la liberazione della crescita”, istituita dal presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, ed in passato fu eminenza grigia del governo francese durante i mandati del presidente Mitterand.
E’ uno dei membri più autorevoli del club Bilderberg, grande sostenitore del progetto di un nuovo ordine mondiale, nonché membro del B’nai B’rith International, l’esclusiva massoneria ebraica.
Uno di quelli che contano per davvero, in altre parole.
Da sempre fautore della necessità di una riduzione della popolazione mondiale, nel suo libro paradossalmente intitolato “L’avvenire della vita” aveva scritto quanto segue:

quando si sorpassano i 60-65 anni, l’uomo vive più a lungo di quanto non produca e costa caro alla società […].
L’eutanasia sarà uno degli strumenti essenziali delle nostre società future

In seguito Attali aveva sostenuto che queste sue parole erano state male interpretate e che non potevano essere comprese fuori dal proprio contesto, ma considerato il suo background ideologico e la missione dei gruppi elitari di cui fa parte tali “precisazioni” appaiono poco credibili.
Ci troviamo quindi di fronte ad uno scenario che inizia ad avere un senso, seppur poco rassicurante.
Un virus di origine ancora incerta, probabilmente generato in un laboratorio, viene identificato quale probabile fattore scatenante di una immensa pandemia globale, capace di causare decine di milioni di morti.
E questo allarme non proviene dalle voci incontrollate dei teorici della cospirazione, ma dallo stesso organismo mondiale della sanità.
Contemporaneamente, oscuri intellettuali propagatori del nuovo ordine mondiale, facendosi portavoce dei più elitari circoli globalisti, giudicano l’arrivo di una possibile pandemia come un fatto tutto sommato positivo, dal momento che essa farà emergere, “meglio di qualsiasi discorso umanitario o ecologico, la presa di coscienza della necessità di un altruismo, quanto meno interessato.”
Infine, per concludere il mosaico, programmi di vaccinazione di massa vengono portati avanti da diversi governi, non ultimo quello italiano, che per bocca del vice ministro alla salute Ferruccio Fazio annuncia che entro un anno o due tutta la popolazione italiana verrà vaccinata contro la nuova influenza pandemica.

Questi sono i fatti, al momento attuale.
Lo scenario non appare per nulla rassicurante, come si è detto, e l’impressione generale è che i vari “enti” in gioco stiano facendo di tutto per dare conferma alle peggiori preoccupazioni di coloro che da tempo denunciano la strategia di alcune elites dominanti che non hanno mai fatto mistero di avere come obiettivo la depopolazione del pianeta terra, cavalcando di volta in volta le “cause” più disparate.
Ed a preoccupare maggiormente non è certo il fantomatico virus A(H1N1), quello delle 144 morti a livello mondiale in tre mesi.
Quello che davvero è preoccupante in tutta la questione è l’eventualità della vaccinazione di massa che si prospetta.
Se mai ci sarà una pandemia, passerà dai vaccini, e queste persone si stanno mostrando molto determinate nel perseguire i propri scopi.

26 Aprile 2009

Il Cavallo dell'Apocalisse a guardia dell'Aeroporto di Denver

Guardai e vidi un cavallo pallido; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte; e gli veniva dietro l’Ades

L’aeroporto di Denver è uno degli edifici più singolari del pianeta, con i suoi celebri ed inquietanti murales e la sua planimetria decisamente significativa.
La sua intera struttura può essere assimilata ad un grande tempio inneggiante al Nuovo Ordine Mondiale, dal momento che le rappresentazioni che si trovano al suo interno non lasciano molto spazio ad eventuali dubbi.
Ma gli aspetti particolari dell’ aeroporto non si limitano a questi elementi: all’interno dell’area del complesso trova infatti spazio anche un’altra opera dal carattere originale.
Si tratta dell’imponente Mustang, che domina l’area adiacente all’edificio.

Il Mustang, detto anche Blu Horse, è una scultura  alta circa 12 metri raffigurante un cavallo scheletrico anatomicamente perfetto e sollevato sulle zampe posteriori, commissionata dall’aeroporto di Denver all’artista messicano Louis Himenez.
Himenez morì nel 2006, poco prima di terminare la sua opera, schiacciato dalla testa dello stesso cavallo staccatasi dalla sua base.
Questo episodio fu solo il primo a contribuire alla fama sinistra di cui il Mustang gode.
La sua presenza infatti provoca grande turbamento alla maggioranza dei viaggiatori che si recano all’aeroporto, e di notte la visione appare ancora più spettrale a causa degli occhi rossi al neon del cavallo che brillano nell’oscurità.


I cittadini di Denver hanno soprannominato la scultura il cavallo pallido o il cavallo dell’apocalisse, poiché la sua presenza ricorda l’animale cavalcato dal quarto cavaliere, quello della morte, così come descritto nella Rivelazione di San Giovanni.
Significativo anche il fatto che alcuni  bambini che vedono la statua per la prima volta chiedono ai propri genitori se si tratti del cavallo di Satana.

Da quando nel 2007 l’opera è stata posizionata all’esterno dell’aeroporto, migliaia di cittadini hanno partecipato ad una raccolta firme per chiedere lo spostamento del Mustang in altro luogo, ma i responsabili del comune di Denver hanno risposto che la statua non potrà essere rimossa prima del 2013, non dando ulteriori spiegazioni.

Il Cavallo Pallido con l’aeroporto di Denver sullo sfondo

10 Aprile 2009

I poveri diavoli

Il nuovo ordine mondiale, i suoi tristi esecutori, e la vera sfida da affrontare.



Pare che il corso della storia abbia deciso di accelerare il suo moto in questi tempi, e gli eventi si susseguono a ritmi sempre più sostenuti.

Potrebbe anche trattarsi di una semplice sensazione, o forse no.
Comunque stiano le cose, si stanno verificando fatti intravisti negli anni passati da coloro che ipotizzavano l’esistenza di manovre e manovratori poco propensi a mostrarsi sotto la luce dei riflettori,  e di decisioni prese all’infuori di ogni apparato governativo consolidato noto.Ecco quindi che concetti quali il Nuovo Ordine Mondiale, fino a poco tempo fa esclusivo appannaggio dei teorici della cospirazione, sono improvvisamente diventati di dominio pubblico, sdoganati dai grandi della terra e presentati quale soluzione ai problemi che il pianeta attualmente attraversa.
Pare quasi che questi grandi si divertano a dare vita alle preoccupazioni ed ai timori di coloro che vengono catalogati quali “complottisti”, attuando diligentemente, passo dopo passo, il piano che avrebbe condotto verso la creazione di quel nuovo ordine.
Ancora in tempi non sospetti, ad esempio, si attendeva l’arrivo di una grande crisi finanziaria, che si sarebbe presto tramutata in crisi sociale e sarebbe servita da pretesto per una riorganizzazione globale, e così è stato.
Sembra quindi che il paradigma “complottista”  abbia saputo dare una giusta chiave di lettura degli eventi, l’evolversi dei quali ricalca con una certa accuratezza le intuizioni che quel modello di analisi aveva suggerito. Si può giudicare questo paradigma  stravagante, e guardare le cosiddette teorie della cospirazione  con sufficienza e scetticismo.
Chi è di questo parere solitamente trova assai improbabile l’esistenza di centri decisionali dagli ampi poteri al di fuori degli organi democratici, e tende altresì ad escludere la possibilità che i vari governi possano operare a danno dei cittadini.
Si potranno criticare i singoli politici, ed individuare tra di loro persone poco oneste, ma nel complesso l’idea delle strutture democratiche che agiscono contro il cittadino non verrà presa in considerazione.

Vi sono poi coloro che di tali questioni si disinteressano, coloro i quali ritengono la vita quotidiana in sé una preoccupazione sufficientemente grande di cui occuparsi, con i suoi mutui, la famiglia da mantenere, la difficoltà del lavoro.

Per queste persone semplicemente non c’è tempo, e soprattutto interesse, nell’occuparsi di temi talmente lontani dalla quotidianità, temi dei quali non se ne verrebbe comunque mai a capo.

La  stragrande maggioranza delle popolazione fa parte ovviamente di questa ultima categoria.
E sia chiaro che non si dà qui alcun giudizio di merito sulle scelte del singolo individuo; ogni uomo ha le sue priorità e compie le proprie scelte.

Quanto segue quindi non interessa particolarmente questi gruppi di persone, ma è rivolto principalmente  a coloro che negli avvenimenti che osservano scorgono ombre poco definite, ombre di decisioni prese in luoghi inaccessibili all’opinione pubblica, e ipotizzano l’esistenza di persone influenti che dietro le quinte siano in grado di dare una determinata direzione al susseguirsi degli eventi stessi.

E’ necessario quindi fare anche i conti con questa convinzione, in un secondo momento.
Perché si corre il rischio di divenire particolarmente vulnerabili quando il velo diviene trasparente, quando nei governanti si scorgono gli oppressori e le sbarre della recinzione che ci circonda divengono visibili.
Ci si può lasciare andare allo sconforto, covare un senso di rabbia persistente che logora l’anima come fosse acido, oppure farsi travolgere dalla paura.
Tutti sentimenti che, per quanto umani e comprensibili, vanno abbandonati in fretta.
In primo luogo perché deleteri a noi stessi.
In secondo luogo perché risulta molto più produttivo concentrarsi sulle opere utili che ancora si possono attuare.
Senza pretendere miracoli od eroismi: il lavoro più importante ognuno è chiamato a farlo dentro se stesso.
Per quanto sia un concetto spesso banalizzato, e questo è un chiaro segno dei tempi, resta pur sempre una nozione fondamentale da tenere a mente.

Vi sono piani più grandi di noi che devono compiersi, e uomini piccoli che fungono da esecutori.
Noi vediamo questi esecutori e li crediamo potenti, ma sono in verità dei poveri diavoli.
Appaiono potenti ed importanti perché tendiamo a giudicarli con il metro di misura che loro stessi ci hanno imposto: il denaro, il possesso, il potere.
Ma queste non sono scale di valore per giudicare un uomo, e rendersene conto significa fare un grande passo per sfuggire al loro stesso “dominio”.
Una volta compreso che questi non sono i valori con cui confrontarci, ci renderemmo conto che le persone che ci incutono a volte timore ed a volte rabbia per mezzo dei loro piani, sono in realtà dei poveracci, schiavi di una visione distruttiva, seminatori di dolore ed ingiustizia.

Anime perse in corpi corrotti.
Sanno fare del male, ma sono da compatire.
Occorre quindi non lasciarsi imprigionare una seconda volta nella loro visione, e rifiutare in toto la loro scala di valori.
Non serviranno più né la paura né la rabbia, e si scoprirà un piano superiore dove quegli stessi individui non potranno avere alcuna influenza: si tratta del piano della realizzazione personale, dell’incontro intimo con quello che veramente conta, della ricerca a cui ognuno è chiamato, una ricerca che conduce al centro per poi risalire, una ricerca che porta ad avere un nuova visuale del mondo.

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28 Marzo 2009

Trattando del Nuovo Ordine Mondiale


Sono ormai numerosi i video che trattano del Nuovo Ordine Mondiale presenti in rete.

Da un certo punto di vista questo fatto è positivo, poiché dimostra che l’argomento suscita curiosità ed interesse.
Nondimeno, con l’aumentare dei contributi si fa sempre più spazio anche un certo “sensazionalismo”, se non addirittura una vera e propria disinformazione.
Il formato video ha infatti il pregio di catturare velocemente l’attenzione dell’utente e di rendere fruibile con maggior facilità il messaggio, ma nel medesimo momento spesso banalizza l’argomento stesso, dovendo necessariamente, per motivi di spazio e di scelte comunicative, prediligere la sensazione e l’aspetto visivo al contenuto.
Molte volte il desiderio di colpire lo spettatore porta anche ad eccedere nei toni, lasciando la sensazione che ci si trovi di fronte ad una argomentazione poco rigorosa.

Un rigore che invece dovrebbe essere portato agli estremi, in particolar modo quando si entra in campi tanto delicati.

Tali filmati risultano invece utili nel caso in cui stimolino l’interesse e spingano ad approfondire le questioni trattate su testi scritti; mai come in questi casi occorre infatti conoscere e verificare le fonti di ogni asserzione, le origini dei fenomeni descritti e la loro complessità.

Il video segnalato ha il pregio di non eccedere in sensazionalismo, se non in maniera lieve, e di sintetizzare senza eccessive sbavature i più importanti fattori in gioco nei cambiamenti significativi che stanno caratterizzando la nostra epoca.

Viene qui proposto quale introduzione a temi che si affronteranno a breve.