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-o- Too late to die young -o-
15 Marzo 2007

L'errore dello Spiritismo

di René Guénon

Abbiamo già detto altrove come sia nefasta, a nostro giudizio, la diffusione di quelle teorie che sono comparse meno di un secolo fa, e che si possono definire in modo generale con il nome di “neospiritualismo”.
Certamente vi sono, nella nostra epoca, molte altre “controverità” che è bene ugualmente combattere; le prime, però, hanno un carattere del tutto speciale, che le rende forse più nocive – e in ogni caso in modo diverso – rispetto a quelle che si presentano sotto una forma semplicemente filosofica e scientifica.
Tutte queste cose, in effetti, appartengono più o meno al campo della “pseudoreligione”; l’espressione, che è stata da noi attribuita al teosofismo, potrebbe essere ugualmente riferita allo spiritismo.
Sebbene quest’ultimo avanzi spesso pretese scientifiche a causa dell’aspetto sperimentale nel quale crede di trovare non solamente il fondamento, ma la fonte stessa della sua dottrina, esso non è in definitiva che una deviazione dello spirito religioso, conformemente alla mentalità “scientistica” posseduta da molti nostri contemporanei.
Inoltre, fra tutte le dottrine “neospiritualistiche”, lo spiritismo è certamente la più diffusa e la più popolare, e ciò si comprende facilmente, poiché è la forma più “semplicistica”, diremmo volentieri la più grossolana, di tali dottrine: esso è alla portata di tutte le intelligenze, anche le più mediocri, e i fenomeni su cui si appoggia, o almeno i più comuni di essi, possono per giunta essere facilmente ottenuti da tutti. é quindi lo spiritismo a fare il più gran numero di vittime, e le devastazioni da esso causate si sono ulteriormente accresciute in questi ultimi anni in proporzioni inattese, a causa dello scompiglio che i recenti avvenimenti hanno provocato nelle coscienze.

Quando parliamo di devastazioni e di vittime, non si tratta affatto di semplici metafore; le cose di questo genere, e lo spiritismo più di tutte le altre, hanno come risultato di squilibrare e rovinare in modo irrimediabile una quantità di sventurati che, se non le avessero incontrate sulla loro strada, avrebbero potuto continuare a condurre una vita normale.
Si tratta di un pericolo che non dovrebbe essere ritenuto trascurabile e che, soprattutto nelle attuali circostanze, è particolarmente necessario e opportuno denunciare con insistenza.
Queste considerazioni rafforzano in noi la preoccupazione, di ordine più generale, di difendere i diritti della verità contro tutte le forme di errore.
[…]
Comunque sia, di fronte alle attuali circostanze, siamo convinti che non si farà mai troppo per opporsi a certe perniciose attività, e che ogni sforzo compiuto in tal senso, a patto che sia ben diretto, avrà la sua utilità, potendo forse essere più idoneo di altri ad avere effetti su questo o quel punto determinato; e, per parlare un linguaggio che alcuni comprenderanno, aggiungeremo che non si diffonderà mai troppa luce per dissipare tutte le emanazioni provenienti dal “Satellite oscuro”.

René Guénon, “L’errore dello spiritismo”, prefazione

1 Dicembre 2006

L'esoterismo cristiano - II

vai alla prima parte


Se esistono verità che possono essere capite sia exotericamente sia esotericamente, secondo sensi riferentisi a gradi diversi di realtà, altre ce ne sono che, facendo esclusivamente parte dell’esoterismo e non avendo nessuna corrispondenza al di fuori di quest’ultimo, diventano, come già abbiamo detto, totalmente incomprensibili quando si cerchi di trasporle nel campo dell’exoterismo, e allora ci si deve di necessità limitare a esprimerle in modo puro e semplice nella forma di enunciazioni “dogmatiche”, senza mai cercare di dare di esse la minima spiegazione; sono queste verità che costituiscono in modo proprio quelli che si è convenuto di denominare i “misteri” del Cristianesimo.

A dire il vero, la stessa esistenza di tali “misteri” sarebbe totalmente ingiustificata se non si ammettesse il carattere esoterico del Cristianesimo alle sue origini[…]

Di fatto, ovunque esistano iniziazioni dipendenti in modo particolare da una forma tradizionale determinata e che assumono come base l’exoterismo di quest’ultima, i riti exoterici possono, per coloro che abbiano ricevuto tale iniziazione, essere in qualche modo trasposti in un altro ordine, nel senso che essi se ne serviranno in quanto supporto per il lavoro iniziatico vero e proprio, e che di conseguenza, per loro, gli effetti non ne saranno più limitati alla sola sfera exoterica come accade per la generalità degli aderenti alla stessa forma tradizionale;[….]

 

Del resto, quel che diciamo qui si applica soltanto alla Chiesa latina, ed è anche assai interessante notare come nelle Chiese d’Oriente non ci sia mai stato misticismo nel senso in cui esso è inteso nel Cristianesimo occidentale dopo il secolo XVI; tale fatto può far pensare che una certa iniziazione del genere di quelle a cui facevamo allusione ha dovuto mantenersi in queste Chiese, ed effettivamente è quel che vi si trova con l’ esicasmo, il cui carattere realmente iniziatico non sembra dubbio, anche se, qui come in molti altri casi, ha subito diminuzioni più o meno sensibili nel corso dei tempi moderni, come conseguenza naturale delle condizioni generali di quest’epoca, alla quale non possono sfuggire se non le iniziazioni che siano estremamente poco diffuse, lo siano sempre state o abbiano deciso volontariamente di “chiudersi” più che mai a evitare qualsiasi degenerazione.

Nell’esicasmo l’iniziazione propriamente detta è essenzialmente costituita dalla trasmissione regolare di certe formule, esattamente confrontabili con la comunicazione dei mantra nella tradizione indù e con quella del wird nelle turuq islamiche; esiste tutta una “tecnica” dell’invocazione quale mezzo proprio del lavoro interiore, mezzo ben distinto dai riti cristiani exoterici, anche se tale lavoro può nondimeno trovare un altro punto d’appoggio in questi ultimi come abbiamo spiegato, dal momento in cui, con le formule richieste, l’influenza alla quale esse servono da veicolo sia stata trasmessa in modo valevole, ciò che implica naturalmente l’esistenza di una catena iniziatica ininterrotta, giacché non si può evidentemente trasmettere se non quel che si è Ricevuto.

Anche queste sono questioni che possiamo soltanto indicare qui in modo molto sommario, sennonché, dal momento che l’esicasmo è ancora vivo ai giorni nostri, ci sembra che sarebbe possibile trovare da questa parte certi chiarimenti su quel che hanno potuto essere i caratteri e i metodi di altre iniziazioni cristiane che sfortunatamente appartengono al passato.

 

René Guénon


1 Dicembre 2006

L'esoterismo cristiano - I

Lungi dall’essere soltanto la religione o la tradizione exoterica conosciuta attualmente sotto questo nome, il Cristianesimo aveva alle sue origini, come mostrano sia i suoi riti sia la sua dottrina, un carattere essenzialmente esoterico, e di conseguenza iniziatico. […]

La tradizione islamica considera che il Cristianesimo primitivo sia stato propriamente una tarîqah, vale a dire tutto sommato una via iniziatica, e non una skariyah, o legislazione di ordine sociale e diretta a tutti; e questo è talmente vero che, in seguito, si dovette supplire a questo fatto con la costituzione di un diritto “canonico” che in realtà non fu se non un adattamento dell’antico diritto romano, perciò qualcosa che proveniva totalmente dall’esterno e non affatto uno sviluppo di quanto fosse contenuto fin dall’inizio nello stesso Cristianesimo.

E’ del resto evidente che nel Vangelo non si trova nessuna prescrizione che si possa considerare di carattere veramente legale nel senso proprio della parola; l’espressione: “Date a Cesare quel che è di Cesare…” ci sembra particolarmente significativa in proposito, perché essa implica formalmente, per tutto quel che è di ordine esteriore, l’accettazione di una legislazione totalmente estranea alla tradizione cristiana, legislazione che è semplicemente quella che esisteva di fatto nell’ambiente in cui quest’ultima ebbe origine, a causa del fatto che tale ambiente era in quel momento incorporato nell’Impero romano. […]

Se il Cristianesimo era invece contraddistinto dal carattere che diciamo, la cosa si spiega facilmente, perché non si tratta più affatto di una lacuna, bensì di un’intenzionale astensione dall’intervenire in un campo che, per definizione, in tali condizioni non poteva riguardarlo.[…]

 

[il passaggio da esoterico ad exoterico deve considerarsi]  un adattamento, il quale, nonostante le conseguenze rincrescevoli che necessariamente ebbe sotto certi aspetti, fu tuttavia pienamente giustificato e, anzi, reso necessario dalle circostanze di tempo e di luogo.[…]

Se si tiene conto di quello che era, nell’epoca in questione, lo stato del mondo occidentale, vale a dire dell’insieme dei paesi allora compresi nell’Impero romano, ci si può facilmente rendere conto che, se il Cristianesimo non fosse “disceso” nella sfera exoterica, tale mondo, nel suo insieme, sarebbe stato presto privato di qualsiasi tradizione, poiché quelle che vi avevano esistenza fino a quel momento, e in particolare la tradizione greco-romana che vi era diventata naturalmente predominante, erano giunte a una degenerazione estrema, stato che indicava come il loro ciclo di esistenza fosse sul punto di terminare.

Questa “discesa”, insistiamo su questo punto, non era perciò affatto un accidente o una deviazione, e il suo carattere è al contrario da considerare come veramente “provvidenziale”, giacché evitò all’Occidente di cadere fin da quell’epoca in uno stato tutto sommato confrontabile con quello in cui si trova attualmente.

Del resto, il momento in cui doveva prodursi una perdita generale della tradizione come quella che caratterizza i tempi propriamente moderni non era ancora arrivato; occorreva perciò che avvenisse un “raddrizzamento”, e questo raddrizzamento solo il Cristianesimo poteva operarlo, a condizione però di rinunciare al carattere esoterico e “riservato” che esso aveva all’inizio[…]

 

Le verità di ordine più propriamente esoterico, le quali erano per loro stessa natura fuori della portata della maggioranza, non potevano più essere presentate se non come “misteri” nel senso che la parola ha assunto comunemente, vale a dire che, agli occhi della gente comune, esse non dovevano tardare ad apparire come qualcosa che era impossibile comprendere, o addirittura che era vietato cercare di approfondire. […]

Qualcuno potrebbe forse chiedersi cosa accadde, nel corso di un cambiamento simile, degli insegnamenti di Cristo, i quali costituiscono per definizione il fondamento del Cristianesimo, e dai quali esso non può separarsi senza cessare di meritare il suo nome e tenendo inoltre conto che non si vede cosa potrebbe sostituirlo senza compromettere il carattere non-umano al di fuori di cui non esiste più tradizione autentica.

In realtà tali insegnamenti non furono toccati a causa di ciò, né modificati in alcun modo nella loro “letteralità”, e il permanere del testo dei Vangeli e degli altri scritti del Nuovo Testamento, che risalgono evidentemente al primo periodo del Cristianesimo, ne costituisce una prova sufficiente; cambiata è soltanto la loro comprensione, o se si preferisce, la prospettiva secondo la quale essi sono intesi e il significato che si dà loro per conseguenza, senza però che si possa dire che ci sia nulla di falso o di illegittimo in tale significato, giacché è assiomatico che le medesime verità sono suscettibili di ricevere applicazione in sfere differenti, in virtù delle corrispondenze che esistono tra tutti gli ordini di realtà.[…]


parte seconda

 

René Guénon

16 Novembre 2006

La grande parodia

di René Guénon

La costituzione della “contro-tradizione” ed il suo apparente momentaneo trionfo,[…] saranno propriamente il regno di quella che abbiamo chiamato “spiritualità alla rovescia”: si tratterà naturalmente solo di una parodia della spiritualità, o meglio di una sua imitazione in senso inverso, di modo che avrà tutta l’apparenza d’essere l’opposto di tale spiritualità.
Questa “spiritualità alla rovescia”, per la verità, è dunque solo una falsa spiritualità, falsa all’estremo limite del concepibile; ma si può anche parlare di falsa spiritualità tutte le volte che, per esempio, lo psichico viene scambiato per lo spirituale, anche senza andare necessariamente fino a questa sovversione totale; perciò l’espressione “spiritualità alla rovescia” è quella che meglio serve a definirla, a condizione naturalmente di spiegare con precisione in che modo va intesa. Ecco cos’è in realtà il “rinnovamento spirituale” di cui taluni, talvolta molto inconsapevolmente, annunciano con insistenza il prossimo avvento, o anche la “nuova èra” in cui si tenta con tutti i mezzi di introdurre l’umanità attuale , e che la condizione d’ “attesa” generale, creata mediante la diffusione delle predizioni di cui abbiamo parlato, può contribuire effettivamente ad affrettare.
Il “neospiritualismo”, e la “pseudo-iniziazione” che ne deriva sono una parziale “prefigurazione” della “contro-tradizione” anche da un altro punto di vista: intendiamo riferirci alla già segnalata utilizzazione di elementi autenticamente tradizionali in origine, ma deviati dal loro vero significato e posti in certo qual modo al servizio dell’errore: questa deviazione è in definitiva l’incamminarsi verso il capovolgimento completo che dovrà caratterizzare la “contro-tradizione” (e di cui del resto abbiamo visto un esempio significativo nel rovesciamento intenzionale dei simboli).
[…]
E’ da notare, a questo proposito, come la “contro-iniziazione”, pur inventando e diffondendo per i suoi fini tutte le idee moderne caratteristiche dell’ “antitradizione” negativa, sia perfettamente cosciente della falsità di tali idee, e sappia evidentemente anche troppo bene a cosa attenersi; ma ciò sta appunto ad indicare come, nella sua intenzione, questa sia soltanto una fase transitoria e preliminare, in quanto una simile organizzazione di menzogna cosciente non può come tale essere il vero ed unico scopo che essa si propone; tutto ciò è destinato solo a preparare la successiva venuta di qualcos’altro, che a sua volta dovrà apparire come un risultato più “positivo”, e che sarà precisamente la “contro-tradizione”.
[…]
Dopo l’ “egualitarismo” dei nostri giorni ci sarà di nuovo una gerarchia invertita, ossia una “contro-gerarchia”, il cui vertice sarà occupato dall’essere che, in realtà, sarà più vicino di chiunque altro a toccare il fondo degli “abissi infernali”.
Dato che il falso è necessariamente anche “artificiale”, la “controtradizione” non potrà mancare, nonostante tutto, di avere quel carattere “meccanico” che è presente in tutte le produzioni del mondo moderno: essa ne sarà anzi l’ultimo prodotto; ancor più esattamente, vi sarà in essa qualcosa di paragonabile all’automatismo di quei “cadaveri psichici” cui abbiamo accennato in precedenza, e del resto, come questi, essa sarà costituita soltanto di “residui” animati artificialmente e momentaneamente, il che spiega la sua assoluta precarietà; quest’ammasso di “residui”, per così dire galvanizzato da una volontà “infernale”, può certamente dare l’idea più esatta di qualcosa che sia arrivato ai confini stessi della dissoluzione.

René Guénon, La grande parodia o la spiritualità alla rovescia

14 Novembre 2006

Esoterismo - una premessa


L’errore più comune in cui si incorre quando si cerca di vedere oltre il velo è l’associare all’idea di esoterismo il concetto di “occultismo”.
L’occultismo è solo una parte dell’esoterismo, e precisamente la sua parte degenere.
Per occultismo si intende il tentativo di manipolare delle forze non materiali che popolerebbero il nostro mondo (spiriti e demoni come vengono chiamati dalla tradizione occidentale) per ottenere dei vantaggi personali.
L’esoterismo in sé invece è lo studio che conduce ad una comprensione del cosmo e ad un ricongiungimento con il principio creatore.
Simbolicamente l’immagine più esplicativa per descrivere l’esoterismo è quella di un asse che partendo dalle viscere della terra arriva fino al cielo.
Questo asse si può utilizzare per compiere una faticosa scalata verso il celestiale oppure ci si può lasciare scivolare fino agli abissi.Sono le due vie.

Attualmente nel nostro occidente si pratica quasi esclusivamente la via infera, ed è bene tenerne sempre conto, così la distinzione iniziale tra esoterismo e occultismo nel mondo occidentale è divenuta labile.
L’esoterismo celeste parla dell’origine del mondo e dello scopo di ogni essere su questa terra.
Il suo messaggio finale è che dall’Uno il tutto origina, e che in ogni essere umano vi è una scintilla divina, così che ognuno compartecipa al tutto.
Tali concetti però non vengono comunicati attraverso la via razionale, ma attraverso la via “intuitiva”, la cosiddetta  “Intelligenza del Cuore”; il linguaggio attraverso cui questi concetti vengono comunicati è il linguaggio dei simboli.

Lo studio dell’esoterismo presenta innumerevoli rischi, e questo perché colui che è digiuno di tali tematiche non è in grado di distinguere tra le due vie, così che spesso la via infera viene scambiata per quella celeste.
Questo è anche il motivo per cui le dottrine esoteriche nei secoli sono state accuratamente “celate” e trasmesse solo attraverso organizzazioni iniziatiche che avevano il compito di mantenerne l’integrità e preparare adeguatamente colui che doveva ricevere tali insegnamenti.
Questa “segretezza” ha anche fatto in modo che al concetto di esoterismo si accompagnasse un’aura di mistero, di pericolo e di “oscurità”.
L’esoterismo per trasmettersi correttamente ha bisogno però di una “via regolare”, catene iniziatiche che ne preservino la purezza.
Queste catene iniziatiche non esistono più nel nostro occidente, o meglio, sono difficili da individuare.
Di contro, la via infera dell’esoterismo ha dilagato negli ultimi secoli, e se ne sono fatti portatori movimenti quali la Teosofia, la Massoneria, e recentemente il movimento della New Age.
Movimenti esoterici “regolari” sono invece, tuttora, il Sufismo Islamico o l’Esicasmo cristiano.
Essendo però il linguaggio dell’esoterismo un linguaggio totalmente fatto di Simboli, ed avendo ogni tradizione sviluppato dei simboli differenti, studiare le dottrine esoteriche affidandosi ad un tradizione diversa dalla propria risulta molto difficile.

La via regolare esoterica occidentale fu l’Alchimia, ormai scomparsa da secoli, mentre pare che in alcuni monasteri greco ortodossi si pratichi ancora l’Esicasmo, che rappresenta l’ultima via celeste esoterica in Europa.
Nella nostra epoca occorre forse evitare tutti i movimenti esoterici contemporanei, tutti praticanti la via infera, e nel caso l’argomento interessi, approfondire con pazienza i temi principali basandosi su quei pochi autori che ne hanno trattato in maniera competente.
Il massimo divulgatore del secolo passato fu senza dubbio René Guénon, che dopo aver sperimentato innumerevoli pseudo iniziazioni nei movimenti occultistici che infestavano l’Europa del tempo si converti all’Islam e si dedicò allo studio del Sufismo.
Il suo libro “La crisi del mondo moderno”, oltre che di piacevole lettura, rappresenta un ottimo primo approccio ad un’ottica diversa di cogliere il creato, così come il Re del Mondo, che richiede però un attimo di attenzione maggiore per essere compreso.
“Simboli della Scienza Sacra” rappresenta invece una immensa fonte di sapere.

Interessanti inoltre i libri di Mircea Eliade, il più grande storico delle religioni del secolo passato, che svela in maniera sorprendente in cosa effettivamente consisteva il senso religioso dei popoli antichi, qualcosa di molto diverso dalle storielle che raccontano ai licei e alle università.
Evitare con cura Teosofisti, Antroposofisti, Neorusacruciani, Massoni e divulgatori della New Age.