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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
5 Novembre 2011

Capacità umane, pulsioni emotive e gestione delle masse.

di Antonio Pani per Tra Cielo e Terra


Premessa

Questa sintesi di osservazioni e pensieri è rivolta alla comprensione dei nostri tempi e dell’atteggiamento assunto dalle persone, in quella che potrebbe essere definita “la crisi senza fine”.
Non dimenticando l’indubbio peso che rivestono attualmente le questioni economico – monetarie, lo scritto vuole raccontare e mettere in relazione tre aspetti che attengono, essenzialmente, alla natura umana e che paiono assai poco distanti l’uno dall’altro.
Il tentativo è quello di unire i puntini per scoprire il disegno nascosto che, spesso, non lo è più di tanto.

Tre temi e tre domande

Il primo argomento riguarda le capacità e potenzialità del cervello e del corpo umano, le quali sono costantemente in fase di studio, catalogazione e approfondimento scientifico.
La mole di lavoro svolta, le pubblicazioni e la sperimentazione inerenti alle possibilità della nostra mente, è semplicemente sconfinata.
Suscitano particolare attenzione, gli studi e gli esperimenti che si occupano della capacità di precognizione/presentimento, che alcuni scienziati hanno definito essere ”patrimonio comune della razza umana” (Dean Radin, “The conscious universe”, Harper Edge, San Francisco 1977).
La questione riveste particolare importanza, soprattutto se si considera che un uomo sensibile, attento, istruito e consapevole dei propri “mezzi”, è più difficile da “amministrare”.
Il secondo tema è quello che vede il macro mondo dei mass media impegnato in un incessante bombardamento, fatto di notizie e rappresentazioni grafico – televisive intrise di violenza, sesso e messaggi subliminali.
Il terzo aspetto attiene alla “gestione delle masse”.
E’ il secondo argomento, tuttavia, a ispirare gli interrogativi che seguono:
– perché negli ultimi anni i media ci impegnano, in modo assillante e ben più che evidente, con immagini e richiami violenti, oltre che di natura sessuale?
– come mai, soprattutto in rete, la maggior parte di trattazioni e approfondimenti (scientifici e non), ci raccontano della costante presenza di messaggi subliminali caratterizzati da sesso e violenza?
E perché, sovente, tali messaggi sono destinati ai più piccoli?

Riflessioni e risposte

Partendo dalla consolidata certezza che “cuore e ragione” sono nemici giurati, è possibile tentare di legare qualche filo pendente, così da provare a dare delle risposte.
Sia concesso, inoltre, di rilevare che il confitto fra emozioni e intelletto rappresenta uno degli elementi essenziali del concetto di dualismo, che permea e caratterizza da sempre l’esistenza umana.
Preliminarmente occorre anche cercare di capire se qualcuno abbia già tracciato, e continui a tracciare, buona parte del cammino di vita che tutti noi percorriamo.
A giudicare dal fatto che ora, come millenni fa, siano in pochi a stare bene e dominare, mentre sono in tanti quelli che soffrono e sono dominati (chi più chi meno), si direbbe che le cose non siano mai cambiate davvero e, soprattutto, che ciò non sia esattamente dovuto al caso.
Molte sono le conoscenze che ci sfuggono, tuttavia è ragionevole credere che “l’animale uomo” sia gestibile in modo ottimale se la sua intelligenza e le sue capacità istintive sono “offuscate” e represse.
Tutto ciò ben può essere conseguito attraverso un lungo, intenso e costante lavoro, finalizzato alla distrazione dell’obiettivo, magari attraverso importanti sollecitazioni emotive.
L’uomo a cui facilmente “sale il sangue alla testa”, è ben poco propenso al ragionare e ben più disposto ad agire in modo impulsivo e violento.
Ecco, quindi, che indirizzare con sesso e violenza ogni soggetto e azione nella nostra società, trova una sua precisa ragione d’esistere.
Grandi e piccini sono tempestati da messaggi, situazioni e condizioni, che li vedono costantemente coinvolti in eventi caratterizzati da fortissime pulsioni emotive, che oscurano le capacità di ragionamento e analisi di cui ognuno è dotato.
Non bisogna dimenticare, inoltre, che l’estrema velocità con cui tutto ciò accade porta la mente ad essere costantemente impegnata, ad avvitarsi su se stessa, lasciandoci privi di qualsiasi spazio introspettivo e di serena riflessione.
Un contesto sociale ben “educato e nutrito” in questo senso, è molto più facile da controllare e gestire.

La più volte citata “polarizzazione” della società, fatta esclusivamente di bianco e nero, di buoni e cattivi, di destra e sinistra, di favorevoli e contrari, priva della benché minima attenzione in materia di etica, condivisione, senso civico e “sano fare comune”, è un esempio concreto di ciò che fruttano questo tipo di operazioni.
Trova allora una giusta collocazione anche il mirare e colpire i bambini, affinché imparino e assimilino presto (come noi?) quale sia la “giusta posizione” nell’odierna società.
Quanto appena detto si configura come un macabro investimento, poiché è assai probabile che sarà più facile distrarre chi, sin da piccolo, è stato educato a vivere subendo queste forti sollecitazioni emotive.
Oltre a ciò è possibile che, grazie a quest’intensa attività, le realtà (devianti) propinate dalla marea di fiction e produzioni cinematografiche a puntate dell’ultimo decennio, siano anch’esse accolte meglio dallo spettatore, che finisce così per alienarsi dal mondo reale.
Si concretizza, così, un’altra motivazione del perché i nostri tempi siano ricchi di spettatori e assai poveri di attori.

Conclusioni

Gli approfondimenti, gli studi scientifici e le trattazioni tematiche inerenti al peso dei mass media, uniti a quelli riferiti alle capacità umane e al cosiddetto social – control sono molteplici e tutti meritevoli di grande attenzione.
Questa breve riflessione è stata ispirata da una piccola parte di questo lavoro, operoso e qualificato.
Inibire, in modo preciso e mirato, le formidabili e innate dotazioni dell’uomo non è casuale e rappresenta, purtroppo, uno dei più grandi misfatti compiuti contro il genere umano.
Un ringraziamento per l’attenzione e un sincero in bocca al lupo, a tutti coloro che incroceranno questi pensieri.

Antonio Pani.

Principali riferimenti tratti dalla “rete”, e non solo:

– “La scienza dell’intenzione”, di Lynne Mc Taggart, pag. 103/104, edito nel 2008 da “Macro Edizioni”, nella collana “Scienza e Conoscenza”;
La precognizione inconscia, da scienzamarcia
Prevvegenza, la prova definitiva, Daily Wired
Precognizione, Fringe Italia
I cartoni troppo veloci compromettono le capacità di coordinazione dei bambini, di Edoardo Capuano,
Come la tv danneggia le facoltà mentali, di Marco della Luna
Ladri di cervelli, di Andrea Massari

Alcuni estratti significativi dai collegamenti riportati:

Dal libro:“La scienza dell’intenzione”, di Lynne Mc Taggart, pag. 103/104, edito nel 2008 da “Macro Edizioni”, nella collana “Scienza e Conoscenza”;
“Rollin Mc Craty (Direttore Ricerca all’Institute of HeartMath a Boulder Creek, California)… scoprì che i presentimenti di buone e cattive notizie erano avvertiti sia nel corpo che nel cervello, dove le onde elettromagnetiche acceleravano o rallentavano appena prima che un’immagine disturbante o tranquillizzante venisse mostrata.
Ma la cosa più stupefacente era che il cuore sembrava ricevere queste informazioni alcuni istanti prima del cervello.
Questo suggeriva che il corpo possedesse un apparato percettivo che lo metteva in grado di analizzare e intuire continuamente il futuro…”


da Precognizione

“Le immagini furono selezionate in maniera casuale da un computer, restavano sullo schermo per 3 secondi, poi una pausa di 5 secondi in cui lo schermo appariva vuoto e poi l’immagine successiva.
Le immagini erano di tre tipi: paesaggi, violenza, sessuali.
La cosa incredibile dell’esperimento fu che il segnale di risposta alle fotografie del secondo e del terzo tipo fu registrato quasi sempre in anticipo di 3 secondi sulla visione della foto stessa”.

da La precognizione inconscia dimostrata
“Questi sono solo alcuni esperimenti che provano, senza ombra di dubbio, che la capacità di precognizione/presentimento è patrimonio comune della razza umana”.

da Prevvegenza, la prova definitiva
“Prima di essere accettato per la pubblicazione, l’articolo, dal titolo ambizioso Feeling the Future (sentendo il futuro), è stato passato al vaglio di quattro attenti revisori: sono state suggerite delle modifiche, ma non è stata riscontrata alcuna incongruenza di fondo.
Rispetto ad altri studi sulla presunta capacità degli esseri umani di vedere nel futuro, la novità della ricerca di Bem sta nell’aver preso in esame dei fenomeni psicologici ben studiati, invertendone l’ordine.
Ciò che di solito è interpretato come la causa di un determinato comportamento, negli esperimenti è stato mostrato o raccontato dopo il verificarsi dell’evento stesso.
A prendere parte allo studio è stato un campione di circa mille studenti volontari, che sono stati sottoposti a un set di nove esperimenti. Di questi, otto hanno prodotto risultati statisticamente rilevanti”.

A proposito delle “basi per il futuro” gettate dalla televisione e mezzi/media affini:

da I cartoni troppo veloci compromettono le capacità di coordinazione dei bambini
“… analizzando il comportamento di 60 bambini dopo… la visione di un cartone animato a “velocità aumentata”…”.
Lo studio, pubblicato sulla rivista di settore Pediatrics, è partito dall’assunto che sebbene molto “sollecitabile”, il cervello dei bambini non sarebbe in grado di reggere la velocità di alcuni stimoli. Ma che soprattutto questa “velocità”, dando una impressione sbagliata ai bambini li spinga a volere imitare ciò che vedono, rendendoli poi incapaci per la frustrazione di mettere in atto ciò che fino alla visione erano in grado di fare”.
E ancora:
“Altrettanto interessante è apparso essere in ulteriore studio, in tal senso, pubblicato su Archives of pediatric adolescence Medicine, che ha dimostrato come i bambini che sono in grado di sfuggire al controllo dei genitori, visionare più televisione e giocare di più ai videogiochi, dimostrano fin dalla tenera età, una maggiore aggressività anche in contesti normali”.

da: Come la tv danneggia le facoltà mentali, di Marco della Luna
“La tv è verosimilmente un’importante causa del moltiplicarsi di sindromi di deficit attenzionale e di iperattività (ADD, ADHD) e della minore capacità di seguire le lezioni, di imparare, di capire – che si nota vistosamente nelle scuole anche italiane, dove la necessità di abbassare il livello dell’insegnamento per farsi capire ha già portato a una sostanziale dequalificazione”.
E ancora:
“Televisione, video musicali, e videogiochi – tutti utilizzanti tecniche tv – operano a un ritmo assai più rapido che la vita reale, e vanno accelerando, così che la gente è costretta a sviluppare un crescente appetito per sequenze veloci in quei media”.

da Ladri di cervelli, di Andrea Massari
“…dopo le sigarette o i cibi spazzatura, non ci sono dubbi che la televisione sarà il prossimo grande problema nel campo della sanità pubblica.
Per quanto riguarda invece i giovani bisogna aggiungere: apatia diffusa molto più frequente e tasso di fallimento scolastico proporzionali alla maggiore frequenza di tempo passato davanti al piccolo schermo, propensione maggiori alla violenza ed ai comportamenti sessuali a rischio…”.
E ancora:
“…Lo studente che dopo la prima infanzia è stato sottoposto ad una forte permanenza davanti al video soffre di gravi lacune in ortografia, nella coniugazione dei verbi, nella sintassi, nel vocabolario, manca di logica, di capacità analitica, di spirito di sintesi e tutto questo gli impedisce l’accesso ad livelli di conoscenze più elevati e complessi.
La televisione «terzo genitore catodico» riduce «drasticamente il volume e la qualità delle interazioni genitori bambini», mutilando il grado di socievolezza infantile…”.

9 Luglio 2011

Benvenuti nella Tela


C’è nel paese di Aracnia un luogo molto speciale, un posto unico al mondo dove sorge un imponente edificio che gli abitanti del luogo chiamano la Tela.
Ovunque si raccontano delle meraviglie di questo enorme palazzo, della sua superba cupola, delle centinaia di colonne riccamente decorate che la reggono, delle cento e una porte attraverso le quali nella Tela si può accedere.
Cosa sia la Tela, di preciso nessuno lo sa spiegare.
Qualcuno l’ha paragonata ad una immensa biblioteca, e senza dubbio la stessa biblioteca di Alessandria dell’età dell’oro diverebbe pallida al suo confronto.
Per essere precisi, la quantità totale di libri presenti nella Tela non è spropositata, ed invero pochi si recano in essa per leggere un testo dall’inizio alla fine.
La particolarità della Tela è un’altra: qualunque sia il dubbio che attanaglia un visitatore, qualunque sia l’argomento sul quale cerca degli approfondimenti, in quel luogo troverà delle risposte.
Non si tratterrà di veri e propri libri, ma di agili articoli, a volte brevi, a volte più corposi, in grado di soddisfare qualunque curiosità.

Ma la Tela non è una immensa biblioteca, non solo.
Una volta passati per una delle sue cento e una entrate, il visitatore si ritroverà dinnanzi ad un vero e proprio labirinto, una serie di corridoi che danno accesso ad infinite stanze.
Queste stanze sono divise in vari settori: c’è il settore dei divertimenti, quello del leggero chiacchiericcio, c’è un luogo dedicato ad incontri di affari, un altro in cui ragazze disinibite mettono in piedi uno spettacolo alquanto ardito, e così via.
Invero, il settore delle ragazze è il più frequentato dai visitatori della Tela, e quasi tutti vi fanno una sosta (c’è anche chi entra nella Tela solo per loro).

Un altro luogo che si segnala per quantità di visitatori all’interno della Tela è la celebre e rinomata Sala degli Specchi.
Qui i visitatori si siedono dinnanzi a delle pareti che riflettono i loro volti ed entrano in comunicazione con altre persone, a volte lontane, a volte vicine, ed ognuno di loro instaura dei contatti con delle immagini riflesse.
Qui si parla di tutto, si chiacchiera, ci si mette in mostra, si fa la corte, o semplicemente si racconta agli altri come si è trascorsa la giornata.
La Sala degli Specchi è sempre affollata, e la grande maggioranza dei visitatori vi trascorre allegramente il suo tempo libero, dopo aver fatto magari un salto nella sala delle ragazze.

Proseguendo nel nostro giro all’interno della Tela, ci potremmo imbattere nella Sala delle Notizie.
Questa sala, senza dubbio, possiede degli aspetti al limite del sensazionale: qui, chiunque lo volesse potrebbe scoprire tutto quello che succede nel mondo in tempo reale.
Prima ancora che i giornali pubblichino i loro resoconti, prima che le televisioni vi compongano i loro servizi, nella Sala delle Notizie appaiono gli ultimi avvenimenti da ogni parte della terra.

L’ultima sezione che spicca sulle altre, all’interno della Tela, è l’Ala dei Retori.
Questa ala occupa una vasta porzione dell’intero edifico, ed al suo interno è suddivisa in innumerevoli stanze, alcune grandi, altre decisamente di dimensioni assai ridotte; in ognuna di queste stanze trova posto un Retore, ovvero una persona che ritiene di avere qualcosa di interessante da raccontare.
Alcuni parlano molto, altri si esprimono più raramente, e tutti vorrebbero avere un pubblico numeroso che ascolta i loro discorsi.
Di cosa parlano, i retori?

I più tanti trattano di loro stessi; anche quando non lo fanno direttamente, raccontando delle loro qualità e delle loro esperienze, prendono spunto dagli avvenimenti che accadono intorno a loro per poter esprimere in maniera articolata la loro opinione.
Altri vorrebbero sensibilizzare i visitatori su temi che ritengono importanti: c’è chi discute di cucina, chi di politica, chi denuncia complotti, chi sostiene che l’intero genere umano sia vittima di una generale ipnosi di massa.
C’è anche chi dalla sua stanza nella Tela denuncia la pericolosità della Tela stessa, ed il modo in cui le persone al suo interno perdano contatto con tutto quello che succede all’infuori.
Un piccolo paradosso, forse.

Alcuni retori (pochi, in realtà) sono costantemente seguiti da un numeroso pubblico, mentre la maggioranza di loro si esprime dinnanzi ad un limitato numero di persone, a volte affezionati ascoltatori, più spesso casuali passanti.
C’è anche qualche retore che parla da solo, convinto comunque che l’importante sia poter esprimere le proprie idee.

Questo e molto ancora si trova nella Tela, e cercare di dare una definizione esatta di questo maestoso edificio risulterebbe assai complicato.
Potrebbe trattarsi di un luogo in cui si possono imparare molte cose, così come un posto in cui venire a contatto con idee diverse che accrescano la propria apertura mentale nei confronti del mondo esterno.
Ma è anche molto facile perdersi all’interno del suo labirinto, oppure lasciarsi ammaliare dalla Sala degli Specchi e dai suoi simili, dove col tempo si prende l’abitudine a raffrontarsi solo coi riflessi degli altri, dimenticando i veri volti delle persone.
Così come si rischia spesso, ed è un pericolo assai concreto, di scambiare col tempo i riflessi che dentro la Tela si vedono con la realtà a cui rimandano.

 

Alcune istantanee del mondo della Tela:

La sezione ludica della Tela è molto frequentata dai giovanissimi.


Uno dei primi visitatori della Tela.

 


I dottori consigliano ai frequentatori assidui della Tela di non trascurare un’adeguata attività fisica che compensi lo stile di vita sedentario.

Gli assidui frequentatori della Tela spesso vanno incontro al rischio di deterioramento dei loro rapporti personali.


Scorcio della sezione delle ragazze disinibite.


La Sala delle Notizie dà copertura ad avvenimenti non sempre della massima rilevanza.


Un nostalgico frequentatore di una vecchia Sala degli Specchi.


Il direttore della più recente Sala degli Specchi.

 

Diversi retori credono molto nella loro presenza nella Tela.

I retori di maggior successo hanno un pubblico ampio e variegato.


Quadro posto all’ingresso dell’Ala dei Retori.

Secondo uno studio portato a termine da un pool di docenti provenienti dalle più autorevoli università del pianeta, la frequentazione della Tela può condurre ad un mutamento delle proprie abitudini personali.

 

5 Maggio 2011

Fiabe della buonanotte

C’era una volta un principe, era giovane e bello, ed era destinato un giorno ad ereditare il regno più prestigioso di tutta la terra…
… ed alla fine la giovane fanciulla e il principe si sposarono, e il loro matrimonio fu il matrimonio più sontuoso e splendente che si potesse immaginare.

E c’era una volta anche un uomo malvagio, l’uomo più malvagio del mondo, che viveva nascosto tra le grotte delle montagne.
Aveva ordinato di uccidere migliaia di poveri innocenti, ed i suoi fedeli terrorizzavano tutto il mondo…
… finché un giorno un gruppo di giovani eroi, agli ordini del presidente più buono della terra, riuscì a trovare il suo nascondiglio e lo uccise, liberando così il mondo intero dal più grande pericolo che abbia mai corso, e finalmente gli uomini buoni e giusti poterono uscire nelle strade e festeggiare.

Troppo spesso ci si chiede se siano i racconti ad ispirarsi alla realtà o se sia la vita stessa, a volte, a ripercorrere le trame dei romanzi.
Questione ridondante, forse.
Nonostante questo, mai come nella settimana passata si è avuta l’impressione di aver davvero assistito al racconto di una fiaba per bambini, una di quelle in cui sono presenti tutti gli elementi del caso.

E se è vero che i media creano la realtà a loro piacimento, si direbbe che nella settimana appena passata ci abbiano voluto raccontare la fiaba della buonanotte.

“E adesso dormi, ed ogni cosa andrà bene”.

28 Settembre 2010

Mutevoli canoni


Se vuoi essere popolare, non puoi permetterti di essere magra!

In questa pubblicità, risalente ai primi anni settanta, l’attrice Linda Peck racconta di come il suo mestiere sia stressante, e di come la fatica delle sessioni prolungate le facciano alla lunga perdere peso.
Un bel problema, specialmente per un’attrice.
Fortunatamente, per lei e per tutte le ragazze dal fisico troppo esile, c’è Wate On, un magnifico integratore che aiuta ad acquistare dai due ai tre chilogrammi nel giro di poche settimane.
Si tratta di un concentrato di calorie, pensato appositamente per tutte le ragazze che nonostante si sforzino non riescono proprio a metter su peso.

L’integratore in questione veniva ancora pubblicizzato fino alla metà degli anni ottanta, e visto con gli occhi contemporanei, in un epoca in cui l’alta moda idealizza scheletri ricoperti di pelle che barcollano affamati sui tacchi a spillo, rappresenta una vera e propria eresia.

Si tratta in fondo di una piccola curiosità, e qualcuno potrebbe anche aggiungere che è cosa nota il fatto che i canoni estetici cambino nel tempo.
Ma proprio sotto questo aspetto, nel suo piccolo, questa segnalazione curiosa ci dovrebbe portare a chiedere anche come certi cambiamenti avvengano nel tempo.

Nel caso specifico, la figura della donna scheletrica quale nuovo modello di bellezza è affare alquanto recente, che si è imposto culturalmente negli ultimi 20-30 anni.
Curiosamente, oggi come ai tempi di Linda Peck, gli uomini continuano a ritenere più attraente una donna dal fisico curvilineo piuttosto che una di cui si possono contare le costole e prendere le misure delle ossa delle anche.
Eppure, la demoniaca industria della moda e l’infernale universo del fashion e delle riviste femminili (esclusivamente femminili) continuano a proporre una figura di donna innaturale, irraggiungibile e poco sana.
Tale cambiamento dei canoni estetici del fisico femminile non è avvenuto naturalmente, ma è frutto di una politica commerciale ben deliberata (il cantante Elio delle Storie Tese ebbe a dire che si trattava di una enorme cospirazione ordita da stilisti omosessuali che odiano le donne e ne vogliono cancellare la femminilità; per quanto fosse una semplice battuta, occorre aggiungere che paradossalmente fornisce una spiegazione se non altro logica ad un fenomeno per altri versi incomprensibile.)
Ci si potrebbe in fondo chiedere quale sia il motivo per cui un giorno i divulgatori di tendenze abbiano deciso che dovessero indurre le donne a puntare su tale modello.

Ma, andando oltre questo particolare caso, quello che risulta interessante e meritevole di approfondimento è proprio il meccanismo con il quale i mezzi di comunicazione possono influenzare e direzionare, con estrema facilità, la mentalità stessa delle persone.
Quello che è stato fatto con la percezione del fisico delle donne avviene in continuazione con innumerevoli altre nostre convinzioni.
Tutto questo, si potrà obiettare, non rappresenta certo un segreto.
Eppure, non ci si sofferma mai abbastanza nel riflettere su quante e quali delle nostre percezioni siano effettivamente nostre.

22 Aprile 2010

Aquile e formiche

Vista la città dalla collina sembra un gigantesco flipper…


Si ha a volte l’impressione che il mondo raccontato dalla televisione sia un mondo a sé, come tutto quello che ci raggiunge per mezzo del piccolo schermo.
Una sorta di magico universo parallelo, simile ai regni lontani in cui vivevano draghi e principesse, protagonisti di storie fantastiche che davano vita alle fiabe più ispirate.

Sembra che quello che osserviamo nel piccolo schermo venga recepito dalla nostra mente come una sorta di racconto, una serie di avvenimenti che hanno luogo nel regno di molto, molto lontano.
Un racconto che troviamo anche sui libri, nei giornali, nell’intricato pantano della rete.
Ne sentiamo parlare ovunque, ma tutto questo resta pur sempre un racconto.
Ed in effetti, chi ha mai visto coi propri occhi la notte illuminata dalle bombe al fosforo di Fallujia e di Gaza, chi ha mai sentito l’odore di un villaggio afghano bruciato, chi ha mai scambiato due parole con un padre californiano che ha perso la casa in seguito alla crisi del settore immobiliare?

Sono storie che appartengono ad altri, che succedono da qualche parte, forse.
Storie, nient’altro che storie, reali quanto il sonno della bell’addormentata, quanto la disperazione di Cenerentola che corre via dal ballo allo scoccare della mezzanotte.

Perché ci sono le storie, da una parte, e c’è la realtà, dall’altra.
La realtà fatta di un lavoro che non piace ma che tocca portare avanti, la realtà fatta di mutui trentennali e di casse integrazione, di serate in birreria e di ragazze irraggiungibili, di mariti annoiati e di figli stanchi ed assenti.
Ogni uomo ha un suo mondo, chiuso all’interno di una immaginaria circonferenza, stretta o larga che sia, una circonferenza che si estende fino a dove giunge il suo sguardo, il suo olfatto, fin dove vede e percepisce persone reali, che ama o che odia, o che gli sono –più probabilmente – del tutto indifferenti.

E’ naturale che sia così, perché la gravità ci tiene a terra, perché sappiamo riconoscere gli odori delle persone care, perché siamo esseri limitati, in grado di occuparci del nostro orto e della nostra staccionata.
Come le formiche ligie al loro dovere guardiamo il mondo dal basso verso l’alto, cercando di scorgere l’entrata della tana in cui depositare la scorta di cibo che ci portiamo in groppa; abbiamo dei percorsi preferenziali e li seguiamo con scrupolo, incrociamo le altre formiche a noi note e cerchiamo di portare a termine nel miglior modo possibile il nostro compito.
Quello che succede nelle altre valli non ci riguarda più di tanto –potrebbero anche non esistere altre valli.
E comunque sia, tutto questo ha poca importanza, dal momento che abbiamo già il nostro bel carico a cui pensare.
Questa è la visione della formica, la nostra.

Chi si librasse in aria e prendesse il volo vedrebbe un mondo del tutto diverso, fatto di tante valli e di miliardi di formiche, tutte diverse ma simili tra loro, e vedrebbe le macchine nuove ferme nel porto di Long Beach in attesa che tornino appetibili al mercato, vedrebbe il muro che avvolge la Cisgiordania, l’esplosioni in Iraq, Soros che dal suo ufficio studia la situazione finanziaria.
Un’aquila che sovrastasse i cieli potrebbe vedere tutto questo, e forse potrebbe domandarsi se ogni cosa non sia in qualche modo collegata, e se esista qualche possibilità che le grida che arrivano da quell’edifico neoclassico di Wall Street possano influenzare il percorso delle stoiche formichine che scheggiano veloci nel cemento gentile della Brianza.

Due visioni, due mondi, e nessuno è più o meno reale dell’altro.
Ci sono formiche che in una vita di viavai hanno creato una splendida tana ed hanno reso più vivibile la loro valle, senza mai uscire da essa, e ci sono aquile che a forza di sorvolare il pianeta per avere un quadro d’insieme del reale hanno disdegnato il contatto col suolo, finendo così per morire in volo senza aver potuto migliorare nemmeno di una virgola la terra che volevano salvare.

Due visioni e due mondi che a volte si incrociano, una o due volte ogni secolo, come quando un omino giunto al potere chissà come – ma tanto l’importante è che ci sia il pane a tavola – chiama i figli delle formiche alla guerra, e li spedisce a 2.000 chilometri di distanza.
L’aquila forse lo sapeva che sarebbe successo, così come sapeva che i castelli della finanza sono fatti di carta, e che presto o tardi il vento se li porterà via.
Questo sa l’aquila  e molte altre cose, ma una formica può nascere, edificare il suo mondo e morire prima che il vento arrivi e i nodi vengano al pettine.

 

Cilindro, viste laterali e vista dall’alto.