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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
26 Aprile 2008

Mazzini, massoneria, cospirazioni

Gli Illuminati erano repubblicani…

Lettera di Mazzini alle Logge Massoniche ai Fratelli di Sicilia
Lugano, 27 Agosto 1863

Fratelli.
Abbiatevi una stretta di mano da me ed una parola di gratitudine e di augurio.
La stretta di mano è a voi come patrioti dell’Isola iniziatrice.
La parola usata e d’augurio è a voi come Massoni.
Voi avete una importante missione da compiere: quella di restituire la Massoneria all’antico spirito dell’istituzione.
E dico: restituire, perché la Massoneria non fu, nei periodi nella sua potenza, straniera, come poi la fecero, ai destini politici dei popoli.
Fu dall’origine la santificazione del Lavoro.
E il Tempio, simbolo d’ un ordinamento sociale, racchiudeva nel concetto tutta quanta l’attività umana.
Molay cadde vittima d’un re e d’un papa.
Piú dopo, la Massoneria dava parola d’ordine ai suoi: L.P.D. lilia pedibus destinam e distruggeva infatti i gigli di Francia.
Gli Illuminati erano repubblicani.
Fu soltanto nell’epoca del suo decadimento che l’istituzione si ridusse a formola di amicizia e di carità mutua, accogliendo principi nel suo seno.
Il risorgere d’un Popolo è solenne occasione al risorgere dell’istituzione.
E voi lo intendete e lo farete intendere ad altri.
L’Italia Una e Repubblicana deve essere il Tempio dal quale la bandiera che non conosce padroni se non Dio nel cielo e il Popolo in terra, insegnerà amore, fratellanza d’uguali e associazione delle nazioni.
La vostra fede abbraccia tutta quanta l’Umanità.
Ma la Patria è il punto d’appoggio della leva, l’altare dell’Umanità.
Siate dunque Italiani per potere operare colla forza di venticinque milioni di liberi a pro’ dell’intero mondo.
Fate che i vostri non dimentichino nelle forme lo spirito.
Il simbolo senza l’idea è cadavere.
E i massoni del XIX secolo e d’Italia devono essere piú vicini d’un passo alla rivelazione dell’Idea che non quelli dei secoli addietro.

Voi volete gli uomini fratelli; volete dunque che sia abolito il privilegio ereditario governativo.
Il Gran Maestro non è né può essere ereditario.
Voi volete la luce per tutti.
Voi dunque volete abolire il monopolio della luce e della scienza in un solo individuo.
Il Grande Architetto dell’Universo non ha vicarii in terra, se non quelli che piú lavorano col sagrificio all’edificazione del suo Tempio.
Guardate al Papato, e dite se la sua caratteristica è il sagrificio.
Monarchia e Papato adunque sono incompatibili col trionfo della vostra Istituzione.
Non lo dimenticate.
Dio e il Popolo: ecco il vostro simbolo; la vostra parola sacra.
Guidate per mano i vostri adepti ad esso e moltiplicate.

E non vi separate da quanto riguarda i dolori, i bisogni, le aspirazioni dei vostri fratelli profani ancora.
Il miglior metodo d’iniziazione è la comunione con essi.
Abbiatemi fratello nella fede dell’avvenire.

Gius. Mazzini
(Scritti editi e inediti, Edizione Nazionale, LXXVI, Epistolario XLVI, pp. 48-52)
Così si rivolgeva Giuseppe Mazzini, Padre della patria, ai fratelli massoni delle logge siciliane.
Un documento storico di una importanza notevole.
I rapporti tra Mazzini e la massoneria sono noti; secondo il grande Oriente d’Italia Mazzini fu massone e ricoprì anche la carica di Gran Maestro, mentre secondo altri storici la sua affiliazione alla libera muratoria non è ancora provata.
Quel che è certo è che Giuseppe Mazzini condivideva gli scopi e i valori della massoneria, e ad essa guardò sempre con grande simpatia.
In questa lettera rivolgendosi ai fratelli siciliani rievoca il ruolo della massoneria, e ricorda come fu proprio la libera muratoria la protagonista della rivoluzione francese.
Gli storici che sostengono questa posizione attualmente vengono catalogati nel filone del “complottismo”, mentre per Mazzini e i massoni del XIX secolo era una realtà assodata.
Mazzini si spinge oltre, sostenendo che “Gli illuminati erano repubblicani”.
Il riferimento è agli Illuminati di Baviera di Weishaupt, quell’ordine segreto settecentesco che aveva come obiettivo la distruzione dell’ordine sociale esistente, e l’edificazione di un Nuovo Ordine retto dagli iniziati.

Ufficialmente la massoneria odierna disconosce e prende le distanze dalle idee e dall’operato degli illuminati, e dalla loro ideologia indubbiamente luciferiana.
Le parole di Mazzini dimostrano invece chiaramente come ancora nel XIX secolo l’eredità dell’ordine di Weishaupt fosse orgogliosamente rivendicata dai liberi muratori.
Infine, risultano interessanti i riferimenti di Mazzini alla visione “mondiale” della massoneria e dei nuovi stati nazioni che per opera della massoneria stessa stavano sorgendo.
Stati nazione che rappresentavano solamente un primo passo verso una unione più ampia, sovranazionale.
Parole e concetti che risultano alquanto familiari alle nostre orecchie, dal momento che i nostri “rappresentanti democratici” non perdono occasione di ribadirli.
E tutti i vari “capi di stato” che con devozione esaltano la visione e la “religiosità” mazziniana, a quale religiosità si riferiscono?

 

22 Aprile 2008

200 anni in Loggia


MASSONERIA.
In Italia, per i più, basta la parola per evocare un’entità misteriosa, dedita a riti per taluni inquietanti, per altri grotteschi, officiati da personaggi incappucciati di nero e provvisti di grembiulini decorati, impegnata a tessere oscure trame.
Ad alimentare questo ritratto ha contribuito per certi versi la massoneria stessa che, nel corso della sua secolare esistenza, non ha voluto, almeno fino ai tempi più recenti, palesare il proprio volto al grosso pubblico.
A questo si è aggiunto l’ostracismo religioso di parte cattolica: già il 28 aprile 1738, papa Clemente XII promulgava la bolla “In eminenti apostolatus specula” che condannava e scomunicava i massoni.
E nel 1751 Benedetto XIV rincarava la dose.
Con il Risorgimento poi, il progetto unitario e quello di Roma capitale, che vedevano molti massoni tra i protagonisti, l’atteggiamento della Chiesa divenne, se possibile, ancora più radicale.
A oggi i suoi pronunciamenti sulla massoneria sono in totale 586, e uno dei più recenti, datato 26 novembre 1983, porta la firma dell’allora cardinale Joseph Ratzinger.
[…]
L’Ottocento è stato, per molti versi, almeno in Italia, il secolo della massoneria: a essa aderirono intellettuali del contributo della massoneria al Risorgimento: di fatto sarebbe storicamente più corretto parlare del contributo di (tantissimi) singoli massoni al progetto risorgimentale, con presenza significativa in organizzazioni come la Carboneria.
Furono massoni Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, entrambi poi destinati a diventare Gran Maestro.
Non lo era Camillo Benso conte di Cavour, gran tessitore dell’indipendenza del Paese, ma fu lui, il 20 dicembre 1859, a promuovere a Torino il Grande Oriente Italiano, organizzazione destinata a rappresentare l’embrione di una nuova struttura nazionale, il Grande Oriente d’Italia.
Lo erano Costantino Nigra, Massimo D’Azeglio, Bettino Ricasoli.
Erano guidati dal massone Alfonso La Marmora i bersaglieri che, sfondando a Porta Pia, siglarono la presa di Roma il 20 settembre 1870.
Per circa cinquant’anni in parlamento sia i principali esponenti della Destra che quelli della Sinistra furono massoni.
Un grande ruolo, dunque.
Ma proprio per questo la commistione con questioni di natura specificamente politica, che poco avevano a che vedere con i principi di elevamento spirituale e morale che stavano all’origine della massoneria, finì per produrre contrasti.
E così nel 1908 si consumò la scissione.

Alla sua base ci fu il rifiuto di molti deputati massoni di seguire le indicazioni del Grande Oriente, durante le votazioni in aula di una legge di impostazione laicista sull’istruzione religiosa nella scuola pubblica: moltissimi Maestri Venerabili non vollero adeguarsi agli ordini del Gran Maestro e, in nome della libertà di coscienza, fondarono successivamente, nel 1910, la Gran Loggia d’Italia.
Alla vigilia della Prima guerra mondiale, comunque, entrambe le Obbedienze massoniche ebbero un atteggiamento sostanzialmente favorevole all’intervento.
In seguito, massoni sarebbero poi stati parecchi esponenti dello squadrismo fascista che, nel 1922, organizzarono la marcia su Roma, da Italo Balbo a Giuseppe Bottai, da Achille Starace a Roberto Farinacci.
Ciò tuttavia non impedì a Benito Mussolini, antimassone fin dai tempi della sua militanza nel Partito socialista, di mettere fuori legge entrambe le Obbedienze nel 1925.
Con la fine del fascismo, dopo la Seconda guerra mondiale la massoneria è rifiorita un’altra volta.
L’episodio più significativo del passato recente è conosciuto come “scandalo della P2”: investì negli anni Ottanta soltanto il Grande Oriente d’Italia, ma finì, agli occhi della pubblica opinione, con gettare ombre sull’intera massoneria.
La vicenda aveva in effetti origini remote: già nell’Ottocento s’era manifestata l’esigenza di costituire una Loggia per quei massoni cui, per la loro posizione nella società, doveva essere offerta una possibilità di riservatezza, sia all’esterno che all’interno della stessa istituzione.
Venne così costituita la Loggia “Propaganda Massonica”, conosciuta anche con il nome abbreviato di “P2”, che accolse personaggi come Giosuè Carducci, premio Nobel per la letteratura nel 1906 e non a caso Inno a Satana (non a caso… N.d.S.), il filosofo Giovanni Bovio, Aurelio Saffi, Agostino Depretis, Francesco Crispi.

La “P2” era poi sopravvissuta alla Seconda guerra mondiale come “Loggia di prestigio”.
L’inizio della sua metamorfosi in senso negativo corrispose, sul finire degli anni Sessanta, con l’ascesa di un suo iscritto, Licio Gelli, il quale, grazie anche a meccanismi burocratici interni, riuscì a diventare Maestro Venerabile, trasformando la “P2” in un suo club privato, finalizzato ad attività illecite soprattutto in campo finanziario e politico, con il reclutamento di personaggi eminenti del governo, del parlamento, delle forze armate, dei servizi segreti, della finanza e dell’industria, del mondo della comunicazione.
Nel 1981 il Grande Oriente d’Italia ha espulso Gelli, e la sentenza definitiva dell’autorità giudiziaria lo ha condannato, escludendo però l’accusa di cospirazione politica.

Articolo apparso sul numero di Gennaio 2006 della rivista massonica Erasmo, pubblicazione ufficiale del Grande Oriente d’Italia.
Fornisce numerose interessanti informazioni sulla massoneria italiana, informazioni “di prima mano”.

4 Aprile 2008

Il piano originale

…Primo punto: rovinare le nuove generazioni facendoli puntare solo su ‘e suord, a fessa e il calcio…


Un grande Corrado Guzzanti in versione massone, in uno dei suoi personaggi più riusciti.
21 Ottobre 2007

L'altra religione

“Pensiamo che è opportuno, importante educarsi al valore della libertà, al valore della democrazia.
Quindi andiamo a rivisitare queste scuole, queste scuole disastrate dove l’educazione civica non si insegna, dove in fondo si pensa che educare un essere umano a diventare cittadino sia un perdita di tempo… meglio l’ora di religione.
Ma io dico che c’è un’ altra religione!
C’è la religione civile! La religione degli italiani! La religione dei cittadini!”

Avv. Gustavo Raffi, Ven.mo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia


Leviatano
: La traslitterazione di una parola ebraica, di incerto significato. In Sal 104:26 è chiaramente un (grande) animale del mare. È usata in senso metaforico di nazioni o re potenti in Sal 74:14 (Egitto), Is 27:1 (Assiria e Babilonia) e Ez 29:3-5 (Egitto).

Il Leviatano è il nome di un terribile mostro marino citato nella Bibbia.
Il filosofo Thomas Hobbes userà questo nome per dare il titolo a un celebre trattato (Londra 1651) di filosofia politica, in cui viene giustificato lo Stato assoluto. Il potere dello Stato è infatti paragonato alla forza del terribile mostro descritto da Giobbe, ed è necessario per mantenere la pace e la convivenza tra gli uomini.

 

I dont have to sell my soul
He’s already in me
I dont need to sell my soul
He’s already in me
I wanna be adored
I wanna be adored
Adored…

17 Settembre 2007

Struttura delle Società Segrete


Tratto dal libro: “Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia
Sia il martinista Pierre Mariel, conoscitore indubbio della materia, il nostro Virgilio nel faticoso peregrinare per terre così inospitali.
La classificazione delle società segrete che egli introduce è classica:

– Società segrete inferiori, conosciute dal pubblico, come i primi tre gradi della massoneria, detti azzurri, o i cerchi esterni della Società Teosofica.
Il reclutamento avviene per cooptazione: si tratta perlopiù di gente in buona fede, profondamente convinta di un ideale religioso, filosofico o politico.
I nuovi iscritti vengono studiati e, “se non dimostrano di essere adatti, vengono avviati verso “binari morti”.
Altrimenti vengono orientati verso la seconda categoria di società segrete. […]

– Società segrete intermedie o di quadri.
Veramente segrete, i cui membri sono sconosciuti ai membri delle società segrete di base.
“Il nuovo iscritto è scelto d’autorità.
Un rifiuto da parte sua lo esporrebbe a sanzioni imprevedibili; egli deve, ormai, obbedire perinde ac cadaver (= fino alla morte, divisa gesuitica, N.d.R.) [ … ] la minima indiscrezione, la minima imprudenza sarebbero punite in modo radicale.
Queste società di quadri modificano, secondo le circostanze, i propri nomi, e perfino le proprie strutture.
Perciò non vengono scoperte se non dopo la loro scomparsa o metamorfosi.
Proprio come gli Illuminati di Baviera…
“Questi gruppi lasciano alla minutaglia delle società segrete inferiori le vane attrattive delle ideologie sentimentali.
Si considerano realisti e […] al di là del Bene e del Male […], controllano i meccanismi più importanti degli Stati, così come i grandi organismi mondiali politici ed economici […].
Ma queste associazioni, più che comandare, eseguono.
L’elaborazione del piano spetta alle società segrete di terzo grado.

– Le società segrete superiori che sono completamente sconosciute, ignorate dalle società segrete inferiori e “per le società intermedie costituiscono un soggetto tabù”.
“[…]
Questo stato maggiore internazionale è composto soltanto da un esiguo numero di iniziati […], alcuni di loro vivono, clandestinamente, un’esistenza ritirata, ascetica: nessuno sospetta la loro influenza o addirittura la loro identità.
Tutti questi adepti hanno poteri immensi.
Sembra che siano animati unicamente dalla volontà di potenza o – chi sa? – dalla fede in una missione universale […].
Le società segrete superiori lavorano con le “forze irrazionali che, con una certa approssimazione, si chiamano magia, occultismo […].
Esse lasciano ai profani (o agli sciocchi) le caricature di queste forze formidabili.
Liberandosi da ogni sentimentalismo, hanno separato il buon grano dal loglio, cioè la superstizione dalla realtà”.

Articolo completo

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“Ricorderemo ancora, senza insistervi oltre misura, un altro significato di carattere più particolare […]: l’utilizzazione, per farle concorrere alla realizzazione dello stesso piano d’insieme, di organizzazioni esteriori, inconsapevoli come tali di questo piano, e apparentemente opposte le une alle altre, sotto una direzione “invisibile” unica, la quale è – essa – al di là di tutte le opposizioni.
[…]. In se stesse le opposizioni, per l’azione disordinata che generano, costituiscono di fatto una specie di “caos” (assumendolo in qualche modo come la “materia” su cui si esercita l’azione dello “spirito” rappresentato dalle organizzazioni iniziatiche dalla natura più elevata e più “interiore”) alla realizzazione dell’ordine” generale […]. Perché le cose siano effettivamente così, occorre che ciò che presiede all’ordine” adempia, nei confronti del mondo esteriore, la funzione di “motore immobile”

René Guénon