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¿te quedarás, mi pesadilla
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-o- Too late to die young -o-
9 Maggio 2009

L'occhio del Colorado

..Nulla senza il volere di Dio…


Dopo tanto parlare di Denver, mi stavo quasi dimenticando del “sigillo” dello stato del Colorado, di cui Denver è capitale.
“Nulla senza il volere di Dio”, e chissà di quale Dio si parla.
Forse quel bizzarro occhio vuole suggerirci qualcosa.
Ed anche il fascio littorio sul quale l’occhio risplende è parecchio curioso.
Sembra quasi che lo facciano apposta per dare lavoro ai teorici della cospirazione.

3 Maggio 2009

Le strade che portano a Denver

L’aeroporto di Denver


Nel 1978 Stephen King pubblicò il romanzo “L’ombra dello Scorpione”, The Stand nella versione originale.

La Storia raccontata da King inizia con la morte del 99% della popolazione americana  causata  dalla diffusione di un virus mortale, sfuggito di controllo da un laboratorio in cui si stava sperimentando una nuova arma biologica.
Nel romanzo, il virus – una mutazione del virus dell’influenza – si espande rapidamente, e altrettanto rapidamente la pandemia decima la popolazione mondiale.
Vengono quindi descritte le peripezie dei pochissimi sopravvissuti, misteriosamente immuni  al virus, che in mezzo ad un paesaggio spettrale tentano di ricominciare a vivere.
Molti di questi sopravvissuti condivideranno una visione, l’immagine di una anziana di colore che li richiama al suo cospetto.
Attorno all’anziana donna si riuniranno quindi gran parte dei sopravvissuti, e sotto la sua guida carismatica fonderanno una nuova società democratica, a Boulder, in Colorado.
Nei  pressi di Denver.
Il Colorado diviene così la terra libera, il luogo dove la civiltà rinasce, mentre contemporaneamente a Las Vegas il diabolico Randall Flagg raccoglie attorno a sé altri sopravvissuti e organizza una società tirannica destinata a scontrarsi con la celestiale Boulder.

La Marvel ha recentemente pubblicato una trasposizione del romanzo The Stand a fumetti.

Il Colorado fu per secoli terra di caccia degli Arapaho e dei Cheyenne, finchè nel 1859 vi giunsero i primi cercatori d’oro, che intuendo le potenzialità del luogo vi fondarono la città di Denver, destinata a divenire nel tempo il punto di contatto tra l’est e l’ovest degli Stati Uniti, tra il nord ed il sud.
Denver è detta la Mile-High City, poiché la sua altitudine sul livello del mare corrisponde a 1609 metri, ovvero un miglio.
Situata ai piedi delle montagne rocciose, Denver domina le grandi pianure rivolte ad occidente; distante dalle coste, nel cuore della nazione, l’area di Denver rappresenta uno dei punti strategici più importanti degli Stati Uniti.

 


Questa zona  degli Stati Uniti pare richiami nell’immaginario collettivo Americano l’idea di rifugio a seguito di scenari apocalittici.
Nella popolare serie televisiva Jericho, ambientata in una America in preda alla guerra civile a seguito di alcuni attentati nucleari all’interno dei confini degli Stati Uniti, il governo della nuova federazione nata  dopo gli sconvolgimenti ha sede a Cheyenne, cittadina del Wyoming situata ai confini con il Colorado, sempre a ridosso delle montagne rocciose e a pochi chilometri a nord di Denver.
Ancora più recentemente, il quotidiano inglese Telegraph ha pubblicato un romanzo a puntate che ha inizio con un attentato nucleare che colpisce Londra ed alcune città americane.

Dopo il prevedibile caos che segue, gli Stati Uniti si uniscono al Canada ed al Messico, dando vita ad una nuova entità chiamata Unione del Nord America, con capitale, ovviamente, Denver.
L’aeroporto di Denver viene addirittura usato quale centro di detenzione per gli ex governanti epurati.


L’aeroporto di Denver in Operazione Blackjack, pubblicato dal Telegraph


L’area di Denver non riveste una importanza strategica solo nelle opere di fantasia.

Occorre infatti ricordare che la sede principale del Norad, il comando di difesa aerospaziale degli Stati Uniti, ha sede nella Cheyenne Mountain, che si erge proprio a sud di Denver.
Il Norad coordina le forze aeree militari degli Stati Uniti e del Canada, ed è la più potente struttura militare difensiva dell’intero pianeta.
La centralità di Denver a livello direzionale è confermata anche dall’elevato numero di impiegati federali risedenti nella città, una presenza seconda solo a quella del distretto della capitale Washington.
Un’importanza ribadita dallo stesso aeroporto di Denver, il più grande aeroporto costruito negli Stati Uniti negli ultimi 25 anni, un’opera faraonica e del tutto spropositata.

Costato quasi 5 miliardi di dollari, sorge in una posizione assai scomoda che ne preclude in parte la funzionalità: a 30 miglia dal centro di Denver, situato sulla sommità di un altopiano battuto spesso da forti venti,  la sua ubicazione pare frutto di una scelta affrettata e poco ponderata.
Ma così non è.

L’aeroporto di Denver, con la sua caratteristica planimetria a forma di svastica.

Al contrario, quella posizione fu fortemente voluta dai committenti, tanto che per livellare adeguatamente il suolo affinché l’edificazione fosse possibile,  non fu ritenuto un problema lo spostamento di circa 85 milioni di metri cubi di terra.
Una quantità corrispondente a circa un terzo di quella rimossa nel corso dell’apertura dello stretto di Panama.
Un fatto che sicuramente conferma che vi era un motivo ben preciso per la costruzione di quell’aeroporto, proprio in quel luogo.
Forse davvero Denver si prepara a divenire la capitale di un mondo nuovo.

Denver ed il territorio circostante, con in evidenza i luoghi citati nell’articolo

 

2 Maggio 2009

Verso Denver

going to Denver, coming soon.
28 Aprile 2009

La danza di Denver

The Dancers, di Jonathan Borofsky, Denver

Danza della Morte, Hans Holbein

26 Aprile 2009

Il Cavallo dell'Apocalisse a guardia dell'Aeroporto di Denver

Guardai e vidi un cavallo pallido; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte; e gli veniva dietro l’Ades

L’aeroporto di Denver è uno degli edifici più singolari del pianeta, con i suoi celebri ed inquietanti murales e la sua planimetria decisamente significativa.
La sua intera struttura può essere assimilata ad un grande tempio inneggiante al Nuovo Ordine Mondiale, dal momento che le rappresentazioni che si trovano al suo interno non lasciano molto spazio ad eventuali dubbi.
Ma gli aspetti particolari dell’ aeroporto non si limitano a questi elementi: all’interno dell’area del complesso trova infatti spazio anche un’altra opera dal carattere originale.
Si tratta dell’imponente Mustang, che domina l’area adiacente all’edificio.

Il Mustang, detto anche Blu Horse, è una scultura  alta circa 12 metri raffigurante un cavallo scheletrico anatomicamente perfetto e sollevato sulle zampe posteriori, commissionata dall’aeroporto di Denver all’artista messicano Louis Himenez.
Himenez morì nel 2006, poco prima di terminare la sua opera, schiacciato dalla testa dello stesso cavallo staccatasi dalla sua base.
Questo episodio fu solo il primo a contribuire alla fama sinistra di cui il Mustang gode.
La sua presenza infatti provoca grande turbamento alla maggioranza dei viaggiatori che si recano all’aeroporto, e di notte la visione appare ancora più spettrale a causa degli occhi rossi al neon del cavallo che brillano nell’oscurità.


I cittadini di Denver hanno soprannominato la scultura il cavallo pallido o il cavallo dell’apocalisse, poiché la sua presenza ricorda l’animale cavalcato dal quarto cavaliere, quello della morte, così come descritto nella Rivelazione di San Giovanni.
Significativo anche il fatto che alcuni  bambini che vedono la statua per la prima volta chiedono ai propri genitori se si tratti del cavallo di Satana.

Da quando nel 2007 l’opera è stata posizionata all’esterno dell’aeroporto, migliaia di cittadini hanno partecipato ad una raccolta firme per chiedere lo spostamento del Mustang in altro luogo, ma i responsabili del comune di Denver hanno risposto che la statua non potrà essere rimossa prima del 2013, non dando ulteriori spiegazioni.

Il Cavallo Pallido con l’aeroporto di Denver sullo sfondo