L’aeroporto di Denver
Nel 1978 Stephen King pubblicò il romanzo “L’ombra dello Scorpione”, The Stand nella versione originale.
La Storia raccontata da King inizia con la morte del 99% della popolazione americana causata dalla diffusione di un virus mortale, sfuggito di controllo da un laboratorio in cui si stava sperimentando una nuova arma biologica.
Nel romanzo, il virus – una mutazione del virus dell’influenza – si espande rapidamente, e altrettanto rapidamente la pandemia decima la popolazione mondiale.
Vengono quindi descritte le peripezie dei pochissimi sopravvissuti, misteriosamente immuni al virus, che in mezzo ad un paesaggio spettrale tentano di ricominciare a vivere.
Molti di questi sopravvissuti condivideranno una visione, l’immagine di una anziana di colore che li richiama al suo cospetto.
Attorno all’anziana donna si riuniranno quindi gran parte dei sopravvissuti, e sotto la sua guida carismatica fonderanno una nuova società democratica, a Boulder, in Colorado.
Nei pressi di Denver.
Il Colorado diviene così la terra libera, il luogo dove la civiltà rinasce, mentre contemporaneamente a Las Vegas il diabolico Randall Flagg raccoglie attorno a sé altri sopravvissuti e organizza una società tirannica destinata a scontrarsi con la celestiale Boulder.
La Marvel ha recentemente pubblicato una trasposizione del romanzo The Stand a fumetti.
Il Colorado fu per secoli terra di caccia degli Arapaho e dei Cheyenne, finchè nel 1859 vi giunsero i primi cercatori d’oro, che intuendo le potenzialità del luogo vi fondarono la città di Denver, destinata a divenire nel tempo il punto di contatto tra l’est e l’ovest degli Stati Uniti, tra il nord ed il sud.
Denver è detta la Mile-High City, poiché la sua altitudine sul livello del mare corrisponde a 1609 metri, ovvero un miglio.
Situata ai piedi delle montagne rocciose, Denver domina le grandi pianure rivolte ad occidente; distante dalle coste, nel cuore della nazione, l’area di Denver rappresenta uno dei punti strategici più importanti degli Stati Uniti.
Questa zona degli Stati Uniti pare richiami nell’immaginario collettivo Americano l’idea di rifugio a seguito di scenari apocalittici.
Nella popolare serie televisiva Jericho, ambientata in una America in preda alla guerra civile a seguito di alcuni attentati nucleari all’interno dei confini degli Stati Uniti, il governo della nuova federazione nata dopo gli sconvolgimenti ha sede a Cheyenne, cittadina del Wyoming situata ai confini con il Colorado, sempre a ridosso delle montagne rocciose e a pochi chilometri a nord di Denver.
Ancora più recentemente, il quotidiano inglese Telegraph ha pubblicato un romanzo a puntate che ha inizio con un attentato nucleare che colpisce Londra ed alcune città americane.
Dopo il prevedibile caos che segue, gli Stati Uniti si uniscono al Canada ed al Messico, dando vita ad una nuova entità chiamata Unione del Nord America, con capitale, ovviamente, Denver.
L’aeroporto di Denver viene addirittura usato quale centro di detenzione per gli ex governanti epurati.
L’aeroporto di Denver in Operazione Blackjack, pubblicato dal Telegraph
L’area di Denver non riveste una importanza strategica solo nelle opere di fantasia.
Occorre infatti ricordare che la sede principale del Norad, il comando di difesa aerospaziale degli Stati Uniti, ha sede nella Cheyenne Mountain, che si erge proprio a sud di Denver.
Il Norad coordina le forze aeree militari degli Stati Uniti e del Canada, ed è la più potente struttura militare difensiva dell’intero pianeta.
La centralità di Denver a livello direzionale è confermata anche dall’elevato numero di impiegati federali risedenti nella città, una presenza seconda solo a quella del distretto della capitale Washington.
Un’importanza ribadita dallo stesso aeroporto di Denver, il più grande aeroporto costruito negli Stati Uniti negli ultimi 25 anni, un’opera faraonica e del tutto spropositata.
Costato quasi 5 miliardi di dollari, sorge in una posizione assai scomoda che ne preclude in parte la funzionalità: a 30 miglia dal centro di Denver, situato sulla sommità di un altopiano battuto spesso da forti venti, la sua ubicazione pare frutto di una scelta affrettata e poco ponderata.
Ma così non è.
L’aeroporto di Denver, con la sua caratteristica planimetria a forma di svastica.
Al contrario, quella posizione fu fortemente voluta dai committenti, tanto che per livellare adeguatamente il suolo affinché l’edificazione fosse possibile, non fu ritenuto un problema lo spostamento di circa 85 milioni di metri cubi di terra.
Una quantità corrispondente a circa un terzo di quella rimossa nel corso dell’apertura dello stretto di Panama.
Un fatto che sicuramente conferma che vi era un motivo ben preciso per la costruzione di quell’aeroporto, proprio in quel luogo.
Forse davvero Denver si prepara a divenire la capitale di un mondo nuovo.
Denver ed il territorio circostante, con in evidenza i luoghi citati nell’articolo
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