Benvenuti.
Qui si parla di miti, simboli,
storia e metastoria,
mondi vecchi e mondi nuovi,
e di cospirazioni
che attraversano i secoli.
Qui si scruta l'abisso,
e non si abbandona mai
la fiaccola.
Ho già confessato in passato la simpatia che nutro nei confronti dei felini, ma il gatto protagonista di questo filmato è diventato per me un esempio da seguire, un maestro da osservare in rispettoso silenzio nella speranza di assimilarne i preziosi insegnamenti.
E’ una grande lezione quella che ci offre, ci indica la via sul come affrontare le pressioni che ci circondano in questo mondo.
Le forze dell’ordine sanno che una delle tecniche più efficaci nel portare a termine un interrogatorio è quella di trasmettere al sospettato dei segnali contrastanti.
Nella pratica, si alterna un atteggiamento severo ed accusatorio ad uno più gentile ed accomodante, si passa dalle accuse espresse con violenza a parole comprensive ed amichevoli.
Si tratta della classica tecnica del “poliziotto buono e del poliziotto cattivo”, come più volte è stata raccontata, in maniera assai semplificata, nei romanzi e nei film polizieschi.Nelle situazione di profondo stress, infatti, ciò che manda in estrema difficoltà la mente è la ricezione di segnali contrastanti.
Trovandosi davanti ad una situazione di difficoltà, il cervello tenta di analizzare la situazione per poter elaborare una risposta adeguata, ma se le informazioni che giungono dall’esterno si contraddicono la mente stessa non è in grado di operare con lucidità, e diviene del tutto vulnerabile.
Se il sospettato, ad esempio, si trovasse di fronte degli agenti severi ed ostili, potrebbe, con un grande sforzo di volontà, adeguarsi al loro comportamento e prepararsi psicologicamente ai loro attacchi.
Ma se il comportamento dei suoi accusatori cambia in continuazione, passando da ostile a gentile, le sue difese crolleranno velocemente, dal momento che la sua mente non è più in grado di preparare un meccanismo di autodifesa coerente.
La tecnica dei segnali contrastanti mi è tornata in mente in questi ultimi giorni a proposito dell’influenza ex suina.
Osservando i telegiornali di questo periodo, infatti, si ha quasi l’impressione che nell’informare la popolazione a riguardo i giornalisti abbiano deciso di utilizzare proprio tale tecnica.
Lo schema in cui vengono date le notizie ha in sé qualcosa di estremamente schizofrenico: il telegiornale inizia solitamente annunciando nei titoli l’ennesimo morto causa influenza A, mentre all’interno del servizio si scopre sempre che la persona deceduta soffriva di altri e ben peggiori malanni.
In seguito si mostrano immagini di personale medico e di individui vari con mascherine, si parla dei pronti soccorsi presi d’assalto e subito dopo si manda in onda una dichiarazione del vice ministro Fazio che afferma che il tasso di mortalità dell’influenza A è assai minore di quello di una comune influenza.
Qualcuno poi ricorda che ogni anno in Italia le morti per una banale influenza stagionale sono migliaia, a fronte delle poche decine di decessi causati dall’influenza A, e subito dopo parte l’intervista al luminare di turno che consiglia vivamente la vaccinazione, specialmente per i bambini e le donne in cinta.
Quello che emerge alla fine è una sensazione di totale incertezza, dopo aver ricevuto una serie di segnali angoscianti alternati a discorsi rassicuranti, e resta da chiedersi se tutto questo sia causato dall’incompetenza e dall’incoscienza dei giornalisti oppure se non vi sia una volontà precisa nel creare confusione nelle menti dei telespettatori.
Non esser troppo scrupoloso né saggio oltre misura. Perché vuoi rovinarti? Non esser troppo malvagio e non essere stolto. Perché vuoi morire innanzi tempo?
Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: «Voglio essere saggio!», ma la sapienza è lontana da me!
Ciò che è stato è lontano e profondo, profondo: chi lo può raggiungere?
Mi son applicato di nuovo a conoscere e indagare e cercare la sapienza e il perché delle cose e a conoscere che la malvagità è follia e la stoltezza pazzia.
Vi è una sorte unica per tutti, per il giusto e l’empio, per il puro e l’impuro, per chi offre sacrifici e per chi non li offre, per il buono e per il malvagio, per chi giura e per chi teme di giurare. Và, mangia con gioia il tuo pane, bevi il tuo vino con cuore lieto, perché Dio ha già gradito le tue opere.
In ogni tempo le tue vesti siano bianche e il profumo non manchi sul tuo capo.
Chiunque tu sia
infedele,
idolatra o pagano,
vieni.
La nostra casa non è un luogo
di disperazione.
Anche se hai violato cento volte
un giuramento,
vieni lo stesso.
May the road rise
to meet you.
May the wind be always
at your back.
May the sun shine warm
upon your face.
And rains fall soft
upon your fields.
And until we meet again,
May God hold you
in the hollow of His hand.
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