
Coloro che hanno costruito la città di Milano hanno fatto in modo che gli edifici e le strade si potessero mimetizzare col suo cielo.
Grigie strade ai piedi di grigi palazzoni, sotto un grigio cielo.
Ed anche la nebbia ha vagato a lungo prima di trovare in Milano la sua giusta dimora.
E come può, alla lunga, questo grigio non entrare dentro anche alle persone che sotto quei cieli si muovono, su quelle strade corrono, dentro quei palazzoni mangiano e dormono, che il tempo è quello che è.
A Londra.
A New York.
In città.
Lo spazio antropico. Posso dire che sia uno dei due o tre miei argomenti preferiti, non tanto di discussione, ma di esplorazione. Penso – brevemente – che l’urbanizzazione come si è affermata nel ventesimo secolo, sia un fenomeno mostruoso al pari della concentrazione finanziaria, e che sia un fenomeno intenzionalmente prodotto come l’inflazione monetaria. Se si esplora bene l’argomento antropico, salta agli occhi che NON C’E’ NESSUN BISOGNO che così TANTI uomini, sulla terra, abitino in modo così stretto gli stessi spazi… (Anche in Grecia per esempio, la conurbazione di Atene non ha alcun senso). Queste nostre città sono un’invenzione, non una necessità. Come la Borsa e la Cartamoneta.
Atene è stata una follia.A metà dell’ottocento contava dai 10.000 ai 30.000 abitanti.
Ora nel suo agglomerato vivono circa 4 milioni di persone, e la Grecia intera ne conta 10 milioni.
Una follia.
Eppure, è stato un modello di sviluppo voluto e perseguito, dritti verso il disastro.
mi vien mente un film di Totò , che mi fa sorridere :-),
purtroppo è aggosciante il grigio, che copre città e l’anima,
ma sopa , il sole splende ugualmente,
e il calore umano non si spenge nella nebbia…
ma cè da dire, che architetti d’oggi pensano da ricavare tanti guadagni,
e sono blendati quando passeggiano nei centri storici…..
un caro saluto e
buon fine settimana!
Cielo grigio, ma non è il grigio avvolgente ed ossianico delle nebbie naturali, ma il grigio cadaverico e livido creato dagliaerei chimici…
Ciao
Zret
Per chi come me, ad ogni mattino, si è svegliato per anni con la finestra che dava sul tristemente famoso “serpentone” di Corviale a Roma, robe del genere non sono una novità.
E’ la folle ricerca dell’assoluto, di innalzarsi fino a toccare il cielo del loro Dio, dove al confine ideale di un orizzonte ed un sole che ne illumina i limiti si contrappone la “verticalità” senza punti di riferimento.
Sentite condolianze alla civiltà tutta.
Gustatevi il video
http://video.google.com/videoplay?docid=-8375329710337079120&hl=it
ciao
Salvatore
Ciao Havedream, personalmente di fronte al Corviale sono sempre rimasto incredulo.
Mi pare una autentica follia, ed ancora non riesco a comprendere con quale coraggio e con quale spregiudicatezza sia stato possibile edificare una simile calamità.
E’ un pensiero utopico, o meglio distopico che prende forma, del tutto indifferente all’essere umano che vi andrà ad abitare, che in quello spazio dovrà vivere.
Ma il problema nasce nel momento in cui l’essere umano è visto come una macchina con delle esigenze da soddisfare.
Un pensiero ereditato dai primi teorici del modernismo dell’inizio del XX secolo.
E’ un argomento enorme…
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Qualquna, una prima domanda che chi si occupa di architettura si dovrebbe porre è perchè le persone quando hanno un pomeriggio libero lo passano al “centro storico”, e fuggono dalle “periferie moderne” come si fugge da una malattia.
A presto
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Zret, è come dici.
Ed ormai la visione di un cielo blu, di un blu vero, diviene un evento eccezionale.
Pochi giorni all’anno.
E li ci si accorge di cosa ci stanno rubando.
Blessed be
io la nebbia a Milano non la vedo da un po’…
In effetti gli apprendisti stregoni dei cieli hanno ulteriormente incupito il cielo e diradato la nebbia, negli ultimi anni.
D’incredibile effetto la metafora (in realtà pura verità) di come l’ambiente condizioni le persone…davvero bello e malinconico questo post..
Un caro saluto
Giacomo
Ciao Giacomo
purtroppo il grigio è un colore reale.
A presto.
…forse perché sono allucinata, io vedo bianche yurte,ger, dappertutto, quelle che fanno diventare il cielo blu, anche quando é grigio. La ruota centrale del soffitto é un sole in legno/luce, soffitto sostenuto dai suoi raggi e dall’apertura centrale , chanirak,esce il fumo della stufa piazzata in corrispondenza al suolo, in mezzo alla ger, fuoco, centro del mondo albero sacro che sprigiona la vita-fuoco-luce e con il quale si dialoga con l’invisibile. I ‘muri’ sono in feltro di yack e montone; lana battuta e trasformata per diventare nuvola di sogno eterno, tappezzante pareti delle praterie celesti delle steppe che rachiudono gli umori del clima, pioggia neve sole vento, ma soprattutto i messaggi-essenza della spiritualità sudata a calde e fredde lacrime di sacrificio che oltrepassano la barriera del tempo, e vivono nell’altra realtà, fotografia luminosa del Suo amore. Chanirak buk boleçiniz, bossara berik boleçiniz!!!( che il tuo chanirak sia alto, che i pilastri della tua porta siano forti e potenti, cioé che i due punti d’entrata della tua yurta, siano nel migliore stato possibile per comunicare con Dio.) ciao! jam
Sentendo questo video ho l’impressione che il grigio sia entrato anche nella musica. La chiamano gotica, ma io del gotico ho un’altra idea.
Ciao Carlo, a presto
mi viene in mente metropolis di georg grosz, sebbene i colori siano tutt’altro che grigi…
un saluto :-)
Jam, dove vivi tu è più facile per le persone essere azzurre dentro :-)
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Enza, trattasi dei Theatre of Tragedy nel lor periodo industrial-gothic.
Ho scelto questa canzone perchè mi pare esprima assai bene il ritmo metropolitano.
A presto :-)
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Ciao Ceci
Metropolis era visionaria, però vi erano delle intuizioni notevoli.
E’ curioso perchè a volte sembra che le siano le creazioni reali ad inseguire le visioni dell’arte, e non il contrario.
Blessed be
Bello questo scambio musicale ;)
Grazie :)
Prima o poi posterò qualcosa dei Theatre of Tragedy del loro periodo Melodic-doom- Gothic e allora sarò curioso di sentire il tuo parere :-)
Blessed be
Aspetto con curiosità :)
Buon lunedì!