Rancho Cumanonga, California. Lotti abbandonati a seguito della crisi del settore immobiliare
Hefei, provincia di Hanui, Cina. Giovani in cerca di occupazione presso un centro di collocamento.
20 milioni di cinesi hanno perso il proprio lavoro negli ultimi mesi.Las Vegas, Nevada. Tour organizzati per prendere visione delle case messe all’asta a seguito dell’impossibilità dei proprietari di onorare il mutuo.
Una cessione al re
Quindi in tutto il mondo ci sono code di laureati disoccupati, paesaggi puntellati di case costruite a metà e industrie automobilistiche tenute in piedi a colpi di soldi pubblici che chiudono.
Be’, in Italia è così da vent’anni e non ci siamo mai sognti di lamentarci come fanno questi qui. Che lagna questi stranieri :-)
Giorgio
Messier: non fa un piega :-)
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Giorgio, dici che è per questo che Berlusconi continua a ripetere che noi siamo meglio attrezzati per la crisi?
Della serie:
“Sta per andare tutto a peripatetiche? e allora? per noi nulla di nuovo”
E’ un ragionamento che ha una sua valenza di fondo…
Blessed be
bellissima quella di Messier. Purtroppo tanto vera.
mi rendo conto che sono immagini inquitanti …ma la foto con le migliaia di Suv mi fa un effetto diverso rusoetto alle altre, per certi versi mi scopro contenta, a vedere simili cimiteri di quelle auto nuove…
Anche per me la preferita è la foto delle auto.Che cosa vuol dire “una cessione al re” per piacere ?
tutto questo lascia un senso di abbandono, molto amaro in bocca
e un vuoto negli occhi…
è come veder retrocedere il progresso…in attesa del deserto.
resteranno un uomo e un bambino, lo stesso scenario di: “La strada” di Cormac McCarthy…
Guarda Carlo, quando ero un fantolino ho percepito i colpi di coda dell’ormai defunto terrorismo, rosso e nero. Sempre in quegli anni sentivo i grandi lamentarsi della corruzione e dei politici ladri; poi sono cominciati gli anni ’90 e c’era la crisi, eravamo in bancarotta; per tutti gli anni ’90 ho sempre e solo sentito parlare di disoccupazione; tra l’altro è pure salito al potere il nano di merda, alternato agli altri imbecilli ex-comunisti. Poi c’è stato il lavoro temporaneo; la prima guerra in Iraq, le guerra in Jugoslavia; l’Italia ha cominciato ad invadere e bombardare nazioni sovrane; poi c’è stato l’11 settembre, poi la bolla delle dotcom, poi la guerra in Afghanistan (stavolta degli americani, non dei sovietici, come tre anni prima) poi in Iraq (‘n’atra vota) poi la disoccupazione (mia); poi l’emigrazione (la mia, sempre la mia); in mezzo a queste cose ce ne sono state altre, sia chiaro. Vado a memoria
Certo, mo ce sta ‘a crizi, ma pur sforzandomi non riesco a pensare ad un peggioramento rispetto al passato.
Dev’essere una mia carenza :-)
D’altronde quando ero pargolo il massimo della teconologia disponibile era un registratore VHS (non che ci fosse niente da registrare) e un Commodore 64, andavamo in giro con la bici e le macchine erano dei pezzi di lamiera senza cinture di sicurezza. I miei fumavano persino in camera da letto e la maestra ci prendeva a sberle sulla testa (e no, la maggior parte delle volte non ce lo meritavamo).
La mia dolce metà, invece, marciava in divisa, scriveva le poesie a Lenin e la prima simil-Barbie l’ha vista solo dopo il crollo di un certo muro. In senso letterale, non metaforico.
Se siamo sopravvissuti a questo, sopravviveremo anche alla crisi. Spero.
Giorgio
Se la recessione diviene depressione si rimpiangerà qualsiasi cosa passata, a mio avviso.
Fabiano
Ciao V.
molti porti in giro per il mondo presentano quella stessa situazione.
D’altra parte non si poteva pretendere che le persone cambiassero macchina due volte all’anno.
E questo vale per tutte le altre merci prodotte negli ultimi anni.
Può essere vista anche come l’immagine di una follia collettiva che giunge al termine, ed in questo senso non manca di una accezione positiva.
Ci sarà comunque un altro prezzo da pagare.
A presto :-)
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Tristan
con “cessione al re” si può a mio parere sintetizzare una serie di processi in atto.
Se al re assimili tuta la struttura decisionale che sta nei piani alti, quello che il popolo sta portando avanti con questa crisi non è altro che un cedere loro anche quel poco che aveva messo da parte.
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Chapucer
forse tutto questo non era propriamente “progresso”. :-)
Blessed be
Giorgio
io penso che alla fine occorre riflettere sul che cosa si teme veramente, a proposito di questa crisi.
Una delle caratteristiche del cosiddetto “progresso” consiste nell’impossibilità dei più nel ritornare indietro una volta che lo sperimentano.
Puoi nascere tra in una casa senza riscaldamento e viverci per anni, ma una volta che metti il i caloriferi, il bagno e l’acqua calda, il pensiero di ritornare indietro ti pare impraticabile.
Penso che questa sia una allegoria di quanto più si teme.
Gli esseri umani si abituano in fretta ala benessere, ed una volta sperimentato, quello diviene il minimo indispensabile per poter sopravvivere.
Staremo a vedere quanti passi indietro si dovranno fare, adesso.
A presto
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Fabiano, è probabile che la depressione ci sarà.
Forse sarà un’occasione per esprimere il meglio di noi stessi :-)
Blessed be
Forse si produceva più del dovuto? o è l’effetto di una globalizzazione troppo affrettata e non ben regolamentata? o ancora un bluff per scoraggiare le masse e renderle fragili? o…
Forse il tutto è stato anche fin troppo regolamentato :-)
Ecco, infatti! :)
Sì, ma stiamo attenti. Quando saremo tutti intenti a reimparare come si rammenda un calzino, qualcuno ci offrirà gentilmente un ago d’oro con fil di seta.
Caro messier, in quel caso confido nella qualità inconscia di ogni uomo di cavarsela facendo frutto di tutto quel che gli si presenta, fosse anche un ago d’oro con fil di seta. :)
non credo si faranno passi indietro, ma semplicemente si starà fermi per un po’ (non tutti per giunta). non so voi ma non mi pare che ieri la gente avesse soldi da buttare mentre oggi no. i ricchi son sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. fortunatamente i poveri sono di più, certo non possono passare inosservati.
Questo è un momento in cui si va avanti a vivere più o meno come ieri, mentre molte cose stanno mutando radicalmente.
E’ un periodo di passaggio, e potrebbe durare più o meno a lungo.
Blessed be
Questo è.