Il simbolo è suscettibile di molteplici interpretazioni, in nessun modo contraddittorie, ma invece complementari le une colle altre e tutte parimenti vere, pur procedendo da differenti punti di vista.
E’ sufficiente che i simboli siano mantenuti intatti perché siano sempre suscettibili di svegliare, in colui che ne è capace, tutte le concezioni di cui figurano la sintesi.
René Guénon
Il simbolismo è un linguaggio.
Un linguaggio con cui si trasmette una conoscenza non comunicabile altrimenti.
E proprio per la sua caratteristica intrinseca, il simbolo travalica la percezione sensoriale, la sua voce è colta da quella che gli antichi chiamavano “Intelligenza del Cuore”.
Simbolo significa “unire, mettere insieme” (syn-balo) e il suo opposto è dia- balo , separo, nascondo, da cui Diavolo, colui che separa, colui che nasconde la realtà ultima.
Ciò che nasconde la realtà ultima è l’opposto del Sacro.
L’insieme del linguaggio simbolico, il simbolismo, segue la legge della analogia.
Tutto è collegato, tutto è simbolo.
Il procedimento analogico non può non essere coerente con se stesso.
Mircea Eliade, il grande storico delle religioni del XX secolo, trattando della grande importanza della luna nelle mitologie arcaiche, descrive la natura del simbolo e del concetto di sacro quale ierofania:
“L’uomo si è riconosciuto nella “vita” della luna non soltanto perché la propria vita ha fine, come quella di tutti gli organismi, ma soprattutto perché la luna nuova rende valide, con la sua sete di rigenerazione, le sue speranze di rinascita.
Un oggetto sacro , quali che siano la sua forma e la sua sostanza, è sacro perché rivela la realtà ultima, o perché vi partecipa.
Quindi anche la Luna non fu mai adorata per se stessa, ma fu adorata in quel che rivelava di sacro, cioè nella forza concentrata in lei, nella realtà e nella vita inesauribile che manifesta.”
La luna nuova cresceva, decadeva, scompariva e rinasceva.
Per analogia l’uomo associava il corso lunare al proprio ciclo vitale, e la rinascita della luna diveniva speranza di rinascita in una nuova esistenza.
La luna diveniva simbolo del ciclo vitale, della vita stessa.
Ciò che il simbolo evocherà sarà sempre coerente con le sue caratteristiche; il serpente richiamerà la terra, le pulsioni terrestri, ctonie, l’ambiguità, dal suo muoversi sinuoso, la conoscenza nascosta, poiché spesso si cela, ma anche la prudenza, ed anche l’umiltà.
Nell’interpretare il simbolo, quello che permette di procedere in una corretta analisi per analogia è l’intuizione, ovvero quella capacità che resta ancora comune a tutti gli uomini, che porta ad associare all’idea di leggerezza più un passero che un elefante.
Il simbolo ha molteplici significati, ma sempre coerenti con se stessi.
Sarebbe sbagliato sostenere che la montagna evochi la profondità, e tutto ciò che ne consegue, che l’elefante evochi la leggerezza, e tutto ciò che ne consegue, che il sole evochi la conoscenza nascosta, che una fontana evochi l’introspezione, che un fiume evochi la stagnazione, che il numero uno evochi la dualità e non il principio, che il numero due evochi la comunicazione e non la dualità che ancora non è in contatto, che il numero tre evochi la materia e non la comunicazione tra i principi opposti, che il numero quattro evochi il microcosmo umano e non la materializzazione del concetto di comunicazione tra gli opposti alla base della trinità che dà origine al mondo sensibile, e così via.
Semplicemente.
ciao Santa,
A proposito di simboli, vorrei chiederti se hai letto i libri sulle cattedrali medievali di C. Jacq (vado a memoria perchè son fuori casa: “il segreto delle cattedrali” e “il messaggio iniziatico dele cattedrali”); se sì, cosa ne pensi?
Io li lessi qualche anno fa e trovai molti spunti interessanti sulla simbologia.
(Ho visto che ha scritto anche “La massoneria, storia e iniziazione”, ma non l’ho letto, se lo conosci mi farebbe piacere un’opinione anche su questo).
un salutone
_gaia_
Ciao Gaia
Jacq è un autore alquanto interessante.
Pur mantenendo uno stile “divulgativo” riesce a non banalizzare gli argomenti di cui tratta.
Il suo libro sulla massoneria non l’ho ancora letto, un altra riga sull’agenda delle “cose da fare”… :-)
Blessed be
Le riflessioni di Michelangelo.
Oltre i confini della mente cosciente, laddove l’arcobaleno del sapere prosegue per vie a noi sconosciute, vi è l’Iniziato che svela ciò che a noi è concesso sapere e ri-velandolo lo affida al tempo chè altri Maestri sveleranno e ri-veleranno per altri tempi.
E così viaggia anche messaggio di Quosimodo per l’uomo di oggi e di domani.
Ognuno sta solo sul cuor della terra
Trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Il Poeta affida un messaggio di verità al tempo affinché lo perpetui nel mondo.
Egli è l’Iniziato che offre all’umanità un granello di sabbia
– “un raggio di sole – del deserto della verità.
Ma la verità se svelata “ad ognuno che sta solo sul cuor della terra”
verrebbe fraintesa, manipolata, snaturata -“ed è subito sera”-.
Allora il messaggio viaggia celato sulle ali del tempo
fino a quando un Maestro
in una delle infinite stazioni
lo ferma lo Svela e ri-Velandolo lo restituisce al tempo.
I contenitori sono tanti e di diversa natura ma tutti esoterici.
E la verità viene sintetizzata, criptata, contrapposta e rovesciata,
ridotta ad un segno, una figura, una frase, una parola,
un “quadrato magico” un numero, un simbolo.
Quasimodo ha scelto lo specchio, l’immagine speculare,
l’opposto di quel che appare, il divenire di quel che era,
quello che è e quel che sarà, il serpente che si morde la coda,
l’uroborus.
E il messaggio di verità e di speranza – Trafitto da un raggio di sole –
protetto, e sigillato tra l’immagine della solitudine e quella della terra,
svelato si leggerà come “ la quiete dopo la tempesta” o “mi illumino d’immenso”,
ed io direi:
Nessuno sta solo sul cuor della terra
Illuminati da un raggio di sole:
ed è subito mattino.
http://michelangelok.spaces.live.com
Il simbolismo non è solo archetipo, che suscita sentimenti ed affetti, ma è anche riferito alla persona singola. Si sa dall’interpretazione psicoanalitica che la casa è il sombolo della persona che la abita e che la rispecchia e a sua volta degli architetti che l’ha costruito, ma se non si va oltre, se non si situa il simbolo nell’incoscio della singola persona e della sua sua specifità, l’ermeneutica del simbolo è vana.
Quindi i simboli vanno distinti in simboli che analogicamente ed universalmente rappresentano quancosa (p.e.la bandiera di una nazione), in simboli che rappresentano universalmnte l’animo umano (L’edipo) ed infine i simboli che di volta in volta si debbono interpretare con una metodica individuale.
Le Cattedrali Gotiche rappresentamno molteplici aspetti del simbolismo universale con la geometria (triangoli, rapporto aurico) ,il materiale usato in genere pietre squadrate e l’iniziatica sintassi delle forme, dei volumi, e degli interni.
Michele Altamore
penso di potere condividere quanto dici.
Aggiungerei che le varie valenze dei simboli di cui parli, possono benissimo presentarsi simultaneamente.
A presto
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Quasimodo.