Blessed be

Benvenuti.
Qui si parla di miti, simboli, storia e metastoria, mondi vecchi e mondi nuovi, e di cospirazioni che attraversano i secoli.
Qui si scruta l'abisso, e non si abbandona mai la fiaccola.

Articoli in rilievo


Autorità, coscienza ed obbedienza
Psicopatici e potere
La scienza della persuasione
I prodromi della diffusione
del pensiero occulto

Pensiero magico ed evocazione
Il flusso del potere
Folle e condottieri
Popolo e conformismo
PNL:comunicazione e persuasione
Benvenuti nella Tela



La più folle di tutte le teorie cospirazioniste
Il finale di partita
Società segrete
Illuminati
Potere ed esoterismo
Gruppo Bilderberg
La fine delle risorse
Il Crollo dell'economia mondiale
I Murales dell'aeroporto di Denver
Il progetto MK-Ultra
TranceFormation of America
Mazzini e la Massoneria
Massoneria e istruzione pubblica
Stato di polizia alle porte
Signoraggio, il falso problema
The Golden Age Empire
Verso Denver
2000-2009, l'opera al nero
Il Fabianesimo e la finestra dell'inganno
La grande onda
Il Vaticano e il Nuovo Disordine Mondiale



Una profezia, un passato perduto
Contro Darwin
Contro le colpe collettive
Qualunquismo, ovvero verità
Senza stato, una storia reale
Il Tacchino cospirazionista
Il problema è il Sionismo
Palestina:le origini del conflitto
Massoneria a Striscia la Notizia
Il parlamento europeo e la nuova Torre di Babele
Un nuovo ordine dalle macerie
Il giorno delle nozze
Il paradosso del potere
Grecia, all'origine della crisi
L'isola: un quesito sulla natura dell'uomo
Iper realtà
Il Sacrificio



Eggregore
Eggregore IV
Antigone
Esoterismo - una premessa
Frammenti di simbolismo
Storia e metastoria
Nomadi e sedentari
Melchisedek
Il labirinto
Assi e cicli
Stelle e cattedrali
Magia e teurgia
Il simbolo della pace
Nostra Signora di Chartres
Ebrei di ieri e di oggi
Cenni di numerologia
Avatar, new age e neospiritualismo
Quale Amore



L'essenza del Satanismo
Il Portatore di Luce
L'occhio che vede tutto
Sabbatai Zevi
Aleister Crowley
Demoni vecchi e nuovi
Le Sette torri del Diavolo
Il Patto con il Serpente
Angeli caduti
Satanismo e deviazione moderna
Hellfire Club
Dal materialismo
al neospiritualismo

I poveri diavoli
Prometeo e Lucifero, i caduti



L'iniziazione di Rihanna
Sadness e la porta degli inferi
Lady Gaga, occultismo per tutti
Kerli e controllo mentale
Jay Z, da Rockafella and
da niu religion

Cristina Aguilera e il pentacolo
30 Seconds to Mars
e il Bafometto in latex

Il giudizio massonico su MTV
Morte e rinascita di Taylor Momsen
Robbie Williams e il viaggio nella psiche
L'anima al Diavolo

En katakleidi


Cristo accompagna un amico
- Icona egizia del VI Secolo -




Santa su Luogocomune

Massoneria
- scheda storica -


Nuovo Umanesimo
ovvero Culto di Lucifero.
La Religione del
Nuovo Ordine Mondiale.


Verso il Governo Mondiale,
il volto oscuro
delle Nazioni Unite.


Con la scusa dell’ Ambientalismo.
Progetti di sterminio.






¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
3 Gennaio 2016

I taglialegna del re

In un tempo lontano, un re convocò quattro giovani abitanti della città per affidare loro un compito.
“Partirete domani e andrete alla collina del tramonto. Starete via tre anni, e sarà vostro dovere procurare legna per la città. Io verrò di persona una volta all’anno a controllare il vostro lavoro.”
Così ordinò il re, e prima di congedare i quattro giovani aggiunse: “Avrete il cibo che vi servirà e un letto in cui dormire, ma dovrete costruirvi da soli la vostra scure: per farlo troverete tutto quello che vi occorre nelle vostre baracche.”

I ragazzi si inchinarono con rispetto – il volere del re non poteva essere discusso – ma nel loro animo si celavano sentimenti diversi.
“Il re ci ha assegnato un compito molto importante, per noi sarà un grande onore procurare la legna che serve alla nostra gente” disse il primo giovane, felice dell’opportunità che gli era stata offerta.
“Avremo di che mangiare per i prossimi tre anni, e se il re sarà soddisfatto del nostro lavoro ci darà di sicuro anche una bella ricompensa”, aggiunse il secondo.
“Quando Brigitta saprà che sono diventato taglialegna del regno avrà finalmente rispetto di me, e accetterà la mia proposta di matrimonio.”, concluse il terzo.
Il quarto giovane, invece, non condivideva l’entusiasmo dei suoi amici: “Sarà anche così, ma nessuno di noi ha scelto veramente di passare i prossimi anni a faticare nel bosco. Il re ordina e noi dobbiamo obbedire, non abbiamo scelta. Quello che noi desideriamo non conta niente, per il re. E poi poteva almeno procurarci delle buone scuri, non capisco perché voglia che ce le costruiamo da soli…”
“Questi sono pensieri inutili” disse il primo giovane, “domani partiremo, andremo sulla collina e taglieremo la legna. E questo è tutto.”

Così partirono, e giunti nelle loro dimore i primi tre giovani si misero immediatamente a costruire le loro scuri.
Nel retro di ogni baracca vi era un vero e proprio laboratorio da fabbro, con tutti gli strumenti necessari per fondere e forgiare il ferro, come il re aveva assicurato, e tanti rami spessi, di diverse dimensioni, da cui ricavare un manico.
Il quarto giovane, Olaf era il suo nome, guardò il laboratorio, osservò gli attrezzi, e poi se ne andò a camminare per il bosco.
“Io non sono il burattino del re, non sono il suo servo, e tagliare alberi non è il mio mestiere.”

Passarono le settimane, e i primi tre giovani costruirono le loro scuri.
Dovettero fare diverse prove per trovare la forma giusta da dare al ferro, e per scegliere il legno adatto per il manico.
Ed anche così, capitava che le loro scuri si rompessero, e così dovevano rifarne di migliori, e di più resistenti.
Olaf osservava il loro lavoro, poi si perdeva nel bosco a studiare i funghi.
Se ne andò in questo modo il primo anno, e come aveva promesso giunse anche il re per la sua prima ispezione.
Vide con grande soddisfazione il lavoro dei primi tre giovani: due di loro avevano già messo da parte una considerevole quantità di legna, mentre il terzo aveva avuto problemi con le sue scuri, finché non ne aveva costruita una resistente e robusta con grande ritardo rispetto ai suoi amici.
Ma il re si complimentò anche con lui, raccomandandogli di continuare con il suo lavoro.
Quando il re giunse alla baracca di Olaf lo trovò seduto sull’uscio: col suo coltellino stava modellando un piccolo tronco dandogli la forma di un angelo.
“Non ti ho mandato quassù per scolpire angioletti, giovane. In un anno non hai tagliato nemmeno un albero, e non ti sei nemmeno costruito una scure.”
“Quello che dici è tutto vero, mio re.”
“Io sono un re magnanimo, e mi dimenticherò della tua insolenza. Ma quando tornerò qui da te l’anno prossimo dovrai avere una scure e dovrai aver tagliato almeno la metà dei tronchi dei tuoi amici.
Non aggiungerò un’altra parola a questo: non sfidare la bontà del tuo re.”

La notte che seguì Olaf non riuscì a dormire.
Ancora non vedeva motivo per fare un lavoro che non aveva scelto, e malediceva il destino che lo aveva portato in quella collina, un destino sul quale sentiva di non avere nessun potere.
In ogni caso, era in un vicolo cieco.
“Non ho altra scelta, devo fare come ordina il re.” concluse tra sé, infine, triste e sconfitto.
Il mattino di buon ora Olaf andò nel laboratorio da fabbro della sua baracca, ma guardandosi intorno si rese conto di non avere idea da dove iniziare.
Sapeva inoltre che i suoi amici avevano fatto diversi tentativi prima di riuscire a costruire una scure adatta al lavoro.
“Prima di mettermi a costruire la mia scure, dovrò informarmi su come fare. La mia scure deve essere robusta, altrimenti si spezzerà come le scuri che costruiscono i miei amici. Devo sapere qual è la forma migliore da dare al ferro, quale legno sia ideale per il manico, quanto deve essere il suo spessore.”
Raccolse quindi le sue cose e se ne tornò in città: là nella piazza della Cattedrale si affacciava la casa della sapienza, dove gli anziani conservavano i libri più preziosi raccolti nei secoli di storia della loro comunità.
Olaf trovò tutti i libri che gli servivano: cataloghi di tutti gli alberi conosciuti, con descrizioni particolareggiate della qualità del loro legno, manuali per i fabbri, saggi sulla qualità del ferro, tomi illustrati in cui erano riportate le forme delle scuri in uso in tutti i dodici regni.
Studiò quei libri per un anno intero, e quando sentì di aver imparato abbastanza, se ne tornò nella sua baracca sulla collina, proprio il giorno in cui il re aveva stabilito la sua visita.
Il sovrano ancora una volta rimase soddisfatto nel vedere il lavoro fatto dai primi tre giovani, e giunto alla baracca di Olaf lo trovò che scaricava sul suo tavolo una sacca piena di appunti e disegni.
“So che hai passato tutto l’anno nella casa del sapere, ma io ti avevo mandato qui per tagliare la legna, e legna tagliata non ne vedo. Tu stai sfidando la pazienza del tuo re, ma voglio darti un’ultima possibilità. Tornerò l’anno prossimo, non aggiungo altro.”

Olaf si mise immediatamente al lavoro.
“Ora so tutto quello che c’è da sapere sulle scuri, ma prima di mettermi a costruirne una devo progettarla con attenzione, altrimenti non sarà abbastanza robusta, e rischierà di rompersi come le prime scuri costruite dai miei amici.”
Fece così diversi disegni, il suo tavolo era colmo di fogli e di appunti: faceva calcoli, immaginava soluzioni innovative, ma non era mai contento del risultato, ed ogni volta ricominciava i suoi progetti da capo.
Passarono mesi, ed Olaf si rese conto che non gli rimaneva molto tempo.
Prese quindi il suo ultimo progetto ed iniziò a costruire la sua scure.
Non fu per nulla facile: non era abituato a forgiare il ferro, ed anche se aveva letto decine di libri sul modo di procedere, tradurre in atto quelle conoscenze si rivelò più difficile del previsto.
Passarono altri mesi, mesi pieni di frustrazione e di preoccupazione, perché il suo tempo stava scadendo.
Mancava ora solo un giorno al ritorno del re, e Olaf in qualche modo riuscì finalmente a completare la sua scure.
Era una scure magnifica, una delle più belle che si fossero mai viste.
La soppesò e vide che era robusta e pesante: nessuno dei suoi amici aveva una scure così resistente.
Olaf la prese e se ne andò nel bosco, pronto a tagliare il suo primo albero.
Diede un primo colpo potente, poi un altro, e un altro ancora.
Ben presto si stancò, tanto che le forze gli mancarono del tutto.
La sua scure era robusta e solida e pesante: troppo pesante.
Aveva svolto tutti i suoi calcoli con estrema precisione, aveva forgiato un ferro lucido e potente, ma non aveva considerato una cosa: se stesso.
Non aveva riflettuto sul fatto che una scure tanto maestosa avrebbe necessitato di un fisico e di muscoli altrettanto imponenti per essere maneggiata, muscoli imponenti che lui non aveva.

Il mattino seguente, di buon ora, si presentò il re.
Andò subito da Olaf, e lo trovò seduto sull’uscio della sua baracca, che stringeva la sua scure.
“Non ho legna, sire, e ho una splendida scure robusta e resistente, ma troppo pesante per essere usata.”
Il re non disse niente, girò il suo destriero e si avviò verso le altre baracche.

conclusione: I taglialegna del re – parte II

9 comments to I taglialegna del re

  • Dovrebbe esserci anche una seconda parte.

    • Hiei

      Pronostico: la scure ando’ in servizio per il boia di corte, e la prima testa a cadere per sua opera fu quella del fesso che l’aveva costruita… :’D

  • La conclusione che avevo in mente è un po’ più poetica e un po’ meno splatter. :-)

    Più che una seconda parte vera e propria si tratta di un ultimo, breve dialogo tra Olaf e il re.
    magari l’aggiungo qui tra i commenti.

  • giovanni

    Il re finira per riconoscere la superiorita della tecnologia.

    Olaf diventera ricco e potente governatore generale.

    Gli alberi dovranno soffrire molto a livello quantitativo.

    La invidia degli altri 3 operai che si sono spaccati il c….sara la linfa  per nuove proteste e o rivoluzioni.

    La gente normale continuera a subire, nel frattempo si verra a creare una nuova classe sociale *borghese/imprenditoriale  che portera alla caduta del potere assoluto.

    Poi si cerchera di ristabilire il Vecchio Potere…..

    saluti

    • Anonimo

      Potere: una palla a rimbalzo tra un Ordine e il Denaro.

       

      In suddito che non si riconosce sottoposto al proprio Re, non é un suddito ma uno privo di arché.

      “Ogni tuo desiderio é un ordine”, concetto ormai totalmente incompreso,richiama una gerarchia interna tale per cui ogni desiderio si deve prostrare per il Re dei desideri.Un’insubordinazione veniva quindi a rappresentare l’incapacità di un uomo di servire il Desiderio dei desideri, il perno attorno a cui gravita la propria vita. Un uomo perduto.

      Dovere del re sancire materialmente quel che era avvenuto su piani sottili: tagliargli la testa (già persa).

      D’altronde..non si fatica di molto a vedere in Olaf l’uomo musone sostanzialmente tediato: ucciso nella sostanza dal tedio. 

      Ogni escamotage poi risulta buono pir di non fare. Il tedio ha come caratteristica quella di non saper più agire. Nemmeno in se stessi

  • scenario molto moderno  :-)

    in realtà la scure di Olaf non serve a molto, e Olaf se ne accorge solo quando prova ad usarla.

    • Hiei

      E’ Olaf che e’ una pippa perche’ invece di tenersi in forma stava in trip coi funghetti tutto il giorno, diciamoci la verita’… :’D

  • Max

    ” …e si avviò verso le altre baracche.”?

    Disgraziato, mi lasci appeso cosí, proprio prima di andarmene a dormire? E chi chiude occhio adesso?

    Ok, vediamo… Olaf merita un poco di riconoscimento. Tutto sommato si é fatto il mazzo per costruire la migliore scure del reame e vi é riuscito. Peró non ha legna. Vabbé, ma il re non é scemo. Vede la nuova scure e pensa: “Questo Olaf é un mingherlino, ma nelle mani di qualcuno un po’ piú in carne lo strumento potrebbe fare meraviglie”.

    Allora si rivolse a Olaf: “Caro Olaf, come taglialegna fai veramente schifo e dovrei farti tagliare la testa come mi ha suggerito Sir Hiei. Peró l’altro mio consigliere, Sir Giovanni, mi ha fatto notare la superiorità tecnologica che hai raggiunto: e questo favorirà tutta la comunità. Ecco, Olaf, finalmente hai compreso: tutti possono rendersi utili in questo regno. Alcuni con la forza, altri con l’ingegno. La cooperazione é la chiave di volta”.

    Detto questo, il re se ne andò tutto contento con il suo destriero. “Ecco fatto, ne ho convinto un altro a lavorare per me. L’importante é che non si fermino per pensare a cosa serva io”.

    Ok, ora posso andare a dormire.

    Abbraccio!

  • Mi piacciono queste conclusioni alternative :-)

    Avevo anche pensato di lasciare il breve racconto così, inconcluso, in modo che ognuno potesse leggervi quello che preferiva.

    Ma una conclusione l’avevo pensata, e a dire il vero il racconto è nato proprio da essa, da una riflessione che si trova alla fine del racconto.
    Non so quanto chi la leggerà la troverà soddisfacente, ma io non potevo concludere altrimenti.

    Infine un’aggiunta: il racconto è un’allegoria, ma non sul potere.
    E’ un’allegoria sulla vita e sul libero arbitrio.

    a presto

Leave a Reply to Santaruina Cancel reply

You can use these HTML tags

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>