di G. Gurjieff.
“C’era una volta un mago ricco e avaro che possedeva molte mandrie di montoni.
Non assoldava pastori né recingeva i pascoli.
I montoni si sperdevano nei boschi, cadevano nei burroni e soprattutto scappavano all’avvicinarsi del mago, poiché avevano sentore di quel ch’egli faceva della loro carne e del loro vello.
Cosicché il mago trovò il solo rimedio efficace.
Ipnotizzò i montoni e suggerì loro per prima cosa che essi erano immortali e che il fatto di scorticarli era eccellente per la loro salute.
Poi, suggerì loro che egli era una buona guida, pronta a qualsiasi sacrificio per i suoi cari montoni che non erano più montoni.
A questi ultimi suggerii che erano leoni, aquile o perfino maghi.
E così il mago visse senza preoccupazioni.
I montoni rimanevano sempre accanto alle mandrie, e aspettavano con serenità il momento in cui il mago li avrebbe tosati e sgozzati”.
Un brano del genere può creare letture di riflesso, riguardo a tutte le religioni del mondo (non solo dunque alle categorie massoniche), in particolare quella cristiana che punta molto sul concetto di sacrificio per la “vita eterna”.
Certo il mio occhio poco malizioso vede solo il “buon pastore”.
Sbaglio?
Perfetta! E’ proprio lei a cui pensavo quando hai parlato di ‘storiella’.
Oltre al concetto di illusione e di ipnosi di massa si può dire che il mago malvagio carica di falsa importanza gli animi del suo gregge facendo leva sulla sua ingenuità. Ovviamente nessuno penserebbe mai di trovare una persona così “autorevole” che racconti balle tanto grosse…Ehm…
E’ con questo carico di falsa importanza che le persone diventano “nullità” a pieno titolo, nonché “cibo per la luna”.
Airel, questa storia ha diversi livelli di lettura.
Quello che più mi affascina è quello maggiormente diretto, dove il mago rappresenterebbe dei “maghi” realmente esistenti, personaggi in grado di influire sulla volontà delle altre persone…
Dantem, esatto; l’astuzia del mago consiste nel far credere ai suoi montoni di essere importanti.
E’ il modo milgiore per tenerli sotto controllo, molto meglio che le bastonate.
Ogni parallelo con il sistema democratico e con l’elettore che “decide per la priopria sorte” non è del tutto fuori tema.
Blessed be
Io più che un mago,ci leggo un’allegoria ad uno stregoncello da strapazzo,capace di ipnotizzare le menti più elementari di alcuni;un tizio alto un metro e sessanta,forse meno,che tentava di passare per un grande comunicatore,un grande statista,ed è,invece,un povero imbonitore.
Ah,per indicare meglio chi è,dico che ha la proprietà di molte aziene,e che con le sue tv ipnotizza i cervelli più elementari.
:)
Paul
Ciao Paul
quell’imbonitore di cui parli a sua volta potrebbe essere stato anche lui “ipnotizzato”, diciamo così :-)
Blessed be
… un mago berluscano
un sorriso
ciao!
Un mago un po’ cabarettista… :-)
Blessed be