Le borse in picchiata fino a qualche settimana fa sembravano raccontare le vicissitudini di un mondo distante, di una realtà parallela, lontana da noi.
Numeri e grafici, operatori preoccupati, esperti che invitavano alla prudenza e alla fiducia.
Problemi e questioni dell’alta finanza, sembrava.
E mentre i maggiori esperti facevano a gara nel rassicurare il popolo sul fatto che il peggio fosse alle spalle, un’ombra scura e concreta si avvicinava giorno dopo giorno sopra le nostre teste.
Un’ombra reale, questa volta, lo spettro della crisi che invadeva la cosidetta “economia reale”.
Ora questa ombra ci ha raggiunto, e nemmeno l’ottimismo e le rassicurazioni più accorate possono mutare la situazione.
La crisi ha invaso l’economia reale, la produzione, il lavoro delle persone comuni, e tutti sembrano guardarsi intorno smarriti.
Piccole imprese edili si fermano da un giorno all’altro, fabbriche siderurgiche si vedono annullare gli ordini dei prossimi mesi, da un momento all’altro tutto pare bloccato.
Ormai non si tratta più di fare previsioni, di essere ottimisti o pessimisti; adesso è solo questione di guardarsi incontro, perchè questo scenario è ormai reale.
Tutto pare fermo; le ditte mettono gli operai in cassa integrazione, gli ultimi arrivati assunti con contratti a tempo determinato vengono lasciati a casa, si continua a produrre accumulando merci nei magazzini in attesa che la situazione migliori.
Questo è forse l’aspetto più tragico della situazione: il mondo della produzione si è messo in attesa, aspettando che il trend si ribalti.
Ma questo non avverrà, perchè questa è la crisi terminale di un sistema finanziario fondato sul debito e su capitali virtuali.
Forse occorrera prenderne atto, prima o poi.
E regolarsi di conseguenza.
I grandi media nel frattempo continuano nel loro compito ipnotico, raccontando di un mondo che ha pochi punti in comune con quello che gli spettatori vivono giornalmente.
Per i telegiornali si tratta quasi esclusivamente di una questione di PIL, che scenderà dello 0,1% invece di crescere dello 0,2.
E i consumi hanno subito un calo, del 6 o forse 7%.
Gli esperti non nascondono la loro preoccupazione, e prevedono che la ripresa arriverà solo verso il 2010, o giù di lì.
Mentre il Titanic affonda loro ci parlano della vernice della ringhiera del salone centrale che presenta tracce di ruggine.
E subito dopo mandano in onda un servizio sulla difficoltà di trovare un buon vino per accompagnare la cena nel ristorante escusivo nel ponte di prima classe.
L’acqua intanto sale, ma l’importante è non parlarne.
Non bisogna spargere il panico.
Ciao Carlo
nella semplicità che ti confà, hai letto una realtà che in pochi vedono.
Se vogliamo, chiamiamola crisi o come diavolo ci pare, ma le cose non vanno per niente bene.
Sono agente di commercio, e rappresento una azienda che vive di un fatturato di vendita di prodotti per la Grande Distribuzione, e in qualche modo conosco il settore, avendoci lavorato 20 anni fa anche come dipendente.
Ebbene, le cose, da quel che riscontro, non vanno per niente bene, e nel nostro giro si dice già che il 2009 sarà l’anno della verità: chi ha la dispensa piena (in termini di liquidità) sopravviverà, gli altri saranno destinati a sparire.
Immagino che la cosa, di riflesso, riguarderà anche noi. Inevitabilmente.
ciao
Salvatore
Il dopo. Nessuno osa immaginare il dopo. Forse che l’intero organismo malato non lo progetta ? Forse progetta solo il “durante” ? Ed anche noi: il nostro orizzonte psichico e materiale, è forse limitato al “durante” ?
Carlo,
quando sei di buon umore non ti batte nessuno, davvero!
Jorge Perro Liberista.
Intanto anche oggi, nella mia città, qualcuno a deciso di farla finita con la vita…ormai i suicidi si susseguono in maniera preoccupante…qualcuno penserà: ma che c’entra con la crisi? e si che c’entra! In Sicilia la crisi è cronica e decennale, tutto si basa sul debito pubblico della Regione (statuto speciale) che continua a sperperare denaro per retribuire l’apparato burocratico e politico…e per far questo contrae continuamente mutui con banche estere. Noi siamo già affondati da un pezzo…
Ciao Carlo, a presto.
Ciao Salvatore
non faccio fatica ad immaginare la situazione che descrivi.
In tutti i settori esiste la medesima preoccupazione, e questo è un momento difficile, in cui si attende l’evolversi degli avvenimenti.
Vedremo..
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Messier, già l’attraversare il “durante” richiede nervi saldi e determinazione.
Sul dopo, l’importante sarà farsi trovare pronti, per lo meno psicologicamente.
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Jorge, la verità è che mi piace cogliere sempre gli aspetti positivi delle cose :-)
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Enza, i debiti prima o poi si pagano, e sembra essere arrivato quel momento.
Come si diceva, occorrerà essere forti.
A presto
Blessed be
Il dopo. Nessuno osa immaginare il dopo.
Immagino che non possa cavarmela con un “nel lungo termine saremo tutti morti”, eh? ;-)
Francamente trovo molto difficile questo esercizio di immaginazione… Sarà che, essendo nato negli anni 80, non ho avuto modo di sperimentare ristrettezze e situazioni estreme come quelle che si vanno profilando (nonostante i brutti ceffi in televisione dicano il contrario ;-) ). Temo che molti altri “sbarbatelli” siano nella mia stessa situazione, salvo l’aver vissuto in circostanze come quelle descritte da Enzas.
Paolo
Secondo il poeta, l’allegria è dei naufraghi. Senza naufragio, non c’è allegria. In effetti, a pensarci bene, quando c’erano i soldi in giro si vedevano solo musi lunghi. O no?
Paolo
se fossimo nati negli anni cinquanta e avessimo vissuto nel “boom”, probabilmente ci saremo poco preoccupati di quello che sarebbe successo di lì a 50 anni.
Le premesse della situazione attuale d’altra parte c’erano già tutte.
C’è anche da dire che qui ci si prendeva dei “catastrofisti” nel mostrare timori sulla situazione finanziaria solamente un anno fa.
Figuriamoci come sarebbe stato accolto qualcuno che negli anni 50 fosse andato sostenendo che di lì a 50 anni la situazione sarebbe precipitata :-)
Forse però i giovani padri dell’epoca avrebbero potuto interessarsi della situazione del lungo periodo, se solo avessero immaginato cosa si prospettava.
Infine, la frase di Keynes descrive perfettamente le fondamenta di quella ideologia.
Spendiamo oggi, indebitiamoci all’infinito, tanto domani non ci saremo.
Cazzi amari di quelli che arrivano dopo.
Se non vado errato Keynes di figli non ne aveva…
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Asno, raccogliendo i resti del naufragio.
Sperando di raggiungere qualche spiaggia in buone condizioni :-)
Blessed be
Macerie.Significativo quel cherubino sotto le scale con un lume dorato.Capisco.Chi tiene dentro l’oro sa quale via seguire,giusto ? Ti piacciono i pneumatici,mucchi di pneumatici ammucchiati ? quando hai 1 minuto mi piacerebbe leggere la tua opinione al riguardo da me.DDD
beh, anche io vedo, o meglio dire intuisco, la realtà cruda…ma non riesco a essere pessimista, non per me e per il mio di futuro, non sull’immediato e sugli anni che ci attendono; forse non mi spavento perchè ho vissuto da ragazza di 18-19 anni gliinverni di crisi economica, a Sofia, era l’inverno della guerra del golfo, lì a Sofia non c’era più la benzina e il sistema di riscaldamento, centrale, era crollato mentre nei negozi scarsegggiavano gli alimenti…nei piccoli centri la gente non ha risentito quel inverno, nella capitale ce ne siamo accorti cosa sia una crisi energetica…a chi non ha sperimentato mai suonerebbero scene da film…ma posso dire che si sopravvive, e si impara a vivere, ance bene, con le cose che realmente contano – il senso di amicizia, di famiglia, la salute. Poi le persone quando sono messe alla prova sanno anche sorprenderti, con gesti di fratellanza spontanea. certo che ero cosi giovane da sopportare fame, freddo, e la corrente che va via ogni due ore quando fuori erano -26 gradi, e il dover programmare tutta la tua quotidianità intorno a quell’ora di (forse) luce e acuqa calda e riscaldamento. Quando sai di avere in dispensa solo biscotti secchi mandati da casa e grappa del nonno, e l’unico tuo pasto caldo è quello della mensa universitaria – non è facile. Cambia tutto ma prima di tutto cambi tu. Per me sono stati mesi duri e bellissimi. Il momento più nero non era qualche mattina di fame, o le ore di freddo serali infinite, ma al mattino uscire per andare a lezione (spernado in un aula calda) e vedere le giovani mamme, studentesse universitarie, in fila dalle 5 del mattino, file silenziose, e non sapevano se il latte e il pane sarebbero arrivati in qualche modo, ma stavano là ad aspettare lo stesso. non sono cose che si dimenticano. mi ricordo che con tutta la spensieratezza dei miei 18 anni mi sono promessa, in quel inverno, di non pensarci nemmeno a mettere al mondo figli miei…eppure i figli di quelle ragazze ora sono cresciuti e sono sparsi per il mondo, parlano lingue nuove e vivranno le crisi come i ragazzi nati qui. Ecco, per il loro futuro mi spavento, per quello dei bambini di oggi, che si troveranno a convivere con il fallimento dei genitori; è dura vedere il padre e la madre non riuscire a provvedere per te, figlio. Ma è anche una situazione/occasione di crescita vera, quindi spero non tutto sia al negativo. Forse, a parte l’aspetto di “benessere” diffuso che diminuisce (difficilmente sostenibile come finora lo si intendeva), ci sarà spazio per dei cambiamenti che a lungo termine saranno positivi. Cambiamenti impensabili altrimenti… Preferisco vederla cosi :)
v.
Tristantzara, fatto :-)
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Ciao V.
preziosa la tua testimonianza, e vi sono racchiuse molte verità.
Penso anche che una generazione come quella dei giovani italiani, difficilmente potrebbe sopportare quello che la tua generazione in Bulgaria seppe superare.
Qui da noi tutto pare dovuto, ed ogni privilegio è considerato naturale.
Pensando ai nostri tempi, non immagino cosa possa significare fare a meno della corrente elettrica per dei ragazzini che frignano e si disperarano se il babbo non compra loro l’ultimo modello di telefonino super accessoriato…
D’altra parte è pur vero che la necessità spesso rende virtuosi, volenti o nolenti.
A presto :-)
…non é soltanto ‘volenti o nolenti’, x’ i nolenti non capiranno niente anche se ci sarà la crisi, ma soprattutto, sono i, volenti o volenti, che berranno il miglior vino, come gli innamorati del titanic….. i ‘pneumatici sono i santi, gli spirituali, pneuma é il soffio vitale lo spirito, paradossalmente montagne di santità inespressa che diventa inquinamento, oppure fotografia antica-moderna di un’anima che si cerca disperatamente…ciao, jam
ecco, io al parallelo tra pneumatico e “pneumaticos”, spirituale, non ci avevo pensato.. :-)
Blessed be
le ditte chiudono,
e loro insistono a negare la crisi
così va il mondo.
e non se ne parla…
ciao
La lotta è sempre tra un sistema basato sui consumi ed uno che si immagina basato sui bisogni. Il sistema basato sui consumi sta già prendendo le misure opportune per riproporsi, per aggiornarsi. Non si può buttare nel cesso un sistema senza prima averne immaginato e sperimentato per gradi uno alternativo : la vita sociale non ammette interruzioni di sorta.
Per quanto ingiusta e crudele questa società garantisce pur sempre una certa qual continuità … basata sulla ingiustizia e su rapporti regolati da libere volpi tra libere galline e non potrà essere scardinata se non prenderà forma una concordia politica basata sulla autogestione, massima ed unica espressione della partecipazione basata sulla sperimentazione.
La Democrazia avrà un futuro solo se saprà incamminarsi verso una forma sostanziale la più diretta possibile.
“Comunque mai abbassare la guardia, dovremo essere certi di quello che vogliamo e sempre dubbiosi di quello che sappiamo, anche perchè, nella storia delle lotte per i progressi umani è sempre stato a furia di perdere che alla fine si è finito col vincere.” ( Errico Malatesta )
amazzucchelli:
Francamente, credo che la democrazia avrà futuro fino a quando:
1) l’ignoranza in matematica resterà dilagante (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_dell%27impossibilit%C3%A0_di_Arrow );
oppure fino a quando:
2) l’ingenuità di credere che ci sia bisogno di rappresentanti per preservarci dagli altri “homini lupi” e che tali rappresentanti, presi dalla stessa marmaglia, diventino agnelli quando si trovano a gestire i destini di tutti. :-)
La 1) mi sembra improbabile (quella roba l’ho vista al quarto anno di università…), la 2) men che meno, visto come va avanti la farsa democratica in Italia e nel mondo…
Peggio ancora, temo che la maggior parte delle persone (che tra l’altro determinano i NOSTRI rappresentanti!!) non abbia neanche un’idea chiara di cosa sia la democrazia, viste le boiate che sento e leggo al riguardo. La parola democrazia è costantemente associata alle cose più assurde, sia in TV che nei giornali…
Per quanto riguarda ciò che auspichi, mi pare che le cose stiano andando nella direzione opposta: i livelli di indirezione si moltiplicano… Non so ancora se ritenere migliore che una massa di gente disinformata sulla maggior parte delle questioni (come il sottoscritto, ovviamente) prenda decisioni per me o se le stesse decisioni vengano prese da persone rappresentanti… qualcosa (più che tale maggioranza direi che rappresentano il peggio del peggio ;-) ). Permettimi di ritenere entrambe le prospettive piuttosto agghiaccianti, con l’aggravante che la seconda ipotesi non è una prospettiva ma rispecchia l’attuale situazione! ;-)
Vdipassaggio:
Bellissima, la tua testimonianza! :-)
Come già detto, anche io sono convinto che situazioni estreme tirino fuori risorse interiori inaspettate; detto questo, non so quante risorse possa avere la gioventù nostrana (di cui faccio parte) ma sono abbastanza ottimista, basandomi su quelli che conosco. Quel che temo però è che, se da un lato, le situazioni che si vanno profilando (in breve, povertà a go-go per il popolo che si trova in fondo alla piramide) potranno essere un’occasione per tirare fuori gli attributi, dall’altro saranno un’occasione per il vertice della piramide “to remould it to their heart’s desire”… Crisi e guerre hanno sempre due facce: catarsi rigeneranti, si, ma con tante vittime e quasi tutte alla base della piramide…
Paolo
Chissa se qualcuno/a si e’ soffermato/a sulla foto da te pubblicata., sempre molto coerente con quello che scrivi Carlo :)
lei mi sorprende non poco.,
Fatma (non collegata e di passaggio veloce)
@16
difatti il mio auspicio è rappresentato dall’autogestione …
forse non mi sono spiegato bene.
ciao
Caro Carlo,
me lo consenti un baciamano, in casa tua, alla V del #10? È proprio quello, il concetto ungarettiano dell’allegria.
E alla Jam del # 12? Altro baciamano di questo vecchio scurrile (che in questi casi pensa sempre che lei “se la sia legata al dito”), provocato dalla magnifica associazione tra un pneumatico e l’altro. Neanch’io ci avevo pensato.
Vedi il bello di certe mattinate, quando uno stesso filo conduttore inanella considerazioni scritte di getto e sparpagliate qua e là? Penso al buon Messier, che parlava di “crisi” della nostra civiltà. Gli ho suggerito la possibilità di far derivare “crisi” da krysos, ‘oro’ (derivazione fasulla secondo quella scienza profana che è l’etimologia, ma non secondo quella scienza sacra che è il nirukta, dedicato alle omofonie). In fondo, per l’oro separarsi dalla ganga è una crisi.
Così, lo pneumatico che non “esprime – dice benissimo Jam – la sua santità” diventa un copertone. E così la crisi offre ad un copertone la possibilità di farsi pneumatico.
Come faremmo, senza la crisi di cui parla Enzas (che, se sposta quella ‘s’ finale all’inizio, è davvero Senza)?
la problema di buon vino io ho risorto sta mani, acquistando sulle colline vicinante..
ma i crisi d’economia rispetta ai nostri governanti,
quelli da venire :-)
un caro saluto e
una serena settimana!
Chapucer, infatti, pare di vivere in mondi paralleli, rispetto alla realtà descritta dai media.
Cifre e previsioni da una parte, persone che rischiano di perdre, o perdono, il loro lavoro dall’altra.
A presto
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Ciao Ammazzucchelli
una autogestione, possiamo chiamarla anche così, che faccia ameno delle briglie dei poteri costituiti rappresenterebbe una delle poche alternative.
Poi dovrebbe sorgere una organizzazione “naturale”.
Non si tratta di semplici utopie, in passato è successo.
Ma temo che si dovrà ancora attendere a lungo.
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paolo, condivido le tue considerazioni , e sottolinerei questo concetto:
l’ingenuità di credere che ci sia bisogno di rappresentanti per preservarci dagli altri “homini lupi” e che tali rappresentanti, presi dalla stessa marmaglia, diventino agnelli quando si trovano a gestire i destini di tutti.
Semplice ed evidente, eppure…
Blessed be
Fatma, sono contento che tu abbia colto :-)
Confesso anche che il tempo che impiego a scegliere le immagini solitamente è superiore a quello che mi occorre per scrivere i post..
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Asno
la crisi offre ad un copertone la possibilità di farsi pneumatico.
Mi pare una ottima sintesi di quanto emerso finora tra i vari interventi. :-)
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qualquna, ti sei già portata avnti alla grande :-)
Buona settimana a te :-)
Un individuo decisamente ignorante gradirebbe sapere che luogo la foto ritragga.
Colgo l’occasione per complimentarmi per la buona analisi della situazione attuale. Sono anch’io dell’idea che ci si trovi tutt’ora sulla punta dell’iceberg, giusto per restare in tema di Titanic.
ahah, avevo subito riconosciuto la foto degli interni del titanic, da amante del film (ebbene sì, quello con di caprio)…
ciò che più mi sorprende, caro santa, e che il tuo discorso mette in evidenza, è questo clima di ottimismo generale. di solito i media non tardano mai a diffondere gli allarmismi, dall’aviaria al maltempo fino a qualsiasi minchiata succeda nella vita di tutti giorni.
mah, si vedrà se poi i problemi cominceranno a risolversi da qui a due anni. io tutto quest’ottimismo lo lascio a silvio, all’onorevole bocchino e a tonino guerra.
Per l’autore del commento 28: come ricordava Ceci si tratta del salone principale del titanic.
Ceci, la verità paradossale è che basterebbe la consapevolezza da parte delle persone della reale entità della crisi per farla definitivamente precipitare.
Non è un gioco di parole: i crack bancari del passato sono avvenuti quando i correntisti fiutata l’aria correvano a ritirare i risparmi, facendo emrgere così la truffa delle banche stesse, che non avevano più i soldi da restituire.
I telegiornali tentano il tutto per tutto: “il brutto periodo passerà, passerà, passerà…”
A presto
…e nel frattempo dobbiamo cercare di resistere e sopravvivere.
Ma è dura quando i soldi sono pochi e non bastano neppure a pagare le bollette, è dura mantenere la propria dignità quando ti staccano la luce e il telefono, quando la padrona di casa ti sfratta per morosità o la banca si riprende la tua casa perchè non riesci più a pagare il mutuo.
E ti senti pure beffato da quello Stato che dovrebbe proteggerti quando senti che in una seduta straordinaria i parlamentari all’unanimità si sono aumentati lo stipendio di 1200 euri.
Dove erano i vari Di Pietro e compagni in quella occasione?
Non voglio essere profeta di sventure ma abbiamo le stesse condizioni dei periodi che hanno preceduto le grandi rivoluzioni…:-((
E ti senti pure beffato da quello Stato che dovrebbe proteggerti quando senti che in una seduta straordinaria i parlamentari all’unanimità si sono aumentati lo stipendio di 1200 euri.
Qualcuno potrebbe accusarti di “qualunquismo”…
Oltre il danno la beffa, insomma..
A presto :-)
oh lo so bene, ma non riesco a difendere a oltranza neppure lo schieramento per cui ho votato.
E se questo significa essere qualunquisti… ebbene lo sono e ho la faccia tosta di vantarmene
Così mi piaci :-)
Blessed be