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-o- Too late to die young -o-
22 Novembre 2009

La scienza della persuasione

Immagine by Shephard Fairey

Il condizionamento nel Mondo Nuovo e l’esperimento di Pavlov.

Nel romanzo Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley, ambientato in un ipotetico futuro, viene descritta una società distopica perfettamente pianificata, una società in cui la stabilità è raggiunta per mezzo dell’ingegneria genetica, del precoce condizionamento attuato sugli individui sin dalla più tenera età e mediante l’annullamento delle libertà personali.
In tale società, rigidamente divisa in caste, vi è quindi necessità di una forza lavoro che svolga mansioni con differenti gradi di specializzazione; di conseguenza, per fare in modo che nessuno sia scontento della propria posizione, ad ogni individuo viene riservata sin dalla più tenera età una diversa formazione.
Nei casi delle caste inferiori, i gamma e i delta, questa formazione sarà anche finalizzata nel mantenere basso il quoziente intellettivo dei soggetti, dal momento che coloro che sono preposti allo svolgimento dei lavori più umili è bene che non si rendano conto della loro situazione, e non sviluppino alcun sentimento di invidia nei confronti delle classi privilegiate.
Nel romanzo, tra le altre cose, vengono descritti alcuni dei metodi con cui i bambini delta vengono condizionati affinché sviluppino determinate inclinazioni e delle particolari predilezioni.
Ad esempio, nei primi mesi di età, vengono posti di fronte a dei libri e a dei fiori, ed ogni volta che li toccano vengono investi da una scossa elettrica.
Il regime infatti ritiene  sconveniente che i bambini sviluppino interesse per la lettura, dal momento che l’ignoranza è essenziale per mantenere la popolazione sotto controllo; allo stesso modo viene osteggiato un eccessivo amore verso la natura, poiché i cittadini che amano trascorrere il loro tempo all’aria aperta non spendono e non stimolano l’economia.
Huxley, nell’immaginare il condizionamento violento per mezzo delle scosse elettriche, si rifà evidentemente ai celebri studi del dottor Ivan Pavlov.

Ivan Pavlov, come è noto, mentre svolgeva degli esperimenti con l’aiuto di un cane aveva osservato come la salivazione dell’animale aumentasse alla vista del cibo, come normalmente ci si poteva aspettare.
Il cibo in questo caso venne chiamato stimolo incondizionato, e la salivazione del cane riflesso incondizionato.
Nel proseguire con l’esperimento, Pavlov iniziò a suonare un campanellino ogni volta che portava del cibo al suo cane, finché l’animale associò la presenza del cibo con il suono.
In seguito, Pavlov scoprì che il suono del campanellino, da solo, era sufficiente per innestare la salivazione del cane, anche senza la presenza del cibo.
Il suono del campanello divenne lo stimolo condizionato, mentre la salivazione indotta da questo suono, e non dal cibo, venne detta riflesso condizionato.


E’ utile qui notare che la salivazione non è una operazione controllata dalla parte razionale della mente, ma si tratta invece di un processo inconscio che si verifica a prescindere dalla volontà dell’individuo, negli animali così come nell’uomo.
L’esperimento di Pavlov, di conseguenza, registrò in maniera “scientifica” una delle caratteristiche principali del mondo animale, uomo incluso, ovvero la capacità della componente inconscia di elaborare i dati del mondo esterno per “associazione”.

Il meccanismo dell’associazioneTutti gli esseri umani sperimentano inconsciamente il meccanismo dell’associazione nella loro vita quotidiana.
Quando ad esempio associamo un profumo particolare ad una persona a noi cara, ed in seguito il solo odorare quel profumo ci provoca sentimenti positivi.
Oppure nell’istintiva repulsione che proviamo nei confronti della sveglia che interrompe il nostro sonno ogni mattino, anche quando è silenziosa, così come nella gioia provata nell’osservare un particolare oggetto, insignificante per gli altri, che abbiamo associato con un momento carico di sensazioni.
E’ importante sottolineare che il processo dell’associazione avviene in maniera del tutto inconscia, ed agisce ad un livello molto più profondo dell’attenzione razionale.
Occorre ricordare anche che l’apparenza, ovvero il modo in cui la realtà si mostra, gioca un ruolo molto più importante di quanto siamo portati a credere per quanto riguarda la nostra capacità di analizzare il mondo circostante,
Quando ad esempio incontriamo una persona, prima di parlarle e conoscerla la nostra parte inconscia ha già elaborato una sua precisa opinione, sempre attraverso il meccanismo della associazione, e la nostra parte razionale ed analitica interviene solamente in un secondo momento; se la prima impressione è negativa, dovrà passare molto tempo prima che il “parere” espresso dalla parte razionale possa mutarla, mentre se il primo giudizio è positivo, per lungo tempo i segnali negativi verranno accantonati e sminuiti dalla parte razionale.
Questa sorte di giudizio non ha nulla a che fare con l’intelligenza di una persona o la sua “apertura mentale”, tipica di chi è convinto di non giudicare mai dall’apparenza, proprio perché riguarda la nostra parte inconscia ed istintiva.

Un esempio aiuterà a comprendere meglio questi meccanismi: una conoscente, persona istruita ed amabile, trovava insopportabile la vista di un certo telecronista sportivo, giudicandolo persona estremamente antipatica ed irritante, senza che il comportamento del giornalista avesse mai dato adito a questo giudizio.
Un giorno, rivedendo le immagini di una tragedia successa molti anni addietro in una partita di calcio, la conoscente riconobbe la voce del telecronista, e si rese conto che la sua avversione nei suoi confronti era provocata dal fatto che aveva associato la sua voce alle tragiche immagini che da bambina aveva osservato alla televisione.
Rifacendoci alla terminologia utilizzata da Ivan Pavlov, possiamo affermare che in questo caso la tragedia è lo stimolo incondizionato (quello che per il cane era la visione del cibo), la voce del telecronista è lo stimolo condizionato (il suono del campanellino), e il sentimento di repulsione all’udire il giornalista è il riflesso condizionato.
Ovviamente, questo processo psicologico non rappresenta una scoperta di Pavlov, ma a lui va il merito di averlo dimostrato “scientificamente”, ovvero secondo i parametri della ricerca moderna.

L’apporto della psicanalisi, da Freud a Le Bon

Pochi anni prima di Pavlov, un’altra disciplina propriamente moderna, ovvero la psicanalisi, sulla cui qualità scientifica è lecito dubitare, tentò di studiare le modalità attraverso le quali funzionava la psiche degli esseri umani, ponendo l’attenzione su quella sua componente che da allora venne chiamata “inconscio”.
L’idea di fondo di tale disciplina sosteneva che la maggior parte dei problemi psicologici delle persone era originata da traumi irrisolti, vissuti dall’individuo e rimossi dalla componente cosciente della psiche, ma ancora presenti a livello inconscio.
Si pensava che aiutando il paziente nel ricordare e “far riemergere” il trauma si potesse dargli la possibilità di affrontarlo e risolverlo definitivamente.
L’opera di Sigmund Freud e del suo allievo dissidente Jung ebbe un enorme diffusione nel XX secolo, ed influenzò in maniera decisiva il pensiero e l’immaginario collettivo.

La psicanalisi gode tuttora di enorme popolarità, e gode anche dello status di “disciplina scientifica”, nonostante molti si dichiarino scettici riguardo la sua reale efficacia.
Ma se l’aspetto curativo di questa scienza suscitò sin dalla sua nascita enormi perplessità, ad una parte dell’apparato teorico della psicanalisi venne invece riservata una grande attenzione da persone che occupavano posizioni di grandi responsabilità, persone che avevano interesse nel comprendere come effettivamente la psiche e la mente umana funzionano.
Fu questo il caso di Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud, uno dei pensatori che maggiormente contribuì a plasmare la mentalità dell’uomo contemporaneo.

Bernays, rifacendosi all’opera di Freud e di Gustave Le Bon, un altro studioso che diede un enorme apporto alla comprensione di questi meccanismi, operò affinché tali studi potessero trovare una applicazione pratica su vasta scala.
Occorre quindi, prima di procedere con l’analisi dell’opera di Bernays, ricordare la grande importanza, ancora troppo poco nota, che ebbero le ricerche dello psicologo Gustave le Bon, che nel 1895 diede alle stampe il fondamentale Psicologia delle folle.
In tale scritto, Le Bon analizzava il comportamento sviluppato dalle persone nel momento in cui formano dei gruppi più o meno numerosi, arrivando a sostenere che all’interno di una folla emerge e prende il soppravvento una sorta di “coscienza collettiva” indipendente da quella dei singoli che la compongono, una coscienza che risponde a dettami “inconsci”, sentimenti che possono essere abilmente guidati da personalità carismatiche che sono in grado di comunicare direttamente con questa enorme “coscienza”.
L’opera di Le Bon venne attentamente studiata dai maggiori dittatori del XX secolo: Mussolini riteneva “psicologia delle folle” un testo imprescindibile per un leader di governo, così come Hitler e Stalin.
Edward Bernays, quindi, dopo aver a studiato i testi di Freud e di Le Bon, sul finire dell’ottocento si trasferì in America e si dedicò al perfezionamento della scienza della persuasione nota come propaganda.

Edward Bernays, dal razionale all’inconscio

Quelli che manipolano il meccanismo nascosto della società costituiscono un governo invisibile che è il vero potere che controlla. Noi siamo governati, le nostre menti vengono plasmate, i nostri gusti vengono formati, le nostre idee sono quasi totalmente influenzate da uomini di cui non abbiamo mai nemmeno sentito parlare. Questo è il logico risultato del modo in cui la nostra società democratica è organizzata. Un vasto numero di esseri umani deve cooperare in questa maniera se si vuole vivere insieme come società che funziona in modo tranquillo. In quasi tutte le azioni della nostra vita, sia in ambito politico o negli affari o nella nostra condotta sociale o nel nostro pensiero morale, siamo dominati da un relativamente piccolo numero di persone che comprendono i processi mentali e i modelli di comportamento delle masse. Sono loro che tirano i fili che controllano la mente delle persone …Coloro che hanno in mano questo meccanismo, costituiscono il vero potere esecutivo del paese.”

Edward Bernays, Propaganda, 1929

Bernays lavorò per il governo americano e per l’apparato industriale, e nel campo della propaganda e della pubblicità ottenne i suoi più grandi successi, perfezionando quel particolare meccanismo tuttora usato dai creatori d’opinione.
Prima di Bernays, la pubblicità si concentrava nell’elencare le qualità e i benefici dei prodotti reclamizzati: di una bibita si diceva che fosse dissetante, di un abito che era resistente, di un particolare attrezzo si elencavano i modi d’uso, e così via.
Ci si rivolgeva, in altre parole, alla parte razionale, cosciente, della mente del consumatore.
Edward Bernays rivoluzionò questo meccanismo, e comprese che un prodotto avrebbe potuto essere maggiormente venduto se si rendeva appetibile al consumatore rivolgendosi alla sua parte “inconscia”.

Il prodotto quindi non doveva essere presentato per le sue intrinseche qualità, ma doveva essere proposto in associazione con un sentimento positivo, con una promessa di felicità, con uno stile di vita agognato.
Nel pubblicizzare un biscotto non bisognava soffermarsi sulla sua bontà o sulle sue qualità nutritive, ma occorreva mostrare una famiglia felice in una bella casa che con quel biscotto prendeva la sua prima colazione.
Di una automobile non si doveva fare una lista delle sue prestazioni, ma ritrarla in un paesaggio aperto e solare che suggerisse un senso di libertà.
Bernays, in altre parole, non fece altro che unire gli studi di Freud e di Le Bon con le scoperte del professor Ivan Pavlov a proposito dei riflessi condizionati.

Così come il cane del professore sbavava all’udire il suono del campanellino, associato inconsciamente al cibo, il nuovo consumatore venne abituato ad associare ai prodotti reclamizzati un determinato sentimento.
Nella pubblicità del biscotto, ad esempio, viene mostrata una famiglia felice, in una bella casa.
Per il consumatore tale condizione, la felicità, è l’equivalente di quello che per il cane di Pavlov era il cibo, lo stimolo incondizionato, ovvero il suo bisogno primario.
Il biscotto, associato all’immagine della felicità, è lo stimolo condizionato, quello che per il cane era il suono del campanellino.
Quando poi il consumatore al momento di fare la spesa si troverà di fronte a quel particolare biscotto, entrerà in funzione il meccanismo di associazione, inconsciamente, e sarà portato a scegliere quel prodotto – riflesso condizionato – nello stesso modo in cui la salivazione del cane aumentava al suono del campanellino.
E’ essenziale notare ancora una volta come su tale processo non influiscono le qualità intellettive del consumatore, dal momento che il tutto avviene a livello inconscio.
L’associazione biscotto-felicità è ormai acquisita.

Associazione e ripetizione: la creazione del bisogno

Il successo, indiscutibile, di tale meccanismo, è testimoniato dal fatto che ancora oggi le strategie promozionali ricalcano esattamente le modalità teorizzate da Edward Bernays: le pubblicità attualmente puntano inevitabilmente su concetti semplici che richiamano i bisogni primari di ogni persona: il successo, il senso di libertà, il sesso.
Per reclamizzare una pasta sigillante si mostra una ragazza nuda, un assorbente è associato ad una giovane donna che si lancia col paracadute, le macchine percorrono paesaggi suggestivi oppure si muovono eteree in paesaggi urbani “addomesticati”, mentre gli spaghetti sono sempre accompagnati da famiglie impeccabili e sorridenti che si amano, famiglie perfette.
Quando poi il consumatore si reca nel supermercato e si trova davanti a quel sigillante, ecco che dentro di sé prova una strana sensazione piacevole, senza rendersi conto che la sua psiche nello stesso momento sta immaginando una bella donna nuda immersa in una vasca trasparente.
Tutto questo, però, non sarebbe possibile senza la presenza di un altro fattore, egualmente importante e necessario: la ripetizione.
Nella pubblicità, come nella propaganda, il messaggio va ripetuto più e più volte, perché, ed anche questo è ormai provato, la mente umana tende a considerare veritiere le informazioni ricevute più volte in diverse condizioni.
All’ennesima ripetizione di un concetto, quest’ultimo sarà considerato vero in maniera automatica, e ciò è valido sia sul piano cosciente che a livello inconscio.

Associazione, appello ai bisogni primari, ripetizione: questi, in sintesi, i fondamenti della manipolazione del pensiero.

126 comments to La scienza della persuasione

  • Ciao Brocencircle

    la tua domanda è leggittima.
    Un parere a proposito l’avevo espresso nell’articolo Pensiero magico ed evocazione, che concludeva il discorso iniziato proprio con l’articolo che hai qui commentato.

    A presto

     

  • Anonimo

    Scusami, mi dispiace farti ripetere, non avevo idea che avessi scritto una sorta di “trilogia” sull’argomento, adesso mi è chiara la tua opinione, o meglio, mi sono chiare le tue “teorie” al riguardo, mi piarebbe scoprire cosa ne pensano gli altri utenti.

    Grazie.

    Brokencircle 

  • Anonimo

    Ciao Brokencircle, anche io ritengo valido qualcosa che potrebbe essere chiamato il “complotto del complotto”. Ovviamente è solo un’ipotesi che tengo nel taschino insieme a tante altre, ma si basa sull’idea di distinguere il cosiddetto nwo in due fasi, una in un certo senso propedeutica ed una “ultimata” (che si potrebbe chiamare anche in altri modi), una forse più repressiva l’altra falsamente liberatrice, una di cui si parla e l’altra di cui è praticamente impossibile parlare. Come se ci fosse soluzione di continuità. In tal caso diffondere informazioni contradditorie e confuse intorno al nwo-paravento può essere funzionale al piano, non solo per quanto riguarda la capacità evocatoria di questo modus operandi che già di per sè parrebbe giustificarlo.
    un saluto,
    Pol

  • Per conto mio mi limiterei ad un semplice consiglio: “procedere dalle cose note a quelle ignote”.
    partire da ciò che è certo, e poi fare un passo alla volta, cercando di intuire le origini di quello che è più intricato.

  • Anonimo

    Conosco i miei limiti Santa, ed ho un forte spirito di conservazione, non voglio spingere la mia ricerca fino a dove potrei rischiare di perdermi e i tranelli sono tanti. Cerco di aggrapparmi ai sussurri della mia anima e muovo i passi solo se il pavimento sotto ai miei piedi e ben saldo…in fondo sono solo un semplice barista. 

    – @Pol Concordo con la tua visione, anche se credo che sia poco preciso fare una vera e propria distinzione fra “NWO  for dummies” e NWO vero e proprio, io credo che i due meccanismi siano legati e consequenziali non obbligatoriamente separati…sono arrivato (per adesso) alla conclusione che alla loro causa importi poco se qualcosa sia vera o verosimile, se sia nota o invisibile, nel tempo ogni cosa muta di valore, anche i valori stessi, nel tempo loro la fanno da padroni anche se come sappiamo “Non prevaranno” (cit) sono comunque degli abili manipolatori del giudizio umano, verità e bugia sortiscono lo stesso effetto. A loro non importa se li temiamo o li ridicolizziamo finchè riescono a tenere alta la cortina di fumo e confusione avranno la meglio. 
    Ci mostrano il dito per nascondere la luna e ci mostrano la luna per distrarci dal resto. Cosa sia il resto è una questione un pò troppo personale e purtroppo il dono della sintesi non mi appartiene e come dicevo prima ho uno spirito di conservazione motlo forte…piano piano un passo dopo l’altro, consapevoli che ogni giorno ci conduce più vicini alla loro fine. Tutto il resto è noia.

    Un abbraccio

    Brokencircle 

  • Gazurmah

    Persuasione..o anche rinco*lionimento delle masse..uno dei più grandi crimini verso la mente..interessante il libro del grande Noam Chomsky sull strategie di manipolazione..

  • Grazie Roberto, molto interessante, e molto a tema.

  • orange

    ci danno in pasto molte bugie e mezze verità…ma anno dopo anno e seguendo analiticamente i fatti storici in successione risulta sempre più evidente la loro manovra..ogni giorno nuovo rivelano sempre di più il loro “volto”..il nemico assente o nascosto deve uscire e sta uscendo allo scoperto..poichè il suo fine finale è quello di guidare..dovrà avere dei testimoni partecipanti..dovrà avere un culto e un rappresentante..ma prima però..molte cose verranno trasformate..

  • miriam

    Ciao Santa,
    all’inizio di questo tuo scritto hai parlato del romanzo Il Mondo Nuovo di Huxley. Con le notizie che si leggono ultimamente fa un po’ drizzare i capelli vedere quante delle cose che lui descriveva si stiano pian piano avverando: nello specifico, al momento sto pensando a come nel libro il termine “madre” sia di fatto un’oscenità, anche se non ricordo che cosa succeda al “padre” (ammesso che sia contemplata una simile figura, a parte nell’episodio che descrive gli esiti della programmazione notturna su un ragazzino). 
    Ci stiamo arrivando. Ed è buffo, quel libro con ogni probabilità non è tanto “fantascienza” quanto un autentico programma fatto passare sotto il naso della gente di quest’ultimo secolo sotto le mentite spoglie della distopia.
    Spero che tu torni presto.
    Miriam

    • Hiei

      Guardando quelle simpatiche, vecchie favole di una volta nei nostri tempo non si trattiene un sorriso pensando “Orwell e Huxley…che simpatici umoristi, come eravate cazzoni e ottimisti! Bei tempi i vostri, eh?”. :’D
       
      Se poi vai a vedere non è ‘sto gran segreto che fossero entrambi del noto sindacato dei muratori e i loro libri fanno parte della categoria che va sotto il nome di programmazione predittiva – cosa descritta nello stesso 1984 – libro che tutti conoscono, pochi hanno letto e una minima parte di essi capito – quando al portagonista l’ufficiale della psicopolizia sotto mentite spoglie dà un libro che ne è l’equivalente romanzato per i propri fini ultimi.
       
      Ma fa tutto parte del grande disegno divino! Non dubitate!
      Aspettate fiduciosi che arriverà il grande cetriolone cosmico! :’D
       
      Par fin strano che nessuno abbia ancora tirato fuori la cometa ISON…d’altra parte era agosto…

  • orange

    ebbene è così…poichè è da molto molto tempo che si lavora sulla storia e sul come ti indirizzo la storia..la farsa dell’11/9 è sotto gli occhi di tutti..in una conferenza di 3 anni fà chiesi ad un noto prof.di economia politica che aveva lavorato con l’eni e conosciuto gheddafi se avesse mai avuto dubbi sul fatto che tutti gli eventi geopolitici fossero manovrati..lui rispose di no..in tutta la sua esperienza mai era stato sfiorato dal dubbio..quando replicai che gheddafi sarebbe stato cancellato nel giro di un anno,sorridendo mi rispose..”impensabile..sarà il perno dell’occidente in africa per almeno 10 anni ancora..”..mi chiedo se ricorda e se sorride ancora..buone camicie a tutti..

  • orange

    forse qualcuno non ha letto il mattino dei maghi…
    o forse pensa che i nazisti erano dei zuzzurelloni che cercavano in Tibet e dintorni lucciole e lanterne..
    o forse è troppo concentrato sui cetrioloni cosmici..
    però la programmazione predittiva è già un bel passo avanti..
    intanto “godiamoci”le prossime BALLE SPAZIALi di Obama e seguaci..assai più interessanti di Ison..

    • Hiei

      ” però la programmazione predittiva è già un bel passo avanti..”
       
      Ma dai? Ma dì giuro!
      Sarà forse perchè quella di Orwell e Huxley è programmazione predittiva dei loro tempi, cioè vediamo…QUALCHE DECENNIO FA?
       
      Ma perchè non trovo più uno che mi dà contro che sappia superare almeno il livello delle scuole elementari? La macchina della stupidità (cogli la raffinata citazione nerd! :’D ) degli alieni cattivi è già arrivata a ‘sto punto?
       
      E vabbè, portiamo pazienza che il nobel per la pace sembra tutto intenzionato a servirci presto la FLAME WAR per eccellenza… :’D

  • orange

    senti GENIUS..già per interpretare i tuoi pittogrammi non basta un corso alla scuola di polizia 1-2-3-4-5..
    intendi forse abusare della mia pazienza?..eh eh..per tua norma e regola sono pure laureato..eh eh..
    Orwell e compagnia erano degli iniziati?..o gente dotata di fervida fantasia?..
    nel primo caso hanno dato solo un assaggino del tempo a venire ..nel secondo ..si facevano belle casse di LSD..quindi sintonizziamo le antenne..i tuoi “passaggi”sugli alieni cattivi si riferiscono al fatto che in Grecia chiude pure Topolino?..:’D
     

    • Hiei

      “per interpretare i tuoi pittogrammi non basta un corso alla scuola di polizia 1-2-3-4-5..”
       
      Ti consiglio un testo di decrittazione che può venirti utile: si chiama “GRAMMATICA ITALIANA”. :’D

      “per tua norma e regola sono pure laureato..eh eh..”
       
      La laurea! Il certificato di “robottino DOC” del sistema!
      Si vede sempre… :’D
       
      “i tuoi “passaggi”sugli alieni cattivi si riferiscono al fatto che in Grecia chiude pure Topolino?”
       
      Considerato che il papà della pantegana a fumetti era massone e filonazista, ti sembra un passo indietro? :’D

  • orange

    eh eh.la mia segretaria personale..eh eh..mi ricorda che il libro di Orwell 1984 fu dato alle stampe nel 1949..un pò più di qualche decennio fà..e c’è anche un interessante libro di C:FORT il libro dei dannati ancor più vecchio..per cui..Flame On!!..come diceva la vecchia Torcia..eh eh.premierò la mia bella segretaria con un bel..regalino..eh eh eh..

    • Hiei

      “1984” esce 65 anni fa, Il “Mondo Nuovo” 75, media 7 decenni.
       
      qualche
       
      [quàl-che] agg. indef. m. e f. (solo sing.)
      1 Alcuni, pochi, riferito a persone o cose in numero ridotto
       
       
      Sette mi sembra un numero definito e ridotto: in gramattica andiamo maluccio ma in matematica pure peggio…che testi di laurea avevi? Il Manuale delle Giovani Marmotte e l’Almanacco di Topolino? :’D

  • orange

    ah ah..molto spassoso..
    7 decenni di media..chiamali pochi..anche senza grammatica..
    molto meglio il manuale delle giovani marmotte che i tuoi..”interventi”..comunque sia resta il fatto che gli autori di quei libri avevano avuto accesso ad una porzione di verità..e cioè di un azione costante che agisce da molto più tempo di quanto si possa supporre..lo stesso Napoleone ne aveva già a suo tempo accennato..
    la mia laurea è in scienze politiche e sociali,con tesi in geopolitica..sulla filosofia della politica estera USA..ecc.ecc..
    e ricordo benissimo che allora ai professorini sapientini mettevamo spesso delle puntine sotto il culo..
    vedi un pò HIEi di controllarti il deredano..eh eh..:D-

  • orange

    però son sempre meglio delle flame war..
    senti Hiei..tu che sei qui “presente”..eh eh..da più tempo di me..sai se ci sono ragazze simpatiche sul forum..sai prima della fine dei denti..cioè dei tempi..bisognerebbe ..approfondire..la conoscienza..eh eh..
    la mia segretaria non approverebbe…eh eh..tuttavia una sana filosofia di amore universale..:D-

  • orange

    la scienza della persuasione…ora ci persuaderanno che il bombardamento dei siti siriani sia ineluttabile..infatti un attacco militare potrebbe avere effetti catastrofici..ma vah..se un missile colpisse un piccolo reattore vicino damasco che contiene uranio radiattivo..lo afferma il ministero degli esteri russo in una nota,chiedendo all’agenzia nucleare dell’onu di evitare urgentemente il potenziale rischio..allora sicuramente lo centreranno per primo..

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