Quando anni fa sentii parlare per la prima volta delle gated communities ebbi l’impressione di stare ascoltando il racconto di un romanzo distopico ambientato in un prossimo futuro.
In realtà, le gated communities non hanno nulla di fantascientifico, e rispondono ad una precisa esigenza sentita da sempre più cittadini.
Più che una anticipazione del futuro, inoltre, queste “comunità” rappresentano un curioso ritorno al passato.
Si tratta, essenzialmente, di zone residenziali private composte da diverse unità abitative, da poche decine a qualche centinaio, riservate principalmente a cittadini benestanti, facenti parte del ceto medio – alto della popolazione.
Queste zone residenziali speciali possono formare dei paesi isolati, oppure occupare un quartiere all’interno di una città più grande, e sono solitamente cintate da muri e cancelli – da cui il nome – ed ogni abitante deve identificarsi all’ingresso per potervi accedere.
La caratteristica principale di tali agglomerati urbani infatti è proprio questa: il transito al loro interno è interdetto agli estranei, che potranno al massimo accedervi dietro necessaria autorizzazione.
Se, ad esempio, un abitante della communityaspetta la visita di qualche conoscente che non abita nel quartiere, dovrà annunciarlo alle guardie giurate che controllano gli ingressi, comunicando l’orario dell’arrivo dell’amico, il suo nome, i dati di un documento di identificazione e il motivo della visita stessa.La prima ragione dell’esistenza di tali comunità isolate è intuibile: il desiderio di sicurezza.
Dentro il quartiere infatti possono circolare solo gli abitanti, che col tempo si conoscono personalmente, e vi è inoltre un servizio di sicurezza offerto da guardie private pagato dai proprietari delle case.
Gli abitanti, inoltre, concorrono collettivamente per le spese urbanistiche, per la cura del decoro urbano e per i vari servizi comuni di cui hanno bisogno, facendo in questo modo delle loro zone residenziali delle piccole entità giuridiche in parte indipendenti.
Le gated comunities più grandi vengono così dotate di centri ricreativi, scuole materne, piscine comuni, bar, ristoranti, negozi, come fossero delle comunità autosufficienti.Tale fenomeno urbanistico ebbe la sua origine negli Stati Uniti – dove si calcola che attualmente circa 10 milioni di persone vivano in una di queste comunità – e ben presto si è diffuso in altre nazioni, in particolar modo in stati in cui esiste una certa disparità tra le condizioni economiche dei più ricchi rispetto a quelle dei più poveri, come la Cina, il Brasile, L’Argentina, ed altri paesi del Sudamerica.
In Italia, esiste un progetto del 2007 che prevede la costruzione della prima gated community sul nostro suolo nazionale, all’interno del comune di Basiglio, a trenta minuti di Milano.
Nella presentazione dell’operazione comunicata dai media si descrive chiaramente l’idea dell’abitare a cui il progetto si ispira:
A Basiglio, a due passi da Milano 3, sta per nascere quella che potrebbe essere la prima gated community italiana, una città nella città in un ambiente superprotetto e immerso nel verde, senza auto e con tutti i servizi di un hotel cinque stelle che sarannno fornite da società esterne al quartiere.
L’idea funziona da anni negli Stati Uniti, soprattutto fra le famiglie del ceto medio-alto, per proteggersi dal crimine.
L’immobiliarista Danilo Doronzo, che guida la Milano Holding Goup, ha deciso di importare in Italia il modello che, secondo gli ideatori, rappresenta l’evoluzione d’iniziative come Milano 2, lanciate negli anni ‘70 da Silvio Berlusconi.
La sicurezza, però, è solo uno degli aspetti che lo interessano.
La differenza rispetto ad altri progetti simili sarà data dalla qualità dei servizi. «Sarà il regno del silenzio – spiega Doronzo – uno spazio dove i bambini potranno circolare liberamente senza che nessuno possa entrare in assenza di autorizzazione e dove una società di gestione esaudirà tutte le richieste dei proprietari, dai servizi di baby sitting alla consegna della spesa, fino all’innaffiamento dei fiori 24 ore su 24».I lavori di Cascina Vione partiranno a febbraio e dureranno tre anni. Si tratta di un progetto da 80 milioni di euro finanziato per 53 milioni da Bpm su un’area di 100mila metri quadri, di cui solo 25mila saranno costruiti.
«Rispetteremo le metrature esitenti», precisa Doronzo.
L’obiettivo infatti è creare un ambiente esclusivo per circa 150 famiglie che avranno modo di veder rifiorire un complesso che risale al Milleduecento.
All’interno di questo spazio si circolerà rigorosamente a piedi: «Anche le biciclette – precisa Doronzo – resteranno fuori mentre per le auto ci saranno i parcheggi sotterranei».
Da un certo punto di vista, il fatto che un gruppo di cittadini decida di abitare in una zona residenziale comune isolata dall’esterno può considerarsi del tutto legittima, secondo gli standard attuali della proprietà privata.
In fondo, l’operazione in sé non ha nulla di diverso rispetto al cingere con cancellate e muri il lotto della propria abitazione privata.
Si tratta semplicemente di un passaggio di scala, dal momento che all’interno dei muri rientrano diverse proprietà, e non una sola, creando un piccolo agglomerato urbano.
Nondimeno, l’idea che all’interno di una città esistano zone più o meno ampie dotate di strade a cui un normale cittadino non possa accedere stride con la nostra stessa abitudine di “utilizzatori di città”.
Risulta infatti normale e scontato incontrare terreni recintati, parchi privati ed in generale edifici non pubblici a cui non è possibile accedere, ma diviene più difficile concepire delle strade e dei quartieri interamente privati, con tanto di cancelli di ingresso e guardie armate che vigilano e controllano affinché nessuno non autorizzato possa varcarne la soglia (come si diceva all’inizio dell’articolo, tale situazione ricorda molto i borghi fortificati dei secoli passati, con le sentinelle del signore attente a non far entrare potenziali nemici entro le mura; alle gated communities manca solamente il ponte levatoio).
Inoltre, specialmente nei paesi con maggior disparità sociali, non può non stridere il contrasto tra l’ordine e l’agiatezza delle zone residenziali private e la povertà e la miseria che iniziano subito all’esterno delle cancellate.
Da un punto di vista urbanistico – sociale, le gated communities denunciano in qualche modo anche il fallimento della metropoli contemporanea, con la sua pretesa di multiculturalità e commistione tra i diversi strati sociali della popolazione.
Queste entità residenziali, d’altra parte, non fanno altro che ricreare i vecchi villaggi che caratterizzavano fino a pochi secoli fa il mondo pre-moderno, dove un numero ristretto di famiglie che condividevano le stesse condizioni economiche e sociali vivevano all’interno di un piccolo nucleo urbano; in tali comunità era assente la figura dell’estraneo, dal momento che tutti si conoscevano a vicenda, e da questo derivava un certo senso di sicurezza.
Gli esseri umani, infatti, sono esseri sociali, ma una loro innata predisposizione, risalente all’alba dei tempi, li porta a dividere le persone che li circondano in due categorie, conoscenti ed estranei, ed una sorta di istinto primordiale porta naturalmente ogni uomo ad essere diffidente nei confronti dei secondi.
Nelle piccole comunità, l’essere circondati da conoscenti, da persone di cui è noto il nome, la storia e il carattere, dà all’individuo un naturale senso di sicurezza, mentre nei grandi conglomerati, dove tutti sono estranei, le reazioni sono assai diverse: si va da una lieve diffidenza ad un vero e proprio sentimento di costante insicurezza.
Le gated communities ricostruiscono, forse in maniera inconsapevole, quell’antico modo di abitare, un mondo chiuso fatto di volti noti e persone simili e di conseguenza rassicuranti.
Ma se da questo punto di vista si crea una unità tra i membri di queste piccole comunità, dall’altra si accentuano ancora di più le differenze tra coloro che hanno una certa disponibilità economica e la grande massa che ne rimane fuori, facendo in modo che le diseguaglianze della società si accentuino ancora di più.
Questo sarà il futuro.Poi magari alcuni di quelli che vivono nelle gated comunities andranno in tv a declamare che siamo tutti uguali e che dobbiamo essere tolleranti ed aiutare chi nella vita ha meno di noi.E quelli come te (carry on)ci crederanno pure,e chi non è d’accordo è un razzista e un ipocrita,come la storia della Svizzera e dei minareti eh?
P.S. ho visto il tuo post su c,aguilera;ma te che musica ascolti? kerly,aguilera ecc..ma ascolta gliSlayer,i Venom e Deah ss,anche là trovi i pentacoli ahha…
Sono i corsi e ricorsi della storia. Il neomedioevo è alle porte. Purtroppo non ci si può far nulla… Quello che spaventa è che siamo regrediti non solo a livello culturale, ma anche dal punto di vista pratico. Quando i predoni del futuro attraverseranno le pianure abbandonate del futuro spazzate dal vento radioattivo del futuro, come se la caverà chi, come me, non è d’accordo con coloro che vivono dentro le gated communities? Sarà in grado di sopravvivere? Di cacciarsi il pasto? Di difendersi?
Altro che Slayer, Venom, Death SS… (Tom Araya come si comporterebbe? Mi sa che vivrebbe in una gated, purtroppo.)
A chi non l’avesse ancora visto, consiglio la visione di Wall-E. Nonostante la provenienza, è un film non solo divertente dal punto di vista creativo, ma incredibilmente e drammaticamente profetico.
Come al solito il post è interessante, Santa.
Konrad.
Più che i borghi medioevali (primo sintomo di una lenta rinascita) mi ricordano i latifondi fortificati in cui andarono a rintanarsi i riccastri del tardo Impero Romano, ovvero l’inizio della fine della civiltà.
Neofeudalesimo strisciante?
Soichiro
Forse in Italy sarebbe più razionale ripopolare i paesi…. M
Mi ricorda il film "The Village"
Nick
P.S. ho visto il tuo post su c,aguilera;ma te che musica ascolti? kerly,aguilera ecc..ma ascolta gliSlayer,i Venom e Deah ss,anche là trovi i pentacoli ahha…
A dire il vero non mi entusiasma troppo il trash metal, sono più orientato verso il doom, il gotic e l’epic.
Mi piace Danzig, i Tiamat, i vecchi Theatre of Tragedy, i Nightwish, i Tool, i Virgin Steele.
Gli Slayer e i Venom li trovo troppo casinisti, troppa scena, per non parlare dei Death SS, che sono cabaret puro.
Comunque, se ci si occupa di queste giovani pop star è per l’impatto che hanno su di una vasta quantità di adolescenti.
Per i gruppi metal l’utilizzo di simbologie "sataniste" è puro marketin, dal momento che fa parte dell’immagine che vendono.
Non che per questo il tutto possa liquidarsi come "pittoresco", sia chiaro.
I tool, tra i satanisti "seri", ad esempio vanno ascoltati con moderazione, altrimenti si rischia la depressione.
E quelli come te (carry on)ci crederanno pure,
Non ho capito chi sarebbero "quelli come me".
E comunque è vero, dimenticavo i manowar, che hanno fatto dei pezzi memorabili, anche se nei loro dischi la metà delle canzoni sono inascoltabili.
A presto
L’idea secondo me non è neanche tanto male.
Se si recuperasse lo spirito dei borghi medioevali si avrebbe anche la possibilità di fare un salto di qualità:oltre ad impedire l’entrata di rumeni, albanesi, marocchini e terroristi arabi si potrebbe iniziare, man mano che si raggiungesse un pò di autonomia, a impedire l’entrata degli esattori delle tasse.
Temo però che sia solo un meccanismo di difesa di quelle classi agiate che nonsentendosi protette dalle istituzioni, hanno la possibilità economica di organizzarsi, sempre però sotto l’ala protettrice dello stato. Qui il medioevo non c’entra niente, anzi proprio il borghese arricchito che ha avuto i mezzi per proteggersi da solo è sta la causa della fine di quel periodo storico.
Questi quartieri piuttosto corrisponderebbero, dovendo fare un paragone, agli appezzamenti lasciato dal signore del castello ai contadini, o ai pastori per tenervi le pecore.
I borghi medioevali, con castelli annessi, saranno eretti in luoghi più elevati da altre parti e con gente di altra levatura.
Pyter
Konrad
Quando i predoni del futuro attraverseranno le pianure abbandonate del futuro spazzate dal vento radioattivo del futuro, come se la caverà chi, come me, non è d’accordo con coloro che vivono dentro le gated communities?
questa immagine ricorda Ken il guerriero :-)
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Soichiro
Neofeudalesimo strisciante?
difficile dire come si evolverà questa situazione.
Anche i latifondi fortificati di cui parli, assimilabili alle cortes, nacquero per esigenze dettate dalla mancanza di sicurezza.
Ma erano autosufficienti.
Le gates communities ovviamente non lo sono.
A presto
Forse in Italy sarebbe più razionale ripopolare i paesi…. M
In Italia vi è stata una massiccia urbanizzazione a partire dagli anni 50-60, ma questa tendenza si è invertita sul finire degli anni ottanta, accentuandosi negli anni 90.
Da allora tendono ad ingrossarsi i comuni prossimi alle grandi città, che offrono sia una certa vicinanza ai grandi centri urbani senza però soffire dei problemi delle metropoli.
Dal finire degli anni 90 in poi inoltre anche i paesi ancora più piccoli prossimi ai comuni attigui alle città, la seconda cintura, hanno iniziato a registrare un accentuato aumento della popolazione
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Nick
Mi ricorda il film "The Village"
Anche "la terra dei morti viventi" :-)
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Pyter
Qui il medioevo non c’entra niente, anzi proprio il borghese arricchito che ha avuto i mezzi per proteggersi da solo è sta la causa della fine di quel periodo storico.
Una importante precisazione: come si accennava prima, il borgo medioevale era in grado di autosostenrsi.
Vi era una certa differenziazione del lavoro, e la coabitazione dentro le mura nasceva anche da un patto sociale, in cui ognuno aveva dei doveri e dei diritti.
Nella maggioranza delle gated communities vi è la presenza di "professionisti qualificati", gente che probabilmente avrebbbe delle difficoltà a far rendere un campo coltivato oppure a compiere lavori da fabbro.
Ciao santa
in italia c’è un esempio già molto più vecchio ed è il quartiere dell’olgiata a Roma. L’esperimento è cominciato molto tempo fa.
Saluti
C’è un film di cui non ricordo il titolo abbastanza recente che parlava di una Gated Community in modo abbastanza inquietante. proprio il nome. Se qualcuno si ricordasse il titolo mi farebbe una cortesia.
il film che dici dovrebbe essere "la zona" di Rodrigo Plà…
Nasamod
Tutto e il contrario di tutto, in Francia è stato lanciato un progetto per abbattere tutti i recinti e cancelli, mettendo in comune tutti gli spazzi ricavati, per cercare di riavvicinare le persone e sopratutto per i bambini.
I gated communities estremi, invece li posiamo trovare in Sudafrica dopo l’apartheid sono state create città dove non solo devi essere annunciato, ma dove tutto il personale deve essere bianco.
Di film ne ho visti tre (poi magari cerco i titoli + altri che riprendono il tema), di cui i simpson hanno fatto di tutti e tre la parodia, uno in particolare faceva notare il difetto del controllo alla grande fratello (alla 1984 di Orwell), e dove si arriva ad operare il cane che abbaia troppo.
Purtroppo ci stiamo allontanando da tutti e tutto, dal reale al virtuale.
Ciao da Ghibli.
Ciao Santa, fenomeno in crescita e, a parer mio comprensibile: sto economicamente bene, vado ad acquistare una casa in in luogo in cui sto più sicuro. Gli altri (ci sto anch’io) continuino a vivere in questo bordello di città ormai fuori controllo….un altro indizio del fallimento delle attuali organizzazioni della collettività (comuni, provincie, stato) in mano a una classe governante corrotta e ignorante, che governa sui popoli (noi) stupidi…E’ cosi e basta, si salvi chi può.
Essenziale
Interessante il tuo blog e quanto scrivi. Lo metto tra i preferiti
Re-tribalizzazione d’ élite. Certo l’ idea di una comunità umana di ridotte dimensioni mi alletta, sono sempre stato incline a considerare la natura sociale dell’ uomo più affine alla figura del branco, che non a quella dell’ alveare o del formicaio, di cui i grandi centri urbani della società moderna potrebbero essere la rappresentazione. Se proprio devo sognare come soluzione preferisco personalmente pensare a realtà tipo eco-villaggio, in cui l’ impegno collettivo si volga al recupero di quanta più autonomia ed indipendenza possibile dal sistema, mantenendo canali di apertura, contatto e inter-scambio con altre realtà simili. Difficile, ma non impossibile.
Questi invece vorrebbero tenere il piede in due scarpe, come si suol dire, da una parte chiudersi alle brutture e al degrado che il sistema inevitabilmente produce, dall’ altra continuare a fruire dei benefici esclusivi che lo stesso sistema gli offre. Nella speranza, vana, che il loro timore possa attenuarsi tramite l’ isolamento e la separazione.
La paura nei confronti degli sconosciuti di cui parli nel post penso sia dovuta al profondo senso di sfiducia nel prossimo che serpeggia tra le nostre vite, alimentato da quei fabbricanti di paura che sono i media. Siamo portati a pensare il male, sempre, l’ alterità e la diversità ci terrorizzano e desideriamo contatti solo con il noto, con il conosciuto, col simile. Siamo di fronte ad una condizione profondamente patologica che non riconosce che soltanto nel continuo contatto con il differente origina e si sviluppa l’ identità, e che ogni differenza è tale solo se emerge da uno sfondo comune di identità. "L’ altro è Io, l’ Io è l’ altro. Sia questo che quello sono parimenti affermazione che negazione" è una posizione Taoista. Non è rinchiudendosi dentro un recinto con i propri simili che si può superare il senso di paura che investe la vita dell’ uomo, ma aprendosi all’ alterità e riconoscendo priorità a ciò che ci accomuna in essa piuttosto che a ciò che ci differenzia.
Ho provato a cercare i film, ne ho trovato una 50 che usano il tema, ma quello che cercavo che spiega i pregi e sopratutto i difetti, le rinunce che ogni abitante deve accettare in base alle leggi interne quasi fosse un documentario non lo trovo, ricordo che era un buon filmTV.
L’idea del post ti è venuta guardando ieri 30 giorni al buio? ih ih.
Aggiungo che in America esistono in tema, cittadine di soli anziani, dove anche qui esistono regole di accesso e divieti come non poter portare bambini sotto una certa età se non in certi orari e giorni.
Cmq la "sicurezza" perché è questo il tema è un problema sopratutto americano dalla vecchia minaccia nucleare, anche il vicino di casa poteva costruire l’ordigno nucleare…
…ad oggi un mix di angosce e ansie (false) ha provocatola decomposizione del tessuto sociale e di integrazione che abbinato alla degradazione delle città ha prodotto queste comunità.
In Italia non penso che un ritorno ai borghi sia dovuto a un senso di insicurezza, spero che ci sia ma per un ritorno al "contatto" con le persone con i luoghi e i "regni" animale/vegetale/minerale della Natura.
Riciao da Ghibli.
ho scritto un po troppo :(
Non vedo nulla di neo-feudale in tutto cio’ anzi semmai una patetica parodia. Rappresenta solamente il non plus ultra del concetto di proprieta’ tanto caro ai sedentari popoli occidentali: ad un popolo nomade il non essere richiuso nello spazio non comporterebbe simili problemi, del resto l’uomo viene sulla Terra e se ne va, effimero come il possesso che crede di esercitare sulle cose. Se credono che costrendo un rifugio dorato per isolarsi dal resto lo facciano, non esistono legittimi impedimenti: sappiano solo che i delitti si compiono anche nelle migliori famiglie.
Inutile credo poi sia cercare di interpretare la realta’ tramite i film, casomai andrebbe fatto il contrario. Comunque trovo i termini di paragone con il feudalesimo totalmente errati in questa circostanza, cosi’ come con il latifondo: la terra almeno dava nutrimento ai ricchi come ai poveri , invece in questo specifico caso e’ pura speculazione edilizia (non a caso il grosso dell’investimento e’ condotto da una banca e da chissa’ che loschi figuri all’ombra).
Zodiacus
Anch’io non vedo forti legami con il feudo ma nemmeno con la proprietà.
Se parliamo di Usa possiamo parlare di "sicurezza".
In Italia sarà invece legato al senso di "elite" di status.
Nell’ultima puntata di presa_diretta si parlava di scuola pubblica e privata, l’élite spende dai 7.000 ai 10.000 euro per mandare i figli alle elementari, il problema e tutto qui, stiamo parlando di persone colte, agiate, potenti, ma ipocondriaci (di che?) che a forza di estraniarsi dal mondo reale non si interesseranno più di cosa succede là fuori, dove ci troviamo noi sob!
ri_Glibi ^^"
Come accenna anche l’articolo riportato, a Milano si sono visti dei prodromi; dalle prime timide viuzze private a Milano 2.
Quest’ultima non è lontanissima da casa mia, ci sono stato poche volte ma mi ha sempre fatto l’impressione di uno di quegli insediamenti stile fantascienza anni ’60 (inclusi certi episodi di Star Trek), dove tutto è tranquillo e sereno ma sotterraneamente cova una qualche specie di terribile segreto. Inquietante, ecco.
Ciao Essenziale
un altro indizio del fallimento delle attuali organizzazioni della collettività (comuni, provincie, stato) in mano a una classe governante corrotta e ignorante, che governa sui popoli (noi) stupidi…
da questo punto di vista vi sono anche dei semi positivi in queste comunità.
L’organizzarsi da sé scavalcando il potere statale è sempre cosa buona.
Il problema sono i cancelli..
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Agathangelos, ti ringrazio, un saluto a te
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Questi invece vorrebbero tenere il piede in due scarpe, come si suol dire, da una parte chiudersi alle brutture e al degrado che il sistema inevitabilmente produce, dall’ altra continuare a fruire dei benefici esclusivi che lo stesso sistema gli offre.
Ecco, questa mi pare la maggiore contraddizione delle persone che scelgono questo tipo di organizzazione.
Infatti, il mondo da cui "si isolano" è lo stesso modo che loro stessi contribuiscono a creare.
Chissà quanti operatori di borsa e quanti rampanbti speculatori vivono nelle gates community, felici di non dover incontrare la mattina fuori di casa le migliaia di persone che magari hanno contribuito a mandare in rovina.
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Lambomatic
mi ha sempre fatto l’impressione di uno di quegli insediamenti stile fantascienza anni ’60 (inclusi certi episodi di Star Trek), dove tutto è tranquillo e sereno ma sotterraneamente cova una qualche specie di terribile segreto
secondo me non potevi trovare paragone migliore.
la sensazione è proprio quella.
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Per quanto riguarda il paragone con i borghi medioevali, che a quanto pare non ha convinto molti, ripeto che a parer mio vi si possono trovare diverse similitudini.
Similitudini significa punti di contatto, non precisa riproposizione.
Il termine "parodia", utilizzato da Zodiacus, potrebbe sintetizzare bene il concetto.
Avete fatto caso al simbolo di Heritage Hills??
Inquietanti anche gli intervistati, il mascellone pieno di steroidi e l’uomo con il soprammobile pigna-ghiandola pineale…
Comunque il villaggio aveva tutto l’aspetto di un outlet, quelli fintissimi con i negozi-casetta…non la vorrei nemmeno se me la regalassero una casa in un posto cosi’.
Meglio come suggeriva un altro utente ripopolare i paesi, creare comunita’ sostenibili, ricominciare a coltivare.
Altro che plasticume e campi da tennis.
@ Ghibli, hai citato il sud africa,invito te e tutti i lettori compreso Santa ad andare su you tube e digitare 2010 SOCCER WORLD CUP IN SOUTH AFRICA RECIPE FOR DISASTER. Spero che tutti lo guardiate e che poi riflettiate RAZIONALMENTE almeno per un attimo lasciando perdere le vostre ideologie o filosofie.
Ho visto il filmato, ed ero già a conoscenza del degrado purtroppo maggiore del dopo apartheid.
E ho anche visto come i nostri media di pubblica utilità non si sognino nemmeno di sfruttare la scusa del calcio (che deve solo distrarre), per informare di questa tragedia.
——
Vedo poca similitudine con il feudo, perché il target delle persone che andrà abitare nella cittadella è diverso da quella del feudo.
Nel senso che i "super" ricchi e potenti in Italia hanno ville immense su ettari di terra, colline intere con la propria sorveglianza e i propri domestici, questi non scapperanno mai dagli operai licenziati perché delegano altri, vedi parmalat.
In queste cittadelle, come nel servizio delle scuole private ci andrà il "delegato", l’avvocato, il chirurgo, il medico, stilista di moda ecc… semplicemente con la loro famiglia senza domestici, giardinieri o sorveglianza loro, ovviamente nel loro campo sono di "successo" una élite ma perché? forse hanno studiato dai gesuiti o le orsoline, le scuole "private" e sono amici dei re, conti, baroni ecc..
ghibli ^^ ciao
A casa mia questi posti hanno un nome : Ghetto.
Comunque una domanda mi nasce spontanea :
In base a cosa verranno selezionati i "fortunati" abitatori di queste arche di Noè, di questi kibbutz simil-israeliani ?
La religione ? La razza ? Le idee politiche ? La fede calcistica ? il clan etnico-culturale ? I schei ?
Comunque, credo che una grossa, grossissima differenza con i borghi medioevali, credo sia che i borghi medievali nascevano come una sorta di punto di appoggio "per tutti". Un po’ come le abbazie benedettine che nascevano nel disordine generale per essere da "esempio" da imitare. In poche parole con una funzione "missionaria", di punto di partenza per tutto il popolo.
Queste all’opposto che più opposto non si può mi pare nascano più che da un istinto di sopravvivenza, da una sorta di purismo, di senso di repulsione per il diverso da sè, dalla paura di contaminarsi.
Da questo punto di vista mi viene da dire che in Italia già esiste da diverso tempo una gated community.
Avete presente Montecitorio ?
Josi
un film girato in una gated community a città del messico
<img src="http://flabenu.files.wordpress.com/2008/04/lazona.jpg">
ps. ottimo blog!
Questi insediamenti esistevano gia’: erano I condomini con portineria. Anche in questi chi poteva permetterselo andava ad abitare perche’ dopo aver lavorato una vita intiera (o piu’ vite) per avere un posto proprio dove andare a dormire, non si voleva certo trovarlo occupato da zingari al ritorno dal lavoro.
Il fatto nuovo e’ che questi sono isolati ed isolabili molto piu’ facilmente cosicche’ se si volesse caricare gli abitanti su un carro bestiame basterebbe un singolo elicottero militare con i tipici accessori (infrarossi ecc.) perche’ non ne scappi neanche uno o si potrebbero velocemente trasformare in campo di concentramento, cosa impossibile per un condominio.
<i> tutto è tranquillo e sereno ma sotterraneamente cova una qualche specie di terribile segreto</i>
Hanno le automobili, delle quali nel ghetto si vergognano – la propaganda di Al Gore e’ letale per la classe media – ma che sono il loro spazio vitate fuori e per cui pagano scotti e tasse continue, nascoste sottoterra.
<i>Il problema sono i cancelli..</i>
Soprattutto per chi sta all’interno. Questa gente non si rende conto (o magari si, ma non c’e’ alternativa) di essere stata chiusa in un ghetto per la classe media, una prigione volontaria per i superstiti di una classe che il sistema non vuole piu’ – troppo pericolosa, le rivoluzioni sono tutte partite da li’ – e percio’ e’ meglio che stia rinchiusa. Se gli sbirri statali chiudono il cancello i topi sono tutti in trappola.
Inoltre e’ perfino troppo chiaro a chi vive dentro cosa possa succedere se non tira diritto e viene lasciato fuori, preda di immigrati famelici e assassini (e qui il Sudafrica insegna). E’ una galera per chi ancora produce, guadagna e fa andare avanti il paese. Solo perche’ ha dei fiori alle finestre non e’ detto che sia meno galera di un campo nomadi recintato. Almeno ai nomadi lo passano gratis…
Pikebishop
Questi insediamenti esistevano gia’: erano I condomini con portineria. Anche in questi chi poteva permetterselo andava ad abitare perche’ dopo aver lavorato una vita intiera (o piu’ vite) per avere un posto proprio dove andare a dormire, non si voleva certo trovarlo occupato da zingari al ritorno dal lavoro.
Il fatto nuovo e’ che questi sono isolati ed isolabili molto piu’ facilmente cosicche’ se si volesse caricare gli abitanti su un carro bestiame basterebbe un singolo elicottero militare con i tipici accessori (infrarossi ecc.) perche’ non ne scappi neanche uno o si potrebbero velocemente trasformare in campo di concentramento, cosa impossibile per un condominio.
<i> tutto è tranquillo e sereno ma sotterraneamente cova una qualche specie di terribile segreto</i>
Hanno le automobili, delle quali nel ghetto si vergognano – la propaganda di Al Gore e’ letale per la classe media – ma che sono il loro spazio vitate fuori e per cui pagano scotti e tasse continue, nascoste sottoterra.
<i>Il problema sono i cancelli..</i>
Soprattutto per chi sta all’interno. Questa gente non si rende conto (o magari si, ma non c’e’ alternativa) di essere stata chiusa in un ghetto per la classe media, una prigione volontaria per i superstiti di una classe che il sistema non vuole piu’ – troppo pericolosa, le rivoluzioni sono tutte partite da li’ – e percio’ e’ meglio che stia rinchiusa. Se gli sbirri statali chiudono il cancello i topi sono tutti in trappola.
Inoltre e’ perfino troppo chiaro a chi vive dentro cosa possa succedere se non tira diritto e viene lasciato fuori, preda di immigrati famelici e assassini (e qui il Sudafrica insegna). E’ una galera per chi ancora produce, guadagna e fa andare avanti il paese. Solo perche’ ha dei fiori alle finestre non e’ detto che sia meno galera di un campo nomadi recintato. Almeno ai nomadi lo passano gratis…
Pikebishop
Questi insediamenti esistevano gia’: erano I condomini con portineria. Anche in questi chi poteva permetterselo andava ad abitare perche’ dopo aver lavorato una vita intiera (o piu’ vite) per avere un posto proprio dove andare a dormire, non si voleva certo trovarlo occupato da zingari al ritorno dal lavoro.
Il fatto nuovo e’ che questi sono isolati ed isolabili molto piu’ facilmente cosicche’ se si volesse caricare gli abitanti su un carro bestiame basterebbe un singolo elicottero militare con i tipici accessori (infrarossi ecc.) perche’ non ne scappi neanche uno o si potrebbero velocemente trasformare in campo di concentramento, cosa impossibile per un condominio.
<i> tutto è tranquillo e sereno ma sotterraneamente cova una qualche specie di terribile segreto</i>
Hanno le automobili, delle quali nel ghetto si vergognano – la propaganda di Al Gore e’ letale per la classe media – ma che sono il loro spazio vitate fuori e per cui pagano scotti e tasse continue, nascoste sottoterra.
<i>Il problema sono i cancelli..</i>
Soprattutto per chi sta all’interno. Questa gente non si rende conto (o magari si, ma non c’e’ alternativa) di essere stata chiusa in un ghetto per la classe media, una prigione volontaria per i superstiti di una classe che il sistema non vuole piu’ – troppo pericolosa, le rivoluzioni sono tutte partite da li’ – e percio’ e’ meglio che stia rinchiusa. Se gli sbirri statali chiudono il cancello i topi sono tutti in trappola.
Inoltre e’ perfino troppo chiaro a chi vive dentro cosa possa succedere se non tira diritto e viene lasciato fuori, preda di immigrati famelici e assassini (e qui il Sudafrica insegna). E’ una galera per chi ancora produce, guadagna e fa andare avanti il paese. Solo perche’ ha dei fiori alle finestre non e’ detto che sia meno galera di un campo nomadi recintato. Almeno ai nomadi lo passano gratis…
Pikebishop
Questi insediamenti esistevano gia’: erano I condomini con portineria. Anche in questi chi poteva permetterselo andava ad abitare perche’ dopo aver lavorato una vita intiera (o piu’ vite) per avere un posto proprio dove andare a dormire, non si voleva certo trovarlo occupato da zingari al ritorno dal lavoro.
Il fatto nuovo e’ che questi sono isolati ed isolabili molto piu’ facilmente cosicche’ se si volesse caricare gli abitanti su un carro bestiame basterebbe un singolo elicottero militare con i tipici accessori (infrarossi ecc.) perche’ non ne scappi neanche uno o si potrebbero velocemente trasformare in campo di concentramento, cosa impossibile per un condominio.
<i> tutto è tranquillo e sereno ma sotterraneamente cova una qualche specie di terribile segreto</i>
Hanno le automobili, delle quali nel ghetto si vergognano – la propaganda di Al Gore e’ letale per la classe media – ma che sono il loro spazio vitate fuori e per cui pagano scotti e tasse continue, nascoste sottoterra.
<i>Il problema sono i cancelli..</i>
Soprattutto per chi sta all’interno. Questa gente non si rende conto (o magari si, ma non c’e’ alternativa) di essere stata chiusa in un ghetto per la classe media, una prigione volontaria per i superstiti di una classe che il sistema non vuole piu’ – troppo pericolosa, le rivoluzioni sono tutte partite da li’ – e percio’ e’ meglio che stia rinchiusa. Se gli sbirri statali chiudono il cancello i topi sono tutti in trappola.
Inoltre e’ perfino troppo chiaro a chi vive dentro cosa possa succedere se non tira diritto e viene lasciato fuori, preda di immigrati famelici e assassini (e qui il Sudafrica insegna). E’ una galera per chi ancora produce, guadagna e fa andare avanti il paese. Solo perche’ ha dei fiori alle finestre non e’ detto che sia meno galera di un campo nomadi recintato. Almeno ai nomadi lo passano gratis…
Pikebishop
Per Santaruina n. 8
Anche i latifondi fortificati di cui parli, assimilabili alle cortes, nacquero per esigenze dettate dalla mancanza di sicurezza.
Ma erano autosufficienti.
Le gates communities ovviamente non lo sono.
Esatto. Il punto è quello – l’arrivo invisibile alle 5 di mattina degli esclusi, militarmente sorvegliati, per pulire, sistemare le aiuole, lucidare le auto e sparire, prima che gli abitanti si sveglino in un mondo misteriosamente perfetto.
E’ il contrario del rapporto feudale, che almeno era umano.
Miguel Martinez
Ne ho visto uno sulla Coronado Bay di San Diego in Califoria. Mura, cancelli, guardie armate, auto di lusso, barche, ricchi, rettiliani…
la civilta’ collassa
le invasioni barbariche sono cominciate e
chi riesce cerca scampo nella fortezza
niente di nuovo direi
ciao sigfried
saranno anche utili, e belli, e rassicuranti..
ma hanno un’aria così….costruita.
così…asettica.
(ne approfitto per invitarti ad ascoltare una canzone molto ma molto calda:-)
Blessed be!
(Riferito al n.1)
Comunque Santaruina la questione della musica secondo me è molto complessa.
Cioè, dire "è solo questione di immagine" mi sembra riduttivo.
Penso che avrai frequentato luoghi in cui si tengono concerti di musiche del genere (o simili).
Be’ dimmi tu l’atmosfera che si respira in certi posti…
Comunque per quanto riguarda il gatto in umido… è assurdo.
Sempre Secondo Me
Anonimo Utente
L’idea urbanistica americana è abbastanza unica nel suo genere.
Realtà metropolitane come New York o Los Angeles però non ne chiariscono il concetto.
La "provincia" fornisce la spiegazione esatta di quell’idea.
Le cittadine sono edificate in maniera seriale (la serialità dà molta sicurezza agli americani)ed algida.
Ogni agglomerato è costituito da villette tutte uguali con giardino e posto auto.
Lo stile dei villini,poi, è comune praticamente a tutto il paese.
In questo contesto geometricamente elementare e ripetitivo si collocano le famigerate gated communities.
Non c’è una grande differenza tra una comunità "chiusa" ed una "aperta".
La loro struttura topografica infatti è identica e ,soldi permettendo,non sarebbe difficile chiudere perimetri già ben suddivisi , ovvero trasformare l’accessibile in inaccessibile.
Il fatto che nel codice genetico statunitense alberghi un’ innata (od indotta?)paura del prossimo (dal vicino di casa al "terrorista")ha fatto sì che il più ricco si tutelasse ,blindandosi dietro a muri e cancelli, insieme ad altri suoi pari.
E’ inquietante notare in questi sobborghi la totale assenza di centri di scambio culturale(magari vivono in gated communities, ma i loro unici punti di aggregazione sono le chiese ed i centri commerciali e ti assicuro che non è una cosa positiva ), ed una raggelante ed ipocrita filosofia del "tutto va bene nel nostro microcosmo" (per chi ha tempo suggerisco il video dei Soundgarden "black hole sun" che sintetizza un pò il tutto).
Per i veramente poveri esistono quartieri-ghetto , dove si vive in roulottes, ma , anche nella povertà più estrema c’è un organizzazione abitativa lineare che segue schemi ben precisi.
In questo senso ,quindi, se parliamo di America, non credo che un fallimento della metropoli contemporanea sia in atto.
La distinzione tra questi centri abitativi e la metropoli, secondo me, è sempre esistita ,è sempre stata netta e le due realtà hanno sempre convissuto senza problemi
E’ possibile fare dei paragoni con l’Italia ?
L’Italia non è stata fondata con quelle regole.
La storia Italiana è più lunga e complessa.
Dal dopoguerra sino ad oggi ,oltretutto, un abusivismo selvaggio , spesso necessario, ha creato periferie che solo un dadaista invasato dal demonio avrebbe potuto concepire.
Qui i mattoni ce li siamo tirati addosso .
Con tanto di calce .
Il nostro concetto di abusivismo un americano neanche riesce ad immaginarlo.
quel tipo di organizzazione geometrica non ci appartiene.
inoltre , rispetto agli Stati Uniti, l’Italia è proprio piccola e proprio affollata.
Ci tengo ad evidenziare queste differenze .
Questi pescecani dell’edilizia stanno solo costruendo l’ennesimo orrore scimmiottando il modello americano .
La mia opinione è che il problema è un altro:
in tutto il mondo si cerca con una continua manipolazione mediatica, di distruggere l’individuo.
Rendendolo avulso, acritico , TERRORIZZATO.
Proprio come un abitante di una gated community…
Complimenti Santa ,come sempre ottimo post !
Salutoni
Lorenzo
Beh, visto che i "benestanti" lo sono quasi sempre alle spalle di qualcun altro… direi che potremmo vedere la cosa alla rovescia.
Una specie di "arresti domiciliari" per tutte le malefatte cui si prodigano quotidianamente e, per paura di essere bastonati, si vanno a rintanare nella loro "prigione dorata"….
incute strane paranoie pure dovel a gente decide di vivere (forse bisognerebbe indagare sul "perché" la gente decida di blindarsi in casa– la paura non sempre nasce da un complotto tramato da chissà chi e chissà dove)? Questa visione del reale credo difetti un po’ di sana "spes" cristiana.
Sursum Corda
I commenti che hanno seguito questo articolo sono una chiara dimostrazione di come le discussioni più interessanti sono quelle in cui coloro che intervengono non condividono del tutto le idee espresse nel post.
Il mio intervento iniziale è servito da spunto a una serie di aggiunte e critiche che hanno offerto una visuale molto più ampia del tema.
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Josi
Da questo punto di vista mi viene da dire che in Italia già esiste da diverso tempo una gated community.
Avete presente Montecitorio ?
E’ quel reality show a base di violenza e urlacci che va in onda ogni tanto sulla Rai?
Penso che la tv dovrebbe smettere di offrire cattivi esempi ai nostri giovani.
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Arjande, grazie a te
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Pike
giuste riflessioni
Questa gente non si rende conto (o magari si, ma non c’e’ alternativa) di essere stata chiusa in un ghetto per la classe media
un altro punto che giustamente andava affrontato; i cancelli e le sbarre hanno infatti sempre due lati.
Ciao Miguel
l’arrivo invisibile alle 5 di mattina degli esclusi, militarmente sorvegliati, per pulire, sistemare le aiuole, lucidare le auto e sparire,
infatti, e i "progettisti" di Basiglio ne fanno anche un vanto, nel tipico gergo neo-imprenditoriale (con tutti i servizi di un hotel cinque stelle che sarannno fornite da società esterne al quartiere)
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sigfried
la civilta’ collassa
le invasioni barbariche sono cominciate e
chi riesce cerca scampo nella fortezza
A volte penso che film come mad max servissero a creare un immaginario collettivo, quasi cogliendo degli stati d’animo latenti e dando loro una direzione.
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Chapucher
ma hanno un’aria così….costruita.
così…asettica.
Sicuramente è voluto, è proprio questo che le rende "rassicuranti"
Blessed be
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Cioè, dire "è solo questione di immagine" mi sembra riduttivo.
Penso che avrai frequentato luoghi in cui si tengono concerti di musiche del genere (o simili).
Be’ dimmi tu l’atmosfera che si respira in certi posti…
Per alcuni penso sia così.
Magari spinti da manager e impresari.
Difficile però fare delle divisioni nette tra i consapevoli e gli "utili idioti".
Sono stato diverse volte a concerti metal, anche se si trattava di gruppi che non facevano sfoggio eccessivo ti tali tematiche (metallica, virgin steele, theatre of tragedy, manowar, heroes del silencio…)
Sono stato anche in alcuni gods of metal, in cui invece vi era la presenza di gruppi di varie "tendenze, comprese quelle più estreme.
L’atmosfera che si respira è difficle da descrivere.
Diciamo che le mie riflessioni sulle eggregore nascono proprio a seguito di queste esperienze.
Specialmente nei concerti più coinvolgenti, si ha l’impressione di fondersi in un qualcosa di più grande, col gruppo sul palco che dà le direttive ed indica la direzione in cui convogliare le forze.
E questa sensazione è massima proprio nei concerti metal, non esiste altra situazione più "carica".
A presto
Ciao Lorenzo
ottimo, a mio parere, il tuo intervento.
Sulla questione della "villetta", l’unità monofamiliare di base, la cui diffusione su larga scala è un prodotto tipico della modernità, avevo scritto la’rticolo, segnalato tra i link, "La Villeta e l’uomo nuovo".
Anche il discorso sui "centri di aggregazione" americani sarebbe da approfondire.
Quello che per l’urbanistica europea è stato ed è ancora il centro di aggregazione per eccellenza, ovvero la piazza, è praticamente assente nelle città statunitensi.
E come fai notare, uscendo dai centri delle metropoli, le downtown, ci si ritrova in quartieri formati da schiere di case unifamiliari che si ripropongono a ripetizione.
Da noi questo modello si è diffuso negli ultimi 20 anni, ma i centri storici e paesi minori mantengono ancora la forma urbana tipicamente europea.
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Una specie di "arresti domiciliari" per tutte le malefatte cui si prodigano quotidianamente e, per paura di essere bastonati, si vanno a rintanare nella loro "prigione dorata"
Vista così potrebbe avere un senso :-)
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sursum
Questa visione del reale credo difetti un po’ di sana "spes" cristiana.
Potrebbe essere, anche se non credo che la spes cristiana contempli la presenza di sbarre e cancelli.
A presto
Ciao Lorenzo
ottimo, a mio parere, il tuo intervento.
Sulla questione della "villetta", l’unità monofamiliare di base, la cui diffusione su larga scala è un prodotto tipico della modernità, avevo scritto la’rticolo, segnalato tra i link, "La Villeta e l’uomo nuovo".
Anche il discorso sui "centri di aggregazione" americani sarebbe da approfondire.
Quello che per l’urbanistica europea è stato ed è ancora il centro di aggregazione per eccellenza, ovvero la piazza, è praticamente assente nelle città statunitensi.
E come fai notare, uscendo dai centri delle metropoli, le downtown, ci si ritrova in quartieri formati da schiere di case unifamiliari che si ripropongono a ripetizione.
Da noi questo modello si è diffuso negli ultimi 20 anni, ma i centri storici e paesi minori mantengono ancora la forma urbana tipicamente europea.
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Una specie di "arresti domiciliari" per tutte le malefatte cui si prodigano quotidianamente e, per paura di essere bastonati, si vanno a rintanare nella loro "prigione dorata"
Vista così potrebbe avere un senso :-)
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sursum
Questa visione del reale credo difetti un po’ di sana "spes" cristiana.
Potrebbe essere, anche se non credo che la spes cristiana contempli la presenza di sbarre e cancelli.
A presto
Ciao Lorenzo
ottimo, a mio parere, il tuo intervento.
Sulla questione della "villetta", l’unità monofamiliare di base, la cui diffusione su larga scala è un prodotto tipico della modernità, avevo scritto la’rticolo, segnalato tra i link, "La Villeta e l’uomo nuovo".
Anche il discorso sui "centri di aggregazione" americani sarebbe da approfondire.
Quello che per l’urbanistica europea è stato ed è ancora il centro di aggregazione per eccellenza, ovvero la piazza, è praticamente assente nelle città statunitensi.
E come fai notare, uscendo dai centri delle metropoli, le downtown, ci si ritrova in quartieri formati da schiere di case unifamiliari che si ripropongono a ripetizione.
Da noi questo modello si è diffuso negli ultimi 20 anni, ma i centri storici e paesi minori mantengono ancora la forma urbana tipicamente europea.
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Una specie di "arresti domiciliari" per tutte le malefatte cui si prodigano quotidianamente e, per paura di essere bastonati, si vanno a rintanare nella loro "prigione dorata"
Vista così potrebbe avere un senso :-)
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sursum
Questa visione del reale credo difetti un po’ di sana "spes" cristiana.
Potrebbe essere, anche se non credo che la spes cristiana contempli la presenza di sbarre e cancelli.
A presto
Ciao Lorenzo
ottimo, a mio parere, il tuo intervento.
Sulla questione della "villetta", l’unità monofamiliare di base, la cui diffusione su larga scala è un prodotto tipico della modernità, avevo scritto la’rticolo, segnalato tra i link, "La Villeta e l’uomo nuovo".
Anche il discorso sui "centri di aggregazione" americani sarebbe da approfondire.
Quello che per l’urbanistica europea è stato ed è ancora il centro di aggregazione per eccellenza, ovvero la piazza, è praticamente assente nelle città statunitensi.
E come fai notare, uscendo dai centri delle metropoli, le downtown, ci si ritrova in quartieri formati da schiere di case unifamiliari che si ripropongono a ripetizione.
Da noi questo modello si è diffuso negli ultimi 20 anni, ma i centri storici e paesi minori mantengono ancora la forma urbana tipicamente europea.
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Una specie di "arresti domiciliari" per tutte le malefatte cui si prodigano quotidianamente e, per paura di essere bastonati, si vanno a rintanare nella loro "prigione dorata"
Vista così potrebbe avere un senso :-)
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sursum
Questa visione del reale credo difetti un po’ di sana "spes" cristiana.
Potrebbe essere, anche se non credo che la spes cristiana contempli la presenza di sbarre e cancelli.
A presto
Non sarà cmq certo la prima, abbiamo già un altro esempio in Italia: Scampia…
Anche The truman show" del recente compianto regista Rohmer lo puntualizzava scenograficamente quest’aspetto : sorrisi tutto il giorno e newspaper ready in the early morning :-)) come dire : "vacuum clenaer sucks up budgie..uuuhhh bowwww".
Non mi pare aver letto un altro aspetto essenziale : la costante videosorveglianza.
http://www.filosofia.it/pagine/libri/Rec_%20Bauman_Fiducia_paura_nella_citt%E0.pdf
http://www.filosofia.it/pagine/libri/Rec_%20Bauman_Fiducia_paura_nella_citt%E0.pdf
http://www.filosofia.it/pagine/libri/Rec_%20Bauman_Fiducia_paura_nella_citt%E0.pdf
http://www.filosofia.it/pagine/libri/Rec_%20Bauman_Fiducia_paura_nella_citt%E0.pdf
Certo stavo pensando solo a qualche decennio fa, non si utilizzavano porte blindate e potevano rimanere sganciate, d’estate anche di notte si lasciavano le finestre aperte con la sola rete per zanzare anche al piano terra, i confini tra le case sopratutto dietro erano solo delimitati e potevo correre di giardino in giardino a chiedere alle varie mamme (il monoreddito bastava e avanzava) di chiamare i tanti amici, oltrepassavamo il campo di grano (ora cementificato) per incontrare altri gruppi di amici e si poteva tornare all’ora di pranzo o se invitati a pranzare da un amico, tornare all’ora di cena senza che i genitori si preoccupassero.
Quanto è cambiato in così poco tempo forse tra poco mi ritroverò anch’io dentro a quei ghetti senza accorgermene.
Sob! da ghibli.
Mi dispiace smentire coloro che asseriscono che una ‘gated community’ non potra’ essere realizzata in Italia. Per esempio, a nord di Roma ne esiste una dai lontani anni settanta. Si chiama Olgiata e fu creata per ospitare le famiglie ricche della Capitale in un periodo storico in cui spesso avvenivano rapimenti ai danni di queste famiglie. Molti sono rimasti, altri hanno affittato la casa a famiglie di diplomatici americani (guarda caso).
Conte Senza Palazzo
Questo mi rimanda ad un vecchio articolo http://santaruina.splinder.com/post/20929901/Il+G8%2C+un+nuovo+ordine+tra+le+ ,ci stiamo allenando?
DOT
PS: bellissima la rubrica Video della Settimana, mi ha fatto scoprire e riscoprire delle bellissime emozioni.
Complimenti per il tuo articolo "la villetta e l’uomo nuovo",non l’avevo letto e sono contento di averlo fatto, perchè è semplicemente perfetto .
Si potrebbe anche dire che quell’ assetto culturale e sociale che si concretizza ,appunto, nell’unità monofamiliare di base , esprime una versione oltreoceano del "divide et impera" di romana memoria …
Se poi prendiamo in considerazione l’offerta mediatica americana ,ci mettiamo pure un bel "panem et circenses" ,tipico di una civiltà che ha affascinato nei secoli molti centri di potere (fuori tema:è un caso che antichi romani, nazisti ed americani abbiano in comune l’aquila come simbolo ?).
"Da noi questo modello si è diffuso negli ultimi 20 anni, ma i centri storici e paesi minori mantengono ancora la forma urbana tipicamente europea."
Pienamente d’accordo …
Sono anni che cercano di dirigere la nostra cultura verso il modello americano,
Ovvio che dal bipolarismo politico alle villette a schiera, passando per fiction e real tv , si tenta di copiare un brutto esempio,di creare la fotocopia di quel cittadino statunitense grasso ,ottuso , ignorante,SENZA SPIRITO CRITICO e terribilmente timoroso del prossimo che appena può si rintana in una gated community .
Ma il punto è che la nostra cultura è antica e molto differente.
La nostra storia è lunga e variegata ed è raccontata dalle molte espressioni artistico -architettoniche presenti sul territorio.
La forma urbana variopinta con cui ci relazioniamo giornalmente è lontana anni luce da quella americana( pensata sin dagli inizi in maniera seriale) .
Evidentemente qualcuno vuole forzarci a tendere verso quello stereotipo.
Finora questo sforzo occulto ha partorito solo aborti ed i tentativi di imporre quel modello urbanistico(e non solo quello), sono rimasti dei tentativi.
Esempi (è importante notare che L’Olgiata è rimasto un esempio)che mal si armonizzano col tessuto cittadino nostrano.
Magari le generazioni future subiranno molto di più il fenomeno, ma avranno sempre sotto gli occhi testimonianze del loro passato che(a meno che non demoliscono pure quelle !) gli ricorderanno le origini.
Questo gli americani non ce l’hanno mai avuto.
Così come non hanno mai avuto abusivismo, pentapartito ed altre manifestazioni caotiche del complesso codice genetico nostrano.
"Anche il discorso sui "centri di aggregazione" americani sarebbe da approfondire"
Si potrebbe, anzi, si dovrebbe scrivere un libro sull’ argomento.
Soprattutto sul rapporto che hanno gli americani con la chiesa e la religione in genere.
E’ mia opinione che questo aiuterebbe a capire meglio i diversi prodotti a stelle e strisce:
dalle gated communities alle Cristina Aguilera con pentacolo…
Salutoni
Lorenzo
Tutto cambia ma nulla cambia, stavo riflettendo sul mito "Iside cerca casa" o di Maria e Giuseppe a Betlemme, come averebbe il racconto ai nostri giorni?
=_= glibli.
Incredibile la foto all’inizio dell’articolo con il classico cielo che si vede un’oretta dopo un attacco massiccio di scie chimiche….
A me hai ricordato quella che è già una "realtà" sul suolo siculo: Sigonella
Un caro saluto Carlo
Molto interessante la recensione su Bauman segnalata nel commento 41.
Come si diceva, sono temi che meritano una adeguata trattazione.
Grazie anche a chi, come il Conte, ha fatto notare l’esistenza del quartiere Olgiata, un primo esperimento di questo tipo condotto in Italia.
______________________________
Tristan:
un altro aspetto essenziale : la costante videosorveglianza.
per alcuni sono rassicuranti, a quanto pare…
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Ghibli
Quanto è cambiato in così poco tempo
sembrerebbe un discorso questo che si ripropone ciclicamente nelle varie generazioni, ma penso che mai come negli ultimi anni i cambimaneti siano stati così rapidi
______________________________
Lorenzo
ottimi spunti ancora.
A questo punto direi che l’argomento merita sicuramente altri approfondimenti.
Ci torneremo presto, con altre puntate :-)
________________________________________
Ciao Osvaluh
è un cielo che si abbina molto bene a quel quartiere..
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Enza
la realtà di Sigonella non la conoscevo.
Un saluto a te :-)
___________________________________
Dot
bellissima la rubrica Video della Settimana,
questo si chiama "sincronismo". :-)
Proprio in questi giorni stavo rfilettendo sull’opportunità di mantenerla.
Quella rubrica esiste da quando esiste il blog, e ci tengo molto.
Mi domandavo se qualcun altro la trovasse in qualche modo interessante.
A presto
Si scappa e ci rinchiude nel paese delle meraviglie … … speranza e fiducia nel resto del mondo, finita.
Ciao Setif
fiducia è parola ostica per chi si chiude dietro canceli e sbarre.
A presto
Saranno pure borghi fortificati, ma dal cielo li bombardano lo stesso con le scie chimiche, come si evince dalla foto.
Ciao
Fa parte della necessaria coreografia.
Spaesati, insicuri e isolati. Ci manca la vera comunità
di Marcello Veneziani – 02/03/2010
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=30989
M
Spaesati, insicuri e isolati. Ci manca la vera comunità
di Marcello Veneziani – 02/03/2010
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=30989
M
Spaesati, insicuri e isolati. Ci manca la vera comunità
di Marcello Veneziani – 02/03/2010
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=30989
M
Spaesati, insicuri e isolati. Ci manca la vera comunità
di Marcello Veneziani – 02/03/2010
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=30989
M
Chi mi dice che quelli dentro siano tutti onesti e santi? Se ho una villa in monoproprietà, la cassetta postale sta fuori, e la pubblicità basta buttarla nel cestino; nulla mi frega se il mio maggiordomo stende i calzini alla finestra della sua mansarda. Invece rendendo privato uno spazio si apre la strada al totalitarismo che può proibire tutto senza limiti.
parentesi dal commento #13 – finalmente mi sono ricordato del titolo del film "Prigionieri di un Incubo" "(the colony)" del 1995 ^^""" ciao