Blessed be

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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
10 Aprile 2007

Storia occulta

…ex notis ad ignora procedens….


In un post di qualche tempo fa in cui si parlava del termine “complottismo” veniva introdotto  brevemente il senso di queste pagine.
Qui si parla di miti, storia, metastoria, società segrete, sistemi di potere, religioni note e meno note.
Tutti questi argomenti sono strettamente legati, ed ogni singolo frammento che ne tratta fa parte di un quadro più ampio, un quadro che dovrebbe emergere con il tempo.
Vi è infatti una storia che bene o male tutti conoscono, la storia per come viene fissata sui testi scolastici, la storia “ufficiale”.
Ma vi sono anche questioni le quali difficilmente vengono analizzate a dovere.
La storia che si svolge dietro le quinte è argomento arduo da trattare, spesso occorre vedere senza aver visto, occorre fare collegamenti, ma alla lunga qualcosa emerge, e molte cose acquistano un senso.
Qual è lo scopo, ad esempio, delle “società segrete”, presenti in ogni epoca e in ogni luogo, società a cui aderivano, ed aderiscono, la gran parte di coloro che la storia “la fanno”?
Luoghi privilegiati in cui si prendono le vere decisioni, semplici club ricreativi, circoli di studio per persone intellettualmente curiose?
E il retroterra esoterico di queste società, è anch’esso un semplice addobbo, oppure esistono credenze, e culti, ignoti ai più, tenuti in grande considerazioni da personaggi insospettabili?
E queste credenze, se effettivamente sono seguite, di cosa parlano?

A queste domande si cercherà qui di dare una risposta, o più realisticamente di fornire delle indicazioni per ulteriori approfondimenti.

Chi scrive è giunto alla conclusione che chi governa, coloro che prendono le decisioni che realmente influenzano e determinano le nostre esistenze, spesso dimora in luoghi diversi da quelli che fungono da facciata per i governati.
E, forse, nei piani alti, non è la sola cupidigia e la sete di un generico “potere” a guidare le decisioni di questi personaggi.
Forse nascosta nell’ombra si annida una vera e propria religione, una religione dai proseliti molto influenti, un culto antico che ha attraversato i secoli, e che ora finalmente comincia a palesarsi.
E’ una possibilità, da non scartare a priori.

..procedendo dalle cose note a quelle ignote…

 

6 Aprile 2007

Il Mondo Nuovo IV

Give me something to breathe
give me a reason to live


…Io penso che la natura della rivoluzione definitiva che abbiamo di fronte sia precisamente questa: siamo sul punto di sviluppare una serie di tecniche che consentiranno all’oligarchia al potere – che è sempre esistita e probabilmente sempre esisterà – di spingere le persone ad amare la propria schiavitù.
Questa è, io credo, una rivoluzione di malvagità definitiva, ed è un problema al quale mi sono interessato per molti anni e su cui ho scritto 30 anni fa un romanzo, Mondo Nuovo, che descrive una società in cui vengono utilizzati tutti gli strumenti disponibili – e alcuni degli strumenti che allora immaginavo sarebbero stati disponibili nel futuro – prima di tutto per standardizzare la popolazione, appiattendo le fastidiose diversità tra gli esseri umani, per creare, diciamo così, modelli di esseri umani prodotti in serie e organizzati in un sistema di classi basato sulla conoscenza scientifica.

Da allora mi sono interessato sempre di più a questo problema e ho notato con crescente raccapriccio che un gran numero delle previsioni che sembravano pura fantasia quando le feci 30 anni fa, si sono poi realizzate o sono sul punto di realizzarsi.
Un gran numero delle tecniche di cui parlavo sembrano essere già utilizzate.
E sembra che vi sia una corsa generale verso questa rivoluzione definitiva, un sistema di controllo attraverso il quale è possibile far piacere alla gente una situazione che, secondo i normali standard, non dovrebbe piacergli affatto.
Questo “apprezzamento della schiavitù”… questo sistema, come dicevo, è in evoluzione da anni e io sono sempre più interessato in ciò che sta avvenendo.
Vorrei brevemente paragonare la parabola descritta in Mondo Nuovo con un’altra parabola più recente, quella descritta da George Orwell nel suo libro 1984.
Orwell scrisse il suo libro tra il 1945 e il 1948, nel momento in cui il regime di terrore stalinista era al suo apice e subito dopo il crollo del regime hitleriano.
Il suo libro, per il quale ho una grande ammirazione – è un libro che rivela un grande talento e un’inventiva straordinaria – mostra una proiezione nel futuro del passato recente – di ciò che per lui era il passato recente – e dell’immediato presente; una proiezione nel futuro di una società in cui il controllo è interamente esercitato con il terrore e con continui attacchi alla mente e al corpo degli individui. 
Il mio libro, invece, fu scritto nel 1932, quando esisteva solo una forma di dittatura moderata, quella di Mussolini, quindi non era neppure sfiorato dall’idea del terrorismo; io ero perciò libero, in modi in cui Orwell non poteva esserlo, di immaginare altri metodi di controllo, metodi non violenti.
Sono incline a pensare che le dittature scientifiche del futuro – e io credo che ci saranno dittature scientifiche in molte parti del mondo – saranno più vicine allo schema di Mondo Nuovo che a quello di 1984.
Non certo perché i dittatori scientifici abbiano velleità umanitarie ma semplicemente perché lo schema di MN è molto più efficiente dell’altro.
Sempre che si riesca a convincere le persone a dare il proprio consenso allo status in cui vivono.
Uno status di servitù, in cui le loro diversità vengono annullate e asservite ai metodi di produzione di massa a livello sociale; se si riesce a fare questo, allora si otterrà, probabilmente, una società molto più stabile e duratura.
Una società controllabile molto più facilmente di una in cui il controllo sia garantito solo da manganelli, plotoni d’esecuzione e campi di concentramento…

Aldous Huxley

L’ultima rivoluzione I
L’ultima rivoluzione II

Testo della conferenza tenuta al Berkeley Language Center il 20 marzo 1962
Traduzione di Gianluca Freda

2 Aprile 2007

Stelle e Cattedrali


Quasi quarant’anni fa, uno scrittore dal nome significativo pubblicava un testo destinato a divenire un piccolo classico, fondamentale per gli indagatori degli aspetti ancora poco chiari della storia antica.
Il libro ha per titolo “I misteri della cattedrale di Chartres”, e l’autore, Louis Charpentier, dimostrò di avere delle conoscenze singolari  per quanto riguarda l’architettura gotica.
Vengono svelati alcuni aspetti della geometria e della sapienza dei Mastri Muratori , aspetti che ancora oggi lasciano parecchi interrogativi in sospeso.
Tra le altre cose Charpentier dimostra come le principali cattedrali Gotiche alto medioevali vennero costruite in modo da rispecchiare sulla terra la disposizione delle stelle che formano la costellazione della Vergine.



Questa è la comparazione che Charpentier riporta nel suo libro, dopo aver messo in evidenza la disposizione delle principali cattedrali dell’ Ille de France:

 


Bisogna tenere conto che la costellazione della vergine si specchia nelle cattedrali, quindi queste la rappresentano “ribaltata”.
Virgo riflessa:

 


Queste Cattedrali sorsero in breve tempo quasi contemporaneamente, in un periodo che va dalla fine del XII secolo ai primi del XIV, spesso in città di dimensioni ridotte, che non potevano giustificare la presenza di templi così imponenti con il loro “prestigio”.
Furono le cattedrali, spesso, a dare questo prestigio alle città che le “accoglievano”.
La stessa Chartres, dove si trova una delle cattedrali più imponenti dell’Europa intera, all’epoca era una cittadina di circa 3.000 abitanti.
In questa mappa che riproduce la città nel XIII secolo si può notare il rapporto tra la pianta della cattedrale e l’abitato circostante.


E ancora oggi si può cogliere la totale estraneità della cattedrale rispetto al contesto in cui è inserita:


Risulta quindi chiaro che l’edificazione in contemporanea di questi enormi templi in posizioni tanto precise riprendeva un progetto originale dalle dimensioni molto vaste.
La questione diviene ancora più intricata se si tiene conto del fatto che queste cattedrali sorgevano sempre su siti che nelle epoche passate avevano ospitato altri templi, i luoghi sacri delle popolazioni che avevano abitato quelle terre in precedenza, quindi l’origine della corrispondenza tra questi siti e l’immagine del cielo va cercata in periodi ancora più remoti.
Una conoscenza che qualcuno recuperò nel medioevo, qualcuno con dei mezzi notevoli, tanto da poter fissare per secoli questa corrispondenza in giganteschi libri di pietra.

per approfondimenti: Louis Charpentier, I Misteri della Cattedrale di Chartres

31 Marzo 2007

Le Sette Torri del Diavolo

In una lettera del 19 maggio 1936 a Vasile Lovinescu (alias Geticus) René Guénon affrontava il tema delle “sette torri del diavolo”, una delle quali (quella degli Yazidi, in Mesopotamia) era stata descritta da W. B. Seabrook in un libro di viaggi uscito alcuni anni prima e già recensito dallo stesso Guénon.
Le “torri del diavolo”, aveva spiegato quest’ultimo, sono “centri di proiezione delle influenze sataniche nel mondo” e costituiscono una parodia dei sette “poli”, ossia dei vertici della gerarchia spirituale subordinati al Polo Supremo; in altre parole, le “torri del diavolo” sono i centri controiniziatici dei “santi di Satana”, che pretendono di contrapporsi ai centri iniziatici dei “santi di Dio”.

Tra gli argomenti di cui trattano gli autori detti “tradizionali”, le sette torri del diavolo costituiscono forse quello che più può apparire fantasioso agli occhi di coloro poco avversi a condividere la loro visione.
Lo stesso René Guénon non ne trattò mai nei suoi libri, e ne accennò solamente in una recensione ad un libro di W.B. Seabrook ed in alcune lettere private.
Più del timore di apparire troppo fantasiosi, prevalse nel trattare l’argomento una certa prudenza nel palesare l’esistenza di queste torri, considerate dei centri contro-iniziatici, veri e propri luoghi di collegamento tra la realtà terrena e quella infera.
La disposizione delle sette torri ricalca sulla terra il posizionamento delle sette stelle che formano la costellazione dell’orsa maggiore, in una chiara parodia della disposizione secondo modalità geometriche delle tradizioni ortodosse.


Sarà facile notare come l’ubicazione delle torri corrisponda curiosamente con i luoghi in cui attualmente si svolgono alcuni dei conflitti più drammatici della nostra epoca.

Per approfondimenti:
Le Sette Torri del Diavolo, di Samir AbdulKarif Al-Hafdi (pdf)

29 Marzo 2007

Il Cinghiale Calidonio

Meleagro era […] figlio di Eneo […] Il padre fece l’errore un giorno di dimenticarsi della dea Artemide, durante il sacrificio annuale agli dei dell’Olimpo.
La dea si vendicò facendo infuriare un cinghiale che distrusse le coltivazioni delle terre di Eneo; il re, ignaro della provenienza di quei danni, organizzò una battuta di caccia per il cinghiale, e in molti, da molte terre dell’Ellade, vennero per parteciparvi.
Vi erano nomi molto noti – Nestrore, Teseo, Giasone – e tra questi, unica cacciatrice, vi era la bella e vergine Atalanta, e della ragazza si innamorò Meleagro […]

Il mito del Cinghiale Calidonio è uno dei miti antichi più importanti, narra infatti di un movimentato passaggio di era.
Il cinghiale fu simbolo del potere temporale esercitato dalla casta dei sacerdoti; ricorda un periodo arcaico in cui il potere spirituale e quello temporale erano fusi in uno solo.
Non a caso l’attuale costellazione dell’orsa maggiore era in oriente chiamata in antichità costellazione “del cinghiale”.
Il cielo infatti è stato sempre specchio della realtà terrena, ed ogni avvenimento che quaggiù si verificava era un riflesso del corso degli eventi celesti.
Così le costellazioni che abbracciano la Stella Polare, attorno alla quale tutto il cielo ruota, erano a loro volta simbolo di coloro che in terra detenevano il potere; così come in terra la vita era regolata dalla volontà dei sacerdoti, in cielo le stelle avevano come punto di riferimento le costellazioni del cinghiale, che dei sacerdoti come si è visto era il simbolo.
Nella caccia calidonia si racconta di un cinghiale rincorso, braccato, sconfitto.
Ucciso da dei guerrieri.
Si narra in forma simbolica di un passaggio di poteri: la casta sacerdotale viene sconfitta dalla casta dei guerrieri -re  che assumono ora il potere; questa volta non nel nome di Dio, ma nel nome della forza che ha loro permesso l’usurpazione dei regni.
E simbolo della casta dei guerrieri è proprio l’orso.
Così, nello stesso modo in cui muta l’ordine in terra, anche nel cielo avvengono dei cambiamenti.
Le costellazioni di riferimento non sono più dette “del cinghiale”, divengono “orse”.
Per ricordare ancora una volta che sulla terra il potere è passato di mano.
Ovviamente “orse”, al femminile, per rimarcare il fatto che il potere dei guerrieri non è legittimo.
Nel simbolismo arcaico infatti il maschile è il principio attivo, mentre il femminile rimanda al principio passivo.
Il potere della casta dei guerrieri non si può legittimare da sé, non è giunto ai vertici per vie regolari, ma tramite usurpazione; rimane passivo, sospeso, femminile.
E il cielo ruota attorno alle orse.