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rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
6 Marzo 2007

Darwin: le origini

“La causa della sterilizzazione di certe classi di persone anormali o difettose mi sembra invincibile”.
Julian Huxley, nipote di Thomas, presidente nel 1962 della Eugenetic Society

“Darwin adottò quello che sarebbe stato chiamato “darwinismo sociale”.
Se, nella società umana urbanizzata, la natura non favorisce i migliori, ragionò, sarà opportuno incoraggiare la lotta di tutti contro tutti e promuovere la eliminazione delle razze inferiori.
È davvero imbarazzante che si sia dato così poco peso all’asserto darwiniano «che le razze incivilite stermineranno e si sostituiranno in tutto il mondo a quelle selvagge» (sic!).
Quanti lutti e miseria ha riversato questo auspicio sul ventesimo secolo!”
Giuseppe Sermonti, AVVENIRE, Agora ,2 Febbraio 2006

La Royal Society

La Royal Society nasceva nel 1660 a Londra dopo una lunga, quasi ventennale gestazione.
Le riunioni che porteranno alla prestigiosa fondazione cominciano intorno al 1645 per iniziativa di Haak, un tedesco originario del Palatinato, e di Wilkins, il cappellano del principe palatino.
La Yates ha dimostrato con dovizia di dati come dal matrimonio del principe palatino con Elisabetta Stuart d’Inghilterra sortisse l’abbondante letteratura rosacrociana del Seicento.
L’Europa protestante vide nel matrimonio la possibilità di fermare la Controriforma cattolica e la potenza asburgica dominante .
È in quel clima fervido di speranze per una riforma generale delle arti, delle scienze, della religione, che i manifesti rosacrociani (1614) destano entusiasmo in tutta Europa.
E le speranze per la riforma universale, brutalmente troncate dalla guerra dei trent’anni, si concreteranno quarant’anni dopo, almeno per i territorî scientifici, proprio nel baconianesimo della Royal Society.
Sappiamo che tra i fondatori della società figuravano Elias Ashmole e Robert Moray, entrambi massoni da quasi vent’anni e soci influenti, al punto che Isaac Newton, il grande personaggio della Royal Society, ha per molto tempo studiato l’antologia di Ashmole sugli alchimisti inglesi .
E, per comune intento di superare definitivamente i conflitti religiosi che avevano devastato l’Europa, era proibito, nelle riunioni della Royal Society,così come lo era anche nelle riunioni massoniche, parlare di religione.

Darwin’s timeline

1859, 22 Novembre
“L’origine della specie” è in vendita al pubblico al prezzo di 15 scellini.
Furono stampate 1250 copie, molte delle quali vendute il primo giorno.
Fu un successo immediato, e Darwin iniziò lo stesso giorno a rivedere il suo lavoro in vista di una seconda edizione.
Le reazioni a “L’ origine della specie” furono contrastanti.
Thomas Huxley e Joseph Hooker divennero presto forti alleati di Darwin.
Huxley divenne presto un convinto difensore dell’evoluzione, arrivando al punto di suggerire che l’uomo era una scimmia mutata.[…]
Molti lettori, comunque, non capirono come la selezione naturale funzionasse.
Non riuscirono a vedere chi o cosa operasse la selezione.
Molti supposero che fosse dio il “selezionatore”.
1860, Aprile
Il termine Darwinismo viene coniato da Thomas Huxley.

1864,  3 Novembre
Viene fondato l’X-Club
In questo periodo la chiesa si stava muovendo rapidamente per difendere il creazionismo biblico e la fissità delle specie.
I naturalisti radicali unirono le forze per contrastare le mosse della chiesa.
Si incontrarono all’ hotel St George di Londra e formarono un club che chiamarono X-club.
Il loro proposito era di incontrarsi e discutere di scienza senza l’intrusione della chiesa e di qualsiasi visione religiosa.
Si incontravano il primo giovedì di ogni mese.
Il club fu attivo dal Novembre del 1846 al 1892.
Molti dei suoi membri avevano grande influenza all’interno della Royal Society.
Fra i membri fondatori del Club, vi era Thomas Huxley, primo editore di Darwin.

1864, 30 Novembre
Darwin ricevette la Copley Medal, il più alto riconoscimento concesso dalla Royal Society.
Lo proposero Busk e Falconer, entrambi membri dell’X-Club.
La concessione della Copley Medal a Darwin fu un segno di quanto fosse diventato influente l’X-Club all’interno della Royal Society.
Darwin fu molto onorato, naturalmente.
Come si poteva sospettare, la Chiesa di Inghilterra non fu invece molto felice del corso che stavano prendendo gli eventi
________________

“La vulgata dell’evoluzionismo divenne presto uno dei punti d’incontro di certi massoni che, anche senz’avere una precisa cognizione dei contenuti scientifici del darwinismo e delle sue possibili implicanze socio-politiche, dalle strenua lotta sostenuta dalla Chiesa di Roma contro la sua diffusione e per la sua stessa provenienza dalla terra di Desaguliers ed Anderson deducevano ch’esso fosse comunque un buon compagno di strada, se non verso la Vera Luce almeno per dissipare le tenebre piu’ fitte …”
Aldo Mola, “Storia della massoneria italiana…” (Bompiani, 1992, p. 104)

3 Marzo 2007

La casa di Asterione

Uno splendido racconto di J.L. Borges.

So che mi accusano di superbia, e forse di misantropia, o di pazzia.
Tali accuse (che punirò al momento giusto) sono ridicole.
E vero che non esco di casa, ma è anche vero che le porte (il cui numero è infinito) restano aperte giorno e notte agli uomini e agli animali.
Entri chi vuole.
Non troverà qui lussi donneschi ne’ la splendida pompa dei palazzi, ma la quiete e la solitudine.
E troverà una casa come non ce n’è altre sulla faccia della terra. (Mente chi afferma che in Egitto ce n’è una simile.)
Perfino i miei calunniatori ammettono che nella casa non c’è un solo mobile.
Un’altra menzogna ridicola è che io, Asterione, sia un prigioniero.
Dovrò ripetere che non c’è una porta chiusa, e aggiungere che non c’è una sola serratura? D’altronde, una volta al calare del sole percorsi le strade; e se prima di notte tornai, fu per il timore che m’infondevano i volti della folla, volti scoloriti e spianati, come una mano aperta. Il sole era già tramontato, ma il pianto accorato d’un bambino e le rozze preghiere del gregge dissero che mi avevano riconosciuto.
La gente pregava, fuggiva, si prosternava; alcuni si arrampicavano sullo stilobate del tempio delle Fiaccole, altri ammucchiavano pietre.
Qualcuno, credo, cercò rifugio nel mare.
Non per nulla mia madre fu una regina; non posso confondermi col volgo, anche se la mia modestia lo vuole.
La verità è che sono unico.
Non m’interessa ciò che un uomo può trasmettere ad altri uomini; come il filosofo, penso che nulla può essere comunicato attraverso l’arte della scrittura.
Le fastidiose e volgari minuzie non hanno ricetto nel mio spirito, che è atto solo al grande; non ho mai potuto ricordare la differenza che distingue una lettera dall’altra.
Un’impazienza generosa non ha consentito che imparassi a leggere.
A volte me ne dolgo, perché le notti e i giorni sono lunghi.
Certo, non mi mancano distrazioni.
Come il montone che s’avventa, corro pei corridoi di pietra fino a cadere al suolo in preda alla vertigine.
Mi acquatto all’ombra di una cisterna e all’angolo d’un corridoio e gioco a rimpiattino.
Ci sono terrazze dalle quali mi lascio cadere, finché resto insanguinato.
In qualunque momento posso giocare a fare l’addormentato, con gli occhi chiusi e il respiro pesante (a volte m’addormento davvero; a volte, quando riapro gli occhi, il colore del giorno è cambiato).
Ma, fra tanti giochi, preferisco quello di un altro Asterione.
Immagino ch’egli venga a farmi visita e che io gli mostri la casa.
Con grandi inchini, gli dico: “Adesso torniamo all’angolo di prima,” o: “Adesso sbocchiamo in un altro cortile,” o: “Lo dicevo io che ti sarebbe piaciuto il canale dell’acqua,” oppure: “Ora ti faccio vedere una cisterna che s’è riempita di sabbia,” o anche: “Vedrai come si biforca la cantina.”
A volte mi sbaglio, e ci mettiamo a ridere entrambi.
Ma non ho soltanto immaginato giochi; ho anche meditato sulla casa.
Tutte le parti della casa si ripetono, qualunque luogo di essa e un altro luogo.
Non ci sono una cisterna, un cortile, una fontana, una stalla; sono infinite le stalle, le fontane, i cortili, le cisterne.
La casa è grande come il mondo.
Tuttavia, a forza di percorrere cortili con una cisterna e polverosi corridoi di pietra grigia, raggiunsi la strada e vidi il tempio delle Fiaccole e il mare.
Non compresi, finché una visione notturna mi rivelò che anche i mari e i templi sono infiniti.
Tutto esiste molte volte, infinite volte; soltanto due cose al mondo sembrano esistere una sola volta: in alto, l’intricato sole; in basso, Asterione.
Forse fui io a creare le stelle e il sole e questa enorme casa, ma non me ne ricordo.
Ogni nove anni entrano nella casa nove uomini, perché io li liberi da ogni male.
Odo i loro passi o la loro voce in fondo ai corridoi di pietra e corro lietamente incontro ad essi.
La cerimonia dura pochi minuti.
Cadono uno dopo l’altro; senza che io mi macchi le mani di sangue.
Dove sono caduti restano, e i cadaveri aiutano a distinguere un corridoio dagli altri.
Ignoro chi siano, ma so che uno di essi profetizzò, sul punto di morire, che un giorno sarebbe giunto il mio redentore.
Da allora la solitudine non mi duole, perché so che il mio redentore vive e un giorno sorgerà dalla polvere.
Se il mio udito potesse percepire tutti i rumori del mondo, io sentirei i suoi passi.
Mi portasse a un luogo con meno corridoi e meno porte!
Come sarà il mio redentore? Sarà forse un toro con volto d’uomo? O sarà come me?
Il sole della mattina brillò sulla spada di bronzo. Non restava più traccia di sangue.
“Lo crederesti, Arianna?” disse Teseo. “Il Minotauro non s’è quasi difeso.”

Il racconto è tratto dall'”Aleph” di J. L. Borges, Ed. Feltrinelli.

3 Marzo 2007

Coming soon: Darwin

Prossimamente si parlerà di evoluzionismo.

in maniera critica.
1 Marzo 2007

Contro la democrazia. Parte IV

Quarta e ultima digressione sul tema della democrazia moderna

“Probabilmente dovremo avere dei governi molto forti, che siano in grado di far rispettare i piani cui avranno contribuito altre forze oltre a quelle rappresentate in parlamento;
probabilmente il potere si sposterà dalle forze politiche tradizionali a quelle che gestiranno la macchina economica;
probabilmente i regimi tecnocratici di domani ridurranno lo spazio delle libertà personali.
Ma non sempre tutto ciò sarà un male.”
Gianni Agnelli, intervista al Corriere della Sera, 30/1/1975
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Le dittature vecchio stampo hanno fallito.
Per meglio assoggettare le masse oggi occorre convincerle di essere libere, di essere in grado di decidere per la propria sorte.
La farsa del voto serve semplicemente a questo, per formare una sorta di governo espressione della volontà popolare che possa attuare le decisioni prese da “altre forze oltre a quelle rappresentate in parlamento”, usando l’espressione del noto “complottista” Gianni Agnelli.
L’importante sarà che il popolo non si renda conto di tutto questo, e se ne stia calmo e tiepido nella convinzione di detenere il potere.
E’ un sistema geniale.
Sopprimere le voci dissidenti è controproducente, molto meglio lasciarle sfogare nell’indifferenza generale.
Fino a un certo punto, ovviamente.
Qualcuno è molto affamato lassù, e il nostro voto è il suo cibo.
Don’t feed the beast.

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Storiella zen

Due bambini assistono ad un teatrino di burattini.
Lo spettacolo è deludente.
Uno dei due decide di cambiare un burattino, per ravvivare la rappresentazione.

– Guarda che finchè il burattinaio è lo stesso lo spettacolo sarà sempre mediocre, puoi sostituire quanti burattini vuoi ma non cambierà niente.
– Quale burattinaio, scusa?
– Ma secondo te i burattini si muovono da soli?
– Non lo so, io intanto cambio il burattino stanco che magari lo spettacolo migliora.
– Ma non ti rendi conto che è inutile?
– Ma almeno io faccio qualcosa, tu te ne stai solo li a criticare e non fai niente!

(morale: cornuti , mazziati, e litiganti. In sottofondo si sentono le grasse risate del burattinaio)

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”Si può perfettamente concepire un mondo dominato da una dittatura invisibile nel quale tuttavia siano state mantenute le forme esteriori del governo democratico”
Kenneth Bouldin

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La differenza tra dittatura e democrazia è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini, in dittatura non dobbiamo sprecare il nostro tempo andando a votare.
Charles Bukowski

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27 Febbraio 2007

Contro la democrazia. Parte III

Una piccola divagazione
L’altro giorno, nella strada sotto casa un pastore faceva transitare le sue pecorelle, qualche centinaio, più o meno.
Uno spettacolo raro e interessante.
La scena era emblematica, quasi una sintesi del nostro discorso: il pastore con il suo bastone camminava davanti al corteo, e diligentemente le sue bestie lo seguivano con calma e rassegnazione; qua e là qualche pecorella un po’ più vispa si permetteva di staccarsi dal gruppo, correndo allegramente o fermandosi a brulicare sul campo al lato della strada.
Ed ecco allora che con somma maestria intervenivano i cani del pastore che abbaiando e rincorrendo le pecorelle le facevano rientrare nel gruppo.
Mi immaginavo i dialoghi tra le pecorelle:

– Certo che è pesante seguire sempre il tipo con il bastone, dobbiamo sempre fare quello che ci dice…
– Guarda che se non fosse per lui qua moriremmo tutte di fame, lui sa dove c’è il cibo…
– Ma non lo fa mica per noi; non lo sai che a lui interessa solo il nostro latte e la nostra lana?
– Sarà, ma intanto ci fa mangiare…
– Una mia cugina che vive sulla montagna mi diceva che loro non hanno nessun pastore, mangiano l’erba dei pendii e non rendono conto a nessuno…
– Sì, le ho sentite anch’io le storie dei montanari… per me sono tutte favole…
– Ehi! Guarda la Rina, si è ancora fermata a pascolare per i cavoli suoi…
– Infatti Rex l’ha subito rincorsa e le sta abbaiando dietro..
– Che noia quel Rex, ci sta sempre alle costole, non ci lascia godere un attimo dell’erbetta dei campi che incontriamo per strada… non è giusto…
– Giusto o non giusto, Rex ha i denti aguzzi…
– Ma come ci siamo finiti qua dentro?…

A pensarci bene, finché il problema è mangiare, un pastore vale l’altro.
Ci sarà poi il pastore che picchia le sue pecore per farle rigare diritto e quello che cercherà di prenderle per le buone, ma tutti da loro vorranno la lana e il latte.
La faccenda si complica quando comincia a venir voglia di pascolare un po’ per i fatti propri, e ci si rende conto che questo il pastore non lo permette, e i cani sono lì apposta…