Blessed be

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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
22 Gennaio 2007

Del complottismo

Cospirazionista è chi la cospirazione la fa.


Era il 2003, e all’epoca mi aggiravo di biblioteca in biblioteca alla ricerca di testi interessanti, libri che potessero insegnare qualcosa.
Mi ero reso conto da qualche tempo che vi erano molte cose da sapere, degne di essere apprese.
Finché un giorno mi capitò tra le mani un piccolo libretto, Politica Occulta.
L’autore era Marco Dolcetta, ex giornalista del Corriere della Sera, come appresi dalla quarta di copertina.
Il libro parlava di gruppi di potere che lavorano all’ombra, raccontava le storie di famiglie dalla grande influenza, il tutto ben documentato.
Mi incuriosì molto, ma fu una singola parola, per un qualche motivo particolare, ad attrarre la mia attenzione; si leggeva ad un certo punto la seguente considerazione: “… il professor Romano Prodi, già membro della Trilaterale…
he cavolo era la Trilaterale?
La mia ignoranza a tale proposito mi toccò nell’orgoglio; mi informavo regolarmente leggendo diversi quotidiani, avevo letto decine e decine di saggi politici, ero convinto di “essermi fatto una cultura” sulle questioni politiche, e non sapevo cosa fosse la Trilaterale.
Così mi armai di Google.
All’epoca con la mia connessione 56 K il mondo della rete per me consisteva nella lettura delle mail e nel controllare periodicamente se per caso gli Héroes del Silencio si fossero rimessi insieme (si sciolsero nel 1995, e ancora adesso di tanto in tanto cerco qualche news, non mi sono del tutto rassegnato).
Comunque, andai su Google e digitai “Trilaterale”.
Il primo articolo della lista all’epoca era uno studio dell’indimenticato Giuseppe Cosco, personaggio molto particolare ma che aveva l’ottima abitudine di segnalare diversi riferimenti per ogni affermazione che riportava.

“Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un pò più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto”.
Così si espresse Nicholas Murray Butler. Giova ricordare chi era questo personaggio.
Il Dr. Nicholas Murray Butler è stato presidente dell’Università di Columbia, presidente della Carnegie Endwment for International Peace, membro fondatore, presidente della Pilgrims Society e membro del Council on Foreign Relations (CFR) e capo del British Israel.

Da quel momento iniziò la discesa nella caverna, di riferimento in riferimento raccolsi migliaia di articoli che trattavano dei vari gruppi del potere più o meno “occulti”, Bilderberg, CFR, British Israelites, Skull and Bones…  l’abisso pareva non avere fine.
Bisognava ovviamente vagliare la veridicità di ogni informazione, e selezionare il materiale davvero meritevole dalla fuffa fantasiosa, che sicuramente non mancava.
La ricerca comunque si dimostrò fruttuosa, la rete mette a disposizione diverso materiale, ed offre anche la possibilità di verificare rapidamente l’affidabilità delle informazioni trovate.
Infine vi fu il naturale approdo su Luogocomune, covo di complottisti incalliti, che all’epoca contava 300 iscritti.
Oggi ne raccoglie più di 6.000, e il lavoro che là si svolge comincia ad avere una certa eco anche nei media ufficiali, a cominciare dalle diverse presenze del boss Massimo Mazzucco nel programma Matrix di Enrico Mentana, nelle puntate dedicate alla madre di tutte le cospirazioni moderne, l’inganno dell’ 11 Settembre.

Quello che ho scoperto in questi anni è che il “complottismo” per come lo si intende generalmente, è fenomeno alquanto raro.
Vi sono invece numerose persone che ad un certo momento della loro vita scoprono, qual novità, che i governi mentono, scoprono che la storia che si insegna a scuola omette alcuni particolari alquanto importanti, che gli eventi spesso si svolgono in modi molto più complessi di come potrebbe apparire ad uno sguardo superficiale.
E’ una questione di ricerca, perché, per quanto possa sembrare strano, documenti e fonti autorevoli che svelano la faccia occulta della storia esistono, sono a disposizione.
Basta cercarli.

Reverendo,
non era mia intenzione mettere in dubbio che la dottrina degli Illuminati e i principi del Giacobinismo non si fossero estesi agli Stati Uniti.
Al contrario nessuno più di me è convinto di questo fatto. L’idea che volevo esporLe era che non credevo che le Logge dei Frammassoni del nostro paese avessero cercato, in quanto associazione, di propagare le dottrine diaboliche dei primi, o i perniciosi princìpi dei secondi, se mai è possibile separarli. Che delle personalità lo abbiano fatto, o che il fondatore, o gli intermediari impiegati per fondare le società democratiche negli Stati Uniti abbiano avuto questo progetto e che abbiano mirato a separare il popolo dal proprio governo è troppo evidente per metterlo in dubbio.
Con ossequio…
George Washington

Questo ad esempio è un frammento di una lettera scritta da George Washington al pastore Snydernel nel 1798.
George Washington parla degli illuminati di Jean Adam Weishaupt, della massoneria, della loro influenza nella costituzione della democrazia americana.
Un buon punto di partenza da cui approfondire la questione, un testo di prima mano scritto da uno dei personaggi più importanti nella storia degli Stati Uniti.
Così, da riferimento a riferimento, con un continuo e paziente lavoro di raccolta, è possibile collezionare diverse tessere di un enorme mosaico, una composizione che con il tempo comincia a prendere forma ed ad assumere un significato.
Questo blog ha l’umile pretesa di essere un piccolo raccoglitore di frammenti, ogni post rappresenta una piccola storia a sé, e tessera dopo tessera, vorrebbe cercare di suggerire la forma del grande disegno che ci circonda, una realtà che è sotto i nostri occhi, e che forse dovremmo di tanto in tanto osservare, per quanto brutta possa apparire.
Senza mai dimenticare il consiglio del vecchio Nietzsche:

Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare un mostro lui stesso.
E se tu scruti a lungo l’abisso, anche l’abisso guarderà dentro di te.

19 Gennaio 2007

Il Mondo Nuovo II

Hug me till you drug me, honey
Kiss me till I’m in a coma.
Hug me, honey, snuggly bunny,
Love is as good as soma.

 

di Gian Paolo Serino

Il […]capolavoro [di Aldous Huxley] è sicuramente[…] “Il mondo nuovo”, un romanzo scritto nel 1932 e ben più inquietante e profetico del più conosciuto “1984” di Gorge Orwell.
Ad accomunare i due testi lo stesso intento distopico: immaginare e descrivere un mondo futuro dominato da un regime totalitario.
Le differenze tra i due romanzi, però, sono enormi, addirittura antitetiche.
Per Huxley, infatti, ci sono due modi per spegnere lo spirito di una civiltà: nel primo – quello orwelliano- la cultura diventa una prigione; nel secondo – quello de “Il mondo nuovo”- diventa una farsa.
Ancora oggi a preoccupare maggiormente, purtroppo, è la visione di Orwell: non ci sono quasi più regimi, eppure il Grande Fratello è sempre il pericolo da combattere, mentre il nostro occidente, ignaro, continua a sprofondare in un mondo molto vicino al nuovo.
Nella nostra società non c’è nessun carceriere che ci sorveglia, ma le prigioni sono dentro le nostre teste.
Ed è da quest’idea che parte “Il mondo nuovo”: da un mondo solo apparentemente libero, mentre in realtà è tenuto controllato dalla sua stessa libertà.
“Controllare la gente non con le punizioni, ma con i piaceri”: è questa la geniale intuizione di Huxley nel descrivere il nuovo assetto dei sistemi totalitari.
Nella “democrazia” immaginata da Huxley il popolo non è imprigionato, ma distratto continuamente da cose superficiali.
Per Huxley, infatti, non c’è bisogno di un Grande Fratello quando la vita culturale viene trasformata in un eterno circo di divertimenti e un intero popolo è ridotto a spettatore.
Nel “mondo nuovo” non esistono censure, ma la gente è talmente subissata dalle informazioni che, incapace di rielaborare una simile mole di notizie, finisce col diventare passiva, con il disinteressarsi a tutto e a non ribellarsi più a niente.
Nel mondo nuovo, per fare un esempio a noi vicino, nessuno brucia i libri perché non c’è più nessuno desideroso di leggerli.
Per Huxley è questa la vera dittatura: una dittatura atroce perché invisibile, intelligente perché alle catene preferisce il silenzio delle museruole mentali.
E’ la dittatura della democrazia, del nemico col sorriso sulle labbra: è la dittatura che ha trasformato i cittadini in giocatori che non hanno la minima intenzione (e chi lo farebbe?) di prendere le armi contro un mare di divertimenti.
L’ipotesi di Huxley è a dir poco inquietante: basta alzare la testa per rendersi conto che quello che stiamo vivendo è già il suo incubo, che è la sua visione che si sta realizzando e non quella ben più visibile, e quindi più facile da individuare e da combattere, di Orwell. Difendersi è impossibile: si finirebbe come in un romanzo di Dick: pazzi ed isolati detentori di una verità che nessuno, per comodità, accetterà mai. Eppure “il mondo nuovo” è adesso, è il presente che ci spegne schiacciando un tasto.[…]


Gian Paolo Serino

15 Gennaio 2007

Sabbatai Zevi, il messia apostata

Nel XVII secolo il mondo ebraico conobbe una figura controversa e straordinaria, un uomo che si proclamò messia e si fece portavoce di una teologia rivoluzionaria, una “contro-teologia”.
Si tratta di Sabbatai Zevi, nato a Smirne nel 1616, giovane irrequieto che nel 1665 si proclamò il Messia atteso da millenni, pronto a riportare il suo popolo nella terra promessa ed a ricostruire il Tempio.
Sabbatai Zevi raccolse intorno a sé un grande entusiasmo, e nel 1666 decise di raggiungere Costantinopoli con l’obbiettivo di spodestare il sultano, seguito da numerosi seguaci.
Il sultano catturò Zevi e lo pose di fronte ad una scelta: soffrire il martirio oppure abbracciare la religione islamica.
Zevi scelse l’apostasia.
Molti dei suoi seguaci caddero nello sconforto, ma quelli a lui più vicini rifiutarono la realtà dei fatti ed elaborano una dottrina “rivoluzionaria”; secondo questa dottrina il Messia deve salvare il mondo per mezzo del peccato, sperimentando l’abisso della perdizione per poter in seguito risalire nelle vette della salvezza.
L’apostasia quindi, il peggiore dei peccati, diviene una via necessaria sulla strada della beatitudine.
Questa dottrina estrema, lungi dall’essere una creazione dei seguaci di Zevi, rappresenta in realtà il fondamento della religiosità “alternativa” che da millenni attraversa le epoche storiche contrapponendosi alle dottrine ufficiali delle varie fedi.
L’idea che attraverso la dissoluzione più oscura e la sperimentazione dei “peccati” più infami si possa giungere alle vette più alte percorre in parallelo la storia delle religioni ufficiali, e nel mondo dell’esoterismo tale processo è anche noto con il nome di “via della mano sinistra”.
Idea condivisa in queste dottrine è la convinzione che il mondo intero sia in attesa di un “cambiamento di era”, un cambiamento che sostituirà l’attuale epoca degenere e corrotta con una nuova colma di “luce” e “armonia”.

Da questo punto di vista quindi tutto ciò che concorre al mantenimento dello stato attuale rallenta l’avvento della nuova era, mentre vanno favorite le azioni che potrebbero accelerare il processo del passaggio.
E per affrettare tale processo occorre che il punto “più basso” venga perseguito con ogni mezzo, aumentando il disordine attuale per mezzo del “peccato” e dell’anomia.
Sabbatai Zevi impose ai suoi seguaci di praticare una fede esteriore, e di mantenere segretamente la fede ebraica.
Proclamò il rovesciamento di tutti i valori, come si addice all’era messianica, ed invitò alle trasgressioni più estreme, fino all’incesto, da sempre il più grande tabù per ogni cultura.
Si ritrovano quindi negli insegnamenti di Zevi le caratteriste delle varie “eresie” pseudo gnostiche che hanno accompagnato la storia del cristianesimo e dell’ebraismo dalle loro origini.
Dai cainiti ai bogomili ai catari, dai manichei fino a Sabbatai Zevi, il cuore di ogni “eresia” è l’invito alla violazione delle leggi morali nel tentativo di accelerare “la fine dei tempi”.
Il movimento Sabbateo si espanse rapidamente in Europa, e di lì a poco un ulteriore messia avrebbe ripreso le orme del maestro, accentuando ulteriormente l’aspetto “rivoluzionario” del suo insegnamento: Jakob Frank.

13 Gennaio 2007

Cainiti

Una setta gnostica estremista, che, similmente ad altre sette gnostiche, credeva che il Dio (o Demiurgo) del Vecchio Testamento fosse malvagio e ostile all’umanità.
Perciò i cainiti veneravano tutti i personaggi della Bibbia, oppositori del Creatore, come Esaù, Cam, gli abitanti di Sodoma e Gomorra, Giuda e soprattutto Caino (da cui il nome della setta), l’eone decaduto per colpa di sua madre Sophia (Eva) e quindi il personaggio depositario della gnosi.
Per quanto concerneva Giuda, l’altro importante riferimento dei c., nel loro testo sacro, il Vangelo di Giuda, era spiegato come l’Apostolo avesse la conoscenza (gnosi) del metodo per la salvezza degli uomini e come avesse tradito Gesù, poiché credeva che Cristo fosse un agente del Demiurgo malvagio.
[…]
I cainiti, inoltre, come altri gnostici credevano che fosse possibile ottenere la salvezza passando attraverso ogni sorta di esperienza, anche sessuale.
A riguardo i cainiti assumevano un forte atteggiamento antinomistico, praticando, cioè, tutti gli atti proibiti dal Decalogo redatto da Mosè, profeta da loro disprezzato, ed in tale senso fu particolarmente attivo un cainita di nome Quintill, che in Africa fondò la setta detta dei Quintillianiti.

www.eresie.it

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All’origine dell’unica grande eresia, che nei secoli ripete se stessa, la ricerca della salvezza per mezzo della violazione deliberata di ogni regola morale.
Dai Cainiti ai Bogomili a Sabbatai Zevi a Jacob Frank, per arrivare alla religione della “elite”.

16 Dicembre 2006

Buone feste

In occasione delle festività natalizie,e con un leggero anticipo, il blog si prende una piccola pausa.
Si ripartirà nel 2007, con approfondimenti sulla Massoneria, sul Terzo Tempio, sui centri di potere "occulti" e con altri simpatici argomenti.

A presto, e felice Natività.

Blessed be