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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
5 Novembre 2011

Capacità umane, pulsioni emotive e gestione delle masse.

di Antonio Pani per Tra Cielo e Terra


Premessa

Questa sintesi di osservazioni e pensieri è rivolta alla comprensione dei nostri tempi e dell’atteggiamento assunto dalle persone, in quella che potrebbe essere definita “la crisi senza fine”.
Non dimenticando l’indubbio peso che rivestono attualmente le questioni economico – monetarie, lo scritto vuole raccontare e mettere in relazione tre aspetti che attengono, essenzialmente, alla natura umana e che paiono assai poco distanti l’uno dall’altro.
Il tentativo è quello di unire i puntini per scoprire il disegno nascosto che, spesso, non lo è più di tanto.

Tre temi e tre domande

Il primo argomento riguarda le capacità e potenzialità del cervello e del corpo umano, le quali sono costantemente in fase di studio, catalogazione e approfondimento scientifico.
La mole di lavoro svolta, le pubblicazioni e la sperimentazione inerenti alle possibilità della nostra mente, è semplicemente sconfinata.
Suscitano particolare attenzione, gli studi e gli esperimenti che si occupano della capacità di precognizione/presentimento, che alcuni scienziati hanno definito essere ”patrimonio comune della razza umana” (Dean Radin, “The conscious universe”, Harper Edge, San Francisco 1977).
La questione riveste particolare importanza, soprattutto se si considera che un uomo sensibile, attento, istruito e consapevole dei propri “mezzi”, è più difficile da “amministrare”.
Il secondo tema è quello che vede il macro mondo dei mass media impegnato in un incessante bombardamento, fatto di notizie e rappresentazioni grafico – televisive intrise di violenza, sesso e messaggi subliminali.
Il terzo aspetto attiene alla “gestione delle masse”.
E’ il secondo argomento, tuttavia, a ispirare gli interrogativi che seguono:
– perché negli ultimi anni i media ci impegnano, in modo assillante e ben più che evidente, con immagini e richiami violenti, oltre che di natura sessuale?
– come mai, soprattutto in rete, la maggior parte di trattazioni e approfondimenti (scientifici e non), ci raccontano della costante presenza di messaggi subliminali caratterizzati da sesso e violenza?
E perché, sovente, tali messaggi sono destinati ai più piccoli?

Riflessioni e risposte

Partendo dalla consolidata certezza che “cuore e ragione” sono nemici giurati, è possibile tentare di legare qualche filo pendente, così da provare a dare delle risposte.
Sia concesso, inoltre, di rilevare che il confitto fra emozioni e intelletto rappresenta uno degli elementi essenziali del concetto di dualismo, che permea e caratterizza da sempre l’esistenza umana.
Preliminarmente occorre anche cercare di capire se qualcuno abbia già tracciato, e continui a tracciare, buona parte del cammino di vita che tutti noi percorriamo.
A giudicare dal fatto che ora, come millenni fa, siano in pochi a stare bene e dominare, mentre sono in tanti quelli che soffrono e sono dominati (chi più chi meno), si direbbe che le cose non siano mai cambiate davvero e, soprattutto, che ciò non sia esattamente dovuto al caso.
Molte sono le conoscenze che ci sfuggono, tuttavia è ragionevole credere che “l’animale uomo” sia gestibile in modo ottimale se la sua intelligenza e le sue capacità istintive sono “offuscate” e represse.
Tutto ciò ben può essere conseguito attraverso un lungo, intenso e costante lavoro, finalizzato alla distrazione dell’obiettivo, magari attraverso importanti sollecitazioni emotive.
L’uomo a cui facilmente “sale il sangue alla testa”, è ben poco propenso al ragionare e ben più disposto ad agire in modo impulsivo e violento.
Ecco, quindi, che indirizzare con sesso e violenza ogni soggetto e azione nella nostra società, trova una sua precisa ragione d’esistere.
Grandi e piccini sono tempestati da messaggi, situazioni e condizioni, che li vedono costantemente coinvolti in eventi caratterizzati da fortissime pulsioni emotive, che oscurano le capacità di ragionamento e analisi di cui ognuno è dotato.
Non bisogna dimenticare, inoltre, che l’estrema velocità con cui tutto ciò accade porta la mente ad essere costantemente impegnata, ad avvitarsi su se stessa, lasciandoci privi di qualsiasi spazio introspettivo e di serena riflessione.
Un contesto sociale ben “educato e nutrito” in questo senso, è molto più facile da controllare e gestire.

La più volte citata “polarizzazione” della società, fatta esclusivamente di bianco e nero, di buoni e cattivi, di destra e sinistra, di favorevoli e contrari, priva della benché minima attenzione in materia di etica, condivisione, senso civico e “sano fare comune”, è un esempio concreto di ciò che fruttano questo tipo di operazioni.
Trova allora una giusta collocazione anche il mirare e colpire i bambini, affinché imparino e assimilino presto (come noi?) quale sia la “giusta posizione” nell’odierna società.
Quanto appena detto si configura come un macabro investimento, poiché è assai probabile che sarà più facile distrarre chi, sin da piccolo, è stato educato a vivere subendo queste forti sollecitazioni emotive.
Oltre a ciò è possibile che, grazie a quest’intensa attività, le realtà (devianti) propinate dalla marea di fiction e produzioni cinematografiche a puntate dell’ultimo decennio, siano anch’esse accolte meglio dallo spettatore, che finisce così per alienarsi dal mondo reale.
Si concretizza, così, un’altra motivazione del perché i nostri tempi siano ricchi di spettatori e assai poveri di attori.

Conclusioni

Gli approfondimenti, gli studi scientifici e le trattazioni tematiche inerenti al peso dei mass media, uniti a quelli riferiti alle capacità umane e al cosiddetto social – control sono molteplici e tutti meritevoli di grande attenzione.
Questa breve riflessione è stata ispirata da una piccola parte di questo lavoro, operoso e qualificato.
Inibire, in modo preciso e mirato, le formidabili e innate dotazioni dell’uomo non è casuale e rappresenta, purtroppo, uno dei più grandi misfatti compiuti contro il genere umano.
Un ringraziamento per l’attenzione e un sincero in bocca al lupo, a tutti coloro che incroceranno questi pensieri.

Antonio Pani.

Principali riferimenti tratti dalla “rete”, e non solo:

– “La scienza dell’intenzione”, di Lynne Mc Taggart, pag. 103/104, edito nel 2008 da “Macro Edizioni”, nella collana “Scienza e Conoscenza”;
La precognizione inconscia, da scienzamarcia
Prevvegenza, la prova definitiva, Daily Wired
Precognizione, Fringe Italia
I cartoni troppo veloci compromettono le capacità di coordinazione dei bambini, di Edoardo Capuano,
Come la tv danneggia le facoltà mentali, di Marco della Luna
Ladri di cervelli, di Andrea Massari

Alcuni estratti significativi dai collegamenti riportati:

Dal libro:“La scienza dell’intenzione”, di Lynne Mc Taggart, pag. 103/104, edito nel 2008 da “Macro Edizioni”, nella collana “Scienza e Conoscenza”;
“Rollin Mc Craty (Direttore Ricerca all’Institute of HeartMath a Boulder Creek, California)… scoprì che i presentimenti di buone e cattive notizie erano avvertiti sia nel corpo che nel cervello, dove le onde elettromagnetiche acceleravano o rallentavano appena prima che un’immagine disturbante o tranquillizzante venisse mostrata.
Ma la cosa più stupefacente era che il cuore sembrava ricevere queste informazioni alcuni istanti prima del cervello.
Questo suggeriva che il corpo possedesse un apparato percettivo che lo metteva in grado di analizzare e intuire continuamente il futuro…”


da Precognizione

“Le immagini furono selezionate in maniera casuale da un computer, restavano sullo schermo per 3 secondi, poi una pausa di 5 secondi in cui lo schermo appariva vuoto e poi l’immagine successiva.
Le immagini erano di tre tipi: paesaggi, violenza, sessuali.
La cosa incredibile dell’esperimento fu che il segnale di risposta alle fotografie del secondo e del terzo tipo fu registrato quasi sempre in anticipo di 3 secondi sulla visione della foto stessa”.

da La precognizione inconscia dimostrata
“Questi sono solo alcuni esperimenti che provano, senza ombra di dubbio, che la capacità di precognizione/presentimento è patrimonio comune della razza umana”.

da Prevvegenza, la prova definitiva
“Prima di essere accettato per la pubblicazione, l’articolo, dal titolo ambizioso Feeling the Future (sentendo il futuro), è stato passato al vaglio di quattro attenti revisori: sono state suggerite delle modifiche, ma non è stata riscontrata alcuna incongruenza di fondo.
Rispetto ad altri studi sulla presunta capacità degli esseri umani di vedere nel futuro, la novità della ricerca di Bem sta nell’aver preso in esame dei fenomeni psicologici ben studiati, invertendone l’ordine.
Ciò che di solito è interpretato come la causa di un determinato comportamento, negli esperimenti è stato mostrato o raccontato dopo il verificarsi dell’evento stesso.
A prendere parte allo studio è stato un campione di circa mille studenti volontari, che sono stati sottoposti a un set di nove esperimenti. Di questi, otto hanno prodotto risultati statisticamente rilevanti”.

A proposito delle “basi per il futuro” gettate dalla televisione e mezzi/media affini:

da I cartoni troppo veloci compromettono le capacità di coordinazione dei bambini
“… analizzando il comportamento di 60 bambini dopo… la visione di un cartone animato a “velocità aumentata”…”.
Lo studio, pubblicato sulla rivista di settore Pediatrics, è partito dall’assunto che sebbene molto “sollecitabile”, il cervello dei bambini non sarebbe in grado di reggere la velocità di alcuni stimoli. Ma che soprattutto questa “velocità”, dando una impressione sbagliata ai bambini li spinga a volere imitare ciò che vedono, rendendoli poi incapaci per la frustrazione di mettere in atto ciò che fino alla visione erano in grado di fare”.
E ancora:
“Altrettanto interessante è apparso essere in ulteriore studio, in tal senso, pubblicato su Archives of pediatric adolescence Medicine, che ha dimostrato come i bambini che sono in grado di sfuggire al controllo dei genitori, visionare più televisione e giocare di più ai videogiochi, dimostrano fin dalla tenera età, una maggiore aggressività anche in contesti normali”.

da: Come la tv danneggia le facoltà mentali, di Marco della Luna
“La tv è verosimilmente un’importante causa del moltiplicarsi di sindromi di deficit attenzionale e di iperattività (ADD, ADHD) e della minore capacità di seguire le lezioni, di imparare, di capire – che si nota vistosamente nelle scuole anche italiane, dove la necessità di abbassare il livello dell’insegnamento per farsi capire ha già portato a una sostanziale dequalificazione”.
E ancora:
“Televisione, video musicali, e videogiochi – tutti utilizzanti tecniche tv – operano a un ritmo assai più rapido che la vita reale, e vanno accelerando, così che la gente è costretta a sviluppare un crescente appetito per sequenze veloci in quei media”.

da Ladri di cervelli, di Andrea Massari
“…dopo le sigarette o i cibi spazzatura, non ci sono dubbi che la televisione sarà il prossimo grande problema nel campo della sanità pubblica.
Per quanto riguarda invece i giovani bisogna aggiungere: apatia diffusa molto più frequente e tasso di fallimento scolastico proporzionali alla maggiore frequenza di tempo passato davanti al piccolo schermo, propensione maggiori alla violenza ed ai comportamenti sessuali a rischio…”.
E ancora:
“…Lo studente che dopo la prima infanzia è stato sottoposto ad una forte permanenza davanti al video soffre di gravi lacune in ortografia, nella coniugazione dei verbi, nella sintassi, nel vocabolario, manca di logica, di capacità analitica, di spirito di sintesi e tutto questo gli impedisce l’accesso ad livelli di conoscenze più elevati e complessi.
La televisione «terzo genitore catodico» riduce «drasticamente il volume e la qualità delle interazioni genitori bambini», mutilando il grado di socievolezza infantile…”.

2 Novembre 2011

Shapeless oceans

30 Ottobre 2011

Il Vaticano ed il Nuovo Disordine Mondiale


Il documento con il quale eminenti rappresentanti del Vaticano invocano, quale soluzione alla attuale crisi economica e sociale, dei passi in avanti verso la creazione di strutture decisionali sovranazionali, di carattere globalista, ha indubbiamente suscitato grande interesse nel cosidetto ambiente della “controinformazione”, e non poteva essere altrimenti.
Se infatti per i media tradizionali tale presa di posizione non rappresenta che un allineamento alle soluzioni proposte dai grandi think tank internazionali, per coloro che conoscono le radici e le prospettive della ideologia mondialista le soluzioni auspicate del Vaticano non possono che suscitare un giustificato sospetto.

Il documento in questione, stilato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, intitolato Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale, inizia soffermandosi nell’analizzare l’attuale momento storico da un punto vista economico e sociale.
Mettendo quindi in evidenza la situazione di crisi economica venutasi a creare nel pianeta, nel documento si pongono in evidenza le grandi disparità con cui il benessere mondiale è distribuito, e si attribuiscono le cause di tale processo ad una generica ideologia liberista:

Ma cosa ha spinto il mondo in questa direzione estremamente problematica anche per la pace?
Anzitutto un liberismo economico senza regole e senza controlli.
Si tratta di una ideologia, di una forma di « apriorismo economico », che pretende di prendere dalla teoria le leggi di funzionamento del mercato e le cosiddette leggi dello sviluppo capitalistico esasperandone alcuni aspetti.

Una conclusione a cui si giunge dopo aver ricordato come per affrontare la situazione economica mondiale negli ultimi anni diversi governi nazionali abbiano utilizzato enormi mezzi per tamponare la crisi:

Un orientamento di stampo liberista – reticente rispetto ad interventi pubblici nei mercati – ha fatto propendere per il fallimento di un importante istituto finanziario internazionale, immaginando in tal modo di delimitare la crisi e i suoi effetti.
Ne è derivata purtroppo una propagazione di sfiducia che ha spinto a mutare repentinamente atteggiamento, sollecitando interventi pubblici sotto varie forme, di enorme portata (oltre il 20% del prodotto nazionale) al fine di tamponare gli effetti negativi che avrebbero travolto tutto il sistema finanziario internazionale.

Uno strano “neoliberismo senza regole e senza controlli”, quello in cui i maggiori governi mondiali intervengono nel mercato mettendo sul piatto il 20% del loro prodotto nazionale.
Ma non è l’evidente confusione ed incompetenza, o forse malafede, degli esperti economisti del Vaticano l’aspetto più interessante del documento, bensì le soluzioni da loro proposte per superare questo momento di difficoltà a livello mondiale:

Regole e controlli, sia pure in maniera imperfetta, sono spesso presenti a livello nazionale e regionale; tuttavia, a livello internazionale tali regole e controlli fanno fatica a realizzarsi e a consolidarsi.[…]
Nel cammino verso la costruzione di una famiglia umana più fraterna e giusta e, prima ancora, di un nuovo umanesimo aperto alla trascendenza, appare inoltre particolarmente attuale l’insegnamento del Beato Giovanni XXIII.
Nella profetica Lettera enciclica Pacem in terris del 1963, egli avvertiva che il mondo si stava avviando verso una sempre maggiore unificazione. Prendeva quindi atto del fatto che, nella comunità umana, era venuta meno la rispondenza fra l’organizzazione politica «su piano mondiale e le esigenze obiettive del bene comune universale».
Per conseguenza auspicava la creazione, un giorno, di «un’Autorità pubblica mondiale». […]
Un lungo cammino resta però ancora da percorrere prima di arrivare alla costituzione di una tale Autorità pubblica a competenza universale.
Logica vorrebbe che il processo di riforma si sviluppasse avendo come punto di riferimento l’Organizzazione delle Nazioni Unite, in ragione dell’ampiezza mondiale delle sue responsabilità, della sua capacità di riunire le Nazioni della terra e della diversità dei suoi compiti e di quelli delle sue Agenzie specializzate.[…]
A un Governo mondiale non si può pervenire se non dando espressione politica a preesistenti interdipendenze e cooperazioni.[…]

E per quanto riguarda la regolamentazione dei rapporti economici, il documento precisa :

Sullo sfondo si delinea, in prospettiva, l’esigenza di un organismo che svolga le funzioni di una sorta di «Banca centrale mondiale» che regoli il flusso e il sistema degli scambi monetari, alla stregua delle Banche centrali nazionali.

Nelle conclusioni, infine, possiamo leggere:

Con una dinamica analoga a quella che in passato ha messo fine alla lotta «anarchica» tra clan e regni rivali, in ordine alla costituzione di Stati nazionali, l’umanità deve oggi impegnarsi nella transizione da una situazione di lotte arcaiche tra entità nazionali, a un nuovo modello di società internazionale più coesa, poliarchica, rispettosa delle identità di ciascun popolo, entro la molteplice ricchezza di un’unica umanità.[…]
Solo uno spirito di concordia, che superi divisioni e conflitti, permetterà all’umanità di essere autenticamente un’unica famiglia, fino a concepire un nuovo mondo con la costituzione di un’Autorità pubblica mondiale, al servizio del bene comune.

Sembrano in tutto e per tutto parole e concetti che potrebbe benissimo esprimere un qualsiasi Gran Maestro massone, dal momento che non si fa altro che ribadire ed auspicare la visione del mondo globalista che la massoneria ed altre società esoteriche da sempre evocano.
Ed è bene ricordare che anche il particolare utilizzo di determinate espressioni non è mai casuale, dal momento che ogni singola parola ha una sua importanza nel descrivere l’ideologia che le sta alle spalle.
Concetti quali “Nuovo Umanesimo”, oppure “Autorità pubblica mondiale” o “Nuovo Mondo” sono delle vere e proprie parole d’ordine che appartengono ad una precisa e determinata forma di pensiero che negli ultimi secoli si sta facendo sempre più strada.
Le stesse Nazioni Unite, invocate nel documento quale base di partenza per la costituzione di questo nuovo governo dal carattere sovranazionale, sono una creazione fortemente voluta dal pensiero universalista della libera muratoria internazionale, ed il suo carattere esoterico non è mai stato nascosto.
E’ bene infatti sempre tenere a mente che le Nazioni Unite nascono principalmente seguendo una visione messianica, fatta propria dai movimenti neospiritualisti del XX secolo, e questo loro carattere viene prima degli aspetti di “governance mondiale” strettamente utilitaristici.

Questi aspetti sono assai noti a coloro che hanno approfondito la nascita e le origini dell’ideologia mondialista e sono altresì consapevoli dello spirito che animava la creazione delle strutture sovranazionali.
Si potrebbe però obbiettare che si tratti solo di suggestioni “complottiste”, di cui i vertici del Vaticano non dovrebbero tenere conto, se non rischiando di coprirsi di ridicolo.
Eppure, solo 14 anni fa, Michel Schooyans, autorevole professore dell’università cattolica di Loviano, dava alle stampe un libro estremamente interessante, dal titolo “Nuovo disordine mondiale”, dove metteva in evidenza le radici discutibili di organismi internazionali quali l’ONU e denunciava un piano di controllo globale ad esso collegato che passava per una drastica riduzione della popolazione mondiale ed una progressiva perdita delle libertà personali a vantaggio del rafforzamento dei centri decisionali mondialisti.

Le tesi portate avanti da Schooyans, oltre ad essere un autentico pugno nello stomaco, esprimono dunque una linea interpretativa che potremmo definire autorevolissima della posizione della Chiesa riguardo ad un problema, quale quello della “vita” e della sua strumentalizzazione, che è preconizzato come un tentativo di “dittatura mondiale” perseguita dai paesi più ricchi e che si avvale, nella visione proposta, di importantissimi strumenti politici quali l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’O.N.U., le ONG, la Banca Mondiale e tutte le organizzazioni ad esse collegate.
Secondo l’Autore, il Nuovo Ordine Mondiale altro non è che il tentativo di imporre la “filosofia dell’egoismo” dei paesi ricchi ai paesi poveri o in via di sviluppo, ed il dominio di pochi su tutti gli altri.[…]

L’ideologia sottostante che avrebbe avviato questa campagna di “pianificazione familiare, a livello mondiale”, del “genere” umano, è ad avviso dell’Autore una sorta di incrocio tra l’ideologia di tipo social-comunista alla Feuerbach (individui solo ingranaggi della collettività), di Marx (le identità nazionali devono scomparire a favore di un Nuovo Ordine Mondiale governato da una minoranza illuminata) e di Lenin (tecnocrati illuminati che creano una rete di organizzazioni internazionali al servizio della pianificazione umana), con l’ideologia liberale alla Malthus (teorico della sicurezza alimentare, per cui poveri e meno dotati vanno eliminati o non fatti nascere), Bentham (utilitarismo etico, per cui il povero, che non produce o non produce abbastanza e tuttavia pretende di consumare, sia vinto dalla concorrenza) e Galton (uno dei massimi teorici eugenetici, per cui è necessario favorire la trasmissione della vita solo tra i più dotati).

Una analisi lucida ed in netto anticipo coi tempi del processo che va sotto il nome di “Nuovo Ordine Mondiale”, da un punto di vista non esclusivamente cattolico.
Aspetto ancora più interessante, la prefazione di tale libro fu scritta dall’allora Cardinale Joseph Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI.
Nel suo intervento, Ratzinger dimostrava di condividere le preoccupazioni espresse dall’autore, ed altrettanto lucidamente metteva in evidenza i pericoli che il processo di mondializzazione portava con sé:

Nel XIX secolo, la fede nel progresso era ancora un generico ottimismo che si aspettava dalla marcia trionfale delle scienze un progressivo miglioramento della condizione del mondo e l’approssimarsi, sempre più incalzante, di una specie di paradiso; nel XX secolo, questa stessa fede ha assunto una connotazione politica.
Da una parte, ci sono stati i sistemi di orientamento marxista che promettevano all’uomo di raggiungere il regno desiderato tramite la politica proposta dalla loro ideologia: un tentativo che è fallito in maniera clamorosa.
Dall’altra, ci sono i tentativi di costruire il futuro attingendo, in maniera più o meno profonda, alle fonti delle tradizioni liberali.
Questi tentativi stanno assumendo una configurazione sempre più definita, che va sotto il nome di Nuovo Ordine Mondiale; trovano espressione sempre più evidente nell’ONU e nelle sue Conferenze internazionali, in particolare quelle del Cairo e di Pechino, che nelle loro proposte di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia dell’uomo nuovo e del mondo nuovo.

L’allora cardinale Ratzinger dimostrava quindi di comprendere molto bene quale impalcatura ideologica stesse alla base di concetti quali “Nuovo Ordine Mondiale”, usando tale espressione con piena cognizione di causa.
Lo stesso Ratzinger che, divenuto Papa Benedetto XVI, nel discorso di Natale del 2005 chiamava a raccolta gli uomini di buona volontà affinchè quel medesimo Nuovo Ordine Mondiale lo edificassero.
Cosa era successo nel frattempo?
Difficile dirlo, forse quel fumo di Satana evocato da Papa Paolo VI dopo essersi introdotto da qualche fessura in vaticano ha nel tempo invaso molti ambienti, o forse la corrente mondialista massonica presente nel corpus cardinalizio è divenuta infine prevalente.
Il tempo dirà se i giorni della grande apostasia profetizzati dall’escatologia cristiana siano proprio quelli attuali.

24 Ottobre 2011

Ready for the falls

 


Questa è la copertina di un disco uscito qualche anno fa negli Stati Uniti.
Ci sono 4 particolarità interessanti in questa immagine, di cui una evidente.
4 piccoli dettagli, che presi nel loro insieme raccontano di una tendenza ormai nota.

(seguirà articolo)

p.s: anche la canzone in sé non è niente male


19 Ottobre 2011

Indignati e ribelli


Si sta scrivendo molto in questi giorni sul “movimento” degli indignati, sulle loro motivazioni e le loro rivendicazioni.
C’è chi vede nel movimento una doverosa presa di coscienza dei singoli cittadini nei confronti dei soprusi dei “poteri forti”, chi invece vi vede una riproposizione delle classiche rivoluzioni colorate pilotate dai soliti insospettabili, e chi semplicemente ritiene inutili e dannose le rivendicazioni “di massa”.
Personalmente, ritengo in generale degno di rispetto chi tenta in qualche modo di cambiare una situazione che ritiene non tollerabile, anche se rischia col suo operato di ottenere più danni che privilegi.
Smuoversi da una certa apatia potrebbe portare in sè delle connotazioni anche positive.


Dall’altra parte, ritengo anche che ogni qualvolta l’uomo si fa “massa” entri in situazioni emozionali pericolose, rischiando di anteporre alla propria intelligenza sentimenti e passioni che in una folla si trasmettono facilmente bypassando la sfera razionale.

In generale, il mio pensiero a proposito è rimasto invariato rispetto a quello che scrivevo più di un anno fa, in occasione delle grandi proteste di massa che prendevano piede in Grecia (Il futuro della protesta in grecia, il futuro della protesta in Europa).

In occasione poi degli ultimi avvenimenti, di cui la nostra nazione è stata testimone, penso che l’analisi più lucida sia stata proposta dal gruppo degli Skiantos già diversi anni fa.