Blessed be

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Qui si parla di miti, simboli, storia e metastoria, mondi vecchi e mondi nuovi, e di cospirazioni che attraversano i secoli.
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Jay Z, da Rockafella and
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Con la scusa dell’ Ambientalismo.
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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
20 Dicembre 2009

Sepolcri

Sepolcri, Carlo Piterà, 1999****

Come sono state distrutte, come sono crollate
quelle grandi e possenti torri di ghiaccio e d’ acciaio
fuse da quale terrore?
Quali fuochi, quali luci hanno smembrato,
nella collera bianca della loro accusa
quelle torri d’ argento e d’ acciaio
colpite da un cielo vendicatore?
Le ceneri delle torri distrutte si mescolano ancora alle volute del fumo
velando le tue esequie nella loro bruma; e scrivono il tuo epitaffio di braci:
“Questa fu una città
che si vestiva di biglietti di banca”

Thomas Merton, Le Rovine di New York, 1947
 

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Le date, si faccia molta attenzione alle date.
19 Dicembre 2009

Siamo a Dicembre e fa freddo

Si parla molto in questi giorni di "libertà di parola" sul web, e inevitabilmente il discorso cade sulla mancanza di "autorevolezza" dell’informazione che si trova in rete.
La questione ovviamente è ampia, e l’errore che inevitabilmente il mondo dell’informazione autorevole compie è quello di trattare "internet" come un blocco monolitico, uniforme.

Nel frattempo, per apparire più autorevole, ho ritenuto anche io opportuno offrire un tipo di informazione seria e ponderata.
Allinenandomi quindi alle aperture dei principali telegiornali nazionali, avendo da essi appreso il vero significato del concetto di "informazione autorevole", compresa di conseguenza la delicata funzione di "servizio pubblico" da essi offerta, e seguendo il loro professionale esempio, mi accingo anche io a fare vera informazione: sappiate quindi che siamo a Dicembre, e fuori fa freddo.

Ora mi sento pronto per entrare nella redazione del TG1.

15 Dicembre 2009

Brevissimo appunto sulla Gnosi

La questione della “gnosi” è altamente intricata, e ciò è dovuto principalmente ad un cattivo uso del termine che negli ultimi tempi è stato fatto.
Gnosi, in primo luogo, significa semplicemente conoscenza.
Letteralmente.
Col termine gnosi si è poi voluto descrivere un insieme di dottrine più o meno “ortodosse” che si sono sviluppate in parallelo alla religione cristiana ed ebraica.
Il problema nasce nel momento in cui il termine gnosi viene applicato unicamente a quelle dottrine principalmente dualiste che svalutano e banalizzano l’iniziale ricerca mistica ed esoterica, una ricerca che si sviluppava in conformità con la dottrina exoterica della religione.
Tale banalizzazione ha luogo nel momento in cui la ricerca spirituale viene tradotta in termini immanenti, e viene fatta una lettura letterale di concetti allegorici e simbolici.
La gnosi autentica, invece, è, in sintesi, la ricerca del divino attraverso un percorso sovra-sensoriale e sovra-razionale, un percorso necessariamente legato e complementare al culto ed ai riti exoterici.
Oggi, invece, col termine gnosi si descrivono quelle dottrine in antitesi con l’ortodossia cristiana accomunate da un forte dualismo (dualismo che ad un livello superiore non ha motivo di esistere, essendo qualsiasi contrapposizione estranea alla divinità), e da un generale disprezzo nei confronti del creato.

Idea condivisa di questi movimenti è la presenza di un dio malvagio (il dio che crea il mondo materiale) contrapposto ad un dio che dona la vera conoscenza (identificato spesso in Lucifero-Satana).
Se seguita con coerenza tale teologia porta inevitabilmente a disprezzare il creato, in quanto realtà corrotta e regno del male, e di conseguenza la dissoluzione diviene atto auspicabile.
Di questa dottrina abbiamo tracce nelle cosidette eresie manichea, bogomila, catara, e in tutte le loro derivazioni.
Per evitare confusioni sarebbe forse opportuno chiamare queste dottrine “gnosticismi”, ridando al termine gnosi il suo iniziale significato.

6 Dicembre 2009

Jay Z, da Rockafella and da niu religion

and Jesus can’t save you
life starts when the church ends
Jay Z, Empire State of Mind


Empire State of Mind è il terzo singolo estratto dal nuovo album di Jay-z, ed attualmente si trova al vertice della classifica dei brani più venduti negli Stati Uniti.
Il testo della canzone parla di New York, e da alcuni giornalisti musicali è stato definito come il nuovo inno della città della Grande Mela.
Il video del brano, girato dal regista Hype Williams, mostra quindi diversi squarci di New York, mentre Jay-Z, accompagnato per l’occasione dalla giovane cantante di talento Alicia Keys, racconta esperienze della sua vita legate alla sua città.
All’inizio del video, tra varie immagini significative della Grande Mela, compare anche il Rockefeller Center, e la camera si sofferma ad inquadrare la targa commemorativa del fondatore dell’edificio, John D. Rockefeller.


John Davison Rockefeller fu uno dei più grandi industriali del XX secolo, e la sua famiglia, una delle più influenti a livello mondiale, tuttora coordina il CFR, ovvero il think tank che dagli inizi del 900 ad oggi dà le direttive guida per la politica estera degli Stati Uniti.
Curiosamente, la casa discografica creata da Jay Z si chiama Rock-a-fella, che in inglese ha un suono molto simile a quello del cognome dei celebri industriali.
La famiglia Rockefeller, d’altra parte, nonostante sia molto gelosa del proprio nome, giustamente, non ha mai dimostrato di sentirsi infastidita dalla “appropriazione” fatta da Jay-Z.
Lo stesso rapper, quando nel 2007 introduceva Rihanna nel video della sua hit “Umbrella”,sancendone definitivamente l’entrata nei piani alti del music business statunitense, e dimostrava poca modestia nell’elencare i propri successi, rappava, tra le altre cose, i seguenti versi:

Non ci sono nuvole nelle mie tempeste
Lascia che piova, arrivo con l’idroplano nella banca
Scendendo con il Dow Jones
Quando le nuvole arrivano noi ce ne siamo già andati

Noi “rockafella”Era il 2007 quando Jay Z cantava questi versi, e la grande crisi economica doveva ancora arrivare.
Ma Jay Z ci faceva sapere che quando la “tempesta” sarebbe arrivata non ne avrebbe subito le conseguenze, lui e il suo idroplano, e si sarebbe messo in salvo prima che gli eventi precipitassero, insieme con la famiglia dei “rockafella”.
Rockafella potrebbe anche essere interpretato come un semplice riferimento alla propria casa discografica, ovviamente, ma considerato il tema dei versi (una tempesta economica causata dal crollo del Dow Jones) e l’omaggio che lo stesso Jay Z rende ad uno dei massimi esponenti della famiglia dei Rockefeller nel suo ultimo video, due anni dopo Umbrella, si potrebbe supporre una certa vicinanza anche ideologicatra la potente famiglia e l’influente rapper.Nello stesso video, inoltre, subito dopo l’immagine della targa dedicata a John Davison Rockefeller, appare per un minimo frangente anche la statua di Prometeo-Lucifero che accoglie i visitatori al Center.


Il video prosegue con ulteriori immagini della città di New York, e ad un certo frangente si può anche osservare Jay Z mentre fa quello che sembra il segno della croce (minuto 2.06 del filmato), un gesto che sarebbe più opportuno chiamare “il segno del triangolo”.


Un segno non nuovo nel mondo dell’industria musicale, già proposto dalla promettente diva Lady Gaga nel suo video altamente simbolico “Bad romance”. (minuto 3.17).
Si ha quasi l’impressione di essere di fronte ad una “nuova religione” – una religione in verità assai antica – che inizia a venire allo scoperto, con i suoi miti, i suoi simboli, i suoi segni di riconoscimento, e i suoi sacerdoti.

 

30 Novembre 2009

Ipocrisia Svizzera


In Svizzera a quanto pare sarà vietata la costruzione di nuovi minareti, in seguito allo svolgimento del referendum in cui la maggioranza degli elettori elvetici si è detta d’accordo con tale divieto.
Tale provvedimento è a parere di chi scrive di una barbarie imbarazzante.
La costruzione dei luoghi di culto, con tutti i loro simboli, dovrebbe essere competenza delle varie comunità che ne sentono l’esigenza.
Dove ci sono musulmani dovrebbero esserci anche moschee e minareti, la questione è incredibilmente banale, per quanto è semplice.
Se mille musulmani di Berna decidono di costruirsi una moschea, finanziandola con i loro risparmi, non si capisce per quale motivo un pastore della valle del Simmental debba aver da ridire sul minareto.
In Grecia, ad esempio, dove addirittura la religione Cristiano Ortodossa è religione di stato, nessuno si sognerebbe mai di protestare contro le moschee e i minareti della Tracia, dove risiede una numerosa minoranza musulmana.
Ancora una volta, ci sono i musulmani, e di conseguenza ci sono le moschee e i minareti; nessuno può arrogarsi il diritto di impedire loro di costruire i loro luoghi di culto come meglio credono.
Il divieto sancito dal referendum elvetico invece è ancora più paradossale dal momento che ha avuto luogo proprio in Svizzera, dove la chiamata alle urne è stata promossa dai movimenti nazionalisti che volevano tutelare l’identità e la tradizione della nazione elvetica.

Quale identità e quale tradizione?
Una nazione che ha fondato la sua ricchezza sulla sua capacità di chinarsi ed accogliere tutto il marcio che si forma nel mondo, prona nei secoli dinanzi ai capitali più sporchi.

Dall’oro degli ebrei raccolto da Hitler fino ai miliardi dei più sanguinari dittatori del mondo, i tesori più sudici trovano calorosa accoglienza nei forzieri elvetici.
Uno stato che in tutto e per tutto si è venduto a Mammona, e che ora rifiuta la costruzione dei minareti in nome della propria “tradizione”.
L’ipocrisia ormai regna sovrana nei nostri tempi, e i paradossi più grandi sfilano dinanzi ai nostri occhi in un carosello sempre più affollato.