Benvenuti.
Qui si parla di miti, simboli,
storia e metastoria,
mondi vecchi e mondi nuovi,
e di cospirazioni
che attraversano i secoli.
Qui si scruta l'abisso,
e non si abbandona mai
la fiaccola.
Ho passato la mia adolescenza senza il telefono cellulare, mentre ho spedito il mio primo sms quando avevo già 20 anni.
Tra i miei coetanei, all’epoca, fui tra gli ultimi a dotarmi del prezioso apparecchio portatile: l’idea di essere rintracciabile in ciascun momento mi pareva semplicemente delirante, e mi inquietava non poco.
A coloro che sono nati dalla seconda metà degli anni 80 in poi potrà sembrare difficile da concepire, eppure ancora 10-12 anni fa vi erano numerose persone poco entusiaste di questa nuova tecnologia.
In fondo si era sempre vissuto senza telefoni portatili, e non era per nulla impossibile immaginarsi una vita senza di essi.
Si sa, comunque, che da quando esiste il mondo le diverse generazioni si fronteggiano e si scontrano, e gli usi e i costumi dei giovani sono guardati con insofferenza dai più adulti: accade per le nuove leve dei nostri tempi così come accadeva durante l’impero romano.
La frase “ai miei tempi” risuona nei discorsi degli “anziani” da quando esiste il pianeta terra, accompagnata dallo sbuffare degli adolescenti un po’ annoiati nel sentire sempre le stesse prediche.
Eppure, l’impressione è che nel nostro di tempo gli strappi generazionali siano stati molto più marcati che in ogni tempo del passato.Nella mia esperienza personale, simile a quella di molte altre persone nate sul finire degli anni 70, questo “strappo” ha avuto dei contorni ben definiti.
Essendo inoltre nato in Grecia, dove la “rivoluzione tecnologica” tardò ad arrivare, ed avendo trascorso in terra ellenica la mia infanzia, ho potuto vivere tali cambiamenti ancora più a fondo.
In Grecia, da bambino, trascorrevo i pomeriggi a giocare nelle strade del quartiere a calcio o a guardie e ladri, e tornavo ogni sera a casa sporco di terra e di fango, specialmente d’autunno e d’inverno quando le strade erano piene di pozzanghere (mia madre che mi sgridava e che minacciava di non lasciarmi più uscire a giocare rappresenta tuttora uno dei ricordi più vivi di quegli anni).
A quell’epoca in Grecia l’offerta televisiva consisteva in soli due canali pubblici, che trasmettevano perlopiù programmi assai noiosi (di cultura), e di nessun interesse per un bambino.
I giochi della mia infanzia, di conseguenza, non erano molto dissimili da quelli di mio padre o dei miei nonni.
E per quanto si possa andare indietro nel tempo, ovunque si troveranno dei bambini che giocano e si rincorrono all’aria aperta, più o meno sporchi di terra e fango.
Penso che si possa affermare senza rischi di esagerazioni che la mia generazione sia stata l’ultima in ordine di tempo, nel mondo occidentale, a trascorrere così tanto tempo all’aria aperta.
Ed in questo caso non si tratta solo di sottolineare le diverse abitudini di una generazione rispetto a quella seguente: quella che si è interrotta è una consuetudine che accomunava i bambini dalla notte dei tempi.
La televisione e i videogiochi nel processo di formazione nel mondo dei piccoli hanno realmente prodotto una netta rottura con quella che era l’esperienza dei decenni, dei secoli, dei millenni precedenti.
Fu così che le generazioni nate dagli anni settanta in poi vissero un cambiamento di paradigma come mai si era verificato nei secoli precedenti.
Ma questo cambiamento impallidisce dinanzi all’ulteriore salto che la generazione seguente avrebbe a sua volta sperimentato.
I telefoni portatili e l’esplosione di internet hanno creato un mutamento comportamentale che può essere colto appieno solo da chi aveva già un’età adulta mentre tutto questo si verificava.
Chiaramente, non si tratta qui di fare un discorso nostalgico sui bei tempi andati.
Risulta utile, invece, cercare di riflettere sull’evoluzione che possono avere dei mutamenti così rapidi.
Come sintetizza la presentazione ideata da Karl Fisch, questi che stiamo vivendo sono realmente dei tempi esponenziali, e non è facile prevedere le future tendenze dei processi in ballo.
E l’universo di internet è emblematico, a tale riguardo.
I siti online sono passati da migliaia a milioni nel giro di pochi anni, e da milioni a miliardi in un periodo ancora più breve.
Le informazioni a disposizione si moltiplicano ad una velocità tale che non è nemmeno possibile studiare l’entità di tale sviluppo, dal momento che ogni indagine risulta obsoleta già nel momento in cui viene portata a termine.
E questo è davvero qualcosa che non si era mai verificato nelle epoche precedenti.
Si tratta di un flusso costante, ininterrotto, uno stare a cavallo di una iperbole nel momento in cui si avvicina agli asintoti e si impenna, cambiando il suo moto da orizzontale a verticale.
Viviamo davvero in tempi interessanti.
Per quanto oltre abbia potuto spingersi, la «solidificazione» del mondo sensibile non ha mai potuto esser tale da fare di quest’ultimo un « sistema chiuso », come lo pensano i materialisti; essa ha d’altronde dei limiti imposti dalla natura stessa delle cose, e più si avvicina a tali limiti più lo stato che rappresenta è instabile.
Di fatto, come abbiamo appena visto, il punto che corrisponde alla massima «solidità» è ormai oltrepassato, e le apparenze di « sistema chiuso » non possono che diventare sempre più illusorie e inadeguate alla realtà.
Abbiamo anche parlato di «fenditure» attraverso le quali già s’introducono, e andranno in misura sempre maggiore introducendosi, certe forze distruttive; secondo il simbolismo tradizionale, queste « fenditure » si producono nella « Grande Muraglia » che circonda il nostro mondo e lo protegge contro l’intrusione delle influenze malefiche dell’ambito sottile inferiore.
Per capire questo simbolismo a fondo e sotto tutti gli aspetti, è opportuno osservare che una muraglia costituisce insieme una protezione ed una limitazione; in un certo qual senso si potrebbe perciò dire che essa ha dei vantaggi e degli inconvenienti; sennonché, se si tiene presente che essa è essenzialmente destinata ad assicurare la difesa contro gli attacchi provenienti dal basso, i vantaggi hanno di gran lunga il peso maggiore, e tutto sommato è molto meglio, per quel che si trova racchiuso nel recinto di cui si tratta, esser limitato dalla parte inferiore, che essere incessantemente esposto alle devastazioni del nemico, se non addirittura ad una distruzione più o meno completa. Del resto, in realtà, una muraglia non è mai chiusa dall’alto, e di conseguenza non impedisce la comunicazione con i campi superiori, anche se questo corrisponde allo stato normale delle cose; è durante l’epoca moderna che il « guscio » senza vie d’uscita Costruito dal materialismo ha chiuso questa comunicazione.
Ora, secondo quanto da noi detto, a causa del fatto che la «discesa» non è ancora stata interamente compiuta, tale « guscio »può soltanto permanere intatto verso l’alto, vale a dire verso la parte da cui precisamente il mondo non ha bisogno di protezione, e da cui al contrario non può se non ricevere influenze benefiche; le «fenditure» si producono esclusivamente dal basso, perciò nella muraglia protettrice vera e propria, e le forze inferiori che si introducono attraverso di esse incontreranno tanto minor resistenza in quanto, nelle presenti condizioni, nessuna potenza di natura superiore può intervenire per opporvisi efficacemente; il mondo si trova dunque abbandonato senza nessuna difesa a tutti gli attacchi dei suoi nemici, e tanto più per il fatto che, a causa dello stato della mentalità attuale, ignora completamente i pericoli da cui è minacciato.
Berlino, 19 ott. (Adnkronos/Adnkronos Salute) L’arrivo oggi delle prime dosi di vaccino pandemico in Germania – dove ne sono state ordinate 50 milioni – non e’ stato motivo di celebrazione.
Questo per via delle notizie diffuse nel fine settimana sul fatto che i politici, i componenti dell’esercito e gli alti funzionari tedeschi riceveranno un vaccino ‘speciale’ contro l’H1N1, generalmente giudicato con meno effetti collaterali.
Lo riferisce oggi il ‘Der Spiegel online’, precisando che politici e militari riceveranno il vaccino pandemico prodotto dalla Baxter, privo di un additivo presente invece nel siero ‘targato’ GlaxoSmithKline (Gsk), che verra’ somministrato alla popolazione.
La sostanza, secondo i critici, puo’ aumentare il rischio di effetti collaterali come febbre e mal di testa.
“Reclutato dal MI5: il nome è Mussolini. Benito Mussolini”. Sulla prima pagina del Guardian, oggi, la rivelazione di uno storico inglese, Peter Martland, che studiando i documenti desecretati dell’intelligence di Sua Maestà britannica ha scoperto le tracce di pagamenti a favore di Mussolini a partire dal 1917. All’epoca Mussolini era un brillante giornalista di 34 anni, capace di dar voce, con il Popolo d’Italia alle correnti interventiste del Partito Socialista. Gli storici hanno portato alla luce il contributo determinante del Resto del Carlino e dei socialisti francesi e belgi nella nascita del quotidiano diretto da Mussolini. Che a partire dall’autunno del 1917, però, ricevette un assegno settimanale di 100 sterline (circa 6500 euro di oggi, ndr.) per la campagna stampa interventista. I pagamenti proseguirono per almeno un anno: a parlarne per primo fu l’uomo che allora coordinava l’intelligence britannica a Roma, Sir Samuel Hoare, che nelle sue memorie già nel 1954 aveva raccontato del sostegno finanziario britannico a Mussolini.
Adesso Martland, scrive il Guardian, ne ha trovato le prove nelle carte del MI5. Mussolini tra l’altro assicurò Hoare che un manipolo di veterani dell’esercito avrebbe impedito con la forza una manifestazione per il non intervento legata ad uno sciopero delle fabbriche a Milano. “Cento sterline a settimana (26mila euro di oggi al mese) per un giornalista non erano poche – scrive Martland – ma per la Gran Bretagna, che allora spendeva 4 milioni al giorno per la guerra, erano poca cosa”.
La storia del XX secolo non smette di riservare sorprese.
Dopo Hitler finanziato dai banchieri di New York, si viene ora a scoprire che anche l’altro terribile dittatore di quegli anni ebbe per un periodo l’appoggio delle potenze democratiche dell’epoca.
Si direbbe che queste potenze occidentali, i buoni della storia, puntino sempre sui cavalli sbagliati, sostenendo personaggi che poi gli si ritorcono contro.
Una gran sfortuna, si direbbe.
Se invece, solo per pochi istanti, e per pura ipotesi, si dovesse supporre che in fondo i detentori del vero potere non trovino poi tanto disdicevole lo scoppio di guerre totali con annessi milioni di morti, allora, in tal caso, i loro investimenti si sarebbero dimostrati perfettamente riusciti.
La sposa era bellissima.
Aveva voluto indossare l’abito bianco, come si usava nei vecchi tempi, nonostante sapesse che le autorità non avrebbero visto di buon occhio queste manifestazioni di sentimentalismo nostalgico.
Antonio, lo sposo, attendeva sull’uscio della chiesa, e sorrideva a parenti ed amici mentre nervosamente si aggiustava per l’ennesima volta i polsini della camicia che spuntavano di qualche centimetro di troppo sotto le maniche un po’ corte della giacca.
Farsi fare gli abiti su misura era privilegio di pochi, ed i negozi di vestiti non erano molto forniti: ci si doveva accontentare.
Magda si stava avvicinando, accompagnata dallo zio Pietro.
Si era imposta di essere forte e solare, ma in quel momento non poté non pensare a suo padre, morto esattamente un anno prima durante un attacco suicida; stava aspettando il treno nella stazione di San Giovanni, quel treno che lo avrebbe riportato a casa dopo un anno di prigionia.
Pensò che il vecchio Marino la stava comunque osservando dall’alto, e quel pensiero le diede la forza di mantenere il sorriso con il quale salutava la folla degli invitati che si apriva al suo passaggio.
Avrebbe voluto che ci fosse anche Marco, il suo giovane fratello minore.
Marco, Marco il ribelle.
Una parte di lei non gli aveva mai perdonato il fatto di avere abbandonato la famiglia per entrare a far parte della resistenza.
Era partito con altri giovani quando non aveva nemmeno 16 anni, e da allora non aveva più saputo niente della sua sorte.
Non avrebbe mai potuto perdonarlo per questo, anche se in fondo alla sua anima provava una grande ammirazione nei suoi confronti, per il modo in cui aveva deciso di sacrificare tutto quello che aveva nel nome di un ideale maggiore.
Magda si fece forza: quello era, in ogni caso, il giorno più bello della sua vita.
Antonio l’accolse con una carezza, ed insieme entrarono nella chiesa dove Don Vittorio li stava già aspettando, in piedi dinanzi all’altare.
Prima di entrare, il giovane sposo diede un’ultima occhiata al cielo dietro le sue spalle.
La chiesa era stata preparata nel miglior modo possibile, e le donne del paese avevano lavorato tutta la settimana per dare un senso di dignità al loro piccolo tempio, con tanto di fiori e teli colorati che ricoprivano le falle delle pareti bersagliate dai bombardamenti dei mesi precedenti.
C’era stato un tempo in cui un edificio come quello sarebbe stato dichiarato “non agibile”, ma quelle formalità erano ormai un ricordo custodito nei libri di storia.
“Antonio e Magda, davanti a noi tutti, celebrano l’unione del loro amore, e noi tutti, davanti a loro, prendendo il loro amore quale esempio, celebriamo la vittoria della vita sulla morte, quella vita di cui Antonio e Magda si fanno oggi simbolo.”
I fedeli conoscevano bene la passione di Don Vittorio per i discorsi retorici, e le sue omelie erano spesso oggetto di scherno nel bar del paese.
Ma quel giorno nessuno sorrise all’udire le sue parole.
Quello tra Antonio e Magda era il primo matrimonio che si celebrava a Magenta da tre anni a quella parte, e nessun discorso sarebbe apparso troppo retorico per una occasione del genere.
La cerimonia si concluse in fretta, e finalmente gli sposi con i loro invitati raggiunsero la cascina di Franco, il fratello di Antonio che aveva messo a disposizione la sua corte per il banchetto.
Al cibo ci avrebbe pensato lo zio Pietro, che il giorno prima aveva ucciso Pallino, il maiale che da tempo faceva crescere e che fino a quel momento rappresentava la sua più grande ricchezza.
Ma per lo zio non si trattava di un sacrificio, e avrebbe fatto il possibile per garantire alla sua giovane nipote un pranzo nuziale degno di questo nome.
I musicisti, ingaggiati dallo zio in cambio di un piatto di carne, diedero inizio ai festeggiamenti, ed una musica ritmica e trascinante si diffuse nell’aria di quel caldo pomeriggio estivo.
Per qualche momento il tempo pareva essersi fermato, e nessuno pensava alle truppe d’occupazione dell’esercito dell’Unione Asiatica, ai blocchi dei soldati cinesi ed al coprifuoco imposto dalle autorità locali.
Quella era una festa, una vera festa, come non se ne vedevano a Magenta da anni, da quando la coalizione Asiatica aveva invaso la penisola per deporre il governo del dittatore Micheletti.
Tutto era iniziato dieci anni prima, quando Il Consiglio dei Saggi d’Oriente, l’organo che guidava l’Unione Asiatica, aveva accusato Micheletti di dare protezione ai membri del Database, l’organizzazione terroristica che aveva avvelenato la rete idrica di Honk Kong provocando 20.000 vittime.
Micheletti aveva negato, con grande sdegno, e, come non bastasse, aveva accusato il Consiglio dei Saggi di aver provocato l’incidente per avere un pretesto per invadere le nazioni europee che ancora si rifiutavano di entrare a far parte della Federazione Mondiale, di cui l’Unione Asiatica era il membro più influente.
La risposta asiatica fu quindi immediata, e nulla poté il debole esercito italiano contro l’offensiva dei potenti mezzi cinesi e coreani.
Nonostante le facili vittorie iniziali, però, gli asiatici non riuscirono mai ad avere il totale controllo della penisola, e a dispetto della presenza di oltre 200.000 soldati dagli occhi a mandorla sul suolo italico, i giovani della resistenza, i terroristi, come venivano chiamati dagli occupanti, erano ben lontani dal deporre le armi.
Ma quel giorno nessuno pensava agli occupanti, e ognuno cercava per quanto poteva di godersi la musica e la carne di maiale, sapientemente cotta ai ferri.
I balli si fecero sempre più frenetici, l’oblio era infine riuscito a conquistare anche il più malinconico degli invitati, e tutti si sentivano come sospesi nel tempo, in un luogo in cui vi era posto solo per la gioia e per la speranza che l’unione dei due giovani rappresentava.
Antonio e Magda si guardarono, ed ognuno vide negli occhi dell’altro il vero motivo per continuare a lottare contro una sorte e contro un mondo che nessuno avrebbe mai voluto affrontare.
Si guardarono a lungo, avvolti dalla musica e dalle grida di gioia dei loro amici, finchè Antonio alzò gli occhi al cielo, e vide il drone che si preparava ad eseguire la sua missione.
“Mio Dio, non oggi…”
Poi vi fu lo scoppio.
Il consiglio dei saggi ha annunciato questa mattina che un’altra operazione contro i terroristi del Database è stata portata a termine nella giornata di ieri con successo. L’operazione ha avuto luogo in una cascina nei pressi di Magenta, da tempo sospettata di essere un covo delle forze eversive. Nell’operazione sono stati eliminati 95 membri del Database.
Marco spense la radio, dopodiché scoppiò in lacrime.
Chiunque tu sia
infedele,
idolatra o pagano,
vieni.
La nostra casa non è un luogo
di disperazione.
Anche se hai violato cento volte
un giuramento,
vieni lo stesso.
May the road rise
to meet you.
May the wind be always
at your back.
May the sun shine warm
upon your face.
And rains fall soft
upon your fields.
And until we meet again,
May God hold you
in the hollow of His hand.
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