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-o- Too late to die young -o-
13 Giugno 2009

Homer Simpson lavora nella Centrale Nucleare di Suffolk

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da parte dell’amico Gianni Elvezia, che da anni vive in terra albionica, il seguente articolo che narra di un curioso caso avvenuto in Inghilterra, una storia che ha a che fare con una centrale nucleare e con un disastro per poco sventato.

di Gianni Elvezia (Pikebishop)

L’altro ieri mattina (10 giugno) c’e’ stata una riunione tra un comitato di abitanti di alcuni villaggi del Suffolk, sulla costa orientale inglese che dà sul Mare del Nord, con un rappresentante di British Nuclear Group che gestisce i tre reattori presenti nella zona, rispettivamente Sizewell A, B e C, riguardante la chiusura improvvisa, circa 3 anni fa, del loro reattore A, il più vecchio dei tre, un reattore Magnox che cominciò la sua carriera nel 1966 dopo quasi 5 anni di lavori (non disturbatevi a cercare il loro website sul reattore Sizewell A, e’ misteriosamente non più raggiungibile).
Sarebbe stato il solito monologo di quello “studiato” che arriva dalla Capitale e che spiega con spocchia e sufficienza ai pescatori e bottegai locali cose che loro non sarebbero in grado di capire, se non fosse stato per l’incomodissima presenza della squadra di John Snow, l’unico direttore di telegiornale a diffusione nazionale in Europa che si possa ancora definire un giornalista – chiaramente un dinosauro sopravvissuto agli anni ‘60, un fossile vivente in un ambiente di molluschi – con le telecamere di Channel 4 News.
Le cose questa volta erano diverse perché era stata fatta una domanda formale secondo la prassi prescritta dal Freedom of Information Act ed ora giornalisti e pubblico avevano avuto accesso ai documenti sul caso.
Correva l’anno 2006 e Tony Blair, il politico più corrotto della storia della Gran Bretagna, si apprestava a lasciare l’incarico in quanto non più presentabile al pubblico di casa.

Era infatti evidente a tutti che aveva mentito sapendo di mentire quando con le lacrime agli occhi a “Question Time” – programma televisivo di grande ascolto in prima serata in cui il pubblico può fare domande agli ospiti in studio (per l’occasione Tony era l’unico ospite, quella sera) – aveva giurato solennemente di avere prove sicure ed incontrovertibili che Saddam Hussein non solo aveva armi di distruzione di massa, ma era in grado di colpire nientedimeno che la Gran Bretagna e che l’intelligence militare avrebbe avuto solo un quarto d’ora per poter organizzare una reazione ad un probabile attacco alla Madrepatria, prove che non poteva mostrare pubblicamente, ovviamente.
Negli anni successivi molte cose vennero a galla (Blair si infuriò così tanto per il lavoro della BBC a riguardo che decapitò le Televisioni di Stato licenziando tutti quelli che si erano distinti per qualche tipo di acume giornalistico, cominciando col Direttore) e Blair non poteva piu’ apparire in pubblico senza che ci fossero elementi perturbatori che la polizia dovesse zittire.
Prima di lasciare l’incarico e di andare dal Papa – dopo essersi convertito al cattolicesimo: notare che fino a poco prima aveva nominato le massime gerarchie della Chiesa Anglicana – a ricevere la benedizione per l’investitura come  primo Presidente del Superstato Fascista Europeo prossimo venturo, siccome altri avevano probabilmente omaggiato lui durante i suoi viaggi in America decise a sua volta di fare un regalo alla popolazione  e di mettere le basi per un nuovissimo programma di costruzione di centrali nucleari per ridurre la dipendenza dal petrolio – o almeno questa era la scusa.

Proprio nello stesso periodo qualcuno che stava facendo le pulizie nella Centrale Nucleare Sizewell A si accorse che diversi allarmi stavano suonando insistentemente  da molto tempo senza che il personale tecnico della centrale reagisse in alcun modo, così – immaginate di essere al suo posto, e’ una decisione non facile da prendere – decise di premere l’allarme generale.
Il personale preposto a quel punto intervenne per accorgersi che l’acqua di raffreddamento non ricopriva più gli elementi del reattore che così si era stati ad un soffio da un incendio catastrofico  – il combustibile nucleare infatti si può incendiare già alla temperatura ambiente  – e, dulcis in fundo, in 45 minuti c’era stata una perdita di scorie radioattive nel Mare del Nord paragonabile alle inevitabili perdite – di cui non ci parlano mai – che avvengono nel giro di un anno.
La centrale venne immediatamente chiusa e sottoposta ad ispezione.
Gli ispettori conclusero che la centrale era stata gestita con incuria criminale e non solo pubblicarono un rapporto – che non fu divulgato – ma spinsero per portare i responsabili in tribunale.
Cominciarono perciò a raccogliere prove che potessero essere utilizzate dall’accusa, ma, dopo mesi di lavoro e ingenti somme a spese a danno dei contribuenti, si sentirono dire che non avevano giurisdizione per portare il caso in tribunale.
Per caso – chiaramente e’ un caso –  la Nuclear Decommissioning Authority decise proprio in quel periodo di smobilitare tutti i siti forniti di reattori Magnox, il che includeva naturalmente anche Sizewell A.
Di tutta questa vicenda sappiamo solo ora unicamente perché gli abitanti, preoccupati da insistenti voci di perdite, ma prontamente assicurati dalle autorità che tutto era normale e sotto controllo e che la chiusura dell’impianto era dovuta al decommissionamento dei Magnox, si rivolse a tutti quelli che potevano essere raggiunti e, tra questi c’era anche John Snow.
Perciò, quando vi dicono che non c’e’ pericolo, cominciate ad ammassare provviste nel vostro rifugio anti-atomico…

si veda anche: Revealed: the unreported nuclear accident

12 Giugno 2009

Pandemia, gli stregoni al lavoro

GINEVRA  – E’ pandemia di influenza A(H1N1). Di fronte all’inarrestabile diffusione del nuovo virus, la Direttrice generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Margaret Chan ha infatti solennemente annunciato al mondo di aver deciso di innalzare il livello di allerta pandemica alla fase sei, pari al massimo, alla pandemia conclamata. La prima del XXI secolo.

“Il mondo è ora all’inizio della pandemia di influenza 2009. Siamo ai primi giorni della pandemia”, ha dichiarato Chan in una conferenza stampa indetta a Ginevra presso la sede generale dell’Oms. La diffusione del virus A(H1N1) partito dal Messico dove in aprile sono stati resi noti i primi casi, ha contagiato quasi 30.000 persone in 74 Paesi e ha provocato 144 morti.[…]

 

La parola pandemia, dal greco pan-demos – che coinvolge tutta la popolazione, ha sempre avuto, fino ad oggi, un significato ben preciso.
Tale termine veniva infatti utilizzato in riferimento ad un numero limitato di casi, a proposito di virus e malattie contagiose di dimensioni tali da causare un numero enorme di decessi.
Si usava il termine pandemia in relazione alla peste nera che colpì l’Europa nel XIV secolo, ad esempio, un morbo contagioso che fece 20 milioni di vittime, ovvero un quarto della popolazione che all’epoca abitava il continente, oppure riferendosi all’influenza spagnola del 1918, che di vittime ne causò 25 milioni, in tutto il pianeta.
Si potrebbe supporre, quindi, che tale termine vada utilizzato con estrema cautela, e doppiamente ci si aspetterebbe che tale cautela venisse utilizzata da un ente sovranazionale quale l’organizzazione mondiale della sanità, dal momento che da chi si occupa di monitorare le emergenze sanitarie del pianeta ci si attenderebbe anche un uso prudente dei moniti, per evitare di spargere il panico tra la popolazione a causa di falsi allarmi.
Invece, si apprende che la stessa Oms ha innalzato il livello di allerta pandemica alla fase sei, ovvero il massimo, come se fossimo in attesa di una nuova spagnola, o di una nuova peste nera.
Ci si aspetterebbe quindi che, vista la serietà dell’organizzazione, ci siano dei segnali altrettanto preoccupanti che si diffondono per tutto il globo.
Invece, i dati che la stessa Oms fornisce parlano di 30.000 persone contagiate e 144 morti, a livello mondiale, negli ultimi 3 mesi.
Per fare un rapido confronto, sarà bene tenere a mente che le influenze “normali”, che ogni anno colpiscono la popolazione, causano in media dai 50.000 ai 220.000 decessi nella sola Europa, nel giro di pochi mesi.
Confrontiamo ora i 220.000 decessi di una normale influenza con i 144 (senza mila) causati dalla nuova “pandemia”.
Evidentemente qualcosa non torna.

Ma facciamo un passo indietro.
Il virus partito dal Messico lo scorso Aprile, altri non è se non quella influenza che i grandi media avevano chiamato inizialmente “suina”, prima di scoprire che con i maiali aveva poco a che fare.
Questo è un passaggio che si è perduto per strada, come niente fosse, dopo che migliaia di capi di allevamento furono eliminati senza che ve ne fosse alcuna ragione.
Così come si perse per strada un’altra notizia, che comparve timidamente in alcune agenzie diramate sulla rete, ma che non fecero mai in tempo di raggiungere i giornali e le televisioni:

VIRUS NUOVA INFLUENZA NATO IN LABORATORIO, OMS INDAGA

ROMA – Il virus della nuova influenza A/H1N1 potrebbe essere nato in un laboratorio per un errore umano.
Lo sostiene il ricercatore australiano Adrian Gibbs, uno dei ‘padri’ dell’antivirale oseltamivir, in un articolo che ha inviato all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e ai Centri statunitensi per il controllo delle malattie (Cdc), e del quale ha annunciato l’imminente pubblicazione.

Un’ipotesi, a quanto si apprende, sulla quale l’Oms sta indagando e si sta confrontando in questi giorni con gli esperti internazionali di virologia umana e animale.
Hanno ricevuto copia dell’articolo anche gli esperti internazionali della Fao e dell’Organizzazione internazionale per la salute animale (Oie).
Secondo Gibbs le caratteristiche genetiche del virus A/H1N1 sono tali da far supporre che sia stato coltivato nelle uova.
Queste ultime sono largamente utilizzate nei laboratori sia per coltivare i virus sia per coltivare i vaccini.
In passato, nel 1977, un virus influenzale del tipo H1N1 era stato prodotto per errore per la cattiva gestione di un laboratorio in Russia.
Una ipotesi davvero sorprendente.

Così dopo che un misterioso virus di origine ancora da stabilire ha causato ben 144 morti a livello globale, ovvero meno di un millecinquecentesimo dei decessi causati da una normale influenza, l’organizzazione mondiale della sanità annuncia solennemente l’arrivo della pandemia.
Sembrerebbe quindi di stare di fronte ad una recita dell’assurdo, in cui una organizzazione che dovrebbe vigilare sulla situazione sanitaria mondiale si presta a diffondere il panico tra la popolazione, annunciando l’arrivo di una pandemia in maniera del tutto sconsiderata.
Così parrebbe, se non fosse che nel frattempo giungono ulteriori notizie a riguardo che aprono le porte ad uno scenario ben preciso.
Solo due settimane fa, ad esempio, il governo francese ha deciso di portare avanti una operazione di vaccinazione di massa a cui sarà sottoposta tutta la popolazione con una età superiore ai 3 mesi, una operazione per la quale sarebbero già in preparazione circa 100 milioni di vaccini.
A questo punto, occorre fare un ulteriore passo all’indietro di circa un mese, e rileggere con attenzione le parole di Jacques Attali:

“La storia ci insegna che l’umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura: allora essa inizialmente sviluppa meccanismi di difesa; a volte intollerabili (dei capri espiatori e dei totalitarismi); a volte inutili (della distrazione); a volte efficaci (delle terapeutiche, che allontanano se necessario tutti i principi morali precedenti).
Poi, una volta passata la crisi, trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale ed iscriverli in una politica di salute democratica.”
Per Attali, “La pandemia che sta iniziando potrebbe far scatenare una di queste paure strutturanti”, poiché essa farà emergere, “meglio di qualsiasi discorso umanitario o ecologico, la presa di coscienza della necessità di un altruismo, quanto meno interessato.”

Giova sapere chi è Jacques Attali.
Attualmente svolge il compito di presidente della “Commissione per la liberazione della crescita”, istituita dal presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, ed in passato fu eminenza grigia del governo francese durante i mandati del presidente Mitterand.
E’ uno dei membri più autorevoli del club Bilderberg, grande sostenitore del progetto di un nuovo ordine mondiale, nonché membro del B’nai B’rith International, l’esclusiva massoneria ebraica.
Uno di quelli che contano per davvero, in altre parole.
Da sempre fautore della necessità di una riduzione della popolazione mondiale, nel suo libro paradossalmente intitolato “L’avvenire della vita” aveva scritto quanto segue:

quando si sorpassano i 60-65 anni, l’uomo vive più a lungo di quanto non produca e costa caro alla società […].
L’eutanasia sarà uno degli strumenti essenziali delle nostre società future

In seguito Attali aveva sostenuto che queste sue parole erano state male interpretate e che non potevano essere comprese fuori dal proprio contesto, ma considerato il suo background ideologico e la missione dei gruppi elitari di cui fa parte tali “precisazioni” appaiono poco credibili.
Ci troviamo quindi di fronte ad uno scenario che inizia ad avere un senso, seppur poco rassicurante.
Un virus di origine ancora incerta, probabilmente generato in un laboratorio, viene identificato quale probabile fattore scatenante di una immensa pandemia globale, capace di causare decine di milioni di morti.
E questo allarme non proviene dalle voci incontrollate dei teorici della cospirazione, ma dallo stesso organismo mondiale della sanità.
Contemporaneamente, oscuri intellettuali propagatori del nuovo ordine mondiale, facendosi portavoce dei più elitari circoli globalisti, giudicano l’arrivo di una possibile pandemia come un fatto tutto sommato positivo, dal momento che essa farà emergere, “meglio di qualsiasi discorso umanitario o ecologico, la presa di coscienza della necessità di un altruismo, quanto meno interessato.”
Infine, per concludere il mosaico, programmi di vaccinazione di massa vengono portati avanti da diversi governi, non ultimo quello italiano, che per bocca del vice ministro alla salute Ferruccio Fazio annuncia che entro un anno o due tutta la popolazione italiana verrà vaccinata contro la nuova influenza pandemica.

Questi sono i fatti, al momento attuale.
Lo scenario non appare per nulla rassicurante, come si è detto, e l’impressione generale è che i vari “enti” in gioco stiano facendo di tutto per dare conferma alle peggiori preoccupazioni di coloro che da tempo denunciano la strategia di alcune elites dominanti che non hanno mai fatto mistero di avere come obiettivo la depopolazione del pianeta terra, cavalcando di volta in volta le “cause” più disparate.
Ed a preoccupare maggiormente non è certo il fantomatico virus A(H1N1), quello delle 144 morti a livello mondiale in tre mesi.
Quello che davvero è preoccupante in tutta la questione è l’eventualità della vaccinazione di massa che si prospetta.
Se mai ci sarà una pandemia, passerà dai vaccini, e queste persone si stanno mostrando molto determinate nel perseguire i propri scopi.

10 Giugno 2009

Critica del democraticismo

 di René Guénon

Naturalmente, quando noi ci troviamo di fronte ad una idea, come quella dell’ “eguaglianza”, o del “progresso”, o di fronte ad altri “dogmi laici” che quasi tutti i nostri contemporanei hanno accettato ciecamente e la maggior parte dei quali han cominciato già a formularsi nettamente durante il XVIII secolo, non ci è possibile ammettere che tali idee siano nate spontaneamente.
Si tratta, in fondo, di autentiche “suggestioni”, nel senso più stretto della parola, che peraltro poterono produrre un effetto solo in un ambiente già preparato a riceverle.
Se dunque esse non hanno creato lo stato d’animo complessivo che caratterizza l’epoca moderna, hanno tuttavia contribuito ad alimentarlo e a svilupparlo fino ad un punto, che altrimenti non sarebbe stato di certo raggiunto.
Se queste suggestioni venissero meno, la mentalità generale sarebbe assai vicina a cambiar d’orientamento: per questo esse vengono così accuratamente favorite da tutti coloro che hanno un qualche interesse a protrarre il disordine, se non pure ad aggravarlo – e tale è anche la ragione per cui in tempi, nei quali si pretende di tutto sottoporre alla discussione, queste suggestioni sono le sole cose che non si debbono mai discutere.
[…]
In questo ambito, le parole hanno una importanza maggiore dei concetti che esse dovrebbero esprimere e la gran parte degli “idoli” moderni non sono, invero, che parole, e noi ci troviamo dinanzi al curioso fenomeno noto sotto il nome di “verbalismo”: la sonorità delle parole basta a dare una illusione di pensiero.
L’influenza che gli oratori demagogici esercitano sulle folle è, a tale riguardo, assai caratteristica e non occorre studiarla da presso per rendersi conto che si tratta di un procedimento di suggestione paragonabile in tutto e per tutto a quello degli ipnotizzatori.
[…]
Definita come l’autogoverno del popolo, la “democrazia” è una vera impossibilità, qualcosa che non può nemmeno esistere come un fatto bruto, né nell’epoca nostra, né in un’altra qualsiasi.
Non bisogna farsi giocare dalle parole: è contraddittorio ammettere che stessi uomini possano essere ad un tempo governati e governanti perché, usando il linguaggio aristotelico, uno stesso essere non può essere in “atto” e in “potenza” simultaneamente e sotto lo stesso riguardo.
La relazione suppone necessariamente la presenza di due termini: non possono esservi dei governati se non vi sono anche dei governanti, siano pur essi illegittimi e non aventi altro diritto al potere oltre quello che essi stessi si sono arrogato.
Ma la grande abilità dei dirigenti democratici del mondo moderno sta nel far credere al popolo che esso si governi da sé.
E il popolo si lascia persuadere volentieri, tanto più che così esso si sente adulato, mentre è incapace di riflettere quanto occorre per accorgersi di una simile impossibilità.
Per creare questa illusione, si è inventato il “suffragio universale”: è l’opinione della maggioranza come presunto principio della legge.
Ciò di cui non ci si accorge, è che l’opinione pubblica è qualcosa che si può facilissimamente dirigere e modificare.
Per mezzo di adeguate suggestioni in essa si possono sempre provocare delle correnti nell’uno o nell’altro senso.
Non ricordiamo più chi ha parlato di “fabbricare l’opinione”: espressione giustissima, benché bisogna dire, da un lato, che i dirigenti apparenti non sono sempre coloro che dispongono dei mezzi necessari per venire a tanto
[…]
Ci limiteremo a segnalare che questa stessa incompetenza offre il vantaggio di alimentare la illusione in discorso: effettivamente solo in tali condizioni gli uomini politici in questione possono sembrare l’emanazione della maggioranza, apparendo quasi come un’immagine di essa, giacché la maggioranza, quale si sia la materia su cui è chiamata a pronunciarsi, sarà sempre costituita dagli incompetenti, il cui numero è incomparabilmente più grande di quello degli uomini capaci di decidere con piena cognizione di causa.
[…]
L’errore più visibile è proprio quello or ora indicato: il parere della maggioranza non può essere che l’espressione dell’incompetenza, la quale poi risulta dalla mancanza d’intelletto o dall’ignoranza pura e semplice.
Qui si potrebbero fare intervenire alcune osservazioni in fatto di “psicologia collettiva” ricordando soprattutto il fatto ben noto, che in una folla l’insieme delle reazioni mentali producentisi negli individui che ne fanno parte forma una risultante che non corrisponde nemmeno al livello medio, bensì a quello degli elementi più bassi.
D’altra parte, vi sarebbe anche da rilevare che certi filosofi moderni hanno voluto trasportare nell’ordine intellettuale la teoria “democratica” che fa prevalere il parere della maggioranza, facendo di quel che essi chiamano il “consenso universale” un preteso “criterio di verità”.
Ma andiamo più in fondo alla questione: che cosa è propriamente cotesta legge del maggior numero invocata dai governi moderni più o meno democratici come unica loro giustificazione?
E’ semplicemente la legge della materia e della forza bruta, la legge stessa in virtù della quale una massa trasportata dal proprio peso schiaccia tutto quel che incontra sulla sua via. Proprio qui si ha il punto d’interferenza fra la concezione “democratica” e il “materialismo” e ciò che fa sì che quella concezione sia intimamente legata alla mentalità attuale. […]

René Guénon, Critica del democraticismo

8 Giugno 2009

134 miliardi di dollari sequestrati


Nel pomeriggio di Giovedì  4 Giugno, presso la stazione ferroviaria di Chiasso, sono stati fermati due distinti giapponesi nelle cui valigette i finanzieri elvetici hanno trovato 259 titoli di credito Usa per un valore di 134 miliardi di dollari.

134 miliardi di dollari.
A distanza di due giorni la notizia è stata confermata, ed al momento gli esperti svizzeri sono al lavoro per stabilire se i titoli in questione siano veri oppure falsificati.

L’entità della cifra sequestrata risulta difficile da concepire: 134 miliardi di dollari sono 96 miliardi di euro, l’equivalente di 7 finanziarie.
Oppure il prodotto interno lordo del Marocco, per avere un ulteriore termine di paragone.
In una valigia sono state trovate 249 obbligazioni della Federal Reserve da 500 milioni di dollari ciascuna, mentre nella seconda erano presenti 10 “Kennedy Bond”, titoli di stato americani dal valore nominale di 1 miliardo ciascuno.

Per entità simili il fatto che si tratti di titoli veri o falsi non fa alcuna differenza.
Risulta difficile immaginare un falsario che produce dei titoli di stato da un miliardo di dollari e poi scende in strada cercando di piazzarli.
Magari comprando un caffè al bar sotto casa e pagandolo con un Kennedy Bond, ed aspettando che il barista si procuri i 999 milioni e 999 mila e 999 dollari di resto.
In verità, falsari specializzati ad operare tali truffe esistono, ma si tratta di organizzazioni criminali talmente pericolose che non è prudente farne il nome (le chiameremo in codice “banche centrali”).
Come ha dichiarato uno “specialista nel ramo”, «Di bond da un miliardo di dollari, io non ho mai sentito neanche parlare. Se esistono, credo che circolino solo nei rapporti tra Stati».

In effetti non esiste altra possibilità, ed a questo punto sarebbe da stabilire perché tale cifra fosse nascosta in due semplici valigie di due anonimi cittadini giapponesi che hanno fatto di tutto per passare inosservati, mentre tentavano di passare il confine italo svizzero a bordo di un treno di pendolari.
Una scena del genere, se vista in un film apparirebbe oltremodo ridicola, talmente inverosimile da risultare grottesca.
L’intera faccenda appare alquanto bizzarra, senza dubbio.

6 Giugno 2009

Le gerarchie del potere

Nei cieli di Soria, in Spagna, un corvo scrocca un passaggio ad un avvoltoio.
Corvi dominanti e avvoltoi servili.
Una perfetta allegoria.