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-o- Too late to die young -o-
4 Giugno 2009

Il debito USA e le risate cinesi


Apprendiamo dall’autorevole Telegraph della recente visita in Cina del Segretario del Tesoro Americano, signor Geithner:

Nella sua prima visita ufficiale in Cina da quando è diventato Segretario del Tesoro, il signor Geithner a Pechino  ha assicurato ai politici ed agli accademici locali che egli continuerà a sostenere un dollaro americano forte, ed ha  insistito sul fatto che i trilioni di dollari degli investimenti cinesi non rischiano a causa della crisi economica.
Parlando alla Peking University, il signor Geithner ha assicurato: “Gli investimenti cinesi sono molto sicuri”
Il commento ha suscitato sonore risate nella platea degli studenti. […]

Per la cronaca, ecco come l’agenzia Ansa ha riportato la medesima notizia:

(ANSA) – PECHINO 2 GIUGIl segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner ha rassicurato pubblico e dirigenti cinesi sulla solidita’ dei loro investimenti in dollari. Secondo Geithner la politica espansiva seguita in questi mesi dall’amministrazione Obama e’ una necessaria risposta alla crisi, ma in futuro Washington riportera’ in alto il valore del dollaro. Per il presidente Hu Jintao, la Cina e gli Usa ”condividono il peso di importanti responsabilita’ in tutti i campi per far fronte alla crisi internazionale”.

Tutto corretto, con il piccolo dettaglio dell’omissione della risata generale della platea all’udire le “rassicurazioni” del segretario del tesoro Usa.
Ovviamente non è solo l’Ansa ad aver dimenticato di riferire tale piccolo incidente: la quasi totalità delle agenzie di stampa ed i principali quotidiani occidentali hanno preferito sorvolare sull’episodio.
La situazione quindi è la seguente: il ministro del tesoro della (ormai ex) più grande potenza economica e militare del mondo si reca in Cina, nazione nei confronti della quale gli Stati Uniti sono debitori di qualche trilione di dollari, tentando di rassicurare i creditori che il suo governo prima o poi saprà onorare i propri debiti.

Come risposta, una platea di giovani studenti cinesi gli ride dietro sonoramente.
Sembrerebbe quasi la scena di una commedia delle maschere, in cui Geithner recita la parte di  Arlecchino con le pezze al sedere che si reca dallo strozzino assicurandolo sul fatto che saprà pagare i suoi debiti, ed ottiene come risposta una serie di sberleffi.

Sembrerebbe, se non fosse che a differenza di  un Arlecchino qualunque gli Stati Uniti sono ancora la più grande potenza militare del pianeta e godono ancora del prestigio che si riserva ai nobili decaduti, poco prima che i vecchi sottoposti perdano la pazienza e li tolgano di mezzo.
Quello che è successo in Cina resta comunque un evidente sintomo di un cambiamento di epoca, dal momento che il secolo di egemonia americano sta volgendo al termine.

Una caduta che non coinvolgerà solamente gli Stati Uniti.
Per la prima volta nella storia a noi nota, infatti, l’economia mondiale è talmente interconnessa da farci supporre che non stiamo assistendo ad un semplice passaggio di testimone tra una potenza imperiale ed un’altra, come molte volte è accaduto in passato, ma alla fine di un intero paradigma, ed alla probabile nascita di un nuovo ordine dai confini ancora da definire.

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Un articolo di approfondimento da non perdere sull’argomento:

Una risata ci seppelirà?

Epperò: se Pechino è preoccupata (e forse ride, per non piangere); anche a Washington pare che ci sia ben poco da stare allegri. I grandi media a stelle e strisce – o almeno così scrive oggi il celebre blog del Financial Times, FtAlphaville – hanno oscurato la notizia della risata. Mentre rimane avvolta nel mistero più fitto la risposta al punto interrogativo più grande di questo 2009: chi – oltre ai cinesi – dovrebbe comprare la raffica di titoli di stato che gli Stati Uniti si apprestano a stampare? Un mistero, appunto, che però dovrà essere, per forza di cose, svelato presto. Poco più di una settimana fa, il giornalista britannico Ambrose Evans-Pritchard si è armato di pallottoliere. E, sempre sulle colonne del Telegraph, ha scritto nero su bianco che – per coprire i costi dei salvataggi delle banche e del piano di stimolo dell’economia – gli Usa entro la fine dell’anno dovranno trovare investitori disposti a dargli ben 2 trilioni di dollari. Di cui – pronti e via – ben 900 miliardi di dollari entro settembre. Come a dire: non proprio noccioline.


si veda anche: Preoccupazioni Cinesi

31 Maggio 2009

Euro scetticismo

Ho provato, anche io, a fare il test dell’ euro-politometro di Repubblica.
Purtroppo a molte delle domande poste la risposta che avrei voluto dare non era contemplata, quindi il risultato è leggermente sfalsato.
Sono finito giustamente nella categoria degli euro-scettici,  ma probabilmente sarei dovuto stare ancora un po’ più in basso.
Perlomeno, mi conforta il fatto di essere finito il più lontano possibile da tutte quelle facce inquietanti.

 

31 Maggio 2009

La famiglia


Penso si tratti di una delle più belle immagini che mi sia capitato di vedere.
E penso anche che i genitori in questione siano delle brave persone.
A intuito.

29 Maggio 2009

Da Versailles a Strasburgo


Nel XVIII secolo la corte reale di Francia si era trasformata in un chiassoso e movimentato bordello.
I reali francesi vivevano nella reggia di Versailles in un ambiente dove il lusso e lo spreco erano la regola, circondati da schiere di nobili parassiti nullafacenti che trascorrevano le giornate dedicandosi all’appagamento di ogni loro desiderio.
I nostri testi scolastici insistono molto sulla decadenza della nobiltà francese, e non mancano di sottolineare come l’enorme disparità tra le condizioni di vita della monarchia e quelle del popolo affamato sia stata tra i fattori scatenanti che avrebbero portato alla grande rivoluzione del 1789.

I libri di storia si soffermano molto su quegli eventi, dal momento che le nostre democrazie laiche e popolari sono in fondo eredi di quella svolta epocale.
Ovviamente la questione della rivoluzione francese ha origini molto più complesse, ma comunque sia andata, quell’evento è entrato a far parte dei miti fondatori sui quali si regge la nostra civiltà occidentale contemporanea.

Gli stessi miti fondatori narrano di come la democrazia abbia finalmente appiattito le differenze tra le classi sociali, donando uguali diritti a tutti i cittadini, a prescindere dalla loro condizione.
Ed i nostri governanti, democraticamente eletti, ricevendo il mandato dal popolo, non hanno più nulla a che fare con quegli antichi e miserevoli nobili decaduti, che al contrario prosperavano sulle spalle degli umili lavoratori.
I nostri governanti, democraticamente eletti, agiscono a favore del popolo.
E’ davvero un bel mito, non è vero?

Bisogna però ammettere che per qualche tempo i governanti democratici hanno tentato di mostrare una facciata  “popolare”, consapevoli del ruolo che dovevano recitare.
Nei loro discorsi non hanno mai mancato di ribadire il loro essere servitori del popolo, ed anche nei loro atteggiamenti tentavano di mostrare una certa vicinanza con “l’uomo della strada”.
Fino ad un certo punto, ovviamente.
Così, proprio in questi giorni in cui l’elettorato si appresta ad eleggere democraticamente i propri rappresentanti nel parlamento europeo, risulta utile ricordare cosa effettivamente avviene, da quelle parti.

I deputati non conoscono la crisi

La retribuzione di un deputato oscilla tra 5.700 e 6.500 euro.

Ma non è tutto:
Bisogna sapere che per ogni giorno di permanenza a Bruxelles ricevono 300 euro in più , per coprire le spese per pasti e albergo.
E’ sufficiente che l’euro deputato firmi il foglio di presenza, per beneficiarne, senza essere obbligato ad assistere alla seduta…
Essi beneficiano inoltre di 3000 euro mensili, le cosiddette “spese di segreteria” per pagare: i loro messaggi, per posta o fax.
Questi funzionari riescono facilmente a raddoppiare i loro stipendi passando tre giorni per settimana al Parlamento.
A partire dei 60 anni ricevono una pensione supplementare di 1.500 euro al mese, fino alla fine dei loro giorni, se eletti per un solo mandato, ma se sono rieletti, e accumulato per nove anni, la somma ammonta a 2.500 euro.
E i 4 miliardi di euro spesi per promuovere la “Cultura Europea” (più che il bilancio della pubblicità della Coca-Cola!)

Una giovane studentessa tirocinante, ha dichiarato:
“Quando sono arrivata, ho avuto il sentimento che i deputati vivono nella loro campana di cristallo, al riparo da ogni preoccupazione che inquina il pianeta, lontanissimi dalla crisi finanziaria, praticamente tagliati fuori dal mondo”

Ma li coccolano i nostri deputati! non dovete credere che la loro vita quotidiana sia solo fatta di infinite discussioni sul futuro dei 27 paesi della coesione!
Alcuni esempi:
Sapete che essi hanno a disposizione un centro sportivo completo nel sottosuolo del Parlamento, ma che mancava un luogo di relax?
Ebbene, il 16 febbraio scorso l’ufficio del Parlamento ha deciso di costruire una piscina, il tutto per 10 milioni di euro.
Un lussuoso salone di parrucchiere, solo per loro, sette giorni alla settimana, è sempre pieno, e chi attende sfoglia i giornali scandalistici…
Altri “piccoli servizi gratuiti” sono in attesa dei nostri “felici Euro deputati”, non mi soffermo, ma voglio parlarvi del servizio di “driver”!
Nel parking nel sottosuolo, decine di auto aspettano.
Quando un deputato arriva è immediatamente preso a carico di un conducente che lo porta dove vuole, ovviamente senza dover pagare “un centesimo”.

Un altro “piccolo servizio” quotidiano:
Ogni giorno dalle 18.30 nel grande corridoio centrale, dei camerieri in uniforme silenziosamente installano dei tavoli, ricoperti con tovaglie bianche! Poi arrivano coppe di champagne, secchi per il ghiaccio e i vassoi di rustici!
Ogni giorno, un deputato, organizza un cocktail per la mostra di un pittore della sua regione, un po’ più avanti, un altro celebra l’uscita di un libro …
I ricevimenti si susseguono nei corridoi a partire delle 19.
Un funzionario si confida:
“Qui si può mangiare in qualsiasi momento. Basta fermarsi per essere servito.
La serata uscendo dal proprio ufficio, è possibile farsi sempre offrire una coppa o due (di champagne)! “

Solitamente, chi si sofferma ad analizzare questi dati viene tacciato di populismo, o peggio  -orrore!- di qualunquismo.
In fondo quelle persone lavorano per noi, sfornando ininterrottamente direttive sui temi che più interessano il popolo, impegnati in questioni spinose, come dibattere sulla giusta curvatura di cetrioli e banane oppure quali prodotti abbiano il diritto di essere chiamati marmellate e quali confetture.
Tutto questo mentre coloro che reggono le sorti della banca centrale europea, loro sì non eletti da nessuno, prendono le vere decisioni che segnano le nostre vite, facendo del loro meglio per creare crisi economiche e diffondere miseria e malcontento.
Ma forse anche queste considerazioni sfociano nel qualunquismo.

Comunque sia, quello che è certo è che i nostri rappresentanti tra Strasburgo e Bruxelles conducono  una vita che non ha nulla da invidiare ai loro predecessori di stanza a Versailles, con la differenza che i nobili francesi furono cacciati a suon di forconi, e fecero pure una brutta fine nelle pubbliche piazze, mentre i nostri rappresentanti siamo noi stessi a legittimarli.
Perlomeno, coloro che si ostinano a legittimarli con il loro voto.

27 Maggio 2009

Due segnalazioni


L’amica blogger _gaia_ , curatrice dell’ottimo blog Nuovo Ordine Mondiale, uno dei più completi sull’argomento, ha pubblicato (finalmente) un articolo che con accuratezza ripercorre l’origine dell’attuale crisi economica ed il suo rapporto con l’avanzare del progetto del Nuovo Ordine, concetto che ormai è entrato a far parte del nostro linguaggio quotidiano, come da copione.

Potete leggere l’articolo al seguente link:

Crisi Economica e Nuovo Ordine Mondiale.
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La seconda segnalazione riguarda un nuovo blog, consigliatissimo a chiunque voglia approfondire l’oscuro mondo dell’economia e delle sue regole.

E di questi tempi, comprendere i fondamenti delle scienze economiche è essenziale.

Il curatore è Marco Bollettino, la cui competenza è già nota ai lettori di Luogocomune degli anni passati.
Sicuramente un blog da tenere in considerazione:

Ashoka’s corner

“Non c’è modo di evitare il collasso finale di un boom indotto da un’espansione creditizia. La scelta è solo se la crisi debba avvenire prima come risultato dell’abbandono volontario di un’ulteriore espansione del debito o più tardi con la totale catastrofe del sistema monetario coinvolto”
Ludwig Von Mises