For a hill men would kill, why? they do not know
Continua la disamina sul rapporto tra sociopatia e potere.
Si tratta qui brevemente di una scoperta essenziale del generale Marshall sul comportamento dei soldati in guerra, una scoperta che dovrebbe indurci a rivedere la concezione che dell’essere umano ci hanno portato ad avere a seguito di anni di indottrinamento.
L’articolo originale, in inglese, da cui sono tratte le citazioni iniziali è Twilight of the Psychopaths, del dottor Kevin Barrett, segnalato anche nel blog Segni del Tempo.
IL SEGRETO DELLA GUERRA
Nel suo libro “On Killing” Dave Grossman ha riscritto la storia militare, mettendo in evidenza quello che le altre storie nascondono: il fatto che la scienza militare si occupa meno di strategia e tecnologia, piuttosto che scoprire il modo di far superare l’istintiva riluttanza degli uomini ad uccidere membri della loro specie.
La vera “rivoluzione negli affari militari” non fu la spinta di Donald Rumsfield verso l’alta tecnologia nel 2001, ma la scoperta nel 1941 del generale Marshall che solo il 15-20% dei soldati della seconda guerra mondiale in prima linea avrebbero usato le loro armi: Coloro (l’80-85%) che non sparavano non fuggivano e non si nascondevano (in molti casi correvano enormi rischi per salvare i compagni), ma semplicemente non usavano le loro armi contro il nemico, nemmeno quando affrontavano attacchi banzai.
La scoperta di Marshall, e le ricerche conseguenti, dimostrarono che in tutte le guerre precedenti, una piccola minoranza di soldati – il 5% che sono psicopatici naturali, e probabilmente una piccola minoranza di imitatori temporaneamente insani – furono responsabili di quasi tutte le uccisioni.
Le persone normali si ritrovano semplicemente dentro il movimento, fanno il possibile per evitare di togliere la vita al nemico, anche quando questo implica la perdita della propria vita.
Le guerre sono massacri ritualizzati fatti da psicopatici contro non psicopatici.
Lo studio del generale Marshall ha una importanza fondamentale, e se compreso in fondo rivoluziona totalmente la concezione dell’essere umano che da sempre ci viene propagandata.
Nei libri di storia le guerre sono descritte come inevitabili conseguenze di una serie di fattori, scontri in cui gli eserciti nemici si affrontano nel tentativo di eliminare l’avversario.
E viene fatto credere che la guerra, il massacro, sono insiti nell’essere umano. Questo è falso, decisamente falso.
E chi detiene il potere, e i vertici militari, lo sanno molto bene.
Come afferma il colonnello Grossman, le scienze militari si occupano essenzialmente di scoprire il modo per far superare al soldato medio la naturale riluttanza nell’uccidere un altro essere umano.
Perchè la maggioranza degli esseri umani, con tutte le loro miserie e i loro difetti, preferisce il quieto vivere e la tranquillità alle guerre.
Ed ogni qualvolta i grandi poteri decidono per una guerra, devono spendere molte energie per far superare questo blocco istintivo a quelli che diverranno i soldati da sacrificare sul tavolo dei loro piani.
Le guerre di massa come è noto sono fenomeni moderni; in passato, in epoca pre-moderna, la guerra era affare di una piccola parte della società.
Dall’antichità dei guerrieri, passando per i nobili medioevali e per gli eserciti mercenari guerra significava lo scontro fra due eserciti composti da persone che non si dedicavano ad altro nella vita, se non combattere e prepararsi a farlo.
La prima Guerra Mondiale fu la prima che coinvolse i grandi strati della popolazione europea, e ci vollero decenni di propaganda romantica che esaltava il sacrifico e l’amor di patria per diffondere quello stato d’animo necessario a far partire milioni di giovani lanciati verso il massacro.
Quei giovani capirono presto che la guerra non aveva nulla di eroico e di romantico, come era stato loro raccontato, ma ormai era tardi.
Una minoranza di psicopatici in qualche modo riesce sempre a fare in modo che la grande maggioranza sia convinta, costretta, ad andare contro il proprio naturale istinto pacifico e partecipare a questi massacri.
Come diviene possibile tutto questo?
E chi sono questi sociopatici?
Parte prima: Ponerologia – La scienza del male
Parte seconda: Sociopatia
All’ inizio del giorno
Un gelo costante nell’ anima
Pistole che sparano, avanzano di corsa
Nel grigio infinito
Continuano a combattere perchè hanno ragione,
Sì, ma chi lo può dire?
Perchè uomini dovrebbero uccidere per una collina?
Non lo sanno
Ferite da cicatrici ne dimostrano il coraggio
Uomini duri, ancora vivi nell’ impeto del furore
Il dolore che di certo conoscono li ha resi pazziPer chi suona la campana
Il tempo incombe
Per chi suona la campanaDà un’ occhiata al cielo un’ attimo prima di morire
è l’ ultima volta che lo farà
Un ruggito tetro, furioso riempe il cielo squarciato
Il bersaglio fallito gli riempe l’ anima
Di un grido disperato
I suoi occhi ignorano questo mistero
Ascolta il silenzio così rumoroso
Irrompe l’ alba, è tutto finito
Tranne la voglia di vivere
Adesso vedono ciò che sarà, occhi accecati per vedere
Per chi suona la campana
Il tempo incombe
Per chi suona la campana
Questi sono spunti di riflessione davvero pregnanti ! Dico qualcosa: la riluttanza a usare l’arma contro il nemico è qualcosa di più che una preferenza al quieto vivere. Io credo che l’essere umano percepisca l’utilità e la validità della vita umana che ha di fronte. Cosa capita ? Tutti noi, credo, non ci facciamo troppi scrupoli a uccidere una zanzara tigre che ci sta mangiando il polpaccio. E’ un nemico (vero!) in quel momento. Ecco: dispiace dirlo ma non riconosciamo alcuna validità nell’esistenza di quell’essere. E lo uccidiamo diciamolo pure senza pietà (almeno 1 volta su 2). In trincea sai che di là c’è uno sporco austo-ungarico, o un maledetto francese, o un insetto italiano, o un bastardo yankee… però capisci che la sua vita HA UN SENSO e la sua morte toglierebbe anche IL TUO, di “senso”. Non devi studiarci sopra, lo capisci istantaneamente. E’ questo il mistero di bellezza del genere umano.
Postilla semi-serissima: credo che le suddette zanzare-tigri siano il frutto di un esperimento per creare l’essere animato sociopatico perfetto. Io, con le vecchie care zanzare di un tempo, ci “parlavo”, provavo a connettermi mentalmente con la loro presenza e realtà, dicevo “cara, carissima creatura, non hai proprio niente di meglio da fare ? suvvia, allontanati” e il più delle volte capitava che smettessero di infastidirmi. Questo non è più possibile con la nuova generazione artificiale di scorpioni apocalittici volanti. Scusate la digressione.
Ciao Messier, credo sia come dici, la riluttanza nell’usare le armi va oltre una questione del quieto vivere.
Il gioco del potere è sempre stato quello di convincere il singolo della pericolosità del suo vicino (homo homini lupus), e di conseguenza il potere giustificava se stesso in quanto avrebbe fornito protezione a questo singolo sempre minacciato da chi gli sta intorno.
E poi secoli di propaganda dell”essere umano descritto come bestia spietata che trova il suo naturale status nella guerra e nell’uccidere il suo simile.
Tutte stronzate propagandate dai sociopatici che detengono il potere.
Penso che il rendersi conto sia essenziale, solo iniziando a capire come operano si può pensare di contrastarli.
A presto
E penso che gli studi di Marshall siano davvero rivoluzionari.
A volte non si ha nulla da dire, si legge e basta.
Allora… buon fine settimana.
Rino, riflettendo
Ecco che cosa mi aspetto dal web e dai blog. Non sapevo che cosa fosse la sociopatìa,e stando così dobbiamo dedurre che siamo in mano a un gruppo di….
le guerre ci insegnado gia da piccoli
studiando la storia, la nostra storia le guerre…
è diventa “giusta” per diffendere la nostra paese, ideali…..
siamo vittimi appena nati per interessi dei “grandi”….
riflettendo sulle tue parole
un caro saluto e
Buona Domenica!
Rino, buona domenica a te :-)
Tristanzara, studiando la patologia dei cosiddetti “sociopatici” penso che si possano capire molte cose sull’organizzazione della nostra società.
Qualquna, buona Domenica anche a te.
A presto.
mi scuso per non aver letto il post, ma…… la parola guerra mi indispone…..
Io promuovo “Celestino V” col suo messaggio di perdono che accompagna la Pace
in una guerra non vi sono: nè vinti, nè vincitori; ma soltando DOLORE!!!!!!
ciao Beddù :-)
molto bella questa riflessione e suggestiva, la prima leva obbligatorio fu inventata dai giacobini e poi da napoleone per portare la rivoluzione nel mondo. furono le prime stragi di massa che coinvolsero anche i non militari. in effetti mi chiedo chi possa desiderare di uccidere altri uomini se non un paranoico.
un caro saluto