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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
6 Aprile 2011

Sorridi, è una foto economica

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente scritto di Antonio Pani, una “istantanea” della situazione economico-sociale attuale che offre interessanti spunti di riflessione.


Di Antonio Pani.

Premessa.

Questo breve scritto vuole essere una semplice e modesta “istantanea” del momento economico, sociale e culturale che stiamo vivendo.
Bloccare tutto per un attimo, fermarsi per “prendere un po’ di fiato” e riflettere, può essere d’aiuto.
Non dimentichiamo che è nel presente che troviamo tracce importanti del nostro futuro.

I nuovi schiavi.

Il mondo è ricco di nuovi schiavi, che non sanno di esserlo, e si avvitano su se stessi mentre chiedono aiuto al loro carnefice.
Il concetto merita di essere approfondito.
Siamo oppressi dai debiti (1), generati da un vivere al di sopra delle nostre possibilità e agevolati da un’immane, quanto insana, concessione diffusa del credito al consumo.
Di fatto abbiamo perso la capacità di risparmiare, caricandoci sulle spalle il peso delle famigerate rate mensili, che ci strangolano e ci obbligano a lavorare, “costi quel che costi”.
Aggiungiamo l’inflazione, la crisi economica, la disoccupazione, un sistema bancario a riserva frazionaria “fuorilegge” e il cocktail è servito.

Le aziende chiudono, i cittadini sono alla canna del gas, mentre lo stato annaspa, continuando imperterrito a bruciare miliardi di euro, dei quali non rende conto a nessuno.
I nostri politici poggiano “la rinascita” dell’economia sul consumo ad ogni costo; lo predicano ad ogni angolo dei media.
Questa affermazione, tuttavia, si presta ad almeno una critica di rilievo.
Infatti, da che mondo e mondo, è risaputo che il consumo (soldi da spendere) si può avere solo dopo avere risparmiato.
Non spendo oggi, rinunciando a qualcosa, per avere un piccolo/grande gruzzolo da gestire domani.
Consumare ad ogni costo potrebbe non essere poi una grande idea.

L’economia di oggi.

Occorre aggiungere e precisare che buona parte del denaro utilizzato dallo Stato, al pari di quello delle banche, è denaro creato dal nulla, dalla Banca Centrale, che prende il nome di moneta FIAT.
Quest’ultima non è controvertibile/garantita da alcun altro bene reale e/o materia prima, come l’oro, il petrolio, un immobile etc…
Pertanto, si tratta solo di una scrittura contabile digitale, capace però di aumentare la massa monetaria disponibile e la liquidità; questo al pari del già citato sistema a riserva frazionaria che, per esigenze di semplicità e spazio, non spiegheremo qui.
Lo Stato, spendendo “a deficit” i soldi che non ha (quelli della Banca Centrale), immette sempre più moneta in circolazione, riducendo il valore di quel “risparmio-gruzzolo” di cui abbiamo parlato prima.

Trattasi della famosa inflazione (monetaria), che si concretizza grazie a questa semplice regola economica: se la quantità dei soldi disponibili aumenta, grazie a quelli “freschi di stampa”, i denari che circolano da più tempo, anche quelli risparmiati, diminuiscono di valore/potere d’acquisto.
L’inflazione ha anche un altro effetto devastante e maggiormente conosciuto: quello di generare l’aumento dei prezzi.
Non credo sia possibile trovare un governo che non voglia poter spendere e spandere senza freni.
Infatti, questa “magica” gestione economica “poggiata sul nulla”, cioè su Banche Centrali, moneta FIAT e riserva frazionaria, è accolta a braccia aperte dai governanti di tutto il pianeta.
Questi appena descritti sono i soggetti e lo sfondo della nostra “fotografia economica”, alla quale dobbiamo ancora dare il famoso “tocco artistico finale”.

Il socialismo e il “peso dello Stato”.

Di fatto, oggi, siamo assoggettati a un socialismo/statalismo neanche tanto velato.
Da un lato burocrazia, tasse e balzelli di ogni tipo, vessano e affossano i cittadini, i lavoratori dipendenti, gli imprenditori e l’intero mercato; quest’ultimo è “distorto e piegato” al volere dello stato, a causa della sua costante intromissione.
Dall’altro l’amministrazione centrale domina la scena, gestendo il denaro e le risorse che ha “prelevato”, presentandosi a tutti come l’unico salvatore in grado di muovere e gestire l’economia “malata”.
Notare che, vicini al governo, ci sono sempre gli amici e i privilegiati, che non esiteranno a ringraziare per le commesse ricevute (non di rado, infatti, si sente parlare di tangenti).
Ricordando la prima frase sugli schiavi inconsapevoli, torna in mente anche il concetto riguardante l’interventismo statale.

Più le cose vanno male, più ci si rivolge a qualcun altro per essere aiutati, in particolare allo stato (carnefice), affinché si adoperi immediatamente per “salvare tutto e tutti”.
Peccato che sia proprio grazie alla sua eccessiva presenza e intromissione economica e sociale che i cittadini sono praticamente bloccati in attesa di risposte, lavoro e denari.
Allo scopo si vedano anche le politiche riguardanti sovvenzioni e partecipazioni statali varie, incentivi auto, “quote latte” e via discorrendo.
In altre parole, oggi il libero mercato non esiste più.
La stessa libertà, nel senso più ampio del termine, è a rischio.
Tali concetti sono precursori di un’altra inquietante riflessione, a proposito del “peso dello stato” nella vita quotidiana.

Oggigiorno la comunità dipende da scelte e denaro pubblico in modo opprimente e disarmante, molto più di quanto non si possa immaginare.
Con un po’ di pazienza, calcolatrice alla mano, vi sono dati sufficienti affinchè chiunque possa facilmente verificarlo da sé.
E’ dipendente in senso letterale del termine, perché la maggior parte dei cittadini è “pagata dallo Stato”.
In pratica vige quello che in rete è stato definito un regime di “democratura”, una miscela fatta di democrazia e dittatura.
A questo punto, sembra materializzarsi un possibile problema.
In un’ottica statalista di tipo “oppressivo”, al limite della “militarizzazione delle strutture pubbliche”, prima di mangiare sarà necessario obbedire.
In pratica, ben oltre la metà dei cittadini italiani dovrà svolgere bene il proprio lavoro, se vuole che il governo gli paghi lo stipendio a fine mese.
Sussiste, inoltre, la possibilità di andare incontro a un mondo felice, dove tutti saranno “liberi di essere controllati”, anche da colui che gli sta accanto.
Occorre, altresì, tenere a mente che circa 500.000 dipendenti dello Stato (2) (Forze Armate e Polizia) sono armati e addestrati, e che questo numero, all’occorrenza, potrebbe salire in modo considerevole.

Le persone che vivono grazie alla macchina pubblica, in un regime di rigida democratura, potrebbero fare qualsiasi cosa pur di portare a casa un tozzo di pane.
Anche barattare la loro libertà, non prima di avere messo seriamente in discussione quella degli altri, in particolare di quelli “non stipendiati” dal Governo.
Il fatto che in questa moltitudine di cittadini siano compresi anche i bambini e i ragazzi che non lavorano, è un particolare di non poco conto.
In situazioni critiche come quelle prospettate, un genitore sarebbe disposto a fare o subire qualsiasi cosa pur di non far mancare niente ai propri figli.
Alla luce di queste considerazioni l’odierno vivere e confrontarsi in modo aggressivo, basato su convinzioni e punti di vista diametralmente opposti, trova una sua ragione d’essere e, inoltre, una nuova prospettiva.
Il noto scontro fra lavoratori pubblici (parassiti) e imprenditori, commercianti, artigiani (evasori) è un esempio“classico”.
Questi sono i meravigliosi effetti di quella che può essere definita “polarizzazione ad arte” della società.

Si tratta di un elemento portante di quella tragica e snervante “guerra fra poveri” che, giorno dopo giorno, accompagna buona parte della popolazione.
Lo scenario descritto qualche riga più su (rigida democratura) non è lontano né, tanto meno, impossibile.
Una forte imposizione statalista potrebbe, per esempio, verificarsi a seguito di una nuova e violenta crisi economica, in un futuro che incombe e freme di diventare “presente”.
A più disoccupazione, disperazione e fame, seguiranno maggiori richieste di aiuto allo Stato, condizioni ottimali per giustificare una politica maggiormente basata sull’”imposizione dall’alto”.
I pezzi del puzzle andrebbero tutti al loro posto, e il Governo assumerebbe il comando “stringente” a cui si accennava in precedenza.
A questo punto i cittadini “stipendiati” dall’amministrazione centrale, potrebbero anche essere invitati a diventare “controllori” del buon funzionamento della società.
Uno Stato che, anziché svuotare le tasche ai cittadini e inflazionare il denaro, perseguisse in modo effettivo ed efficace la tutela della libertà, nel senso più ampio del termine, avrebbe già risolto buona parte delle problematiche socio-economiche.
Ma un popolo libero non serve a nessuno, è difficile da governare, gli “schiavi” sono molto meglio.

Numeri e riflessioni.

A sostegno della teoria appena esposta vi sono dei numeri significativi.
Occorre premettere che le cifre sotto riportate sono calcolate in modo indicativo, per definire un quadro di massima della situazione Italia (e non solo).
Per quanto riguarda i dati complessivi “di partenza”, sono state utilizzate le fonti elencate a fine documento.
Per calcolare il numero di cittadini iscritti nel libro paga dello Stato è sufficiente prendere in considerazione due dati:

1)  – Il numero dei dipendenti pubblici, circa 4 milioni (3);
2)  – il numero dei pensionati, circa 17 milioni (4) e (6).

Si tratta di 21 milioni di cittadini, oltre 1/3 della popolazione censita (5); un numero che fa riflettere (ad esempio in “chiave elettorale”).
A queste cifre andranno aggiunti anche il numero dei coniugi dei pensionati senza entrate (7),(10), oltre al numero dei figli a carico dei lavoratori dipendenti pubblici. (5)
Dopo un paio di semplici e ragionevoli calcoli, si è potuto appurare che oltre la metà dei cittadini italiani vive direttamente con i “soldi statali”.
A consolidare e rafforzare le cifre appena indicate, relativamente al “peso dello Stato”, ben possono essere chiamati in causa anche i privati, sia dipendenti (8) che liberi professionisti (9) (complessivamente oltre 8,5 milioni di lavoratori).
Se si tiene conto di quanti “privati” lavorano grazie alle commesse pubbliche (davvero molti), si può facilmente intuire quanti siano i cittadini italiani che vivono “indirettamente” con i “soldi statali”.
Stiamo parlando, come già detto, di oltre il 50% della popolazione, una cifra al limite dello “spaventoso”.

A sostegno e corredo di questi numeri è possibile aggiungere che, nell’anno 2009, il costo sostenuto dal Ministero del Lavoro per la tutela degli invalidi e dei non autosufficienti supera i 45 miliardi di euro, a cui bisogna aggiungere le prestazioni locali. (6)
Riferendo il tutto alle odierne scelte dei liberi cittadini, non può non rilevarsi il “peso” dell’apparato pubblico.
Appare non privo di ragioni, quindi, sostenere che una struttura statalista di tipo “autoritario” avrebbe le carte in regola per pesare ancora di più.
Dare tempo al tempo sarà utile per definire, in dettaglio, il futuro che attende l’intera popolazione.
In ogni caso non bisogna disperare, perché le cose positive ci sono, si chiamano amore, conoscenza e impegno.

Suggerimenti per il futuro.

Buona parte degli italiani, spesso, pensa a qualcosa simile a: “ma io non ci posso fare nulla”.
Probabilmente commette uno sbaglio, in quanto ognuno di noi “può fare”.
E’ importante sapere che il senso dell’abbandono e la rassegnazione, che sono percepiti in modo diffuso, non sono dei fenomeni esattamente naturali.
Diversi, infatti, sono i fattori che influenzano la crescita e la formazione, anche psicologica, di un membro della società odierna.
Molto di ciò che noi siamo oggi, per esempio, ha origine dai tempi della scuola.
Si tratta di un luogo nel quale ci è stato insegnato come comportarci e, soprattutto, a comprendere bene quale è il nostro posto nella società.
Molti esperti, studiosi e docenti, si sono adoperati nel descrivere le attività che si svolgono negli istituti scolastici; la produzione di libri, manuali, saggi e approfondimenti è praticamente illimitata.

Fra i “frutti” di questo immenso lavoro, vi sono anche “Le sette lezioni” di John Taylor Gatto (11).
E’ la fotografia di ciò che viene realmente insegnato nelle scuole, e di quanto ciò sia rilevante per l’organizzazione sociale.

Nel novero degli elementi che incidono nello sviluppo del cittadino, non possono mancare “televisione e media”.
Come dimenticarsi del fatto che, ormai è da anni, la popolazione è immobile davanti a schermi e quotidiani, ad aspettare che le venga detto:
–    cosa succede;
–    cosa è vero, ma anche cosa non lo è; si tenga conto che, sovente, ciò accade “invertendo di posto le cose”, così da creare quella “sana e utile confusione” che non deve mai mancare;
–    cosa e come debba mangiare (vedi sopra per la confusione);
–    cosa fa bene e cosa no (idem);
–    quali siano gli argomenti interessanti e quali quelli da scartare; cosa questa che, peraltro, è stata già fatta al momento della compilazione del palinsesto o del programma (tv).

L’uomo è diventato spettatore della propria vita, lasciandola in mano agli altri, a quegli pseudo-esperti-competenti che, grazie ai mass-media, tutti i giorni e in tutti i modi riescono a “raggiungerlo e bombardarlo”.
Praticamente vivono con lui.
Notare che, questo meccanismo, fa si che la maggior parte della popolazione sia convinta di vivere in compagnia del mondo; pensi che sia “tutto intorno a te”, mentre in realtà spesso è più sola e più povera, soprattutto nello spirito.
Una buona domanda è chiedersi perché molte persone facciano fatica a rimanere concentrate, o ad avere una buona soglia d’attenzione.
A tal proposito, è possibile soffermarsi un attimo su videogiochi, cellulari, internet e/o “facebook”.
Si tratta, soprattutto per i più giovani, di un cocktail fatto di “puro smanettamento”, dove ogni mossa deve essere rapida, istintiva e, talvolta, cinica.
Peccato che si “bruci” il tutto troppo in fretta, mancando spazi, tempi, profumi e modi adeguati; per approfondire una conoscenza, una persona, un semplice argomento.
E’ un vivere “mordi e fuggi”, ecco perché è difficile concentrarsi e stare attenti.

Il futuro sarà gestito da questi bambini/ragazzi/giovani, nei quali tutti hanno una grande fiducia ma che, in maniera non esattamente riconoscibile, vengono in qualche modo “plasmati” già da adesso.
Una risposta “attiva” a questo stile di vita è insita nel rispolverare l’antica arte del fare, di un sano incontrarsi di persona, fatto di sguardi, aromi, condivisione reale e sorrisi genuini.
Ricominciare da noi, dalla nostra famiglia, dai nostri affetti, dai nostri cari e dalla nostra comunità, come disse anche Lino Bottaro, in un suo articolo sulla “globalizzazione”.
Investiamo in amore, disponibilità e solidarietà vera.

Conclusioni.

In un mondo che “vibra”, trasmettendo segnali fra i più svariati e indecifrabili che il genere umano abbia mai conosciuto, si percepisce, in modo netto, un disperato “bisogno di risposte”.
Le domande sono molteplici, almeno quanto le conoscenze utili al fine di “trovare “soddisfazione”.
Un significativo passo in avanti è quello di mettere in contatto diverse percezioni, diversi mondi e differenti conoscenze, così da tentare di aiutare tutti a capire meglio ciò che accade.
Quando arriverà la prossima crisi economica ci saranno non pochi problemi da affrontare.
Il “dopo” presenta un’infinità di scenari, che spaziano da un “tenero” rimboccarsi le maniche a un tragico “uccidere per un pezzo di pane”.
Nel mezzo, a mio modesto parere, c’è l’indispensabile necessità che ognuno di noi si dia da fare subito, per acquisire/testare conoscenze primarie, arti e mestieri, riappropriandosene.
Occorre aggiungere che senza una discreta infarinatura di questo tipo, si potrà fare troppo poco per non “subire in modo importante”.

Scelte associative, da valutare anche oggi, potrebbero essere d’aiuto in questo senso.
In forma “esattamente capovolta”, è possibile ritrovare il concetto delle conoscenze primarie nel libro “Cosa è il denaro”, di Gary North (12), in particolare nel passaggio in cui afferma che: “nella società moderna dipendiamo strettamente dalla specializzazione anche per nutrirci” (pag.97).
Nel mondo “post crisi”, dopo un disastro socio – economico, le specializzazioni saranno “azzerate”, da qui il bisogno di avere “nelle mani e nella testa” qualcosa in più, magari da trasformare in cibo.
Un caro saluto, e un sincero “in bocca al lupo”, a tutti coloro che “incroceranno” queste riflessioni.

Elenco delle fonti:
(1)    Circa 16.000 euro in media a famiglia, Fonte Cgia Mestre, dicembre 2009;
(2)    Elaborazione del Ministero della Funzione Pubblica, basata su ricerca OCSE-PUMA, anno 2002;
(3)    Elaborazioni OCSE-PUMA, anno 2002, integrate da Stefano Nespor – Federico Boezio nello studio: “Quanti sono gli impiegati pubblici?”, che tiene conto anche dei dipendenti delle Aziende Ex Municipalizzate, pubblicato sulla rivista RIP, Rivista Impiegati Pubblici, Sezione Contributi;
(4)    Istat, riferimento al 31/12/2007;
(5)    Wilkipedia+ dati censimento 2010, la percentuale di donne è pari al 51,4%, il numero medio di figli per ogni donna è pari a 1,40;
(6)    I.N.A.I.L., Contact Center Integrato SuperAbile di informazione e consulenza per la disabilità;
(7)    il 35% dei nuclei familiari di ultrasessantacinquenni è composto da una sola persona, “La crisi del 40° anno – Corriere della Sera”, 26 giugno 2010;
(8)    Il Sole 24 ore + Cgia di Mestre, “Un lavoratore su due non ha diritto agli ammortizzatori sociali”, 10 gennaio 2009;
(9)    A seguito di una breve ricerca personale su internet è stato possibile reperire da Articoli/approfondimenti su riviste specializzate e presso Albi, Elenchi vari e Ordini professionali, i seguenti dati significativi: Notai, 5.200, Ingegneri, 213.000, Architetti, 136.000, Geometri, 110.000, Giornalisti, 100.000, Avvocati, 190.000 circa (media), in quanto 230.000 (Avv. Guido Alpa all’inaugurazione Anno Giudiziario 2010) – 137.000 (Cassa Forense); altre fonti dicono: 3,4 ogni 1000 abitanti, quindi 204.000; Periti industriali+geologi+periti agrari, circa 150.000; biologi, farmacisti, commercialisti, chimici, medici chirurghi e odontoiatri etc…, circa 100.000.
(10)    Istat, rilevazione casalinghe disoccupate iscritte presso l’I.N.A.I.L. al 31/12/2009 (n. 2.025.900); n.b.: l’ISTAT stima che le casalinghe italiane siano, complessivamente, circa 8 milioni (iscritte INAIL e non);
(11)    John Taylor Gatto, nato il 15 dicembre 1935, è un insegnante di scuola americana in pensione, con 29 anni e 8 mesi di esperienza, autore di diversi libri in materia di istruzione.  Lui è un attivista critico della scuola dell’obbligo, del divario percepito tra l’adolescenza e l’età adulta, e di ciò che egli caratterizza come il carattere egemonico del discorso sull’istruzione alle professioni.
(12)    Gary Kilgore North (classe 1942), è uno storico economico ed editore che scrive prolifico su argomenti quali economia, storia e teologia cristiana; autore dell’imperdibile  libro “Che cosa è il denaro”, tradotto e pubblicato in Italia dalla “Associazione Culturale Usemlab, – Economia e Mercati”;

121 comments to Sorridi, è una foto economica

  • anonimo

    Si torna sempre ai soliti discorsi Enzo…fin tanto che le prebende raccimolate SULLE SPALLE DEGLI ALTRI sussistono ecco che vige il menefreghismo…di colpo tutti interessati della sorte dei pensionati, della scuola e di chissà cosa!

    Tant'è che , se non si comprende che questo esito è ovvio dacché intrinseco al sistema, si continuerà ancora a chiedere quel che non si dovrebbe ossia " più stato".

    Solo un'addomesticazione capillare ( cfr di nuovo il grande professor Gatto ) può far credere che il sussidio pubblico sia più positivo del mantenere i propri soldi in "bèrta" .

    Contenti voi, contenti LORO. Do you undestand?

    daouda

  • ghibli.

    (per le profezie… mi hanno sempre incuriosito quelle del "Ragno Nero")

    Personalmente trovo inutile continuare a cercare una taratura dei sistemi se tanto poi manca la volontà e la possibilità di farli funzionare.

    Continuo a credere che già adesso tutto potrebbe funzionare, molti esempi non solo di mancanza di volontà a risolvere, ma anzi di creare un forte squilibrio ci vengono esposti bene da trasmissioni come report o presa-diretta.
    Un esempio in Italia le carceri sono sovraffollate, ma allo stesso tempo esistono già una quarantina di carceri nuove che non vengono usate che si deteriorano, tanto da doverne costruirne delle nuove accanto, che non verrano usate.
    Non si tratta semplicemente di business.

    In mancanza di una guida a cui una maggioranza partecipi, non riusciremmo a risolvere nessuno dei temi fin qui esposti, e sopratutto quelli che ci attendo in campo economico da qui a pochi anni, da una riequilibratura forzata a quelle che scaturiranno in scenari scontati dove la robotica avrà un immenso impatto nel campo del lavoro.

  • toporififi

    La gerarchia celeste e il suo rapporto con quella terrestre, è esposto con sufficiente chiarezza da Gesù nei vangeli, sembra persino banale dirlo.
    Addirittura due tra i più importanti degli apostoli cadono nell'illusione della gerarchia di potere, Giovanni e Giacomo, quando chiedono a Gesù di poter sedere uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra, la risposta del Figlio di Dio dovrebbe essere definitiva, visto che è lui stesso a formularla, ma ancora non sapevano che la vittoria sarebbe arrivata con l'apparente sconfitta.
    Ma stiamo parlando di cristianesimo, e non tutte le religioni sono sulla stessa lunghezza d'onda, il cristianesimo fonda tutto, comunità, regole e fine, su un'unica concezione del sacrificio, che è quello di Gesù stesso, tutto il resto, quello che riguarda il culto, la santificazione interiore, la vita comune e il destino ultimo dell'uomo è assolutamente incruento.
    Ora è difficile conciliare questa visione con il potere terreno, per questo nel momento in cui l'impero divenne di fatto a maggioranza cristiana, l'episcopato ebbe dignità imperiale, per essere pari e non essere sottomesso e non partecipare alla gestione di leggi che prevedevano anche la pena di morte.
    Nelle costituzioni apostoliche, tra i requisiti che  non permettono di essere battezzati, c'è la carriera di giudice, cioè di "chi ha potere di vita o di morte", mentre può diventare cristiano un soldato, in quanto essendo legato da giuramento, se uccide in battaglia non lo fa per suo arbitrio, ma per obbedienza, quello che non potevano fare era adorare gli idoli, e questo spiega i numerosissimi martiri legionari.
    La prima chiesa non è monastica, è comunitaria, è nascosta per necessità, visto che le persecuzioni iniziano da subito.
    La viita monastica delle origini è sostanzialmente anacoretica, eremitica, inaugurata da Sant'Antonio il grande e modellata sulla figura di San Giovanni Battista.
    San Pacomio, cui si fa risalire la concezione cenobitica, inizia la sua opera contemporaneamente alla vittoria di Costantino il grande, quindi all'alba della fine delle persecuzioni.
    Questo è significativo in quanto il cenobio diventa l'unico modello di organizzazione sociale realmente cristiano, ogni altra forma vede sempre il cristianesimo adattarsi obtorto collo ad un potere vessatorio.

  • anonimo

     al traguardo c'è un crack che ci aspetta, che ci piaccia o no.

    e chi ne è il responsabile? lo statalismo o il liberismo? la crisi è venuta dall'italia o dal mondo anglo-sassone? e anche per l'italia cosa hanno fatto le riforme liberiste e le privatizzazioni se non rovinare questa società?

    sveglia!!!!!!!!

    enzo

  • ghibli.

    Per assurdo gli ultimi due commenti tra le righe dicono a stessa cosa.
    Non è il modello che porta il crack, ma ci è stato portato e con grande fatica, in questa maniera le cose appaiono sottosopra, mentre potrebbero non esserlo.

  • anonimo

    (Antonio Pani)

    Per ghibli, sono daccordo.

    Infatti non si può prescindere da un'azione umana retta e corretta, se si vuole almeno sperare di ottenere qualcosa di oggettivamente sostenibile.

    Quando suggerisco un ridimensionamento della macchina statale e della sua ingerenza, lo "vedo" ispirato e posto in essere dalle persone, oltre che animato da sacrosanti e validi principi ma si sa, tra il dire e il fare, e aggiungerei anche il conoscere…

    Per Enzo:
    sul fatto che le responsabilità siano degli uomini, "alla guida" e non, penso non ci siano dubbi.

    Tuttavia siamo immersi nel "problema" (e fra le persone), quindi che si fa? Si aspetta o si cerca di agire?

    A me non piace aspettare.

    Ti ringrazio per gli interventi.

  • Santaruina

    Fabiano

    Quando si dice "come in Cielo così in Terra" mi sento di interpretarlo nel modo più totalizzante possibile. Se v'è una gerarchia in Cielo sulla quale Dio rappresenta autorità assoluta ed al quale tutto è sottomesso, è necessario che nelle cose terrene tutto sia sottomesso ad un imperatore specchio dell'autorità divina che comanda su tutto ciò che è terreno.

    Questo è il punto di vista detto Tradizionale.
    Personalmente, ritengo che la migliore forma di "potere" sia quella rappresentata da un Imperatore che abbia una funzione totalmente simbolica, non decisionale.
    Un simbolo terrestre dell'unità del Cielo, in altre parole.

    Un po' come la situazione verificatasi nel medievo, con un imperatore riconosciuto che non aveva il potere di intervenire sull'autonomia dei singoli comuni.

    Ma, detto questo, c'è anche da considerare l'epoca storica in cui ci troviamo.
    Se si vuole fare un discorso di tipo tradizionale, e lo si vuole fare fino in fondo, allora bisogna considerare il fatto che secondo tale pensiero noi ci troveremmeo nel kali yuga, nell'età oscura.
    Un regnante leggittimo dal punto di vista tradizionale riceve questa sua leggittimazione dall'alto.
    I centri polari in terra garantiscono affinché questa leggittimazione abbia luogo.
    Oggi questi centri sono occultati, e caratteristica del kali yuga è proprio quella di vedere le persone più abbiette perseguire ed ottenere un potere, potere che in questa epoca ha un carattere del tutto infero.

    Ma se in uno stato innumerevoli gruppi di persone avessero convinzioni morali diametralmente opposte, come si agisce in quel caso?

    Se questo dovesse succedere, allora nemmeno il migliore dei "poteri" potrebbe tenere a bada la situazione, semplicemente.
    Se la maggioranza degli uomini fosse composta da assassini, allora puoi anche mettere il più virtuoso degli imperatori a capo del governo e nulla imedirà che vi siano strade colme di sangue.

    E se una minoranza ha le convinzioni definibili giuste e la maggioranza quelle sbagliate?

    Si chiamerebbe democrazia, ed è il sitema nel quale stiamo attualmente, non quello descritto da me :-)

    Non concordo sull'assioma che sembri talvolta implicitamente dichiarare: "La maggioranza è retta".

    Non l'ho mai detto, infatti.
    Io sostengo solo che esiste una minoranza malvagia, che per mezzo del potere plasma la maggioranza "malleabile".
    La qualità principale della maggioranza non è la rettitudine o la malvagità, ma il conformismo.

    A presto

  • ghibli.

    @Antonio Pani, quando si parla di sostenibilità e come guardare il dito che indica la luna, bisogna comprendere che l'incredibile quantità di ricchezza generata dagli italiani potrebbe sostenere stati con popolazione immensamente maggiore.
    Per questo prima ho voluto sottolineare la fatica immane che fanno per bruciare questa ricchezza.
    Non lo fanno solo per affari, infatti in questo caso basterebbe dare appalti per ricostruire tutte le infrastrutture come scuole, ospedali, binari, strade ecc… invece viene bruciata.
    Fino agli anni 80 con i monoredditi si era ricchi, case, macchine, università, ecc… ma un'economia generata sul consumismo, ci ha portato a generare più consumatori e perciò più lavoratori, lavoratori troppo ricchi che vanno rimpoveriti, altrimenti le classi sociali si annullano, e si ridimensiona tutto.
    Personalmente preferisco aspettare.
    Aspettare una maggioranza.
    Se non ci sarà, pazienza.
    Altrimenti dovresti iniziare a riflettere in modalità europea e non più italiana, visto che non abbiamo più sovranità e moneta.
    Personalmente non riesco avere ancora un quadro realistico dello scenario futuro che ci attende se non dalle profezie del ragno nero XD ci sono troppe incognite e veli su veli.

    Tra il dire e il fare c'è Atlantide, e più che di conoscenza, che la maggioranza ha già, ci sarebbe bisogno di consapevolezza, mentre di comprensione con tutti questi veli potrebbe confondere.

    Ciao :)

  • anonimo

    I due ulivi (Papa – Imperatore)
    http://profezie3m.altervista.org/archivio/Sommario_brani_Ruotolo.htm
    Altri hanno il mito della repubblica di platone
    "…nell’opera filosofica “La Città del Sole”, del pensatore e filosofo rosacrociano Tommaso Campanella, si delinea una società ideale. L’opera si svolge secondo un dialogo tra due personaggi, un Cavaliere di Malta e un ammiraglio, e delinea i presupposti di una società ideale.
    Il principe che presiede alla generazione della città, e che fissa le regole di essa, è il principe Mor (Amore).
    Da notare ancora che il dialogo tra il Cavaliere di Malta e l’ammiraglio seguono il modello della “Repubblica di Platone”.
    Una città ideale è descritta anche nell’opera “Utopia”, di Tommaso Moro, altro pensatore rosacrociano. Anche lui delinea una città perfetta, ideale, e tale società richiama La Repubblica di Platone."….
    http://paolofranceschetti.blogspot.com/2011/03/simbologia-massonica-ed-esoterica-nel.html m

  • anonimo

    (Antonio Pani)

    Per ghibli
    "…lavoratori troppo ricchi che vanno rimpoveriti, altrimenti le classi sociali si annullano, e si ridimensiona tutto…".

    Mi sembra che vi sia una contraddizione in termini, nell'ottica odierna di un'economia orientata al consumo, sarebbe molto meglio avere consumatori troppo ricchi, che spendono, anzichè avere una massa di poveracci.

    Infatti, l'annullamento delle classi sociali lo stiamo vivendo ora, con un impoverimento e una "polarizzazione" generale, che sta generando una distanza abissale fra chi ha tutto e chi non ha nulla o, appena sopravvive.  E' proprio la c.d. "classe media" che sta sparendo.

    "…dovresti iniziare a riflettere in modalità europea e non più italiana, visto che non abbiamo più sovranità e moneta…".

    Scusa il filosofeggiare, ma finchè manteniamo la sovranità sulla nostra esistenza e sul concetto di libertà, siamo in condizioni di "attivarci" comunque per cercare di migliorare la qualità della nostra vita.

    D'altronde, se riusciamo nel nostro piccolo a stare meglio (agendo), quella maggioranza che intendi aspettare, potrebbe sorgere dalla minoranza che "ottiene qualcosa", cioè da te, che dai l'esempio.  Spero che questo concetto, un pò contorto, si capisca.

    Un esempio sono i già citati G.A.S.; prima non c'erano, mentre ora sono una realtà attiva, di cui usufruiscono e fanno parte molte persone che, in precedenza,  probabilmente erano "ignare o aspettavano".

    Sulla tua fiducia legata all'aspetto "conoscenza delle/nelle masse", io ho più che un ragionevole dubbio.

    Grazie per i tuoi interventi, ciao.

  • ghibli.

    La "classe media" degli anni 80 era famiglia con 2/3/4 figli e monoreddito, ed erano ricchi.

    Essendo un'economia basata sul consumismo devi aumentare i consumatori, la ricchezza, e perciò i lavoratori.

    Oggi la "classe media" è una famiglia con un figlio e due genitori lavoratori, la somma degli stipendi cioè della ricchezza è maggiore di quella degli anni 80, si hanno meno spese per i "figli" e si può spendere maggiormente per merci inutili come status symbol, sopratutto le ex-massaie che oggi sono consumatrici accanite.

    Se non si impoverivano i monoredditi non si avrebbe avuto questo.

    La classe media sta sparendo solo perchè chi ci rappresenta ma non gliene importa nulla di quello che accade.
    L'impoverimento e solo dovuto a cose che accado fuori dall'Italia e l'Europa, cioè dalla Cina, India e Sudamerica.

    Mia opinione sulla libertà è che questa sia individuale e consista solo nel poter fare delle scelte non vincolate.
    Non sarò ci certo io a limitare la libertà di scelta altrui.
    Posso solo dare l'esempio di ciò che penso sia giusto, come tu sottolinei.
    Anche perchè le mie verità in realtà come noterai non sono condivise e potrebbero essere sbagliate.
    Non dobbiamo sostituirci o sostituire le idee altrui.
    Sopratutto finché non avremo un reale conoscenza di come stanno le cose, in questo momento stiamo brancolando nel buio, muoversi di scatto potrebbe farci cadere in errore.
    La storia ci insegna che ciclicamente ricommettiamo sempre gli stessi errori, se continuiamo ad aspettare qualche guida saggia non cambierà nulla, anzi continueremo ad essere dominati; potrà cambiare solo quando la maggioranza sarà vigile e attiva che le "cose" prenderanno una nuova via, mai percorsa ma che si conoscerà la destinazione, perchè la creeremo noi, e non può che portarci che a vivere nella terra che il Padre ci aveva creato.
    Ciao :D

  • ghibli.

    …una precisazione… i nuovi consumatori ora si possono creare solo da Cina, India, Sudamerica….

  • anonimo

    (Antonio Pani)

    Per ghibli:
    Scusami, ma io credo che qui ci sia una "percezione di fondo diversa":  Oggi la "classe media" è una famiglia con un figlio e due genitori lavoratori, la somma degli stipendi cioè della ricchezza è maggiore di quella degli anni 80, si hanno meno spese per i "figli" e si può spendere maggiormente per merci inutili come status symbol, sopratutto le ex-massaie che oggi sono consumatrici accanite…"

    A me sembra che in questa condizione oggi si faccia una gran fatica a chiudere il mese (mia esperienza personale), quindi direi che la ricchezza è decisamente inferiore a quella degli anni 80.

    Oggi si è costretti a lavorare in due se si vuole sopravvivere.

    Ciò è dovuto alla più volte citata inflazione, che svilisce il potere d'acquisto del nostro denaro e genera il noto aumento dei prezzi.

    Ci tenevo a precisare che, almeno per quanto mi riguarda, non penso e non ho mai parlato del dover "muoversi di scatto", ma del semplice muoversi verso un miglioramento della qualità della nostra vita.

    Conoscenze primarie vere e genuine, frutto di azioni e di un fare concreto.

    Grazie dell'attenzione, ciao.

  • ghibli.

    quando ero ero piccolo giocavo dietro le case non limitate da confini dove le mamme (:D) lavavano i panni nei mastelli, per poi andare a fare la spesa in bicicletta al mercato e preparare il pranzo… d'estate quando era caldo si lasciavano semplicemente le finestre aperte, e alla sera alle 20:30 si guardava un film in una piccola TV.

    adesso, ci sono recinzioni, lavatrici, asciugatori, climatizzatori, deumidificatori, sistema d'allarme, i cibi sono precotti comprati con un SUV da 1500 litri (x l'acqua) di capienza, e i film si vedono con maxischermi ultrapiati 3D con hometheatre da bluray letto dalla PS3…
    …è ovvio che non si arriva alla fine del mese.

    l'importante è che ci sia libertà di scegliere, poi sapendosi adattare… questa ragazza organizzatrice di eventi, vive a New York a Central Park, con un affito di soli 700euro! e ci lamentiamo… certo l'appartamento è di 8 (otto) mq con bagno, angolo TV, camera da letto, ufficio e armadio XD
    http://youtu.be/JZSdrtEqcHU
    …preferisco una bella casettina in una cumunità montana :D
    …non scordiamoci delll'invenzione dei "single", che cosi si consuma di più, e guai a stare a casa con i genitori bamboccioni ^^"

  • anonimo

    per ghibli.

    "…adesso, ci sono recinzioni, lavatrici, asciugatori, climatizzatori, deumidificatori, sistema d'allarme, i cibi sono precotti comprati con un SUV da 1500 litri (x l'acqua) di capienza, e i film si vedono con maxischermi ultrapiati 3D con hometheatre da bluray letto dalla PS3…
    …è ovvio che non si arriva alla fine del mese…"

    BELLISSIMO!!! Davvero, non ti sto prendendo in giro, è proprio come dici tu.

    Tuttavia, tutte queste cose di cui parli, non fanno parte della mia vita ne, credo, di quella della maggior parte degli italiani.  Magari mi sbaglio (sugli altri).

    Vedo, invece, molte persone che stanno tornando "alla tua e anche mia infanzia", più o meno "volontariamente".

    Buon proseguimento, ciao.

  • anonimo

    IL COMMENTO N. 116 PER ghibli E' MIO…
     (Antonio)

  • ghibli.

    …sul consumare posso fare centinaia di esempi, che sistema operativo usi? io uso linux e solo opensource ;)

     

    Ora che abbiamo una visione globale dell'argomento potremmo passare al punto successivo; come pensi di agire localmente per migliorare questa visione?

    Al prossimo post, a presto :)

  • anonimo

     (Antonio Pani)

    per ghibli:

    Credo di avere già tracciato delle "linee guida" di carattere generale, fondamentalmente impostate su un "fare attivo".

    E' chiaro che ogni realtà locale e/o comunità si troverà in condizioni diverse, a partire dalla posizione geografica, passando dall'attività lavorativa svolta, entità del nucleo familiare e via discorrendo.

    Quando parlo di famiglia, affetti e comunità intendo nel senso letterale del termine quindi, dopo aver capito/cercato/scoperto cosa è davvero importante per noi, si "sposano" valori genuini e concreti, con i quali educare se stessi e i propri figli.
     
    Cito anche il commento n. 89 di F.C., dove afferma che “…l’argomento che mostri è ancora molto più ampio di quanto si possa scrivere e parlare…Viviamo in un mondo dove vive il proverbio Ognuno fa per se ,Dio per tutti…”.  
     
    Io sono profondamente convinto che la maggior parte delle persone sia lontana anni luce dal “sano fare per se”.
     
    Se dai un'occhiata ai commenti troverai alcuni esempi che, comunque, riporto qui sotto:
     
    A proposito del non stare fermi, legato alle conoscenze primarie, cito alcuni processi socio – economici innescatisi spontaneamente, grazie al “fare” delle persone:
    – in Piemonte nascono associazioni/cooperative per l'acquisto e la gestione comune di appezzamenti di terreno e/o aziende agricole;
    – nascita e costante aumento dei Gruppi di Acquisto Solidali (G.A.S.) e della "filiera corta";
    – In Sardegna, a seguito dell'aumento del prezzo delle sementi (e affini), partiranno progetti di semina dei campi, finalizzati all'autoproduzione delle sementi stesse (in disuso da tempo).
     

    … e ancora:
     
    Io penso che sia necessaria e utile una decrescita di tipo controllato.
     
    Si parte da una serena e profonda analisi introspettiva, per scoprire cosa OGGI è davvero importante per ognuno di noi, poi si comincia a lavorarci un po’ su, chiedendo soddisfazione, prima a se stessi e poi agli amministratori “più vicini” alla comunità in cui si vive.
     
    Ridurre i consumi, rivalutare la qualità e pretenderla, sostituire il (soprav) vivere “usa e getta” con la concretezza e la riconquista dell’arte del fare.  (ho imparato a fare da me il pane, il formaggio, i dolci etc…, a conoscere un po’ meglio quello che mangio)
     
    Anche se il ritmo della vita ci “frulla”, un po’ di spazio c’è sempre, e va sfruttato/investito.
     
    Può sembrare stupido, scontato, o troppo semplice a dirsi ma, credetemi, basta poco, piccoli passi:
    -uso più vetro e meno plastica;
    -cerco di produrre meno rifiuti possibili;
    -mi “riavvicino alla terra” e alla natura, magari provando a farmi un liquore o una semplice tisana;
    -mi sforzo di mangiare meglio, (meno ma meglio), nel nome di quella qualità che dobbiamo pretendere e che, ormai, ci è quasi sconosciuta;
    -mi informo un po’ di più sui Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) che, come è stato già detto esistono e sono una gran bella realtà;
    -leggo un po’ di più e, magari, accendo meno la tv (fa pure rima);
    -investo in solidarietà e disponibilità VERA, anche solo cedendo il posto mentre faccio una fila, comprando un panino al bisognoso/mendicante, non accontentandomi di un freddo sms da 2 euro, di cui € 1,95 sarà speso dalla macchina organizzativa per portare il poco che resta a chi ha bisogno, ammesso che gli arrivi.
    -… …

     
    … e ancora:
    la nostra apatia è in buona parte indotta, oltre che "cromosomica"; darsi una mossa non è facile, ma cercare di accrescere le proprie conoscenze, riscoprire sapori antichi, profondità e spessore insiti nell'arte del fare, è indispensabile per sentirsi ancora vivi e provare a costruire, con le proprie mani, qualcosa di nuovo e più vero.
     
    Può darsi che il 99% delle cose appena scritte, non abbia niente a che vedere con ciò che potrebbe interessare te e/o altre persone.
     
    Come già detto, però, credo che partendo da un “sano fare”, fondato sul rispetto delle altrui libertà e sulla consapevolezza dei sacrifici che derivano dal “vivere associativo”, qualcosa può muoversi.
     
    Anche le azioni di un singolo, o del suo nucleo familiare, possono essere “felicemente contagiose”.
     
    Io cerco di essere “attore” e non “spettatore” e, così facendo, mi sento molto meglio.
     
    Grazie per l’attenzione, buon proseguimento, ciao.
     

  • ghibli.

    Il mio ultimo commento è solo un incentivo a andare oltre, ho notato che ci metti passione sarebbe bene organizare e ottimizzare l'energie, a osare di più ;)
    Ciao :)

  • anonimo

    (Antonio Pani)

    Per ghibli:

    Ok, in bocca al lupo, ciao.

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