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-o- Too late to die young -o-
1 Novembre 2021

Stato perpetuo di incertezza: tecniche di tortura

Nei manuali di tortura dei servizi segreti si apprende che il metodo migliore per far crollare psicologicamente una vittima consiste nel mantenerla in uno stato di costante incertezza.
Più delle percosse, più della violenza fisica ripetuta, se l’obbiettivo consiste nella resa psicologica totale del soggetto il percorso migliore per raggiungere lo scopo si ritrova nell’offrire segnali altalenanti, contraddittori, nell’alternare punizioni a piccole concessioni.
In una situazione di costante privazione e violenza, infatti, la vittima è destinata a cedere totalmente diventando catatonica ed infine insensibile ad ogni ulteriore sopruso, oppure, in casi rari, potrebbe sviluppare una resistenza fisica che la renderebbe infine indifferente ad ogni tortura.
Questo accade perchè, ed è un fenomeno ben noto, il corpo umano ha una grande capacità di sopportazione, a patto che sia consapevole di cosa lo attende, potendo così prepararsi ad affrontare la violenza e il dolore.
Quando quel limite di sopportazione viene superato, e il corpo comprende che non potrà reggere ulteriormente, la volontà cede di colpo, si entra in uno stato catatonico, ed ogni ulteriore stimolo non viene percepito.

Questo risultato non è quello auspicato dai torturatori, che al contrario desiderano una vittima piegata ma ancora disposta a collaborare, non una vittima assente.

Per ottenere l’obbiettivo voluto, di conseguenza, è importante piegare la volontà del soggetto dandogli l’illusione che il suo stato può migliorare, a certe condizioni, che la resistenza è inutile e che la salvezza arriva dalla collaborazione.
Per tale ragione il soggetto-vittima viene sottoposto a momenti in cui subisce una violenza al limite della sopportazione fisica, a cui seguono situazioni in cui i torturatori mostrano un volto più umano, accondiscente, in cui vengono offerte anche delle piccole concessioni.
Questo atteggiamento, da parte del torturatore, produce nella vittima un doppio effetto: in primis, la psiche del soggetto ricevendo segnali totalmente contrastanti va in crisi e crolla, divenendo malleabile e manipolabile.
I segnali contrastanti infatti impediscono alla psiche stessa di preparare ed attuare una effettiva strategia di resistenza: non sapendo cosa aspettarsi, e non sapendo quale sarà l’atteggiamento dei torturatori, il soggetto non è in grado di prepararsi in maniera adeguata a quello che lo aspetta.

Questo è un concetto molto importante, da sempre sfruttato dai migliori strateghi durante i conflitti.

In secondo luogo, la presenza degli atteggiamenti “gentili” che si alternano a quelli di violenza manda alla vittima un segnale inconscio che suggerisce loro che vi sia ancora una speranza di superare la propria condizione.

Questa convinzione fa in modo che la volontà non ceda mai del tutto, perchè vi è ancora “speranza”, e porta col tempo il soggetto a divenire collaborativo, dal momento che la vittima ha intravisto nel carnefice un “lato umano”, e prova a mettere in atto gli atteggiamenti adeguati che possano appellarsi proprio a quella umanità del carnefice stesso.

Che sia un caso o meno, non è per nulla complicato intravedere tutte queste tattiche messe in atto in maniera scientifica dai vari governi negli ultimi mesi, laddove nella parte della vittima si ritrova l’intera popolazione.
Possiamo infatti osservare come da quasi due anni ci troviamo di fronte ad una serie continua e ripetuta di segnali contrastanti, totalmente contraddittori, offerti da chi gestisce la narrattiva corrente.
Da un piccolo sacrificio di due settimane da compiere per ritornare all’agognata normalità “più forti di prima”, ad una brutale cessazione di tutte le attività sociali a tempo indeterminato, per passare poi a delle timide aperture sotto rigide condizioni, fino all’arrivo del salvifico siero che avrebbe finalmente rimesso tutto a posto (“ne usciremo solo col vaccino”, concetto ripetuto come un mantra per mesi, fino ad essere introiettato dalla maggioranza alla sorta di una Verità di fede calata dall’alto, e mai più messa in discussione).
Per poi scoprire che ancora non basta, che il siero è essenziale ma non sufficiente, che occorre ancora non abbassare la guardia.
E quindi ancora privazioni, ancora torture, ma anche piccole concessioni per chi si concede anima e corpo al torturatore.
Il tutto condito dalla totale incertezza della durata delle misure in atto.
Due mesi, tre mesi, forse per sempre, torneremo come prima, o forse nulla sarà come prima, dobbiamo farlo per recuperare la nostra normalità, ma la vecchia normalità dobbiamo anche dimenticarla.
Col siero finirà tutto, però non protegge del tutto, e a quanto pare due dosi non bastano.
Allora ecco la terza , risolutiva, o forse no, forse dovremmo farne una ogni sei mesi.

Forse per sempre.

Lo stato di totale incertezza, l’assenza di un qualsiasi dato certo sulle prospettive future mantiene la psiche delle persone in uno stress emozionale perpetuo, ed impedisce all’individuo di trovare le forze e la strategia adeguata per affrontare un determinato scenario.
Dal momento che quello scenario è totalmente ignoto, non sapendo nessuno cosa effettivamente ci aspetta, si rimane in uno stato di perenne incertezza, uno stato di doloroso immobilismo in cui l’unica attesa consiste nell’arrivo delle ultime disposizioni del carnefice.
Violenza, privazioni, e poi piccole speranze, sempre condizionate.
Sempre concessioni elargite in modo magnanimo da chi ha dimostrato, concretamente, che può fare molto male.
Non possiamo avere la certezza che i nostri governanti si stiano effettivamente ispirando ai manuali di tortura più aggiornati ed efficaci.
Ma nell’eventualità che lo stessero davvero facendo, allora possiamo affermare che li stanno seguendo alla lettera.

8 comments to Stato perpetuo di incertezza: tecniche di tortura

  • Giovanni

    Prevedo che la maggior parte di noi diverrà catatonica. Ci lasceremo assorbire dalle luci degli spot pubblicitari, provando il piacere dei “mangiatori di loto” di cui parla Odissea. In questo saremo aiutati dai numerosi psicofarmaci “Consigliati”.

    Magari questo fenomeno, assumendo ampie dimensioni, potrà diventare la soluzione del problema.

    Potrebbe accadere, in un futuro non molto lontano, che ci dovranno “Drogare di Libertà” per Ri-stimolarci alla vita. Come con animali selvatici messi in gabbia a lungo, nel tentativo di reinserirli in Natura.

    Sarà un grave problema per le Elites perché non potranno più fidarsi della qualità del lavoro dei Neoschiavi.

    Pensiamo solo alla qualità del cibo che uno “Zombie catatonico” potrebbe produrre…

    Sarà una corsa ad accaparrarsi quei pochi “Deficienti” meno Deficienti rimasti in gioco!!!!

    Per “Altri” terra bruciata…

    Sento che sto per diventare Santo

    … Non voglio perdere l’umorismo..

    Teniamo duro. Saluti Giovanni

  • Ottimo articolo, tranne un particolare: dire che i governanti seguano i manuali dei torturatori e’ fuorviante.  Infatti, in realta’, non hanno bisogno di seguire QUEI manuali, perche’ esistono da anni “manuali” scritti nella storia da altri governanti, le cui strategie e tecniche sulle masse sono state provate e riprovate con ottimi risultati e che accoppiate ad altre tecniche di marketing rendono la cosa facile quanto montare un mobile IKEA.  Infatti nei paesi ex-blocco di Varsavia, la sperimentazione e pratica e’ proseguita per una quarantina d’anni con un discreto successo.  Quel che loro non erano riusciti a fare, per mancanza di tempo e denaro, pero’, era riuscire a plasmare generazioni di persone che VERAMENTE credessero di essere parte del sistema migliore possibile, cioe’ di gente con la guardia completamente abbassata cosicche’ il pugno sui denti arrivasse completamente inaspettato e rovinoso, causando da subito, in pochissimo tempo, tutto cio’ che i regimi socialisti d’oltre cortina avevano dovuto faticare per ottenere in maniera neanche cosi’ salda.

    Se si parla di torturatori, invece, la questione resta nel reame del paragone, un reame irreale.  Questa invece e’ una situazione realissima che non richiede alcun paragone per essere spiegata.

    Spero di essermi espresso chiaramente.

    • riuscire a plasmare generazioni di persone che VERAMENTE credessero di essere parte del sistema migliore possibile, cioe’ di gente con la guardia completamente abbassata cosicche’ il pugno sui denti arrivasse completamente inaspettato e rovinoso

      Infatti il tutto è stato oltremodo spiazzante perchè imprevisto, come quando un genitore sempre gentile e premuroso all’improvviso senza motivo ti maltratta.
      Da lui proprio non te l’aspetti, e allora cerchi ogni giustificazione possibile, per quanto assurda, che spieghi il suo operato.
      E’ il motivo per cui per la stragrande maggioranza uno “stato democratico” con delle “istituzioni sacre” non agirebbe mai a danno dei “rispettabili cittadini”.
      E allora si cercano di spiegare le limitazioni delle libertà, la sospensione dei diritti, con qualsiasi altra ipotesi.

  • Giovanni: Chi si è già arreso totalmente in effetti è divenuto catatonico.
    Per molti vanno avanti solo le funzioni vitali basilari.
    Il potere però vuole anche il consenso, vuole essere riverito, ringraziato.
    Ma non è semplice ottenerlo, quando la portata della menzogna raggiunge certi livelli.

  • sorvegliante

    Non credo che si possa parlare di “accadimenti imprevisti”. Chi ha letto (e capito) Gurdjieff, dovrebbe sapere come è stato possibile tutto ciò. Niente di più di spalancare la “Finestra di Overton” e fare in modo che tutto proceda così come previsto e prevedibile. Intanto si parla di estendere (per ora) lo stato di emergenza per altri 5-6 mesi. E per allora la gente si sarà assuefatta e lo stato di emergenza diventerà a tempo indeterminato. Cosa fare? Per quanto mi riguarda continuare ad avere coscienza di se e seguire le leggi morali

     

  • Infatti, rimanere saldi ed essere sempre consapevoli delle strategie che mettono in atto.

    Come prima cosa.

    Poi decidere l’azione di volta in volta.

  • […] de mundos velhos e mundos novos, símbolos e mitos, antigos e recentes, e eternos”, publica Stato perpetuo di incertezza: tecniche di tortura (“Estado perpétuo de incerteza: técnicas de […]

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