Sul fronte internazionale gli eventi si susseguono ad un ritmo decisamente spedito, sembra quasi che all’approssimarsi del burrone il macchinista pazzo abbia deciso di far procedere il treno a velocità sempre più elevata.Nell’attesa di fare il punto della situazione, si seguono con una certa apprensione le sorti della piccola Islanda, il primo stato sovrano che si è arreso di fronte alla crisi.
L’ Islanda ha dichiarato bancarotta, e l’agenzia Reuters riporta che le scorte di cibo nell’isola basterebbero ancora per circa 3 o 5 settimane.
L’Islanda importa infatti il 50% del cibo di cui la sua popolazione ha bisogno, e da quando le banche principali del paese sono fallite e lo stato ha dichiarato bancarotta, i fornitori stranieri si rifiutano di fare ulteriore credito ai nordici isolani.
Costernazione e stupore, ovviamente, tra i guru dell’economia; forse se nel marzo del 2006 avessero letto articoli come questo di Blondet si sarebbero posti qualche domanda.
O forse no. Nessuno ovviamente poteva sapere, nessuno a parte i “complottisti” che si divertono da anni a questa parte a fare le “cassandre”; Greenspan stesso si dice “scioccato” per le dimensioni raggiunte dalla crisi.
Le menti migliori dell’economia mondiale colte di sorpresa.
Succede.
Nel frattempo gli islandesi stanno per essere i primi a scoprire cosa succede quando le conseguenze della crisi finanziaria si ripercuotono nell’economia reale.
Avevano uno dei redditi pro capite più alti al mondo, adesso forse dovranno tornare a pescare, come facevano i loro avi, o forse rimetteranno in piedi qualche drakkar e riprenderanno a solcare i mari.
Sembra che il mondo stia navigando verso una grande prova di umiltà. Alcuni stati saranno in grado di risollevarsi, altri no…dipenderà forse dallo spirito di popolo?
Una bella giornata Carlo :)
La parte che fa gelare il sangue nelle vene, ancor più del rigido clima isolano, sta nella dichiarazione di un docente della locale università:
“L’Islanda è in bancarotta. La corona islandese è storia. La sola opzione credibile è che l’IMF venga a soccorrerci“.
Si ripeterà la solita trama: prestiti dall’IMF con pezzi di carta dati in cambio del vincolo ad usare tecnologie e compagnie colluse estere, un’isola strozzata dal debito con l’estero e parecchi anni di catene da trascinarsi dietro?
Una bella lezione per l’economia pianificata islandese…. che ovviamente nessuno imparerà.
Jorge Perro Liberista.
Cavolo, anch’io ho pensato subito a quell’articolo… E’ tutto molto perfido, quello che sta avvenendo. Riscopriremo l’economia nel suo senso etimologico, questo è sicuro.
Enza, ce ne vorrà molta, di umiltà, nei tempi che arrivano :-)
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Jorge, appellarsi al FMI per essere salvati è come deporre le armi ai piedi del conquistatore e dichiararsi suoi schiavi.
Molto triste, e gli islandesi sono solo i primi.
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Messier, quello sarebbe anche un bene.
Il problema è tutto quello che succederà nel frattempo.
Blessed be
Avevano uno dei redditi pro capite più alti al mondo, adesso forse dovranno tornare a pescare, come facevano i loro avi, o forse rimetteranno in piedi qualche drakkar e riprenderanno a solcare i mari.
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Non riesco a capire, perchè proprio loro viste le condizioni iniziali, dove sta il baco per essere i primi?
Infettato
Però ‘sti islandesi s’erano arricchiti un bel po’, col giochetto. Che dici, noi – scusa se coinvolgo anche te – che stiamo ancora co’ ‘na scarpa e ‘na ciavatta, ce la caviamo?
Ciao Infettato
Blondet nell’articolo linkato dà qualche notizia ulteriore:
In Islanda, l’economia cresceva del 6 % l’anno.
Le percentuali hanno una loro fascinazione ipnotica, sugli analisti finanziari: nessuno di loro ha probabilmente dedicato un attimo a valutare che quel 6% era la crescita di una cifra che, in assoluto, valeva 300 mila abitanti scarsi.
E tutti gli strateghi della finanza globale hanno cominciato ad «investire» in quel PIL da piccola città.
Tanto più che l’Islanda non essendo nell’euro e avendo quindi una moneta (la krona) fluttuante nei mercati dei cambi mondiali, offriva – per ottenere valuta in prestito – tassi d’interesse più che ragguardevoli.
Specialmente in confronto a quello che rendeva il denaro in Giappone (zero %), in Europa (2 %) o anche in USA (solo da poco 4,5%).
E così, i genii della speculazione hanno convogliato denaro là.[…]
Tutto il mondo voleva dare denaro in prestito ai 300 mila islandesi.
Come stupirsi che l’abbiano accettato?
Le famiglie l’hanno accettato, comprandosi a credito le cose utili e superflue; gli imprenditori l’hanno accettato, ampliando i loro affari .
E le banche – che avrebbero dovuto saperne di più – l’hanno accettato altrettanto stupidamente, indebitandosi fino al collo ed oltre.
Il resto è storia, i debiti prima o poi si pagano.
Il caso dell’Islanda è balzato subito agli occhi perchè il rapporto debito/pil era del tutto sproporzionato, viste le piccole dimensioni dell’economia Islandese.
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Asno, noi al massimo perdiamo la scarpa.
Ma quelli che perderanno di più saranno molto indispettiti, ed ancora di più lo saranno quelli che avranno fame.
Argentina docet.
Vedremo..
Blessed be
e magari qualcuno pensa che l’Islanda è lontana e che da noi queste cose non potranno mai succedere…
la lungimiranza della talpa!
news fresca fresca: Fmi, accordo con Islanda per 2,1 mld $ in due anni
più che di saga, parlerei di tragedia… o tragi-commedia… vedi tu ;)
il mio “tacchino-interiore” inizia ora a preoccuparsi un po’ di più.
I sogni costano sempre di più… e nessuno vuole più garantirli.
Ops non l’avevo letto, mi scuso per la mancanza e ti ringrazio per la pazienza.
Asno personalmente sono abituato a fare il passo per la lunghezza della mia gamba, in teoria sono tranquillo, come dovrebbe essere tranquillo chiunque abbia valutato le proprie possibilità finanziarie.
Ribadisco in teoria, eventi come questi anche se sono stati previsti con largo anticipo, non sai mai come si potranno evolvere, i danni che inevitabilmente trascinerà con se, quali proporzioni avranno!?
Infettato
…la parte dell’anima incline al male non puo’ viaggiare se non ascolta la verità del cuore; bisognerà che i meravigliosi dakkar abbiano una vela speciale, tessuta con il filo della Parola Divina, capaci cosi di sopportare i forti venti della collera cosmica e capaci di passare attraverso il sole prima di giungere allla nuova Meta. Sembra che ogni problema sulla terra sia il riflesso di un problema che esiste già nei cieli, coltivare non solo il corpo, ma anche lo spirito ci darà la capacità di dare alle cose il loro giusto valore, il viaggio di questa vita serve proprio ad accrescere le nostre conoscenze e siccome il movimento lento domina quello veloce, é nella calma della certezza nella sola potenza del Creatore, che troveremo noi stessi,la pace, nonostante la crisi…una bancarotta sulla terra puo preparare passi di danza sulla strada dei cieli …chissà???ops! ciao! jam
Tutto va a scatafascio e la gente lo prova quotidianamente sulla sua pelle.
Da un giorno all’altro ti ritrovi senza lavoro e senza casa, con due soldi falsi in tasca e la testa che ti scoppia.
Cerchi il futuro in altre terre ma anche lì ti accorgi che sono sull’orlo del precipizio.
Che fare?
Lascirasi cadere nel precipizio con incoscienza, trascinandosi dietro il proprio piccolo mondo per sperare nell’oltre o combattere contro un sistema che si sta accartocciando su se stesso e sta bruciando del suo stesso fuoco??
La Icesave,istituto controllato dalla Landsbanki (banca islandese),ha bloccato i bancomat in Gran Bretagna.Hanno smesso di funzionare,operazioni sospese.Letto da autorevolissima fonte.
http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=1263
Questa è stata anche lungimirante.
Chirieleison, bentornata :-)
Ovviamente da noi queste cose non capiteranno mai, ci penserà il silvio in persona a sistemare le cose.
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E’ una tragicommedia, Asoka.
Di quelle che iniziano con canti e balli.
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Jam: una bancarotta sulla terra puo preparare passi di danza sulla strada dei cieli
Davvero, chissà.
Blessed be
Nessuno, che fare?
Aspettare fiduciosi l’evolversi della situazione, per ora.
Prepararsi.
E cogliere i segni.
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Tristantzara, proviamo ad immaginare quando Unicredit farà la stessa cosa in Italia*, quali saranno le reazioni.
(*tanto per fare una ipotesi fantasiosa…)
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Infettato, articolo interessante.
A volte penso che sarebbe stato utile se tutte queste discussioni si fossero fatte qualche anno fa.
A presto
I conti si devono pagare, è vero,è giusto…….. ma noi non riusciamo a pensare al debito pubblico che abbiamo sulla testa?
Si devono ASSOLUTAMENTE rivedere le regole dell finanza.
Forse gli Islandesi andranno a fare i pescatori… bello! E noi Italiani? Proprio gli Islandesi chiamano noi italiani: Vino! Una profezia per noi? Ritorneremo a coltivare le nostre vigne e a produrre il Vino, come ai tempi di Noè, che piantò per primo la Vite… La crisi cominciata al Nord arriverà presto anche da noi, lo sappiamo tutti, ma non vogliamo convincerci; la crisi in atto è voluta dall’Alto dei Cieli, non possiamo fare nulla se non salvare il salvabile: imparare a pescare e a produrre il Vino, cioè ritornare al lavoro dei campi; la pseudo-civiltà tecnologica è finita, presto comincerà la crisi energetica, poi la crisi… e sarà la fine di questa umanità; prepariamoci. C’è anche chi prevede una grande guerra il 9.9.2009, si salverà un terzo dell’umanità. Tutto ciò era già prevvisto con anticipo di secoli, ma né i nostri politici, né gli scienziati ci hanno mai messo in guardia eppure lo sanno, sanno tutto al millimetro. Quindi se siamo alla fine occorre diventare religiosissimi, sconfiggendo in noi stessi quel laicismo imperante che ha distrutto la Civiltà cristiana europea… per un piatto di lenticchie. Buona meditazione. Nabi.
ot: ottime le modifiche al template, mi piace ;)
La questione delle regole è assai complessa.
Se si riflette su chi quelle regole le fa.
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Ciao Nabi, forse fra poco ci sarà molto tempo a disposizione per meditare.
A presto.
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Ciao Asoka, ti ringrazio.
Non essendo un esperto nel campo per modificare il template ho dovuto procedere a tentativi.
Ma è da quando ho inugurato il blog che volevo un template a tre colonne, solo che non ero mai riuscito a modificarlo in maniera corretta.
Blessed be
uau, hai aggiunto la colonna di destra! che bravo, apprezzo molto queste aggiunte che razionalizzano gli spazi :-)
comunque per risollevare le sorti dell’economia islandese portremmo fare le solite opere di beneficenza, tipo ripristinare il precetto del venerdì-pesce che, se non erro, al tempo era stato utilizzato per finanziare la pesca in norvegia che aveva subito un tracollo…
Ciao Ceci, tra qualche mese magari qualche paese straniero istituirà il precetto mercoledì-pasta per venire in soccorso a noi… :-)