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rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
24 Luglio 2009

Veline in parlamento

di Giorgio Mattiuzzo per Tra Cielo e Terra.

Negli ultimi mesi mi lascia basito tutto il vociare intorno alle dolcissime signorine che pare stiano affollando il Parlamento europeo. Non solo quelle italiane, c’è anche una rumena figlia di non so chi che si chiama chissà come, di cui però ricordo le fattezze in maniera molto precisa.
Quello che mi stupisce non sono loro, ma i coretti indignati di chi grida allo scandalo, alla corruzione morale del Paese e alla fine dei tempi imminente.

Ok, ora mi spiego, ma devo prenderla un po’ da lontano.

Allora, fino ad oggi il parlamentare modello era uno solo (destra, sinistra, centro poco importa) e lo si può riconoscere come tipo umano abbastanza precocemente.

Se andate ai tempi della scuola (parlo dei licei, credo che per gli istituti tecnici le cose fossero diverse, ma non ci metto la mano sul fuoco) e cercate di ricordare i vostri compagni, di sicuro rammenterete i diversi caratteri. In ogni classe c’erano un paio di semi-geni, un paio di belle ragazze, un paio di delinquenti, un paio di questo e un paio di quello. Ognuno con le sue qualità, ognuno coi suoi difetti. Se avevate bisogno della versione di latino, andavate da uno dei due geni. Se avevate bisogno di fumo, andavate dal delinquente. Se avevate bisogno di compagnia, sapevate da chi andare.

Tra tutti questi, ce n’era sempre uno che non serviva a niente. Non era intelligente, non era stupido, non andava bene, non andava male, non era simpatico, non era antipatico. Era il nulla, il vuoto, lo spazio intergalattico condensato due banchi più in là. Un uomo senza qualità, che però – come tutti noi – aveva bisogno di fare qualcosa, di dedicarsi ad uno scopo. Essendo incapace di fare alcunché, diventava rappresentante di classe.

Trovata la sua missione e rimanendo a contatto tutto il tempo con Cicerone e tromboni vari, già intorno ai 15 anni comincia ad assorbire l’idea che vero uomo è il cittadino che non lavora ma si dedica alla politica. Automatica scatta l’iscrizione al ramo giovanile di un partito istituzionale. Di qui la strada è segnata. Da rappresentate di classe può passare di grado e diventare rappresentate della Consulta provinciale (ed eventualmente fare carriera al suo interno e diventarne Presidente) oppure la strada maestra è quella del rappresentate d’Istituto.

Finito il liceo e raggiunta la maggiore età, egli si convince che la sua strada è la politica. Passa quindi al partito degli adulti ed inizia lentamente a strisciare verso l’alto lungo la tortuosa scala gerarchica. Nel 99% dei casi si iscrive all’università, ad una facoltà del tutto inutile che non insegna niente, in forza del sillogismo appreso al liceo secondo cui il vero cittadino non lavora ma si dedica alla politica, se non lavori vuol dire che stai facendo politica, quindi se studio per non lavorare mi sto mettendo al servizio della comunità.
Da qui in poi l’unica abilità richiestagli è quella di tacere e fare quello che gli viene detto. Finita l’università (in un tempo doppio rispetto al normale, perché lui studia per imparare), il poveretto capisce di non avere alcuna possibilità di mettere insieme il pranzo con la cena, a meno di non mettersi a completo servizio del partito (naturalmente incolperà di questo la globalizzazione, il capitale, i sindacati, i pensionati e Topo Gigio e giammai prenderà atto che nessuno lo vuole perché non sa far niente).

Ora, la maggior parte di questi personaggi si accontenta di poco: un lavoretto in Comune garantito dal partito, magari qualche breve esperienza da Consigliere comunale, un posto nel consiglio di amministrazione di qualche società posseduta dal Comune, consulenze per il sindaco del Comune a fianco. Niente di che, il giusto per arrivare a vivere con serenità senza lavorare.

Alcuni però puntano più in alto. Da consigliere comunale vedi quanto bene se la passano quelli provinciali. Una volta divenuto consigliere provinciale capisci che quelli regionali se la passano ancora meglio. Quando sei consigliere regionale, scopri cosa vuol dire uno stipendio da parlamentare e alla fine ce la fai e il partito ti mette lì, in quella posizione della lista che ti assicura il posto a Roma o a Brussel, se ti comporti bene fino alla fine.

Come si vede, arrivare fino al Parlamento (nazionale od europeo) non è una cosa facile. Richiede anni di sacrifici, centinaia di ore di assemblee e consigli, la conoscenza di migliaia di persone, la creazione di una rete di amicizie, la distribuzione di favori, l’elargizione di promesse.

E’ tuttavia evidente come questo processo sia del tutto irrazionale e incredibilmente poco efficace: sono necessari anni di formazione ed un elevato dispendio economico per addestrare una persona a premere un pulsante su ordine altrui. Razionalmente, siamo di fronte al lavoro meno qualificato presente nel mondo civilizzato. Qualsiasi primate, odontoceta o canide può essere addestrato alla medesima mansione, in molto meno tempo e con risorse economiche inferiori.
Era quindi prevedibile che qualcuno, di fronte ad uno stipendio altissimo e ad un lavoro alla portata di tutti, trovasse un modo più breve ed economico per diventare onorevole.

Il ragionamento è molto semplice: io segretario di partito ho bisogno di avere molti parlamentari dalla mia parte, in modo da poter realizzare il mio progetto politico. Devo pertanto candidare persone che possano ottenere molti voti, ma non posso contare su una base disciplinata e motivata come succede agli eredi dei vecchi partiti, forte di una rete di relazioni e clientele tale da garantire la massa critica di voti e non ho né il tempo né i soldi per crearmela.

Quindi, posto che per svolgere la mansione di parlamentare non è necessaria alcuna abilità o conoscenza, l’unico parametro che sceglierò è la possibilità di attirare elettori, tanti e subito. Come faccio? Candido una donna giovane e bella, possibilmente scelta tra personaggi di terz’ordine del sottobosco che gravita intorno al mondo dello spettacolo: porterà voti perché conosciuta (io le facce delle veline me le ricordo tutte dal 1988 ad oggi, quella del mio sindaco attuale no) e una volta eletta farà esattamente quello che le dico, perché non ha idea di quello che sta facendo, non ci capisce niente e fino al giorno prima probabilmente non sapeva nemmeno che esistesse un parlamento europeo.

(Inciso: non è un caso che sia stato un imprenditore ad aprire la strada: chi è abituato a valutare razionalmente il bilancio costi/benefici e ad ottimizzare tempo e risorse in ragione di un fine preciso sarà sempre due passi avanti a chi intraprende una professione come all’epoca pre-industriale.)

Che differenza c’è tra una di queste giovani donne e un parlamentare? Nessuna: entrambi non sanno fare niente, entrambi non hanno intenzione di lavorare ed entrambi vogliono intascare per quattro anni uno stipendio mensile che supera il reddito annuale di un operaio o di una segretaria.
L’unica differenza è che il parlamentare tradizionale viene da un mondo che lo ha educato a sperperare inutilmente tempo e risorse per diventare parlamentare; ha assorbito malamente gli insegnamenti del liceo e gli esami dell’università e così a 50 anni (di cui 35 di militanza) è arrivato a sedere in parlamento.

La giovane donna invece più probabilmente viene da una realtà “vera”, dove il padre si è spaccato la schiena in fabbrica e la madre fa la parrucchiera, e non ha nessuna intenzione di fare la stessa fine. Educata nel libero mercato e alle sue durezze, cosciente che il suo unico capitale risiede nel fisico e nel sorriso, non spreca certo 35 anni ad inseguire chimere: 20000 euro al mese e viaggi in giro per il mondo gratis per dover premere un pulsante quando ti viene chiesto sono la miglior cosa cui possa aspirare e nemmeno l’escort più di lusso potrebbe sperare di prendere tanto (e comunque anche se intascasse così tanto sarebbe in cambio di prestazioni lavorative logoranti e socialmente non accettate).

E’ naturale che ora tutti coloro che ruotano da anni attorno alla politica si accorgano che il terreno gli sta franando sotto i piedi. Se la lezione delle veline verrà accolta su larga scala, per queste persone sarà l’inizio della fine: parlamentari, giornalisti e intellettuali dovranno cercarsi di che vivere, scalzati da elementi freschi che lavorano per meno e con più entusiasmo (l’entusiasmo di chi sa che alla prossima legislazione potrebbe tornarsene da dove è venuto). E perdere il lavoro quando non si sa fare niente è un problema di ordine spicciolo, più ancora che politico.

Tuttavia non riesco a trovare lati particolarmente negativi. Cioè, non più di quelli che c’erano prima. A comandarci ci sarà una truppa di gente pagata per premere un gettone, solo che invece di essere dei grigi funzionari di partito sono delle avvenenti donne di spettacolo: alla fine dei conti, c’è un vantaggio netto in questo cambiamento.


Giorgio Mattiuzzo

36 comments to Veline in parlamento

  • anonimo

    e’ una storia che abbiamo già letto…

    e che ci indigna…

    ma la mia domanda e’: chi le vota queste parlamentari?

    E’ questo il problema.

  • anonimo

    Bellissimo questo articolo…grande la foto di Gasparri insieme ad Almirante.già allora sguardo intelligente. :-D

  • anonimo

    Ciò che afferma Mattiuzzo potrebbe apparire come un naturale ricambio delle cose…è giusta l’analisi che fa sul modo in cui sono giunti a rivestire determinate cariche i politici di “mestiere”…ma l’articolo non mi piace affatto perché dipinge come sostanzialmente innocua una realtà che non lo è affatto…almeno così a me sembra…e comunque qui parliamo di una realtà assolutamente malata e degradata che sono già molti decenni…ma queste perfette bellezze elevate a rango di legislatori, invece di concepirle come un naturale e salutare svecchiamento della politica, trovo siano una delle espressioni più arroganti…massimamente arroganti, che questo sistema di potere mostra di sé…la vera identità del Quarto Reich si rivela dietro queste avvenenze essenzialmente vuote…non so dire bene, ma qui ci vedo proprio l’ultra-violenza di quel pensiero stolidamente positivo che nella sola tecnica e ragione vede la futura salvezza dell’uomo…la bellezza convenzionale a modello di perfetto inserimento sociale…dobbiamo essere ben pettinati e garbati…liftati dentro e fuori…le belle “presenze” alla Carfagna insomma, consolidano le ingiuste ragioni di uno sviluppo sostanzialmente indifferente alla vita che lo circonda e in questi sorrisi patinati da professionisti dell’artefazione…la biondina nella foto trovo sia un icona assolutamente nazista e razzista…non perché bionda…anche la Carfagna trovo sia un icona alquanto inespressiva da Quarto Reich…voglio dire occorre cercare di valutare la sostanza di un icona e il suo significato…io non sono un professore…se avessi la competenza di un Umberto Eco non gestirei così male il mio scibile come lui fa…che tace minimizzando ciò che accade intorno a noi…assistiamo a rivolgimenti enormi…pertanto credo abbia una valenza precisa l’immagine falsamente garbata di questo “nuovo” estetismo del comando…la sua è una valenza puramente simbolica che rafforza l’insensibilità dell’oligarchia tecnocratica e credo, che la rende ancor più aberrante e disumana…ancor più della faccia di Gasparri che si vede giovanissimo in foto e in questo caso l’ultraviolenza è sottile, sottilissima ma non per questo meno deleteria.

    E’ il caso di dire il volto umano del nazismo o totalitarismo industriale post-moderno è perfettamente incarnato nella bella presenza delle veline-onorevoli…è palese di chi tiri le fila di tutto ciò…questo è un contorno fatto di pietanze fasulle, ingannevoli…non dovrebbe essere difficile concepire che dietro l’avvenente fanciulla si nascondino onnivori mostri a tre teste e noi siamo il loro cibo altroché.

  • gigipaso

    buon giorno Carlo

    tanti anni fa credo attorno al 1978

    venne a trovarmi un caro amico che “condivideva” la fabbrica con me

    portò suo fratello maggiore……

    ci mettemmo a parlare ed il fratello disse una frase che mi lasciò di stucco

    “io cerco di fare di professione il politico”

    “io gli risposi, ma perchè proprio nella DC il partito in cui militava”

    e lui rispose “un partito vale l’altro ,un lavoro vale l’altro basta far carriera ” ……un prototipo

    evidentemente la DC a quel tempo…. poi arrivò il psi..

    poi i cantanti poi gli attori…. le pornostar… poi giù poi sempre più giù..

    fino al parlamentare con il massimo

    rapporto QUALITA’ PREZZO…..le veline

    molto stordito ma perchè non sorpreso ?

    un saluto ggp

  • anonimo

    Bell’articolo. Ho dato anche un’occhiata al tuo blog (in chiusura, peccato), e ho letto delle tue avventure di “debunker”. Sei un pò crudo, però l’uomo quando è in difficoltà in effetti cerca sempre una “fede” che gli dia sicurezza. Bisogna stare atteni a non scivolare nel fanatismo, me compreso, naturalmente. Il “Dialogo tra un venditore di fumo ed un passeggero” è cattivo ma fa sorridere. Quindi, perchè non torni a farti stipendiare dalla CIA e a scrivere? Altrimenti mi rimangono solo Santaruina e Luogocomune…

    Saluti.

  • anonimo

    bocche rubate alla strada…

  • anonimo

    Mi chiedo perchè si continui a ridicolizzare una delle più grosse conquiste della democrazia.

    Cioè il fatto che tutti, ma proprio tutti, abbiano la possibilità di far carriera. Il politico fa una professione che è, per definizione,

    deresponsabilizzata, altrimenti l’entrata nel corso sarebbe a numero chiuso.

    Se poi tu sei uno che ha bisogno di lavorare e ti presenti ad una azienda, la prima cosa che ti chiedono è l’età e le qualifiche.

    Il politico non ha bisogno di qualifiche perchè non lavora egoisticamente per se stesso, come un dipendente d’azienda, ma per gli altri.

    Pyter

  • messier

    Io da studente (non liceale) arrivai fino al consiglio scolastico provinciale. Mi ricordo che fui eletto per un escamotage molto semplice. I miei padrini imposero il voto di preferenza, nella mia scuola, ed io ero in cima alla lista, e si sa, nessuno scorre una lista di nomi. Così fui lo studente più votato in tutta la provincia. Mi divertivo un sacco. Andavo alle riunioni del consiglio provinciale, e alle riunioni delle commissioni interne, a prendere tutti per il culo.

    Compreso me stesso.

  • anonimo

    bello…bello…bello….esprime proprio i miei pensieri che non sono mai riuscito a tramutare in parole….oltretutto l’altra sera ho sentito parlare di molte scqkuole di scienze politiche in procinto di chiudere per mancanza di iscritti…..

    er machete

    ps. tu carl eri rappresentante di classe se non erro….quindi…:P

  • anonimo

    Evidentemente certe cose le si hanno nei cromosomi.

    Io quando ero al liceo, per quanto mi impegnassi, anche nei migliori momenti di forma riuscivo a malapena ad arrivare al livello di studente.

    Pyter

  • anonimo

    Uhm… a me ricorda molto la questione di Caligola e del suo cavallo (nominato senatore). Sui libri di storia della mia infanzia te la liquidavano solitamente con un “Caligola era matto”, ma in realtà pare fosse stata solo una minaccia, un modo piuttosto fine per dimostrare tutto il disprezzo che nutriva per la classe senatoria.

    Eleonora

  • anonimo

    “tutti i cosidetti esperti sono mediali-statali e solo in quanto tali sono riconosciuti esperti.Ogni esperto serve il suo pdarone perché tutte le antiche possibilità di indipendenza sono state pressapoco azzerate dalle condizioni di organizzazione della società attuale.Naturalmente l’esperto che serve meglio è l’esperto che mente.coloro che hanno bisogno dell’esperto sono il falsificatore e l’ignorante.Quando l’individuo non si raccapezza più da solo, sarà rassicurato puntualmente dall’esperto…Un’epoca che trova redditizio adulterare chimicamente tanti vini famosi potrà venderli solo se ha formato degli espeerti in vini che indurranno le cantine ad apprezzare i nuovi sapori ben più riconoscibili.Chi conosce il vino spesso ignora le regole dell’industria nucleare; ma il dominio spettacolare ritiene che dal momento che un esperto l’ha preso in giro a proposito dell’industria nucleare, un altro esperto potrà pure prenderlo in giro a proposito del vino”

    ” il concetto di disinformazione è stato sempre impiegato nel senso più alto dal potere o come corollario da persone che detengono pezzi di autorità economica o politica per mantenere ciò che è istituito e sempre attribuendo a tale impiego una funzione controffensiva.il potere che parla di disinformazine non si crede assolutamente privo di difetti ma sa che potrà attribuire a ogni critica precisa l’eccssiva inconsistenza che è nella natura della disinformazione e in questo modo non dovrà mai ammettere un difetto particolare.

    Insomma la disinformazione sarebbe il cattivo uso della verità.Chi la diffonde è colpevole, chi le crede imbecille.

    Un vantaggio che si ritrova nel denunciare una disinformazione assai particolare è che di conseguenza il discorso complessivo dello spettacolo non può essere sospettato di comprenderla a sua volta perché esso può designare con sicurezza scientifica il terreno dove riconosce la disinformazione: è tutto ciò che si può dire e che non gli aggrada.

    Bisogna che ci sia la disinformazione., e che essa sia fluida, capace di entrare dappertutto.

    Il concetto di disinformazione è valido solo nel contrattacco.Bisogna mantenerlo in seconda linea e poi lanciarlo in avanti immediatamente per respingere ogni verità che si presenti.

    E’ messo in risalto per confutare instantaneamente (anche grazie al suono del termine) ogni critica che le agenzie no fossero riuscite a far sparire.

    In realtà la disinformazione risiede in ogni tipo di informazione e come suo carattere principale.

    Dove la disinformazione è nominata , non esiste.Dove esiste non la si nomina.

    E’ difficile applicare il principio cui prodest? in un mondo in cui tanti interessi operanti sono nascosti così bene.

    L’incertezza è organizzata d’appertutto di modo che sotto lo spettacolare integrato si vive e si muore alla confluenza di un’enorme quantità di misteri”

    “Lo spettacolo si limita a far conoscere il mondo noiso dell’incomprensibile obbligatorio, una tediosa serie di romanzi polizieschi privi di vita e dove manca sempre la conclusione.

    L’imbecillità crede che tutto sia chiaro quando guarda la televisione.La semi elité si accontenta di sapere che quasi tutto è oscuro, ambivalente, ontato in funzione di codici sconosciuti.Un’elitè più chiusa vorrebbe sapere il vero e per questo amerebbe possedere il metodo della verità.Si tratta di un amore infelice.”

    “Chi ècontento di essere a parte della confidenza non è particolarmente portato a criticarla.Grazie alla benevola protezione dei bari, si conoscono un po’ di carte, ma possono essere false.Comunque mai il metodo che spiega e dirige il gioco.

    Ci si identifica subito,in qualche modo, con i manipolatori e si disprezza l’ignoranza che infondo riguarda anche noi.

    Le briciole d’informazione offerte tuttavia gratificano chi vi ha accesso perché si sente superiore a quanti non sanno niente.Esse del resto valgono soltanto per far meglio approvare il dominio e mai a capirlo effettivamente.costituiscono il privilegio degli spettatori di prima classe: quelli che hanno l’idiozia di credere di poter capire qualcosa, non servendosi di ciò che è loo nascosto, ma credendo a ciò che è loro rivelato”

    ” nel nuovo socurantismo della società spettacolare , con la vittoria totale del segreto, l’abdicazione generale dei cittadini, la perdita completa della logica edil progresso generale della venalità e della vigliaccheria la mafia trova le condizioni favorevoli perché diventi una potenza moderna e oltremodo offensiva.

    ci si sbaglia ogni volta che si vuole spiegare qualcosa opponendo mafia e stato.Essi non sono mai in rivalità.La mafia non è un’estranea in questo mondo ma ci si trova perfettamente a suo agio.Essa è il modello di tutte le imprese commerciali avanzate.”

    “Ci sono molti più demeti in giro per il mondo, questo è certo, ma ciò che è indefinitivamente più comodo è che si parli in modo demenziale.E le spiegazioni mediali riguardo ogni cosa non sono infatti imposte da nessun terrore regnante.

    Al contrario è proprio quest’ esistenza pacifica di tali spiegazioni che deve suscitare terrore.

    L’individuo segnato nel profondo più di ogni altra cosa da questo dominio spettacoalre si mette subito al servizio dell’ordine costituito .

    Egli seguirà essenzialmente il linguaggio dello spettacolo perchè è l’unico che gli è familiare: quello in cui gli è stato insegnato a a parlare.Magari si mostrerà nemico della sua retorica, ma userà la sua sintassi.

    La cancellazione della personalità accompagna fatalmente le condizioni di un’esistenza sottomessa concretamente alle norme spettacolari, sempre più separata dalla possibilità di conoscere esperienza autentiche.”

  • Santaruina

    Ho sempre ritenuto gli articoli di Giorgio tra i migliori che si possano leggere in rete, ed ho pubblicato l’articolo che mi ha mandato ad occhi chiusi.

    Ed è inutile dire che ancora una volta ho più che apprezzato il suo punto di vista.

    E poi mi sono divertito moltissimo a preparare le immagini a commento del testo, e spero che a Giorgio non dispiacciano le mie scelte.

    Però le immagini di occhio di falco Gasparri e big jim Rutelli da giovani le trovo davvero commoventi.

    (in verità anche dover scegliere tra decine di foto della Matera e della Basescu per il fotomontaggio iniziale è stato divertente)

    Per er machete: ricordi bene, si direbbe quasi che eravamo compagni di classe :-)

    E non solo, nei primi anni di università feci anche parte di un gruppo studentesco dalle chiare inclinazioni politiche.

    All’epoca ci credevo molto, ed a ripensarci oggi non posso non giudicare quelle esperienze alquanto utili e formative, dal momento che certe realtà per comprenderle è spesso opportuno conoscerle dall’interno.

    Anche se, a dire il vero, negli anni del liceo l’importanza della mia carica era leggermente inferiore allo zero, e la sua unica utilità era il poter saltare delle ore di lezione durante le riunioni dei rappresentanti.

  • anonimo

    A comandarci ci sarà una truppa di gente pagata per premere un gettone, solo che invece di essere dei grigi funzionari di partito sono delle avvenenti donne di spettacolo

    Dunque, addio al tanto prospettato tecno-fascismo EU ed un benvenuto alla dittatura delle gnocche incapaci di cambiar le pile al telecomando? :-)

    Giorgio Venzo.

  • 6by9add6add9

    Come sai la storia umana viaggia su onde ben delineate., vogliamo prendere in prestito alla fisica (qua volevo fare la battuta mal riuscita) la parola “risonanza”.., nei tempi antichi., donne avvenenti.. bellissime., hanno impresso il loro dominio sui popoli.., per poi ritrovarsi in un momento buio dove l’uomo ha avuto la meglio.., poi ecco la donna risvegliarsi da un buio nel quale era caduta.., per poi tornare piu’ forte di prima…, ma la risonanza ha il suo effetto giusto il tempo della spinta e siccome nessuno regala niente.., l’effetto della spinta cessa per tutti. :)

    ahh.., stasera sono anche poetica.., ma ben piu’ crudele avrei voluto essere.. :)

    Salam.

  • guru2012

    Nel mondo della vecchia politica, Gasparri e Rutelli, per arrivare in cima, hanno dovuto “lavorare” parecchio.

    È una mera illusione, pensare che tali personaggi, non abbiano una loro professionalità.

    Se ne possono condividere, o meno, i metodi, gli intenti, si può dubitare della loro buona fede, ma crederli degli sprovveduti, vuol dire non comprendere la complessità della gestione del potere.

    Questa è gente che in gioventù, mentre i loro futuri compagni di partito andavano a farsi le canne, o a limonare con le nuove leve, stava lì a tessere la tela.

    Poi, negli anni novanta, è arrivata la Milano da bere, il “passami il sale” e tutto il resto.

    La “scala mobile”, sembrò in poco tempo una cosa vetusta e finì buttata al secchio in nome del progresso.

    Il fenomeno delle “veline” in politica, è roba dei giorni nostri e Mattiuzzo scrive di non vederci nulla di negativo. A me pare segnare, invece, la fine della democrazia rappresentiva, cosa di per sé, anche auspicabile, se non aprisse la strada, temo, alla dittatura globale.

    Le Carfagna, Matera & Co., sono la pietra tombale che chiude il triste epilogo della politica di Aristotele.

    Barbara Matera for president!

  • Santaruina

    un benvenuto alla dittatura delle gnocche incapaci di cambiar le pile al telecomando? :-)

    La commissione per le pari opportunità e il comitato per la libertà di pensiero ma fino ad un certo punto penso che non approverebbero il tuo commento, di chiaro stampo discriminatorio e sessista.

    Però le tue colpe sono limitate perchè è stato Mattiuzzo a dare il via :-)

    ______________

    Cinzia

    hai per caso letto Bachofen? :-)

    A presto

    _______________

    Ciao Guru

    vuol dire non comprendere la complessità della gestione del potere.

    Mi scuserai, ma mentre leggevo questa frase avevo ancora in mente l’occhio vispo di Gasparri, e non ho potuto fare a meno di fare un collegamento.

    A parte il fatto che anche un borseggiatore deve imparare il mestiere prima di praticarlo, questa fantomatica “gestione del potere” non è altro che la capacità dei pochi di rubare ai molti.

    Che qualcuno eccella in questo, non va certo a suo vantaggio.

    Per quanto riguarda la democrazia rappresentativa, è stata una presa per i fondelli sin dalla sua introduzione.

    Non vi può essere degenerazione in qualcosa creato già marcio.

    Almeno la Barbara e la Basescu sono belle a vedersi.

    A presto

  • tristantzara

    E’ davvero interessante questo argomento e vasto anche. Dobbiamo slacciarsi dal considerarlo solo sotto il profilo etico di buon senso in quanto la politica oggi e ieri è succube dell’economìa finanziaria che, liberista sfrenata, non ha tempo di guardare al buon senso sennò non saremmo tutti mezzi poveri.

    Se chi ha anticipato ‘ste bellezze ha buttato a mare la scuola di valori sociali dalla quale proveniva si può sperare che i più giovani non ripetano il medesimo errore, ma niente può svilupparsi dai diamanti mentre da un buon letame sì. (De andrè). Traduzione : solo da chi ha patìto ingiustizie e ha sofferto si può sperare che sappia bel lavorare all’interno di istituzioni politiche. augh !! D

  • anonimo

    Anche Cofferati ed Epifani al liceo volevano fare i rappresentanti di classe, ma ce l’hanno fatta solo da grandi.

    Pyter

  • guru2012

    “Almeno la Barbara e la Basescu sono belle a vedersi.”

    Oh sì, certo, il mondo è pieno di belle ragazze e già che ci siamo potremmo dire “anche l’occhio vuole la sua parte”.

    Continuiamo così, facciamoci del male.

    Ciao a te Santa, è sempre un piacere leggerti. :D


  • anonimo

    “un tempo si cospirava sempre contro un potere costituito.Oggi, cospirare a suo favore, è un nuovo mestiere in grande sviluppo.Sotto il dominio spettacolare si cospira per manteneerlo e per garantire ciò che soltanto esso potrà chiamare il suo buon andamento.Questa cospirazione fa parte del suo funzionamento”

    “Cominciano ad essre pubblicati, in modo prima confidenziale, testi lucidi , anonimi o firmati da sconosciuti – tattica peraltro facilitata dalla concentrazione di ciò che tutti sanno sui buffoni dello spettacolo, il che fa si che gli sconosciuti sembrino oggi i più degni di stima – non solo su temi che non sono mai affrontati dallo spettacolo.Si tratta di una critica migliore lanciata e sfruttata in modo nuovo, manovrata da un’altra specie di professionisti meglio format,; argomentazioni la cui giustezza è resa sorprendente da un tipo di originalità calcolabile, derivante dal fatto di non essere tutto sommato mai state usate prima, pur essendo piuttosto evidenti.

    Questa pratica può servire almeno come prima fase di “iniziazione” per reclutare menti un po’ sveglie, cui si dirà in seguito, se sembreranno adatti, una dose maggiore del probabile seguito.

    E ciò che per alcuni sarà il primo passo di una carriera sarà per altri – classificatesi meno beno – il primo gradino della trappola in cui cadranno.

    In certi casi si tratta di creare , su questioni che rischierebbero di diventare scottanti, un’altra pseudo opinione critica; e tra le due opinioni che così risultassero, entrambe estranee alle miserie spettacolari, il giudizio ingenuo potrà oscillare indefinitivamente e la discussione per valutarle sarà rilanciata ogni volta che converrà, arricchendola.

    Si tratta più spesso di un discorso generale su ciò che è nascosto dai media, eppure una critica seppur giusta o palesemente intelligente apparirà stranamente sempre decentrata ed il punto di fuga della prospettiva è sempre assente in modo anomalo.Assomiglia al facsimile di un’arma famosa cui manchi soltanto il percussore…deve dar l’aria di biasimare molto ma senza mai dare l’impressione di far apparire qual è la sua causa, da dove viene e dove va”

    “la coerenza della scoietà dello spettacolo ha dato ragione ai rivoluzioanri perchè è ormai chiaro che non si può riformare il suo dettaglio più insignificante senza demolire il tutto.Allo stesso tempo qeusta coerenza ha soppresso ogni tendenza rivoluzionaria organizzata, sopprimendo terreni sociali in cui essa aveva potuto esprimersi più o meno bene.in una sola volta si è potuto mettere in luce l’incompetenza e l’irriflessione che tale tendenza portava in sé del tutto naturalmente.E sul piano individuale, la coerenza dominante è capacissima di eliminare o di comprare certe eventuali eccezioni”

    “La soveglianza potrebbe essere molto più pericolosa se non fosse stata spinta, sulla strada del controllo assoluto di tutti, fino al punto in xui incontra difficoltà derivanti dai suoi stessi progressi.

    L’abbondanza del amteriale costringe a riassumeerlo ad ogni livello: un parte scompare, il resto è troppo lungo per essere letto.

    la direzione della sorveglianza e della manipolazione non è unificata.Si lotta un po’ ovunque per la spartizione dei profitti.

    Mille complotti a favore dell’ordine costituito per lo sviluppo prioritario di una data virtualità della società esistente si ingarbugliano a scapito l’un dell’altro a patto che siano dello stesso stampo e quindi anch’essi rispettabili.

    E’ un complotto così denso da mostrarsi quasi alla luce del sole ed ognuna delle sue diramazioni disturba e preoccupa l’altra ed i professionisti della cospirazione arrivano al punto di osservarsi senza sapere esattamente perché e si incontrano senza potersi riconosce con sicurezza.

    Chi vuole osservare chi? Per conto di chi? Ma in realtà?

    Perché ogni mezzo aspira a diventare un fine e mano a mano che ci si avvicina alla totalità del controllo dello spazio sociale, la stessa sorveglianza si sorveglia e complotta contro di sé.”

    “La sorveglianza combatte un partito assente: quello che si presume voglia il sovvertimento dell’ordine sociale.Ma dove si può vederlo all’opera? Perché di certo le condizioni non sono mai state così rivoluzionarie, ma solo i governi lo pensano.

    La negazione è stata così perfettamente privata del suo pensiero che è da lungo tempo dispersa.Per questo essa non è altro che una minaccia vaga, eppure molto inquietante, e la sorveglianza è stata privata del campo migliore della sua stessa attività.

    Essa ora è obbligata dalle necessità attuali a portarsi sul terreno in anticipo e per questo organizzerà poli di negazione e di informazioni estranei allo spettacolo, al di fuori di esso, per influenzare non più terroristi ma teorie.”

    “OCCORE CONCLUDERE CHE E’ INELUTTABILE ED IMMINETE UN RICAMBIO DELLA CSTA COOPTATA CHE GESTISCE IL DOMINIO ED IN PARTICOLARE DIRIGE LA PROTEZIONE DI QUESTO DOMINIO.tale novità non si esibisce mai nello spettacolo.ESSO CONCLUDERA’ IN MODO DEFINITIVO, DECISIVO, L’OPERA DEI TEMPI SPETTACOLARI.SELEZIONERA’ COLORO CHE VI PRENDERANNO PARTE IN BASE A QUESTA ESIGENZA PRINCIPALE: che sappiano chiaramente di quali ostacoli sono liberati e di cosa sono capaci.

    TROPPI SPRECHi.CAPITA AI DOMINANTI DI PENSARE ANCORA UNA PARTE DI CiO’ CHE HANNO SOPPRESSO E DI CONSIDERARLA NEI LORO CALCOLI:VECCHI PREGIUDIZI, PRECAUZIONI ORMAI INUTILI E TRACCE DIS CRUPOLI DI ALTRI TEMPI.

    il distino dello spettacolo non è certo quello di finire in un dispostismo illuminato.”

  • anonimo

    Con Kennedy finì la democrazia, come normalmente viene ancora intesa. Da allora il potere è stato esercitato attraverso “teste di legno” che prendono ordini da chi realmente governa (chi cerca di svincolarsi fa una brutta fine: vedi Saddam e vedi le ultime disavventure del Berlusca che vuole legarsi troppo alla Russia di Putin). A questo punto cosa importa se nei vari parlamenti siedono funzionari di partito, prezzolati o veline? Tutto è ridotto a spettacolo (di basso livello) e chi realmente comanda se ne sta ben defilato. Credo che la democrazia sia in fase di liquidazione. Non si prospetta ormai apertamente il Nuovo Ordine Mondiale che sarà gestito da un ristretto numero di Illuminati? Doctor If

  • anonimo

    Beh, tra la escort e il ministro c’è poco da scegliere… Bravo Giorgio! Hai colto nel segno!

  • anonimo

    Se chi va la parlamento europeo è un mero lettore di veline, ossia di direttive provenienti da chi gestiste effettivamente il potere, chi meglio delle veline è adatto a leggere le veline ?

    Ma noi siamo interessati a che lo Stato (mondiale, europeo, nazionale, regionale, provinciale, comunale) si materializzi sotto forma di scrittori di veline e lettori di veline ?

    Ad es. tra poco lo Stato, attuato attraverso le veline, imporrà una vaccinazione di massa che sta suscitando non poche perplessità: non si conosce l’efficacia preventiva del vaccino e non si conosce la pericolosità del virus contro il quale ci dovremmo vaccinare; l’unica cosa certa è che i produttori del vaccino vadano cercati tra gli scrittori di veline, o i loro amici.

    Che negli ultimi anni molti attori, cabarettisti, lettori di veline, porno dive siano stati arruolati nelle fila dei gestori della cosa pubblica, secondo me, non va interpretato come un mezzo per raccattare qualche voto in più, ma come una ricerca di eccelenza: bravi interpreti di copioni scritti da altri.

  • messier

    @ anonimo # 22

    “Con Kennedy finì la democrazia, come normalmente viene ancora intesa”. Questo nei riguardi di chi ? Della percezione degli elettori ? Forse JFK poteva sembrare un amico sincero della gente ? Può essere, ma hai idea in quale famiglia fosse cresciuto JFK ? Chi era suo padre ? Roba che Berlusconi gli fa una pippa. In sostanza, la democrazia non è MAI esistita, nessuno viene posto a guidare il popolo DAL POPOLO. Siccome democrazia dovrebbe significare quello, la democrazia non è mai esistita.

    Noi poveri mortali a volte rimaniamo un po’ attoniti e confusi, perchè ogni tanto capita che ai posti di comando delle varie entità di potere occidentali, si trovino anche brave persone. Sul serio, persone un po’ indecifrabili, un po’ contorte forse, ma che ispirano davvero una sorta di fiducia. Era così JFK, ma in altri lidi era così anche Wojtyla. Com’è possibile questo ? Non è strano ?

    No. La chiave del Potere è scegliere i pezzi e disporli sulla scacchiera. Non saranno tutti cavalli neri nè tutti pedoni bianchi…

    Che poi le brave persone (in potenza o in realtà) facciano una brutta fine, è la conseguenza del Gioco che si svolge sulla scacchiera, che comunque, sappiamo a chi appartiene.

  • anonimo

    @ messier

    che JFK sia venuto da quella particolare famiglia che frequentava -e frequenta- gli stessi ambienti massonici tanto cari a quasi tutti i successivi Presidenti USA, è indubbio. Tuttavia probabilmente cercò di uscire dal seminato (delirio messianico?) e fece la fine che fece. Tuttavia agli occhi della gente rappresentava un simbolo “il” simbolo della democrazia e per questo venne eliminato appena possibile. Non scordiamoci che la gente -noi- abbiamo bisogno di seguire (come pecore?) sempre qualcuno che ci faccia sognare (il comune cittadino che diventa Presidente degli USA -wow-). Quello che volevo dire è che con la morte di Kennedy è caduto anche l’ultimo putibondo velo che cercava di nascondere la vergogna di una apparente democrazia che probabilmente, se mai vi è stata, è morta ormai da tempi lontanissimi. Un saluto Doctor If

  • Santaruina

    Però anche Obama alla fine è arrivato fin lì perchè c’era la necessità di un uomo “semplice” con grande carisma.

    In questo è molto simile alla figura di kennedy.

    Poi, come si diceva, capita a volte che vengano selezionati personaggi “puri”, e questo, secondo il mio personalissimo parere, succede quando si ha la necessità di convergere e catalizzare i sentimenti costruttivi delle persone (e qui siamo nel campo delle eggregore)

  • HAVEADREAM

    …avevo sperato di ritrovare Giorgio come “ospite gradito”, e l’articolo dimostra infatti ancora una volta quanto ci mancherà la sua sintesi e capacità critica.

    ciao

    Salvatore

  • toporififi

    Ho sempre, (è più forte di me), associato una bella donna al concetto di felicità, conscio del fatto che dietro grandi catastrofi umane ce ne quasi sempre una.

    quello che non condivido invece è l’associare l’idea di bella donna a queste veline.

    Le trovo per lo più insignificanti, almeno quanto lo sono la maggior parte dei politici, e calza perfettamente loro gran parte di ciò che il brillante e divertente articolo attribuisce alle qualità umane degli aspiranti politici di professione, infatti nessuna di loro riesce, non dico a trasmettermi un alito di felicità, a procurarmi un microscopico buon umore.

    Forse la verità più profonda dell’articolo, che solo apparentemente può sembrare una boutade, è che l’indice di gradimento del maschio moderno per la donna è di natura imprenditoriale, economica, fatta di costi e ricavi, misure e curve, di bilancio, tutte cose che hanno preso il posto della politica intesa nel suo senso nobile.

    La costruzione della prima velina di laboratorio a uso politico:

  • messier

    Un saluto a te, Doctor If. Carlo, penso che sia come dici tu. Manovrati fino in fondo. E’ triste ammetterlo, ma è così.

  • anonimo

    Salve a tutti.

    Non perdiamo di vista l’aspetto complessivo. Non facciamo l’errore di fare i conti senza l’oste.

    La questione delle veline è solo un’escamotage, un prendere tempo in questi ultimi barlumi dello status quo socio-politico italiano. Ormai siamo agli sgoccioli. Mister SB è ai 73 e 73 sono pesanti. Tutta la politica italiana è diventata SB o anti SB. Tra poco finirà tutto sotto il peso del declino economico e della lunga depressione. Aspettiamo settembre e pure ottobre. Il conto arriverà a gennaio e sarà salato. L’italiano è solitamente un popolo pecorone e appecoronato ma capace per questo di tutto. La storia insegna. 24 anni di Mussolini e si è visto come è finito. 13 di Craxi ed è stato rinnegato anche lui. Quanto durerà ancora SB?

    A chi scherza con i conti dell’oste non si fanno sconti.

    Saluti

  • anonimo

    Grande Giorgio! :-)

    Pax

  • VenetianBatti

    Bel articolo, soprattutto la parte del polito medio.

  • anonimo

    Tra un vecchio arnese della politica, un ex sindacalista, una telepresentatrice, una velina e una zoccola effettivamente non vedo questa grande differenza… invece l’idea di equini e canidi mi attira assai; già il buon vecchio Caligola aveva nominato il suo cavallo senatore: secondo me era solo in anticipo sui tempi…

  • anonimo

    Considerazioni un po’ troppo manichee. Forse.

    L’analisi è sicuramente sferzante; riduttiva a tratti; terribilmente incisiva in sintesi. Purtroppo si tratta di una realtà che non saprei misurare a livello statistico, eppure è suffragata da una vasta (e desolante) casistica d’insieme.

    Naturalmente, in un simile ambiente di degradazione, esistono anche delle rarissime eccezioni e quelle cercherei… Un pò come scoprire il Graal!

    La “politica” nell’accezione greca del termine (Politikeia) dovrebbe essere il coinvolgimento attivo del cittadino consapevole, nella pienezza dei suoi diritti e soprattutto nell’assolvimento dei propri doveri, all’interno della società e nell’interesse della colletività. Partecipazione responsabile alla costruzione del bene comune, fortificata dall’esperienza personale e dal costante impegno civile. E non delega in bianco, tramite cooptazione clientelare su interessi particolari e umori demagogici.

    Ma tant’è…

    Una sola, modesta, domanda:

    Se tutti ci ritirirassimo sulle cime di una sorta di Monte Athos, puri tra i puri e nobilitati nel nostro distacco, a pisciare con disprezzo sopra le miserie del mondo, cosa ci rimarrebbe?

    E soprattutto chi ci rappresenterebbe?

    Perché le decisioni di una siffatta maggioranza, volente o nolente, condizionano anche le (non)scelte e lo stile di vita della minoranza. Financo i suoi stessi diretti e la sua esistenza civile in seno alla comunità.

    Siamo davvero sicuri che il supposto “cambiamento” in atto costituisca un “vantaggio netto” ?!?

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