L’uomo come macchina sterile, l’oblio del concetto di salute “psico-fisica”, il grande tradimento della medicina contemporanea.
Un aspetto innegabile della gestione dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo è rappresentato dal grande balzo all’indietro compiuto dalla medicina moderna nel rapportarsi con la salute dell’individuo.
La medicina moderna si definisce sostanzialmente a partire dal XIX secolo, quando venne individuata con sempre maggiore precisione l’esistenza dei microrganismi e il loro rapporto con lo svilupparsi delle malattie.
Si scoprì gradualmente che molte patologie erano causate da piccoli parassiti, che gli stessi microrganismi erano responsabili delle infezioni, e col tempo si misero a punto rimedi atti a contrastare la loro opera (sterilizzazione, antibiotici, norme basilari di igiene).
Basti ricordare, a titolo di esempio, il modo in cui la mortalità delle madri e dei neonati nel momento del parto crollò vertiginosamente quando i medici iniziarono a lavarsi le mani tra un intervento e l’altro, evitando così di infettare i nascituri e le partorienti.
Questi progressi fecero fare alla medicina un balzo in avanti enorme, e furono centinaia di milioni le vite umane che da allora furono salvate.
Di lì a poco si entrò in un’epoca in cui a livello scientifico il positivismo e il meccanicismo si imposero come teoria dominante: ogni aspetto del mondo tangibile, compreso l’essere umano, poteva essere investigato e compreso a partire da principi fisici e meccanici.
L’uomo stesso finì per essere considerato come una macchina, un organismo che necessità di determinate sostanze per funzionare, e che risponde alle leggi meccanicistiche del mondo materiale.
Il benessere dell’individuo, di conseguenza, dipendeva dal mantenimento di un equilibrio delle funzioni vitali corporee.
Questa visione strettamente meccanica, pur fondandosi su alcuni assiomi indiscutibili, si dimostrò nel tempo incompleta: in particolar modo per quanto riguarda l’essere umano, vi erano anche altre componenti che entravano in ballo, e che si scoprì che non potevano essere ignorate.
Non bastava garantire il sostentamento e gli altri bisogni basilari all’uomo per renderlo “efficiente e soddisfatto”: la mente umana risultava più complessa, e la felicità umana richiedeva innumerevoli altre componenti, aspetti che abbracciavano il campo non strettamente materiale.
Si tentò allora di studiare anche queste componenti non materiali in maniera “scientifica”, e si svilupparono a tal proposito le scienze psicologiche; queste altro non furono che un tentativo di far rientrare anche gli aspetti non quantificabili e non misurabili del vivere umano all’interno di un paradigma coerente con la scienza contemporanea.
Col tempo la medicina comprese quindi che nel garantire la salute dell’individuo non si poteva prescindere anche dalla sua situazione “psicologica”.
Il concetto di equilibrio personale si ampliò e si iniziò a parlare di salute “psico-fisica”.
Una corretta alimentazione, una condotta prudente nei confronti degli agenti esterni, un continuo monitorare le proprie condizioni fisiche era considerato prioritario, ma altrettanto importante per la salute del singolo era considerata la sua condizione “sociale”, i suoi affetti, le soddisfazioni del vivere quotidiano, la sua socialità.
Si scoprì addirittura che il benessere psicologico rafforza lo stesso sistema immunitario: psiche e corpo lungi dall’essere due attori separati risultarono essere parte di un unico processo.
Ora, nell’affrontare l’emergenza sanitaria attuale, la medicina nel suo complesso pare aver dimenticato tutte queste realtà che fino a pochi mesi fa venivano considerate verità assodate e pluridimostrate in ambito medico.
Cancellando in un solo colpo i progressi di più di un secolo, il mondo medico è tornato a considerare l’individuo una mera composizione materica.
La risposta che è stata data al diffondersi dell’epidemia è stata infatti esclusivamente meccanicistica: totale isolamento per non andare incontro al patogeno, bando di ogni interazione sociale, dispositivi per filtrare l’aria che si respira, una igienizzazione ossessiva e compulsiva dell’ambiente circostante.
In tutto questo le necessità psicologiche sono state del tutto ignorate.
Le interazioni sociali, il semplice contatto con la natura all’aria aperta, le esigenze ricreative, tutti aspetti che erano considerati indispensabili per la corretta salute di ogni essere umano sono state bandite, criminalizzate.
Tutto ciò che fino a ieri ci rendeva realmente umani è stato demonizzato.
L’uomo è tornato ad essere considerato una semplice macchina, senza altre componenti, senza ulteriori bisogni se non il cibo e il non venire a contatto con pericolosi parassiti.
Un tradimento epocale di tutto il mondo medico, un rinnegamento criminale di tutto ciò che rende gli uomini “umani”.
Le misure cui siamo sottoposti a mio avviso sono un attentato alla vita.
Da un punto di vista strettamente biologico la specie umana per sopravvivere deve riprodursi
Pertanto è necessario che i giovani maschi e femmine si incontrino si piacciano e si conoscano in senso biblico
Ora se ognuno rispettasse Lockdown mascherina e distanziamento in modo categorico sarebbe impossibile l’atto sessuale e la vita terminerebbe
Fortuna che esiste la trasgressione il “peccato” Benvenuta disobbedienza
Certo che siamo guidati da persone cieche nella migliore delle ipotesi
A queste persone risulta difficile comprendere l unità anima corpo
Equilibrio psicofisico armonia e salute
Tuttavia noi siamo gregge calcolo opportunistico paure
Penso potremo trovare solo soluzioni singole strettamente personali
Forse sarà meglio così
Infatti, sono tutte misure che vanno contro la vita, ed è enormemente palese.
Eppure, sembra di essere inclusi in una ipnosi collettiva.
“Eppure, sembra di essere inclusi in una ipnosi collettiva.”
L’acqua si apre la strada seguendo un sentiero di minima resistenza.
L’uomo va avanti, per quanto può, cercando di evitare gli ostacoli più duri, credo che il tutto sia un fluire inerziale, un sopravvivere, come sempre nonostante tutto; la consapevolezza, perfino il pensiero o il sospetto che da lassù stiano agendo contro è troppo erto.
Significherebbe mobilitarsi, agire, pensare.
Il limite, Carlo, quale è?
La diga che ferma il fluire inerziale fra la nescienza e la certezza e la non-voglia di fare, dov’è, quale è questa diga?
È un militare che ti obbliga a lasciare casa?
È un figlio portato via?
È la perdita del lavoro?
È una fucilazione di dissidenti?
È il marchio sulla mano destra?
Dov’è il limite?
XYX
Non dimentichiamo i milioni di soldati che nella storia si sono sparati fra di loro senza nemmeno conoscersi
Forse l’ipnosi collettiva perdura da secoli
Forse l’uomo è l ultimo arrivato e si trova in notevole ritardo nella fase evolutiva nonostante la nostra presunzione
Forse siamo una manica di poveracci privi di una qualche rotella
Forse forse forse….
Sicuramente c’è una carenza di amore
Sicuramente dobbiamo cercare di venire a capo del problema affrontando con grande umiltà e determinazione pregando la Luce che ci mostri la Via
In ultima analisi se è vero che siamo vivi ne scopriremo il motivo
Scopriremo il perché della sofferenza non solo umana ma planetaria
Sarebbe triste e privo di senso rimanere 70 80 anni sul pianeta senza capirne il motivo
Capisco anche chi volesse dirmi limitati a vivere la tua vita e sii contento di quel che hai/sei
Il discorso e’ completamente errato – corretto nelle premesse, errato nelle conclusioni dato che si finge di non sapere che non esiste nessuna emergenza medica reale, al contrario e’ in atto l’instaurazione di una forma piu’ avanzata del regime attuale e in questo la pandemia per ora fasulla e’ solo la storia di copertura e il pretesto per l’imposizione di misure draconiane di loro inaccettabili, in tutto questo la medicina o la scienza non c’entrano assolutamente nulla, ma l’aspetto psicologico e’ invece assolutamente centrale a tutta l’operazione in quanto le misure stesse sono per lo piu’ scientificamente mirate al controllo psicologico della massa, da cui deriva appunta questa “ipnosi collettiva”, creata ad arte da gente che sa benissimo quello che fa.
Io temo che la grande fregatura della medicina e della farmacia moderna sia stata quella di appoggiare completamente la propria scientificità sulla statistica (senza nemmeno insegnarne le basi ai medici, per altro). Nel momento in cui la validità si misura su basi statistiche l’esito non può che essere quello di produrre cure che meglio funzionano tanto più il paziente si avvicina all’essere umano medio – e peggio tanto più se ne discosta (sia fisicamente che psicologicamente)
Un’altra colossale fregatura è stata quella di prendere per buono che prevenire sia meglio che curare (dando per scontato che prevenire le malattie – o qualsasi altra cosa, in realtà – fosse davvero possibile, cosa su cui personalmene ho serissimi dubbi)
Siamo purtroppo fagocitati dal pensiero unico dominante
La medicina affidata alla chimica i vecchi rimedi sorpassati la medicina alternativa diventa complottista
Diciamo che non mancano i motivi per andare in depressione…
E qui il discorso si amplia…