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-o- Too late to die young -o-
13 Gennaio 2021

Il vero costo della pandemia

«Io non ho mai avuto tanti accessi al pronto soccorso e tentativi di suicidio e di autolesionismo.

Abbiamo una quantità di richieste di aiuto che sono addirittura superiori alle nostre possibilità di accogliere»: queste le parole di Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria all’ospedale Bambino Gesù di Roma, a Rainews24.
Molta la preoccupazione per la condizione di tanti adolescenti: «Tutto questo è assolutamente associato al periodo di chiusura, gli adolescenti vivono con grande preoccupazione questo periodo e quindi c’è una ripercussione sui loro vissuti particolarmente importante.
Mi comincio a chiedere quando tutta questa emergenza sarà finita quello che dovremo gestire. Sarà un’onda lunga» ha poi concluso.

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Ci sono molte persone che credono che le misure imposte dal governo abbiano come fine il proteggere la popolazione.
“Siamo nel mezzo di una emergenza sanitaria, occorre limitare le libertà per evitare migliaia di morti”.
Se così fosse, i governi sarebbero altrettanto preoccupati della salute psicologica dei più fragili, a partire dagli adolescenti, che stanno vivendo questo periodo con enormi sofferenze, subendo privazioni e limitazioni che incideranno sul loro futuro sviluppo psico fisico, in una età in cui le interazioni sociali sono altrettanto importanti del cibo e dell’aria che si respira.
Così come, se i governi tenessero alla popolazione, sarebbero impegnati ad evitare quelle misure che hanno portato e porteranno centinaia di migliaia di persone alla disperazione, causata dalla perdita del lavoro e della possibilità di sostentamento.
In Giappone, dove si tiene un registro aggiornato della situazione psicologica della popolazione, si è appurato che le morti causate dai suicidi collegati a questo periodo di privazioni e limitazioni superano numericamente la quantità delle vittime del co*id.
In Italia un conto aggiornato delle morti causate dai suicidi non c’è, ma basta una veloce ricerca tra gli articoli di cronaca per accertarsi del fatto che, per quanto riguarda la popolazione d’età inferiore ai 60 anni, i suicidi causati dalle conseguenze delle misure prese dal governo sono infinatemente superiori al numero dei morti per co*id.
Questo è un dato di fatto.
E sono tutte morti di cui il governo è direttamente responsabile.
E occorre anche tenere conto che il peggio non è ancora arrivato.
Dal punto di vista economico stiamo attualmente vivendo in un limbo, siamo in una spiaggia durante uno tsunami, e siamo nella fase in cui le acque si ritirano, prima di sperimentare la grande onda che si porterà via tutto.
Nell’ultimo anno centinaia di migliaia di imprese sono sopravvissute dando fondo ai risparmi degli anni precedenti, usufruendo delle casse integrazione che non potranno essere eterne, ma la perpetuazione delle misure restrittive porterà queste aziende al fallimento prossimo.
Il blocco dei licenziamenti è stato più volte prorogato, e quando inevitabilmente avrà termine altre centinaia di migliaia di famiglie si troveranno improvvisamente senza reddito.
Questo tracollo è inevitabile, certo come l’arrivo a valle di una frana che al momento osserviamo staccarsi dalla cima della montagna.
E sarà tutta colpa delle misure imposte dai governi, che per quanto inetti non possono non comprendere le conseguenze delle loro scelte totalitarie.
Stanno consapevolemente condannando centinaia di migliaia di persone alla miseria, e stanno devastando psicologicamente, consciamente, milioni di persone.
Per questo non vanno creduti nemmeno per un secondo quando asseriscono che tutto quanto si sta facendo è necessario per il bene dei cittadini.

4 Gennaio 2015

Racconti dal prossimo futuro

Riceviamo dall’amico P.Paiolo e volentieri pubblichiamo un breve racconto che narra di eventi recenti, da una prospettiva lontana, o forse vicina.

di P. Paiolo

Remember, remember the 5th of November: dal movimento Anonymous al celebre film V for Vendetta, fino alle prime proteste di piazza degli anni 2010,  questa frase rendeva omaggio a tutti i rivoluzionari negli ultimi tempi prima della Caduta.
L’altra data da ricordare negli stessi anni é il 25 gennaio. Molti la ricordano per le elezioni greche.
A fine 2014 fu chiaro a tutti che la maggioranza allora al governo in Grecia non sarebbe stata in grado di eleggere il nuovo presidente della Repubblica.
Per tre volte il parlamento votò e per tre volte non riuscì ad eleggere il presidente.
Furono convocate le elezioni politiche, ai sensi della costituzione greca. I primi sondaggi davano per sicuro il successo del partito anti-austerity SYRIZA.
L’Unione europea ed i poteri della finanza di tutti gli stati temevano l’affermazione di SYRIZA perché la Grecia sotto SYRIZA avrebbe potuto allontanarsi dall’Unione dell’Euro.
L’uscita di una nazione dall’Unione avrebbe messo a rischio l’intera Unione, minacciando le basi stesse dell’Euro e del mondo.
Il mondo infatti era ancora nel pieno della Grande Crisi degli anni 10; le capitali reggevano ma le periferie di tutti gli imperi conoscevano un degrado economico e sociale senza fine.

Il mondo teneva ancora anche se era praticamente sull’orlo del tracollo; qualunque evento – come l’uscita dall’euro di una nazione – sarebbe stato il colpo di grazia agli imperi occidentali e forse a tutto il mondo.
Il partito greco era allora guidato dal giovane Tsipras, un uomo che sembrava pronto a sfidare la vile Bruxelles per salvare la sua nazione.
Il giorno della verità per lui e per la Grecia fu fissato per il 25 gennaio 2015.
Molti ricordano un altro 25 gennaio: quello del 2011, per la Rivoluzione Egiziana.
Alcuni, in ciò che resta del mondo arabo, ancora celebrano il 25 Gennaio come il giorno della prima grande manifestazione di piazza in Egitto. La protesta continuò e portò in pochi giorni al rovesciamento ed alla caduta dell’allora presidente Mubarak.
I manifestanti si radunarono in massa in piazza Tahrir e vi rimasero accampati con l’obiettivo di rovesciare Mubarak. Vi riuscirono quando le proteste arrivarono al palazzo presidenziale ed il presidente lasciò il palazzo a bordo di un elicottero.
Mubarak comparve poche ore dopo nella dorata e sicura località turistica di Sharm el Sheikh,  da lui creata sul Mar Rosso, da cui annunciò la consegna del potere all’esercito.
Furono convocate le elezioni e dopo un lungo processo elettorale vinse il candidato dei Fratelli Musulmani, Morsi.
Morsi tentò di ridurre il potere dell’esercito egiziano in favore dell’organizzazione politico – religiosa uscita vincente dal verdetto elettorale e da lui guidata.
Con alti e bassi, dopo un periodo di instabilità economica e politica ed una serie di elezioni, l’esercito egiziano riprese il controllo della nazione,  deponendo il presidente Morsi.
l’Egitto ebbe così una rivoluzione e ben due presidenti sotto processo giudiziario nel giro di un paio d’anni. Per ritrovarsi poi non troppo diverso da com’era prima.
Il 2014 era appena finito ed il mondo entrava in punta di piedi nel 2015, largamente inconsapevole di cosa sarebbe successo quell’anno.

Fast forward.

Il fuoco si sta spegnendo e anche domani sarà una giornata fredda, dice Sergey, l’omone con l’accento slavo che é diventato ufficialmente il nostro uomo delle previsioni del tempo. Mi piacerebbe sapere qualcosa di più di lui ma non c’é nessuno da queste parti che sa parlare la sua lingua.
Fa il possibile per imparare, adesso oltre a “domani piove” e “domani bello” o “domani freddo” osservando i cieli ed il vento, non sa dire molto.
Però é bravo a creare oggetti utili con i materiali di recupero, specialmente dai motori e in generale dai relitti delle auto.
Ha fatto un essiccatore per semi con un radiatore, divani e poltrone dai sedili, e cose così. E ieri ha cantato una vecchia canzone russa stile festival di Sanremo. È stato divertente anche se faceva freddo.
Chissà di cosa parlava, la canzone.

24 Gennaio 2013

Comunicazione: nasce il Club Capretta

Informazione Scorretta di Felice Capretta è stato uno dei blog più interessanti nel panorama italiano per quanto riguardava le analisi geopolitiche ed economiche di questi intensi tempi.
A distanza di un anno dalla sua chiusura, l’amico Felice dà inizio ad un nuovo sito, dalle ampie prospettive.
Ricevo e quindi volentieri pubblico la presentazione di questo nuovo progetto.

 

Oggi, 24 Gennaio 2013, festeggiamo l’Happy Day, giorno di felicità, giorno di festa.
Oggi parte ufficialmente il Club Capretta.

Perché di questi tempi, ormai, giorni di festa se ne vedono pochi. Sono giorni in cui vediamo l’ordine antico sfaldarsi, crollare imperi, il disordine montare e le neodittature consolidare il loro potere, cadere e forse ritornare.

In questo momento epocale di scontro tra il bianco ed il nero, dopo una pausa di riflessione dal blog Informazione Scorretta lunga ormai un anno, è giunto il tempo di dare fuoco alle polveri felici e restituire agli affezionati lettori il piacere di leggere il presente, con un occhio al passato ed un occhio al futuro.

Il Club Capretta è il risultato di questo anno di riflessione.

Il Club raccoglie i nuovi articoli di Felice Capretta e del team di collaboratori e coinvolge i nostri più fedeli lettori, grandiosi anticipatori, in un progetto di attiva collaborazione. Presentiamo traduzioni da grandi testate giornalistiche di tutto il mondo, traduciamo come sempre il GEAB, affrontiamo complotti ed analizziamo i complessi equilibri di potere sullo scacchiere mondiale.

Ogni tanto ci mettiamo qualcosa di green economy, di decrescita, cambiamento di paradigma, vita eco-bio-sana, salute e benessere. E occasionalmente ci buttiamo dentro un po’ di humor. O di utopia, come diceva il famoso capolavoro della commedia italiana.

Sul Club facciamo anticipazione macroeconomica e geopolitica, studiamo i fatti, li analizziamo e li rendiamo commestibili ai più. Dunque facciamo tre cose: 1. Segnalazione degli eventi rilevanti. 2. Analisi degli eventi 3. Pubblicazione delle analisi e diffusione al grande pubblico.

In sostanza, da oggi 24 Gennaio in poi potrai collegarti al Club Capretta e ogni giorno:

* leggerai le interpretazioni degli eventi del mondo con un taglio brillante ed autorevole

* sentirai la direzione del vento e anticipare gli eventi prima che si manifestino

* metterai al sicuro la tua vita, i tuoi risparmi, le tue cose, o almeno essere pronto a muoverti rapidamente per difenderli

Attenzione pero’: non tutti gli articoli saranno pubblici, e nemmeno il forum. Il Club è infatti riservato ai membri, e chi ne fa parte deve avere voglia di fare qualcosa per il Club.

Segnalare, analizzare, preparare articoli, qualunque delle tre aree va bene, ma bisogna essere attivi.

Quindi, se hai voglia di far parte del laboratorio più avanzato d’Italia per anticipazione macroeconomica e geopolitica, se hai voglia di impegnarti e fare qualcosa di buono per te e per il mondo, bussa, presentati, e forse ti sarà aperta la porta.

A tutti gli altri, ben ritrovati.

Saluti felici

Felice Capretta | Club Capretta

Happy Day! 24 Gennaio 2013
Lancio ufficiale Club Capretta
www.clubcapretta.it

7 Maggio 2012

Grecia, quando anche i tecnici se ne vanno

Si sono concluse da poco le elezioni in Grecia.
L’esito in sè non è particolarmente importante: una prevedibile debacle del Pasok, il partito socialista che deteneva la maggioranza nel precedente parlamento, ed un vistoso calo della Nuova Democrazia, i conservatori di centro destra che ambivano ad assumere la guida del paese.
Per quale motivo, poi, qualcuno voglia assumere il ruolo di comandante di una nave sommersa per tre quarti, rimane un piccolo mistero della natura umana.
Ma mai sottovalutare il potere della vanità.
Per alcuni dei nostri simili il fregiarsi di titoli altisonanti quali ‘primo ministro’ o ‘presidente’ rimane una tentazione a cui non si può opporre resistenza.
Si è avuto un crollo dei due partiti maggiori, quindi, quei partiti che avevano appoggiato le misure di austerità volute dall’ Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale, accompagnato da una sorprendente affermazione della coalizione di sinistra del Siriza e dei neonazisti della Chrisi Afghì, Alba Dorata.
Ma, come si diceva, tutto questo è secondario.
Il vero punto di interesse in queste elezioni anticipate sta nelle elezioni stesse, e precisamente nel fatto che siano state indette.
La Grecia, infatti, al pari dell’Italia, era fino a poco fa guidata da un governo di ‘tecnici’, facente capo all’ex banchiere centrale Papademos, uomo di fiducia dei poteri sovrannazionali ed in tutto affine al nostro Monti.
Papademos si è dimesso poche settimane fa, assai prima del termine ‘naturale’ dell’attuale legislatura: e sono proprio queste dimissioni l’elemento che va valutato con grande attenzione, perchè raccontano di un processo assai più ampio, un processo che coinvolge la sorte dell’intera Unione Europea.

Come è noto, la Grecia è schiacciata da un enorme debito pubblico che non sarà in grado di ripagare, ed è questo un problema che interessa in primis i suoi principali creditori, ovvero le grandi banche europee.
Papademos, il premier tecnico, venne posizionato a capo del governo per garantire in prima persona che parte di questo debito fosse recuperato.
E, nel suo breve mandato, l’ex banchiere centrale non ha fatto altro che seguire alla lettera le imposizioni che arrivavano dalla BCE e dal FMI, strangolando con tasse e tagli una economia già in coma profondo, e raccattando tra il patrimonio dei singoli cittadini quanto più valore fosse possibile.
E’ stato un curatore fallimentare, in altri termini.
Ed è per tale motivo che le sue dimissioni avrebbero dovuto far suonare un campanello d’allarme in tutta l’ Unione Europea: rinunciando al suo posto, l’ex premier greco ha fatto intendere che il suo compito era concluso, ovvero non c’era più niente da raccogliere.
La popolazione era stata strizzata al massimo, le rape non avevano più sangue.
Questo significa che siamo vicini al giorno in cui il fallimento della Grecia verrà annunciato ufficialmente.
Un fallimento che è realtà da diversi anni, ma che non è ancora stato ufficializzato per evitare il panico nei mercati, dal momento che nemmeno nei piani alti si possono prevedere con certezza quali saranno le reazioni ad un tale evento.
Ora i tecnici si sono fatti da parte, ed hanno lasciato il paese in mano ad una accozzaglia di partiti menomati che palesemente non hanno nessuna possibilità di attuare un qualsivoglia piano, una parodia di parlamento che ormai non mantiene nemmeno la forma di quello che dovrebbe rappresentare.

L’annuncio del fallimento quindi potrebbe essere ormai prossimo, sempre che i maghi di Bruxelless non estraggano dal cappello un ulteriore coniglio magico che allunghi ancora l’agonia di una nazione già stemata.
Una questione che non riguarda solo al Grecia, ma che potrebbe rappresentare l’inizio dell’ultimo atto di quella che nei libri di storia verrà ricordata come la Grande Crisi Economica del 2008.

25 Febbraio 2012

I poveri diavoli II

Nei giorni scorsi mi è capitato, distrattamente, di assistere per qualche momento a delle discussioni, in dei programmi televisivi, riguardanti gli stipendi dei nostri governanti.
Non mi ero appassionato alla vicenda, ma imbattendomi più volte in questi “dibattiti”, mi sono reso conto che la questione è stata una di quelle che maggiormente ha appassionato l’opinione pubblica nella passata settimana.
Ora, è sicuramente doveroso essere consapevoli del fatto che le stesse persone che chiedono rigore e sacrifici alla plebe da parte loro non attraversano sicuramente problemi di ristrettezze.
Questo fatto non rappresenta sicuramente una novità, e non vi è in verità nulla di cui stupirsi, ma è sempre bene tenere a mente il livello di ipocrisia che questi governanti caratterizza.
Occorre però anche ricordarsi sempre che non vi è nulla da invidiare in quelle persone.
Invidiare i loro stipendi milionari e i benefici che si sono assicurati in cambio della vendita della loro anima significherebbe solo accettare e fare propria la loro scala di valori, quella scala di valori secondo la quale il “successo” di una persona si misura esclusivamente con il numero di banconote e di ori che si porterà nella tomba.
La verità è che esistono tanti tipi di povertà, e la loro è forse la più triste.