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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
5 Aprile 2012

Spiritualità e neo-spiritualità

Il termine neospiritualismo fu coniato da René Guénon verso l’inizio del XIX secolo, nel tentativo di dare un nome a tutte quelle correnti, che all’epoca trovavano sempre maggiore diffusione, che si proponevano come fine il recupero e la diffusione dell’antico sapere esoterico, una forma di conoscenza che aveva attraversato l’occidente in parallelo con la cosiddetta scienza ufficiale.
L’occidente aveva da tempo relegato nell’oblio questa forma di sapere, divenuto dalla fine del medioevo in poi appannaggio di pochi eruditi che si ritrovavano in elitarie società segrete, finché nel corso del XIX secolo non si osservò un rinnovato interesse per tutto ciò che era ermetico ed esoterico, un revival che cercava di ritrovare quel sapere perduto in modi spesso discutibili.
Vi fu all’epoca il boom dello spiritismo, mentre dall’oriente giungevano echi di conoscenze millenarie riassemblate a beneficio della borghesia europea: il movimento Teosofico, le rinnovate logge massoniche ed innumerevoli ordini iniziatici conquistarono i rampolli dell’alta società, ed iniziava così quel processo, che dura ancora ai giorni nostri, che avrebbe reso familiari tali tematiche anche agli strati più vasti della popolazione.
René Guénon sentì quindi la necessità di stabilire un termine consono per definire queste nuove correnti, per poterle così distinguere dagli ordini autenticamente tradizionali che tramandavano quella che lui definiva l’autentica spiritualità.

Quello che effettivamente differenziava i movimenti neospiritualisti era la superficialità con cui si approcciavano al sapere arcaico ed esoterico, e sopratutto il grande malinteso di cui si fecero portatori, ovvero l’aver scambiato lo psichico per lo spirituale.
Due universi che potevano sembrare equivalenti per chi aveva fino ad allora vissuto di solo positivismo, queste due realtà rappresentano invece le due direzioni verso cui l’animo umano può tendere: il mondo psichico è il mondo popolato dai “demoni”, quelle stesse entità che facevano la loro comparsa una volta evocate nelle sedute spiritiche, mentre il mondo spirituale racchiude in sé la realtà celeste, la dimora dell’ Uno da cui tutte le cose create hanno tratto origine, e con cui, secondo le autentiche scienze tradizionali, le stesse creature dovranno ricongiungersi.
L’aver prediletto l’introspezione psichica a scapito della elevazione spirituale, avendo confuso le due realtà, è quindi stato l’errore che i movimenti neospirituali hanno trasmesso fino ai giorni nostri.
Il movimento New Age, diretto discendente della società teosofica, è riuscito infine a trasmettere tale confusione ad una ampissima utenza, essendo divenute nel frattempo tali tematiche di interesse generale, con una diffusione ben diversa rispetto a quella elitaria che caratterizzava le discipline esoteriche nei secoli passati.

Ci troviamo quindi di fronte ad un fenomeno in continua crescita, con il settore “esoterismo” che acquista sempre maggiori spazi nelle librerie ed i corsi di “elevazione spirituale” sempre più diffusi, mentre perfino i mezzi di comunicazione di massa assemblano trasmissioni di intrattenimento rivolte al grande pubblico che trattano di tali tematiche nell’unico modo che è loro concesso, ovvero con enorme superficialità.
In un’epoca di profondi cambiamenti, quindi, in un momento storico in cui, per la prima volta dalla rivoluzione industriale in poi, il concetto stesso di “progresso” pare vacillare e la fede nelle conquiste scientifiche viene messa a tratti in discussione, l’occidente pare riscoprire una sete di conoscenza diversa, una forma di sapere che si pensava retaggio di epoche remote e superstiziose.
Ma a differenza dei tempi antichi, questo desiderio di conoscenza trova il suo sbocco nell’universo psichico, facendo in modo che questa provata umanità, anziché ritrovare la sua strada verso il suo luogo d’origine, l’universo celeste, sprofondi al contrario ancora più in basso.

articolo apparso sul numero 1 della rivista Sì Mag, primavera 2012
28 Novembre 2009

Le fenditure II


Dei «tradi­zionalisti» malaccorti si rallegrano inconsideratamente nel veder che la scienza moderna esce dagli stretti limiti in cui finora le sue concezioni la chiudevano per assumere un atteggiamento meno «materialista» di quello che aveva nel secolo scorso.

Costoro non si accorgono che, in realtà, si tratta solo di una tappa nuova nello sviluppo logico del piano secondo il quale si compie la deviazione progressiva del mondo moderno.
Il materialismo ha avuto la sua parte, in questo piano, ma ormai la negazione pura e semplice che esso rappresenta è divenuta insufficiente.
Esso ha servito per in­terdire all’uomo l’accesso alle possibilità più alte della sua natu­ra, ma, da solo, non ha anche il potere di scatenare quelle forze inferiori che, sole, possono portare a termine l’opera di disordine e di dissoluzione.Per via della sua stessa limitazione, l’attitudine materialista non rappresenta ancora che un pericolo di piccola portata: se così si può dire, il suo stesso «spessore» preserva chi vi aderisce da certe influenze sottili e gli assicura, a tale riguardo, una specie d’immunità molto simile a quella di cui gode il mollu­sco che resta strettamente chiuso nella sua conchiglia.
Ma se in questa conchiglia – che rappresenta, qui, l’insieme delle conce­zioni scientifiche ammesse convenzionalmente – si fa un’apertu­ra in basso, così come si è detto a proposito delle tendenze nuove della psicologia, queste influenze distruttive vi penetrano subito e con grande facilità, perché, per via del lavoro negativo svolto nella fase precedente, nessun elemento d’ordine superiore potrà intervenire per opporsi allo loro azione.
Si potrebbe perciò dire che il periodo del materialismo non costituisce che una specie di preparazione teorica, mentre quello del psichismo inferiore successivo rappresenta già un fase attiva che si svolge in un capovolgimento della vera realizzazione spiri­tuale.


René Guénon, 1939_______________________________________



Articolo completo di René Guénon: Sulla Perversione Psicanalitica
29 Ottobre 2009

Le fenditure


Per quanto oltre abbia potuto spingersi, la
«solidificazione» del mondo sensibile non ha mai potuto esser tale da fare di quest’ultimo un « sistema chiuso », come lo pensano i materialisti; essa ha d’altronde dei limiti imposti dalla natura stessa delle cose, e più si avvicina a tali limiti più lo stato che rappresenta è instabile.
Di fatto, come abbiamo appena visto, il punto che corrisponde alla massima «solidità» è ormai oltrepassato, e le apparenze di « sistema chiuso » non possono che diventare sempre più illusorie e inadeguate alla realtà.
Abbiamo anche parlato di «fenditure» attraverso le quali già s’introducono, e andranno in misura sempre maggiore introducendosi, certe forze distruttive; secondo il simbolismo tradizionale, queste « fenditure » si producono nella « Grande Muraglia » che circonda il nostro mondo e lo protegge contro l’intrusione delle influenze malefiche dell’ambito sottile inferiore.

Per capire questo simbolismo a fondo e sotto tutti gli aspetti, è opportuno osservare che una muraglia costituisce insieme una protezione ed una limitazione; in un certo qual senso si potrebbe perciò dire che essa ha dei vantaggi e degli inconvenienti; sennonché, se si tiene presente che essa è essenzialmente destinata ad assicurare la difesa contro gli attacchi provenienti dal basso, i vantaggi hanno di gran lunga il peso maggiore, e tutto sommato è molto meglio, per quel che si trova racchiuso nel recinto di cui si tratta, esser limitato dalla parte inferiore, che essere incessantemente esposto alle devastazioni del nemico, se non addirittura ad una distruzione più o meno completa.
Del resto, in realtà, una muraglia non è mai chiusa dall’alto, e di conseguenza non impedisce la comunicazione con i campi superiori, anche se questo corrisponde allo stato normale delle cose; è durante l’epoca moderna che il « guscio » senza vie d’uscita Costruito dal materialismo ha chiuso questa comunicazione.

Ora, secondo quanto da noi detto, a causa del fatto che la «discesa» non è ancora stata interamente compiuta, tale « guscio »può soltanto permanere intatto verso l’alto, vale a dire verso la parte da cui precisamente il mondo non ha bisogno di protezione, e da cui al contrario non può se non ricevere influenze benefiche; le «fenditure» si producono esclusivamente dal basso, perciò nella muraglia protettrice vera e propria, e le forze inferiori che si introducono attraverso di esse incontreranno tanto minor resistenza in quanto, nelle presenti condizioni, nessuna potenza di natura superiore può intervenire per opporvisi efficacemente; il mondo si trova dunque abbandonato senza nessuna difesa a tutti gli attacchi dei suoi nemici, e tanto più per il fatto che, a causa dello stato della mentalità attuale, ignora completamente i pericoli da cui è minacciato.

René Guénon, Le fenditure della grande muraglia


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per un’analisi del video “Run this town” di Jay Z e Rihanna:
Jay-Z’s “Run This Town” and the Occult Connections

10 Giugno 2009

Critica del democraticismo

 di René Guénon

Naturalmente, quando noi ci troviamo di fronte ad una idea, come quella dell’ “eguaglianza”, o del “progresso”, o di fronte ad altri “dogmi laici” che quasi tutti i nostri contemporanei hanno accettato ciecamente e la maggior parte dei quali han cominciato già a formularsi nettamente durante il XVIII secolo, non ci è possibile ammettere che tali idee siano nate spontaneamente.
Si tratta, in fondo, di autentiche “suggestioni”, nel senso più stretto della parola, che peraltro poterono produrre un effetto solo in un ambiente già preparato a riceverle.
Se dunque esse non hanno creato lo stato d’animo complessivo che caratterizza l’epoca moderna, hanno tuttavia contribuito ad alimentarlo e a svilupparlo fino ad un punto, che altrimenti non sarebbe stato di certo raggiunto.
Se queste suggestioni venissero meno, la mentalità generale sarebbe assai vicina a cambiar d’orientamento: per questo esse vengono così accuratamente favorite da tutti coloro che hanno un qualche interesse a protrarre il disordine, se non pure ad aggravarlo – e tale è anche la ragione per cui in tempi, nei quali si pretende di tutto sottoporre alla discussione, queste suggestioni sono le sole cose che non si debbono mai discutere.
[…]
In questo ambito, le parole hanno una importanza maggiore dei concetti che esse dovrebbero esprimere e la gran parte degli “idoli” moderni non sono, invero, che parole, e noi ci troviamo dinanzi al curioso fenomeno noto sotto il nome di “verbalismo”: la sonorità delle parole basta a dare una illusione di pensiero.
L’influenza che gli oratori demagogici esercitano sulle folle è, a tale riguardo, assai caratteristica e non occorre studiarla da presso per rendersi conto che si tratta di un procedimento di suggestione paragonabile in tutto e per tutto a quello degli ipnotizzatori.
[…]
Definita come l’autogoverno del popolo, la “democrazia” è una vera impossibilità, qualcosa che non può nemmeno esistere come un fatto bruto, né nell’epoca nostra, né in un’altra qualsiasi.
Non bisogna farsi giocare dalle parole: è contraddittorio ammettere che stessi uomini possano essere ad un tempo governati e governanti perché, usando il linguaggio aristotelico, uno stesso essere non può essere in “atto” e in “potenza” simultaneamente e sotto lo stesso riguardo.
La relazione suppone necessariamente la presenza di due termini: non possono esservi dei governati se non vi sono anche dei governanti, siano pur essi illegittimi e non aventi altro diritto al potere oltre quello che essi stessi si sono arrogato.
Ma la grande abilità dei dirigenti democratici del mondo moderno sta nel far credere al popolo che esso si governi da sé.
E il popolo si lascia persuadere volentieri, tanto più che così esso si sente adulato, mentre è incapace di riflettere quanto occorre per accorgersi di una simile impossibilità.
Per creare questa illusione, si è inventato il “suffragio universale”: è l’opinione della maggioranza come presunto principio della legge.
Ciò di cui non ci si accorge, è che l’opinione pubblica è qualcosa che si può facilissimamente dirigere e modificare.
Per mezzo di adeguate suggestioni in essa si possono sempre provocare delle correnti nell’uno o nell’altro senso.
Non ricordiamo più chi ha parlato di “fabbricare l’opinione”: espressione giustissima, benché bisogna dire, da un lato, che i dirigenti apparenti non sono sempre coloro che dispongono dei mezzi necessari per venire a tanto
[…]
Ci limiteremo a segnalare che questa stessa incompetenza offre il vantaggio di alimentare la illusione in discorso: effettivamente solo in tali condizioni gli uomini politici in questione possono sembrare l’emanazione della maggioranza, apparendo quasi come un’immagine di essa, giacché la maggioranza, quale si sia la materia su cui è chiamata a pronunciarsi, sarà sempre costituita dagli incompetenti, il cui numero è incomparabilmente più grande di quello degli uomini capaci di decidere con piena cognizione di causa.
[…]
L’errore più visibile è proprio quello or ora indicato: il parere della maggioranza non può essere che l’espressione dell’incompetenza, la quale poi risulta dalla mancanza d’intelletto o dall’ignoranza pura e semplice.
Qui si potrebbero fare intervenire alcune osservazioni in fatto di “psicologia collettiva” ricordando soprattutto il fatto ben noto, che in una folla l’insieme delle reazioni mentali producentisi negli individui che ne fanno parte forma una risultante che non corrisponde nemmeno al livello medio, bensì a quello degli elementi più bassi.
D’altra parte, vi sarebbe anche da rilevare che certi filosofi moderni hanno voluto trasportare nell’ordine intellettuale la teoria “democratica” che fa prevalere il parere della maggioranza, facendo di quel che essi chiamano il “consenso universale” un preteso “criterio di verità”.
Ma andiamo più in fondo alla questione: che cosa è propriamente cotesta legge del maggior numero invocata dai governi moderni più o meno democratici come unica loro giustificazione?
E’ semplicemente la legge della materia e della forza bruta, la legge stessa in virtù della quale una massa trasportata dal proprio peso schiaccia tutto quel che incontra sulla sua via. Proprio qui si ha il punto d’interferenza fra la concezione “democratica” e il “materialismo” e ciò che fa sì che quella concezione sia intimamente legata alla mentalità attuale. […]

René Guénon, Critica del democraticismo

12 Febbraio 2009

Etat d'esprit

Un ‘potere occulto’ di ordine politico e finanziario non dovrà essere confuso con un ‘potere occulto’ di ordine puramente iniziatico ed è facile comprendere che i capi di quest’ultimo non si interessino affatto alle questioni politiche sociali in quanto tali: essi potranno addirittura avere una assai mediocre considerazione di coloro che si consacrano a questo genere di attività[…]
Un altro punto da tenere presente è che i Superiori Incogniti, di qualunque ordine siano e qualunque sia il campo in cui vogliono agire, non cercano mai di creare dei ‘movimenti’.
Essi creano solo degli stati d’animo ( état d’esprit), ciò che è molto più efficace, ma, forse, un poco meno alla portata di chiunque.
E’ incontestabile che la mentalità degli individui e delle collettività può essere modificata da un insieme sistematico di suggestioni appropriate; in fondo, l’educazione stessa non è altro che questo, e non c’è qui nessun ‘occultismo’ […].
Uno stato d’animo determinato richiede, per stabilirsi, condizioni favorevoli, e occorre o approfittare di queste condizioni se esistono, o provocarne la realizzazione.

       Renè Guènon
Questa è una delle citazioni di cui più spesso mi sono servito.
E’ tratta dallo scritto di René Guénon “Riflessioni a proposito del Potere Occulto”, apparso nel volume La Tradizione e le Tradizioni, testo che raccoglie diversi articoli pubblicati dallo studioso francese nella prima metà del XX secolo.
Riprendo ora, e nuovamente, questa citazione perché dovrebbe servire da introduzione ai prossimi temi che qui verranno trattati (sempre che non si verifichino nel frattempo dei cambi di programma, eventualità non del tutto remota, as usual).
Per chi fosse interessato, è disponibile una versione online di questa raccolta.
Suggerirei in particolar modo la lettura dei seguenti articoli:


La Religione e le Religioni
Le influenze erranti
L’errore dello psicologismo