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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
23 Novembre 2018

Sorella morte corporale

Non fuggite, qua si parla di Vita.

E’ indubbiamente complesso per un occidentale del XXI secolo comprendere il culto mesoamericano della Santa Muerte.
La sua macabra esteriorità e la volontà dei suoi fedeli di inglobarla all’interno dei parametri della religione cristiana, a fronte di una apparente incompatibilità con essa, ne fanno un fenomeno difficilmente comprensibile, dai tratti oscuri ed inquietanti.
La Santa Muerte, come capita in varie occasioni laddove la religione cristiana sostituisce credenze più arcaiche e radicate, trae origine da culti antichissimi, culti che un tempo erano comuni a molte civiltà sparse per il globo.
Il suo aspetto inquietante, unito all’appellativo di Santa e alla devozione ad essa riservata, e il suo stare accanto ai santi ufficiali dell’universo cattolico, appaiono a prima vista quasi delle operazioni blasfeme; non a caso la Chiesa ne ha da sempre scoraggiato la diffusione, ma nonostante questo la venerazione della Santa Muerte rimane primaria in Messico e in altri luoghi dell’America meridionale.

La popolarità della Santa Muerte si deve quindi a diversi fattori, il primo dei quali è il suo essere assolutamente egualitaria.
Per quante differenze ed ingiustizie vi siano nel mondo, la Santa Muerte arriva per tutti, e sistema una volta e per sempre le differenze tra gli uomini: ricchi, poveri, miseri e potenti sono uguali di fronte a lei.
A questo punto occorre far notare che per quanto possa apparire attualmente estranea ed inquietante, vi era un tempo in cui anche a noi europei la Santa Morte era molto familiare: essa compare infatti trionfante negli affreschi e nei dipinti delle danze macabre medioevali, espressione di una religiosità condivisa dell’epoca.
Come la sua controparte latino americana, anche la Morte europea si presentava a sistemare le ingiustizie del mondo, a livellare le differenze degli esseri umani, mostrando con la sua tremenda presenza la futile illusione delle ricchezze e dei beni terreni.
Monarchi, signori e vescovi si inginocchiano disperati al suo cospetto, offrendole ori, gioielli, possedimenti, ma nulla di questo è in grado di smuovere il suo giudizio.
I vescovi e i signori danzano mesti alle sue spalle insieme ai servi e agli straccioni, tutti uniti da un unico destino.

Ecco quindi che per iniziare a comprendere l’essenza della Santa Muerte occorre anche comprendere che il suo culto è portato avanti da persone che credono fermamente ad una vita che aspetta gli uomini oltre l’esistenza in questo mondo.
La morte terrena non è la fine di tutto, ma un doloroso passaggio, per poi intraprendere una esistenza diversa, di cui poco si può sapere.
La Santa Muerte, così come la Morte che appare nelle danze macabre medioevali, è lì solo per permettere il passaggio.
Lei è nostra sorella morte corporale, per dirla con le parole di San Francesco: una compagna, una della nostra famiglia.

La morte, ovviamente, incuteva paura agli esseri umani ieri come oggi, questo è indubbio.
Si trattava, ieri come oggi, di un salto nell’ignoto, e nessuno era certo di meritarsi realmente la salvezza.
Ma in tempi religiosi, come era il tempo dell’Europa medioevale, e come è il tempo del Messico popolare contemporaneo, vi era la certezza che la morte non rappresentasse la fine di tutto.
Vi era la fede in un Dio, che per quanto severo e giusto nutriva sempre un grande amore per le proprie creature.
La morte ha iniziato a trasformarsi in qualcosa di realmente terribile, fino al punto di diventare innominabile, un vero e proprio tabù, in seguito alla diffusione dell’Illuminismo.
Nella nuova narrativa occidentale nulla esisteva oltre il vivere materiale: la morte rappresentava la fine di tutto: dopo di lei, il nulla.
E stando così le cose, non vi era neppure più niente da dire su di essa: occorreva anzi sfuggire dal suo sguardo, allontanarla il più possibile, fare come se non ci fosse.

Eppure, in questa visione, la morte avrebbe dovuto perdere le sue qualità inquietanti.
Se davvero, infatti, essa rappresentava la fine di tutto, allora nulla di tremendo poteva arrivare dopo di essa.
Un nero assoluto, un lungo sonno senza sogni e senza risveglio: forse complicato da immaginare, ma pur sempre meglio della eterna dannazione preannunciata per le anime perse predicata dalle varie religioni.
Perché quindi agli occhi di un occidentale, erede della tradizione illuministica, la Santa Muerte provoca ancora tanta inquietudine, tanto disturbo?
La spiegazione è semplice: l’illuminismo e il positivismo hanno sì messo in crisi le grandi religioni ufficiali, relegandole ad uno status di mere superstizioni popolari, ma il passo successivo, ovvero quello di convincere la massa che quella materiale è l’unica realtà esistente, non l’hanno mai compiuto.
Il materialismo stretto e il positivismo estremo infatti sono rimasti negli ambiti accademici, nei testi di scuola e nelle riviste scientifiche.
Sotto di loro hanno invece creato un immenso vuoto.
La sensazione, nella maggioranza delle persone, che esista qualcosa oltre il mondo contingente non è mai stata cancellata.
Essa è nostro retaggio ancestrale, in qualche modo componente imprescindibile del nostro essere umani.
Le religioni davano risposte alle domande più complesse e profonde, e la rivoluzione illuminista non ha fatto altro che eliminare queste risposte, lasciando però intatte le domande.
E nell’incertezza totale della nostra sorte futura trova lo spiraglio per inserirsi il panico, quella inquietudine estrema che assale le nostre menti quando il tema della morte viene evocato.
Se mai tornassimo a vederla con gli occhi antichi, con gli occhi di San Francesco, come una sorella, forse ci apparirebbe assai meno brutta di quanto attualmente immaginiamo.
Sempre a patto che sia una sorella benevola, ma questo non dipenderà né dagli ori nel dal prestigio che presenteremo al suo cospetto, ma solo dalla qualità e dalla trasparenza del nostro cuore.

50 comments to Sorella morte corporale

  • Non e’ che l’antropormofizzazione di un processo biologico sia un granche’ di risposta.  Di fatto c’e’ solo che non sappiamo cosa accada alla coscienza di veglia, quello che consideriamo l’unico stato di coscienza (ma non lo e’, e’ anche questo una foglia di fico per evitare di affrontare domande non approvate dalla cultura non solo corrente ma anche storicamente agricola) quando si smette di essere biologicamente indivudui attivi e separati dal resto del mondo, almeno in apparenza.  Altre culture, precedenti alla nostra o dislocate altrove, hanno affrontato questo salto verso l’ignoto in altre maniere, ad esempio preparandosi alla morte, mediante la morte dell’ego e la comunicazione con l’Altro con l’aiuto di piante e funghi.  La cultura cristiana, essenzialmente, non ha contribuito in nessuna maniera a cercare di fare chiarezza, anzi, ha ereditato storielle folkloristiche dal vicino Oriente e ha giocato ad evocare paura o voglia di riscatto sociale per evitare una rivoluzione politica.  Tutto questo ambito Cristiano/Egizio o Ebraico (simile a quello illuministico) ed i suoi modi di affrontare il quesito della morte non hanno portato che a morbosita’ ed equivoci, come d’altronde su ogni altro aspetto della vita, in una societa’ viziata nella presunzione di piegare la natura ai bisogni della societa’ agricola.  L’antropoformizzazione della morte andrebbe percio’ severamente evitata.

     

    • Come si diceva di là, è da stabilire anche la direzione dei varchi aperti da piante e funghi.

      Si resta sempre nel campo del mentale, o forse si scende nell’inferiore.

    • Anonimo

      “….e ha giocato ad evocare paura….”
      Oh, io sta cosa la leggo sempre, usata come critica al cristianesimo, tenere la gente buona buona mentre loro si fanno gli affari loro.
      Saro’ io un pessimo cattolico ma della morte non ho nessuna paura anzi e’ proprio la fede che sta paura me l’ha tolta proprio, anzi diro’ di piu’ so che ogni mia sofferenza non sara’ inutile.
      Io, nel cristianesimo, per come lo vivo, vedo solo una sconfinata liberta’, una certezza nel prendere posizioni contro il mondano, nel dire “Io NO!”
      (Che spesso e’ piu’ facile nel dire Io Sì a Dio, ma e’ un altro discorso.)

      • Per il cristiano infatti dovrebbe essere così, la morte è solo un passaggio.

        Ed è ben più pericoloso il rischio di morire mentre si è ancora in vita, morire dentro mentre la propria esteriorità continua a trascinarsi come mera apparenza.

  • Le percezioni nel normale stato di veglia non e’ detto che abbiano a che fare con un mondo altro. Peggio ancora, potrebbero anche aprire botole verso stadi inferiori, ammesso che esistano stadi e che esistano quelli inferiori, quelli superiori, quelli medi e le mezze stagioni, che non son piu’ quelle di una volta. E’ tutto nello stato mentale. ?

  • daouda

    Non ridurrei la questione tra agricoli ed allevatori, sedentari e nomadi. Si metterebbe troppa carne al fuoco.

    Ugualmente è stancante continuare ad addurre sul cristianesimo delle menzogne o perlomeno fare disinformazione allusiva su quel che esso disse e fece, lasciò intendere, recuperò o sviluppò, tenne o scartò. Cioè continuare a fare delle allusioni non ha senso soprattutto quando il cristianesimo, come la massoneria e come varie altre scuole o religioni è pesantemente infiltrato e condizionato, quindi umanamente perdente. Anche perché se si scrive di Egizi si deve scrivere di Caldei.

    La problematica degli stadi dell’umano và poi debitamente ponderata. Quando si intende che ci sono stati inferiori, nella psiche, li si intende in relazione a quelli Spirituali, che essendo trascendenti, sono superiori soloanalogicamente. Difatti queste potenze inferiori da sempre sono state dichiarate sia acquose che aeree, comunque sia distinguendo la psiche in 2 , sia il sopra che il sotto di questa fà parte dell’infra e quindi si conferma che tutto è nel mentale ( animaperò in latino, giacché mens in latino è uguale a nous come psiche ad anima appunto , distinta guardacaso in animO ed animA ) nello stadio mediano dell’uomo.

    Ora non che io abbia qualcosa contro Francesco di Assisi, né nego che Carlo centri un punto fondamentale riguardo a certe dinamiche odierne o nascite di certe cultualità esogene. Mi indispettisce molto quell’affresco infatti, giacché mi sembra del tutto eretico. Ad ogni modo probabilmente essendo essa figlia di Satana e la sua dissobeddienza e tentazione all’Adam, sicuramente un canto poetico del genere dissocia Francesco da ogni catarismo, e forse pone nel giusto modo lo stesso Satana nel uo…”servizio”…

    saluti

  • Il senso delle parole di San Francesco sta infatti proprio in quello: anche lei, come ogni cosa esistente, è al servizio di Dio, non potrebbe essere altrimenti.
    In un modo che per gli esseri umani rappresenterà sempre un completo mistero, mistero a cui queste forme cultuali tentano di dare una risposta, come appare evidente, con tutti i problemi che ne conseguono.
    La narrativa contemporanea vorrebbe invece semplicemente ignorare totalmente la questione, ma essendo una realtà che prima o poi occorre affrontare, crea i presupposti per una dicotomia che sfocia nel panico, nel momento in cui il problema non è più ignorabile.

    • daouda

      Si grazie Santa come al solito ho zompato qualche soggetto e riferimento nella sintassi indipendetemente dall’eloquio scritto.

      Dicevo eretica l’immagine perché innanzi tutto nega il II comandamento e poi è senza senso che addirittura un papa pieghi un ginocchio alla Morte. Potremmo certo addurre tutte le deviazioni americane ma in Francesco  traspare quest’altra considerazione che hai rimarcato. Alché visti i pazzi tempi abbiamo una prova del tradimento eretico e dunque potremmo dargli addosso a iosa! Certe disquisizioni ciarlatanesche vanno appunto avanti così…non tenedo conto della parte mediana della tua puntualizzazione. Difatti sembra come certe cose siano sapientemente espunte per poter riavere collocazione strumentale successiva…sul panico ci andrei però più cauto non perché non sia così ma esso sembra essere condensato nell’arte o nelle scienze in ritualizzazioni posticce che possano garantirne una sorta di guscio protettivo. Boh.

      Buona domenica

       

  • Giovanni

    E’ da tempo che ripeto a me stesso che un solo uomo non ha mai avuto paura della morte:
    Il primo uomo che e’ morto.
    Egli infatti non conosceva la morte per come noi la conosciamo e pertanto non poteva provare i nostri sentimenti a tal riguardo.
    Magari e’ stato un nostroprogenitore.
    Mi chiedo se questo fatto sia giusto, nei confronti dei miliardi di persone, venute dopo, ed in qualche modo soggette a “paure-panico-inquietudini…….”( Qui mi si apre un discorso lungo kilometri)
    Per quanto riguarda la Fede, da cristiano, sono arrivato a pensare che possa aver perfettamente ragione sia chi ha Fede sia chi non ha fede e mi spiego:
    -Ognuno di noi avra’ cio’ in cui ha creduto!
    (tu credi che finisce tutto? ok tutto finisce – tu credi che ci sia qualcosa? ok ci sara’ qualcosa. Tutto dipende da noi E qui mi si apre un altro kilometrico discorso).
    Personalmente sono riconoscente verso la Religione Cristiana, nonostante tutti gli errori che la storia ci ha fatto conoscere, in quanto e’ riuscita a portare fino ai nostri tempi un barlume di Luce, che non e’ altro che la “spia” di una Luce gigantesca….
    Saluti e grazie per tenerci sempre “Vivi” sul pezzo
    Giovanni

  • -Ognuno di noi avra’ cio’ in cui ha creduto!
    (tu credi che finisce tutto? ok tutto finisce – tu credi che ci sia qualcosa? ok ci sara’ qualcosa.

    In qualche modo credo che vi sia qualcosa di profondamente vero in questo.
    A presto

    • Hiei

      In tal caso io credo in Odino, lo dico sempre: cioè il vostro paradiso cristiano è troppo loffio…angeli asessuati che suonano l’arpetta mentre stai tutto il giorno nella luce a guardare nuvolette e il faccione del vostro dio? Cheppalle!
      Odino mi offre cervo arrosto, risse a go-go, fiumi di birra e valchirie a volontà, ma che scherziamo? :’D
      Se la buttiamo sul marketing andate maluccio ragazzi, dovete rinnovare l’offerta…

      • daouda

        Hiei il tuo ragionamento appone solo gusto e se è pur vero che sui gusti non si discute non è però incongruo classificarli non tanto e non solo per poterli definire e quindi capire, ma soprattutto per poterli sperimentare. Ciò assunto ci proponi un Odino che compie azioni terminabili di certa aoddisfazione ma per conseguenza contingenti. È in questo senso la perpetuità cosa misera per come la polemizzi. La questione Vita nel cristianesimo è per ciò stesso legata invece a due caratteristiche paradossali ma necessarie: pleroma ed epictasi ossia protensione e pienezza, sazietà affamata o fame satolla chiamala come ti pare. È evidente che la tua proposta odinista non differisce troppo dalle hurì islamiche che magari ti sollazzerebbero meglio nelle tue bramosie, non differisce nel senso che ti fermi ad un significato e basta confermandoti limitato. Lo stesso vale per la presa in giro sulla contemplazione del volto del Padre…l’offerta poi è irrinovabile giacché ogni paradiso promesso da altri da noi è già scontato ergo pure a voler fare il sindacalista stipendiato come tuo solito, non percependo l’alterità della questione, ti condanni al biasimo

        • Hiei

          Ma che hai mangiato un dizionario? :’D
          Guarda, te la metto giù semplice: se mi si viene a dire “se credi in niente avrai niente quindi ti conviene credere a noi per avere qualcosa” faccio presente che ci sono offerte migliori delle vostre.

          Tutto il tuo drunk paroliamo con cui cerchi di apparire colto e superiore non cambia che non l’ho buttata IO sul marketing. :’D

          E no, niente alcool nell’Islam quindi grazie, comunque: no, grazie!! :D

        • daouda

          Proverei a mangiare un dizionario e non che la carta sia il problema, semmai però, l’ingente numero di pagine.
          Credo tu debba imparare a leggere.
          Innanzi tutto la tua risposta sarebbe dovuta essere diversa giacché noi cristiani per te professiamo il niente come tutti gli altri alché avresti dovuto scrivere “se credi in niente avrai niente quindi ti conviene credere a noi per avere un niente che però è basato su di noi che ti assoggettiamo per un bene qui e ora migliore degli altri, fermo restando il niente del niente auspicando che non capirai che siamo solo infami”. Correggimi se sbaglio.
          Ora tu dici – sempre rimanendo sull’argomentare sulle fòle of course secondo il tuo mondo – che gli altri propongono qualcosa meglio di noi. Sarebbe vacuo e noioso spendere del tempo per ribadire quel che era il senso di quel che ho scritto, ossia ciò che gli altri propongono “noi” lo diamo per assodato, con in più IL qualcosa di altro che è in fin dei conti l’essenziale e che gli altri non possono dare nelle loro millantazioni.
          Fermo restando che SEMBRA assurdo e difficile comprendere profondamente quel che ( la realtà simbolica od i simboli reali ) le altre tradizioni sacrali vogliano trasmettere per uno che ha una spiritualità tutta sua e ciancia da fuori non conoscendo quelle situazioni, ma anche parla da troppo dentro, ossia fallendo nell’alzarsi e guardare oggettivamente( in senso aristotelico ) con fare imparziale essendo chiuso nella propria soggettività da cinico solipsista ( e Dio solo sà quanto io stimi i cinici, ed infondo anche te!).
          Sinceramente tu vedi del marketing dove stavano scambi di opinione che però a te non sconfinferano e dunque disprezzi.Ci vuoi ridurre banalmente ad essere te.
          Per il resto io non cerco di essere colto e superiore, né probabilmente lo sono giust’appunto. Non solo su queste pagine digital-telematiche ho dato esempio di inabilità su questo campo, ma altrove sono ben più sboccato e diretto. Scrivo per me, per gli altri, ed il fatto che abbia indirizzato una risposta ribattendoti…nel senso di prender spunto da quel che scrivi…ben poco collima con il voler davvero avere un dialogo con te che nel tempo hai manifestato come impossibile.Palesavo semmai che hai un’opinione, e come ogni opinione siamo o nell’ambito del gusto o fragore personale.
          Comunque sia qui si può scrivere seppur sbagliando con molta più serenità.

        • Hiei

          Riassunto: io c’ho raggione per definizione e tu no perché sei brutto e cattivo e io comunque non non detto che so’ piu’ figo, te lo spiego dedicando l’intero paragrafo finale a dirti quanto so’ figo e più figo di te. :’D
          Prego notare che hai detto che i cristiani ASSOGGETTANO gli altri, “per il loro bene”, eh, come no! :’D
          D’altra parte “dio, patria e famiglia” sappiamo di chi era lo slogan…

        • daouda

          A parte che quel che rispondi potrebbe valere come giudizio anche mio nei tuoi riguardi al medesimo modo, ti faccio notare che uno scrive come più gli aggrada e come ho già fatto presente altrove sono diretto e sferzante, dipende dalla platea e dal luogo/ritrovo digital-telematico.

          Senza dunque perdere tempo su questioni di stile che d’altronde uno la vede in un modo altri in diverso grado ( di rimando alla tematica dei gusti e fragori personali ) non credo né che tu sia brutto né che tu sia stupido né che tu sia cattivo ossia in termini comuni prendendo tal parola come sinonimo di malvagio.
          Avresti potuto ben trovare data la tua verve tematiche polemiche oltretutto ben rodate mentee vuoi solo sottolineare che io sono uno stronzo. Prego! Ci mancherebbe! Ma di questo passo non si và che al bieco muro contro muro che giammai rigetto visto che non mi interessa convincere, semplicemente visto che il tuo calcare sulla “fighezza” è solo una trovata per ribaltare la faccenda ergendoti sopra di me ( fermo restando il fatto che se tiri sempre fuori tale cosa ti converrebbe farti due domande ) quando il discorso se non si è infami è pari e patto, ognun con sè e cari saluti.

          Non avrei difatti risposto così, indipendentemente dal fatto che mi piace sproloquiare alle volte con la prosa ed è evidente, visto che tu in malafede distorci quel che ho scritto.
          Scrivi che io abbia ammesso che il cristianesimo è assoggettatore ossia plagiante ed opprimente. A rileggere la frase tra virgolette del messaggio appena sopra è cristallino che così non possa essere…la ripropongo con l’introduttiva:

          % Innanzi tutto la tua risposta sarebbe dovuta essere diversa giacché noi cristiani per te professiamo il niente come tutti gli altri alché avresti dovuto scrivere “se credi in niente avrai niente quindi ti conviene credere a noi per avere un niente che però è basato su di noi che ti assoggettiamo per un bene qui e ora migliore degli altri, fermo restando il niente del niente auspicando che non capirai che siamo solo infami” %

          Il soggetto di tale supposta frase tra virgolette saresti tu che AVRESTI POTUTO PENSARE che essendo niente il cristianesimo e donando niente, il riferirsi ad esso è inutile e giovevole semmai solo per vantaggi gruppali ( il noi…) momentanei che alla lunga solo è assoggettamento auspicando che non si capirà che si è infami come gli altri.
          Ora io, persona che suppositamente non era il soggetto di tali proflusioni immaginarie, si dà il caso che nel cristianesimo creda eccome e non solo esso sia qualcosa ma sia proprio quel che È quindi tradotto esso sia LA REALTÀ ( per questo mi ero dilungato a far presente che i paradisi ed i beni di tutte le altre religioni noi li si possiede e li si promette certo però come cose secondarie ). Inoltre si dà il caso che il cristianesimo liberi non assoggetti.

          Ribaditi i punti fermi, consapevole che quel che hai scritto era solo per impiegarmi in una risposta inutile e per il dialogo ( che tutti e due sappiamo non c’è ) e perché scrivi sapendo di mentire solo per ridere alle mie spalle, contento di ciò e di come ho ben scritto continuo a crogiolarmi rileggendomi.
          Se poi qualcuno su questo blog sarà meno alterato o turbato quando troverà le tue solite menate, ben venga.

          P.s. patria non mi appartiene e con DIO e famiglia aggiungerei altri termini indispensabili

        • Hiei

          Sì ma non serve scrivere un libro per dire “sei scemo dieci volte”, eh? :’D
          Trova la virtù nella semplicità!
          E comunque la frase “ti assoggetiamo per il tuo bene” l’hai scritta TU, lapsus freudiano o cerchi di mettere le parole in bocca agli altri e quando trovi uno che non si fa stordire a paroloni e discorsi logorroici da assessore in campagna elettorale non sai fare altro che rispondere “no sei TU che manipoli” – sei scemo dieci volte, appunto? :’D
          Vedi? Semplicità diventa efficacia, seppellire duemila paroloni con una frase che centra secca nel segno è arte.
          TROLLING IS A ART!! :’D

          Un giorno L’UNESCO ci renderà giustizia…

        • daouda

          Bah. Forse non hai capito che io scrivo quanto mi pare per mio diletto figurati se mi stia cimentando a dar prova della mia “figaggine” che fino a prova contraria è fisima che continui a tirare fuori te.

          Sulla frase ho già chiarito come stiano le cose. È ovvio che l’abbia scritta io, veramente ribadire questo ti fà scadere nel ridicolo. Avendo già fatto capire che era una mia supposizione su una tua POSSIBILE risposta basandomi su di una interpretazione di quel che ci hai trasmesso negli anni dei tuoi convincimenti.
          Quando, visto che tu sgami tutti e comprendi i meandri della psiche di tutti e sai come vanno le cose in realtà, avrai la decenza di spiegarmi come sia possibile che io abbia commesso un lapsus froidiano spenderò credo 1000 euro in cibo droga alcool e mignotte per prepararmi alla lettura dell’evento ( sappi che lo scrivo così potrai accusarmi sia di contraddire la Fede che, avendo bisogno di celebrare una irrilevanza del genere, essere un frustrato, sapendo che non accettando la battuta e lo scacco tu vi ci possa trovare la conferma provata del fatto che sia proprio così !!! ).
          Ma anche se accadesse non potresti appurarne la fattispecie semplicemente perché hai compiuto un marchiano errore che dimostra la tua inconsistenza.
          A questo punto, ribadito il fatto che il dialogo non c’è mai stato, rifacendo presente che per quanto mi riguarda non sto in sfida con te, chi legge trarrà le sue legittime conclusioni come io traggo le mie e tu le tue, di cui però ti dai un gran da fare per rendercene edotti ricordandoci che tu sì sei diverso.
          Ma d’altronde ognuno si bea di quel che vuole…
          Visto che tu avevi scritto che io penserei di te che sei brutto e cattivo ma non avevi accennato a qualsivoglia qualità intellettiva, e visto che continui a negare di manipolare quel che NON VUOI capire appositamente pena metterti in discussione, sarebbe più comodo per me proprio per la tua non citazione di categorie intellettive che tu sia attestato come un banale ritardato ebete, cosa che alle volte potresti anche dar adito a reputarsi per la trivialità che adoperi ( e difatti devi suffragarti con la giustificante equiparatoria tra semplicità e faciloneria che mi lascia alquanto perplesso ma non sono qui per sconfessare le tue opinioni ) saltando di palo in frasca sentendoti molto “figo” per l’appunto come quel che scrivi esprime sotto gli occhi di tutti anche con un infantile maiuscolo. Ora dato che stupido invece non sei e la manipolazione accusatoria è patente, come ti sei graziato di farmi vedere un meccanismo psicologico, anche io nomino la realtà BANALE della proiezione di cui fai un uso ingente come in questa situazione, cosa di cui verrò accusato io, anzi sono già stato abilmente accusato da te nella tua opera di attacco preventivo.
          A chiudere chiarisco però un concetto riguardante l’efficacia. Non scadrò nel campo dove tu potresti aver desiderato portarmi ossia su cosa sia efficace e come sia efficaci.
          Ti faccio solo presente sommessamente, con lacrime agli occhi ansimando e spinto dalla paura, che se il dialogo si pre-dice che non c’è stanti d’altronde ai fatti e perlomeno a quel che io sò di me nelle mie intenzioni ( sempre che tu mi conceda di saperne qualcosa che invece non debba derivare dalla tua onniscienza o sua maestà ) l’efficacia non può sussitere perché non prevista dalla incomunicabilità stessa.

          Citare l’Unesco poi…Pur di fare la battuta caschi nella melma?

          Ciao!

        • Hiei

          Il mio umorismo è troppo raffinato per un aspirante assessore a quanto pare…

  • Antonio

    Grazie Carlo per aver aperto uno squarcio su questo tema così drammaticamente trascurato da gran parte dell'”Occidente civilizzato”…

  • Anonimo

    Qualcuno cantava non molto tempo fa….”this is the end…my only friend the end”….aee

  • Antonio

    In verità sono convinto che l’attacco in atto da molto tempo oramai alla nostra cultura cristiana millenaria, raggiungerà il suo apice, e forse il suo pieno successo, quando e se riuscirà a sfaldare l’istituzione della famiglia sia dal punto di vista culturale che modificandone la funzione sociale dal punto di vista del diritto. Ecco credo che a quel punto, che sarà di non ritorno, la decadenza ingranerà la quarta….

  • La famiglia è in effetti l’ultimo argine.
    Per quanto uno possa immaginare società più o meno perfette, tra utopie e distopie, che “si prendono cura” dell’individuo, solo nella famiglia si può trovare un “prendersi cura” profondo e disinteressato..

  • Hiei

    Infatti basta mettere in un motore di ricerca violenze e abusi in famiglia, famiglie che vendono i figli o li mali mandano al lavoro minorile anche in miniera, le mamme che mandano figlie minorenni a farsi sbattere dai produttori televisivi perché facciano quattro soldi e “carriera”, per non parlare della fila di bravi padri di famiglia cattolici che si incontrano di notte sulle statali… :’D

    Ma l’importante è che l’individuo non sia mai cosciente e responsabile per se stesso, vero? Come da propaganda dimregime, ci deve SEMPRE essere una famiglia, società o entità superiore che decide per lui…

    Povero Santa, ovunque tu sia…che scempio stanno facendo del tuo nome e blog…

    • daouda

      Qui Hiei ha ragione pur voi considerando la cosa da altro punto di vista anch’esso fondato. Però guardando la realtà è più facile essere salvati oggi strappandosi dalla propria stessa famiglia che rimanendoci…la Scelta non può essere presa sotto gamba

  • Giovanni

    Sembrerebbe che il binomio morte-uguaglianza funzioni, in quanto, alla fin fine troveremo il cadavere del Re ed il cadavere dello Schiavo “equalizzati”.
    Tuttavia penso possa essere utile tornare su un argomento, da te trattato, se non erro:
    La buona Morte.
    Idealmente amo pensare ad una morte lenta nell’arco di uno-due giorni, nel proprio letto, vicino ai propri cari.
    Nella lucidita’ per poter comunicare le ultime volonta’, raccomandazioni, consigli, magari “rincuorando”, con pacatezza, serenita’, rassegnazione positiva i propri cari…..
    Purtroppo molte persone muoiono intubate in sala di rianimazione, altre muoiono per “esperimenti medici”, altre dimenticate in case per anziani.
    Se poi pensiamo alle guerre, alle persone che muoiono per fame, freddo, annegate attraversando il mare sui barconi, alle morti per droga, agli incidenti stradali, alle frane, ai diluvi. agli omicidi, ai suicidi alle persone che muoiono nel “Braccio della morte”……..
    Mi tornano alla mente i tuoi articoli sulle Egregore, sugli “Stati d’animo” positivi e negativi
    Allora il “Binomio” non lo trovo piu’ cosi’ valido e mi si aprono Ipotesi Diverse…….
    Saluto Giovanni.
    Ipotesi che mi portano a considerare una continuazione “aperta”.

    • daouda

      Veramente hai scritto una cosa preoccupante Giovanni…che fà molto riflettere!
      Se non interpreto male vorresti dire che il detto -la morte è egualitaria- in realtà è fatalismo da “ateisti”?
      Molto interessante.
      In effetti i santi affermano che le morti migliori sono il martirio, poi per fare il bene nell’aiutare gli altri e poi certo nella naturalità delle cose in vecchiaia oppure appena nati di converso. Discorso che implicherebbe una riflessione su molti tipi di morti a cui invece noi peccatori od uomini normali andremo incontro, sembra non senza una qualche responsabilità…
      mmhhhhhh

    • In effetti è così, per quanto riguarda la “buona morte”.
      Si aggiunga anche che se davvero si considera la morte come un passaggio, allora anche il suo essere “livella” assume un aspetto parziale.
      Essa infatti così farebbe “piazza pulita” delle illusioni materiali, ma poco agirebbe sulla vera essenza dell’essere umano che la attraversa.
      Verrebbero a svanire gli ori, i soldi, i titoli ed il potere, ma rimarebbe la parte più vera dell’uomo, quella con la quale dovrebbe poi fare i conti in seguito.

      • Hiei

        E qui mi dovresti ricordare come mai pressoché tutti i rappresentanti ufficiali della vostra religione, portavoce ufficiali (e proclamati infallibili) del vostro dio nonché tutori ultimi della vostra dottrina si ricoprano di ori, titoli e poteri…

        Ma quindi alla fine mi vuoi dire che il “grande equalizzatore” è LUI?? :’D

        http://files.explosm.net/comics/Kris/award.png

        • daouda

          Non credo tu sappia in cosa consista l’infallibilità, od anche l’indifettibilità. Per come approcci la cosa, vista la strumentalizzazione ad usum delphini di tale evidenza nella Chiesa di oggi, si potrebbe dire che sei proprio “cattoliciccio”.

          Sul potere dipende, semmai và intesa come auctoritas.

          Sui soldi o cos’altro hai ragione.

          Per il resto la tua ultima domanda ha risposta NO.

          Ciao

        • Hiei

          Vedi, quello è il tuo problema: quello che credi tu non ha necessariamente un tubo a che fare con la realtà.
          Che tu ci creda o no. :’D

        • daouda

          Per come cianci di infallibilità sei completamente allineato ai cattolicicci odierni che, come te, aprono bocca senza sapere.
          Prendo per buono quel che affermi e ne convengo, con la consapevolezza che vale oltremodo anche per te.
          Che tu lo voglia o no.

          Saluti

        • Hiei

          Almeno per insultare chi dice qualcosa che non ti piace stavolta non hai scritto un libro, vedi che migliori con la mia sapiente guida? :’D
          Mai pensato a fare carriera con social Justice Warrior? Pari portato…

        • daouda

          Non vedo differenza tra l’infallibilità papale dei cattolicicci e quella che pure tu presumi di avere.
          Siete parecchi ad essere boccaloni e proprio per questo è inaccettabile la tua devianza visto che tu spari amenità prive di fondamento e cognizione.
          Seppur ci può esser stato l’insulto, non c’è affatto critica a quel che non mi piace perché, come manifestazione di umorismo od attacco mirato è promettente e mi piace pure se coinvolge direttamente me storpiandomi ( e torniamo alla tua manipolazione che preventivamente per difenderti hai appioppato a me ).
          Dirai che sono tornato al disco vecchio, che rigiro le carte e veramente non vedi le risate sulle tue di risate per tutto il tempo che sprechi per stabilire chi sia portato a cosa, dove e quando?
          Hiei caro, ma vada via al cool te e tutte le tue fisime!
          Sei fighissimoooooo te e l’unicef.

          Saluti

        • Hiei

          Come sempre, che io mi presuma infallibile te lo sei inventato tu – verba manet – per attaccarmi personalmente non avendo niente altro in mano, soprattutto per evitare come sempre di parlare nel merito di cio’ che si discute.
          Come un candidato assessore comunale in campagna elettorare, appunto…dai che se ti insegno un po’ di cosette magari puoi migliorare e puntare addirittura a sindaco di paesino di campagna! :’D

        • daouda

          Hiei caro. Se io ti descrivo come tipo che presume di essere infallibile sei liberissimo di rigettare la cosa ci mancherebbe. D’altronde, se avessi capito il senso di discorso che facevo ( denotato dal dispregiativo cattoliciccio a cui ti accomunavo ) , se sapessi i termini in cui consiste l’infallibilità in sè stessa ( che per come ne cianci è similare ai cattolicicci e priva di realtà ) ed oltremodo avessi dimestichezza con l’italiano ( presumere: attribuirsi anticipatamente ), avresti ben compreso che ti prendevo solo in giro inerentemente al tuo attegiamento psicologico.
          Inoltre è del tutto fuori dalla grazia divina accusarti di infallibilità perché a) non sei infallibile come evidente b) se lo fossi non potrebbe essere un’accusa ma mera costatazione c) semmai uno potrebbe accusare di arrogarsi una infallibilità e parleremo quindi di un infame manipolatore ( mentre io non ho scritto che ci si arroga l’infallibilità, forse quello lo fa il papa in certe strategiche situazioni, non i cattolicicci e neanche tu. Difatti spiegavo che stavo più che altro sbeffeggiando il tuo atteggiamento psicologico che a quanto pare vista la tua reazione è oltremodo subconscio ).
          Ma già immagino!

          Il discorso che volevi portare in essere sono i titoli, gli ori, i poteri?
          Ma la risposta è da troncare sul nascere perché
          -la Chiesa ha autorità sui battezzati, ovvio, ma faresti di certo bene ad evidenziare non solo i possibili ma i fin troppi fattuali e subdoli inghippi di abuso e manipolazione.
          -la Chiesa deve avere titoli quantunque molti siano fittizzi od umanistici che se si demolissero male non sarebbe
          -la Chiesa deve possedere oro ( ti sei scordato i beni oltretutto ) per svariate ragioni ma anche qui la critica che potresti fare ti accomuna alla maggior parte dei cattolici ed avresti gioco facile a dimostrare magagne intrallazzi e ruberie, simonie e similarità da cui meriteresti solo elogio.

          Fatto quindi presente che molte delle critiche che potresti fare troverebbero me e molti qui od altrove concordi, visto che però sei un presumente sordo alle motivazioni od ai distinguo altrui, perdere del tempo per spiegarne le ragioni non serve.
          Infatti calcare su queste banalità che sottolinerebbe anche mia nonna ( pace all’anima sua ) a te serve solo per proiettare all’esterno il tuo magma e sollazzarti sulle risposte altrui.
          Noi non possiamo nulla innanzi alla tua giusdizzia

          p.s. è difficile per me addirittura avere voce in capitolo in condominio, figurati. Noto con piacere una tua ulteriore fisima, dalla fighezza e l’essere cool alla continua attenzione per il politico.
          Bah.

        • Hiei

          Ancora qua stai?

          Il tuo discorso in due parole: non ho capito quel che hai detto – ma non lo spieghi, perche’ non hai detto NIENTE ed e’ quel che cerchi di coprire.
          Ho criticato A RAGIONE la chiesa QUINDI sono stronzo perche’ blablablabla altra serie di attacchi personali non supportati da alcuna evidenza, zero parole sull’argomento che eviti come sempre come la peste.

          Chissa’ la regoletta di Santa sugli attacchi personali dove e’ andata a finire…nella stessa gabbietta dove tengono il vero Santa immagino. :’D

        • Non ci sono stati attacchi personali, ma in ogni caso mi pare evidente che data la incompatibilità dei punti di vista ogni ulteriore aggiunta non potrebbe apportare nulla di nuovo.
          Confido quindi che sia Daouda che Hiei comprenderanno che questo scambio può anche concludersi.

          Ovviamente si può riprendere a commentare l’articolo nello specifico, astenendosi da riferimenti personali.

        • daouda

          Perché te indo stai Hiei?
          Il discorso è abbastanza chiaro e Santa ha subito capito.
          Poi se vuoi frigno anche io invocando la netiquette ma è e rimane un bambinesco gioco alla “specchio riflesso”.

          Saluti

        • Hiei

          Niente Santa, questo non lo fermi neanche con la santa inquisizione. :’D
          E per fortuna che la vanita’ e’ peccato mortale…se ricordo bene…comunque puoi sempre dire qualcosa tu in argomento, alla fine io A TE avevo risposto… :’D

  • Giovanni

    Daouda, se analizziamo la morte come fatto strettamente personale, penso che la stessa non possa che essere strettamente “consequenziale” al tipo di vita che ogni singolo conduce (vita interiore ed esteriore, credo personale, Fede, speranze, sogni ed aggiungo “Karma”, in quanto convinto delle rinascite.
    Allora ritengo che ognuno di noi abbia dentro di se’ un senso dela propria vita e della propria morte.
    Purtroppo (o per fortuna) la vita ci prende con gli assilli quotidiani, costringendoci a “correre” cercando di evitare di “pensare”.
    Correre e’ tuttavia sinonimo di movimento e pertanto di vita!
    Si puo’ correre per fuggire oppure per inseguire, una delle poche certezze e’ che non possiamo “scappare” da noi stessi, neanche con la “demenza” o pazzia che dir si voglia.
    Non esistono pillole per “obliare”: esistiamo noi singoli nella nostra interezza:
    Arbitri, Giudici e Giocatori di noi stessi, con una sola, unica grandissima attenuante (per fortuna) la nostra Massima Ignoranza
    che progredisce con l’aumentare della Conoscenza, ( cosa ben diversa dal “Sapere”.)
    Come se ne esce?
    La risposta possiamo solo trovarla al nostro interno……..
    saluti

    • daouda

      Che sia consequenziale di per sè non implica che ciascuno abbiamo dentro di sè un senso della vita o della morte, come scrivi, indipendentemente da quel che uno ritiene al riguardo.
      La vita è una supertizione per motivi estremamente banali ed ovvi ma ciò non toglie che il pensiero esso stesso non sia movimento, anzi, la sequenzialità dei processi cognitivi è ben più comprensibile della spiegazione rispetto alle dita mosse nel piggiare la tastiera.
      Come l’ignoranza invincibile è perdono, così vale sempre per la violenza nelle azioni fisiche, ossia nell’aver dovuto compiere sotto scacco e violentati atti nefandi.
      Ma l’umano non può essere diviso e non esiste interno senza esterno.
      Che la questione sia “aperta” è semplicemente così, quello che non si può fare è ritenere di colpire l’essenza dell’altro, ed è un discorso perfettamente futile se questa essenza non la si considera né si mette in discussione la vita stessa, che è fatta da morti che seppelliscono altri morti.

      • daouda

        Sarà anche un evergreen, ma Guzzanti rimane un Guzzanti ed il tempo è forse troppo andato, oppure troppo moderno…chissà…

        Visto che scherzando però si dice la verità, la domanda spontanea è come possa esserci un dentro di me , se d’altronde è me e basta?
        Fermo restando che però il io stesso infondo non mi appartiene…ehi atomi fermi qui! Ahahah

  • ijo

    Fermo restando che però il io stesso infondo non mi appartiene…ehi atomi fermi qui! Ahahah

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