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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
10 Ottobre 2010

Facebook ucciderà i blog?


La risposta è no, ma andiamo con ordine.
In Italia i blog ebbero una prima diffusione a partire dal 2001-2002, e da allora il loro numero crebbe di anno in anno in maniera esponenziale, complice anche la comparsa di numerose piattaforme che permettevano anche ai meno esperti di lanciare in rete il proprio spazio senza eccessive difficoltà.
Negli ultimi tempi tale tendenza pare aver subito un certo rallentamento, ma ancora una volta occorre fare dei distinguo.

Nella cosiddetta blogosfera italiana capita sempre più spesso di imbattersi in blog fermi da tempo oppure definitivamente abbandonati, ma questo rientra apparentemente nel normale corso di vita dei blog stessi.
La maggioranza dei blog messi in rete non superano la prova dei primi mesi di vita, spesso per disinteresse oppure per il non raggiungimento delle aspettative dei rispettivi autori: per quanto si usi filosofeggiare sull’argomento, il primo scopo di chiunque pubblichi qualcosa è quello di essere letto.
Quando il riscontro non è immediato, capita che si smarriscano anche le motivazioni per continuare nel proprio impegno.

Tra i blog che superano questo primo scoglio, che siano “di successo” o meno, il fattore tempo gioca un altro ruolo decisivo: scrivere con regolarità richiede infatti impegno, e sopratutto un flusso costante di idee e spunti di cui trattare.
Per quanto si sia prolifici, avere sempre nuovi spunti e lo stesso entusiasmo degli esordi a distanza di tre, di quattro, di cinque anni diviene sempre più complicato; a questo si aggiunge il sopraggiungere di un senso di routine, che rende sempre più difficile trovare le giuste motivazioni.

Così, capita sempre più spesso di imbattersi in blog, anche con un buon seguito, che cessano la propria attività a distanza di diversi anni dalla loro nascita: si tratta del naturale corso degli eventi.
In verità, coloro che continuano con regolarità la loro presenza nella rete a distanza di diversi anni lo fanno perchè sono spinti da solide motivazioni di fondo, di natura economica (circostanza rarissima, almeno in Italia), di natura narcisistica oppure per sincera (ed ingenua, probabilmente) convinzione di poter essere utili in qualche modo ai lettori.


Occorre però ricordare come l’universo dei blog si divida sostanzialmente in due diverse categorie: vi sono i blog personali, e vi sono i blog “a tema”.
Su quali siano i blog personali non occorre soffermarsi molto: sono il corrispettivo dei “diari” in cui venivano annotati pensieri, sentimenti, esperienze quotidiane e non solo.
Questo genere di blog rappresentano tuttora la maggioranza, e vanno dai diari delle ragazzine adolescenti che raccontano le loro giornate a scuola e i loro primi turbamenti fino ai pensatori impegnati che commentano ogni giorno i principali eventi che accadono nel mondo, con interventi spesso arguti e “taglienti”.

Entrambi questi tipi blog parlano essenzialmente del loro autore (nel secondo caso il protagonista dei post non è mai la notizia, ma l’arguzia del blogger-commentatore), quindi rientrano perfettamente nell’insieme dei blog personali.
Per quanto riguarda i blog a tema ve ne sono invece di innumerevoli generi: da quelli dedicati all’informatica, allo stesso mondo di internet, alla cucina, alla moda, alla storia, alla pesca e così via, hanno tutti come comune caratteristica il fatto di parlare essenzialmente di qualcosa di altro che non sia il loro autore.

Con la diffusione dei social network, e di Facebook in particolare, è successo che molti di coloro che tenevano dei blog del primo tipo, quelli essenzialmente personali, vi abbiano trovato un luogo più adatto per esprimersi.
Sono infatti molti coloro che avevano aperto un blog con lo scopo di raccontarsi e di fare delle conoscenze virtuali, per parlare di se stessi e per scambiare chiacchiere leggere con altri internauti: per queste persone il mondo dei social network rispondeva maggiormente alle proprie esigenze di quanto poteva fare un blog.
Una pagina su Facebook è più immediata, richiede molto meno impegno ed è molto più facile da aggiornare di quanto lo sia un diario personale.

La piattaforma di Splinder in particolare, piattaforma nella quale i blog personali rappresentavano e rappresentano tuttora la stragrande maggioranza, ha subito negli ultimi due anni una vera e propria fuga di massa, e non sono pochi coloro che hanno interpretato tale fenomeno come il segno della definitiva decadenza dei blog a favore di Facebook.
In realtà Facebook non ha fatto altro che venire incontro a delle esigenze che già in precedenza venivano sentite da molti utenti della blogosfera, e che semplicemente hanno trovato nel celebre social network il loro sbocco naturale.


Per quanto riguarda invece i blog del secondo genere, quelli “a tema”, il successo di Facebook non ne ha particolarmente intaccato l’attività, dal momento che le due tipologie comunicative rispondono ad esigenze totalmente differenti.
Al contrario, sotto un certo punto di vista la diffusione dei social network li ha anche aiutati, dal momento che non sono pochi coloro che usano le loro pagine personali per segnalare articoli e link di altri blog, facendone così aumentare la visibilità.

In conclusione, si può affermare che la diffusione di Facebook e degli altri social network non decreterà la fine dei blog, casomai accentuerà nel tempo la distanza tra tutto quello che nella rete è principalmente “personale” e ciò che è “informazione”, dando a questo termine l’accezione più ampia che si possa immaginare.
Senza mai dimenticare, in ogni caso, che sempre nel virtuale ci si muove.

 

Memorandum per tutti i “bloggers”

34 comments to Facebook ucciderà i blog?

  • anonimo

    Una serie di delusioni mi ha infatti spinto ad abbandonare il blog che ormai è alla deriva nella rete.
    Ho preferito abbandonare con esso tutto ciò che è rete che, per definizione, mi sta stretta.
    Comunque di una cosa sono sicuro: non accetterei mai la chiusura del tuo!
    Perchè mi ha dato e continua a darmi tanto!

    a presto

    sR

  • Santaruina

    Ciao sR

    come scirvevo nel post, comprendo bene i motivi che possono portare ad un "abbandono" del blog da parte degli autori.
    Anche io sono stato più volte tentato di dare una conclusione a Tra Cielo e Terra, ma per adesso alla fine ho sempre desistito.

    Vedremo fino a quando ci sarà qualcosa da dire :-)

    A presto

  • anonimo

    l'esodo verso fb è un dato di fatto, constatato anche dal sottoscritto per quanto riguarda alcune sue conoscenze.
    "non so se proseguire questa discussione sul mio blog o qui sulla mia pagina facebook" scrivevano dei miei amici, e subito una sfilza di commenti: "qui, qui, prosegui su fb, che è più veloce e semplice".  questo è un fatto che la dice lunga.

    soprattutto quando si pensa ad una delle caratteristiche più restrittive del social network rispetto al blog: su facebook è tutto un unico stream istantaneo, senza alcuna possibilità di indicizzare o catalogare i contenuti. una volta che post, link e altro scompaiono dalla pagina, dal qui e ora del wall, è davvero arduo recuperarli.

    quindi blog e fb sono antipodici per quanto riguarda la modalità di organizzazione delle proprie 'produzioni'. il secondo cerca il contatto, la battuta, l'amenità o la stupidaggine che vive l'istante, subito sommersi da altri millemila istanti tutti allo stesso livello, senza gerarchie (senza tag!!!). il blog tematico cerca la profondità, il rallentamento del tempo, il focus su cose e idee che possono avere un rapporto meno diretto con l'istantaneità. quindi, come dici giustamente tu, non si fanno concorrenza a vicenda.

    pochi mesi fa arriva la notizia che Google chiude il progetto Wave, sulla carta una delle applicazioni migliori per il lavoro di collaborative thinking. la morale interessante è che era uno strumento troppo sofisticato per attecchire a livello massivo. usare wave vuol dire costruire pensieri, riflessioni in maniera cooperativa, ma alla gente interessa chiacchierare. parlare per dire qualcosa, non perchè si ha qualcosa da dire.

    questo è il trend imperante. il trend della chiacchiera, del rumore conversazionale continuo e massiccio elevato a etos di questo villaggio globale (scusate, non so se si può ancora dire…) . due miliardi di scimmie che pestano incessantemente su tastiere e stilosi touchscreen.

    che la rete ci stia facendo diventare più intelligenti è ancora tutto da dimostrare (cfr. Douglas Rushkoff); sicuramente però sta rendendo sempre più facile attualizzare certe nostre interessanti attitudini e potenzialità.

    tu, però, vedi di non chiudere il tuo blog, fa' il favore.

  • anonimo

    il commento #3 è il mio. non capisco come mai mi perde sempre la firma.

    Boc

  • anonimo

    Ciao a tutti.
    Avrei diviso direttamente tra chi ha qualcosa di interessante da dire, e chi non ne ha.

    Navigo dai tempi del modem28k e mi meraviglio di come possa facebook aver questo successo.
    In Italia ha sicuramente raggiunto dei traguardi di popolarità incredibili, ma nel virtuale è tutto molto effimero, pensiamo a che fine ha fatto secondlife, ci sono ancora speranze per FB XD.

    Lo stesso Google sa di dover stare sempre in campana oltre a wave ha deluso con quello che si annunciava un grosso colpo al monopolio microsoft, il suo sistema operativo basato su linux è quasi sconosciuto agli utenti windows, mentre quelli che usano già linux come me difficilmente useranno quella "cosa" :P

    Certo il web si evolve con troppa velocità e molte applicazioni utili come i blog si perdono nella marea.
    Ogni tanto per non rimanere indietro clicco sul bottone share di addthis.com esistono applicazioni web incredibili ma quasi sconosciute in Italia.

    C'è una terza categoria, quella artistica, sopratutto fotografica e illustrativa, queste piattaforme vivono a se con la loro utenza e anche se molti sono dilettanti sono tra le più produttive e interresanti.

    Sull'essere utile, mi sembri ingenuo come Olmi in centochiodi, i libri e i blog sono molto utili ma e ovvio che non possono risolvere da soli i problemi…

    ""fino a quando ci sarà qualcosa da dire""… allora sarai costretto a scrivere per un'altro millennio e più… o mi devo preoccupare ?_?
    buonanotte da ghibli e grazie che continui a scrivere… e sopratutto perché non cancelli i miei commenti :P

  • Santaruina

    Ciao Boc

    su facebook è tutto un unico stream istantaneo, senza alcuna possibilità di indicizzare o catalogare i contenuti. una volta che post, link e altro scompaiono dalla pagina, dal qui e ora del wall, è davvero arduo recuperarli.

    Questo è un'altro degli aspettiche mi lasciano perplesso nei confronti dei social media.
    Ad esempio, uno degli aspetti più complicati da gestire in un blog, sopratutto quando è in rete da più anni, è il cercare di rendere recuperabili e facilmente accessibili i contenuti che si sono proposti nel tempo.

    L'idea di dedicare del tempo a creare dei contenuti per vederli poi sommersi e persi nel continuo flusso delle "novità" è un qualcosa che personalmente mi ha sempre preoccupato.

    che la rete ci stia facendo diventare più intelligenti è ancora tutto da dimostrare (cfr. Douglas Rushkoff); sicuramente però sta rendendo sempre più facile attualizzare certe nostre interessanti attitudini e potenzialità.

    Questo sì che è difficle da dimostrare.
    Quello che è certo è che ha cambiato il nostro modo di approccio nei confronti delle informazioni.
    Ormai si cerca subito "il punto", ci si aspetta sintesi e facile fruibilità, mentre i contenuti lunghi ed approfonditi risultano sempre più difficli da consultare.

    La comunicazione della rete, rapida, imediata, sintetica, sta disabituando le persone alla lettura riflessiva e ponderata.
    Questo sicuramente rappresenta uno svantaggio.

    A presto

    ______________________________

    Ciao Ghibli

    In Italia ha sicuramente raggiunto dei traguardi di popolarità incredibili, ma nel virtuale è tutto molto effimero, pensiamo a che fine ha fatto secondlife, ci sono ancora speranze per FB XD.

    In effetti nel mondo del virtuale tutte le novità hanno vita breve, dal momento che nel virtuale il tempo scorre a velocità assai più sostenute che nel mondo reale.
    C'è anche da dire che facebook dà l'impressione di essere proprio lo strumento che mancava nella rete, dal momento che la sua immediatezza e la sua facilità d'uso lo rendono utilizzabile dal 90% degli internauti.
    Vedremo quanto resisterà, e sopratutto da cosa verrà sostituito.

    Sull'essere utile, mi sembri ingenuo come Olmi in centochiodi, i libri e i blog sono molto utili ma e ovvio che non possono risolvere da soli i problemi…

    Questo senza dubbio, ma è sempre meglio non credersi troppo importanti. :-)

  • Vdipassaggio

    Ciao Santa e lettori :)…

    giusto l'altro giorno mi chiedevo se (e come) a un progresso tecnologico corrisponda anche una buona evoluzione del pensiero, inteso come capacità di riflessione…. in fondo cosa distingue l'uomo medio di oggi che usa l'alfabeto solo per firmare, compilare semplice modulistica, per produrre sms e cazzeggiare in fb, da un antico analfabeta? voglio dire che da sempre solo una parte delle masse aveva e ha accesso al pensiero articolato e che sia scritto su pergamena o in bit poco cambia…io cmq sono ottimista…e quanto alla scomparsa dei blog non saprei, ma certi blogger continueranno a sopravvivere.

    v.

  • anonimo

    Vedasi quel che è uscito fuori dopo la questione del "cerchio sovrastrutturale" tirato in ballo grazie alle intercettazioni tra PORRO e ARPICELLA.

    Ormai è tutto sdoganato.
    Tutti mo mettono bocca.
    Almeno prima…quando lo sapevamo in pochi…ci dicevano coglioni, adesso è addirittura banale…( come la "barzelletta" che avi scritto sul bohemian grove!!! ) e tutti possono arguire e porsi come pseudo autorità avendo perso il limite critico , avendo con il consumismo sviluppato una psicologia narcisistica che non ammette a sé zone d'ombra per finire, in fin dei conti, a venir illuminata esclusivamente da riflettori altrui…

    Relativamente a quel di facebook…proprio così…proprio così ci hanno annientato il cervello.
    Siamo sommersi.

    Du palle!

    ciao. Daouda

  • Santaruina

    Ciao V  :-)

    mi chiedevo se (e come) a un progresso tecnologico corrisponda anche una buona evoluzione del pensiero, inteso come capacità di riflessione….

    A rigor di logica, ad un progresso tecnologico dovrebbe cosrrispondere un impoverimento del pensiero, dal momento che scopo della tecnologia è proprio quello di far "riposare" le nostre energie fisiche ed intelletuali (è noto come nelle epoche in cui la scrittura non era diffusa anche le persone di umili origini imparavano e conoscevano a memoria interi poemi, ad esempio).

    Poi, oviamente, ogni conquista tecnologica non è mai un bene o un male un sé, e dipende sempre dall'uso che se ne fa.

    A presto

    ____________________________________

    Daouda

    Almeno prima…quando lo sapevamo in pochi…ci dicevano coglioni, adesso è addirittura banale…( come la "barzelletta" che avi scritto sul bohemian grove!!! ) e tutti possono arguire e porsi come pseudo autorità

    Lo so che è una frase abusata, ma era meglio prima :-)

  • anonimo

    Ma è sicuramente così. :) 

    Il detto: si stava meglio quando si stava peggio è ineludibile.

    Ad ogni modo sapendo che ogni cosa che accade deve essere, pena la limitazione del possibile ossia dell'infinità del Tutto ( ergo di Dio ) , nel presente non si può che star bene soprattutto se si ha presente che il male non ha senso essendo in sé inesistente poiché il male assoluto è una contraddizione.
    Che sia qui e ora  il mondo più bello che ci sia?

    Sò che mi hai capito e smetto di rompere le balle co sta solfa.

    Giusto perché in fin dei conto la nostra vita è sempre nel presente ed anche per non cascare nella malinconia ( guardando al passato ) nella disperazione ( guardando il presente ) e perché no…nell'illusione sia essa positiva o nefasta ( guardando al futuro )

    Un salutone

    Daouda

  • Chapucer

    mi è capitato di ricevere inviti per iscrivermi su facebook, ma la prima cosa che penso al riguardo è che non lo farò mai per due motivi…

    1) la riservatezza
    2) la libertà

    (chiaramente il tutto circoscritto alla virtualità della cosa).

  • anonimo

    Sui trend si addthis FB ha il 38% di utilizzo, su 291 servizi di condivisione ed è in forte aumento, booo non lo capisco tutta questa voglia di apparire senza se e senza ma.
    Qui ci ha preso Caparezza con Io Diventerò Qualcuno


    Ma che ne pensate dell'utilizzo di FB da parte di luogocomune, vigilantcitizen ecc… capisco che dia visibilità e forza? ma non sarebbe meglio invogliare (educare) ad usare altro visto che esistono molte possibilità.
    Ciao da ghibli.

  • anonimo

    ah, quanto è bello e facile (e anche giusto, certo) sparare critiche su fb. lo faccio anche io, che pure sono presente -anche se non molto attivo- sul network.
    eppure è figlio della stretta cultura dell'orizzontalità e dell'iperconnettività che hanno costruito il fascino dell'era internet. per quel che mi riguarda, mi trovo molto più d'accordo nel *demonizzare* la televisione, basata sul principio del broadcasting top-down di cui già Pasolini tanto ha detto per metterci in guardia (e poi Popper etc.).
    perchè la tv amplifica la ricezione e basta (cioè la passività) mentre internet offre la possibilità di comunicare, di lasciare segni. fb ad esempio, è solo un grande amplificatore delle possibilità comunicative. poi dipende dall'uso che se ne fa.
    posso passare tutto il giorno a giocare a farmville, a postare le migliori citazioni dai film di Moccia, a mandare bacini e regalini, ma posso anche far girare delle informazioni, conoscere persone (che poi frequenterò davvero) e mantenere contatti con molta più facilità con gente distante.
    io tramite fb ho trovato due sorelle che non sapevo di avero. non sto scherzando.
    e (messaggio per Chapucer) il problema di libertà e riservatezza, datemi retta, è un finto problema. ci sono solo due accorgimenti da tenere presenti per gestire fb e non essere gestiti da esso:
    1- mettere su fb solo quello che volete rendere pubblico. certa gente non mette nulla del vero sè: nè la faccia, nè il nome.
    2- rendersi conto, e questa è una considerazione a largo raggio, che ci sono buone probabilità che NULLA di ciò che facciamo o siamo sul web sparisca senza lasciare traccia.
    forse nessun tasto premuto, click di mouse, pagina web visitata, email sparisce senza esser visto, catalogato, indicizzato e trasformato in informazioni potenzialmente sfruttabili. prima di tutto commercialmente. (http://www.shopping24.ilsole24ore.com/sh4/catalog/Product.jsp;jsessionid=0AFCBB6C68145A5457402834485BE9AB?PRODID=SH246192743)

    non demonizziamo fb, prendiamocela con la nostra eventuale incapacità di usare con intelligenza questo enorme amplificatore della comunicazione.  se non abbiamo una mazza da comunicare, facciamo solo casino. ma per fortuna, basta chiudere il laptop e quel casino cessa, sovrastato dal rumore del mondo vero.

    Boc

  • Santaruina

    Chapucer

    non lo farò mai per due motivi…

    1) la riservatezza
    2) la libertà

    anche io avevo ricevuto degli inviti per iscrivermi, ma avevo desistito dopo aver letto le condizioni d'uso (c'era qualcosa del tipo "i vostri dati potranno essere trasmessi all'FBI in caso di necessità").
    Per quanto eventualità remota, la cosa mi dava fastidio in via di principio.

    ______________________________

    Ghibli

    Ma che ne pensate dell'utilizzo di FB da parte di luogocomune, vigilantcitizen ecc… capisco che dia visibilità e forza?

    Penso che si tratti di uno dei casi in cui facebook venga usato in maniera utile.
    Pensa infatti a tutte quelle persone che a certe informazioni non sarebbero mai arrivate altrimenti.

    __________________________________

    Boc

    intervento interessante.
    Ma quel broadcasting top-down non si poteva evitare? :-)

    A presto

  • Chapucer

    Suvvia, dimmi….cosa nascondi all'FBI?
    (:-))))

    mi sono accorta ora che scrivendo riservatezza e libertà ho ammesso una contraddizione, in un certo senso….

  • anonimo

    > Ma quel broadcasting top-down non si poteva evitare?

    ci hai pure ragione, Santa. ;-)  giuro di non usare più un obbrobrio del genere.

    @ Chapucer: la libertà di essere riservati, se vuoi. 

    ad ogni modo sono convinto che quello della privacy sia un falso totem.
    che è diventato tale proprio perchè la privacy sta per scomparire definitivamente, in capo a qualche anno. è un placebo, ci aiuta a superare senza troppi traumi la transizione verso un ordine sociale in cui l'interconnettività globale sarà di gran lunga preferibile che non la privacy come ora la intendiamo.
    più o meno come nessuno mette seriamente in discussione il sistema di trasporto automobilistico, anche se questo comporta, tra le altre cose, un'incidenza di decessi per incidenti stradali superiore a molte delle più temute malattie.
    non dico che sia giusto, nè tantomeno che mi piaccia questa prospettiva. credo semplicemente di vedere un trend in movimento, pure difficile da arrestare.
    come scrisse Asimov ne Il cronoscopio: bvenvenuti nella vasca dei pesci.

    suerte.
    Boc

  • anonimo

    ciao Carlo, sono Antonio. grazie a questo post ho finalmente deciso dopo un esperimento di 6 mesi di chiudere definitivamente il mio accoun facebook, e tornare con un blog :)))) ci conosciamo dal 2007… quanti blog ho aperto e chiuso??? eheheh.. .tanti, uno in più, un nuovo tentativo :) a presto notizie ;)

    qualche considerazione banalotta sul perchè sia arrivato alla conclusione di disintossicarmi da facebook:

    1) stai sempre li a vedere chi commenta o semplicemente lascia il suo "mi piace"… patetico insomma
    2) non si arriva davvero a nulla. mi spiego: vi è l'illusione di socializzare, l'illusione di rimanere informati, ti mandano inviti, scopri che intorno a te ci sono mille iniziative… tutte deserte. poi spegni il computer e incontri magari le persone conosciuti su facebook: imbarazzo, gelo.

    il motivo del successo: la VANITA'. Facebook è un enorme specchio. tutto qui. non v'è nulla. la vita reale passa e tu ti specchi.. e tutto intorno a te muore… insieme alla tua libertà.

    ADDIO FACEBOOK.

  • anonimo

    fatto. account completamente cancellato (e non "disattivato"… la funzione per cancellare definitvametne l'account e ogni dato c'è.. ma  è un po' nascosta… chissà perchè). mi sento meglio :DDD ciao Carlo

    Antonio

  • Santaruina

    Bene Antonio, felice di ritrovarti :-)

    Aspetterò di poterti rileggere ancora sul tuo nuovo blog.

    A presto

  • Chapucer

    si, la libertà di essere riservati :-)
    la definizione di facebook data da Antonio la trovo azzeccatissima…
    FB è tutto vanità!

    del resto, l'uomo non può vivere senza specchiarsi…o no?

  • Santaruina

    del resto, l'uomo non può vivere senza specchiarsi…o no?

    Specchiarsi è utile per sistemarsi i capelli o per farsi la barba.
    Dopo diviene superfluo.

  • Chapucer

    lo so benissimo che specchiarsi non è necessario…
    il problema è che l'uomo ha bisogno di vedersi sempre riflesso in qualcosa….la sua vanità è sempre in agguato…proprio come un lago che si inghiotte il suo riflesso …vedi Narciso su in alto :-)

    (spero che splinder non si mangi anche questo…)

  • anonimo

    già, la vanità.
    essere visti.
    essere "likati" (inorridisci a questo, Santa ;-).
    la vanità è superficiale per definizione, quanto di più superfluo.

    scappiamo da fb perchè ci rendiamo conto che abbiamo bisogno anche di questo (almeno un po')?

    e perchè scappare dal superfluo, Santa? ognuno sceglie i suoi modi per essere visto, è fondamentale per noi non essere ignorati. c'è chi lo fa mantenendo duemila contatti su un social network; altri mantenendone altrettanti con un blog; altri ancora sentenziando commenti al suddetto blog protetti dall'anonimato. magari facendo capolino da una foto piccola come un unghia che suggerisce bellezza, o seduttività.

    non credo che cercare lo sguardo dell'altro sia sbagliato in sè. ma ancora una volta: come ci facciamo notare? per cosa? quelle sono differenze interessanti. alcuni mandano avanti le proprie idee, altri il proprio aspetto.
    quando capiamo cos'è che abbiamo scelto per rappresentarci nel mondo (virtuale o meno), allora tiriamo le somme. son quelle a spaventarci, suppongo.
    perchè credo che abbia anche e sempre ragione Wilde: solo un superficiale non giudica dalle apparenze. perchè parlano di noi.

    suerte.
    Boc

  • anonimo

    sono quasi 24 ore che ho cancellato il mio account facebook. devo ammettere una certa "crisi d'astinenza". ero così abituato a passare ore su facebook , a cliccare "mi piace" a link e foto su bacheche di perfetti sconosciuti (se non sono rimasto in contatto con la "cara" amica delle superiori… ci sarà un perchè… ) che mi sembra ora di aver tempo in quantità enormi… accendo il pc e non so perchè sono davanti a uno schermo… curioso. quando la crisi d'astinenza inizierà a provocarmi tremori e bava bianca alla bocca… sarò vicino alla liberazione :DD

    Antonio

  • Santaruina

    Antonio
    penso che passerà in fretta, ne sono quasi certo :-)

    _

    Boc, Chapucer

    come scrivevo anche nel post, anche nei blog c'è una forte componente di vanità.
    In fondo non ci si guadagna niente, almeno nel mio caso, quindi le motivazioni per dedicare tempo ed energia a tale attività vanno cercati altrove.
    Personalmente non nego questa componente, a cui si aggiunge quella di avere la possibilità di comunicare qualcosa a qualcuno.
    Forse anche questo è vanità, chissà, o forse presunzione, più probabilmente.

    Ovviamente la "vanità" si manifesta in vari modi, dal pubblicare una propria foto aspettando commenti positivi oppure nello scrivere un articolo e poi rileggerlo compiacendosi della sua incisività.
    Oppure vanità nel "blogger" è mettersi a contare i commenti, fissarsi sulle visite, sui link, come si diceva.
    L'importante è rendersi conto di quanto soffermarsi su questi aspetti secondari sia poco importante e futile, appunto, ed accettarlo quale parte della componente, forse debolezza, umana.
    E poi, a mente fredda, occorre sempre riflettere sulle cose che sono vermanete importanti.

    A presto

  • asoka81

    il desiderio di comunicare qualcosa è sempre enorme. la persona veramente libera, mi vien da pensare, è quella che se ne sbatte degli altri. La vanità è in fondo schiavitù.

  • Santaruina

    Interessarsi dell'opinine degli altri è tuttavia umano.
    Le eccezioni sono rare.
    E' una caratteristica dei psicopatici, ad esempio.

    Ovviamente non tutti coloro che si disinteressano dell'opinione altrui sono psicopatici, lo scrivo a scanso di fraintendimenti.

    A presto

  • francesco_da_pisa

    Eccoci qua, diciamo che a caso ho trovato il post( o ) giusto per iniziare a palesarmi. Sono MESSIER, adieu. Il primo commento su splinder, da loggato come Messier, lo lasciai sul tuo blog, Carlo, e ne vado fiero a mille. Quindi non potevo che riniziare da qua.

    Io "posseggo" (!!!) un account facebook. L'ho creato ed usato unicamente per un motivo (a parte il fatidico e mellifluo "conoscere le seduzie del nemico"), ossia ricercare (in senso letterale) la Donna che amo, ah ah, e ce l'ho fatta, e come se non ce l'ho fatta; tanto che un bel giorno di una settimana esatta fa, ho chiuso il pc, ho inforcato la macchina,  e sono andato da Lei.

    L'esperianza che abbiamo vissuto è di quelle che realmente valgono una vita e in quel giorno io ho veramente dato un 'calcio in culo' ai rettili bastardi o bastardi rettiloidi o quel che volete; ho usato il loro acchiappacitrulli per la missione più bella, più carnale (incarnata a dire il vero…), meno virtuale e più Duratura (nell'Eterno) possibile, ossia l'Amore. Tiè !!!!!!!!!!!

    Detto questo, ho messo la parola Inizio. Un nuovo sito sto creando poco a poco, attivo non so da quando. Ospitato sulla piattaforma blogger che conosciamo bene, MA, non sarà un blog. Calcio in culo definitivo, nel loro stesso territorio. Io voglio andare indietro, recuperare la sostanza. Anche fisica, delle cose. Vedremo cosa riuscirò a combinare. Magari un c***o. Ma l'intenzione ce l'ho.

    Intanto qui, come sempre, sto bene. Grazie Santa. Ciao ciao….

  • anonimo

    Si, ma, però… ritornando al tema del commento #27 sono preoccupato.
    ghibli

  • anonimo

    "Tra i blog che superano questo primo scoglio, che siano “di successo” o meno, il fattore tempo gioca un altro ruolo decisivo: scrivere con regolarità richiede infatti impegno, e sopratutto un flusso costante di idee e spunti di cui trattare. Per quanto si sia prolifici, avere sempre nuovi spunti e lo stesso entusiasmo degli esordi a distanza di tre, di quattro, di cinque anni diviene sempre più complicato; a questo si aggiunge il sopraggiungere di un senso di routine, che rende sempre più difficile trovare le giuste motivazioni."

    Mi auguro che ogni possibile allusione o riferimento all'Autore sia del tutto casuale e non corrispondente al vero..
    Confido piuttosto di poter continuare a leggere i tuoi ottimi articoli, di rara intelligenza e di raffinata stesura, certamente fuori dall'ordinario.
    Cessare l'attività di un blog come il tuo sarebbe davvero un 'delitto'!

  • Santaruina

    Grazie per la tua gentilezza.
    Per ora ho diradato un po' la frequenza della pubblicazione dei post, poi in futuro vedra'.
    Ora come ora non riesco a seguire i vecchi ritmi, ma non vorrei chiudere il blog, anche perche' avvenimenti di cui parlare se ne presentano sempre..

    A presto

  • Articolo, come altri topici per argomento di questo blog, ancora fondamentale per comprendere e difendersi dalla “febbre da web”. L’illusione di incidere sulla realtà attraverso i “social” (l’antitesi della comunità reale) è sempre più marcata. Persino su twitter, anche tra gli utenti più consapevoli e sgamati, hanno successo di condivioni e “mi piace” i commenti, gli aforismi, e non le notizie che possono essere archiviate, anche per futura memoria, pubblicate con criterio e oggettività. Un esempio pratico, il profilo del Prof. Zibordi twitter.com/CGzibordi che colleziona poche interazioni a fronte di una montagna di chiacchere e opinioni che valgono lo spazio di una giornata.

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