Nei giorni scorsi mi è capitato, distrattamente, di assistere per qualche momento a delle discussioni, in dei programmi televisivi, riguardanti gli stipendi dei nostri governanti.
Non mi ero appassionato alla vicenda, ma imbattendomi più volte in questi “dibattiti”, mi sono reso conto che la questione è stata una di quelle che maggiormente ha appassionato l’opinione pubblica nella passata settimana.
Ora, è sicuramente doveroso essere consapevoli del fatto che le stesse persone che chiedono rigore e sacrifici alla plebe da parte loro non attraversano sicuramente problemi di ristrettezze.
Questo fatto non rappresenta sicuramente una novità, e non vi è in verità nulla di cui stupirsi, ma è sempre bene tenere a mente il livello di ipocrisia che questi governanti caratterizza.
Occorre però anche ricordarsi sempre che non vi è nulla da invidiare in quelle persone.
Invidiare i loro stipendi milionari e i benefici che si sono assicurati in cambio della vendita della loro anima significherebbe solo accettare e fare propria la loro scala di valori, quella scala di valori secondo la quale il “successo” di una persona si misura esclusivamente con il numero di banconote e di ori che si porterà nella tomba.
La verità è che esistono tanti tipi di povertà, e la loro è forse la più triste.
http://economiaincrisi.blogspot.com/2010/06/il-pifferaio-magico.html
“La verità è che esistono tanti tipi di povertà, e la loro è forse la più triste.”
Può darsi, ma tu prova a stare affamato in mezzo ad una strada con solo una giacchetta mentre il vento ti soffia in faccia la neve e poi ne riparliamo…
Bella l’immagine comunque.
Inutile dire che si tratta di situazioni “estreme”, sia quelle descritte da Carlo sia quella di cui tu parli.. Un pò come il discorso sulla salute…che se non ce l’hai non te ne frega di null’altro, ma nel momento in cui l’hai, se non hai il resto, ti sembra comunque di non avere nulla. A quanto pare la somma di due “nulla” non è pari a “nulla”.
tutto è necessario, ma la cosa più importante è fare una scelta. Se si sceglie la vita si abbandona il mondo, e si smette di desiderarlo.
Se uno trova ingiusto che i cattivi abbiano le morbide vesti allora che scelga il mondo, altrimenti resta nella terra di mezzo della vanità, ed è meno utile dei “cattivi”.
Giovanni si nutriva di locuste e miele selvatico, che è come stare in giacchetta con il vento e la neve… ma anche questo è vanità (qoelet ci piace…)
@hiei il discorso era un po’ più complesso.. ipotizzando che il pianeta terra fosse popolato da persone
1 oneste
2 lungimiranti
tutte le belle teorie socio-economiche non rimarrebbero a fare la muffa nei libri ma avrebbero un riscontro empirico..
ma la visione hobbesiana dell’indole umana sembra avere la meglio, aimé
dai piani alti ti inculcano l’idolatria dell’opulenza pecuniaria=>materiale, che sappiamo benissimo avere dei grossi limiti..
sono rimasta affascinata dal paradosso “chi meno ha, più ha da offrire”, sia in termini relativi quantitativi (se hai la fortuna di essere ospite di una famiglia saharawi stai pur certo che quello che hanno lo daranno a te e poi penseranno al resto dei familiari) che qualitativi (in termini di calore, umanità)
non ho niente in contrario con chi percepisce degli alti compensi – purché meritati.. aprirei un capitolo sul concetto di meritocrazia latente(?) in italia.. – se contribuisce poi alla ridistribuzione della ricchezza finanziaria tramite le varie forme (imposte, beneficienza…)
se un qualsiasi essere umano si trova solo per strada al gelo senza cibo ne vestiti adeguati.. o l’ha scelto senza calcolare bene le conseguenze o deve scontare un karma nefasto :P
@santa grazie per tutto quello che fai, si sente che dietro c’è una gran passione e dedizione
“dai piani alti ti inculcano l’idolatria dell’opulenza pecuniaria=>materiale, che sappiamo benissimo avere dei grossi limiti.. ”
Verrebbe da dire “go buy a brain” che sarebbe squisitamente calzante, ma non vorrei venisse preso in modo offensivo. Resta il fatto che la potenza è nulla senza cervello!
“sono rimasta affascinata dal paradosso “chi meno ha, più ha da offrire””
Oppure ti può tagliare la gola per dieci euro che ti ritrovi in tasca in mezzo alla strada.
Se non si fosse capito, la mia ironia era rivolta alle facili semplificazioni, niente più niente meno.
grazie a te ly :-)
C’è una legge spirituale che rovescia le leggi naturali, e dice: chi si esalta sarà umiliato chi si umilia sarà esaltato, credo sia quella a cui fa riferimento il post.
La povertà è la ricchezza sono due termini relativi, uno che mangia a fatica tutti i giorni è più ricco di uno che muore di fame, ma non per questo possiamo definirlo ricco, e uno che ha tutto quello che vuole non è mai soddisfatto, uno che si accontenta dell’indispensabile è sostanzialmente sereno, la sua vita è più ricca, in generale, di quell’altro, sono molti i modi di intendere questi due termini, la parabola del povero Lazzaro e del ricco che finisce all’inferno è abbastanza esplicativa dell’infelicità cui può arrivare uno che accumula ricchezze.
Benedetto da Norcia è stato , parallelamente, uno degli homini più ricchi di questo mondo quando si ritrasse nel sacro speco.
Se quindi è evidente che non si tratta affatto di ricchezza di beni e di moneta ( giacché il termine materia nel suo senso corretto ed originario non ha correlazione diretta ed univoca con lo stato corporeo ) , questa diatriba è dis-utile.
Ad ogni modo… “primum vivere, deinde philosophari” , il ché significa che non è affatto nobile ritrarsi dal mondo.MAI. I monaci ad esempio non si ritraggono, ma sono in prima linea nella battaglia. E vediamo bene quanto l’allontanarsi dalla contemplazione comporti un malsano sviluppo delle facoltà umane in una societas ( l’empiria che di-mostra i principi ).
saluti
Riflettendo sulla crisi economica che peggiora ogni giorno, ho pensato che forse la povertà non è più una eventualità estrema. Ma forse occorre distinguere tra povertà e miseria. Se non possiedo sono povero, ma se oltre a non possedere sono anche privo di speranza allora la povertà diventa miseria. Questa mi spaventa di più. Non si vive di solo pane…
Nic
Riflettendo sulla crisi economica che peggiora ogni giorno, ho pensato che forse la povertà non è più una eventualità estrema. Ma forse occorre distinguere tra povertà e miseria. Se non possiedo sono povero, ma se oltre a non possedere sono anche privo di speranza allora la povertà diventa miseria. Questa mi spaventa di più. Non si vive di solo pane…
Nic
Gheia Sou Santa,
solo audio: un allegro pop ben strutturato, accuratamente sonorizzato, “ggiovan-compatibile”;
video: materia di studio mista ad una probabile vanvera
facci sapere
K’gol
Apperò…
intanto ho salvato il link, si potrebbe tornare sopra..
A presto k’gol :-)
Tornando sulla frase della foto.
Povertà e ricchezza sono ovviamente termini molto soggettivi, ed ovviamente se manca il pane, qualsiasi altra cosa diviene del tutto secondaria.
C’è però una cosa che nel mondo cosidetto “ricco” si è totalmente dimenticata.
ovviamente, ogni uomo ha delle necessità, imprerogabili: del cibo, dei vestiti, un tetto.
Ma una volta che questi bisogni sono soddisfatti, si aprono all’essere umano infinite possibilità.
Succede invece che l’idea di “successo” che si è imposta indichi un’altra via. ovvero la ricerca, sempre, del qualcosa in più.
Il successo è oggi il “non accontentarsi mai”, l’accumulo fine a se stesso.
La frase dell’immagine era solo una riflessione su questo, anche abbastanza ovvia, se vogliamo: ci sono persone che nella frenesia dell’accumulo finiscono per non avere null’altro se non i loro benei materiali, senza considerare gli affetti, le amicizie, una crescita personale che passa da dentro, che poi è il nostro scopo su questa terra.
E’ la solita distinzione tra “mezzo” e “fine”.
Il benessere fisico, la soddisfazione dei bisogni primari, è un mezzo che permette, una volta soddisfatto, di dedicarci alle cose realmente importanti.
Se diviene invece un “fine”, ecco che come persone ci “impoveriamo”.
Sono considerazioni anche “banali”, se vogliamo :-)
A presto
Solo una nota:
“Il benessere fisico, la soddisfazione dei bisogni primari, è un mezzo che permette, una volta soddisfatto, di dedicarci alle cose realmente importanti.
Se diviene invece un “fine”, ecco che come persone ci “impoveriamo”.”
Poco prima:
“Succede invece che l’idea di “successo” che si è imposta indichi un’altra via. ovvero la ricerca, sempre, del qualcosa in più.”
Contraddizione logica evidente: o è una o è l’altra. O il benessere come fine a se stesso o la ricerca costante di qualcosa “in più” del mero sopperire alle necessità. Occhio all’esposizione.
E’ davvero contraddittorio dire che il benessere fisico è necessario ma non sufficiente?!
Occhio alla comprensione.
E’ contradditorio dire che il problema è la ricerca del benessere fine a se stesso mentre poche frasi prima hai detto che il problema è la ricerca del solo superfluo.
Benessere fine a se stesso = problema
Superfluo = problema
Benessere fine a se stesso = superfluo.
Problema = problema.
Serve altro?
“Serve altro?”
Qualche difensore fanatico delle cause perse in meno non guasterebbe mai, ma si sa che non è un mondo giusto…fa piacere vedere comunque che a Santa abbia a disposizione degli avvocati pure quando non ne ha bisogno!
Se il fine è il benessere fisico che Santa indica testualmente come “soddisfazione dei bisogni primari”, come può essere la stessa cosa la ricerca del “superfluo” cioè di tutto ciò che va OLTRE la soddisfazione di tali bisogni?
Da cui se si indica il problema come la ricerca ESCLUSIVA (fine a se stessa) della soddisfazione dei bisogni primari, come può il problema poi diventare il suo opposto cioè la ricerca di tutto il resto?
E’ chiaro? E’ chiaro che è una sottigliezza, più che altro formale, ma c’è? E’ chiaro che non te lo sto imbrattando il tuo santino, puoi dormire tranquilla?
Santa, sentiti libero di assassinare questo noiosissimo scambio in ogni momento come è tuo privilegio fare, anche perchè da qui in poi ci son solo i disegnini e il linguaggio non verbale per spiegarsi…
Hiei: il “qualcosa di più” era, evidentemente, riferito alla ricerca di un sempre maggiore benessere “materiale”.
Evidentemente.
Ho capito il concetto, anche se avrai colto la velata critica “è facile fare i filosofi spiritualisti con la panza piena, le chiappe al caldo sul divano e picchiettando sul tuo materialistico computer collegato ad Internet” – se la consideri una provocazione costruttiva.
Il senso del discorso è chiaro, il mio rilievo era sulla forma in questo caso.
Sinceramente Hiei faccio un po’ fatica a seguirti.
Per quanto riguarda questa tua ultima critica, comprendo il concetto, ed in effetti anche qui abbiamo più volte ribadito come molti discorsi che si fanno, a proposito della materializzazione e della “dissoluzione”, una volta fatti per mezzo della rete acquisiscono una dose intrinseca di paradosso.
Questo è pacifico.
Sul fare i “filosofi spiritualisti” invece mi pare che siamo fuori strada.
Personalmente, per quanto mi riguarda, il concetto di “filosofo spiritualista” non mi si addice molto, e se qualcuno ha avuto questa impressione, probabilmente ha malinterpretato quanto scrivo.
Per il resto, mi pare che la tua critica sia un po’ tirata per i capelli, ma questa è una mia impressione.
Infine, come già ti dissi tempo fa, non ho problemi nel ricevere commenti critici, e nemmeno critiche personali rivolte a me.
Queste ultime le affronto a seconda dell’umore del momento.
Ma gli attacchi verso gli altri utenti sono sempre da evitare.
Stabilire cosa sia un attacco degno di richiamo non è semplicissimo, dal momento che ognuno ha un diverso grado di sensibilità e di reazione: buona regola, nel dubbio, è quella di astenersi del tutto da considerazioni che potrebbero risultare, anche in minimo grado, offensive.
“Ma gli attacchi verso gli altri utenti sono sempre da evitare.”
Scusa, io mi sono rivolto esclusivamente a te e al più l’altra utente di cui sopra è venuta a tarmarmi non interpellata con tono saccente, quindi non è a lei che dovresti rivolgerti, o al limite, al pubblico in generale?
Non che sia importante…tanto passo una volta ogni morte di papa.
Oh, a proposito, non è che hai qualcosa da dire sulla storiaccia dei documenti “trafugati” dal Vaticano? Quella mi incuriosisce…
LoL, giusto perchè non capisco bene a che gioco giocano, probabilmente sei più ferrato in materia di me…
Qualcosa in più nello stesso àmbito Hiei. Nello stesso campo…non voler trovare contraddizioni laddove non è necessario.
Ciao.
Sta cosa dei commenti è carina ma un po’ incasinata. Da abituarcisi… :-)
Più che altro a me secca che non prenda gli “invio” se non scrivi niente, così non posso spaziare i paragrafi e ci si perde in leggibilità…
sta cosa degli spazi è terribbile infatti, come pure che nun ce stanno più li numeretti ai commenti ( che secondo loro nun servono più visto che puoi scrive sotto…boh)
Santa, quoto tutto. “chi sparagna, el gato magna” :)
la saggezza popolare.. :-)
Qualcuno lo ha detto molto tempo fa: “Che giova ad un uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria vita” (o anima, a seconda delle traduzioni)? Mi pare che queste parole non siano mai state attuali come in questi ultimi 30 anni. Forse cominceremo piano piano a capire la logica di Gesù, finalmente.
Buona giornata,
Miriam
Esatto, quoto, quoto e riquoto! Se il prezzo è la perdita di psiche – psichicamente poveri – quale ricchezza varrà la pena? Ah la profonda saggezza del Maestro…
O uomo, se nemmeno conosci il tuo Signore,
perché sei cosi superbo?
Rinuncia a valerti del tuo ingegno,
perché le parole sono vane e non ti uniranno a Lui.
Non ti deludere con la testimonianza delle Scritture.
L’Amore è ben altro e chi lo ha desiderato, in verità lo ha trovato
Non hai udito le note che la Musica senza strumento suona? L’Arpa della Gioia dolcemente e soavemente suona, perché ce ne andremo senza udirla?
Se non hai gustato il nettare dell’Amore, a che ti giova pensare di purificarti da ogni macchia?
Kazi cerca le parole nel Corano ed istruisce le genti, ma se il suo cuore non si è immerso nell’Amore, a che gli gioverà essere il maestro delle genti?
Lo yogi tinge di rosso le sue vesti, ma se non conosce i colori dell’Amore, a che gli gioverà che le sue vesti siano vermiglie?
Kabir dice: dovunque io sia, nel tempio o sul mio balcone, nei campi o in un giardino, in verità vi dico che in ogni istante il mio Signore trova in me la sua delizia.
Kabir, xv sec.
ciao
democrito
Ciao Santa, scusami anticipatamente per l’OT.
Ma quando ho letto questo articolo mi sono cappottato…non ci potevo credere!! ma stanno così le cose?
è tutto vero? non ci voglio credere!!
http://www.nocensura.com/2012/02/smilitarizzare-lo-stato-ed-imporre-una.html
Ciao Met
è un progetto che tentano di concretizzare già da qualche anno.
vedremo se diverrà realtà..
Never feed the troll
;)
Di questi “poveri diavoli” poi, ve ne sono taluni a cui fà comodo spacciarsi per umili e santi…
patmos
….un piccolo indizio:
http://www.gazzettinodellamagia.it/images/stories/filosofie-credi/religioni/2011/FEB%2011/RatzingerCard.jpg
patmos
Ciao Santa,
ti leggo da un bel po, ma e’ la prima volta che posto un commento.
Mi sembra che il problema sia il fatto che questi ci stanno togliendo la possibilita’ di vivere in maniera dignitosa mentre per se stessi accumulano privilegi.
Sono daccordo sul fatto che la ricchezza materiale non da vera gioia.
Ma tra un poco non potremmo piu’ permetterci un’istruzione ed una sanita’ decente…. tranne i politici naturalmente. Non invidio i politici, ma almeno lascia che li odii un poco…
Ciao!
In effetti la struttura dei commenti può apparire un po’ incasinata..
diciamo che torna utile nel caso si voglia rispondere brevemente ed espressamente ad un particolare commento, ed allora si utilizza la funzione “reply”, altrimenti è forse sempre più opportuno utilizzare il commento a coda degli altri.
Ciao, Lucio
L. Dalla: “Henna”
Non dobbiamo avere paura della povertà, almeno se crediamo almeno un poco in colui che ci ha detto queste parole:
25 Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27 E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? 28 E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30 Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31 Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32 Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33 Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Matteo 6,25-34
un po di ironia =)
saludos
Direi che calza a pennello :-)