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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
27 Febbraio 2011

Il flusso del potere - Prologo

 

Si immagini una proposta folle.
Una persona, non meglio identificata, offre una considerevole quantità di denaro –decine di milioni di euro – accompagnata dalla promessa di esaudire le proprie più grandi ambizioni: fama, successo, il raggiungimento di alte cariche di potere.
Tutto questo a patto di portare a compimento una missione: l’uccisione, per mezzo di un coltello, di tredici bambini di tredici mesi di età, raccolti all’interno di una stanza ben illuminata, dalle pareti bianche.
Vi è inoltre l’assoluta garanzia che nessuno verrà mai a conoscenza del gesto commesso, ad esclusione del committente stesso.

Come reagirebbe un essere umano di fronte ad una proposta simile?
Sicuramente vi sarebbero diverse reazioni.
Una buona parte delle persone, la maggioranza relativa, rifiuterebbe immediatamente con il massimo sdegno ed orrore l’idea di compiere un atto tanto efferato, quale che sia la ricompensa.
Un’altra considerevole percentuale invece resterebbe disorientata, rifletterebbe brevemente sui benefici ma in seguito rifiuterebbe, considerando il rito da compiere brutale e disumano.
Vi sarebbe poi una parte di persone che dopo lunga riflessione accetterebbe, ma giunta sul posto, col coltello in mano, non avrebbe la forza di procedere.
Un’altra parte ancora rifletterebbe a lungo sulla proposta, accetterebbe e porterebbe a termine il proprio compito, in uno stato di terribile turbamento, tormentandosi per la scelta fatta per il resto della propria vita.

Infine, vi sarebbe una piccola percentuale di persone che accetterebbe senza eccessive riflessioni, e finirebbe il lavoro senza problemi e senza ripensamenti.
Si tratta di coloro che la psicologia moderna chiama psicopatici, e il sapere tradizionale “uomini privi di anima”.
Molti di loro hanno dato in passato, e tuttora danno, un grande contributo nel delineare le sorti del nostro mondo.


La proposta riportata appare per la maggioranza delle persone oltremodo brutale, e molti sicuramente proveranno un forte malessere al solo immaginare l’azione.
Questo succede perché siamo esseri umani,  e possediamo una coscienza, per quanto tale concetto e la sua reale essenza siano oggetto di discussione da millenni a questa parte; ma qualunque sia la sua natura e la definizione che ciascuno vorrà darle, la maggior parte degli uomini possiede la capacità di definire “a priori” un certo tipo di azioni “malvagie”, senza bisogno di far ricorso a delle argomentazioni logiche e senza dover dare spiegazioni dettagliate.
Alcune azioni sono malvagie, e basta.

Ovviamente nel corso dei secoli anche gli standard morali possono variare, e il motivo per cui ciò avviene rappresenta un argomento che occorrerà approfondire.
Nonostante questo, e per quanto sia largo il margine in cui tali concetti sono differentemente percepiti, gli uomini posseggono la concezione del giusto e dello sbagliato.
Quasi tutti gli uomini, come si diceva in precedenza.

Ritornando quindi alla infame proposta descritta all’inizio, si è sostenuto che una piccola percentuale di persone porterebbe a termine il compito senza troppe difficoltà.
Queste persone, che la psicologia moderna descrive come psicopatici, agiscono seguendo una forma mentis strutturalmente diversa rispetto a quella degli altri uomini.
L’uomo comune, con tutte le sue debolezze e le sue piccole e grandi meschinità, nel valutare diverse opzioni utilizza in primis lo schema giusto-sbagliato e nel momento di effettuare una scelta queste sono le prime categorie con cui si confronta; ovviamente, questo non impedisce che la scelta possa ricadere anche sulla possibilità valutata nel profondo come “sbagliata”, ma questa preferenza sarà accompagnata da sentimenti di rimorso e da sensi di colpa, di entità grande oppure trascurabile.

Lo psicopatico si distingue in quanto incapace di provare questi sentimenti: dinnanzi ad una scelta il suo pensiero non ragiona seguendo le categorie di “giusto” o “sbagliato”, concetti a lui del tutto sconosciuti, ma analizza ogni situazione in base alla convenienza: non “bene” e “male”, quindi, ma “utile” e “dannoso”.
Il dubbio dello psicopatico si concentra esclusivamente sulla utilità di una azione: se porta benefici sarà compiuta, altrimenti se ne asterrà.
Nel nostro caso, secondo tale schema mentale, l’azione da compiere – l’uccisione dei bambini – porta esclusivamente benefici, dal momento che chi commette il gesto non rischia di venire scoperto e punito.

Se le persone comuni rimangono spesso disorientate dinanzi a criminali che commettono efferati delitti è proprio perché non facilmente possono immaginare che vi siano uomini che hanno una forma mentale totalmente diversa dalla loro, uomini che in apparenza non si distinguono in nulla dai loro simili e che è difficile individuare tra coloro che ci circondano.

E’ noto, ad esempio, di come la polizia americana utilizzava in passato una sorta di test per scoprire se determinati sospetti possedessero questa “mentalità criminale” di stampo psicopatico.
Al  “candidato” veniva proposto di risolvere un particolare quesito, formulato come segue:

al funerale della madre, una donna nota un uomo che non aveva mai visto prima, e ne rimane notevolmente attratta; dopo alcuni giorni, quella donna uccide la propria sorella.
Perché l’ha fatto?

(chi non conoscesse questo test, prima di procedere con la lettura dell’articolo può provare a riflettere sulla soluzione)


La maggior parte delle persone non è in grado di fornire la risposta corretta, mentre la quasi totalità degli psicopatici risolve il quesito senza difficoltà.
La risposta giusta è infatti la seguente: la donna uccide la sorella perché così al suo funerale avrà molte probabilità di rincontrare l’uomo che l’aveva affascinata.
Una persona comune non riesce a risolvere il test perché difficilmente immagina che una donna possa arrivare a compiere un gesto così tremendo per un motivo così futile, con lucida premeditazione.
Lo psicopatico, al contrario, ragionando secondo un semplice schema di utilità, comprende immediatamente le motivazioni della donna: se ogni questione di carattere morale è infatti accantonata, l’agire della donna risulta perfettamente logico.
Vi è un problema da risolvere (la donna vuole rivedere un uomo di cui non sa nulla) e la soluzione più facile è fare in modo che ci sia un altro funerale in cui egli possa partecipare: essendosi presentato al rito funebre della madre aveva dimostrato infatti di avere un qualche legame con la famiglia, e di conseguenza avrebbe partecipato anche a quello della sorella.

Lo studio della forma mentis degli  psicopatici possiede un interesse “antropologico”, ovviamente, ma quello che è ancora più importante è il comprendere cosa succeda quando una persona simile arriva a detenere un posto di potere, e comprendere come la psicopatia come condizione rappresenti un grande vantaggio per il raggiungimento di questo obiettivo; è infine importante riflettere sul modo con cui lo psicopatico diviene in grado, una volta salito in alto nella gerarchia sociale, di influenzare il sentire comune trasmettendo la sua distorta percezione delle relazioni umane.

Un celebre caso di “teoria psicopatica applicata” potrebbe essere, per fare un esempio concreto,  il Principe di Niccolò Machiavelli: in esso, una sorta di guida per il signore rinascimentale, non si trova alcun riferimento ai concetti di “giusto” o “sbagliato”, e le azioni non vengono mai valutate secondo criteri di “moralità”.
Vi è un fine, il potere che il principe deve mantenere a tutti i costi, e guerre e stermini ed ogni genere di atrocità vengono valutati solamente in base all’utilità che dimostreranno nel permettere il raggiungimento di quel fine.
Machiavelli rappresenta un esempio paradigmatico di psicopatia, e quello su cui occorre soffermarsi, quello che bisogna scoprire, sono le motivazioni che hanno portato nel tempo la forma mentis degli psicopatici a prevalere su quella della maggioranza, influenzando con il loro esempio la grande massa del popolo “ricettore”.
Quando si è completato, tale processo, e come è potuto succedere?

continua

65 comments to Il flusso del potere – Prologo

  • anonimo

    Secondo quello che ho potuto capire fino ad adesso il potere e la volontà nel futuro sarà compreso tramite la non identificazione o meglio astenersi dal guadagno o perdita.

  • anonimo

    Quindi ritieni che uno psicopatico, intelligente, abbia molte più possibilità di un essere umano "normale" di salire le scale del potere?
    Tuttavia anche una persona molto determinata e non necessariamente psicopatica può fare lo stesso percorso, magari più tortuoso, evitando gli ostacoli morali ed etici per lui insormontabili.
    E poi, al di là del caso paradigmatico da te proposto, non credi ci siano molte sfumature tra il cosidetto normale e lo psicopatico puro?
    In genere uno psicopatico si fa riconoscere, prima o poi.
    Più difficile è per i bordline, quelli che comunemente diciamo abbiano il pelo sullo stomaco …

    Totò

  • anonimo

    Da quello che posso intuire io la cosiddetta energia della volontà e potere è una energia neutra pertanto la possono utilizzare sani o non sani . Pertanto sia i sani o non sani devono rivedere la morale e l'etica. Tanto sia l'una che l'altra l'abbiamo appresa da quallo che ci hanno detto i nostri genitori, concittadini, connazionali etc. etc.

  • anonimo

    Il cenno insistente al numero 13 mi ha spinto a riguardare questo:

    http://santaruina.splinder.com/post/22121122/cenni-di-numerologia

    … in effetti è appropriato. Tra l'altro, da profano, mi vien da pensare che anche il "famigerato" 34 segua una logica simile (33 + 1)?

    Sono sollevato per non aver superato il test. ;-) Tra l'altro anche la soluzione psicopatica mi sembra poco logica… Se l'assassina era in grado di risalire alla sorella dell'uomo che le interessava mi pare difficile che da lì non potesse arrivare direttamente a lui.

    Paolo

  • anonimo

    Io all'indovinello sul funerale avrei risposto che uccide la sorella per ereditare solo lei i soldi della madre e poi sposare lo sconosciuto.
    Spero di non essere uno psicopatico. :-O
    Ad ogni modo se questi individui guardano solo l'aspetto utile/dannoso come fanno a non considerare il fatto che sono comunque destinati alla morte e tutto ciò che ottengono con questi comportamenti verrà perso?
    Con possibile dannazione dopo la morte stessa?

    Nick

  • Santaruina

    Ciao Paolo

    Tra l'altro anche la soluzione psicopatica mi sembra poco logica… Se l'assassina era in grado di risalire alla sorella dell'uomo che le interessava mi pare difficile che da lì non potesse arrivare direttamente a lui.

    La donna uccide la propria sorella, non la sorella dell'uomo :-)
    (ho aggiunto l'aggettivo "propria" anche nel testo del quesito, per evitare malinterpretazioni)

    ________________________

    Ciao Totò

    Tuttavia anche una persona molto determinata e non necessariamente psicopatica può fare lo stesso percorso, magari più tortuoso, evitando gli ostacoli morali ed etici per lui insormontabili.

    Ovviamente.
    Si tratta di quelle persone che dinnanzi alla proposta iniziale descritta nell'articolo accetterebbero, pur sapendo di agendo in maniera malvagia.
    Non vi è l'equazione psicopatico=potente, ma è indubbio che lo psicopatico parte di molto avvantaggiato.
    Quello su cui mi interessa soffermarmi è il modo in cui lo psicopatico trasmette i suoi valori, tema che vorrei affrontare nei prossimi capitoli.

    E poi, al di là del caso paradigmatico da te proposto, non credi ci siano molte sfumature tra il cosidetto normale e lo psicopatico puro?

    Se osserviamo i loro comportamenti, ovviamente ci sono innumerevoli sfumature.
    Ma nel modo di pensare, che è quello che ci interessa, si tratta proprio di due mondi diversi.

    A presto

  • elio_c

    Post affascinante (bella anche la veste iconografica). Attendo il prosieguo, sollevato dall'aver chiaramente avvertito, dentro di me, alla domanda cruciale un grande BOH??? :-)

  • anonimo

    Purtroppo sempre più gente ritiene che catalogare qualcosa come giusto o sbagliato sia sbagliato (ed è una "piccola" contraddizione, ma le contraddizioni frequenti, quando si ha a che fare con psicopatici). E' qualcosa che va ben oltre il "relativismo dei valori", e che non riesco bene a spiegarmi, anche perchè il tutto sembra molto "irrazionale"…l'Eymerich di Valerio Evangelisti direbbe che dietro ad ogni "irrazionalità" c'è il demonio, e forse non avrebbe tutti i torti ;-)

    Josephuss

  • Santaruina

    Ciao Nick

    Ad ogni modo se questi individui guardano solo l'aspetto utile/dannoso come fanno a non considerare il fatto che sono comunque destinati alla morte e tutto ciò che ottengono con questi comportamenti verrà perso?

    Questa è una domanda che ci siamo fatto diverse volte in passato :-)

    __________________________

    Elio
    ti ringrazio, un saluto a te :-)

    _____________________

    Josephuss

    Purtroppo sempre più gente ritiene che catalogare qualcosa come giusto o sbagliato sia sbagliato

    Hai ben sintetizzato la questione, ed è proprio quello che intendevo quando affermavo che la mentalità degli psicopatici sta influenzando quella della maggioranza.

    A presto

  • anonimo

    In effetti uno psicopatico ha una grande presa su quella massa "grigia" di cui tu parli. Perchè? Perchè non può avere, costituzionalmente, scrupoli verso nessuno e poi perchè quello che fa è per lui logico. Basti pensare, ad esempio, a ciò che ha rappresentato Hitler. La Germania era popolata da gente istruita ed anche ricca (per i canoni del tampo). Solo dopo, molti, hanno detto di essersi come svegliati da un sonno (non da un icubo, ma da un sogno). Forse sarebbe opportuno conoscere anche alcune patologie tipo la Sindrome di Asperger : http://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Asperger   per capire quanto complessa sia la materia. Indubbiamente molti subiscono il fascino del male. Perchè?
    Totò

  • anonimo

    Forse dovremmo anche considerare la differenza tra Amorale (che prescinde dalla comune morale) ed Immorale (che agisce in modo contrario alla morale). Il primo può essere considerato, forse, un malato; il secondo è sicuramente meno scusabile.
    Totò

  • Chapucer

    Buon giorno…ho letto con interesse e mi sono soffermata su una cosa in particolare,  quando scrivi:

    -Quello su cui mi interessa soffermarmi è il modo in cui lo psicopatico trasmette i suoi valori, tema che vorrei affrontare nei prossimi capitoli.-

    Come si possono chiamare valori quelli che spingono uno psicopatico ad agire nel modo che hai citato come esempio?

    però, indubbiamente qualcosa c'è che spinge certe persone a seguire esempi così negativi….mi hai fatto venire in mente il caso Pietro Maso, che ammazzò i genitori con freddezza e con l'aiuto e l'appoggio di amici fidati….
    (scene agghiaccianti eseguite con la massima freddezza e il massimo controllo quasi non fosse stato un uomo a compierle).

    Buona domenica

  • anonimo

    Buongiorno.
    E' la prima volta che commento e complimenti per il blog e per l'intelligenza aperta e cultura dell'autore.

    L'esempio dei bambini uccisi, se non sbaglio, può essere NON solo un esempio di fantasìa ???

    Io ho sempre pensato che dai politici, via via più su: banchieri, massoni, e…livello più alto, magari all'inizio inconsapevolmente, vengono attirati in una sorta di "trappola" in cui partecipano, anche passivamente, a sacrifici umani. In questo modo l'èlite "illuminata" ha il soggetto in pugno, e quest'ultimo sarà obbligato a seguire le direttive dell'èlite satanista.

    In cambio sìa di potere e denaro, ma se sgarrasse, finirebbe rovinato o, se fortunato, messo in disparte e nel dimenticatoio (vedi Jacques Delors…).

    Che ne pensi ??

    Cangrande

  • anonimo

    …Poi ci sono quelli che pensano che sgozzare la gente porti al bene dell'umanità..ci sono quelli che pensano che "l’uccisione, per mezzo di un coltello, di tredici bambini di tredici mesi di età" liberi questi bambini dal loro involucro di carne degenere e li elevi verso la 6° Dimensione, gli faccia compiere il salto quantico, verso un mondo di LUCE, più vicono ai Maestri Sconociuti, che dirigono il Mondo da una località che si chiama shamballh!
    QUESTI PORTERANNO A COMPIMENTO IL LORO DOVERE GRATIS! Per la gionia della Blavatsky e della Bailey

  • anonimo

    Bellissimo post come sempre, lascia riflettere parecchio come anche la risposta all'indovinello, pur ricordandomi della tartaruga di blade runner mi ha spiazzato.
    Stavo pensando se un bambino avrebbe avuto maggiori possibilità di un adulto a rispondere correttamente, questo mi ha ricordato la genesi e il racconto dell'albero della conoscenza del bene e del male questa allegoria non l'ho mai compresa appieno… poi perchè il frutto una mela?
    ghibli

    SPAM scusatemi, ma ogni tanto un sorriso… (mi mancano i post positivi)
    a noi non ci è toccato Machiavelli… altra tattica per influenzare le masse :D


    • Gregor

      Boh, forse la mela è una metafora cabalistica per la sfera daath, presente sull’albero della vita, se lo immaginiamo come una mappa del corpo umano, all’altezza del pomo d’Adamo. L’ho sparata.

  • anonimo

    Grazie per il test…ho capito di non essere uno psicopatico.
    Ho un piccolo dubbio: qui si parla di una qualsiasi persona che si fa la domanda a se stesso, e questo vuol dire che troveremo le percentuali indicate perché comprendiamo tutti gli uomini. Se pensiamo peró ad un uomo il quale é giá in una posizione di potere e cambiamo la offerta e invece di decine di milioni di euro gli offriamo il lavoro solo a cambio di non perdere tutto e andare a lavorare da contadino o operaio. Quale é ora la percentuale???

  • anonimo

    Secondo me il vero potere e anche abbinato al desiderio e alla volontà, Naturalmente è un principio femminile pertanto interiore non esteriore. L'interiore non ha moto l'esteriore ha moto e azione. La donna ammazza sua sorella altro principio femminile. Il potere non ha scopo se uno è intenzionato a conquistare il potere con uno scopo si allontana. Per quanto riguarda la morale e l'etica ognuno di noi se la deve rifare in base a quello che più è portato. Il potere è un suicidio al vecchio o marire al vecchio non al nuovo. E poi hai perfettemente ragione che questi non hanno nulla da trasmettere o comunicarci. Oggi è la prima volta che commento in questo sito sono anonimo uno e tre che da adesso mi chiamero Turi. Ciao a tutti e grazie 

  • anonimo

    Cazzo non sono uno psicopatico. Che sfiga avrei potuto diventare uno importante. Per questa delusione credo che ti ucciderò:-)

  • anonimo

    Urgh.
    Io ho pensato che la donna avesse scoperto che l'uomo era il marito della sorella, e quindi l'avesse uccisa per poterlo avere.
    Utilitaristico!

    Sono psicopatica anch'io???

    Aiut!

  • anonimo

    Interessantissimo post. Ho immaginato la risposta, ma ho sbagliato…..
    meglio così. Non vedo l'ora di leggere il prosieguo.
    PS per ghibli (per tutti) se posso esserti di aiuto per quanto è il
    significato del ''L'ALBERO DELLA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE''
    ….. è la facolta di decidere da noi stessi ciò che è bene e ciò che è male-
    una autonomia morale che l'uomo ha rivendicato al suo creatore.
    Se ci pensi lo facciamo tutti. Salutoni
    cesemoquasi

  • Santaruina

    Totò
    Forse dovremmo anche considerare la differenza tra Amorale (che prescinde dalla comune morale) ed Immorale (che agisce in modo contrario alla morale)

    Giusta precisazione.
    Qui ci interessiamo espressamente della a-moralità, e più precisamente della a-nomia.

    _______________________

    Chapucer
    Come si possono chiamare valori quelli che spingono uno psicopatico ad agire nel modo che hai citato come esempio?

    Forse un termine più adatto, rispetto a valori, potrebbe essere "priorità"
    a presto

    _______________________

    Ciao Cangrande, un saluto a te

    In questo modo l'èlite "illuminata" ha il soggetto in pugno, e quest'ultimo sarà obbligato a seguire le direttive dell'èlite satanista.

    su questo specifico possiamo solo parlare per ipotesi, possiamo solo fare un discorso informale tra di noi.
    Comunque, diciamo che uno dei modi migliori per poter avere la fedeltà illimitata di una persona è proprio quello di fargli compiere una azione atroce in presenza di testimoni, in modo che possa rimanere ricattabile per il resto della sua vita.
    La partecipazione ad una azione del genere, inoltre, proverebbe che il "candidato" è davvero disposto a fare qualsiasi cosa, senza remore.

  • Santaruina

    Se pensiamo peró ad un uomo il quale é giá in una posizione di potere e cambiamo la offerta e invece di decine di milioni di euro gli offriamo il lavoro solo a cambio di non perdere tutto e andare a lavorare da contadino o operaio. Quale é ora la percentuale???

    Trattandosi di uomini che già detengono il potere, suppongo che le percentuali siano simili a quelle del grafico, con le cinque opzioni però presentate in maniera inversa.

    ____________________________

    Turi, cesemoquasi, un saluto a voi.

    _____________________

    Cazzo non sono uno psicopatico. Che sfiga avrei potuto diventare uno importante. Per questa delusione credo che ti ucciderò:-)

    Perlomeno non si tratta di un futile motivo :-)

    ______________________

    Io ho pensato che la donna avesse scoperto che l'uomo era il marito della sorella, e quindi l'avesse uccisa per poterlo avere.
    Utilitaristico!
    Sono psicopatica anch'io???

    Spero di no, dal momento che questa è esattamente la risposta che avevo pensato anche io la prima volta che avevo letto il quesito :-)
    (io avevo supposto che l'uomo fosse l'amante della sorella)
    In effetti, la causa passionale rientra nel canone dei moventi che comunemente possiamo attribuire ad un omicidio, quindi si tratta di una risposta leggittima.
    Una persona "normale" è in grado di immaginare una donna che in preda alla passione ed alla gelosia arrivi ad uccidere persino la propria sorella, spinta da sentimenti prorompenti che non riesce più a controllare, perquanto risulti tremendo un tale pensiero.

    Quello che invece solo lo psicopatico può immaginare è la stessa donna che si siede calma in un tavolo e pensa: "vorrei tanto rincontrare quell'uomo, ma non so nulla di lui. Forse se uccido mia sorella lui potrebbe venire al suo funerale, visto che è già venuto a quello di mia madre. Se poi non viene dovrò pensare qualcos'altro"

  • anonimo

    Stavo pensando se un bambino avrebbe avuto maggiori possibilità di un adulto a rispondere correttamente, questo mi ha ricordato la genesi e il racconto dell’albero della conoscenza del bene e del male questa allegoria non l’ho mai compresa appieno… poi perchè il frutto una mela?

    Perchè la Mela è il Male.
    E lo vediamo a partire da Biancaneve fino fino ad arrivare alla copertina di Twilight.

    T9N2

  • anonimo

    "Spero di no, dal momento che questa è esattamente la risposta che avevo pensato anche io la prima volta che avevo letto il quesito :-)"

    Anche io ho pensato la stessa cosa, ma una persona a me vicina  e insospettabile ha azzeccato la risposta corretta… devo preoccuparmi :/ ?

    Lettrice assidua

  • anonimo

    quello su cui occorre soffermarsi, quello che bisogna scoprire, sono le motivazioni che hanno portato nel tempo la forma mentis degli psicopatici a prevalere su quella della maggioranza, influenzando con il loro esempio la grande massa del popolo “ricettore”.
    Quando si è completato, tale processo, e come è potuto succedere?

    Nihil novum sub sole.

    L'arte del vincolare è antica, solo che oggi sta assumendo forme vieppiù potenti e manifeste.

    Quattro secoli fa un geniale, quanto incompreso e misconosciuto, sapiente scriveva uno straordinario trattato sui vincoli, seguito e prassi del de magia.
    Egli si riservava di descrivere diffusamente i vincoli naturali, quelli cioè, che hanno massimamente presa sul volgo, ma il manoscritto latino è, ahimè, interrotto.

    Tuttavia il vincolante (animarum venator) descritto da Giordano Bruno somiglia moltissimo a taluni modernissimi esperti di PNL et altre consimili forme di ligature.

    Riporto tre paragrafi del De vinculis, che mi son parsi pertinenti, scusandomi per la lunghezza del commento. 

    Le forze che legano, in prospettiva generale.

    XXIV. Industriosità del vincolante.
    Come gli ignoranti si lasciano legare da un adulatore accorto più che da un amico vero, così i vincoli e l'efficacia del vincolare si costituiscono e si sostengono con l'artificio: quando, ad esempio, uno sconsiglia la carriera militare a chi è timoroso, il sacerdozio a chi è selvaggiamente
    empio, o consiglia di curare i propri interessi a chi non ha amore per il prossimo; e, insomma,
    spinge le cose nella direzione verso cui sono più inclini, come chi vuole attirare a sé un cilindro lo
    rotola secondo il verso della rotondità e non per i piatti e le cornici.

    XXX. Porte attraverso le quali il vincolante attacca.

    Le porte per cui il cacciatore d'anime getta i suoi vincoli sono tre: la vista, l'udito, e la mente o immaginazione. Se riesce ad aprirsi un varco per tutte e tre quelle porte, vincola nel modo più rigoroso, allaccia coi lacci più stretti. Egli penetra la porta dell'udito armato di voce e del bel parlare che è figlio della voce; penetra la porta della vista armato di forma e gesto e movimento e figura adeguata; e la porta dell'immaginazione, della mente, della ragione, la varca coi comportamenti e le arti. Allora, la prima mossa è l'entrata, la seconda il contatto, la terza il vincolo, la quarta sarà l'attrazione. Il vincolato si fa incontro al vincolante per le aperture di tutti i sensi, a tal punto che, realizzato il legame perfetto, questo si trasferisce tutto in quello o arde dal desiderio di trasferirvisi, quando si tratta del vincolo di attrazione reciproca (poiché, paralleli a questi, si danno vincoli sgradevoli, di cui tratteremo parlando del vincolo naturale: come quello con cui il rospo attrae la faina per una sorta di misteriosa forza del suo soffio, e il gallo distrugge il leone col suo canto, e il muggine al semplice contatto blocca la nave, l'energumeno nella sua fantasia inghiotte il demone, e l'umore malinconico e ventoso funziona come una calamita per l'incubo).

    Il vincolo di Cupido, per parlare del vincolo in generale.

    VI. Le porte dei vincoli.
    I sensi sono la porta attraverso cui si gettano i vincoli. Tra questi la vista è la porta principale, la più degna; gli altri possono essere più appropriati in relazione alla varietà degli oggetti e alle loro potenzialità: così il tatto è conquistato dalla tenera soavità della carne, l'udito dall'armonia della voce, l'olfatto dal profumo del respiro, l'animo dalla musica dei comportamenti, l'intelletto dalla chiarezza delle dimostrazioni. Vincoli diversi si insinuano per finestre diverse ed hanno diverso potere a seconda delle persone: quindi chi trae piacere coltivando un interesse, chi un altro. E non si trae vincolo ugualmente da tutte le cose né ugualmente a tutte si applica.

  • anonimo

    chiedo scusa, mi firmo

    hildegard

  • anonimo

    La mela, tagliata a metà, può sembrare una vulva, il ché sta ad indicare il desiderio.

    Comunque sia il bene ed il male, nel significato della Genesi, vanno letti in termini di dualismo.
    L'uomo, separatosi da Dio, non possiede può in Dio ma scisso da Lui e tutto gli appare separato.
    E' così che ora deve faticare per raggiungerLo e ciò perché, come è statos critto, l'uomo divenne indipendente da Dio

    Daouda

    p.s. anche io pensavo fosse l'amante della sorella ahah!

  • anonimo

    Peccato che un post così interessante venga rovinato da imprecisioni e citazioni sbagliate.
    Attenzione: sono d'accordo complessivamente e quindi non son qui a metter zizzania (lo premetto per i paranoici).
    Mi rivolgo soltanto all'autore: cerca di essere preciso e non lasciarti andare a commenti personali basati su teorie infondate.
    La credibilità dei tuoi ragionamenti viene sennò facilmente sgretolata a causa di questa negligenza o mancanza di studio.
    Allora, l'errore sta nel tirare in ballo Machiavelli in questo caso: no, ti sbagli, M. fa esattamente il tuo discorso (lo dichiara all'inizio del libercolo infatti) e anche durante continua a dare propri pareri morali sull'uno o l'altro tiranno o principe che prende ad esempio (per esemplificare anche, tra l'altro, un tiranno violento o un principe lussurioso); bisogna anche ricordare che alla fine del trattato chiunque capisce che M. ama la repubblica (la chiama anche il governo migliore per i cittadini infatti all'interno) e che in fondo tutti i regnanti provocano in lui sdegno, se non illuminati (e questo anche perchè stava cercando impiego, come si sa, alla corte di Lorenzo).
    Invece l'imprecisione sta nel post precedente, di cui volevo parlarti precedentemente appunto ma non ho trovato tempo e lo faccio ora: credo tu volessi dire che i romani avevano poco rispetto per i mercanti e non i greci, e infatti dopo dici che è durato per un po' di Medioevo e quindi credo sia solo un refuso, di cui ti avviso.
    Ciao, Manny

  • anonimo

    Ringrazio i commentatori #21 #24 per le info sull'albero della conoscenza, è una allegoria che capita spesso di trovare ma a cui ci sofferma poco, ho dato uno sguardo veloce su wiki LINK strano non si cita la mela(??) ma grano, uva, fico e cedro.
    Non ho mai visto questa metafora in maniera negativa nel senso di associarlo al peccato, anzi superficialmente pensavo allegorizzasse il dono del libero arbitrio.
    Ma ripensando al post ho fatto un'altro pensiero, chiedendomi quale fosse la soglia tra il ragionare con il metodo del bene del male e quello "dell'utile".
    Per fare ciò utilizzo una scena del telefilm "jerico" (che piace anche a SRuina).
    C'è una scena dove una ragazza vegetariana finite le scorte di semenza e frutti, deve decidere se uccidere un tacchino, l'alternativa diciamo è la fine della vita.
    La ragazza sa bene che uccidere il pollo un essere vivente è male, ha molte esitazioni, ma finisce col farlo, la morte di un'altro essere vivente è utile a se stessa, forse alla base dei ragionamenti è la paura della fine, del nulla.
    ghibli

  • anonimo

    scusate se vi rovino l'esegesi, ma perchè prima di commentarle non leggete le fonti?
    Qualcuno sa dirmi dove, in Genesi, sia citata la "mela"…???

    Pepe Ramone

  • Santaruina

    ma una persona a me vicina  e insospettabile ha azzeccato la risposta corretta… devo preoccuparmi :/ ?

    La polizia americana lo annoterebbe nei suoi archivi, ma potrebbe darsi che si tratti solamente di una persona con un enorme intuito.

    ___________________

    Ciao hildegard, ottima segnalazione la tua.

    ____________________

    Manny
    Su Machiavelli abbiamo pareri diversi.
    Secondo me, inoltre, ti sei fatto una immagine idealizzata della sua opera, leggendoci quello che più ti aggradava.
    E' un tuo diritto.
    Ti consiglierei inoltre maggior umilté prima di accusare qualcuno di peccare di ignoranza; magari si tratta di una persona che ha solamente idee diverse dalla tua.
    Io i miei compitini li ho fatti.

    Per quanto riguarda i mercanti, intendevo scrivere esattamente quello che ho scritto.
    Nella Grecia classica i mercanti erano disprezzati perché era considerata attività per nulla nobile quella dell'arricchirsi.
    L'uomo libero non cercava la ricchezza, ma la conoscenza, e passava il suo tempo a discutere di filosofia e della gestione della Polis.
    Questo secondo la mentalità greca dell'epoca.

    A Roma, nel periodo imperiale,  la ricchezza veniva invece ostentata, così il dedicarsi al commercio per ricavarne guadagno non era ritenuto sconveniente, al contrario.
    Nel medioevo, invece, aveva prevalso la concezione cristiana, dove la ricchezza era assocciata al diavolo ed alla tentazione.
    Dal XI secolo in poi, quando i commerci piano piano ripresero, coloro che si arricchivano erano spesso tormentati dai sensi di colpi, che venivano alleviati donando gli averi alla chiesa in punto di morte.
    Questa usanza fu uno dei motivi che portò il patrimonio della chiesa ad accrescere in quel periodo in maniera smisurata.

    Fu solo grazie alla diffusione del pensiero protestante, secondo il quale la ricchezza era un segno della benevolenza del Signore, che la classe dei mercanti potè elevarsi socialmente divenendo rispettabile.

    A presto

  • anonimo

    Ciao pepe, sono stato io a chiedere nel commento #15 citando l'albero e il frutto, a chiedere proprio perché il frutto che fece cadere in tentazione Adamo ed Eva è spesso rappresentato come una mela, visto che non è precisato nel testo biblico ufficiale… e visto che spesso viene perla punto rappresentato come una mela, ho posto la domanda.
    ghibli, ciao :)

    ps ogni riferimento al "tacchino cospirazionista" nel commento precedente è puramente casuale ^_^"

  • anonimo

    scusate se vi rovino l’esegesi, ma perchè prima di commentarle non leggete le fonti?
    Qualcuno sa dirmi dove, in Genesi, sia citata la “mela”…???

    Infatti non è citata nella Genesi!!È questo il bello :) T9N2

  • anonimo

    Il medioriente e poi il mondo
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=8011 m
    …qualcosa di mai tentato prima

  • anonimo

    Chiedo scusa a Daouda (#28) ho saltato il suo commento.
    L'albero del bene e del male non lo leggo come allegoria del dualismo, semmai (mia opinione di inesperto) questa sta nella creazione dell'uomo e della donna, sopratutto nella seconda genesi.
    Se ho citato l'albero è perché pensavo fosse la rappresentazione senza allegorie o metafore di ciò che ci differenzia dalle altre creature, proprio conoscere il bene dal male.

    Mi spiego, se uno squalo attacca e uccide un pesce (un'altra creatura), non lo fa con cattiveria o malvagità, lo fa perché è "utile" alla sua sopravvivenza, spinto da un impulso istintivo dettato dalla fame del momento, non ha rimorsi, e  non ha la capacità di immaginare di aver privato della vita futura del pesce, del dolore provocato e degli effetti che questo può avere nel futuro sul ciclo-naturale, l'habitat, ecc…
    E tantomeno non ha le capacità di porsi il quesito che lo porterebbe a un risultato simile ma basato su alternative future e possibili, con rinunce o risultati ottimizzati.

    Un'uomo invece avendo a priori la conoscenza del male, viene limitato da questa a priori, certo questa può essere elusa, confusa.
    Questa elusione per chi si ciba di carne è data dal non vedere (dal non conoscere) la macellazione.

    Ma questa conoscenza propria del bene e del male, che dai psicopatici viene vista come una limitazione alle loro possibilità, è invece un dono immenso che ci permette diversamente dalle altre creature di conoscere prima diversi scenari futuri e di poter scegliere tra tutti questi quelli che ci possono permettere di ottenere una vita serena, prospera, armoniosa con i nostri simili e le altre creature e perciò con immaginabili possibilità date sopratutto dalla collaborazione.
    ghibli, ciao.

  • anonimo

    A me pare riduttivo basare tutto sulla sociopatia…..e se proprio lo si fa..allora tutta la societa' lo e' specie quella occidentale visto che i temi economici sono primari sempre e dovunque specie nelle societa' urbana..tutti o quasi nel loro piccolo pensano al loro tornaconto quindi chi e' senza peccato scagli la prima pietra… Indicare col dito chi e' peggio di noi serve a ben poco specie se poi non si va alla radice di questa presunta sociopatia.
    L'albero del bene e del male e' un'allegoria per indicare quel processo nell'essere che porta alla realizzazione  effettiva della possibilita' individuale in una sorta di gioco degli specchi in cui ovviamente la prima percezione e' quella della dualita'.

    Zodiacus

  • anonimo

    Ho riflettuto un po' sulla domanda, e dopo alcuni secondi è scattata la scintilla.
    La domanda già l'avevo vista tempo fa, lo ricordavo. Non ricordavo tuttavia la risposta, prima di avere l'illuminazione. Avutola, ero CERTO fosse quella la risposta giusta.

    SOno psicopatico?

  • Chapucer

    la mela è il frutto perfetto….
    ;-)

  • anonimo

    Ghibli la tua segnalazione è arguta. Io ho usato apposta il termine dualismo e non dualità perché dualismo dà l'idea di una dualità fatta sistema, intaccata quindi dall'egoismo, dove l'altro diviene fonte di paura,avversione,brama ecc.

    Nel male in realtà non c'è nulla da conoscere…

    "non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai"

    Daouda

  • Santaruina

    Per ghibli: se ti interessa, del mito di Adamo ed Eva ne avevo accennato brevemente nel post del parlamento europeo:

    Il parlamento europeo e la nuova Torre di Babele.

    _________________________

    Zodiacus
    Indicare col dito chi e' peggio di noi serve a ben poco specie se poi non si va alla radice di questa presunta sociopatia.

    Hai compreso male.
    Non è certo individuare chi "è peggio di noi" lo scopo di questi scritti.
    Con la pubblicazione delle puntate successive diverrà più chiaro il motivo di questa trattazione.

    __________________________

    Ho riflettuto un po' sulla domanda, e dopo alcuni secondi è scattata la scintilla.
    La domanda già l'avevo vista tempo fa, lo ricordavo. Non ricordavo tuttavia la risposta, prima di avere l'illuminazione. Avutola, ero CERTO fosse quella la risposta giusta.

    E' molto probabile che, conoscendo già il quesito, tu conoscessi anche la soluzione, anche se in apparenza non te ne ricordavi.
    Sì.probabilmente è andata così :-)
     

  • anonimo

    Non so se ho capito bene:
     si tratta di identificare il male come una qualità innata e quindi non mutabile anzichè come di una scelta consapevole?

    Perchè se è così non si puo essere d'accordo, sarebbe tornare alla fisiognomica di Lombrosiana memoria:
    "Lui è malato(psicopatico) e io sono sano, siamo fatti così che ci vuoi fà mica non si puo  cambiare" .
    Bè troppo facile, io sono invece convinto che il potenziale umano è uguale per tutti , alla nascita.
    Il percorso di vita che si sceglie, quello cambia.

  • anonimo

    Ciao hildegard, ottima segnalazione la tua.

    Lieta della condivisione.

    Lascio un ulteriore spunto di riflessione, nella speranza possa essere utile alla tua disamina che mi accora.
    Nella teoria dei vincoli il nolano mostra come nel destinatario del vincolo debba esserci qualcosa del vincolante e viceversa.
    Un seme?

    ex nihilo nihil fit

    hildegard

  • Santaruina

    hildegard
    Nella teoria dei vincoli il nolano mostra come nel destinatario del vincolo debba esserci qualcosa del vincolante e viceversa.

    senza un punto di contatto, infatti, la comunicazione non è possibile, e di conseguenza nemmeno la trasmissione del "meessaggio", e la conseguente creazione del vincolo.

    a presto

    __________________

     si tratta di identificare il male come una qualità innata e quindi non mutabile anzichè come di una scelta consapevole?

    Ovviamente no.
    Innanzitutto, la questione del "male" esula dal discorso psicopatia, dal momento che lo psicopatico non ragiona in base a questi paramentri.

    "Lui è malato(psicopatico) e io sono sano, siamo fatti così che ci vuoi fà mica non si puo  cambiare" .
    Bè troppo facile, io sono invece convinto che il potenziale umano è uguale per tutti , alla nascita.

    Dire che il potenziale umano sia uguale per tutti mi pare quantomeno, leggermente, azzardato.
    Siamo tutti diversi, diversissimi.
    Abbiamo ognuno diverse qualità, diversi difetti, diverse propensioni, diversi desideri.
    Diverso aspetto, diversa bellezza, diversa intelligenza.
    Questo non significa che qualcuno sia migliore di un altro; non c'è superiorità o inferiorità, ma diversità.

    Il pensiero della "uguaglianza" così espresso è un retaggio dell'inganno illuminista settecentesco della egualitè, una delle più grandi trappole a cui è caduta l'umanità.
    Egualitè che era intesa come omologazione, egualitè sbandierata in una società che avrebbe visto, come non mai, accentuarsi le differense tra le diverse classi sociali.

    La libertà del singolo non consiste nel dover partire con le stesse "qualità" di tutti gli altri (il che fa immaginare scenari totalitari ed opprimenti), ma nella possibilità di seguire le proprie inclinazioni, nella possibilità di comprendere le proprie qualità e i propri difetti e di migliorarsi.

    Non si tratta di una gara di formula uno, in cui tutti devono partire dalla stessa linea, non è una gara con gli altri questa in cui ci troviamo, ma una possibilità di conoscere noi stessi e di conseguenza il mondo in cui siamo inseriti.

    Detto questo, che piaccia o meno, gli psicopatici esistono, e questo è un dato di fatto.
    Hanno una mentalità diversa da quella della maggioranza, ed una scala di priorità totalmente capovolta.
    Questo è un fatto, il resto è filosofia.

  • anonimo

    "Ciò che Jim aveva visto concordava con alcuni studi fatti dopo la seconda guerra mondiale deal genera e storico militars S.L.A. Marshall. Il generale intervistò migliaia di soldati della fanteria americana e scoprì che solo il 15-20 per cento aveva effettivamente sparato per uccidere. Gli altri avevano sparato in alto oppure non avevano sparato affatto, tenendosi impegnati in qualsiasi altro modo a loro disposizione. Il 98 per cento dei soldati che avevano sparato per uccidere aveva riportato traumi profondi per le proprie azioni. Gli altri, il restante 2 per cento, furono definiti 'personalità psicopatiche aggressive', il che in pratica significava che non avevano problemi a uccidere in nessun caso, in patria o all'estero. La conclusione – nelle parole del tenente colonnello Dave Grossman del Killology Research Group (Gruppo di ricerca sull'assassinologia) – fu che 'nel combattimento prolungato e inevitabile c'è qualcosa che spinge il 98 per cento degli umini alla follia: gli altri, il restante 2 per cento, erano già pazzi prima di arrivare'."
    (Jon Ronson, Capre di guerra)

    Lo sto leggendo in questi giorni e mi pareva in tema…

    Eleonora

  • Santaruina

    Non solo è in tema, Eleonora, ma fa parte del cuore del discorso.
    Tanto che ho pensato di ripubblicare un post di tre anni fa in cui ne avevao trattato.

    A presto :-)

  • anonimo

    L'idea dell'articolo mi sembra ottima però manca una fetta di torta, quella in cui mi identificherei, e che spiega come mai gli psicopatici abbiano il potere nel mondo. Se mi avessero fatto a me la proposta, non solo avrei rifiutato di uccidere i bambini, ma avrei cercato di saltaree al collo e uccidere lo stronzo, o perlomeno avrei chiamato la polizia sporgendo denuncia, avrei cercato di organizzare i miei amici, avrei denunciato il problema sul mio blog. Fra quelli che dicono no, solo l'1, il 2% si organizza contro il male, gli altri se ne fregano, tant'è che la società è composta da menefreghisti, egositi, individualisti, che sicuramente rifiutano di uccidere bambini, ma non fanno niente per evitare che qualcuno li uccida.

  • Santaruina

    Non sono il menefreghismo e l'egoismo le qualità che caratterizzano la maggioranza delle persone, ma il conformismo.
    Dovrei trattarne nei prossimi articoli.

  • anonimo

    Che gli psicopatici esistano è indubbio.
    Penso che capire come lo siano diventati sia comunque imortante: qualcuno li ha formati, sono nati con questa predisposizione?

    Dire che sono nati così o che siano così e basta potrebbe anche essere una risposta, la mia paura è che questo possa distogliere la nostra attenzione da qualcuno che magari ha interesse che tutti pensino che ogni azione umana sia dettata dalla genetica e quindi dall'evoluzione, continuando così imperterrito e impunito a creare mostri, magari con forme subdole d'indottrinamento alla psicopatia.
    Una predisposizione alla forma di pensiero qui definita psicopatica potrebbe anche esistere(anche se io non lo credo), ma siamo sicuri che qualcuno non la stia sfruttando per produrre degli psicopatici veri e propri, fatti e finiti?

  • anonimo

    il conformismo non è una qualità se parliamo di puntini sulle i.

  • anonimo

    Suppongo sentiremo parlare del buon Milgram…
    Ottimo lavoro, di queste cose non si parla mai abbastanza, eppure sono la chiave di tutto: al di là di qualsiasi ideologia, di qualsiasi utopia.

    Eleonora

  • anonimo

    Non tutti i mali vengono per nuocere, diceva lo psicopatico.
    Forse perchè la linea di confine tra bene e male non è così evidente…
    Il male congenito è l'archetipo della lotta tra bene e male, altrimenti non ci sarebbe vittoria.
    Questo per chi diceva che nasciamo tutti "puri" e veniamo corrotti nella maturazione sociale.
    Come anche chi ritiene che gli psicopatici sono prevalentemente violenti e assassini, non si possono fare certe associazioni tranne sul fatto che il male è sempre presente.
    Tutto giusto ma prima della filosofia c'è la genetica. :D
    Dopo la psicologia.
    Si può immaginare una propensione al bene dal punto molecolare?
    ciao
    vins

  • Santaruina

    Vins

    Questo per chi diceva che nasciamo tutti "puri" e veniamo corrotti nella maturazione sociale.

    In verità non c'è ancuna propensione al bene o al male "assoluta".
    Gli uomini. quelli che possiedono un'anima, hanno in sè i semi per sviluppare ognuna di queste tendenze, e poi una serie di fattori fanno in modo che alcuni semi siano più annaffiati di altri.
    Si tratta ovviamente dell'ambiente esterno, dell'educazione, delle esperienze, e sopratutto delle scelte personali.
    Ma tutti gli aspetti coesistono.

  • anonimo

    Si tratta ovviamente dell'ambiente esterno, dell'educazione, delle esperienze, e sopratutto delle scelte personali.

    Utilizzerei il termine "cultura"
    Il problema culturale viene in questi giorni sottolineato anche dai problemi del 150 anniversario dell'unità, molti fanno notare come anche in questo breve periodo storico ci siano state molte imposizioni culturali, a discapito di una ricchezza culturale data proprio dalla diversità.
    ghibli.

  • anonimo

    Alcune azioni sono malvagie e basta? Per me questo argomento è fragile. Non esiste alcuna valutazione innata di giusto e ingiusto. Sono valori e come tali sono acquisiti. La definizione di giusto e ingiusto varia nel tempo e nello spazio.

    Il Principe, lo avete letto?

    "quello che bisogna scoprire, sono le motivazioni che hanno portato nel tempo la forma mentis degli psicopatici a prevalere su quella della maggioranza, influenzando con il loro esempio la grande massa del popolo “ricettore”." A me pare che funzioni così: il potere è qualcosa di estremamente organizzato. L'organizzazione del potere opera in modo tale da rendere possibile l'accesso al comando solo a chi si conforma a determinati parametri. I pochi "psicopatici" riescono a controllare i molti "normali" semplicemente perchè una minoranza altamente organizzata ha sempre la meglio su una maggioranza altamente disorganizzata. Non dimenticate mai che in generale un politico odierno si sente molto più simile (e vicino) ad un suo avversario di pari grado che rispetto ad un individuo qualsiasi della sua base elettorale.

    Alessandro

  • anonimo

     Secondo me lo psicopata ha una caratteristica, che credo derivare da una sua sensibilità (sensibilità che ha sviluppato a causa della sua forma mentis diversa)
    la sensibilità dello psicopatico che raggiunge le vette del potere è quella di capire i gusti delle masse, persone, e di farli propri spesso esobendoli ma spesso lasciandoli letenti me manifesti
    il tutto condito con la menzogna e l'ambigutà che gli pemette di raggiungere il consenso unanime
    questo credo essere il suo segreto
    F.F (il chimico)

  • toporififi

    In effetti c'è da considerare che nella mente dello psicopatico vivono diversi pensieri, e che il percorso attraverso cui arriva a decidere un'azione così mostruosa sia una machiavellica buona intenzione, ad esempio aiutare l'umanità con quei soldi e quel potere, il fatto è che già duemila anni fa una cricca di psicopatici decise di far morire Dio, "per la salvezza del popolo", (oltre al timore di "perdere il posto"), Caifa e il sinedrio sono i nonni di Machiavelli, quello che trovo incredibile è che qualcuno nei commenti abbia cercato una via d'uscita morale rispetto a qualcosa di inaccettabile in senso assoluto, ma forse sono io che ho letto male.

    Tanti anni fa avrei inserito ancora un'ipotesi, la vedevo anche scritta sui muri, "Join the army, meet interesting people and kill them", cioè incontrare l'autore dell'offerta dicendogli che accetto e uccidere lui invece dei bambini.
    Oggi considero questa ipotesi alla stessa stregua di chi ucciderebbe i bambini, convinto come sono che il male non si può assolutamente combattere con le sue stesse armi.

    Nel serial televisivo "La piovra" ci sono due momenti che raccontano due fasi del gioco, la prima, peculiarmente mafiosa; è l'aspirante killer che viene portato in campagna e gli viene chiesto di uccidere un puledro, non un essere umano, ma un tenero puledro, come se soltanto così si avesse la certezza che viene estinta l'innocenza.
    Il secondo è una frase che un personaggio losco dice a riguardo di industriali e politici; "All'origine di ogni grande carriera c'è un grande peccato, e io li colleziono" .

  • Santaruina

    F.F.

    la sensibilità dello psicopatico che raggiunge le vette del potere è quella di capire i gusti delle masse, persone, e di farli propri spesso esobendoli ma spesso lasciandoli letenti me manifesti

    infatti, lo psicopatico impara ben presto a comprendere le caratteristiche e le debolezze dei non-psicopatici, e se è abile sa perfettamente mimettizzarsi in mezzo a loro.

    _________________

    Mario

    In effetti c'è da considerare che nella mente dello psicopatico vivono diversi pensieri, e che il percorso attraverso cui arriva a decidere un'azione così mostruosa sia una machiavellica buona intenzione,

    molte delle peggiori tragedie degli anni passati nascono da una vaga volontà di ottenere un "bene maggiore".
    Qualche tempo fa ero arrivato alla conclusione che il male non si palesa quasi mai nei fini, ma si nasconde costantemente nei mezzi usati.

    A presto

  • Gregor

    La foto sopra mi ricorda tanto il presidente dell’UE.

  • Hai proprio ragione, è proprio Van Rompuy :-)

  • Gazurmah

    Finalmente..pensavo di essere l’unico a giudicare il testo di Machiavelli come il manuale d’istruzione del perfetto tiranno; e ricordo invece insegnante e alcuni compagni di classe giudicarlo un testo ottimo e all’avanguardia..

  • […] aspetto che è utile qui introdurre in quanto correlato con più ampie riflessioni che riguardano il concetto stesso di potere e di governo. Nell’analizzare quindi la nascita e lo sviluppo di diverse civiltà, l’autore […]

  • […] aspetto che è utile qui introdurre in quanto correlato con più ampie riflessioni che riguardano il concetto stesso di potere e di governo. Nell’analizzare quindi la nascita e lo sviluppo di diverse civiltà, l’autore […]

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