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-o- Too late to die young -o-
11 Giugno 2011

L'isola, una breve riflessione


L’altro giorno, in metropolitana, circondato da centinaia di persone, mi chiedevo quanti di loro, in una situazione come quella descritta nell’articolo sull’isola, manderebbero tutto all’aria.
Guardavo le facce, le espressioni, provavo ad indovinare.
Quello che emerge dalla maggioranza dei commenti a quell’articolo, infatti, è che coloro che sono intervenuti si ritengono  persone logiche e ragionevoli, tendenzialmente portate alla cooperazione pacifica, ma prevedono l’insuccesso di un qualsiasi processo di socializzazione a causa degli individui “prevaricatori”.
Qualcuno asserisce che questa tendenza prevaricatrice sia nella natura dell’uomo, altri sostengono che basta un piccolo gruppo di malintenzionati per far degenerare ogni tentativo di cooperazione.

Non nego a priori a che non ci sia del vero, in questo, ma è un atteggiamento che comunque fa riflettere.
E’ molto probabile che quello che si teme negli altri in qualche modo alberghi anche in fondo a se stessi, magari sotto forma di sentimento represso che si tema emerga.
Potrebbe essere, oppure no, ma sarebbe una spiegazione verosimile di un certo timore “a priori”.
E, ripeto, non nego che ci sia molto di vero in certe paure.
Eppure, pare comunque di trovarsi dinnanzi ad un vicolo cieco, se una forma di convivenza migliore rispetto a quella in cui ci troviamo adesso non riesce nemmeno a venire immaginata.
La forza del sistema di controllo attuale si basa principalmente sull’evocazione, sulla capacità dell’elite di propagandare e diffondere il suo distorto modello sociale.
E, forse, questa capacità di evocazione è giunta al punto da aver diffuso ovunque il suo modello, togliendo contemporaneamente alle persone persino la possibilità di essere in grado di immaginare un sistema migliore.
E, come è noto, ciò che non può essere immaginato, ovviamente mai potrà essere costruito.
Forse l’immaginare potrebbe essere un primo passo: un passo minimo, insignificante, ma tuttavia necessario.

45 comments to L’isola, una breve riflessione

  • Santaruina

    Faccio una piccola aggiunta, per sgombrare il campo da eventuali malintesi.
    Mi è capitato spesso in passato nelle discussioni in rete dedicate alla democrazia, al voto ed alla "partecipazione", di farmi dare del cinico, del disfattista e persino del "nichilista".

    Questo perchè nutro seri dubbi sul processo democratico e sulle capacità della "maggioranza" di fare sempre delle scelte sensate.
    Non è che mi sia trasformato improvvisamente in un solare figlio dei fiori che predica peace and love e volemose bene che tutto andrà a posto.

    Il discorso che vorrei fare è un po' più profondo, e riguarda la nostra stessa capacità di immaginare una situazione migliore, capacità che sta andando persa, e quando è presente assume forme prettamente "ingenue" o peggio palesemente manipolate dagli stessi creatori d'etat d'esprit contemporanei (si veda zeitgeist, ad esempio, per farsi una idea di questo processo).

    Se questa capacità dovesse svanire, oppure dovesse venire totalmente deviata, allora veramente rimarrebbe ben poco da fare.

    A presto.

  • anonimo

    Immaginare non solo non è sufficiente, ma immaginare così, arbitrariamente e senza principi fondanti profondi, stabili, sacri, è come riscrivere la famigerata "Imagine".
    Immaginare è quel che è caro all'uomo moderno/occidentale (ma ormai non è che l'oriente sia messo benissimo) e si incastra alla perfezione con passionalità e sentimentalismi con cui affronta la vita nel mondo.
    O si dichiara forse implicitamente che ogni cosa che è intrinsecamente buona non parta dal saggio che rende la sua mente completamente cava e vuota, identificandosi così col sommo Bene?

    Possiamo immaginare, ci si agita e scuote, si predica e si lotta, ma il risultato sarà sempre deludente.

    Fabiano

  • Santaruina

    Come dicevo, Fabiano, il discorso è un po' più complesso.

    Abbiamo una elite che a forza di "evocare" e di proporre il suo progetto lo sta felicemente attuando con il beneplacito del "popolo".
    Insomma, queste persone sanno usare alla perfezione l'esercizio dell' immaginare.
    Qui rientra anche il discorso delle eggregore, che prima o poi dovrò riprendere.

    Nel medioevo nei conventi e nei monasteri si faceva un grande lavoro di preghiera e di "immaginazione" positiva, un lavoro che per breve tempo diede i suoi frutti.
    Un lavoro che viene ancora portato avanti in certi luoghi sperduti dell'oriente europeo.

    Oggi questa capacità è prevalentemente persa, e quando compare si attesta ai livelli di quel "imagine" a cui tu alludi, ovvero ancora una volta alta strategia di coloro che queste manipolazioni sanno usarle.

    Il discorso è complesso: si tratta, in pratica, di comprendere che esistono delle vie che ormai usano solo i "cattivi", delle vie i cui meccanismi sono sconosciuti ai più.

    A presto

  • anonimo

    Ma quello che intendevo io, che forse non era chiaro, è che se una persona è ben impostata spiritualmente parlando lo psichico non la può influenzare ed eventualmente danneggiare. Se invece si procede all'inverso, ovvero si osserva che qualcuno usa dei particolari metodi per degli scopi che si considerano "cattivi" e si vogliono riprendere e usare, si cederebbe, in modo contrario. Non può funzionare così. La via tradizionale, la via spirituale, parte dall'alto e si propaga in basso, non il contrario. Quindi quello che tu chiami immaginazione può essere al massimo uno strumento tra i vari, ma quel che conta è l'immenso universo che vi è dietro.

    Fabiano

  • anonimo

    Pardon, non "cederebbe", ma "crederebbe".

    Fabiano

  • josephuss

    Anche gli antichi greci, quando fondavano nuove colonie, costruivano città che tutto sommato erano simili alla madre patria…spesso le fondavano anche in luoghi simili. Le motivazioni erano differenti, (e non si può fare un vero paragone), però forse allo stesso modo l'uomo moderno tenderebbe a immaginare e costruire una società come quella che ha sempre conosciuto…ma è un po' un paradosso, perchè non si tratta proprio di un "modello positivo" o "ideale". 
    Un saluto 

  • toporififi

    Intenzioni e mezzi, immaginazione e illusione, questo capita a fagiuolo:

  • anonimo

    Secondo me non si può risolvere il problema scappando dal problema. I problemi si risolvono all radice. Il problema della nostra società non è solamente il sistema ideato dalle elite (che ha generato il problema), ma la risposta del popolo a tale moto d'azione.
    Se si vuole risolvere il problema la soluzione è quella di boicottare il progetto dell'elite ma facendolo SCEGLIERE al popolo stesso. Il popolo deve imparare a dire di no e a fare scelte sensate.
    Tutto deve partire dalle famiglie e dall'educazione che viene impartita da essa. Ma questo sistema distrugge la famiglia. Questo nuono sistema economico adottato fa in modo che i genitori siano troppo impegnati per badare ai figli, che quindi passano il tempo davanti alla tv, educati dalla tv che è controllata dalle elite e a scuola non troviamo più persone qualificate e pronte per indirizzare al meglio le giovani menti, troviamo personale, avvolte, assolutamente non qualificato, perchè il sistema scolastico è molto ma molto peggiorato e invece di chidere di più agli studenti, si chiede a loro il minimo per poi far circolare muniti di lauree piccoli asinelli facilmente manipolabili perchè semi- ignoranti.
    La religione è più che abbattuta e ridotta alla derisione pubblica e controllata a piacere… Anche se i vecchi insegnamenti ci sono eccome. Sapete qual è la società ideale? Non è la società imperfetta ideata dall'uomo, ma quella perfetta che si troverebbe se avessimo persone religiose che rispettassero i comandamenti della religione.

    Raika

  • anonimo

    Ad esempio nel Corano viene descritta la società ideale, viene insegnato all'uomo come interagire gli uni con gli altri, come comportarsi con i memebri della famiglia, i rapporti marito-moglie, etcc… addirittura il come comportarsi nello scrivere il proprio testamento.
    Quel che si fa nella nostra società è di fare il contrario di quello ordinato ai fedeli nel Corano.
    Una società di levello "superiore", pacifica e armoniosa, deve partire da un'idea proveniente dall'Alto e non dal basso.
    Quindi lo strumento che ci serve non è contenuto in un pezzo di terra o in un libro qualsisasi,oppure in un'idea qualsisasi,bensì in un'idea superiore.
    Io sono musulmana e quindi come debba essere la società ideale ed il come realizzarla ce l'ho stampato nerso su bianco nel mio testo sacro…

    Raika

  • anonimo

    Mi piace il commento di Raika, in particolare la seconda parte, a parte che a mio avviso il popolo, dal basso, non potrà mai fare la "scelta sensata" senza avere una guida elitaria, retta e dedita completamente al rapporto con l'Alto.

    Fabiano

  • ghibli.

    Ho ancora un paio di problemi tra cui quello del pc e mi spiace di non poter commentare maggiormente.
    Spero che si sia capito che non è che boicotto l'immaginare un mondo migliore ma il farlo "isola"tamente.
    Dal mio punto di vista sarebbe stato meglio aprire un discorso su come si immagini il mondo del futuro e cosa noi ci proponiamo di fare per contribuire a quello che oggi può apparire un utopia.
    Per l'immaginare non comprendo molto il discorso, però suppongo che bisogna partire da un presupposto importante cioè qual'è il compito terreno di ognuno, e la comprensione dell'esistenza del creato inteso come una scena che pone dei bivi per delle scelte individuali che comprendo anche quelle che influenzano gli "altri".

    —–

    …la scuola e la religione come per tutto il resto sono persone.
    Se la scuola non funziona bene non è solo colpa del governo, ma anche dei cittadini, dei professori e degli stessi studenti che anche in questo sistema appena sufficiente fanno fatica ad andare altre il minimo indispensabile.
    Questo perchè non si ha mai la compressione globale del perchè, della ragione, del fine delle cose, senza questa comprensione, viene a mancare il senso di una scelta logica e razionale, quindi tutta questa casualità genera la mancanza di controllo del nostro tempo.
    Suppongo che la religione potrebbe e forse dovrebbe dare il supporto per una maggiore comprensione di questo, ma allora ci si dovrebbe domandare perchè nella realtà venga a mancare questo, infatti anche se ognuno di noi deve fare un proprio percorso non si comprende quale sia lo scopo della religione se non aiutare gli altri, quando questo viene a mancare come quando si sceglie un "isola"mento un abbandono viene a mancare il presupposto del perchè noi tutti siamo qui in questa realtà, quindi comprendere non la verità ma lo scopo della ragion d'essere che ognuno deve scoprire.

  • anonimo

    I migliori, l'elité , da questa società sono veramente esclusi a priori e sappiamo bene che senza spirituale  non si ha un buona potestà.
    Il popolo, che è passivo , cosa può fare se non vivere questi timori e/o uniformarsi ai nuovi stati d'animo?

    Per quanto mi riguarda fuggo qualsivoglia socializzazione come la peste!

    Fabiano mi sembra molto centrato e centrante su ciò e mi accodo alle sue intuizioni.

    daouda

  • anonimo

    Raika,
    ti faccio due domande e provo addirittura a dare la tua risposta – mi correggerai se sbaglio):

    1) Il tuo libro sacro lo vergato un uomo che diceva di parlare con Allah. Tu come fai a sapere che tale uomo, sicuramente probo e saggio, ricevesse queste idee da Allah e non dal suo stesso cuore?

    Risposta:
    E' la Fede, caro amico, bisogna credere.

    2) Non pensi che presso molti altri popoli esistano testi sacri ispirati da Dio, che contengono idee buone e giuste per reggere la societa' umana?
    Non pensi che molte di queste idee siano le medesime in varie religioni? (es.ama e rispetta il prossimo)

    Risposta:
    Sara' anche cosi', ma a me non interessa, io so che Allah e' il piu' grande e questo mi basta.

  • anonimo

    1) Lo so perchè è il mio cuore a dirmelo e comunque non parlava direttamente con Allah.

    2)Allah ha mandato più di un profeta, Muhammad fu solo l'ultimo, il sigillo dei profeti, quello che portò il messaggio più grande.  La differenza fra questo testo sacro e quelli precedenti è che Allah questo ha giurato di proteggerlo, affinchè non venisse corrotto come gli altri e difatti l'arabo è una lingua ancora parlata e sarebbe difficile quindi commettere errori di traduzione o altro. Gli altri testi sacri sono stati corrotti dall'uomo, questo è ancora integro. Anche Cristo è un profeta della religione islamica, l'unica differenza è che noi non lo possiamo considerare figlio di Dio, ne Dio, ne altro fuorchè un semplice profeta ed uomo, cioè i suoi messaggi venivano dall'Alto, come quelli di Muammad ed ogni altro profeta mandato da Dio. In più Nella versione islamica, Allah protesse Gesù e non lo mandò a morte sulla croce, ancora è vivo e lo sarà fino al giorno dell'apocalisse quando aiuterà i buoni a sconfiggere i cattivi :-)
    Spero di essere stata chiara.

    Raika

  • Santaruina

    Il discorso "Tradizionale" di Fabiano lo comprendo molto bene, e comprendo anche le sue ragioni.
    Ma anche nei periodi di "oscurità" si può lavorare dal basso, se non per un raddrizzamento, almeno per un rallentamento della caduta ( e riprendo qui l'esempio del medioevo).
    Per il resto , rimane sempre la domanda sul come agire in questo periodo.

    A presto

  • anonimo

    come non quotarti,bel post che lascia riflettere! ..anche gli altri comunque..
    sono di corsa ora ..aggiungo più tardi..vi voglio tutti bene..hasta pronto

  • anonimo

    ahh..scusate non mi sono firmato buona giornata davide

  • anonimo

    Molto probabilmente ai più, lettori di questo blog, sarà sfuggita l'interpretazione che Carlo (Santaruina) vuole dare al termine "immaginazione" gestita dalle elite dei potenti del globo.
    Immaginazione sicuramente negativa e non per questa mal interpretata come "evocazione" poichè di tale si tratta.
    Evocazione di forze sinistre e dedite alla distruzione ad il solo ed unico fine di poter dominare e gestire il potere sulle masse ignoranti (noi).
    Purtroppo la "capacità immaginativa positiva" innata nell'uomo, ci è stata lentamente sottratta, con il beneplacito delle varie religioni , che hanno sapientemente filtrato, nell'arco di secoli, solo ciò che volessero far filtrare.
    Nulla, se non scialbi mantra privi di reale forza.
    L'uomo, in quanto tale, dovrebbe per suo sacrosanto diritto di nascita, Pretendere i propri diritti dinanzi agli uomini ed alle "divinità" e negare qualsiasi interferenza esterna che potrebbe obnubilare la propria capacità percettiva e razionale.
    Loghion 102. Gesù disse, "Maledetti  i Farisei! Sono come un cane che dorme nella mangiatoia: il cane non mangia, e non fa mangiare il bestiame".
    Il bestiame siamo noi.

    C.S.

  • anonimo

    Ma che cosa ha provocato l' indebolimento  delle elite positive rispetto quelle oscure che non dovesse essere?
    Intendo se il movimento della caduta è connaturato al tempo, proprio come un inverno, è nell'ordine delle cose che luce e calore si affievoliscano in rapporto alla manifestazione.
    I buoni in quest'ottica non dovrebbero far altro che resistere e conservare i semi intatti per la primavera.

    ioannes

  • anonimo

    Credo, caro utente ioannes, che il motivo sia da ricercare nell'attuale dimensione "duale" delle cose che lascia all'umanità la sola possibilità di propendere per una o l'altra parte della fazione (Luce e Oscurità).
    Tuttavia, ciò che molti ignorano è che entrambe fanno parte di una unica entità, per l'appunto, duale.
    L'unica scelta dettata da un falso libero arbitrio rimane solo limitata ad una delle due parti della stessa medaglia.
    La predilezione di parte dell'umanità per il lato oscuro è dato dalla seduzione materiale che questa facilmente riesce a propinare a quei poveri malcapitati vittime, alla fine, dei propri giochi occulti.
    La "fazione" che dovrebbe controbilanciare l'equazione Bene/Male a favore del primo, sembra che ultimamente, si stia alacremente dando da fare per evitare mali ben peggiori (credimi).
    Purtroppo il problema principale, attualmente, è da cercarsi unicamente nel  fattore numerico.
    Uno sparuto gruppo di "esseri elevati", sparsi nel mondo, non riescono totalmente a recuperare terreno o a tappare tutte le falle di un sistema decadente.
    C'è da dire, purtuttavia, che questi ultimi sono comunque depositari di antichi saperi che per scelta personale hanno scelto volutamente di utilizzare a favore dell' umanità, ma ahimè, non alla loro libera divulgazione.

  • anonimo

    Post di cui sopra.

    C.S.

  • toporififi

    Sotto un certo aspetto, non c'è società "ideale", anzi questa "idea", è qualcosa che nasce nel rinascimento e prende corpo e forza in età illuministica, per diventare un pericolo in epoca romantica e una catastrofe nella modernità.

    La vita, è l'unica possibilità che è data ad ogni generazione, e di questa, del suo uso, daremo conto, o meglio, subiremo o beneficeremo nell'eternità.
    Il punto di vista islamico, in realtà non mi sembra che si differenzi molto da quello cristiano, (se non forse sui mezzi che è lecito utilizzare, a parte la concezione teologica cristologica, che per il cristianesimo è radicalmente diversa), l'idea stessa di "Apocalisse" è già una risposta ad ogni idealismo, cioè la caducità di ogni forma mondana vanifica qualsiasi proiezione sociale.
    Quelle che chiamiamo élites sono da sempre all'opera, la differenza è che una delle due è destinata a perdere, e l'altra ad essere apparentemente sconfitta, ma a vincere, in quanto bene e male non sono due forze simmetriche contrapposte, ma un'illusione che si oppone all'unica realtà.
    Questi però sono "massimi sistemi", in mezzo ci siamo noi che dobbiamo barcamenarci per non essere sommersi in attesa del trionfo finale, che sembra sempre essere qualcosa di astratto, visto che quando ci arriva una cartella esattoriale ci crolla il mondo addosso.
    Io credo che la salvezza competa gli uomini, uno alla volta, e che è principale responsabilità di ognuno adoperarsi per la propria ricostituzione spirituale.
    Questo non per una sorta di egoismo, ma perchè è l'unico modo che conosco di essere utili agli altri, il Budda diceva che il modo migliore di aiutare l'umanità è migliorare se stessi, e questo se lo vediamo in termini cristiani, porta come conseguenza un migliore rapporto con chi ci è vicino, e ad un'azione sottile che si estende ben al di la di quello che ci immaginiamo.
    I Padri dicevano; "Uno si ritira e mille si salvano" riferendosi agli eremiti e alla loro azione spirituale sulla comunità dalla quale si erano, (si sono) ritirati. 

  • anonimo

    Il tiranno illuminato dai, bisogna tirare in mezzo il tiranno a promuovere la vita civile, ecologica, la giustizia sociale, le 7 proposte di Schietti al governo mondiale. Con la tecnologia si possono risolvere tutti i problemi, pensa al denaro elettronico, tutta l'evasione fiscale, tutti i traffici illeciti, tutti i furti la prostituzione, il traffico di persone, la corruzione, tutto l'illecito può essere eliminato. E' un attimo, se si convince il tiranno dell'isola. Pensa al marchio di qualità per i prodotti che rispettano i diritti dell'ambiente e dei lavoratori. E' un attimo, un marchio come pura lana vergine, vero cuoio, per riconoscere i prodotti buoni. Pensa al servizio civile obbligatorio per suddividere fra tutti i lavori che non vuole fare nessuno. Non servirebbe più tenere in povertà le masse per avere manodopera a buon prezzo per i lavori sporchi. Ci sono tante proposte di cui parlare col governo mondiale. Pensa ad utilizzare la canapa e gli sfalci agricoli per produrre cellulosa invece degli alberi per evitare la deforestazione. Pensa al pesce d'allevamento per evitare che si svuotino i fondali. Le soluzioni ci sono già tutte, bisogna convincere il tiranno ad illuminarsi tenendosi una fetta anche grossa del business, ma garantendo l'ambiente, la legalità, i diritti.

  • anonimo

    #20

    Potresti essere più chiaro?

  • Santaruina


    Credo, che il motivo sia da ricercare nell'attuale dimensione "duale" delle cose che lascia all'umanità la sola possibilità di propendere per una o l'altra parte della fazione (Luce e Oscurità).
    Tuttavia, ciò che molti ignorano è che entrambe fanno parte di una unica entità, per l'appunto, duale.

    Su questo argomento mi sono espresso anche in passato, qualche volta.

    la congiunzione degli opposti, l'illusione della dualità, sono tutti concetti che apprtengono a delle realtà superiori.
    Noi, da semplici esseri umani in carne ed ossa, abbiamo principalmente a che fare con le loro espressioni terrene, e qui, sulla terra, bene e male sono due cose ben distinte.

    Inoltre, il nostro vivere quotidiano ci pone di fronte a questioni molto più concrete, ed altrettanto importanti, rispetto alle teorizzazioni sulla reale essenza del duale e della contrapposizione illusoria dei principi.

    Da questo punto di vista, ritengo ben centrato l'intervento di Mario (#22).

     

  • anonimo

     ora ho letto anche questa seconda parte, co i commenti. Sempre spunti interessanti, grazie a te Santaruina e ai tuoi ospiti o meglio dire ocmpagni di immaginazione?
    resto sulla mia prima rifessione/impressione: la questione essenziale di come si può vivere sull'isola è nelle persone che la abiteranno: in qualche modo dovrebbero staccarsi completamente di quanto vissuto e interiorizzato, e pensato e sognato (e soprattutto dal non sognato)…dimenticare i modelli, per riuscire a creare un nuovo modello di comunità, tagliando i ponti col vecchio, ma soprattuto con il vecchio che si portano dentro… sapranno costruire e giocare il tutto con uno spirito nuovo e quindi con regole nuove condivise? altrimei riproducono prima o poi i meccanismi che ci hanno portato al nostro oggi.
    ah, apro una parentesi sulla tecnologia – sono d'accordo con chi dice che può risolvere moltissimo ma la mia posizione è molto più scettica: la tecnologia è un mezzo potente, ma è l'uomo che la usa…penso che il progresso, scientifico/economoco o sociale che sia dovrebbe seguire a una evoluzione umana, spirituale ed emotiva. Uso parole banali, ma credo possiate tutti sentire,  intuire, cosa intendo. L'uomo prima deve crescere dentro di se e solo dopo può mettere a frutto in un modo perfetto anche il progresso tecnologico.
    e ora faccio la mia domanda: solo sull'ipotetica isola o anche qui?
    v.

  • anonimo

    Ciò che sovente capita, quando si dibatte di queste tematiche abbastanza complesse e strutturate e di inciampare in palesi fraintendimenti.
    Mia intenzione era solamente di dare un mio parere ( e tal rimane) all' utente ioannes.
    Un mio punto di vista strettamente personale e del tutto opinabile.
    Il che significa che é da considerarsi tale qual'é.
    Concordo pienamente con te (Santaruina) quando rilevi che in questo mondo oggettivo c'è , eccome se c'è la differenza fra bene e male.
    Tuttavia, come ben sai le due realtà (quella che consideriamo oggettiva e materiale e quelle da te definite superiori) si intersecano fra loro.
    Con i pro ed i contro.
    E' vero che quando mi trovo in posta dietro ad una fila che si perde all'orizzonte per pagare una bolletta del gas, quelle cose non esistono nella mia mente per il semplice motivo che l'uomo ragiona per priorità.
    Ma cio non significa che le due realtà non si compenetriino fra loro e siano una unica realtà.

    C'è da dire, purtuttavia, che questi ultimi sono comunque depositari di antichi saperi che per scelta personale hanno scelto volutamente di utilizzare a favore dell' umanità, ma ahimè, non alla loro libera divulgazione.

    Mi sembra che sia attinente con quanto asserito dallo user mario.

    Saluti.

    C.S.

  • Santaruina

    Ciao V.  , benritrovata :-)

    L'uomo prima deve crescere dentro di se e solo dopo può mettere a frutto in un modo perfetto anche il progresso tecnologico.
    e ora faccio la mia domanda: solo sull'ipotetica isola o anche qui?

    Già, la vera domanda è questa.
    L'esempio dell'isola era un modo per provare a vedere se "partendo da zero" si poteva immaginare una realtà migliore di quella che viviamo.
    Se questo non fosse possibile nemmeno "partendo da zero", allora evidentemente risulta ancora più complesso qui, dal momento che sono già presenti realtà e strutture che complicano il raggiungimento di una convivenza proficua.

    ____________________

    Ciao C.S.

    E' vero che quando mi trovo in posta dietro ad una fila che si perde all'orizzonte per pagare una bolletta del gas, quelle cose non esistono nella mia mente per il semplice motivo che l'uomo ragiona per priorità.
    Ma cio non significa che le due realtà non si compenetriino fra loro e siano una unica realtà.

    Non posso che essere d'accordo su questo.
    Così come penso sia vero che l'uomo effettivamente libero sia colui che riesce a comprendere tutto questo in fondo, ed a vivere di conseguenza.

    C'è un detto zen che dice:

    Prima di conoscere lo Zen, le montagne sono montagne e i fiumi sono fiumi.
    Quando poi si conosce e si pratica lo Zen, le montagne non sono più montagne e i fiumi non sono più fiumi.
    Quando si è giunti alla comprensione dello Zen, le montagne sono ancora montagne e i fiumi sono ancora fiumi.

    Potrebbe non sembrare, ma c'entra molto con questo discorso.

    A presto

  • anonimo

    Gentilissima Raika,
    grazie per la tua risposta, si' sei stata molto chiara.
    Auguri

  • anonimo

    un po OT

    Noi, da semplici esseri umani in carne ed ossa, abbiamo principalmente a che fare con le loro espressioni terrene, e qui, sulla terra, bene e male sono due cose ben distinte.

    Ecco il mio dubbio fiorisce proprio su questa affermazione. A  me pare che la condizione attuale del nostro stato intellettuale sia una mescolanza inscindibile di bene e male;  di conseguenza finchè vi rimaniamo, anche tutto ciò che esperiamo e concepiamo lo sarà .

    In questo senso si potrebbe interpretare l'appello di Gesù a non giudicare, a non scrutare il male nell'occhio del fratello, cioè all'esterno. Ma se esso compartecipa al mio essere allora come posso dire di poter misurare il mondo?

    Chi non giudica invece riconosce di non poter distinguere, di non conoscere il bene se non riflesso; sembra voler suggerire che proprio in questa automatica volontà giudicante germogli il seme del male/ignoranza.
    Almeno finchè il ventilabro non separerà la pula dal grano.

    C'è una simpatica storia sufi intitolata L'uomo che si fermava alle apparenze che descrive la debolezza del giudizio umano sull'argomento.

  • anonimo

    immaginazione = “In me mago agere”

    Zvan

  • anonimo

    Satana è il più grande allenatore di tutti i tempi anche se, tecnicamente , esso non ha una personalità e quindi non è opportuno scriverlo con lettere maiscuola.
    Cosa è Satana se non tutto ciò che avversa? Compreso ciò qualsiasi cosa è Satana e si può comprendere ( faccio un omaggio a Reika ) la frase di Mohammed " è ingiusto combattere e disprezzare il diavolo.Satana và convertito"

    Daouda

  • anonimo

    Insomma…si trattava di sognare e molti hanno scelto di avere incubi, i soliti incubi. Si trattava di avere un sano operare di immaginazione attiva, e si è visto come siamo stati diseducati a farlo.
    Eppure come ricorda Santa, nei monasteri si agiva nella realtà e sulla realtà in un modo che abbiamo dimenticato.
    E' vero quello che dice Zvan sull'immaginazione. Io credo che noi possiamo cambiare la realtà, come diceva Giordano Bruno possiamo cambiare le vibrazioni.
    Io poi sono sempre disponibile a fare il pane, la pasta, a coltivare un orto, piantare alberi e gestire una piccola libreria con locanda annessa.
    Fatemi sapere…
    Grazie! (soprattutto a te Santa)
    Nico Caminante de Napoles

  • anonimo

    posso suggerire:
    http://youtu.be/survHU73nv4
     e anche
    http://youtu.be/Kh3uF634OPs

    Grazie!
    Nico Caminante de Napoles

  • anonimo

    Io infatti non me la prendo  tanto con satana, in fondo a lui tocca il lavoro sporco; assomiglia alla figura del poliziotto-corruttore anticorruzione negli states (anzichè raccogliere le prove dell'avvenuto reato vanno direttamente dal funzionario pubblico con una bustarella). : )

    gio

  • Santaruina

    immaginazione = “In me mago agere”

    Questa è simpatica.
    Comunque, immaginazione deriva evidentemente da immagine, quindi da imago, a sua volta da mimaginem, che significa imitare.
    Mimaginem a sua volta viene dal greco mimoume (da cui mimo), ovvero imito, rappresento.

    _______________________

    Nico

    forte Snack, mi piace.
    Un misto di saggezza e positività, unita a simpatia.

  • toporififi

    C'era un uomo il cui più grande desiderio era diventare un maestro di spada.
    Per molti anni cercò un maestro di spada che gli insegnasse quest'arte che lui sognava di possedere, ma siccome non era di nobili natali, veniva disprezzato dai maestri che incontrava.
    Però non si dava per vinto e continuava a chiedere a ogni maestro che incontrava di diventare suo discepolo.
    Dopo anni, si trovava in un villaggio e cominciava a disperare di trovare quello che cercava.
    Gli dissero che nel villaggio vicino era arrivato un anziano e venerando maestro di spada, subito si mise in cammino e quando arrivò gli dissero che era appena partito.
    Gli corse dietro e lo raggiunse, subito gli si prostrò davanti e gli fece la richiesta.
    L'anziano lo guardò attentamente e gli disse; perchè un maestro di spada chiede di diventare mio discepolo?
    L'uomo, a quel punto, sbottò e disse al maestro; mi hanno disprezzato per i miei umili natali, per come sono vestito, mi hanno rifiutato, ma che bisogno c'è di prendermi addirittura in giro in questo modo?
    Il maestro pensò e disse; non ti prendo in giro, io so vedere il cuore di un uomo e davanti a me c'è un maestro di spada, a questo punto sono curioso, raccontami la tua storia.
    L'uomo gli raccontò che sapeva che un maestro di spada non ha paura di morire, e in tutti quegli anni di ricerca, si era costantemente esercitato a non aver paura della morte, e che adesso, se pensava a tutto quello di cui poteva aver paura non c'era sicuramente la morte.
    Allora, non ho più niente da insegnarti, gli disse l'anziano maestro.

  • anonimo

    "E, forse, questa capacità di evocazione è giunta al punto da aver diffuso ovunque il suo modello, togliendo contemporaneamente alle persone persino la possibilità di essere in grado di immaginare un sistema migliore."

    Sono pienamente daccordo con queste parole, lo schiavo non è colui che ha la palla al piede ma colui che non riesce più a immaginarsi la libertà…

    Per cambiare le cose non serve un luogo dove ricominciare da zero, i diversi commenti dimostrano che in qualche modo si tornerebbe a formare una società distorta come quella di cui siamo testimoni…
    Per cambiare le cose necessitiamo di cambiare noi stessi:

    "Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuove terre ma nell'avere nuovi occhi!"

    Come? Credo che non esista una risposta a questa domanda, credo che sia un qualcosa che non lo si può esprimere a parole, credo che la risposta debba essere trovata da ognuno di noi, nessun guru, nessun leader potrà guidarci in questo…
    Il primo passo secondo me è accorgersi dell'errore

    Amos B

  • anonimo

    io non so perché
    è tutto così vero
    che descrivere
    è impossibile
    bisogna IMMAGINARE


    Santa, non si può stare in digiuno di rete una decina di giorni che trovi il tempo per un esperimento di utopismo sociale virtuale? bellissimo.
    e bellissima la proiezione dei valori individuali di ognuno sulla storia dell'isola che (forse) non c'è. Con interessantissime convergenze.

    si può provare a trarre ulteriori conclusioni dal simbolico?
    si può parlare di… peccato, oppure sa un po' troppo di sagrestia? il limite invalicabile, la gabbia che mi rende captivo.
    tutti molto bravi ad individuarlo negli altri – per questo il prossimo è una tale ricchezza, gli occhi che a me mancano – ma poi su di sé, ognuno è prigioniero dei meccanismi della psiche, fino a che un nuovo spirito non sia dato da fuori, a sostituire quello morto in ognuno.

    magari torno appena posso, prima del prossimo intermezzo almeno.
    intanto avanti, bello qui!

    gibbor

  • Santaruina

    Ciao Amos

    Per cambiare le cose necessitiamo di cambiare noi stessi:

    sì, direi che si tratta di un punto fermo che è bene ribadire.

    _______________________

    Gibbor

    si può parlare di… peccato, oppure sa un po' troppo di sagrestia?

    ci sono molti modi per chiamarlo.
    "Peccato" è comprensibile :-)

    A presto

  • anonimo

    Buongiorno
    Mi permetto il commento.
    Premessa iniziale:
    – tutti noi ravvisiamo l'utopia del convivenza sociale in assenza di regole coercitivamente imposte … perchè?
    – tutti noi percepiamo la minaccia rappresentata dall'altrui comportamento dove lo stesso possa essere autodeterminato in modo libero … perchè?
    La risposta è stata fornita dallo stesso narratore in rubrica al discussione:
    perchè temiamo noi stessi … ascriviamo agli altri quello che è nostro. L'istinto di prevaricare sugli altri, di imporre sé stessi ed i propri credo, alberga in ognuno di noi, ne siamo consapevoli ed al tempo stesso intimoriti, tanto da pretendere l'esistenza di sovrastrutture dedite al controllo ed alla repressione.
    Ecco perchè.
    Quanto le persone porranno gli altri al di sopra di sé stessi, l'atrui bisogno sarà anteposto a quello proprio, allora ci troveremo in presenza di un nuovo genere umano, tale da poter auspirare e realizzare un nuovo mondo.
    Preciso che, io che scrivo, ne rimmarò escluso, in quanto infimamente legato ai bassi istinti e per tale costituirò sempre una minaccia.
    Sandro.

     

  • Santaruina

    Ciao Sandro
    la severità con cui giudichi te stesso potrebbe essere invece sintomo di una maggiore "autoconsapevolezza".
    In altre parole, tutti noi abbiamo difetti e debolezze, e il primo modo per contrastarli è conoscerli.

    A presto

  • anonimo

    Magari sull’isola, inizialmente, potrebbero andarci solo quelli che ” la pensano ” in un certo modo e si potrebbero chiamare ” La combriccola del Santa “. In seguito essi verrebbero raggiunti da coloro che ” la pensano ” nello stesso modo fino a formare una comunita’ modello per gli altri Stati… T9N2

  • anonimo

    Posso affermare che nonostante tutto, personalmente immagino una società diversa; e lo sarà. Questo sentimento si sta diffondendo e segnerà il cambiamento definitivo e l'abbandono totale dei vecchi schemi.
    Proprio quest'ultma cosa, l'abbandono degli schemi obsoleti, è il fulcro sul quale ruoterà la nuova società.
    Nella ricetta dell'isola, a parer mio, mancavano ulteriori premesse, quelle fondamentali. La pasta al burro è composta da: pasta burro sale e formaggio parmigiano (mi scuso con i cuochi ma lasciatemi andare la metafora ^_^) se mi chiedi di fare un piatto con questi ingredienti uscira pasta al burro che al massimo potra' eccedere in qualche ingrediente, ma tale resta.
    Nel caso umano per avviare il cambiamento sociale è necessario un  ingrediente: la consapevolezza/coscienza. Una persona cosciente/consapevole avrà lo strumento per liberarsi dai vecchi schemi e proporne altri completamente nuovi. Senza entrare troppo nel merito della consapevolezza/coscienza, che lascio ad ognuno la libertà di interpretarla, osereil dire che tale "ingrediente" aprirebbe la visuale positivamente di ognuno di noi e, nell'isola, sicuramente ci sarebbe un evoluzione sociale in quanto un essere consapevole/cosciente non darebbe spazio a nessun tipo di elite di potere (attuali schemi).
    Una nuova visuale del mondo non potremo mai immaginarla senza abbandonare gli attuali schemi sociali.
    Grazie per lo spazio
    Ciao a tuti
    RIc

  • Santaruina

    T9N2
    mi ha fatto sorridere "la combriccola del Santa".
    Mi sa che difficilmente potrebbe essere presa sul serio :-)

    _______________________

    Ciao Ric

    Nel caso umano per avviare il cambiamento sociale è necessario un  ingrediente: la consapevolezza/coscienza.

    Sì, gira e rigira siamo sempre lì.
    Il termine consapevolezza, per quanto spesso venga abusato, rimane il centro del discorso.
    E non è nemmeno un qualcosa che si possa istigare dall'esterno, è una conquista del singolo.

    A presto

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