“Abbiamo prestato molto danaro agli Stati Uniti. Certamente siamo preoccupati per la sicurezza dei nostri investimenti”
“Per essere franco, io sono un po’ preoccupato. E’ per questo che io vorrei di nuovo invitare (..) gli Stati Uniti a rispettare la loro parola e i loro impegni a garantire la sicurezza degli investimenti cinesi”
Wen Jiabao, premier cinese
Le parole del primo ministro cinese sono state riprese con grande attenzione dai media americani, ed effettivamente coloro che comprendono le sfumature del linguaggio diplomatico non potranno non cogliere l’importanza di questa dichiarazione.
Dalle nostre parti invece la notizia è passata in sordina, ripresa esclusivamente da qualche agenzia e qualche attento blogger.
Wen Jiabao esprime dubbi sulla reale capacità degli Stati Uniti di far fronte ai propri debiti, una posizione nemmeno lontanamente immaginabile solo un anno fa.
Nell’ultimo decennio la Cina ha svolto un ruolo essenziale nel sostenere l’economia americana, comprando titoli di debito statunitense e prestando enormi capitali agli americani, soldi con i quali gli americani stessi compravano le merci prodotte dai cinesi.
Una delle meraviglie economiche elaborate dalle menti creative dei leaders del XXI secolo.
Così il governo cinese è interessato in prima persona alle sorti della declinante America: la bancarotta degli Stati Uniti significherebbe infatti per la Cina ritrovarsi con una massa di dollari e titoli di stato americani che non valgono più nulla, con centinaia di miliardi di crediti non più esigibili.
Per questo motivo dalla Cina si osservava con una certa apprensione l’evolversi della situazione nell’oltreoceano, senza mai alzare la voce.
Ora che la situazione pare definitivamente compromessa, ed un default americano è prossimo, i cinesi alzano un po’ i toni, consapevoli di avere il coltello dalla parte del manico.
Fino a quando le onde della crisi non avranno travolto tutti indistintamente, debitori e creditori.
Sospetto che il gioco sia un pochino diverso. Non dico che la Cina abbia assunto tutto questo debito americano, sapendo che sarebbe stato un credito inesigibile. Dico però che chi sta sopra ai giochi (e qualcuno ci sta), ha architettato che sarà la Cina, nel momento in cui ritirerà tutti i suoi investimenti dall’America, da un giorno all’altro, a decretare la fine degli Usa. Cioè se ora il capetto cinese “alza” diplomaticamente la voce, non è perchè sia incredulo e scornato. E’ proprio l’inizio dell’avvertimento finale: noi vi facciamo precipitare, as soon as possible.
Cioè quando ? Forse la chiave di tutto è la situazione pakistana… “himalaya”.
Comunque è falsa o similmente vera la visione che c’è in giro di una Cina al collasso per colpa dell’America, e per colpa della stessa stupidità cinese. I cinesi hanno l’economia reale, e anche se non avesse più l’export, ha il mercato interno più grande del mondo. E ha le risorse di base per alimentarlo, energia compresa. Non ha problemi la Cina. Con la montagna di cedole di credito che brucerà, non otterrà la propria fine, ma quella dell’America.
Per il resto, non sarà mai un Impero, la Cina. Non ha LA LINGUA giusta, per diventare imperiale. E’ vero che sta arraffando risorse anche al di fuori dai suoi confini (in Africa, persino), ma non ha le intenzioni imperiali dell’Aquila (impero romano, sacro romano impero, stati uniti d’america).
Si va verso un altro mondo. Con zone forti e zone deboli, ma diverso da quello a cui siamo abituati. Un mondo “senza eroi”.
Post-illa: il tempo comincia ad andare veloce ?!
Aggiunte che condivido le tue, Messier.
Le mie considerazioni erano più “sull’immediato”; mi premeva più sottolineare questo momento particolare, il momento in cui gli Stati Uniti non sono più il capo indiscusso, ma divengono una potenze che arranca.
Per essere più precisi, il momento in cui questo viene riconosciuto “ufficialmente”.
Per il resto, sì, il tempo sta correndo velocissimo…
Anche nei “notiziari” si avverte questa velocità; ogni giorno accadono una serie di avvenimenti che in altri anni, presi singolarmente, avrebbero occupato i media per giorni.
A presto
Avevo visto proprio oggi quella notizia e, giuro, mi è venuta voglia di prendere un bel pacco gigante di pop corn :)
Per quanto riguarda le varie accelerazioni? Quando la velocità sembra aumentare, credo che la chiave sia mantenersi lenti e costanti.
Fabiano
Quando si sguazza felici assieme nel fango.. il fango e’ molle per tutti. :)
buonagiornata Carlo.
Non so chi dei due paesi abbia il coltello dalla parte del manico e chi dei due sia più ricattabile…dipende tutto dalle prospettive e da sottili equilibri che subiranno variazioni con l’avvicendarsi di paesi che dovranno scegliere da che parte stare.
Ciao Carlo, buon fine settimana
secondo il video (che immagino conosciate benissimo!) di HAL TURNER sull’AMERO, gli STATI UNITI avrebbero inviato 800 miliari di questa nuova oresunta valuta alla
CHINA DEVELOPMENT BANK in previsione del crollo del dollaro….
CHE DIRE?
mah aspettare per vedere……..
errata corrige post precedente:
—-800 MILIARDI DI AMERO——
ciao ragazzi…..!!!!
Ciao Fabiano
giusto, lenti costanti e vigili :-)
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Cinzia
nonostante alcuni credano di poterci passare attraverso senza sporcarsi..
A presto
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Ciao Maurizio
avevo visto le “rivelazioni” di Turner.
Personaggio assai particolare, quello scoop sull’amero ebbe un certo eco.
Non ci resta che aspettare un poco, questione di mesi, o settimane, per vedere quale fondamento abbiano le voci sulla prossima adozione dell’amero.
Quel che è quasi certo è che il dollaro è destinato a venir svalutato, e di tanto.
Blessed be
Enza
Come diceva anche Messier, al momento gli stati uniti sono quelli iperindebitati, senza, ormai, un vero settore produttivo.
Gli rimane l’esercito più grande del mondo, e non è poco.
La Cina ha in teoria un sistema produttivo che rimarrebbe comunque intatto ed un bacino interno in cui far confluire la produzione.
Ma al momento quel bacino interno non ha alcuna capacità di acquisto, dal momento che le centinaia di milioni di “salariati” cinesi sono più dei reclusi che dei lavoratori veri.
Ci vorranno molti anni per farli diventare “consumatori”, se mai il governo cinese decidesse di farlo.
E nel frattempo potrebbero succedere molte altre cose..
Blessed be
sentivo che in Cina ci sono stati 25 milioni di nuovi disoccupati nel solo tessile e simili. ma non conosco i quadro reale economico, non saprei se la popolazione cinese possa diventare e in fretta un bacino di consumatori sufficiente per far girare bene e da sola tutta la produzione cinese
Ciao V
sì, è successo davvero, più di 20 milioni di persone sono ritornati nelle loro case in campagna dopo avere perso il posto di lavoro nelle città in cui si erano trasferiti.
Per il governo cinese i sudditi sono solo numeri, ingranaggi intercambiabili finchè servono.
A presto
Personalmente non amavo molto tale fumetto ma devo riconoscere che Alan Ford è stato un bell’esempio di satira.
I servi della bugia che hanno ideato la vendita del debito Usa alla Cina sono come Superciuk, lo spazzino che rubava ai poveri per dare ai ricchi.
Riteneva fossero brave persone, i ricchi, perchè non buttavano a terra le cartacce.
Ecco cosa fanno questi personaggi che nella loro triste vita fatta di verità capovolte superano in fantasia persino il Superciuk del fumetto.
Ciao a tutti
Personalmente ritengo siano gli USA ad avere il coltello dalla parte del manico. Sarebbero i cinesi ad avere in mano un bel mucchio di mosche in caso di default americano.
Mentre gli Usa possono ripartire con una nuova valuta rigettando tutti i loro debiti.
Questa credo sarà la loro strategia, infatti spendono e spandono dollari stampati a iosa sapendo che loro ci comprano merci vere pagandole con carta colorata.
Siamo alla stregua degli indios che davano oro in cambio di vetrini colorati.
In ogni caso finchè la sua potenza di dissuasione nucleare sarà soverchiante, come oggi è di fatto, l’america potrà permettersi di continuare il giochetto.
Nella prossima futura guerra avverrà lo scontro USA-Cina, è inevitabile viste le premesse a meno che gli USA non accettino che i cinesi diventino di fatto i proprietari degli USA. Se ci pensate con tutti i dollari che posseggono si potrebbero comprare tutto in america dalle aziende alle case……
Era meglio morire da piccoli?
saluti
Faurio
Ciao Umar
questo è il periodo in cui i pochi stanno rastrellando tutto il possibile dai molti prima del probabile crollo.
Ed hanno una grande fretta..
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Ciao Faurio
la possibilità che il dollaro venga svalutato per decimare l’insostenibile debito da parte degli americani è molto grande.
Ma difficilmente i creditori starebbero a guardare.
Gli stati uniti sono destinati a passare da una serie di pesanti sconvolgimenti interni, non sono più la nazione compatta dall’esercito invincibile di un decennio fa.
Forse andrà a finire proprio come previsto dal professor Panarin, con la California che finisce sotto controllo cinese..
A presto
Mi pare interessante segnalare queste “equazioni” lette sul sito di Jim Sinclair
Just How Much Is $1 Trillion?
President Obama says his Administration’s stimulus plan could cost more than $1 trillion, and this has many people throwing that number around rather casually.
That got us to thinking about just how much $1 trillion represents.
· $1 trillion is almost enough to buy a controlling interest in all 30 of the companies in the Dow Jones Industrial Average.
· $1 trillion is more than the combined state tax revenue of all 50 states.
· $1 trillion would be enough to buy all of the single-family and multi-family residences in the state of Texas.
· $1 trillion in 2008 dollars would cover the entire U.S. federal budget from George Washington’s inauguration to the end of World War I.
· A stack of 200 $100 bills is roughly an inch thick. If these stacks were set up on end like dominoes, $1 trillion would be the distance from New York City to Chicago.
–From the US Global Investor Alert
Ciao
AutminRic
Esempi chiarificatori, direi.
Ormai ci siamo abituati a sentir nominare queste cifre senza nemmeno renderci conto a cosa potrebbero corrispondere.
Sono ormai astrazioni, serie di suoni a cui non si può dare un senso.