La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta
Theodor Adorno
Ci sono due tipi di persone, tra coloro che decidono di non recarsi alle urne per esercitare il proprio sacro diritto-dovere del voto democratico.
Innanzitutto vi sono coloro che non si interessano delle questioni politiche, che a priori hanno deciso che l’esercizio del voto è totalmente inutile, e che nulla mai potrà cambiare le loro condizioni.
E vi sono poi coloro che delle questioni politiche si interessano eccessivamente, che sono alla perenne ricerca di notizie che ne spieghino i retroscena, che tentano di fare luce sulle questioni di cui normalmente i media non trattano.
La differenza tra le due tipologie di astenenti consiste nel fatto che i primi impiegano molto meno tempo e molte meno energie per comprendere quello che i secondi scoprono dopo lunghe ricerche.
Decenni di indottrinamento hanno fatto in modo infatti che il cittadino si convincesse che il modo migliore per partecipare attivamente alla vita del proprio paese, per avere un ruolo attivo nel processo di presa delle decisioni utili al bene comune, fosse l’esercizio del diritto-dovere del voto.
Il cittadino modello, educato, responsabile, si informa attraverso i telegiornali, legge i quotidiani, confronta le diverse idee proposte per la soluzione dei problemi e la gestione del bene pubblico, e di conseguenza esprime democraticamente la sua preferenza.
Il cittadino, in questo aulico paradigma, è protagonista.
E i rappresentanti democratici, che ne fanno le veci, sono i degni delegati atti ad esercitare la volontà popolare.
In questo scenario commovente, chi esprime dubbi sulla reale legittimità del sistema ricade nel vortice del qualunquismo.
L’origine del termine risale storicamente al movimento politico fondato da Guglielmo Giannini, il celebre Fronte dell’Uomo Qualunque, un movimento che si proponeva di limitare i poteri dello Stato e la sua ingerenza nella vita quotidiana del singolo.
Rivendicazioni portate avanti in maniera a volte teatrale, all’italiana, e denigrate dagli avversari politici e dai mezzi di informazione ufficiali.
Attualmente il termine “qualunquismo” è usato in modo dispregiativo, volendo caratterizzare l’atteggiamento superficiale di coloro che esprimerebbero pareri sommari e demotivati sulle questioni politiche, giudizi dettati da una ignoranza riguardo le suddette questioni.
Un frase qualunquista potrebbe essere ad esempio “i politici sono tutti ladri”, oppure “tanto chiunque vada al governo non cambia nulla”.
Appare quindi evidente che il tacciare una idea di “qualunquismo” è un chiaro meccanismo escogitato dai rappresentanti stessi del sistema per svilire coloro che hanno compreso delle verità sulle quali è meglio non investigare.
Che a tali verità si sia arrivati per intuito, pigrizia, o attenta valutazione, poco importa: l’essenziale per il sistema del potere è che la commedia del suddito-elettore-protagonista continui a propagandarsi, e che la fiducia nelle istituzioni non venga mai meno.
molto esplicito, come la metti metti la conclusione è sempre la stessa!
Vota Antonio Vota Antonio Scemo SCEMOO
auspico un commissariamento da parte della comunità europea
immagina un pò come potrebbe essere?
Io mi sto ancora chiedendo dove ho firmato per essere governato da chicchessia.
Per andare ancora più a priori, Carmelo Bene diceva…”ma lo stato…chi l’ha votato?”.
Le due immagini che hai inserito sono il miglior argomento possibile.
Quando si è sottoposti a della propaganda la cosa più stupida da fare è darle retta, la più logica è invece domandarsi: “a che pro mi si bombarda con tale subdola comunicazione?”
Ovviamente, prima è necessario rendersene conto… e se non lo si capisce guardando quei due poster, beh… “we are all doomed.”
concordo in tutto tranne nella parola “fiducia”:
“l’essenziale per il sistema del potere è che la commedia del suddito-elettore-protagonista continui a propagandarsi, e che L’ASPETTATIVA nelle istituzioni non venga mai meno”.
P.S. se vi va, sempre se vi va: “con qualunque mezzo vai a” TORINO il 25 di Aprile…
Condivido.
Calvino: D’una città (diciamo pure Stato) non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.
Votando, si risponde a qualche domanda? Mi par di no. Il voto è l’avallamento finale di un sistema che non da risposte di nessun tipo.
ciao Arcangelica,
l’unione europea, dici?
perlomeno là ci stanno dei burocrati che si sono accaparrati i posti di comando senza la pantomima della elezione.
Nondimeno rappresentano il peggio del peggio degli esseri umani europei…
A presto
Sintagm: tu stai mettendo in dubbio il Sacro patto Sociale che i Padri della Patria firmarono per te e per me e per noi e per i nostri figli nei secoli amen.
Il tuo atteggiamento è no-buono.
Ravvediti :-)
Ciao Castruccio: appunto…
le domande giuste da farsi sono le più semplici…
Pax: il fatto che tali manifesti siano studiati per delle persone “intellettualmente sotto la media”, usando le parole degli ideatori della propaganda, dovrebbe fare riflettere molto…
messier: aspettativa, già.
E i gran sacerdoti laici usano spesso il termine “fiducia”, “fede”, tradendo così la religiosità di fondo con cui presentano la “sacralità” delle istituzioni.
Elwin, bella la citazione di Calvino. :-)
A presto
un ponte tra questo e il precedente post:
http://it.youtube.com/watch?v=HlKTV5ggoss
hmm…
un po’ come i due minuti d’odio?
Quella di Guglielmo Giannini proprio non la sapevo. Una piacevole scoperta, utile soprattutto quando si viene tacciati di qualunquismo (e per un non votante come me è un’esperienza non poi così insolita).
Comunque i miei complimenti per l’articolo, che fa il paio con quello sulla truffa del voto (il video di fantozziana memoria è veramente una chicca). É un piacere leggerti Santa, qui e su Luogocomune.
Un saluto,
Nicolò
mi turerò il naso (come diceva Montanelli) e andrò a votare
Ciao Santaruina, ho appena finito di leggere il post, credo che tu non abbia le cose ben chiare.
Mi spiego, vivi in una repubblica (sul fatto che funzioni, tutti abbiamo penso dei dubbi, ma non sull’istituzione, sulle persone che la compongono !!!!) dove “paradossalmente” i cittadini possono decidere da chi essere rappresentati, quindi nel momento che decidi di non votare, decidi contemporaneamente di non essere rappresentato e quindi “di non esistere”?
Quando scrivi..”Appare quindi evidente che il tacciare una idea di “qualunquismo” è un chiaro meccanismo escogitato dai rappresentanti stessi del sistema per svilire coloro che hanno compreso delle verità sulle quali è meglio non investigare.”, cosa vorresti fare affinchè questo “sistema” possa essere definitivamente scardinato?
Questo credo che sia il problema, altrimenti tutto ciò che scrivi è “qualunquismo” anch’io risulto un qualunquista
La differenza la fa esclusivamente l’agire o il non agire.
Ciao
Ciao Freelux
innanzitutto ti assicuro che “esisto”. :-)
Ci sono molte persone oltre me che lo possono testimoniare.
Non è certo l’esercizio del voto che mi dona l’esistenza; sono nato essere umano dotato di pensiero e libertà.
Il fatto che mi trovi a vivere in un sistema che ci tiene tutti sotto scacco, docilmente, non è stata una mia scelta.
Non ho firmato alcun patto sociale, non ho mai chiesto a nessuno di essere “rappresentato”.
Hai toccato un tema cruciale: nei sistemi collettivisti, come anche la democrazia attuale, la “libertà” del singolo è una “concessione” dello stato, che si erge ad entità “religiosa”, in grado di donare o meno dignità alla persona.
Io penso invece che l’individuo nasca già libero, a prescindere dal sistema che in seguito lo imbriglia.
La libertà non è una concessione.
Io quindi contesto l’istituzione “repubblicana”, per quel che vale la mia “contestazione”; i suoi indegni rappresentanti ne sono una naturale conseguenza, una logica conseguenza, e non un “accidente di percorso”.
Questo è un sistema fatto apposta per fare in modo che i peggiori possano governare sui molti.
E’ l’istituzione che contiene in sè l’errore.
Sulla questione dell’agire, invece, credo che il primo passo sia non muoversi nella direzione sbagliata.
Ovvero, non avvallare questo sistema truffaldino.
Appena avrò delle soluzioni miracolose non mancherò di farlo sapere a tutti.
In verità sono solo uno dei tanti che pongono delle domande, nulla più.
A presto :-)
Chirieleison: il piacere e la gioia dell’esercitare il proprio diritto :-)
Nicolò, ti ringrazio molto.
Un saluto anche a te :-)
Blessed be
Chi non vota non esiste?
L’esistenza ora non dipende da Dio ma da Berlusconi o Veltroni?
Carissimo Castruccio, con il “non esiste” intendo non esistere istituzionalmente parlando.
X Santaruina
Se credi che il primo passo sia quello di non muoversi nella direzione sbagliata, a questo punto della discussione devo dedurre che il primo passo sia quello dell’immobilismo, poichè entranbe le direzioni sono sbagliate!!!!
Ciao
Se le istituzioni sono inutili allora è il non esistere istituzionalmente ha poca importanza.
* Castruccio attenzione nessuno sta dicendo che le istituzioni sono inutili, nell’anarchia non credo che si possa vivere.
Ciao
Il discorso sull’Anarchia è lungo ed ovviamente complesso.
Mi permetto di consigliare il blog di Paxtibi
La voce del Gongoro
da sfogliare con calma, e si legge veramente bene.
Una vita senza “Istituzioni” potrebbe essere possibile, così come è possibile una vita senza Mafia.
Blessed be
Il discorso sull’Anarchia è lungo ed ovviamente complesso.
Mi permetto di consigliare il blog di Paxtibi
La voce del Gongoro
da sfogliare con calma, e si legge veramente bene.
Una vita senza “Istituzioni” potrebbe essere possibile, così come è possibile una vita senza Mafia.
Blessed be
Il discorso sull’Anarchia è lungo ed ovviamente complesso.
Mi permetto di consigliare il blog di Paxtibi
La voce del Gongoro
da sfogliare con calma, e si legge veramente bene.
Una vita senza “Istituzioni” potrebbe essere possibile, così come è possibile una vita senza Mafia.
Blessed be
Carissimo Santaruina, posso faccio una domanda, mi spieghi come potrebbe essere possibile una vita senza “istituzioni”?
ciao
ciao freelux.
come potrai capire, il discorso è ampio.
ma la tua è una domanda che in questi casi nasce spontanea, naturale.
Innanzitutto occorrerebbe definire le “istituzioni”.
Io penso che le strutture gerarchiche nei rapporti tra gli uomini si formino spontaneamente.
In queste strutture “naturali”, vi sono degli individui a cui è riconosciuta una certa autorità.
In molte società, per secoli, questa autorità era ad esempio riconosciuta agli anziani, come nei villaggi in cui le decisioni comuni erano prese da consigli dei capifamiglia, che si avevano come punto di riferimento il parere dei vegliardi.
Per fare un esempio storico.
Comunque, mi permetto di segnalarti questo bignamino pubblicato dal già citato paxtibi, l’ “anarchico” più simpatico e preparato della rete.
Società senza stato
Che si condivida o meno, credo sia una lettura utile per comprendere le ragioni di chi sostiene la progressiva eliminazione dello stato.
Io personalmente non potrei definirmi anarchico, poiché ragiono da un punto di vista metastorico, e dovrei fare qui un discorso molto molto lungo..
ma nel presente in cui viviamo, penso che lo stato sia alla base di molti mali.
Blessed be
ciao freelux.
come potrai capire, il discorso è ampio.
ma la tua è una domanda che in questi casi nasce spontanea, naturale.
Innanzitutto occorrerebbe definire le “istituzioni”.
Io penso che le strutture gerarchiche nei rapporti tra gli uomini si formino spontaneamente.
In queste strutture “naturali”, vi sono degli individui a cui è riconosciuta una certa autorità.
In molte società, per secoli, questa autorità era ad esempio riconosciuta agli anziani, come nei villaggi in cui le decisioni comuni erano prese da consigli dei capifamiglia, che si avevano come punto di riferimento il parere dei vegliardi.
Per fare un esempio storico.
Comunque, mi permetto di segnalarti questo bignamino pubblicato dal già citato paxtibi, l’ “anarchico” più simpatico e preparato della rete.
Società senza stato
Che si condivida o meno, credo sia una lettura utile per comprendere le ragioni di chi sostiene la progressiva eliminazione dello stato.
Io personalmente non potrei definirmi anarchico, poiché ragiono da un punto di vista metastorico, e dovrei fare qui un discorso molto molto lungo..
ma nel presente in cui viviamo, penso che lo stato sia alla base di molti mali.
Blessed be
ciao freelux.
come potrai capire, il discorso è ampio.
ma la tua è una domanda che in questi casi nasce spontanea, naturale.
Innanzitutto occorrerebbe definire le “istituzioni”.
Io penso che le strutture gerarchiche nei rapporti tra gli uomini si formino spontaneamente.
In queste strutture “naturali”, vi sono degli individui a cui è riconosciuta una certa autorità.
In molte società, per secoli, questa autorità era ad esempio riconosciuta agli anziani, come nei villaggi in cui le decisioni comuni erano prese da consigli dei capifamiglia, che si avevano come punto di riferimento il parere dei vegliardi.
Per fare un esempio storico.
Comunque, mi permetto di segnalarti questo bignamino pubblicato dal già citato paxtibi, l’ “anarchico” più simpatico e preparato della rete.
Società senza stato
Che si condivida o meno, credo sia una lettura utile per comprendere le ragioni di chi sostiene la progressiva eliminazione dello stato.
Io personalmente non potrei definirmi anarchico, poiché ragiono da un punto di vista metastorico, e dovrei fare qui un discorso molto molto lungo..
ma nel presente in cui viviamo, penso che lo stato sia alla base di molti mali.
Blessed be
ciao!
una lettura utile,
per “costringere” a riflettere!
ciao!
Buon Giovedi!
Ciao Santaruina, quindi in realtà ci sarà sempre un ordine gerarchico, di natura “democratico-istituzionale”, è nella natura dell’uomo.
Ma “stato” che sarebbe in ogni caso facilmente influenzabile dalla legge del più forte, che ricostituirebbe comunque ed in ogni caso una forma di oligarchia con successive fasi di “gerarchia”, e siamo di nuovo punto e a capo!!!!!!
Ciao
ciao Freelux
in realtà vi sono gerarchie di diverso tipo.
Vi sono quelle che si potrebbero definire “naturali”, tipiche di ogni nucleo sociale, in il parere di persone di un certo carisma o esperienza vengono accettate dagli altri membri.
e vi sono pi le gerarchie imposte, truffaldine, come quelle cripto-oligarchiche del sistema democratico.
Qualquna, un saluto a te :-)
Carissimo Santaruina, quello che tu dici è vero, ma non hai fatto i “conti” con l’ego delle persone!!!!!!
Ciao
sull’argomento la letteratura è ovviamente sterminata ma a mio avviso il testo di riferimento per lo stato minimo è “anarchia stato utopia” di robert nozick , mentre per una posizione ancora più radicale (nessuno stato) la lettura d’obbligo è “per una nuova libertà” di murray n.rothbard. contro queste posizioni le cose più interessanti le ha forse scritte john rawls in “una teoria della giustizia” – da ex francofortese ho apprezzato la bella la citazione di adorno. r.
Ogni popolo ha i governanti che si merita.
E se dovesse ritornare il nano di Arcore,ebbene penserò che siamo un popolo un tantino di m….
Paul
freelux: l’ego può essere condotto in alto o in basso :-)
r.: ho letto molto di murray n.rothbard, e pur non condividendo tutto, trovo le sue analisi estremamente lucide.
Che poi io abbia una visione diversa è un altro discorso.
a presto.
Paul, benritrovato :-)
sono i governanti che tentano di plasmare il “popolo” a loro immagine…
Blessed be
Non confonderei l’amministrazione, pur sempre necessaria, in una certa misura, con lo stato, Leviatano orribile e feroce.
Ciao!
Zret
ciao zret, ovviamente si tratta di due cose diverse.
E la semplice amministrazione non richiede un super stato onnipresente, che decreta a distanza su ogni aspetto del vivere quotidiano.
A presto
Vi segnalo un sito che parla della teoria della democrazia includente, la quale prevede la partecipazione ai diritti politici reali anche del dissenso qualunque esso sia: www.democraziaincludente.it