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18 Marzo 2017

Di Costellazioni e Precipizi

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15 Dicembre 2011

La stella a cinque punte nel simbolismo moderno

La stella a cinque punte, detta anche pentacolo, pentalfa o stella fiammeggiante, è uno dei simboli più ricorrenti dell’iconografia moderna.
Rappresenta inoltre uno dei simboli più importanti per la Massoneria, che a sua volta lo ereditò dalla tradizione pitagorica.
Il pentalfa fu infatti il segno identificativo usato dagli allievi della scuola mistica di Pitagora, una figura che al suo interno riproponeva il rapporto aureo, ovvero l’unità di misura del creato.

La stella a cinque punte, inoltre, è simbolo dell’uomo e del microcosmo, della realtà terrena all’interno della quale l’essere umano si inserisce, proiettato verso le realtà superiori.
Nella massoneria moderna, di conseguenza, la stella fiammeggiante con la punta rivolta verso l’alto diviene il simbolo dell’uomo nel suo percorso di elevazione, e la sua immagine sintetizza lo scopo dichiarato della libera muratoria, ovvero quello di condurre il profano verso la trascendenza.
Il simbolo in sé quindi, più antico della massoneria stessa, assume connotati positivi, e si contrappone al pentacolo con la punta rivolta verso il basso: in questo caso tutte le energie vitali presenti nell’essere umano, a loro volta allegoria delle forze che muovono l’universo intero, vengono convogliate verso le profondità.
Il satanismo moderno ha utilizzato il pentalfa rovesciato in questa ultima connotazione, con una chiara dichiarazione di intenti che rivelava la predilezione verso gli aspetti più inferiori dell’essere, più meramente materiali, animaleschi e psichici, in contrapposizione con l’elevazione spirituale.
Nella sua versione “solare”, quindi, la stella fiammeggiante è divenuta segno distintivo della libera muratoria, ed in questa veste è entrata a far parte dell’iconografia contemporanea.
Il suo primo veicolo di diffusione, sul finire del XVIII secolo, furono gli stemmi e le bandiere degli stati-nazione che in quel periodo si andavano formando, nella maggioranza dei casi per mezzo di processi sociali fortemente appoggiati dalle logge massoniche.
Il grande contributo dato dai fratelli massoni nella costituzione di queste nuove entità statali oggi non rappresenta un mistero, e l’uso della stella a cinque punte in numerose bandiere ed in numerosi sigilli degli stati moderni ne è una naturale conseguenza.
Anche l’utilizzo di stelle in ambito militare ha origine proprio all’interno del mondo delle logge, essendo allora come oggi numerosi membri delle alte gerarchie militari affiliati alle logge massoniche.

Il rapporto tra la fondazione degli Stati Uniti e la massoneria è troppo noto per essere ribadito nuovamente.

 

Kemal Ataturk, il padre della Turchia moderna, si formò nella loggia massonica di Salonicco, così come i Giovani Turchi, attuatori della rivoluzione, furono una organizzazione massonica.

 

La stella fu inserita nella bandiera del Marocco per volontà di Louis Hubert Gonzalve Lyautey, governatore militare al tempo del protettorato del governo francese, appoggiato dalla massoneria transalpina.

 

L'ultima creazione massonica in ordine di tempo.

 

In memoria dei padri massoni della patria.

Nello stesso modo, l’uso dei tre colori bianco, blu e rosso, la combinazione più comune nei vessilli nazionali, rappresenta un altro “omaggio” alla massoneria, essendo questi i colori predominanti nei grembiuli massonici.
Il blu è il colore più importante, e il suo uso nei grembiuli e nei stendardi origina dal comandamento di Dio agli israeliti, come descritto in Numeri 15:38:

“Parla ai figliuoli d’Israele e di’ loro che si facciano, di generazione in generazione, delle nappe agli angoli delle loro vesti, e che mettano alla nappa d’ogni angolo un cordone violetto.

Nelle bibbie in inglese violetto viene reso con Blu.
Il blu è anche il colore dei cieli, e ricorda la realtà dei mondi superiori, mentre il bianco rimanda alla purezza d’animo (come bianchi sono i guanti dei fratelli muratori), nonché  all’innocenza, ed è inoltre collegato con l’idea di nascita e resurrezione.
Infine, il rosso rappresenta il sangue e la vita, la guerra e simbolicamente la lotta necessaria per perfezionare se stessi e raggiungere i propri scopi.

La stella a cinque punte è stata anche l’emblema dei regimi socialisti del XX secolo, basti ricordare la stella rossa sovietica e le bandiere degli stati facenti parti dell’orbita comunista.

Nella bandiera della ex Jugoslavia socialista la stella rossa a cinque punte campeggiava su sfondo blu bianco e rosso, i colori panslavi di ispirazione massonica.

Ancora una volta, il collegamento rimandava direttamente alla libera muratoria, essendo il socialismo strettamente connesso con la massoneria: gli stessi ideali di laicità, il concetto dell’abolizione della proprietà privata, l’eguaglianza e la “fratellanza” furono d’altra parte concetti a lungo sviluppati nelle logge massoniche del XVIII secolo, in particolar modo in quelle  più radicali.
Nei tempi correnti la stella a cinque punte è infine divenuta uno dei simboli più utilizzati nel campo del marketing, presente in innumerevoli loghi, ed essendo tale ormai la sua diffusione diviene difficile stabilire in quali casi la scelta sia dettata da precise convinzioni esoteriche o più semplicemente dalla volontà di rappresentare il proprio marchio con una immagine “vincente”.

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15 Settembre 2021

Il gergo degli eletti

“Quindi alziamo gli occhi al cielo e troviamo la nostra Stella Polare, ricerchiamo, ognuno nella propria Loggia, lo spirito comune dell’essere Massone. Lavoriamo sotto il cielo stellato, un comune cielo stellato.

È consuetudine, ed è fenomeno ben noto in ogni epoca e in ogni luogo, che comunità chiuse, gruppi sociali definiti, oppure persone appartenenti a particolari confraternite sviluppino ed utilizzino un particolare gergo, un insieme di parole ed espressioni il cui utilizzo permette di essere riconosciuti come parte del “gruppo”.
Nella lingua anglosassone si usa il termine slang per descrivere queste particolarità del linguaggio, e succede anche che alcune espressioni così utilizzate divengano nel tempo anche parte del linguaggio comune.
Lo slang serve quindi in primo luogo per farsi riconoscere come appartenenti ad una determinata comunità, e tale fenomeno si applica sia negli strati popolari della società, nelle bande di strada, ad esempio, oppure tra i detenuti, o tra i cultori di particolari stili musicali, così come tra i gruppi più elitari.
Anche i gruppi elitari hanno infatti un loro gergo, che risulta utile in particolar modo per mandare messaggi “alla luce del sole” che possano però essere compresi appieno solo tra sodali.
Nell’utilizzare il particolare gergo, inoltre, membri e simpatizzanti di una certa confraternita ribadiscono la loro fedeltà e appartenenza al gruppo, e la loro comunione di intenti.

Un recente caso concreto di utilizzo di un determinato gergo avente come chiaro scopo una “chiamata a raccolta” fu rappresentato dal celebre “appello ai costruttori” espresso dal Presidente della Repubblica poco prima l’ultimo cambio di governo

“Questo è il tempo dei costruttori. I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza e per porre le basi di una stagione nuova.”

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, 31 Dicembre 2020

Dopo il discorso del Presidente, il termine “costruttori” fu ripreso e ripetuto a pappagallo da innumerevoli politici e giornalisti : fu il loro modo di ribadire la loro adesione al piano di cambiamento a cui dal colle era giunto il segnale.

“L’appello ai «costruttori» pronunciato da Sergio Mattarella la sera del 31 dicembre ha davvero scaldato il cuore del Paese. Ha interpellato in modo intenso le forze sane del Paese e milioni di cittadini che non hanno perso il “vizio” di cercare e realizzare il bene anche nei momenti più difficili. Si è avuta subito l’impressione che quel termine, «costruttori», fosse destinato ad entrare nella memoria collettiva del Paese. Una parola che il capo dello Stato ha messo generosamente a disposizione di tutti come chiave di lettura dell’intera epoca post-Covid. I significati civili, culturali e anche educativi sono apparsi subito evidenti e rilevanti.”

Marco Iasevoli, Avvenire, 16 Gennaio 2021
Nello specifico, l’essenza del termine “costruttore” va ricercata all’interno del simbolismo massonico, laddove la stessa libera muratoria ha come scopo dichiarato l’edificazione, allegorica, del Tempio, ovvero la ristrutturazione della società secondo un nuovo modello di fratellanza, posta a guida di un gruppo di “illuminati”.

Il Presidente quindi con il richiamo ai costruttori lanciava il segnale che presagiva il cambiamento nel governo: al popolare ma debole Conte doveva succedere un nuovo governo guidato saldamente da tecnici affidabili e fedeli ai centri del globalismo internazionale, tecnici che avrebbero dovuto agevolare e gestire l’accantonamento delle vecchie garanzie costituzionali che risultavano obsolete e d’intralcio alla svolta tecnocratico-autoritaria che si voleva imporre.

All’appello del Presidente risposero quindi in massa i politici più servili e accomodanti, coloro almeno che compresero il senso della chiamata, desiderosi di far parte del nuovo progetto per non perdere i privilegi acquisiti.

Ne seguì un governo eterogeneo, composto dalle frange più estreme dei rami del parlamento, un esecutivo come mai si era visto in epoca post bellica, il cui unico punto di coesione tra i vari componenti è rappresentato dalla totale adesione servile ai piani delle forze globaliste e il convinto desiderio di abbattere ogni garanzia costituzionale a tutela del cittadino.
Un altro termine appartenente al linguaggio massonico che viene ripreso a intervalli regolari, in modo più sottile, fa invece riferimento alla “Stella Polare”, che nelle logge massoniche compare nel cielo stellato che adorna il soffitto, e rappresenta la consapevolezza di seguire un percorso, una mappa interiore cui la Stella del Nord funge da principale punto di riferimento.

Chi fa uso di tali termini, ed altri omologhi, in conclusione, lancia dei segnali a coloro che possono comprenderli oppure, ad un livello inferiore, vuole ribadire la propria convinta adesione al progetto, affinché non perda i privilegi garantiti dalla propria servile obbedienza.

 

9 Luglio 2016

Centro e periferie

 

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26 Gennaio 2010

Cenni di Numerologia

Nel seguente articolo sono presentate alcune considerazioni di base riguardanti il complesso tema della numerologia: di conseguenza, la trattazione non ha la pretesa di essere esaustiva, ma offre solamente alcune indicazioni introduttive all’argomento.


1
. Il principio

Il numero uno rappresenta l’unità, il principio originario.
Nell’ uno le visioni tradizionali hanno sintetizzato l’idea dell’unità primordiale, la divinità prima della creazione, comprendente ogni realtà in potenza ed ogni idea che potesse essere pensata.
Il concetto dell’uno è a-temporale.
Nello stesso momento, il numero uno evoca l’unità primordiale verso cui ogni cosa tende, è l’alfa e l’omega verso cui ogni cosa creata è destinata a ritornare.

2
. Dio e l’altro da sé

Il numero due è il simbolo della dualità, e in esso è racchiuso il mistero della creazione.
Se nel numero uno troviamo il principio creatore che comprende ogni aspetto del reale, presente passato e futuro, il due racconta l’atto creativo, il momento in cui la divinità primordiale genera l’altro da sé, dando forma alla materia che non ha ancora preso forma.
Nel due avviene quel processo di scissione necessario per l’origine del creato, ad un livello macro-cosmico.
Ad un livello inferiore, micro-cosmico, questa stessa dualità si rispecchia nella contrapposizione degli opposti: caldo e freddo, alto e basso, bene e male, maschio e femmina; la loro opposizione riflette ad un livello materiale la prima grande divisione, una separazione che è tale solo in apparenza.

3 . La Trinità

Nel numero tre è sintetizzato il completamento stesso della creazione, e l’origine della vita.
L’atto creativo non è infatti completo con la scissione dualistica.
Dopo che il principio si è separato da sé generando il creato, infatti, compare un terzo elemento atto a completare l’opera: si tratta della forza o essenza che mette in collegamento le prime due realtà, il creatore e il creato.
Immaginando il principio primordiale come la realtà che crea, e il creato come la sua opera, il terzo elemento è rappresentato proprio dallo sguardo del creatore, dall’atto di guardare.
Questo è il fondamento di ogni trinità: il creatore, il creato, e ciò che unisce i due.

Nella più antica cosmogonia della mitologia greca i tre elementi vengono identificati in Caos, Gea ed Eros.
Caos è lo spazio indistinto, l’infinito che tutto contiene (l’uno).
Gea (o Gaia) è la materia prima di assumere forma, compresa in Caos (Caos e Gea, la dualità).
Eros è la forza di attrazione che fa convergere la materia e con un atto di amore dà vita ad ogni cosa.
Ciò che unisce, il terzo elemento, è propriamente l’amore.
Nello stesso modo la Tradizione cristiana racchiude il mistero del creato nella Sacra Trinità Padre (creatore), Figlio (generato) e Spirito Santo (la forza di unione che lega ogni aspetto del visibile e del non visibile).

4 . Il Mondo

Con il quattro si passa da un livello metafisico ad un livello propriamente terreno: il quattro è infatti il numero
per eccellenza della realtà plasmata.
Per questo motivo quattro sono i punti cardinali che delimitano i confini del mondo creato, e  quattro sono le stagioni, che scandiscono lo scorrere del tempo.
Il quadrato nel suo significato primordiale è il simbolo della terra, della realtà racchiusa sotto il cielo, come quattro erano i fiumi che sorgevano nel paradiso terrestre e in quattro parti venivano suddivise le città degli uomini (da cui quartiere), per ribadire la loro realtà materiale.
Il quattro può anche essere letto come 3+1, e l’unità che si aggiunge è proprio la materia che prende forma, passando dallo stato in potenza a quello in atto.

5 . Il Microcosmo e l’Uomo

Il cinque è il simbolo del microcosmo e dell’essere umano.
Va letto come 4+1, ovvero come la realtà materiale in cui trova posto una creatura ad immagine e somiglianza di Dio, che riporta in basso una scheggia dell’unità primordiale celeste.
La stella a cinque punte con la punta rivolta verso l’alto sintetizza graficamente la realtà microcosmica dell’uomo, lo scopo della sua esistenza nel mondo materiale e la sua naturale predisposizione verso il ricongiungimento con il principio creatore.
Nello stesso modo sono cinque i sensi per mezzo dei quali l’uomo può entrare in contatto e conoscere il mondo materiale.

6 . La Parodia


Il sei è un numero conflittuale.
Nel sei, letto come due volte tre, si ritrova la trinità con un suo doppio, di matrice opposta.
Il sei può essere visto come la parodia della trinità che si contrappone alla creazione primordiale, il rifacimento terreno di ciò che ebbe luogo ad un livello superiore all’inizio dei tempi.
Così come tre volte sei, ovvero il compimento dell’inganno, è il numero della bestia secondo l’Apocalisse di Giovanni.
Il numero sei trova perfetta rappresentazione nel cosiddetto sigillo di Salomone, raffigurante due triangoli equilateri dai versi opposti che si intrecciano: sono così raffigurate la forza primordiale della creazione e la sua parodia nella loro contrapposizione terrena, simbolo della lotta che si svolge a livello materiale tra le forze della creazione e quelle della dissoluzione.

7
. L’armonia


Il sette è il numero dell’armonia e del compimento.
Da leggersi come 3+4, porta in sé l’essenza del processo creativo intrinseco nella trinità (il 3) con la sua attuazione terrena (il 4).
Sette di conseguenza sono i giorni necessari a Dio per la creazione, come ancora oggi i giorni in cui è suddivisa la settimana (il piccolo ciclo).
Sette sono le note con le quali si possono comporre le armonie e le melodie in musica, e sette i colori dell’arcobaleno in cui la luce stessa si scompone
Il numero sette rappresenta di conseguenza il raggiungimento supremo dell’armonia nel mondo sensoriale.
Così Roma, Costantinopoli e Mosca, le tre Rome, sorgono su sette colli, a ricordare la funzione della polis quale luogo civilizzante in cui l’essere umano ricrea l’armonia della natura rendendola docile alle sue esigenze.

8. L’Elevazione


Il numero otto rappresenta il superamento dell’armonia terrena e l’ elevazione verso la realtà celeste.

Nella Tradizione cristiana l’otto è associato alla Madonna, la Madre di Dio, tramite tra l’uomo e la realtà divina.
Per lo stesso motivo, nel medioevo europeo i battisteri venivano costruiti su pianta ottagonale, dal momento che per mezzo del battesimo l’uomo rientrava in contatto con il creatore e recuperava la sua ascendenza divina.
L’ottagono, inoltre, era considerato quale la figura geometrica intermedia tra il quadrato (simbolo del mondo materiale) e il cerchio, rappresentante l’universo superiore.


9 . Tre volte Tre


Il numero nove si ottiene moltiplicando per tre volte il tre, risulta quindi rappresentazione di una perfezione superiore, posta ad un livello maggiore rispetto a quello secolare.
Inteso come 8+1 indica il passo successivo all’elevazione terrena, verso uno stato dell’essere inconoscibile per l’uomo ancorato nell’universo sensoriale.

10
. Tetraktys


Il numero dieci è composto dalla somma dei primi quattro numeri (1+2+3+4), e deve la sua importanza prevalentemente all’uso del sistema di numerazione decimale.
In tale sistema, il dieci rappresenta la conclusione della prima decade, (essendo lo zero non contemplato), l’ultimo gradino di una scala posta al primo livello della serie numerica.
Occorre però ricordare che la valenza e il simbolismo dei numeri è in parte indipendente dal sistema numerale in uso: come si vedrà, la conclusione del ciclo in numerologia è più propriamente rappresentata dal numero dodici.

11 . Il Doppio


Il numero undici ha una doppia valenza.
Visto in ottica del sistema di numerazione decimale rappresenta il primo passo compiuto a seguito della conclusione di un primo ciclo, e quindi sinteticamente evoca un nuovo inizio.
Considerato però il numero dodici quale più appropriato per la definizione di un ciclo ultimato, il numero undici assume la valenza dell’opera incompleta, la perfezione non ancora raggiunta.

12
. Il Ciclo


Il numero dodici rappresenta propriamente il ciclo compiuto.
Per tale motivo in antichità l’anello del cielo che circonda la terra venne diviso in dodici settori, giunti ai nostri giorni all’interno della ruota dello Zodiaco.
Il dodici era il numero che sommava l’armonia del creato (il 7) con il microcosmo dell’uomo (il 5), e veniva inoltre ottenuto moltiplicando il numero della materia e del mondo (il 4) con la perfezione della creazione (il 3).
Così 12 erano gli Apostoli di Cristo, e dodici sono ancora oggi i mesi di un anno (il ciclo maggiore di base, quello intorno al Sole).


13 .
La rottura dell’ordine

Il numero 13 va letto quale 12+1, ed evoca l’uscita dal ciclo, la rottura del compimento e l’inizio di un processo nuovo ed ignoto.
Per tale motivo ricorre spesso nel simbolismo delle società  iniziatiche che si prepongono una ristrutturazione dell’ordine esistente, volendo esse in tale modo ribadire la loro volontà di dare inizio ad un nuovo ciclo che superi e rimodelli il ciclo precedente._______________________________________


Bibliografia utile di base:
– Biedermann Hans, Enciclopedia dei simboli, Garzanti, 1999
– Beigbeder Olivier, Lessico dei simboli medievali, Jaca Book, Milano, 1997
– Guénon René, Simboli della Scienza Sacra, Adelphi, Milano, 2000
– Schwaller de Lubicz Rene, Il Tempio dell’Uomo, Edizioni Mediterranee, 2000
– Tresoldi R, La Qabbalah, De Vecchi Editore, 2002