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15 Settembre 2021 Il gergo degli eletti
“Quindi alziamo gli occhi al cielo e troviamo la nostra Stella Polare, ricerchiamo, ognuno nella propria Loggia, lo spirito comune dell’essere Massone. Lavoriamo sotto il cielo stellato, un comune cielo stellato.”
È consuetudine, ed è fenomeno ben noto in ogni epoca e in ogni luogo, che comunità chiuse, gruppi sociali definiti, oppure persone appartenenti a particolari confraternite sviluppino ed utilizzino un particolare gergo, un insieme di parole ed espressioni il cui utilizzo permette di essere riconosciuti come parte del “gruppo”.
Nella lingua anglosassone si usa il termine slang per descrivere queste particolarità del linguaggio, e succede anche che alcune espressioni così utilizzate divengano nel tempo anche parte del linguaggio comune.
Lo slang serve quindi in primo luogo per farsi riconoscere come appartenenti ad una determinata comunità, e tale fenomeno si applica sia negli strati popolari della società, nelle bande di strada, ad esempio, oppure tra i detenuti, o tra i cultori di particolari stili musicali, così come tra i gruppi più elitari.
Anche i gruppi elitari hanno infatti un loro gergo, che risulta utile in particolar modo per mandare messaggi “alla luce del sole” che possano però essere compresi appieno solo tra sodali.
Nell’utilizzare il particolare gergo, inoltre, membri e simpatizzanti di una certa confraternita ribadiscono la loro fedeltà e appartenenza al gruppo, e la loro comunione di intenti.
Un recente caso concreto di utilizzo di un determinato gergo avente come chiaro scopo una “chiamata a raccolta” fu rappresentato dal celebre “appello ai costruttori” espresso dal Presidente della Repubblica poco prima l’ultimo cambio di governo
“Questo è il tempo dei costruttori. I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza e per porre le basi di una stagione nuova.”
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, 31 Dicembre 2020
Dopo il discorso del Presidente, il termine “costruttori” fu ripreso e ripetuto a pappagallo da innumerevoli politici e giornalisti : fu il loro modo di ribadire la loro adesione al piano di cambiamento a cui dal colle era giunto il segnale.
“L’appello ai «costruttori» pronunciato da Sergio Mattarella la sera del 31 dicembre ha davvero scaldato il cuore del Paese. Ha interpellato in modo intenso le forze sane del Paese e milioni di cittadini che non hanno perso il “vizio” di cercare e realizzare il bene anche nei momenti più difficili. Si è avuta subito l’impressione che quel termine, «costruttori», fosse destinato ad entrare nella memoria collettiva del Paese. Una parola che il capo dello Stato ha messo generosamente a disposizione di tutti come chiave di lettura dell’intera epoca post-Covid. I significati civili, culturali e anche educativi sono apparsi subito evidenti e rilevanti.”
Il Presidente quindi con il richiamo ai costruttori lanciava il segnale che presagiva il cambiamento nel governo: al popolare ma debole Conte doveva succedere un nuovo governo guidato saldamente da tecnici affidabili e fedeli ai centri del globalismo internazionale, tecnici che avrebbero dovuto agevolare e gestire l’accantonamento delle vecchie garanzie costituzionali che risultavano obsolete e d’intralcio alla svolta tecnocratico-autoritaria che si voleva imporre.
All’appello del Presidente risposero quindi in massa i politici più servili e accomodanti, coloro almeno che compresero il senso della chiamata, desiderosi di far parte del nuovo progetto per non perdere i privilegi acquisiti.
Ne seguì un governo eterogeneo, composto dalle frange più estreme dei rami del parlamento, un esecutivo come mai si era visto in epoca post bellica, il cui unico punto di coesione tra i vari componenti è rappresentato dalla totale adesione servile ai piani delle forze globaliste e il convinto desiderio di abbattere ogni garanzia costituzionale a tutela del cittadino.
Un altro termine appartenente al linguaggio massonico che viene ripreso a intervalli regolari, in modo più sottile, fa invece riferimento alla “Stella Polare”, che nelle logge massoniche compare nel cielo stellato che adorna il soffitto, e rappresenta la consapevolezza di seguire un percorso, una mappa interiore cui la Stella del Nord funge da principale punto di riferimento.
Chi fa uso di tali termini, ed altri omologhi, in conclusione, lancia dei segnali a coloro che possono comprenderli oppure, ad un livello inferiore, vuole ribadire la propria convinta adesione al progetto, affinché non perda i privilegi garantiti dalla propria servile obbedienza.
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Epilogo
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May God hold you
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http://www.regioni.it/dalleregioni/2012/01/27/veneto-giorno-della-memoria-zaia-chi-tocca-un-ebreo-tocca-ognuno-di-noi-239632/
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