Come approfondimento al precedente articolo si ripropone un post, inizialmente apparso nel Marzo del 2007, che descrive la suddivisione delle ere secondo la concezione indù, così come riportata da alcuni autori tradizionali.
Secondo la concezione tradizionale lo scorrere del tempo segue un ritmo circolare, anche se probabilmente l’immagine della spirale sarebbe più adatta per descrivere il percorso dei secoli.
Le epoche degli uomini seguono un andamento decadente, un progressivo allontanamento dall’origine celeste ed un inevitabile avvicinamento alla materialità.
La tradizione indù, e non solo, per delimitare le varie epoche fa riferimento ai cicli precessionali; un ciclo precessionale dura all’incirca 26.000 anni, ed è il tempo che occorre affinché l’asse terreste compia un giro completo per poi ritrovarsi al punto di origine.
La terra infatti si comporta come una trottola, anche se questo terzo movimento, a differenza della rotazione e della rivoluzione, è impercettibile, dato il grande lasso di tempo che impiega per compiersi.
La tradizione indù quindi individua due cicli principali, il kalpa e il manvantara.
Un manvantara ha una durata di due cicli precessionali e mezzo, ovvero 64.800 anni, e il kalpa comprende 7 manvantara.Ogni manvantara è a sua volta diviso in 4 yuga, ognuno dei quali ha una durata proporzionalmente inferiore rispetto al suo predecessore, come spiegato nell’immagine sottostante.
All’inizio di un manvantara gli esseri umani si trovano in una situazione di massima vicinanza con il mondo celeste, ma con l’alternarsi degli yuga questo rapporto con il divino via via si affievolisce, finchè al termine dell’ultimo yuga, il kali yuga, l’età oscura, gli esseri umani sprofondano totalmente nel materiale, fino a dimenticare del tutto la propria origine divina.
Terminato un kali yuga l’umanità si rigenera, ed il ciclo si ripete.
La fine del settimo manvantara di un kalpa corrisponde al periodo di massima decadenza.
Il nostro attuale kalpa è chiamato Era del Cinghiale Bianco, e sempre secondo tale concezione attualmente stiamo vivendo gli ultimi anni dell’ultimo yuga del 7° manvantara.
Ovvero, il periodo di massima decadenza possibile.
La mitologia greca similmente riprende la teoria dei cicli di decadenza, e chiama le quattro ere principali Età dell’Oro, Età dell’Argento, Età del Bronzo ed Età del Ferro, la nostra era.
La seguente raffigurazione,parzialmente tratta dal libro di Fabio Ragno “Iniziazione ai Miti della storia”,schematizza tale divisione ed individua alcuni avvenimenti descritti dai testi tradizionali che hanno segnato i passaggi di era.
Le epoche degli uomini seguono un andamento decadente, un progressivo allontanamento dall’origine celeste ed un inevitabile avvicinamento alla materialità.
La tradizione indù, e non solo, per delimitare le varie epoche fa riferimento ai cicli precessionali; un ciclo precessionale dura all’incirca 26.000 anni, ed è il tempo che occorre affinché l’asse terreste compia un giro completo per poi ritrovarsi al punto di origine.
La terra infatti si comporta come una trottola, anche se questo terzo movimento, a differenza della rotazione e della rivoluzione, è impercettibile, dato il grande lasso di tempo che impiega per compiersi.
La tradizione indù quindi individua due cicli principali, il kalpa e il manvantara.
Un manvantara ha una durata di due cicli precessionali e mezzo, ovvero 64.800 anni, e il kalpa comprende 7 manvantara.Ogni manvantara è a sua volta diviso in 4 yuga, ognuno dei quali ha una durata proporzionalmente inferiore rispetto al suo predecessore, come spiegato nell’immagine sottostante.
All’inizio di un manvantara gli esseri umani si trovano in una situazione di massima vicinanza con il mondo celeste, ma con l’alternarsi degli yuga questo rapporto con il divino via via si affievolisce, finchè al termine dell’ultimo yuga, il kali yuga, l’età oscura, gli esseri umani sprofondano totalmente nel materiale, fino a dimenticare del tutto la propria origine divina.
Terminato un kali yuga l’umanità si rigenera, ed il ciclo si ripete.
La fine del settimo manvantara di un kalpa corrisponde al periodo di massima decadenza.
Il nostro attuale kalpa è chiamato Era del Cinghiale Bianco, e sempre secondo tale concezione attualmente stiamo vivendo gli ultimi anni dell’ultimo yuga del 7° manvantara.
Ovvero, il periodo di massima decadenza possibile.
La mitologia greca similmente riprende la teoria dei cicli di decadenza, e chiama le quattro ere principali Età dell’Oro, Età dell’Argento, Età del Bronzo ed Età del Ferro, la nostra era.
La seguente raffigurazione,parzialmente tratta dal libro di Fabio Ragno “Iniziazione ai Miti della storia”,schematizza tale divisione ed individua alcuni avvenimenti descritti dai testi tradizionali che hanno segnato i passaggi di era.
sempre interessanti i tuoi articoli, ma anche questa è un’illusione, ovvero è il mondo materiale e le “dimensioni vicine” che sono strettamente dipendenti e influenzate dai cicli e così anche l’uomo che però può liberarsi da questa trottola! Molti aderenti alle religioni orientali, specie l’induista, spesso credono che sia necessario soffrire e reincarnarsi in ogni forma di vita per giungere alla liberazione, nulla di più sbagliato, in questa dimensione noi siamo schiavi e il nostro scopo dovrebbe essere acquistare consapevolezza e liberarci delle varie trappole che limitano la nostra vera essenza,alla fin dei conti anche il tempo ciclico va a spirale e contiene un’idea quasi lineare del tempo (progressione verso qualcosa di migliore). Il tutto comunque è una gioco e tramite noi il divino si rispecchia in se stesso e impara a conoscersi e proprio per questo il tutto dovrebbe essere visto come un gioco: l’ironia è una delle qualità più belle dell’uomo!
restaurare omnia in Christo.
D’altronde la nostra essenza è la Sua Essenza…
Comunque ci deve essere qualcosa di errato…
-il 2012 non collima con il 2160.
Chi sta depisitando allora?
Chi sta complottando dietro la confusione delle cifre?
elementare watson: Gli Illuminati…
porco ddiavolo , ce ‘o sapevo io!
:)
D.
Ciao Carlo,
…attualmente stiamo vivendo gli ultimi anni dell’ultimo yuga del 7° manvantara. Ovvero, il periodo di massima decadenza possibile.
Che culo, eh? :-)
Riguardo alla denominazione delle età preistoriche basata su metalli, credevo che la particolare sequenza degli stessi (rame -> leghe rame-stagno, cioè bronzo -> ferro) fosse dipesa dalle capacità degli uomini del tempo di ridurre detti metalli dai minerali in cui si trovano ed in seguito lavorarli tramite processi termici; dall’articolo, invece, la denominazione sembra scelta unicamente come metafora a sfondo spirituale: dal metallo più nobile in giù, a significare la vicinanza al celeste. Non si starà forzando un po’ la mano… ?!?
Giorgio Venzo.
la sapeva lunga il nostro Battiato quando scrisse la canzone: L’era del cinghiale bianco…
e l’era dell’acquario…quando arriva?
;-)
Il tutto comunque è una gioco e tramite noi il divino si rispecchia in se stesso e impara a conoscersi e proprio per questo il tutto dovrebbe essere visto come un gioco: l’ironia è una delle qualità più belle dell’uomo!
L’ironia in effetti è la nostra arma più potente in questo mondo.
C’è qualcosa di realmente divino nella capacità di saper prendere con leggerezza la nostra situazione :-)
_________________
D.
-il 2012 non collima con il 2160.
Chi sta depistando allora?
Chi sta complottando dietro la confusione delle cifre?
Io penso che le cifre siano sempre indicative.
Il 2012 va per la maggiore grazie ai maya.
Nondimeno, alcuni sostengono che nel 2012 si avvierà un processo di grandi cambiamenti che avrà conclusione verso il 2100, o giù di lì, quando effettivamente si entrerà nella nuova era.
Siamo ovviamente nel campo delle ipotesi e della speculazione.
Ovviamente :-)
Blessed be
Giorgio
la denominazione sembra scelta unicamente come metafora a sfondo spirituale: dal metallo più nobile in giù, a significare la vicinanza al celeste. Non si starà forzando un po’ la mano… ?!?
Dovresti farlo presente ad Esiodo, non a me :-)
Fu Esiodo il primo in Occidente, nel VII secolo a.C., a mettere per iscritto la teoria della quattro Età.
In verità, Esiodo introdusse anche una breve quinta Età, quella degli Eroi, che si poneva a cavallo tra l’età del bronzo e l’età del ferro.
Per alcuni gli eroi di cui parla Esiodo sono assimilabili ai giganti citati dalla Bibbia.
Comunque, Esiodo non fece altro che mettere per iscritto la concezione “decadente” della civiltà, concezione che all’epoca era comune a tutte le culture arcaiche.
Tutte le antiche culture infatti hanno nella loro tradizione dei miti in cui raccontano di una età dell’oro andata perduta, e di come gli uomini allontanandosi dal divino siano finiti in uno stato di sofferenza.
Comunque si considerino tali miti, è comunque degno di nota il fatto che una visione simile sia stata condivisa da culture distanti tra loro nello spazio e nel tempo.
A presto
_________________
Chapucer
Battiato scrisse quella canzone nel periodo in cui era totalmente immerso nello studio di questi argomenti.
Scrisse anche “il Re del Mondo”, chiaramente ispirato all’omonimo libro di Guénon.
Per quanto riguarda l’età dell’Acquario, essa dovrebbe essere la prima Età della nuova era ascendente che dovrebbe iniziare dopo la fine del nostro”yuga”.
Sul suo inizio preciso non vi sono dati certi.
Il 2160 è una delle date più citate, anche se molti sostengono che già nei prossimi anni l’umanità dovrebbe sentire “l’influenza” della nuova era.
Non ci resta che aspettare per scoprirlo, se effettivamente sarà così. :-)
Blessed be
Nonostante io abbia letto varie teorie evoluzionistiche, ho sempre immaginato che il tempo terrestre scorresse lungo una parabola con alla fine del ramo discendente l’incarnazione del Cristo. Naturalmente dopo l’impulso cristico il “ramo” risale ;)
Anche io penso che la concezione tradizionale dei cicli discendenti non sia assolutamente in contrapposizione con la dottrina cristiana.
Al contrario, mi pare che coincidano
Blessed be
2160
[..] Segnalo il post dell’amico Santaruina. Ottimo, come tutto il suo blog. http://santaruina.splinder.com/post/20180631/Il+Settimo+Manvantara [..]
…immersa nel mare della latitudine, immersa nel cielo della longitudine, aggrappata al meridiano del sogno, ho toccato la cipria dei baci del tempo. Linee astratte di concretezze evanescenti nella realtà della ‘trascendente intuizione creatrice’. (rotolo, ma vorrei rotolare di più, jam)
rimango allibito da tanta somma di superstizioni…ma come si fa a credere a ste cose?
” Dall’armonia ,dall’armonia celeste, / questa struttura universale ebbe l’inizio/ Quando la natura sotto un cumolo d’atomi discordi giaceva / ed il capo non poteva levare,/ si udì dall’alto la melodiosa voce:/ “Sorgi,o più che morta!”./ Allora freddo e caldo e umido e asciutto/ ai loro posti balzano ordinati,/ al potere della MUSICA obbedienti./ Dall’armonia dall’armonia celeste questa struttura universale ebbe l’inizio:/ di armonia in armonia / percorse tutta la gamma delle note,/ chiudendo appieno il suo diapason nell’uomo[…] ./ Come per il potere di sacre melodie/ incominciarono a muoversi le sfere / cantando le lodi del sommo Creatore / a tutti i superni beati,/ così, quando l’ultima ora terribile / divorerà questa cadente scena,/ in alto si udirà la TROMBA ,/ viranno i morti, moriranno i vivi/ e dalla MUSICA verrà la scordatura del cielo. J.DRYDEN .
“A Song for St. Cecilia’s Day”
mi è venuto di commentare il tuo post attraverso queste splendide parole.
………ciao Carlo come sempre ottimo lavoro…..
Jam, il meridiano del sogno… :-)
_____________
Anonimo #11, me lo chiedevo anche io; ma dove andremo a finire?
_________________
Ciao Gigi
bellissimi davvero i versi riportati.
Blessed be
Bah…Superstizioni!
Ad ogni modo Santa, è doveroso scoprire qualcosa riguardo a Origene che probabilmente non fu condannato nel concilio secondo di costantinopoli.
Ciò è urgente come comprendere la possibile fallibilità del magistero papale nella sua esplicazione ordinaria ( dogma e concili in comunione con il Santo Padre sono straordinari…e voglio sottolineare concili ) almeno da parte occidentale.
Ma gioverebbe in toto, dato che una reale comprensione non può far sussitere differenza tra non calcedonesi, romani orientali e romani occidentali.
credo, per integrare ahimé il n.1 , che esso esprima una prospettiva vista da qui.
E’ questo uno dei problemi, perché si esprime da qui.
Dal non punto di vista, dove universalmente Egli è, non ha senso.
Visto che non sono un saggio, né un camminatore, mi fa piacere sempre ri-cordarmi di ciò.
Diciamocelo…il NOSTRO “Dio” rompe proprio le scatole.
Questo è un problema.
A riguardo del mantavara mi sono comuqnue da profano, sempre chiesto come mai la processione degli equinozi sia sballata.
Da ciò deduco ce è tutto falso…
:)
Buona giornata
D-
Non volevo scrivere che non ha senso il commento dell’anonimo, cioé…lo volevo solo pensare!
:D
No pensavo che ad ogni modo sia sempre congruo ricordarsi che il Signore dica semrpe questa bella frase:
“Io sono io e voi non siete un cazzo”
Sarà che le derive sentimentaliste che la romanità occidentale mi hanno un po’ stancato.
D
Io superstizione per superstizione non sottovaluterei mai ciò che il cielo ci racconta.Per chi lo sa interpretare.Le sue meccaniche celesti per stare in tema con Battiato.E nemmeno della terra con le sue ciclicità fertilistiche non diffiderei.Di certo essi non tradiscono l’uomo.Poi ognuno la pensa come la vuole ma piuttosto di una carta di credito…
Eee,
carissimo Santa.
Siamo vicini alla fine e non c’è pericolo di sbagliare, visto che i demoni scorrazzano indisturbati qua e là.
Vale in Domino
Petrus
Ciao D.
in che senso dici che la precessione degli equinozi sia sballata?
____________
Tristan
Probabilmente la vera superstizione sta nel venire a conoscenza di una serie di enormi conoscenze condivise da popoli antichi lontani tra loro e fare spallucce.
A presto :-)
____________
Caro Petrus
allora li ha notati anche lei :-)
Non poteva essere altrimenti
Blessed be
Io penso che queste che chiami “conoscenze condivise” possano certamente possedere una valenza di rivelazione nella dimensione psicologica, in particolare nell’evidenziare le modalità universali dello struggente e patetico tentativo dell’uomo di antropomorfizzare la natura, per dissolverne e cancellarne l’evidente indifferenza nei nostri confronti. Insomma l’opposto di ciò che ci racconta il “dialogo della Natura e di un islandese”. Ci si può accostare a queste “tradizioni” (peraltro ricolme di orrori sacrificali) con il dovuto rispetto, separandone le componenti ancora valide, un po’ come fa Jung nei confronti dell’alchimia. Ma è altresì evidente che, “prese alla lettera”, si tratta di palesi menzogne. Vi è un confine nel senso critico, nell’epistemologia implicita di ciascuno, il cui superamento produce dei risultati tipici: la moltiplicazione delle entità: angeli e figure spirituali di ogni tipo cominciano ad abitare il mondo, proiettandosi nelle situazioni e nei discorsi. Nella logica formale troviamo una bizzarra legge: “una proposizione falsa implica tutte le altre (vere o false che siano)”, così, una volta abbandonato il rigore possiamo attingere a tutte le figure capaci di sollazzare il nostro sentimento, ed alle quali la natura rimane ovviamente sovranamente indifferente. E quanto patetici quei tentativi di ritrovare in essa “sezioni auree” ed altri nostri ammenicoli poetici: un’analisi più attenta e meno sentimentale li dissolve invariabilmente nel ridicolo: la verità è che tutti i fachiri dell’India non sono mai riusciti a far levitare nemmeno un capello. Tuttavia abbandonare il rasoio di Occam: “entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem” ha i suoi costi ed i suoi benefici, e le società umane sono talmente variegate e complesse da non ammettere prescrizioni rigide.
Ciao Elio
secondo me invece il discorso è molto più ampio, e non si può liquidare così facilmente.
Le spiegazioni “psicologiste” moderne inoltre sono, esse sì, frutto di grezza superstizione.
ogni tentativo di valutare le culture e le conoscenze dei popoli arcaici senza nemmeno conoscerne il linguaggio porta decisamente a conclusioni banalizzanti, ovvero moderniste, e riduttive.
L’errore principale di una certa storiografia è il voler definire per mezzo dei parametri contemporanei concetti espressi attraverso un linguaggio il cui significato simbolico resta quasi del tutto ignoto.
Chiamare, per esempio, superstizioni i miti arcaici è come ritrovarsi davanti un libro scritto in giapponese e sostenere che si tratti solo di scarabocchi senza senso, solo perchè si ignora la lingua giapponese.
L’atteggiamento sufficiente di molta ricerca contemporanea è molto simile.
Anche se, occorre dirlo, lo scientismo dogmatico positivista ottocentesco gode sempre di meno favori.
A presto
Mi dispiace se le mie parole sono suonate come una liquidazione, non era mia intenzione. Non ho parlato di superstizione.. Jung non considerava certo superstizione i discorsi dell’alchimia, ma ovviamente neppure li prendeva alla lettera. Penso che il suo fosse un buon esempio di approccio scientifico ma non scientista.
Ciao
Ciao Elio
Jung tentò di dare ai testi alchemici una interpretazione psicologista, volendo così far rientrare la conoscenza ermetica all’interno del paradigma che gli era proprio.
Una forzatura, a mio parere, anche se non va sottovalutato il tentativo di comprendere una disciplina che veniva considerata dalla scienza ufficiale dell’epoca null’altro che una serie di confusi deliri privi di senso.
Ma ritengo ancora più interessante il passo che Jung fece nel tentare di comprendere l’origine di quella realtà che venne chiamata “conoscenza condivisa”, alla base della trattazione degli archetipi.
Jung scoprì, anche per mezzo dell’analisi dei sogni di alcuni suoi giovani pazienti, che essi riferivano di simboli e miti che appartenevano ad un passato remoto, e che spesso i pazienti stessi non potevano minimanete conoscere, come nel caso di alcuni suoi pazienti-bambini.
Per tentare di dare una spiegazione “scientifica” Jung introdusse il concetto di Archetipo, ma così facendo spostò solamente la questione ad un livello superiore.
Per il semplice motivo che la scienza moderna non era minimamente in grado di affrontare e dare risposte a tali tematiche.
Non perchè la scienza moderna non fosse valida o fosse fallace, ma sempicemente perchè il suo campo di applicazione è un altro.
A presto
Egregio Santa,
non solo li ho notati ma faccio una divagazione per cui non mi preme usare il plurale impersonale.
Credo che gli stessi tumori non siano che l’insediarsi di spiriti dell’aria negli organismi umani cellulari. Questi tumori hanno un’organizzazione pari a quella dell’intelligenza vegetale e animale. Impossibile non avvedersene.
Vale in Christo!
Petrus
Ok, tutto chiaro. Mi è pragmanticamente utile sapere che qui si supera la scienza. Ciao
Elio, non è propriamente così.
Sicuramente vi sono argomenti che esulano dalle competenze della scienza contemporanea.
Io personalmente al massivo vi posso accennare, nulla più.
A presto
_____________
Petrus
tema enorme quello delle influenze erranti..
Blessed be
… i fachiri d’india non hanno lievitato nemmeno di un capello e non lieviteranno mai, proprio perché lievitano sempre, continuamente, e la luminosità di questa lievitazione é talmente forte che acceca e la rende invisibile ai non preparati , quelli che non sono pronti non hanno “la Visione”, ma soltanto le visioni dell’opacità della materia. ” E gli daro un altro cuore e mettero fra di voi uno Spirito nuovo”, Ezechiele 11,19. Coloro nei quali non é avvenuta l’alchimia, o che sono soltanto ai primi passi, non potranno vedere, oppure anche vedendo non capiranno. Fra l’altro, è questo un modo di proteggere il Tesoro. ciao! jam
Pare che a volte non basti una vita per imparare a vedere.
Blessed be
Io posso convenire che la scienza dovrà farsi estremamente più sottile ed “intelligente” di quanto sia riuscita ad essere fino ad ora per rendere davvero giustizia alle conoscenze iniziatiche ed esoteriche alle quali credo vi stiate riferendo. Ma la scienza, pur ponendo, implicitamente ed esplicitamente, dei requisiti formativi, non può far proprie delle istanze di segretezza e questo rappresenta un punto cardine del suo valore emancipativo.
Ciao
Sono campi di azione diversi.
la scienza positivista ottocentesca va bene per risolvere le questioni del nostro vivere quotidiano, per far funzionare un motore o per calcolare l’area di un campo.
Poi ci sono altre questione, che vanno affrontate in altri modi.
Altre questioni che non necessitano di venire a conoscenza di saperi “occulti” o segreti, per essere comprese.
E’ sufficiente imparare e comprendere un determinato linguaggio, a disposizione di tutti.
Blessed be
Caro Carlo, penso di aver rotto abbastanza sulla questione. Non mi piace la formulazione che vede la scienza ridotta ad una caricatura (positivismo ottocentesco) dimenticando almeno un secolo di sforzi che di positivistico avevan sempre di meno, lavorando duramente sull’irriducibile opposizione fra scienze della natura e scienze dello spirito. Ma si tratta di un’insoddisfazione secondaria: in un certo modo riesco a tradurre la tua posizione in termini a me accettabili. Ma se anche non ci riuscissi, non vi sarebbe ancora motivo di accanimento: penso che una pluralità di metodi, finanche contraddittori, può risultare comunque utile, specie nelle condizioni non certo ideali nelle quali l’umanità da sempre opera. Se per dispiegare un certo tipo di pensiero è necessario ancorarsi remotamente ad un certo tipo di fede (in entità “spirituali” autonome dalla materia) ebbene si faccia, io rimango pragmaticamente interessato a vedere cosa se ne cava. Nel tuo lavoro, mi ha incuriosito molto il contrasto fra un argomentare sempre lucido e razionale e “concessioni” (o “aperture”) che a me paiono abbastanza inusitate ed incaute, ma che non sembrano compromettere (almeno direttamente) la prima dimensione. Continuo dunque a seguirti amichevolemente, pur mantenendo le mie riserve di carattere teorico e metodologico. Ciao
Ciao Elio
le tue obiezioni sono ben accette.
Riguardo la scienza moderna, la sua pecca consiste, a mio parere, nel escludere a priori un tipo di ricerca che sarebbe davvero in grado di completare l’uomo nella sua crescita.
Guénon parlando di questo fatto notava come la civiltà moderna sia stata la prima nella storia a “credere” fideisticamente solamente a ciò che credeva di percepire con i cinque sensi.
Per quanto riguarda quelle che tu chiami “aperture”, tieni sempre presente che sono uno che nel suo profilo scrive “mi interesso di ciò che esiste e non si vede” :-)
Ma non c’è alcuna contraddizione in questo con il resto delle argomentazioni.
In fondo, è proprio il nostro pensiero razionale e la nostra capacità logica che ci indicano i limiti del “pensiero scientifico”.
A presto
…forse occorre precisare che i mistici sono anche dei grandi scienziati. Consideriamo Ibn’Sina cioè Avicenna che oltre alla sua metafisica delle essenze e la sua angeologia, ha redatto il Canon un libro medico scientifico che é stato la base delle università europee (Paris, Bologna, Padova ecc.) per più di quattro secoli. Quello che si cerca di dire é che la ragione da sola non basta , occorre anche l’intelletto agente cioé l’occhio del cuore. ciao! jam
la ragione da sola non basta , occorre anche l’intelletto agente cioé l’occhio del cuore
ottima sintesi :-)
Blessed be
Eh si Jam! ti saluto qui clorosamente, ti trovo spesso in giro eheh.
Santa era per fare una battuta.Non è sballato è così, però in effetti in ogni Ciclo c’è un pezzetto di “processione” che avanza
Ciao
sono sempre cifre “indicative” :-)
Blessed be
Ma come 100.000 a quel tempo gli uomini non erano tozzi, ricurvi, sporchi, con una pelle a perizoma e davano clavate in testa alle donne? ih ih ih.
Fortuna che sono riusciti a lasciar tracce evidenti della loro civiltà, e chissà quante prove vengono occultate sob!
Esatto, a quell’epoca gli uomini saltellavano di qua e di là appoggiando le mani a terra, lo dice anche Piero Angela.
Non dimentichiamoci un altro mostro sacro divulgatore della scienza pornografica (nel senso etimologico): Alessandro Cecchi Paone!
Non era lui che per un reportage aveva fatto impersonificato un cavernicolo?
Zodiacus
Hanno scoperto in Grecia una muraglia di un krita (23.000 anni) fa e molti semi segno che sapessero già coltivare… (il mais?!)
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultura/Archeologia-scoperta-in-Grecia-muraglia-piu-antica-del-mondo-e-di-23000-anni-fa_166591637.html
ghibli ^^
E' davvero una notizia che se confermata sarebbe eccezionale, a dir poco.
Per quanto riguarda il ritrovamento di semi di mais, se non è un errore del giornalista, si tratta anche qui di un qualcosa di veramente notevole…
credo che i calcoli siano errati, nel senso che sembra quasi che si cerchi di far corrispondere, secondo me, la teoria del lungo anno platonico(25.920 anni) con la teoria indiana degli yuga.
secondo il sanathana dharma i quattro yuga complessivamente formano un mahayuga ovvero 4.320.000 anni umani.
l'unità è rappresentata dal kali yuga che dura 432.000 anni.
la prima era in ordine cronologico (krta yuga) dura quattro vlte il kali yuga, la seconda 3 volte, la terza 2. per un totale appunto di 4.320.000 anni umani
un kalpa ovvero un giorno di brahma corrisponde a 1.000 (secondo alcuni 100) mahayuga ed è intervallato da 14 manvantara periodi della durata di 71 mahayuga più un certo lasso di tempo ( 14 x 71 fa 994)
attualmente siamo nel settimo manvantara del giorno del cinghiale o varaha kalpa cosddetto perchè in questo giorno (kalpa) il dio Visnu si incarna in un essere con la testa di cinghiale (varaha appunto) per salvare la Dea terra (prithvi) rapito da un demone dell'abisso.
per notizie più dettagliate si può consultare " Miti e Simboli dell'india" di H.Zimmer ed. Adelphi, cap. II..
un sorriso
ryu no kokyu (vedanta &co. http://www.pitagorici.it/forum/index.php?sid=2fd218330d95d03c754205ba61c12c7f )
Ciao
i calcoli che ho riportato si rifanno agli studi di René Guénon, vedi in particolare "Forme tradizionali e cicli cosmici".
Guénon sosteneva che la grande difformità di date che si riscontra nei testi vedici è voluta, dal momento che gli stessi testi mettono in guardia dal voler operare calcoli troppo "precisi" sul futuro.
Comunque sia, lo stesso penso valga per noi.
Non è il caso di immergersi in calcoli troppo precisi :-)
A presto
Ciao Santa, stavo giusto leggendo "il regno della quantità e i segni dei tempi" e ho riscontrato un'anomalia curiosa. ho provato anche ad andare qui http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/reneguenon/cicli.htm ma non ho trovato una soluzione.
Si tratta di questo: "I Manvantara (…) sono quattordici e formano due serie settenarie, di cui la prima comprende i Manvantara trascorsi e quello presente, la seconda i Manvantara futuri". tu, Santa (e anche Bertagni) affermi che attualmente siamo nel "periodo di massima decadenza possibile".
ora, uno può provare a interpretare questo passo in vari modi. (tralascio i vari yuga, perché si ripetono uguali per tutti e quattordici i manvantara, quindi non fanno testo in questo dilemma).
interpretazione uno: i primi sette manvantara sono "discendenti" (caduta) e gli altri sette sono "ascendenti" (risalita); sembra la soluzione più ovvia, e così avreste ragione tu e Bertagni. (e probabilmente è quello che intendeva Guénon, però finora io non ho ancora trovato una spiegazione chiara di questo aspetto nei suoi scritti). In questo caso però c'è un problema. Partiamo con il primo manvantara da una situazione X di massima “perfezione”; al termine del settimo, saremo giunti ad una situazione Y di massima “decadenza”. Quindi ripartiamo dall’8° con una risalita che dovrebbe corrispondere grosso modo all’andamento del 6° (perché se avesse l’andamento del 7°, oltre che una ripetizione, sarebbe assurdo: al suo termine ci si troverebbe sempre come al termine del 7°, e si avrebbe un doppio scalino verso il 9°). Andando avanti in questo modo, il 9° corrisponderebbe al 5°, il 10° al 4°, l’11° al 3°, il 12° al 2° e il 13° al 1°. Dunque il 14° come sarebbe??? Si può andare in una situazione X+1 cioè ad un livello più alto dell’inizio del kalpa? Boh. Questo problema si pone perché la serie è pari (14). O i due centrali (7° e 8°) si ripetono tali quali, e come detto prima sarebbe assurdo, oppure questa interpretazione è sbagliata.
Interpretazione due: i quattordici manvantara sono tutti “discendenti”: il problema non c’è, però non si può dire “periodo di massima decadenza possibile” perché questo sarà alla fine del quattordicesimo. (e Bertagni sbaglia, e forse anche Guénon). Inoltre, sembra una soluzione sbagliata, in riferimento alla concezione “ciclica” di andata e ritorno. Però in questo modo non ci sono errori.
Interpretazione tre: i quattordici manvantara sono tutti “uguali” identici. In ognuno di essi, c’è la “discesa” da un punto X dell’inizio del primo yuga al punto Y della fine del quarto yuga. Nel successivo manvantara si riparte nuovamente da X per arrivare a Y, e così di seguito per quattordici volte. Sembra una soluzione sbagliata, sempre in riferimento alla concezione “ciclica” di andata e ritorno. Però anche in questo modo non ci sono errori.
Qual è la tua opinione?
Jackblack77
P.s.: ho già letto diverse cose di Guénon, e quindi ho capito che affrontare queste questioni con le armi del ragioniere è da deficienti (), però sono molto incuriosito da questa apparente inesattezza…
Ciao jackblack
in effetti cercare di definire con precisione questi cicli è attività probabilmente vana.
inoltre gli autori tradizionali mettono sempre in guardia dal soffermarsi troppo su questi calcoli.
Comunque, per rispondere alla questione che poni, possiamo affermare che secondo le dottrine tradizionali i cicli sono sempre discendenti, e mai ascendenti.
Ciò significa che dopo il settimo manvantara vi sarà un rinnovamento e si aprirà una nuova età dell'oro, che sarà simile ma non identica a quella precendente.
Questa nuova età avrà a sua volta i suoi manvantara e i suoi yuga, che termineranno ancora una volta con un altro momento di massima decadenza.
E poi si ricomincerà.
Occorre considerare questi avvenimenti in base alla teoria dei cicli, appunto, che prevede che queste età si susseguano.
A presto