Quando un governo o un ente che ha potere su migliaia o milioni di persone usa il termine “pianificazione”, ciò che solitamente ne segue sono tragedie e fame e carestie, nella migliore delle ipotesi.
Se a voler essere “pianificate” sono poi le vite stesse dei cittadini, e la loro libera scelta nell’avere una famiglia e degli eredi nel modo in cui desiderano, allora ci troviamo di fronte ad uno dei volti più temibili che l’esercizio del potere possa assumere.
Ci si era occupati in passato delle origini e della storia del movimento eugenetico, una storia ancora poco esplorata ma che ha svolto un ruolo molto importante nel corso del XX secolo.
E si ricorderà anche come uno dei grandi obiettivi dei fautori del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale sia la drastica riduzione della popolazione, affinché la stessa risulti maggiormente controllabile.
Non a caso la questione ambientale è stata ampiamente sfruttata dai propagatori del Nuovo Ordine, in una propaganda martellante accompagnata dalla preoccupazione per la sovrappopolazione della terra.
Curiosamente, tutti coloro che si preoccupano per il fatto che nel mondo “siamo in troppi”, individuano sempre lontano da loro gli uomini “in eccesso”.
Quelli che vanno per la maggiore nell’assolvere questo ruolo sono gli africani, – che tanto sono poveri e non producono e non sappiamo che farcene – seguiti dagli indiani e dai cinesi.
Nei circoli elitari invece, da dove queste idee sulla “sovrappopolazione” sono propagandate, pare che siano tutti necessari.
Ovviamente nessuno di questi eccelsi luminari propone una bella catarsi di massa, con un po’ di belle bombe atomiche che possano risolvere il problema una volta per tutte.
Oddio, a dire il vero qualcuno che ci ha pensato c’è stato.
E’ il caso della grande guru teosofa Alice Bailey, che aveva salutato quale enorme progresso spirituale per l’umanità l’eventualità di una bomba atomica che facesse qualche centinaio di milioni di vittime.
Questa sua idea era piaciuta così tanto agli illuminati fondatori delle Nazioni Unite che il suo pensiero ha ufficialmente ispirato i testi formativi dell’ Unesco.
Proprio loro, quelli che tra le altre cose aiutano i bambini più sfortunati del terzo mondo dando loro una “istruzione”.
Ma, si diceva, oggi proporre uno sterminio di massa non è indice di bon ton.
Gli stermini si possono attuare, magari invocando il diritto a difendersi, ma per una questione di obsoleta sensibilità è poco opportuno invocarli nero su bianco.
Così, se non si può richiedere la decimazione dei poveri inutili del terzo mondo, si può almeno suggerire loro di scomparire piano piano, magari cessando di riprodursi come bestie.
Nascono così le organizzazioni umanitarie per il controllo delle nascite e per la pianificazione familiare, termini che ormai a coloro che hanno acquisito una certa dimestichezza con i governi totalitari dovrebbero evocare sensazioni di grande preoccupazione.
Ancora nel Luglio del 2008 le Nazioni Unite chiedevano una maggiore pianificazione familiare, ribadendo quale sia il loro effettivo ruolo nell’ambito della costruzione del Nuovo Ordine.
Ed infine, non può non apparire significativo il fatto che uno dei primi provvedimenti assunti dal neopresidente Obama sia stato proprio il voler ripristinare i finanziamenti alle organizzazioni governative che si occupano del controllo delle nascite e che approvano l’aborto:
Barack Obama spiega così la sua decisione di rimuovere il divieto voluto dall’amministrazione Reagan nell’uso di fondi federali per la promozione dell’interruzione di gravidanza all’estero, che è al centro di un palleggiamento politico da 25 anni. Secondo Obama «i vincoli posti dalla Mexico City Policy sono ingiustificatamente ampi nella legislazione vigente, e negli ultimi otto anni hanno minato gli sforzi di promuovere una pianificazione famigliare sicura ed efficace nel Paesi in via di sviluppo». «Per troppo tempo l’assistenza internazionale della pianificazione familiare è stata usata come un tema politico – ha proseguito il presidente americano – in un dibattito senza sbocco che è servito solo a dividerci. Non ho intenzione a continuare in questo dibattito stantio e infruttuoso». «È tempo – ha affermato Obama – che la finiamo con la politicizzazione del tema. Nelle prossime settimane la mia amministrazione comincerà una franca conversazione sulla pianificazione familiare, lavorando per trovare aree di un terreno comune in cui fare incontrare al meglio i bisogni delle donne e delle famiglie in America e nel mondo
Change has come.
Grazie a Fabiano per la segnalazione del Link sull’ONU.
Ora non ho tempo, ma appena posso leggo con attenzione questo & il precedente post, sempre sul Nostro…
Una sola cosa dico per ora: non appena ho udito/letto di questo primissimo provvedimento di B.H.O. (o di “bho-chissacchì”…) mi sono INCAZZATO, tanto, ma TANTO….
Cosa c’entrano i paesi in via di sviluppo con i fondi federali anti-aborto statunitensi ? Scusa santa ma non ho capito niente di quello che berekobeima ha detto.E poi non sono gli states ad essere un paese in via di sviluppo attualmente ?
Ciao Tristan
questi fondi federali sono destinati al finanziamento di programmi portati avanti da enti “non profit” nei paesi in via di sviluppo, principalmente africani.
E comunque sì, gli Stati Uniti sono in questo momento un paese in via di de-sviluppo.
Blessed be
In effetti se trasformi gli uomini in bestie…poi ti tocca governarli come un allevamento in batteria. Perché si tratta di unità il cui numero dev’essere funzionale all’equazione di bilancio. In effetti più di ogni illusione umanitaria quella economica gioca un ruolo fondamentale e anch’essa ha i suoi ispiratori più o meno occulti
L’accelerazione è, tra i vari, uno dei segni più evidenti di questi tempi.
E più che la velocità aumenta, più che tutto sembra cooperare, convergere, quasi collassando, alla realizzazione di questa somma perversione.
Con questa consapevolezza non può non essere nostra la serenità di mantenerci saldi :)
Fabiano
Ciao Ika
inoltre, una volta che convinci i sudditi del fatto che sono nient’altro che animali da allevamento, essi inizieranno a pensare ed a comportarsi di conseguenza.
E’ un lavoro molto sottile di persuasione.
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Ciao Fabiano, il corso della storia ricorda il grafico della velocità di un corpo in caduta libera, laddove questa velocità aumenta sempre più man mano che ci si avvicina allo schianto.
Ma noi siamo elastici e rimbalzeremo :-)
Blessed be
Privare l’uomo della possibilità di nascere è un peccato contro lo Spirito…Ah! se questi uomini che decidono delle sorti dell’umanità potessero minimamente provare e comprendere il desiderio che prova un’anima per incarnarsi!…
Ciao Santa,
ciao a tutti. Ultimamente non ho tempo per lasciare interventi ma segui il blog come sempre.
Grazie.
Saluti
Tango
io ho potuto scegliere quando e quanti figli avere, e per la prima era davvero presto – avevo 21 anni ma sapevo che potevo, solo io, pur con i limiti e condizionamenti vari, decidere se far nascere un altro essere. Lo so che aveva tutto il diritto di vivere ma solo dopo che nel mio animo, cuore e mente ho deciso che c’era un inizio per lei. E’ una enorme responsabilità ed è giusto che la donna possa decidere quando. Una donna africana non è diversa da me – parto da qui, chiedendomi se le donne africane non vorebbero poter aver accesso alla pillola, p.es. , cosi come agli antibiotici e altri farmaci utili per non vedere soffrire un figlio.
Ma noi siamo elastici e rimbalzeremo :-)
Ma il grafico della storia ci dice anche su che materiale cadiamo e in quale posizione?
Probabilmente non lo dice, ma forse solo per non rovinarci l’effetto sorpresa.
Pyter
Enza, penso che queste persone della vera creazione abbiano una grande paura.
Ne sono intimiditi.
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Saluti a te, Tango :-)
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Ciao V.
io so poco, so solo che ogni vita che arriva è un miracolo infinito ed ha una sua ragione.
Tra l’altro, ho visto lo spot che in America hanno promosso i movimenti antiabortisti.
Narra della storia difficile di una ragazza madre che nonostante si ritrovi in una terra non sua e abbandonata dal padre del bambino, con tenacia decide di tenere il figlio e di farlo comunque crescere.
Quel bambino poi diventerà il primo presidente afro-americano nella storia degli stati uniti.
Un po’ romanzata come ricostruzione, ma probabilmente hanno toccato il tasto giusto.
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Pyter, questo dobbiamo scoprirlo da soli.
Ed ancora più importante sarà capire la posizione giusta da assumere prima dell’impatto. :-)
Blessed be
Obama = Osama due pazzi criminali. Unica differenza, Osama è virtuale, Obama purtroppo NO!