A volte ci vuole una crisi affinchè la gente accetti che ciò che è ovvio…
Ieri, 13 Ottobre del 2008, dalla City di Londra, il cuore pulsante del Leviatano globale, il primo ministro inglese Gordon Brown ha pronunciato un discorso che battezza l’avvio di una “nuova epoca”.
Tradotto dall’ottimo Paxtibi, qui di seguito si riportano alcuni passi di questa ode all’ordine globale.
E si rimane infine anche affascinati, dall’osservare come l’elite del potere usi da sempre lo stesso trucco per imporre il suo volere: tesi, antitesi, sintesi.
Ed ecco la “sintesi”, la soluzione.
Una soluzione globale ad un problema globale.
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Discorso sull’economia globale del primo ministro inglese Gordon Brown al Reuters Building.
Siamo internazionalisti, con una portata più globale come paese di qualsiasi altro.
Mentre alcuni userebbero la crisi finanziaria mondiale per suggerire politiche protezioniste, sappiamo che l’unica via è di mantenere la nostra tradizione di apertura: un’economia di commercio aperta dove ora ci sono coordinazione e controllo globali adeguati.
[…]quello che i mercati stanno mostrando è che per quanto completo un programma nazionale possa essere – nessun paese da solo può agire per risolvere quello che è un vero problema globale.
Richiede una vera soluzione globale.
[…]
Perché non ci arresteremo alle misure immediate per stabilizzare il sistema.
Abbiamo anche bisogno delle misure per rimodellare il sistema finanziario globale per adeguarlo allo scopo futuro.
Questo lavoro è importante per costruire la fiducia e questo lavoro deve cominciare oggi.
E dobbiamo cominciare riconoscendo che siamo ora in un sistema finanziario globale e che mentre abbiamo già movimenti di fondi globali abbiamo controllo soltanto ad un livello nazionale.
E proprio come abbiamo bisogno di una nuova coordinazione globale per occuparci delle onde di cambiamento che stanno definendo la nuova era globale dalla disponibilità di energia al cambiamento del clima, così abbiamo bisogno di maggiore cooperazione globale per controllare e quindi sorvegliare i flussi finanziari che non conoscono confini.
[…]
Così ora dobbiamo installare nuove strutture e nuove regole per il futuro.
Questo non può semplicemente essere un salvataggio di breve durata per rappezzare le crepe.
Soltanto un metodo chirurgico che arriva alla radice del problema funzionerà ora per assicurare che i problemi non ritornino.
E dobbiamo riconoscere che l’azione di cui abbiamo bisogno non è solo nazionale ma globale.
[…]il nostro scopo deve essere un sistema finanziario internazionale per il ventunesimo secolo che riconosca le nuove realtà – economie aperte e non protette, mercati dei capitali non nazionali ma internazionali, concorrenza non locale ma globale.
Dev’essere un sistema che cattura tutti i benefici dei mercati globali e dei movimenti di capitale, minimizza il rischio di rottura, aumenta le occasioni per tutti ed solleva i più vulnerabili, in breve, il ripristino nell’economia internazionale dello scopo pubblico e degli alti ideali.
E che dobbiamo ora restituire il sistema finanziario internazionale a questa idea delle regole del gioco.
Mentre i fondatori di Bretton Woods hanno inventato regole per un mondo di movimenti di capitale limitati, dobbiamo inventare le nuove regole per un mondo di movimenti di capitale globali.”
[…]
A volte ci vuole una crisi affinchè la gente accetti che ciò che è ovvio e avrebbe dovuto esser fatto molti anni fa, non è più possibile posporlo.
Dobbiamo creare una nuova architettura finanziaria internazionale per l’età globale.
Questa crisi dimostra oltre ogni dubbio che un mercato dei capitali globale richiede un controllo globale molto più forte.
Dobbiamo accertarci che abbiamo:
– un efficace sistema di allarme globale per avvisarci dei rischi economici e finanziari;
– degli standard globalmente accettati di controllo e regolazione applicati ugualmente in tutti i paesi;
– più forti disposizioni per il controllo oltre frontiera delle imprese globali;
– e – se abbiamo imparato qualcosa – istituzioni molto più forti per la cooperazione e l’azione concordata in una crisi.
[…]
Una soluzione globale ad un problema globale.
Accertandoci che mai abbiamo affrontato tali problemi; ed assicurando il futuro per il nostro sistema bancario in modo che per le generazioni a venire Londra e la Gran Bretagna rimangano la casa della finanza globale.
ah beh, si beh.Al bacio!
Comunque Santa si sbrigassero pébbacco , digli qualcosa me riccomando.
:-)
…
D.
vedremo cosa si può fare :-)
eh eh eh
come disse Tonino Carotone:
“è un mondo difficile..!!”
mica poi avè tutto da la vita no?
un caro saluto Santa, grazie
D.
Ricordiamoci:
Quando un sistema vuole arrivare alle stelle, ricordiamo NIMROD che arrivò alle stalle!!!!
Ridicola vanità, ridicolo orgoglio… NON “globale”, per fortuna, ma solo “locale”, molto locale…
D., e futuro incerto.. :-)
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Di novelli Nimrod ve ne sono molti, ormai nei paraggi, e probabilmente ne seguiranno la sorte.
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Messier: vorrebbero essere molto importanti, e ne sono convinti.
Blessed be
Questo discorso mostra in modo chiaro che si tratta di un regime ,con un progetto di dominio universale a cui non intende rinunciare , e che è disposto a fare di tutto per salvare il proprio potere. Roberto
Un discorso globale, non c’è che dire…
Leggermente ripetitivo forse, ma era giusto per far capire bene il senso, anche se il personaggio non è dotato certo di buon senso, altrimenti non sarebbe quello che è.
Ho fatto la scorta di patatine, i pop-corn non mi attirano tanto :-)
Ciao.
Visto il messaggio inconcludente non può che essere della:
Tortuga.
Ot Stato di polizìa : ok,ma il Resto del Mondo così non occidentalizzato come noi secondo te come si muoverà : ci isolerà ? o se ne starà a parte in quanto non militarmente pari come forza di contrasto ?
hai dimenticato di sottolineare l’ultimo globale del testo, ultima riga… ;-)
e comunque, a livello globale direi che siamo spacciati. O_o
ceci
Roberto, ed è ogni giorno più chiaro.
Ce lo dicono in faccia, ormai non ha più gusto nemmeno essere “complottisti” :-)
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Tortuga, quel “leggermente” davanti a ripetitivo mi ha strappato un sorriso.
Il povero Gordon pareva un disco incantato. :-)
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Tristantzara, se effettivamente è questo lo scenario che si prospetta, probabilmente i paesi deboli non avranno molte risorse per contrastare queste entità “globali”.
Occorre comunque tenere conto che il “circolo globalista” posa la sua lunga mano sopra i governi dei paesi più distanti, lavorando all’ombra da tempo.
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Ceci, un saluto globalmente festoso a te.
Blessed be
Ma, se globo è sinonimo di palla, globale sta per palloso?
Non dirmi che sono greve, perché la colpa è di Tortuga e delle sue patatine. Farne addirittura scorta, è il colmo.
Ancora mi devo riprendere dalla traduzione.
Ho sognato di essere inseguito da un globo come quello della serie “Il prigioniero”…
C’è un paradosso però : un sistema di allarme globale che avvisi le crisi finanziarie.Ma se sono loro stessi del Nwo che lo architettano che senso ha ? o forse è un espediente per un altro controllo,quello più sui movimenti di persone ?
Pax, dì la verità: ad un certo punto ti sei stancato di tradurre sta roba ed hai reso la metà delle parole del testo con “globale”…
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Ipo, che siano pocorn o patatine, a breve ce ne sarà bisogno, per godersi comodamente lo spettacolo..
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Tristanzara, alla fine le crisi finanziarie saranno usate come pretesto per accelerare il piano dei controlli “globali”.
Quando si ha un programma in testa, si può procedere enfatizzando un problema, e proponendo in seguito il programma iniziale come soluzione.
A presto
Nel tutte le probblemi ci sono anche le soluzioni
ma non tutti lo cercano…
un sorriso!
A volte il problema è solo un pretesto per arrivare prima alla “soluzione”. :-)
A presto
ma mi pare si dimentichi che non tutti i problemi hanno una “soluzione” .