Meglio la fine di una cosa che il suo principio;
è meglio la pazienza della superbia.
Non esser facile a irritarti nel tuo spirito, perché l’ira alberga in seno agli stolti.
Non esser troppo scrupoloso
né saggio oltre misura.
Perché vuoi rovinarti?
Non esser troppo malvagio
e non essere stolto.
Perché vuoi morire innanzi tempo?
Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: «Voglio essere saggio!», ma la sapienza è lontana da me!
Ciò che è stato è lontano e profondo, profondo: chi lo può raggiungere?
Mi son applicato di nuovo a conoscere e indagare e cercare la sapienza e il perché delle cose e a conoscere che la malvagità è follia e la stoltezza pazzia.
Chi è come il saggio?
Chi conosce la spiegazione delle cose?
La sapienza dell’uomo ne rischiara il volto,
ne cambia la durezza del viso.
Sulla terra si ha questa delusione: vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dagli empi con le loro opere, e vi sono empi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche questo è vanità.
Perciò approvo l’allegria, perché l’uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro.
Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole.
Quando mi sono applicato a conoscere la sapienza e a considerare l’affannarsi che si fa sulla terra – poiché l’uomo non conosce riposo né giorno né notte – allora ho osservato tutta l’opera di Dio, e che l’uomo non può scoprire la ragione di quanto si compie sotto il sole; per quanto si affatichi a cercare, non può scoprirla.
Anche se un saggio dicesse di conoscerla, nessuno potrebbe trovarla.
Infatti ho riflettuto su tutto questo e ho compreso che i giusti e i saggi e le loro azioni sono nelle mani di Dio. L’uomo non conosce né l’amore né l’odio; davanti a lui tutto è vanità.
Vi è una sorte unica per tutti,
per il giusto e l’empio,
per il puro e l’impuro,
per chi offre sacrifici e per chi non li offre,
per il buono e per il malvagio,
per chi giura e per chi teme di giurare.
Và, mangia con gioia il tuo pane,
bevi il tuo vino con cuore lieto,
perché Dio ha gia gradito le tue opere.
In ogni tempo le tue vesti siano bianche
e il profumo non manchi sul tuo capo.
Godi la vita con la sposa che ami per tutti i giorni della tua vita fugace, che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua sorte nella vita e nelle pene che soffri sotto il sole.
Tutto ciò che trovi da fare, fallo finché ne sei in grado, perché non ci sarà né attività, né ragione, né scienza, né sapienza giù negli inferi, dove stai per andare.
E io dico:
E’ meglio la sapienza della forza,
ma la sapienza del povero è disprezzata
e le sue parole non sono ascoltate.
Le parole calme dei saggi si ascoltano
più delle grida di chi domina fra i pazzi.
Meglio la sapienza che le armi da guerra,
ma uno sbaglio solo annienta un gran bene.
Una mosca morta guasta l’unguento del profumiere:
un po’ di follia può contare più della sapienza e dell’onore.
Se le nubi sono piene di acqua,
la rovesciano sopra la terra;
se un albero cade a sud o a nord,
là dove cade rimane.
Chi bada al vento non semina mai
e chi osserva le nuvole non miete.
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
e tutto è vanità.
Conclusione del discorso, dopo che si è ascoltato ogni cosa: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l’uomo è tutto.
Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione, tutto ciò che è occulto, bene o male.
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