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¿te quedarás, mi pesadilla
rondándome al oscurecer?


-o- Too late to die young -o-
23 Luglio 2011

La Pietra Grezza

 

Melencolia, Albrecht Dürer

E’ nuovamente giunto per me il momento di staccarmi per qualche tempo dalla Tela.
Penso che l’attività del blog riprenderà a Settembre, probabilmente.
Nel frattempo cerchiamo di stare bene, e teniamo sempre a mente le parole del saggio Hafez:

 

Sebben tutto sommerga del mondo l’alluvione
Mestizia non t’affoghi, che Noé regge il timone
Non t’aspettar lealtà dalla mondana fiera
Che mille volte sposa è una megera

 

_____________________________________

 

 

 

A presto, quindi.

 

18 Luglio 2011

Una profezia, un passato perduto


Da sempre le profezie detengono un indubbio fascino, e non sono pochi coloro che si dedicano all’interpretazione di antiche visioni per cercare di comprendere le direzioni che il futuro che ci aspetta potrà seguire.
Ancora più intrigante potrebbe risultare il cercare delle analogie tra queste antiche previsioni e avvenimenti che già si sono verificati, o che stiamo attualmente vivendo.
Occorre però fare una doverosa precisazione: un ossessivo interesse verso tali questioni porta inevitabilmente a perdere il contatto con la realtà contingente, ed allo stesso modo il tentare di delimitare con precisione il tempo che ha da venire è attività vana e controproducente.

Vivere nella convinzione che ogni possibile realtà sia già stata prestabilita induce infatti ad un pericoloso immobilismo, dal momento che se tutto è già stato programmato ogni nostra azione diviene superflua.
Vi sono, ovviamente, processi che posseggono una loro vita propria, cicli che iniziano e che giungono ad un compimento, così come è noto che ogni essere vivente che viene al mondo è destinato a morire, dopo aver compiuto il suo percorso terreno.
Affermare che un albero un giorno cesserà di crescere e smetterà di vivere significa semplicemente ribadire una certa legge naturale, mentre è ben diverso “prevedere” il giorno in cui quella morte avverrà, e le modalità con le quali avrà luogo.

Nello stesso modo, quando ci troviamo di fronte a delle profezie del passato, nell’analizzarle risulta molto più interessante scoprire qualcosa a proposito del tempo e delle persone che quelle previsioni le fecero, piuttosto che voler scoprire quando ciò che predissero effettivamente avverrà, ammesso che effettivamente ciò accada.
Vi è, a tal proposito, una celebre profezia, alquanto particolareggiata, che si trova all’interno del Vishnu Purana, un imponente testo sacro dell’induismo che si stima sia stato redatto nel secondo millennio avanti Cristo (anche se vi sono diverse opinioni riguardo la sua corretta datazione).

Per comprendere meglio il senso di una tale profezia, occorre tenere presente che secondo la concezione tradizionale induista il tempo non scorre secondo una direzione lineare, ma segue un percorso circolare, rispecchiando in questo il corso naturale di ogni realtà del nostro mondo.
Come spiega Julius Evola:

È più o meno noto che mentre l’uomo moderno ha creduto e, in parte tuttora crede al mito dell’evoluzione, le civiltà antiche quasi senza eccezione e perfino le popolazioni selvagge riconobbero invece l’involuzione, il graduale decadere dell’uomo da uno stato primordiale concepito non come un passato semiscimmiesco ma come quello di un’alta spiritualità.
La forma più nota di tale insegnamento è il mito di Esiodo circa le quattro età del mondo – dell’oro, dell’argento, del bronzo e del ferro – le quali corrispondono a gradi successivi dell’accennata discesa o decadenza.
Del tutto analogo è l’insegnamento indù circa gli yuga, cicli complessivi e successivi che sono ugualmente in numero di quattro e che da una “età dell’essere” o “della verità” – satya yuga – vanno fino ad una “età oscura” – kali yuga.
Secondo tali tradizioni, i tempi attuali corrispondono all’epicentro proprio di quest’ultimo periodo: noi ci troveremmo nel bel mezzo della “età oscura”.

Secondo tale concezione, quindi, noi staremmo vivendo nel kali yuga, ovvero l’età più oscura che la civiltà umana possa sperimentare, un’epoca di decadenza che precede un periodo di rinascita coincidente con l’inizio di un nuovo ciclo (per un approfondimento sulla cronologia degli yuga si veda l’articolo Il Settimo Manvantara).
Ecco quindi come nel Vishnu Purana, compilato prima che questa età oscura si manifestasse nel suo aspetto più decadente, viene descritto l’apice del kali yuga:

 

I capi che regneranno sulla Terra saranno dei violenti; s’impadroniranno dei beni dei loro soggetti.
Prevarrà la casta dei servi.
Breve sarà la loro vita, insaziabili i loro desideri; conosceranno appena la pietà.
Coloro che posseggono abbandoneranno agricoltura e commercio, vivranno passando allo stato dei servi o esercitando professioni varie.
I capi, sotto pretesti fiscali, deruberanno e spoglieranno i loro sudditi e distruggeranno la proprietà dei privati.
La sanità morale e la legge diminuiranno di giorno in giorno, il mondo sarà totalmente pervertito e l’empietà prevarrà fra gli uomini.
Movente della devozione sarà soltanto la salute fisica; solo legame fra i sessi sarà la passione; unica via di successo la falsità– la terra sarà venerata soltanto per i suoi tesori materiali.
Le vesti sacerdotali sostituiranno le qualità del sacerdote.
Una semplice abluzione significherà purificazione, la razza sarà incapace di produrre nascite divine.
Gli uomini chiederanno: quale autorità hanno i testi tradizionali?
I matrimoni cesseranno di essere un rito.
Glia atti di devozione, anche eseguiti, non produrranno alcun risultato.
Ogni ordine di vita sarà simile promiscuamente per tutti.
Colui che possiederà e distribuirà più denaro sarà padrone degli uomini che concentreranno i loro desideri sull’acquisto anche disonesto della ricchezza.
Ogni uomo si crederà pari a un bramano.
La gente avrà terrore della morte e paventerà le carestie; soltanto per questo conserverà un’apparente religiosità.
Le donne non seguiranno gli ordini dei loro mariti e dei genitori, saranno egoiste, abbiette, mentitrici, discentrate e si attaccheranno ai dissoluti.
Diventeranno oggetto soltanto di soddisfacimento sensuale.
Vishnu Purana, II millennio a.C.

 


Quello che immediatamente si può notare è che la realtà descritta in questo testo è esattamente quella che noi sperimentiamo tutti i giorni.
Si tratta quindi effettivamente di una profezia verificatasi, a dimostrazione che sono realmente esistite in passato delle persone capaci di prevedere lo sviluppo degli eventi di lì a 3.000 anni?
Sembrerebbe proprio di sì, ma vi è nello stesso momento una ovvia obbiezione che potrebbe nascere spontanea: si potrebbe in effetti far notare che nella profezia in questione non viene svelato nulla di particolarmente eclatante.
Il Vishnu Purana parla, in fondo, della generale immoralità delle persone, di sacerdoti e religiosi ipocriti, di governanti che non si curano del benessere dei sudditi ma che pensano solo a derubarli.
Dove sarebbe, la novità in questo?
Da che mondo è mondo, si potrebbe obbiettare, queste cose sono sempre successe, e di conseguenza questa profezia non tratta di nulla di “sconvolgente”.
Questo potrebbe essere corretto, ma il carattere straordinario di questo scritto sta proprio nella sua “ovvietà”.
Proviamo infatti ad immaginare di compilare oggi una profezia sul come sarà il mondo nell’anno 5.000 dopo Cristo, e di scrivere qualcosa del genere:

Nell’anno 5.000 sulla terra ci sarà molta povertà, ci sarà una minoranza di uomini molto ricchi e una vastità di persone che a stento sopravvive.
Ci saranno guerre, e il popolo verrà ingannato dai propri governanti, che si occuperanno solo dei loro interessi.
Le persone saranno indifferenti ed egoiste, ed ognuno penserà solo al proprio benessere.

E’ evidente che come profezia non vale gran ché, anzi, come previsione appare alquanto ridicola, dal momento che si sta semplicemente descrivendo il proprio tempo, supponendo che la situazione attuale rimarrà inalterata di qui a 3.000 anni.
Per essere ancora più precisi, questa non è nemmeno una profezia vera e propria, perché non introduce alcun elemento “nuovo” che potrebbe verificarsi, nessuna situazione particolare che a noi appare insolita e che potrebbe realizzarsi in un futuro.

Una profezia, vera o falsa che sia, per essere tale infatti deve contenere in sé la previsione di eventi che non appartengono al proprio tempo, eventi che nella situazione attuale non avrebbero modo di verificarsi.
Ecco quindi che se nel Vishnu Purana si parla di un’epoca ultima in cui i governanti saranno ingiusti, in cui le religioni saranno decadute, un’età in cui l’empietà e l’ipocrisia saranno diffuse, e ci presenta queste realtà sotto forma di “previsione”, possiamo ragionevolmente dedurre che nel tempo in cui tali riflessioni sono state scritte la situazione fosse diversa.
Non avrebbe avuto altrimenti senso porre in guardia riguardo ad una realtà che si sarebbe verificata di lì a 3.000 anni, se già all’epoca quella fosse stata la quotidianità.

Proprio in questo aspetto risiede quindi l’interesse che questi scritti risalenti ad un’epoca assai lontana ancora conservano.
Potrebbe essere, in altre parole, che un mondo diverso da quello che noi conosciamo abbia avuto luogo, una società in cui l’inganno e l’ipocrisia non rappresentavano la normalità nei rapporti tra gli uomini, un’epoca in cui le deviazioni con cui abitualmente facciamo i conti tutti i giorni non erano la prassi comunemente accettata.
Nessuno ovviamente lo potrà mai dimostrare con certezza, ma questa profezia ci offre alcuni interessanti indizi.
Forse una società diversa fu possibile in un passato lontano, e forse potrà tornare ad esserlo nei tempi a venire.

 

14 Luglio 2011

Fashion di stamin


A prima vista sembrerebbe una immagine qualunque di una modella che posa per un servizio fashion ispirato all’abbigliamento militare.
Ma, ad uno sguardo più attento, ci si rende conto che i vestiti indossati dalla modella in questione sono capi di alta moda.
Anche la maglietta militare malconcia, incredibilmente, fa parte di un catalogo di una casa di moda.


E costa 1.624 dollari.
Ovvero, circa 1150 euro.

Inizialmente pensavo si trattasse dello scherzo di qualche buontempone, ma dopo una veloce ricerca sono risalito alla fonte dell’immagine: nientemeno che la rivista ELLE, una delle più autorevoli per quanto riguarda le tendenze della moda femminile.
Facendo qualche ulteriore ricerca (non riuscivo proprio a capacitarmi, fino all’ultimo credevo si trattasse di una bufala), ho scoperto che quest’anno il prezzo della maglietta è sceso a 411 euro (in fondo fa parte della collezione del 2010, e sia mai che si venga sorpresi a portare un capo che andava di moda ben un anno fa…)
Ora, il mondo della moda mi ha sempre incuriosito.
Personalmente, lo reputo una delle più lampanti dimostrazioni della follia dei nostri tempi, ed un chiaro esempio pratico di come le tendenze più assurde possano facilmente venire diffuse ed in seguito assimilate dal grosso della popolazione.

Folli stilisti dettano le tendenze più disparate, e la plebe dal basso osserva sognante le loro “creazioni”, nel tentativo di venire a conoscenza del modo migliore per apparire “al passo coi tempi”.
E davvero, riescono a far divenire popolare qualsiasi stravaganza (basti pensare a come andava in giro la gente negli anni ’80).

E la maglietta strapazzata e piena di buchi da mille e passa euro è solo un esempio del dove si possa spingere tale follia: il solo fatto che quell’immagine compaia su di una rivista a larga diffusione, ovvero che una intera redazione abbia giudicato accettabile proporre un capo simile, dimostra quanto facilmente la follia si possa propagare.
D’altra parte, senza andare lontano, circa un decennio fa uno stilista nostrano ha ben pensato di rendere eleganti i jeans strappati e consumati, e da un giorno all’altro un capo che qualsiasi persona di buon senso avrebbe evitato di indossare -perché i vestiti consumati sono appunto questo: vestiti che hanno avuto una loro vita e vanno sostituiti – è diventato un simbolo dello “stare al passo coi tempi”.

Cronache della fine dei tempi, direbbe qualche incallito catastrofista.
Sia come sia, se mai un giorno doveste capitare in un ambiente esclusivo, circondati da gente giusta, al passo coi tempi, e doveste incorrere in una ragazza che porta una magliettina militare piena di tagli e di buchi, avvicinatevi a lei, e con gentile fermezza, chiedetele: perché?

9 Luglio 2011

Benvenuti nella Tela


C’è nel paese di Aracnia un luogo molto speciale, un posto unico al mondo dove sorge un imponente edificio che gli abitanti del luogo chiamano la Tela.
Ovunque si raccontano delle meraviglie di questo enorme palazzo, della sua superba cupola, delle centinaia di colonne riccamente decorate che la reggono, delle cento e una porte attraverso le quali nella Tela si può accedere.
Cosa sia la Tela, di preciso nessuno lo sa spiegare.
Qualcuno l’ha paragonata ad una immensa biblioteca, e senza dubbio la stessa biblioteca di Alessandria dell’età dell’oro diverebbe pallida al suo confronto.
Per essere precisi, la quantità totale di libri presenti nella Tela non è spropositata, ed invero pochi si recano in essa per leggere un testo dall’inizio alla fine.
La particolarità della Tela è un’altra: qualunque sia il dubbio che attanaglia un visitatore, qualunque sia l’argomento sul quale cerca degli approfondimenti, in quel luogo troverà delle risposte.
Non si tratterrà di veri e propri libri, ma di agili articoli, a volte brevi, a volte più corposi, in grado di soddisfare qualunque curiosità.

Ma la Tela non è una immensa biblioteca, non solo.
Una volta passati per una delle sue cento e una entrate, il visitatore si ritroverà dinnanzi ad un vero e proprio labirinto, una serie di corridoi che danno accesso ad infinite stanze.
Queste stanze sono divise in vari settori: c’è il settore dei divertimenti, quello del leggero chiacchiericcio, c’è un luogo dedicato ad incontri di affari, un altro in cui ragazze disinibite mettono in piedi uno spettacolo alquanto ardito, e così via.
Invero, il settore delle ragazze è il più frequentato dai visitatori della Tela, e quasi tutti vi fanno una sosta (c’è anche chi entra nella Tela solo per loro).

Un altro luogo che si segnala per quantità di visitatori all’interno della Tela è la celebre e rinomata Sala degli Specchi.
Qui i visitatori si siedono dinnanzi a delle pareti che riflettono i loro volti ed entrano in comunicazione con altre persone, a volte lontane, a volte vicine, ed ognuno di loro instaura dei contatti con delle immagini riflesse.
Qui si parla di tutto, si chiacchiera, ci si mette in mostra, si fa la corte, o semplicemente si racconta agli altri come si è trascorsa la giornata.
La Sala degli Specchi è sempre affollata, e la grande maggioranza dei visitatori vi trascorre allegramente il suo tempo libero, dopo aver fatto magari un salto nella sala delle ragazze.

Proseguendo nel nostro giro all’interno della Tela, ci potremmo imbattere nella Sala delle Notizie.
Questa sala, senza dubbio, possiede degli aspetti al limite del sensazionale: qui, chiunque lo volesse potrebbe scoprire tutto quello che succede nel mondo in tempo reale.
Prima ancora che i giornali pubblichino i loro resoconti, prima che le televisioni vi compongano i loro servizi, nella Sala delle Notizie appaiono gli ultimi avvenimenti da ogni parte della terra.

L’ultima sezione che spicca sulle altre, all’interno della Tela, è l’Ala dei Retori.
Questa ala occupa una vasta porzione dell’intero edifico, ed al suo interno è suddivisa in innumerevoli stanze, alcune grandi, altre decisamente di dimensioni assai ridotte; in ognuna di queste stanze trova posto un Retore, ovvero una persona che ritiene di avere qualcosa di interessante da raccontare.
Alcuni parlano molto, altri si esprimono più raramente, e tutti vorrebbero avere un pubblico numeroso che ascolta i loro discorsi.
Di cosa parlano, i retori?

I più tanti trattano di loro stessi; anche quando non lo fanno direttamente, raccontando delle loro qualità e delle loro esperienze, prendono spunto dagli avvenimenti che accadono intorno a loro per poter esprimere in maniera articolata la loro opinione.
Altri vorrebbero sensibilizzare i visitatori su temi che ritengono importanti: c’è chi discute di cucina, chi di politica, chi denuncia complotti, chi sostiene che l’intero genere umano sia vittima di una generale ipnosi di massa.
C’è anche chi dalla sua stanza nella Tela denuncia la pericolosità della Tela stessa, ed il modo in cui le persone al suo interno perdano contatto con tutto quello che succede all’infuori.
Un piccolo paradosso, forse.

Alcuni retori (pochi, in realtà) sono costantemente seguiti da un numeroso pubblico, mentre la maggioranza di loro si esprime dinnanzi ad un limitato numero di persone, a volte affezionati ascoltatori, più spesso casuali passanti.
C’è anche qualche retore che parla da solo, convinto comunque che l’importante sia poter esprimere le proprie idee.

Questo e molto ancora si trova nella Tela, e cercare di dare una definizione esatta di questo maestoso edificio risulterebbe assai complicato.
Potrebbe trattarsi di un luogo in cui si possono imparare molte cose, così come un posto in cui venire a contatto con idee diverse che accrescano la propria apertura mentale nei confronti del mondo esterno.
Ma è anche molto facile perdersi all’interno del suo labirinto, oppure lasciarsi ammaliare dalla Sala degli Specchi e dai suoi simili, dove col tempo si prende l’abitudine a raffrontarsi solo coi riflessi degli altri, dimenticando i veri volti delle persone.
Così come si rischia spesso, ed è un pericolo assai concreto, di scambiare col tempo i riflessi che dentro la Tela si vedono con la realtà a cui rimandano.

 

Alcune istantanee del mondo della Tela:

La sezione ludica della Tela è molto frequentata dai giovanissimi.


Uno dei primi visitatori della Tela.

 


I dottori consigliano ai frequentatori assidui della Tela di non trascurare un’adeguata attività fisica che compensi lo stile di vita sedentario.

Gli assidui frequentatori della Tela spesso vanno incontro al rischio di deterioramento dei loro rapporti personali.


Scorcio della sezione delle ragazze disinibite.


La Sala delle Notizie dà copertura ad avvenimenti non sempre della massima rilevanza.


Un nostalgico frequentatore di una vecchia Sala degli Specchi.


Il direttore della più recente Sala degli Specchi.

 

Diversi retori credono molto nella loro presenza nella Tela.

I retori di maggior successo hanno un pubblico ampio e variegato.


Quadro posto all’ingresso dell’Ala dei Retori.

Secondo uno studio portato a termine da un pool di docenti provenienti dalle più autorevoli università del pianeta, la frequentazione della Tela può condurre ad un mutamento delle proprie abitudini personali.

 

7 Luglio 2011

Riflessi